Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
FRANCESCO GONZAGA Di Mantova. Conte e marchese di Mantova.
Signore di Lonato, Castel Goffredo, Solferino, Ostiglia, Castiglione delle Stiviere, Peschiera del Garda, Piadena, Casalmaggiore, Dosolo, Pomponesco, Asola, Carpenedolo, Canneto sull’Oglio, Castellaro Lagusello, Curtatone. Padre di Gian Francesco Gonzaga, suocero di Conte da Carrara; cognato di Pandolfo, Carlo ed Andrea Malatesta e di Carlo Visconti.
1366 – 1407 (marzo)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1380/ 1382 | Lombardia | A metà agosto sposa Agnese Visconti, figlia di Bernabò. La dote è di 50000 fiorini. Grazie al matrimonio aggiunge il cognome Visconti al suo e trasforma lo stemma di famiglia inquartando in esso il biscione visconteo con le tre fasce d’oro della sua famiglia. Nel 1382 succede al padre Ludovico. Segue in Mantova un periodo di reggimento popolare che vede l’offuscamento temporaneo della signoria dei Gonzaga. | |||
1383 | |||||
Lug. | Lombardia ed Emilia | L’imperatore Venceslao di Boemia lo nomina suo vicario per Mantova, Reggio Emilia, Mirandola, Corti di Quarantoli e San Possidonio. | |||
1385 | |||||
Estate | Lombardia | Fornisce un salvacondotto al cognato Carlo Visconti, figlio di Bernabò, affinché possa recarsi in Germania allo scopo di sollecitare aiuti ai congiunti tedeschi contro Gian Galeazzo Visconti, che si è impadronito della signoria di Milano. | |||
1387 | |||||
Apr. | Mantova | Padova Verona | Lombardia | Si reca a Pavia. Si allea con il conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti per combattere scaligeri e carraresi. Toglie il biscione dal suo stemma. | |
Lug. | Lombardia | Ritorna a Pavia | |||
1389 | |||||
Mar. | Veneto | Viene aggregato alla nobiltà veneziana. | |||
Giu. | Piemonte e Francia | Con il marchese Teodoro di Monferrato, Antonio Porro e Beltramo Guasco accompagna in Francia la figlia del Visconti che deve sposarsi con il duca di Turenna: transita per Alessandria, dove la sposa è accolta da Anderlino Trotti. | |||
Ott. | Lombardia | Viene riconosciuto come capitano di Mantova sei anni dopo la morte del padre Ludovico. Nello stesso anno aderisce alla lega organizzata da signorie e repubbliche al fine di combattere le compagnie di ventura. I procuratori di Firenze, del Visconti, di Pisa, Perugia, Bologna, Lucca, Ferrara, Cesena e Forlì si radunano a Pisa nel palazzo di Pietro Gambacorta. Francesco Gonzaga si impegna a mettere a disposizione dell’ l’impresa 30 lance. | |||
………. | Lombardia | Fa catturare e decapitare il fratello Febo. | |||
1390 | |||||
Giu. | Milano | Firenze Padova | Invia in soccorso al condottiero visconteo Ugolotto Biancardo 200 provvigionati affinché lo coadiuvino a rientrare in Verona. | ||
1391 | |||||
Feb. | Lombardia | Allorché sembra mutare alleanza Gian Galeazzo Visconti esercita notevoli pressioni nei suoi confronti per timore della moglie Agnese Visconti, figlia di Bernabò, che pure ha dato a Francesco Gonzaga quattro figli. La donna è decapitata in una gelida mattina, a metà mese, in un angolo dell’attuale Piazza Pallone, con l’accusa di adulterio commesso con Antonio da Scandiano, cameriere dello stesso Gonzaga. Il fatto avviene dopo che gli sono state fatte trovare alcune lettere rivelanti l’adulterio della moglie ed un suo intervento a favore del fratello Carlo Visconti. Il presunto amante è invece impiccato: sottoposto a tortura, ha confessato- ogni cosa desiderata. | |||
Giu. | Milano | Lombardia | Acquista Asola da Gian Galeazzo Visconti per 30000 ducati; dà in prestito al conte di Virtù altri 20000 ducati ed ottiene in pegno Ostiglia. Si reca, successivamente, a Pavia e vi resta per sei mesi. | ||
1392 | |||||
Feb. | Muta partito ed entra nella lega avversa ai Visconti (Firenze e Bologna). La durata è prevista in dieci anni: gli è concessa una provvigione mensile per dieci anni di 1000 fiorini in tempo di pace e di 2000 in tempo di guerra. | ||||
Mar. | Emilia | A Bologna. E’ accolto con grandi onori in vescovado. Si sposta a Forlì e vi si incontra con Carlo, Pandolfo e Malatesta Malatesta. | |||
Apr. | Umbria e Lazio | Da Città di Castello raggiunge Roma per rendere omaggio al papa Bonifacio IX. | |||
Giu. | Emilia | A Bologna, per colloqui con Astorre Manfredi ed Alberto d’Este. | |||
Sett. | 1000 lance | Lombardia | A Mantova, per la stipula ufficiale della sua adesione alla lega antiviscontea. Ottiene il comando di 1000 lance, di cui 500 a spese dei collegati. Nello stesso anno hanno inizio i lavori per l’erezione sul Po di un ponte a Borgoforte atto a migliorare le difese del Serraglio. | ||
1393 | |||||
Giu. | Lombardia Emilia e Toscana | Il Visconti, per rappresaglia, fa approntare alcune opere di deviazione delle acque del Mincio mediante la costruzione di un ponte/diga a Valeggio sul Mincio: cerca pure di fare deviare le acque del fiume a Villafranca di Verona per prosciugare il lago di Mantova. Le acque del Mincio travolgono i sostegni, corrono verso il lago e travolgono una parte del ponte dei mulini. Il Gonzaga si porta subito a Bologna ed a Firenze alla ricerca di alleati per contrastare il signore di Milano. | |||
Ago. | Ottiene in pegno, dal marchese Niccolò d’Este, Melara a fronte di un prestito di 28000 ducati concesso a suo tempo dai Gonzaga ai marchesi di Ferrara. Nell’anno sposa Margherita Malatesta. | ||||
1394 | |||||
Sett. | E’ nominato conte di Gonzaga dal papa Bonifacio IX. Non utilizzerà mai tale titolo in quanto più interessato al titolo marchionale che gli è concesso (mediante l’esborso di 12000 fiorini) dall’ imperatore Venceslao di Boemia. Anche al Visconti è concesso a pagamento il titolo ducale: per rendere solenne l’occasione costui organizza una grande festa cui non è invitato il Gonzaga | ||||
Dic. | Veneto | Viene ospitato a Padova da Francesco Novello da Carrara. L’imperatore gli concede il permesso di aggiungere allo stemma famigliare l’impresa araldica utilizzata dai re di Boemia (il leone). | |||
1395 | |||||
Mag. | Toscana | A Firenze, alla ricerca di validi alleati. | |||
Ago. | Veneto | A Padova per assistere al duello che contrappone Galeazzo da Mantova al Boucicaut. | |||
1396 | Stipula un trattato di alleanza con il regno di Francia. Nello stesso anno fa trasferire il corpo di Sant’Anselmo dal luogo dove è stato riposto sin dai tempi della contessa Matisse di Canossa, in una cappella costruita nella chiesa di San Pietro. Viene scomunicato per essere assolto l’anno successivo. | ||||
1397 | |||||
Mar. | Mantova | Milano | Lombardia | Jacopo dal Verme attacca di sorpresa i suoi stati. Agli ordini di Francesco Gonzaga militano 1000 cavalli, 700 provvigionati e moltissimi contadini. | |
………… | Lombardia | Alla notizia che Castellucchio è sul punto di cedere entra nella fortezza con 500 cavalli e 100 fanti arresta i fautori della resa e li conduce in catene a Mantova: lascia nel castello un presidio di 100 cavalli e di 100 fanti. Attraversa, indi, il Po con Guido Torelli e si dirige verso Luzzara e Suzzara per impedire ai viscontei di penetrare nel serraglio di Mantova. Recupera molte terre, ritorna a Borgoforte e ne rimane alla guardia Guidone Torelli. | |||
Lug. | Lombardia | Fornisce ai suoi uomini viveri per tre giorni, supera il Po e punta su Borgoforte, il cui castello è assediato da Jacopo dal Verme. E’ messo in fuga dal capitano avversario (800 morti nel combattimento, di cui più di 500 tra i collegati). Dopo la sconfitta si lascia prendere dallo sconforto ed è tentato a lasciare la stessa Mantova; ne è dissuaso da Conte da Carrara. Francesco Gonzaga fa avere a Jacopo dal Verme una lettera contraffatta del Visconti con la quale gli si ordina di allontanarsi dal mantovano: ciò permette l’arrivo in rinforzo al Gonzaga di 3000 cavalli condotti da Carlo Malatesta e da Paolo Orsini, e di una flottiglia di 150 galeoni e di 12 galee veneziane. | |||
Ago. | Lombardia | Prende parte alla battaglia di Governolo; nel corso del combattimento riesce a superare la resistenza di Ugolotto Biancardo. Recupera Borgoforte. | |||
Sett. | Veneto | Occupa Melara. Recupera numerose località conquistate in precedenza dai viscontei. | |||
Ott. | Lombardia | Con la sconfitta di Borgoforte ad opera di Jacopo dal Verme e di Alberico da Barbiano perde Marcaria, Luzzara, Suzzara e Solferino. | |||
1398 | |||||
………… | Lombardia | Conclude con Jacopo dal Verme una tregua decennale con Milano, che si trasforma in pace due anni dopo: può fortificare il serraglio e ricostruire il ponte di Borgoforte. Il Mincio non sarà più deviato. Si reca a Pavia in visita dal Visconti. | |||
………. | Venezia | Padova | Veneto | Si impadronisce di Feltre. | |
1399 | Israele Romagna | In pellegrinaggio in Terrasanta per un voto fatto per essere sfuggito alla peste. A settembre è a Rimini. Con il cognato Carlo Malatesta e la sorella Elisabetta, prende parte, in vista del prossimo giubileo, ad un pellegrinaggio penitenziale organizzato nell’ ambito del movimento dei “Bianchi”. | |||
1401 | |||||
Ott. | Milano | Firenze Padova Impero | Lombardia | E’ segnalato alla difesa di Brescia. Prende parte alla battaglia di Nave nel bresciano. | |
……….. | Milano | Bolgna | capitano g.le | Emilia | Affronta il signore di Bologna Giovanni Bentivoglio. Contrasta gli avversari nel bolognese assieme con Pandolfo Malatesta. |
1402 | |||||
Apr. | Emilia | Si muove nel territorio di Carpi. | |||
Mag. | Emilia | Giunge a Cento. le sue schiere si scontrano con quelle di Muzio Attendolo Sforza e di Fuzzolino Tedesco. | |||
Giu. | Emilia | Ha ai suoi ordini 8000 cavalli. Prende parte alla battaglia di Casalecchio di Reno inserito nella seconda schiera (forte di 2500 cavalli) con Ludovico da Zagonara: si batte con le truppe dello Sforza. Ottiene una completa vittoria sul capitano avversario Bernardo della Serra ed entra in Bologna. Fa prigioniero Giacomo da Carrara che conduce prima a Milano e poi a Mantova. Con il Barbiano fa trascinare Giovanni Bentivoglio, scovato nella casupola della sua nutrice presso il ponticello di Sant’ Arcangelo sulla Aposa, nel Palazzo della Reggenza. Nella città arma alcuni cavalieri sulla porta del palazzo fra i quali vi è Alberto Pio; fa in modo che il duca di Milano sia nominato signore di Bologna contrastando in tal modo le ambizioni di Nanne Gozzadini. | |||
Ago. | Lombardia | Viene chiamato a far parte del consiglio ducale con Alberico da Barbiano, Carlo e Pandolfo Malatesta, i vescovi di Pavia, di Novara e di Feltre, Antonio da Montefeltro, Giovanni Colonna, Paolo Savelli, Jacopo dal Verme, Baldassarre Spinola, Leonardo Doria, il camerario Francesco Barbavara, il cancelliere Giovanni da Carnago, i due consiglieri Pietro di Corte e Filippo dei Migli. | |||
Sett. | Lombardia | Alla notizia della grave malattia di Gian Galeazzo Visconti si reca in gran fretta a Milano; presenzia ai funerali del duca di Milano nel duomo. Interviene alla lettura del testamento del defunto con Pandolfo Malatesta, Antonio da Montefeltro e Francesco Barbavara. | |||
Nov. | Lombardia | Chiede a Francesco Novello da Carrara 100000 fiorini per il riscatto del figlio Giacomo; costui ne offre 50000. Nello stesso mese il giovane carrarese riesce a fuggire a Castelbaldo eludendo la sorveglianza dei suoi uomini. Giacomo da Carrara gioca alla palla come al solito vicino al lago di Mantova; vi è un tiro più lungo oltre il muro che lo separa dalle acque; esce per un portello per prenderla ed entra velocemente in una barca che lo sta aspettando; trova, infine, 12 cavalli carraresi, che si trovano anch’essi in sua attesa, e che lo portano in salvo a Padova. | |||
Dic. | Lombardia. | A Milano. Muore il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti. Con il dal Verme e Paolo Savelli presenzia alla cerimonia in cui i milanesi giurano fedeltà al nuovo duca Giovanni Maria Visconti. | |||
1403 | |||||
………… | Ottiene il titolo marchionale dall’imperatore Venceslao di Boemia. Quest’ultimo viene poco dopo deposto, per cui tale nomina viene considerata nulla. In ogni caso due anni dopo il Gonzaga viene riconfermato in tale veste dal papa Bonifacio IX. | ||||
Giu. | Lombardia | Ugolino Cavalcabò e Giovanni Ponzoni sollevano Cremona ai danni dei viscontei. Il Gonzaga è inviato nella città per cercare di mettere d’accordo le fazioni. La sua mediazione non porta ad alcun risultato. | |||
Lug. ago. | Emilia | Negozia la pace di Caledio per conto dei Visconti con Carlo Malatesta ed il legato pontificio, il cardinale Baldassarre Cossa. Sono cedute dai viscontei Bologna ed Assisi; sono richiamati gli eserciti ducali da Piacenza; è dato al papa Bonifacio IX l’arbitrato per le questioni riguardanti i fiorentini, al momento esclusi dalla pace. | |||
Sett. | Emilia | A Bologna. Con Jacopo dal Verme convince Facino Cane ad accettare la pace sottoscritta tra ducali tra e pontifici. | |||
Ott. | Milano | Cremona | Lombardia | Chiede a Ugolino Cavalcabò ed a Giovanni Ponzoni la consegna delle fortezze di Cremona. Avuta risposta negativa, muove ai danni di tale città con Galeazzo da Mantova. | |
……….. | Mantova | Padova | Veneto | Si allea con i viscontei contro il signore di Padova Francesco Novello da Carrara. Recupera Legnago. | |
1404 | |||||
Gen. | Lombardia | Ritorna a Milano con la vittoria della fazione guelfa su quella ghibellina. Con altri dignitari accoglie all’esterno di una porta il Barbavara, scacciato dalla città a causa della sua appartenenza al partito guelfo. E’ chiamato a far parte con l’arcivescovo di Novara Pietro Filargo ed il Barbavara a far parte del consiglio di reggenza della duchessa Caterina Visconti. | |||
Feb. | Lombardia | Ottiene dalla Visconti Castiglione delle Stiviere, Lonato, Castel Goffredo e Solferino in cambio di 63650 lire imperiali, di cui è creditore per stipendi arretrati. | |||
Mar. | Mantova | Cremona | Lombardia | Accorre in soccorso del signore di Sabbioneta Michele Persico minacciato da Ugolino Cavalcabò. | |
Apr. | Veneto | Favorisce i carraresi quando costoro si impossessano di Verona: per il suo appoggio si fa cedere alcuni castelli del veronese. Il signore di Padova non vuole ottemperare alle sue promesse e trama contro la vita del Gonzaga. | |||
Mag. | Veneto | I Visconti gli riconoscono Ostiglia e Peschiera del Garda suscitando con ciò le rimostranze dei carraresi. Nel contempo appoggia nel parmense i Rossi contro il signore di Parma Ottobono Terzi. | |||
Ago. | Venezia | Padova | Capitano g.le 200 lance e 100 fanti | Veneto | Si allea con i veneziani. Gli viene riconosciuta una provvigione mensile di 500 fiorini: la Serenissima, in caso di vittoria, gli assicura il possesso di Ostiglia, di Villapenta, di Castellaro Lagusello, di Belforte e di Peschiera del Garda. Il Gonzaga si porta all’assedio di Peschiera del Garda. A Verona, su un capitello, compare un suo cartello di sfida nei confronti del signore di Padova Francesco Novello da Carrara. Assalito all’ improvviso da Cecco da San Severino, deve fuggire con la cattura di 300 cavalli e di tutti i bagagli. Stipula una tregua con gli avversari. |
Sett. ott. | Lombardia e Veneto | Si riconcilia con Ugolino Cavalcabò ed Ottobono Terzi; scorre il veronese con Jacopo dal Verme e lo stesso Terzi. Depreda il contado fino a Villafranca di Verona; rompe il serraglio difensivo in più punti. | |||
Nov. | Veneto | Si ricongiunge ancora con Jacopo dal Verme; fa costruire una bastia a Bussolengo ed un ponte sull’Adige. Altre bastie sono edificate tra Arce e Pescantina, un’altra ancora a Castelrotto: le rifornisce tutte di uomini e di mezzi. Si sposta in Valpolicella con 100 lance; in breve riduce in potere dei veneziani tutto il territorio. Anche Nogarole Rocca gli apre le porte. | |||
Dic. | Veneto e Lombardia | Giunge a Monselice; rientra nel veronese. Con la sconfitta a Roncà di Giacomo Suriano e di Francesco dall’Aquila lascia con Jacopo dal Verme il campo di Bussolengo in Valpolicella per ritornare in fretta nel mantovano. | |||
1405 | |||||
Gen. | Veneto | Assale Verona con il dal Verme e Guido Torelli. Esce di notte da Cavaion Veronese; giunge sotto le mura del capoluogo in cui è stato organizzato un trattato con alcune sentinelle. L’attacco è portato vicino a Porta Calzari; 300/400 soldati scalano le mura e si impadroniscono di tre piccole torri. Alcuni uomini scendono a combattere tra la porta ed il monastero della Trinità: il pronto intervento di Ludovico degli Obizzi e di Giacomo da Carrara respinge le milizie gonzaghesche dalle mura. Nello scontro rimangono uccisi 400 uomini, quasi tutti veneziani; il Gonzaga è ferito da un colpo di lancia infertogli alla schiena da Giacomo da Carrara. E’ convocato a Venezia per un consiglio di guerra. | |||
Feb. | Veneto | A San Bonifacio. Con Jacopo dal Verme occupa i castelli di Illasi, di Montorio Veronese e quasi tutta la Valpantena; fa costruire una forte bastia ad Albarè. | |||
Mag. | Veneto | Dopo un’offensiva dei carraresi condotta in Valpolicella da Paolo Lion attraversa rapidamente il Monte di San Leonardo, presso San Mattia, recupera senza fatica Arbizzano e Pescantina; ottiene a patti anche Castelrotto che è dato alle fiamme. Si ritira ad Avesa ed a Quinzano Veronese per non essere assalito alle spalle dai carraresi. | |||
Giu. | Veneto | Chiesti soccorsi a Galeazzo da Mantova, che si trova ad Oppeano, attacca gli avversari che escono da Verona fino al borgo di Sorio per venirlo a combattere. I carraresi, capitanati da Giacomo da Carrara, da Paolo Lion e da Ludovico Obizzi assalgono la sua retroguardia e lo mettono in fuga. Il Gonzaga si rifugia nel borgo di Sorio, lo dà alle fiamme e ripara nel castello di Zevio: nel combattimento, senza contare gli annegati, perde 200 uomini, le bombarde ed alcune insegne. Da Porta Calzari esce anche Cecco da San Severino che lo stana all’Acquaccio: ripiega ancora una volta con la perdita di 100 uomini (cinque gli uccisi tra i carraresi). Si sposta a Villafranca di Verona e non trova più la solita accoglienza: gli abitanti si fortificano nel castello e respingono i suoi assalti. Tre giorni di inutili attacchi gli costano gravi perdite. A Vigasio per impadronirsi di una forte bastia: Giacomo da Carrara lo previene ed invia 36 balestrieri nella rocca; ne escono i difensori che danno alle fiamme la bastia assieme ad un’altra. Il Gonzaga assale allora la rocca per vendicarsi delle sconfitte: i ripetuti attacchi si rivelano anche in questo caso infruttuosi. Dopo alcuni giorni varca l’ Adige ad Albarè, giunge a San Bonifacio e da qui si sposta nel padovano. Rientra all’assedio di Verona. A fine mese gli abitanti si arrendono nelle mani del dal Verme. Il Gonzaga entra in modo solenne nella città per la Porta Calzari con Jacopo dal Verme, Gabriele Emo, Giacomo Suriano, Rosso Marino e Barbone Morosini. Gli sono consegnate dalla Serenissima Peschiera del Garda ed Ostiglia come da accordi. | |||
Lug. | Veneto | Affianca Jacopo dal Verme all’assedio di Padova. Si colloca al Bassanello; conduce vari assalti alle mura cittadine. La città è travagliata dalla carestia e dalla peste. | |||
Nov. | Veneto | Con la conquista di Padova i veneziani gli restituiscono 4600 moggia di sale grosso, a saldo di metà dote che i carraresi non hanno potuto restituirgli per la morte della figlia Alda, sposatasi con Francesco Terzo da Carrara. | |||
1406 | |||||
Giu. | Veneto | In pellegrinaggio nel veronese per visitare la chiesa di Santa Maria della Scala. | |||
Dic. | Emilia | Il giorno di Natale si trova a Parma per il battesimo del figlio del Terzi Niccolò Carlo. | |||
1407 | |||||
Feb. | Mantova | Facino Cane | Lombardia | Invia truppe a sostegno dell’azione di Jacopo dal Verme e di Ottobono Terzi in lotta con Facino Cane. | |
Mar. | Lombardia | Muore nel castello di Cavriana nei primi giorni del mese. E’ sepolto a Mantova nella chiesa di San Francesco. Viene ricordato per la sua attività di costruttore Fa edificare in Mantova il Castello di San Giorgio, opera di Bertolino da Novara, rifare la cattedrale di San Pietro, costruire il campanile della chiesa di Sant’Andrea ed il santuario di Santa Maria delle Grazie a Curtarolo. Solo l’ultima opera costa 30000 ducati. |
CITAZIONI
-“Fu senza dubbio un grande uomo di stato..Morto ancor giovane,.. con il suo intervento diretto in guerre e combattimenti aveva preparato uno dei pilastri della politica gonzaghesca, da cui questi trassero in seguito grandi ricchezze: l’attività di capitani apprezzati talvolta per la loro perizia, ma molto spesso per la neutralità che così garantivano al belligerante che li avesse assoldati.” CONIGLIO
-“Non mantenendosi nel principato che mercé la più ossequiosa deferenza a tutta la volontà di Giovanni Galeazzo. Collegato sempre con il signore di Milano, il Gonzaga aveva preso parte a tutte le sue guerre, senza sperarne altro vantaggio che quello di andare protraendo l’istante in cui sarebbe anch’esso spogliato de’ suoi dominii.” SISMONDI
-“Principe assai rinomato pel suo valore.” MURATORI
-“Trattò questo signore l’arme con grande ingegno, e non minore laude..Fu huomo..savio. e di grande autorità, peritissimo nelle historie, amatore de i letterati, e virtuosi, ammirator dell’ antiche lodi, dolce di conversatione, faceto, liberale, e in honorare splendidissimo.” ALBERTI
-“Hebbe così talento di saper tirare a sé gli animi delle persone, con le sue amabili maniere, e di mantenerseli sempre affetionati; come valore, per vincere i suoi nemici e per tenerli a freno, dopo haverli vinti..Era di persona alta, di volto bianco, di capelli castagnicci e d’occhi neri.” ROSCIO
-“Huomo..savio, e più che stima facea della fede data, e del giuramento, che di niun’altra cosa offertagli. Fu di somma autorità..e non solamente mediatore ottimo, ma esecutore d’infinite cose honorevoli, e utili, appartenenti alla conservatione de’ suoi popoli e amatore della libertà d’Italia.” EQUICOLA
-“Riuscì nel progresso del tempo costante, guerriero, generoso e d’ogni virtù ripieno.” LOSCHI
-“Abile politico, e ad un tempo principe di rinomato valore fu uomo di molta pietà e attento all’amministrazione del suo stato.” LITTA
-“Dicono gli scrittori che fu savio huomo, d’auttorità grande, amator delle lettere e della virtù, ammiratore delle cose antiche e peritissimo nelle historie, dolce di conversatione, splendido e liberale.” SANSOVINO
-“Fu huomo di gran valore e di animo molto generoso e liberale.., la fortuna gli fu sempre molto amica, combattendo con diversi principi della Italia.” ULLOA
-“Munificus et liberalis in eos (guerra e pace) erat, quos aliqua insigni virtute praeditos norat.” PLATINA
-“Esso ci appare ambizioso di titoli, di onori, di parentadi e manomettitore dei diritti del nostro comune.” D’ARCO
-Con Ottobono Terzi, Jacopo dal Verme, Alberico da Barbiano, Pandolfo Malatesta, Facino Cane “Condottieri de stima assai in questo tempo.” PORRO LAMBERTENGHI
-“Generoso e magnanimo in guerra e in pace, e liberale verso quelli che dotato conosceva d’alcuna eminente virtù..Prencipe in vero degno di lode, d’invidia e d’imitatione..Huomo di tanto valore nell’armi..; ma savio oltre ciò e liberalissimo, religioso, osservatore di fede.., grand’amico e fautore de’ letterati.” MAFFEI
-Nella guerra contro i carraresi “Gonzaga in questo a cui soccorritore/ Giunto è dal Verme, sì Verona strigne,/ Sì la minaccia, che il più vil terrore/ Suo popol molle a prostenarsi spigne.” GABARDI BROCCHI
-“Chiamò alla sua corte il crittografo cremonese Martino Ghisolfi, che nel suo “Quaternetus ciffrarum M.ci D. N. exemplatum per me Martinum de Gisulphis eius scribam de anno 1406″, raccolse i codici (composti da simboli, figure geometriche, lettere e numeri) che vennero utilizzati per cifrare i messaggi.” WIKIPEDIA
-“Com’egli sapeva l’animo delle persone con sue laudevoli maniere ritrarre a se, e gli si mantenea affettionatissimi, così non fu mai suo nemico, che l’esquisito valor di lui no’l superasse e no’l tenesse sempre in freno..Era di persona alta, e di volto bianco: gli occhi havea neri: e i capelli castagnicci.” CAPRIOLO
-“E l’altro Mantovan di nome eterno,/Che tutta Lombardia volse e rivolse,/Onore e specchio del viver moderno.” Cambino Aretino riportato da FABRETTI
-“Benché fosse molto più dotato del padre, Francesco era sempre il figlio di un assassino, più precisamente di un duplice fratricida, da cui ereditò un’assoluta mancanza di scrupoli. Se le esigenze dello stato lo richiedevano, il Gonzaga non andava troppo per il sottile ed era disposto anche al delitto. Per sua fortuna non ebbe fratelli né altri parenti intenzionati a scalzarlo dal potere, ma ancora molto giovane dimostrò chiaramente di che pasta era fatto, liberandosi senza problemi di una moglie divenuta ingombrante.” BRAGLIA
-“Egli fu il più compito signore che fino ad ora fosse stato nella famiglia dei Gonzaga; fu il primo che avesse un vero e profondo senso politico, e sapesse amministrare e reggere lo stato con severità ed energia… Fece in Mantova costruire chiese e palazzi, aprire nuove strade, alzar nuove mura. Dette una nuova divisione alla città in quartieri e in contrade. Si ebbero così le contrade, come in altre città italiane del tempo, Aquila, Grifone, Cammello, Orso, Leopardo, Mastino, Corno, Falcone, Leon vermiglio, Pusterla, Rovere, Nave ecc. Iniziò il Santuario di Santa Maria delle Grazie, nella campagna di Curtatone, e fece costruire il Castello di San Giorgio.. Intraprese il viaggio di Terrasanta; strano contrasto, in un uomo che era arrivato al potere attraverso il tradimento e la strage, e vi si mantenne con la violenza, e non rifuggì dalla frode.” CIAMPINI
Immagine: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Francesco_I_gonzaga.jpg