Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
FRANCESCO CALZONE (Francesco Calsone, Francesco Calison, Francesco Calson) Di Salò.
1465 ca. – 1513 (ottobre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti. |
…….. | Appartenente ad una antica famiglia di Salò, sceglie la carriera delle armi alle dirette dipendenze di Domenico Bollani. | ||||
1502 | |||||
Dic. | Venezia | 30 fanti | Lombardia | Segue a Cremona i lavori di fortificazione della città. Il Collegio gli concede una condotta di 30 fanti che sono distaccati dalla compagnia di Francesco da Marano. | |
1503 | |||||
Nov. | Venezia | Faenza | 50 fanti | Romagna | Prende parte all’assedio di Faenza. Alla resa della città gli uomini della sua compagnia ricevono un mese di paga. |
1504 | |||||
Lug. | 25 fanti | Lombardia | L’organico della sua compagnia viene ridotto. Francesco Calzone è trasferito di nuovo a Cremona. | ||
1509 | |||||
Mag. | Venezia | Francia Impero | Lombardia | E’ connestabile a Cremona. Viene preposto con il da Marano alla difesa della città con 300 provvigionati. Dopo la battaglia di Agnadello lascia la città ed accorre alla difesa della Riviera di Salò con Mariano ed Ettore Bonfadini. | |
Giu. | Veneto | Il territorio si solleva ai danni dei veneziani. Con il capitano del lago Zaccaria Loredan mette in salvo il provveditore Tommaso Marin (o Duodo); raduna 500 uomini ed attraversa le linee imperiali. Per le Alpi Trentine raggiunge Venezia. | |||
Lug. | Veneto | Prende parte alla conquista di Padova con i suoi fautori; entra in città per la Porta di Codalunga dietro 3 carri di fieno tirati da buoi che intralciano l’ingresso e permettono agli assalitori di penetrare nel centro. | |||
Sett. | 400 fanti | Veneto | Esce da Padova e si porta alla guardia di Treviso con i suoi provvigionati. | ||
Nov. | Veneto | Di stanza a Noale. | |||
1510 | |||||
Gen. | 374 fanti | Veneto | Nel veronese. | ||
Mag. | Venezia | Francia Ferrara Impero | 328 fanti | Veneto | Contrasta gli avversari nel Polesine. |
Lug. | 333 fanti | Veneto | Nella sua compagnia sono pure compresi 8 balestrieri a cavallo. Si trasferisce in un primo momento alla difesa di Treviso per passare, successivamente, a quella di Padova dove ha l’incarico di sorvegliare i bastioni di Codalunga. | ||
Ago. | 300 fanti | Veneto | E’ segnalato con i suoi uomini e 3 falconetti ad Anguillara Veneta per coordinare la sua azione in Polesine con i cavalli leggeri di Meleagro da Forlì e di fra Leonardo Prato. Parte dei suoi uomini sono inviati a Rovigo e parte a Badia Polesine. | ||
Sett. | Veneto | I suoi fanti abbandonano Castelnuovo per la pressione degli estensi. Viene spostato a San martino Buon Albergo allo scopo di assediare Verona. | |||
Ott. | 300 fanti | Veneto Emilia | Al fallimento delle operazioni sotto Verona ritorna in Polesine. Affianca il provveditore generale Paolo Capello in soccorso dei pontifici. | ||
Dic. | Emilia | Si distingue all’espugnazione di Concordia alla cui difesa si trovano 200 fanti. | |||
1511 | |||||
Gen. | Emilia | Prende parte all’assedio di Mirandola; ospita nei suoi alloggiamenti il provveditore Paolo Capello. Fatto prigioniero con il figlio Ludovico, si riscatta ed a marzo ripara a Venezia. | |||
Mag. | Emilia | Viene coinvolto nella rotta di Casalecchio di Reno. Riesce a salvarsi a Cesenatico con alcuni provvigionati della sua compagnia. | |||
Giu. | 300 fanti | Veneto e Friuli | Gli sono consegnati 50 ducati. Si imbarca a Cesenatico e raggiunge Chioggia con 500 fanti bresciani per lo più disarmati. Prosegue per Padova e Venezia. Non accetta alcun aumento di condotta e si accontenta del comando di 300 fanti. Effettua la mostra della sua compagnia a Fusina, riceve del denaro e parte per Gradisca d’Isonzo. | ||
Ago. | Veneto | A Venezia. Da qui si sposta alla difesa di Treviso. Nella città si colloca nella piazza del podestà. | |||
Ott. | 279 fanti | Veneto | A Treviso. | ||
Nov. | Friuli | Appoggia Renzo di Ceri nella sua spedizione in Friuli volta alla riconquista del territorio a spese degli imperiali. | |||
Dic. | Friuli | E’ alla testa dei suoi uomini, cui si uniscono altri 100 fanti ed alcuni balestrieri a cavallo di Francesco Sbrogliavacca; si pone davanti alla Porta di Pelz, custodita da partigiani dei veneziani; occupa Tolmezzo. Con Cipriano da Forlì chiede, invano, il permesso di raggiungere Venezia per reclamare per il ritardo delle paghe. | |||
1512 | |||||
Gen. | Veneto e Lombardia | Sempre con il figlio viene avviato a Vicenza per rafforzare il contingente del provveditore generale Andrea Gritti. Tenta di impadronirsi di Valeggio sul Mincio; entra nottetempo in Salò con Ludovico Cozzaglio. Il governatore per conto dei francesi Enea Crivelli è fatto fuggire incolume. Francesco Calzone riceve l’atto di dedizione dei paesi rivieraschi, raduna 500 volontari con i quali si trasferisce alla difesa di Brescia. | |||
Feb. | Lombardia e Veneto | Assale Brescia con 3000 uomini; attacca la città con Pietro da Longhena dal lato della Porta di Torlonga. La città è subito riconquistata dai francesi di Gastone di Foix a seguito di un accanito combattimento: nello scontro cadono il figlio Ludovico, di diciotto anni, con altri nipoti e consanguinei. Esce da Porta Pile con il Cozzaglio; è catturato. Si riscatta su garanzia di alcuni suoi parenti di Castiglione delle Stiviere. Raggiunge Venezia con altri fuoriusciti; riferisce sulla situazione. | |||
Mar. | Veneto | Ha il comando di una nuova compagnia di fanti friulani con i quali partecipa attivamente alle successive operazioni militari. | |||
Apr. | 400 fanti | Veneto e Lombardia | Gli vengono saldate le sue spettanze; si trasferisce a Bassano del Grappa. Rientra in Lombardia dopo la battaglia di Ravenna e, senza colpo ferire, ottiene Salò con Valerio Paiton ed il Cozzaglio. Il governatore Enea Crivelli è ancora lasciato partire senza torcergli alcun capello. | ||
Mag. | Lombardia e Veneto | Con altri capitani rivieraschi invade la Val di Vestino controllata dai conti di Lodrone. Il territorio è messo a sacco. Nel nuovo conflitto con gli imperiali è lasciato con Pietro Bembo alla guardia di Peschiera del Garda. | |||
Giu. | 360 fanti | Lombardia e Veneto | Entra in Cremona: 2 suoi uomini sono uccisi dai partigiani degli Sforza. Nel frattempo cadono in potere degli avversari Salò e la sua Riviera. Con Scipione degli Ugoni passa con 150 fanti alla difesa di Peschiera del Garda agli ordini del provveditore Ludovico Contarini. Vi è assediato. La resistenza dei difensori risulta valida fino al momento in cui Vigo da Perugia si accorda segretamente con i nemici per avere salva la vita ed i beni. Riesce, nonostante tutto a sfuggire alla cattura ed a rientrare a Salò. | ||
Lug. ago. | 500 fanti | Lombardia e Veneto | Esce da Salò e si porta a Venezia per chiedere alcuni pezzi di artiglieria necessari per l’assedio di Brescia. Si trova, infine, nel bresciano con 500 fanti, pagati dalla popolazione locale, agli ordini del provveditore Leonardo Emo. Ad agosto è a Salò. | ||
Sett. | Lombardia | Agisce nei pressi di Brescia con incarichi di polizia per ostacolare le continue diserzioni che caratterizzano la fanteria veneziana dovute al ritardo delle paghe. | |||
Ott. | 320 fanti | Lombardia | All’assedio di Brescia. Ha il comando della terza squadra (820 uomini) in caso di un assalto generale alle mura. | ||
Dic. | 368 fanti | Lombardia | |||
1513 | |||||
Mag. | Venezia | Spagna Impero | 300 fanti | Veneto e Lombardia | Chiamato dal provveditore Andrea Dandolo, è nuovamente preposto alla guardia della Riviera di Salò con Scipione degli Ugoni e Maffeo Cagnolo. Lascia il campo di San Bonifacio e raggiunge Salò dopo essere stato scortato fino al Mincio da una compagnia di uomini d’arme. Allorché gli imperiali di Guglielmo di Rogendorf pervengono a Desenzano del Garda, il Calzone si congiunge con Valerio Paiton ed Andrea Benaglia e mette a sacco Malcesine e Valvestino (la seconda località è controllata dai conti di Lodrone). Sempre nel mese Bartolomeo d’Alviano lo invia alla difesa di Peschiera del Garda con il provveditore Alvise Bembo. |
Giu. | Veneto | Alla guardia di Treviso con 200 fanti. | |||
Lug. | Veneto | Alla difesa di Padova a seguito delle minacce degli spagnoli alla città. | |||
Ott. | Veneto | Prende parte alla battaglia di Creazzo. Muore annegato mentre tenta di sfuggire alla cattura. Ai congiunti i veneziani concedono, come dote per le figlie, in un primo tempo i redditi della cancelleria di Rovereto. Poiché tale località rimane in potere degli imperiali, in seguito alla loro è loro concessa la cancelleria di Sacile (marzo 1516); nel successivo settembre questa viene ancora permutata con quella di Marostica. |
CITAZIONI
-“Et el Calson, che certo lui vedeva/ contro costoro non poter durare/ per la gran gente che ivi giongeva,/ il mancho male lui hebbe a pigliare.” (la fuga, alla vana difesa di Brescia) Da una cronaca riportata dal FRATI
-“Valoroso conestabile.” FASULO
-“Francesco Calsone..fu quello, che travestito da Bifolco guidò le carra cariche di strame, sotto il quale erano ascosi soldati, et arme, come si legge, ch’erano nel cavallo di legno, con cui i Troiani furono ingannati da Greci, et a bello studio le fece rompere spaventando, et ancidendo i Buoi con lo stimolo su’l Ponte, e su la porta di Codalonga di Padova: a fine che né quello alzare né questo chiudere, si potesse a petto dell’essercito Venetiano, co’ quale alle sue terga segue il Provveditor Gritti.” GRATTAROLO
-Alla difesa di Brescia “Eravi il calson quel tanto fiero/ Che al contrasto facea de gran prove/ Fece a molti cangiar li pensieri/ d’esser venuti a provar quelle nove./ Qui si vedeva Conti e cavallieri/ Mandar per terra a quatro e cinque e nove.” Da “Guerre orrende d’Italia” in GUERRE IN OTTAVA RIMA