Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
FRA LEONARDO PRATO (Fra Lunardo da Prato) Di Lecce. Zio di Mariano da Lecce e di Giovanni Bernardino da Lecce. Cavaliere di Rodi e corsaro contro i turchi. Balivo di Venosa.
- 1511 (marzo)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1479 | Rodi | Impero Ottomano | Grecia | Cavaliere dell’ordine gerosolimitano di Rodi esercita l’attività di corsaro a danni dei turchi. ha l’incarico di balivo di Venosa. | |
1481 | Napoli | Impero Ottomano | Puglia | Combatte i turchi nella guerra d’Otranto. Alla fine del conflitto segue i lavori di riparazione delle fortificazioni della città. | |
1494 | Napoli | Milano Francia | Liguria | Al comando di una galea affianca Federico d’Aragona nella sua azione contro Genova. | |
1495 | |||||
……… | Napoli Venezia | Francia | Puglia | Fa ribellare Lecce: nella città perseguita i partigiani del duca di Camporosso che hanno favorito i francesi. Molti sono i condannati al remo delle galere. | |
Mag. | Puglia | Con Cesare d’Aragona si collega a Brindisi con le truppe veneziane. | |||
…….. | Puglia | Viene nominato governatore di Taranto e di Manfredonia. | |||
1496 | |||||
Sett. ott. | Puglia | Assedia in Taranto Giorgio di Silly con la sua galea, 7 galee veneziane e 4 barche biscagline provenienti da Brindisi. Si ferma sei settimane davanti all’isola di Nostra Signora in attesa del resto della flotta della Serenissima; raggiunto da altre 19 galee veneziane ha il comando delle operazioni. Blocca l’approvvigionamento alla città dal mare. | |||
1498 | |||||
Ott. | Puglia | Di stanza a Lecce. Ha l’ordine di aumentare i dazi per le merci dirette verso i porti pugliesi controllati dai veneziani. | |||
Nov. | Puglia | Riscuote in Puglia per conto del re Federico d’Aragona le tasse imposte agli ebrei. Sempre nell’anno assiste al matrimonio del sovrano con Isabella del Balzo. | |||
1499 | |||||
Giu. | Puglia | Si trova a Brindisi. Il governatore veneziano della città Giorgio Lion non gli dà il permesso di prendere una galea bloccata nel porto appartenente ad un fratello. | |||
Lug. | Puglia | E’ nominato viceré in terra d’Otranto ed in terra di Bari. Segnala la presenza della flotta turca nelle acque pugliesi. | |||
Ago. sett. | Puglia | Fa pressioni sul re di Napoli affinché sia dato il guasto agli oliveti di Monopoli per provocare una rivolta della popolazione contro i veneziani. Raccoglie a Lecce denaro e truppe per gli aragonesi. | |||
1500 | |||||
Giu. | Albania | Tratta un accordo con i turchi per combattere i veneziani. E’ spesso in missione a Valona. | |||
1501 | |||||
Mar. | Napoli | Spagna Francia | Puglia | E’ segnalato nei pressi di Trani. Vi raduna 500/600 cavalli leggeri. Aiuta la regina Isabella a riparare a Taranto. | |
………. | Puglia | E’ nominato governatore di Taranto. Con il conte di Potenza Antonio di Guevara, tutore del figlio del re Federico d’Aragona, viene assediato nella città da Consalvo di Cordoba. Perde ogni speranza di una difesa efficace allorché gli spagnoli riescono a trasferire una flottiglia nel Mar Piccolo. | |||
1502 | |||||
Mar. | Puglia | Si arrende a patti al Cordoba alla condizione di non ricevere soccorsi entro quattro mesi. Al termine stabilito consegna la città e la rocca: il duca di Calabria è condotto in Spagna nonostante le promesse precedenti. | |||
…….. | Grecia | Si porta a Rodi con la sua galea per riprendere l’attività di corsaro. | |||
1503 | |||||
Mar. | Spagna | Francia | Puglia | Con Fabrizio Colonna ispeziona il campo del la Palisse che con 200 lance e 300 arcieri a cavallo sta per congiungersi nei pressi di Barletta con il duca di Nemours. | |
Apr. | Puglia | Prende parte alla battaglia di Cerignola. | |||
Ago. | Campania | Prende possesso del ducato di Ariano tolto ad Alberico Carafa. | |||
Dic. | Campania Lazio e Puglia | Partecipa alla battaglia del Garigliano dove si segnala per la furia con la quale assale i francesi. E’ inviato con 700/800 cavalli leggeri e stradiotti e 300 fanti ad Andria per liberare la città dall’assedio che vi è stato posto da Luigi d’Ars. Giuntovi rapidamente attacca il campo avversario e vi penetra nonostante il fuoco dell’ artiglieria: interviene la cavalleria francese che lo respinge con forti perdite tra i suoi. Tutti i fanti e molti cavalli sono uccisi o fatti prigionieri. | |||
1509 | |||||
Apr. | Venezia | Francia Impero Ferrara | Puglia e Veneto | Salpa dalla Puglia e si reca a Venezia; passa al soldo della Serenissima per combattere le truppe della lega di Cambrai. Dà in prestito 4000 ducati ai veneziani come apporto alle spese di guerra e se ne tiene altri 1000 per le sue necessità. | |
Mag. | Governatore cavalli leggeri 100 cavalli leggeri | Lombardia | Raggiunge il campo di Garliano ben accetto a Bartolomeo d’Alviano che stima la sua combattività. Gli viene riconosciuta una provvigione annua di 400 ducati, una condotta di 150 balestrieri a cavallo (100 nella realtà) ed è nominato governatore dei cavalli leggeri. Passa alla guardia di Brescia. Dopo la rotta di Agnadello perlustra le rive dell’Oglio con il provveditore Niccolò Marcello al fine di sorvegliare i movimenti dei francesi. | ||
Giu. | Veneto | Segue Niccolò Orsini nella sua ritirata verso est, guada il Brenta a Sambruson e si accampa a Mestre. Si sposta a Castelfranco Veneto e vi fronteggia i filoimperiali: si reca, da ultimo, a Venezia nel Collegio dei Pregadi. | |||
Lug. | Veneto | Lascia Mestre e si porta a Treviso con il provveditore generale Andrea Gritti; ritorna verso Castelfranco Veneto con 1500 cavalli e 1000 fanti, cavalca su Cittadella dove si sta radunando l’esercito nemico; è a Conegliano e prende il posto di Lucio Malvezzi, a Padova. Con Pietro Corso e Giovanni Brandolini espugna la fortezza di Serravalle (Vittorio Veneto) dopo avere sconfitto i tedeschi di Rodolfo di Anhalt (800 morti tra gli avversari); entra in Belluno e perseguita con vigore i nemici in fuga. Passa alla difesa di Padova quando la città viene recuperata. | |||
Ago. | 86 cavalli leggeri | Veneto | Da Padova effettua numerose sortite verso Montagnana. | ||
Sett. | Veneto | Accoglie a Padova i figli del doge Alvise e Bernardo Loredan, giunti alla difesa della città con molti altri nobili veneziani. | |||
Nov. | Veneto | Al termine dell’ assedio di Padova si reca a Venezia; nel Collegio non si esprime a favore di un’azione offensiva su Vicenza perché (come puntualmente si verificherà), una volta conquistata, i veneziani non sono in grado di difendere con efficacia la città. Si sposta a Soave con il provveditore Andrea Gritti per attaccare Verona. | |||
Dic. | Veneto | Rafforza i passi del veronese per meglio difendere Soave. | |||
1510 | |||||
Gen. | Veneto | Giunge a Lonigo; si allontana dalla località alla notizia che da Verona sono uscite molte truppe; sorprende 200 fanti spagnoli che si sono spinti per il saccomanno sino a Colognola ai Colli. Li coglie in disordine e tutti i nemici sono uccisi o fatti prigionieri. Invia 30 stradiotti ad attraversare l’Adige per attaccare gli imperiali alle spalle; si scontra con costoro su un ponte a San Martino Buon Albergo ed infligge loro numerose perdite. Nel combattimento (in cui riporta due ferite alla testa) sono catturati Carlo Baglioni, il tedesco Cletense e Sagramoro Visconti con 50 uomini d’arme e 200 cavalli leggeri italiani; vi perdono la vita 60 balestrieri a cavallo. Con Niccolò Orsini, il Malvezzi e Giano Fregoso ha una nuova scaramuccia verso Soave con 1500/2000 fanti guasconi e spagnoli; fra Leonardo Prato ha la meglio, fa prigionieri molti soldati compresi 50/60 cavalli leggeri dei saccomanni. A fine mese ha l’incarico di opporsi ad una nuova incursione di truppe nemiche uscite da Verona; gli stradiotti non vogliono seguirlo; il Prato non se ne dà per inteso e con le lance ed i fanti si porta a Villanova dove si scontra con un grosso contingente di lance, cavalli leggeri e 1000 fanti con quattro falconetti comandati da Giovanni Gonzaga e da Federico Gonzaga da Bozzolo. Attacca sui monti gli avversari con i suoi balestrieri a cavallo: sono uccisi più di 150 uomini tra spagnoli, borgognoni ed italiani e sono catturati 100 cavalli tra i quali vi sono 40 armigeri borgognoni. Per tutte queste imprese il Consiglio dei Savi gli aumenta la provvigione annua di 200 ducati ed è concessa una provvigione mensile di 10 ducati ai nipoti Mariano da Lecce e Giovanni Bernardino da Lecce. | |||
Feb. | 61 cavalli leggeri | Veneto | |||
Apr. | Veneto | Viene fatto l suo nome nel Consiglio dei Savi tra i possibili candidati all’incarico di governatore generale. | |||
Mag. | Veneto | A San Bonifacio per un consiglio di guerra con i provveditori: si prevede che i francesi attacchino nel Polesine. I veneziani ripiegano; il Prato ne protegge la ritirata a Caldiero, a Longare (dove alloggia nelle case dei Trissino con Lucio Malvezzi e Giano Fregoso) e Montebello Vicentino. Si trasferisce nottetempo con 400 balestrieri a cavallo a Vo per verificare le possibilità logistiche di uno spostamento del campo da Vicenza a Padova. Quando Monselice viene assalita dai francesi interviene a sua difesa con 300 cavalli, 500 fanti e 500 stradiotti; ritorna nella località giorni dopo con 200 cavalli per controllarvi lo stato delle fortificazioni; con Antonio Pio preme sui veneziani per un’azione diversiva ai danni degli estensi. | |||
Giu. | Venezia | Francia Ferrara | 65 cavalli leggeri | Veneto | Al campo di Brentelle. Legnago è conquistata dagli avversari; il Prato si avvia verso Cittadella con 400 balestrieri a cavallo, 200 stradiotti e 1000 fanti agli ordini di Giovanni dal Borgo; attraversa il Brenta al ponte di Vigodarzere, prosegue per Camposampiero e Castelfranco Veneto; rientra nella bassa padovana e sorveglia le strade verso Monselice. Si ferma alla difesa di tale città, ne ispeziona le opere difensive con il provveditore Andrea Gritti, Giampaolo Manfrone, Dionigi Naldi, Giovanni dal Borgo ed arriva a risultati sconfortanti. E’ favorevole alla nomina del Malvezzi come governatore generale. Si trova creditore verso la Serenissima di 2000 ducati per paghe arretrate. |
Lug. | 46 cavalli leggeri | Veneto | Propone di rafforzare le difese di Padova minacciata dai francesi; è segnalato a pranzo con il capitano nemico Andrea da Capua. Si muove di seguito in avanscoperta con il Manfrone per spiare i movimenti dei nemici stanziatisi tra Santa Croce Bigolina, San Pietro in Gu, Longara, Mestrino e Montegalda. Ritorna a Monselice per controllare il morale dei difensori ed ha un colloquio con un trombetta di Andrea da Capua che, forse, si offre di militare con i veneziani. Si colloca alla guardia del Bassanello a Padova; con la caduta di Monselice effettua vari giri di ispezione verso tale centro. I francesi ripiegano: con il provveditore Sigismondo Cavalli esce da Padova con 1000 cavalli leggeri e tallona i nemici verso Torre, Trissino, Arzignano e Montebello Vicentino. | ||
Ago. | Veneto | E’ prima a Bassano del Grappa e poi nel Polesine alla testa di 600 cavalli leggeri. Con Meleagro da Forlì decide di costruire un ponte a Boara Pisani; conquista Castelbaldo dove si appropria di 500 stera di orzo che sono consegnati ai suoi uomini; muove su Ficarolo e ne chiede la resa; perviene a Papozze e vi si congiunge con il capitano del Po Marco Antonio Contarini. Tocca Polesella ed il bastione di Crespino ove costruisce un ponte di barche; supera il Po e porta il terrore nel ferrarese. | |||
Sett. | 46 cavalli leggeri | Veneto | I suoi uomini sono accusati di avere messo a sacco Polesella. Dimostra la loro estraneità e trova che i colpevoli sono da annoverare nei venturieri di Bartolomeo dalla Barba. Con Meleagro da Forlì fa presente ai veneziani i pericoli insiti nell’offensiva nel Polesine; si sposta a Ficarolo con 200 cavalli. Alla notizia che gli estensi stanno attraversando il Po a Francolino ordina di incendiare i mulini e di ritirarsi su Ponticchio. Molti dei suoi balestrieri a cavallo (307) si danno allo sbando; nonostante ciò con 50 cavalli respinge 40 fanti che hanno superato il fiume. Costruisce un nuovo ponte di barche a Ponticchio e rientra a Polesella. Il suo ruolo nella campagna viene ritenuto insostituibile. Anche se i suoi uomini non ricevono da tempo la loro paga fra Leonardo Prato riesce a galvanizzarli; con i suoi 50 cavalli e, la collaborazione di popolani armati imbarcati su piccoli navigli, riesce a recuperare Adria. Sempre nel periodo è l’ unico tra i condottieri che accetta che i suoi cavalli leggeri siano pagati personalmente dal provveditore di Rovigo Silvestro Pisani. Gli è dato il comando delle milizie che stazionano nel Polesine; giunge a Badia Polesine con 200 cavalli per prevenirvi un possibile attacco degli estensi. Gli vengono contro 300 lance francesi ed italiane, 300 cavalli leggeri e 200 fanti: fa distruggere il ponte di barche ed abbandona Adria. Si ritira a Montagnana e recupera poco dopo il Polesine con il provveditore Giovanni Diedo. Raggiunge Ponticchio e vi ricostruisce il ponte di barche. | ||
Ott. | Venezia Chiesa | Francia | 30 cavalli leggeri | Veneto ed Emilia | Affianca il provveditore generale Paolo Capello per prestare soccorso ai pontifici. Fa costruire a Canda un ponte per attaccare Ficarolo; è a Stellata con Chiriaco dal Borgo al comando dell’ avanguardia. Da qui si trasferisce nel modenese. |
Nov. | Emilia | Partecipa ad un consiglio di guerra a Bologna con Antonio Pio, Fabrizio Colonna, Giampaolo Baglioni, Giovanni da Sassatello, Raffaello dei Pazzi, Francesco Maria della Rovere: rientra a San Cesario sul Panaro. | |||
Dic. | Emilia | Si muove con Chiappino Vitelli verso Mirandola allo scopo di tagliare la strada a 700 fanti guasconi diretti a Ferrara. | |||
1511 | |||||
Gen. | Emilia | Prende parte all’assedio di Mirandola. Punta sul Secchia con Francesco Sbrogliavacca per collegarsi a Concordia con Troilo Savelli. | |||
Feb. | Emilia | Appoggia Federico Contarini tra Concordia e Mirandola. | |||
Mar. | Emilia | E’ sempre nei pressi di Mirandola per tendere insidie ai francesi. Si avvia verso Revere dove sono accampati gli avversari; giunge a Bellaria sul Secchia con 40 cavalli leggeri; entra in un palazzo per scaldarsi. Vi è sorpreso dalla cavalleria di Gian Giacomo da Trivulzio e del Boissy (300 lance e 600 cavalli leggeri). Esce con gli altri dal palazzo; viene intercettato da una squadra francese. Rifiuta la resa, è ferito alla testa dal Conty e cade a terra morto. A settembre sarà sepolto con tutti gli onori a Venezia nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo. Suo busto nella villa comunale di Lecce, città in cui gli è stata dedicata anche una via centrale. A fra Leonardo Prato si deve la costruzione, sempre a Lecce, dell’arco che da lui ha preso il nome, “Arco di Prato”, che si affaccia su una piazzetta dove sorge l’omonimo suo palazzo. Per i suoi meriti tale edificio sotto il dominio aragonese godette del diritto di asilo. |
CITAZIONI
-“Uomo molto valoroso in guerra.” GIOVIO
-“Homo di gran fama..Cavalier rodiano, homo valoroso..Fidelissimo e valentissimo nostro condutier.” SANUDO
-“Huomo non di minor prudenza che valore.” MOCENIGO
-“Uomo di gran fede, di grande animo, e di molta virtù, e sopra tutto del nome Veneziano amantissimo..Uomo e per nobiltà di famiglia, e per scienza dell’arte militare illustre.” BEMBO
-“Cavaliero Gerosolomitano, baglivo di venosa, uno de’ migliori capitani de’ suoi tempi.” BELTRANO
-“(Veneziani e pontifici) ils n’avoient plus grande homme de guerre que luy.” DE LA MARCK
-“Huomo fortissimo..La cui morte dolse molto alla Signoria, percioche eran privi d’un Capitano, non meno affetionato alle cose loro, che valoroso.” MARCELLO
-“(I veneziani) mandatolo a Padova senza condizione o titolo alcuno di soldato, poco de poi per se stessi il costituirono sopra tutti i loro cavalli leggieri italiani.” DA PORTO
-“Huomo accorto, e sollecito.” P. GIUSTINIAN
-“Molto chiaro et famoso per le cose già fatte da lui in guerra.” GIRALDI
-“Ch’era assai intelligente di cose di guerra.” SANTELENA
-“E Rhodia militia vir bellica virtute insignis.” GIOVINE
-“Huomo di molta esperienza bellica.” GUERIN-DALLE MESE
-“Egli era valente cavaliere di Rodi: fu padrone di due galere: fece più assalti coi Turchi; combatè a campo chiuso con un capitano turco e l’ammazzò. Fu quasi re nel reame di napoli. Era crudele ed ammazzò quattro conti guasconi che gli si erano dati prigionieri perché odiava i Francesi. Fu chiamato dai Veneziani in Lombardia, poi fu morto per la qual causa i Veneziani li eressero una statua.” Da una cronaca di B. Brucio riportata dalla RIVISTA STORICA SALENTINA
-“Stimato molto nell’armi, di sangue illustre e di gran fortuna.” VERDIZZOTTI
-Con Fabrizio Colonna “Personas que terrian mucha noticia de las cosas de la guerra.” ZURITA
-“Poi l’animoso, & franco fra Lunardo/ a nostri tempi un folgor di battaglia,/ fido suggietto al marchesco stendardo./ Armato tutto quanto a piastra, e maglia,/ costui per certo fu tanto gagliardo/ ch’ sempre mai fu il primo a ogni travaglio/ e ben mostrò la sua bontà infinita/ se per troppo servir lassò la vita./…/ L’ardito frate con cavai leggeri/ corse più volte fin sotto ferrara,/ ardendo il tutto sopra quei sentieri/ con battaglia acerbissima, e amara./ Da franco condutier, e bon guerrieri,/ con la sua compagnia forte, e preclara/ tal che nemici temean più di questo/ che non facean di tutto quanto il resto./…/ E fra Lunardo ala belica tresca/ come feroce cavallier s’adopra/ facendo molti cader su l’herba fresca/…/ Fra Lunardo tornato era a l’impresa/ di Ferrara con molti in compagnia/ non per haverla assediata, o presa/ che con pochi con lui si mosse in via./ Ma per mostrar ch’anchor la rotta gli pesa/ e far conoscer la sua gagliardia./ Lì faceva ogni giorno qualche insulto/ e alfin fu morto da un agnato occulto./ Così il bon fra Lunardo con gran pianto/ da li suoi prestamente fu mandato/ avvolto in un lugubre, & scuro manto/ dentro a vinetia dove il suo senato/ si pose con il popol tutto quanto/ et in san Iani & Paulo fu portato/ et fattol un sepulcro adorno, & vago/ e per memoria una marmorea imago.” DEGLI AGOSTINI
-“Il spagnol capitano Fra Lunardo/ De cavalli lezieri senza il pare (senza pari)/ Hector romano in arme sì gagliardo/ Che per l’honor italico salvare/ Con dodeci in Reame non fu tardo/ Con tanti Galli anchor voler pugnare.” CORDO
-Con Dionigi Naldi “Prodi guerrieri.” DOGLIONI
-“E questo fu quel Fra Leonardo, che fe cambiare (1502) li colori nel volto a quell’Heroe Consalvo di Cordova detto per il suo valore, il Gran Capitano, stante vedendo ingannato, e tradito il Giovinetto Principe Ferdinando, lasciato sotto la sua Fede in Taranto dal Re Federico (d’Aragona) Padre del medemo. Animato Fra Leonardo dal suo innato coraggio, e dal zelo de Fede verso il suo Signore, disse al Gran Capitano che partisse dal castello, e se fra un’ora non era fuori della Città, lo tratterebbe da’ inimico.” RECCHO
-“L’Arco di Prato, situato nell’omonima piazzetta di Lecce, prende il nome da Fra Leonardo Prato..Il monumento deve la sua notorietà ad un aneddoto della storia locale: nel 1797 il Re Ferdinando IV di Borbone era in visita a Lecce in occasione delle nozze del principe ereditario Francesco con Maria Clementina d’Asburgo. Il sindaco di Lecce Oronzo Giosuè Mansi, in giro per la città con il Borbone, indicò al Sovrano l’Arco quale esempio di bellezza architettonica, ma il Re rispose in malo modo, manifestando il proprio disinteresse. Da quel momento a Lecce, per manifestare disinteresse nei confronti di qualcosa o qualcuno, si usa eufemisticamente l’espressione: “Arcu te Pratu.” La mia-puglia.com>arco-di-prato-bene-s..
-Sulla sua tomba è posto il seguente epitaffio “Leonardum pratum militem fortissimum et ex provocatione semper/ victorem prefectam Ferdinandi iunioris, et Federici regum Neapolitan./ ob virtutem terrestribus navalibus. A preliis feliciss. magnis/ clarissimisq; rebus pro Veneta republica gestis pugnantem ab/ hoste fesum Leonardus Lauretanus princeps, et amplius ordo sena/ torius prudentie et fortitudinis ergo statua huc equestri donan/ dum censuit.”