FEDERICO DI MATELICA

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1989
Guerra dell'Aquila (1423-1424), Scontro alla Porta Barete, 1440 ca, Anonimo
Guerra dell'Aquila (1423-1424), Scontro alla Porta Barete, 1440 ca, Anonimo. Nella miniatura i condottieri Braccio da Montone e Jacopo Caldora si fronteggiano con i loro rispettivi eserciti sotto le mura dell'Aquila.

Last Updated on 2023/08/24

FEDERICO DI MATELICA  (Federico Ottoni) Figlio di Francesco di Matelica, fratello di Corrado di Matelica.

  • 1457
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1404
Dic.VeneziaPadovaVenetoViene fatto prigioniero dai carraresi nella battaglia di Roncà nella quale si distingue per il suo valore.
1410
Apr.OrdelaffiChiesaRomagna

Milita al servizio di Giorgio Ordelaffi contro i pontifici. Nel corso di uno scontro si getta con una lancia contro il legato pontificio, il cardinale Ludovico Fieschi. Un cavaliere di quest’ultimo si sacrifica per salvare la vita al prelato.

……..ChiesaRe d’AragonaMilita nelle compagnie del Tartaglia.
1414
Lug.Viene dichiarato collegato di Ladislao d’Angiò in occasione della pace stipulata tra il re di Napoli ed i fiorentini.
1420
Dic.UmbriaPresenzia a Perugia con il fratello Guido alle nozze di Braccio di Montone con Nicolina da Varano.
1421UmbriaSempre con il fratello, prende parte ad una battuta di caccia, che si svolge a Nocera Umbra, con i Trinci signori di Foligno ed i Chiavelli di Fabriano.
1423
Gen.

Il suo debito verso la Camera Apostolica ascende a 600 fiorini per il pagamento di taglie varie destinate a soddisfare le richieste del Montone ed a 100 fiorini per il censo dovuto.

…….L’AquilaRe d’AragonaAbruzziAffronta Braccio di Montone impegnato nell’assediare  L’Aquila.
1424
………ChiesaCingoliMarche ed Abruzzi

Su sollecitazione del papa Martino V favorisce Pietro Colonna nel ripristinare il governo dello stato della Chiesa in Cingoli ai danni di Rengarda Brancaleoni, vedova del vicario Giovanni Cima, che pretende di non lasciare la città ai pontifici. Raggiunto lo scopo si reca nel regno di Napoli per contrastarvi il Montone agli ordini di Muzio Attendolo Sforza. E’ presente quando lo Sforza muore annegato nel fiume Pescara.

Giu.NapoliRe d’AragonaAbruzzi

Partecipa alla battaglia di L’Aquila: con Luigi da San Severino e Paolo Tedesco (600 cavalli) è artefice del contrattacco finale nel corso del quale si muove in soccorso di Ludovico Colonna e di Menicuccio dell’ Aquila messi in difficoltà dall’ azione del Montone, di Brandolino Brandolini, del Gattamelata e di Niccolò Fortebraccio. Federico di Matelica riesce ad impadronirsi dello stendardo degli avversari.

1431
Apr.ChiesaVicoLazioGli è affidato il comando della compagnia già agli ordini di Menicuccio dell’Aquila.
Nov.UmbriaPone i suoi alloggiamenti invernali nel Chiugi, nel contado di Perugia.
1433SforzaChiesaMarcheCon il fratello Guido affianca Francesco Sforza ai danni dei pontifici.
1438
Gen.MatelicaComp. venturaMarcheE’ organizzata in Matelica una congiura ad opera di Giovanni Corradini, volta ad uccidere tutti i componenti della famiglia Ottoni. Contemporaneamente Taliano Furlano, appostatosi fuori la città con la sua compagnia, avrebbe dovuto spalleggiare dall’esterno i congiurati. La trama è scoperta ed è soffocata nel sangue.
1440MarcheAlla morte del fratello Guido ottiene il governo di Matelica.
1443
Sett.Marche

Assieme con i congiunti si riconcilia con i pontifici: l’accordo è stipulato presso Rocca Contrada (Arcevia) con il commissario Lotto, vescovo di Spoleto. L’intesa sarà successivamente confermata da Eugenio IV e ratificata dal camerlengo il cardinale di Aquileja. E’ nominato vicario di Matelica.

1457MarcheIn età matura si ritira nell’eremo di San Giacomo, presso Braccano. Muore.

 CITAZIONI

-“Valoroso condutiero tra l’armi.” VECCHIAZZANI

-Alla battaglia dell’Aquila “Ben commatteo Lodovico Colonna,/ E Minicuccio, e soi altri fratelli,/ E Federico comel mare che onna/ Recependo li culpi molti felli,/ Tanta era ardita la gente, e frebonna/ Che li Braccischi rompe ogni chivelli/ Nicolò con soa gente, e Brandolino/ Gattamelata, e tolse lu terrino.” CIMINELLO

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