Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
DONDACCIO DA PIACENZA (Dondaccio Malvicini di Fontana) Di Piacenza. Fuoriuscito.
Signore di Castel San Giovanni e del tratto del piacentino che va dalla Luretta e dal Po al confine di Bobbio e del Mezzano, di altre terre nel pavese ed in Romagna.
- 1390 (agosto)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1331 | |||||
Ott. | Chiesa | Romagna | Ricopre per tre mesi l’incarico di podestà a Ravenna per conto della Santa Sede. | ||
1332 | Romagna | Podestà a Rimini. | |||
1333 | |||||
Ago. | Francia | E’ convocato ad Avignone dal papa Giovanni XXII con Francesco Scotti, Guglielmo Visdomini e Galluccio Fulgosi. | |||
1336 | Milano | Piacenza | Emilia | Assedia in Piacenza Francesco Scotti. Dopo sette mesi con altri fuoriusciti quali Lancillotto, Annibale e Bernardo Anguissola cerca di penetrare nella città per un acquedotto. Il tentativo è scoperto dagli avversari; Annibale e Lancillotto Anguissola sono uccisi, Bernardo Anguissola è catturato. A metà dicembre la guerra ha termine. Azzone Visconti diviene signore della città con Giovanni Fieschi come suo vicario. Sono armati molti cavalieri tra cui Amedeo di Spettino. | |
1339 | |||||
Feb. | Milano | Comp. ventura | Lombardia | Combatte la Compagnia di San Giorgio di Lodrisio Visconti; è fatto prigioniero nella battaglia di Nerviano dove si fa notare per il suo valore. Con la vittoria di Canegrate è liberato e viene armato cavaliere. | |
………… | Emilia | Sempre nell’anno ha una lite per la proprietà di alcuni beni del piacentino con la vedova di Giacomo Braciforte. Sposa a Piacenza Mabillina Pallavicini (dote di 1000 lire tra beni mobili ed immobili, denaro e gioielli). la definizione della dote è fatta alla presenza di numerosi testimoni, uomini delle maggiori famiglie locali, quali i Landi, i Fulgosi, gli Anguissola. | |||
1341 | Toscana | Podestà a Firenze. | |||
1343 | |||||
Sett. | Emilia | E’ citato a giudizio con il fratello Giovanni dal podestà di Piacenza Giovanni di Bileggio per avere imposto un nuovo dazio a carico delle imbarcazioni che passano nel Po al ponte di Fodesta: dopo un anno sono riconosciuti i suoi diritti che risalgono a vecchi privilegi concessi dall’ imperatore Enrico II ai suoi avi. | |||
1344 | Lombardia | Podestà a Bergamo. | |||
1348 | |||||
Apr. | Veneto | Con altri soci vende al podestà di Piacenza parte di una casa sita nelle vicinanze di Sant’Ilario, nella piazza cittadina; se ne riserva l’usufrutto. Con Manfredo dei Landi accompagna a Venezia Isabella Fieschi, moglie di Luchino Visconti. | |||
………… | Emilia | Servendosi di un prestanome acquista a Dorbecco beni per 600 lire imperiali dal monastero del Santo Sepolcro di Piacenza, ente che già gli affitta altri terreni. Ha una vertenza giudiziaria con il fratello Giovanni per il loro possesso: si frappongono comuni amici che nominano un arbitro il quale riconosce la bontà della sua causa. | |||
1349 | Emilia | Abbandona i Visconti per accettare l’incarico di podestà a Ferrara offertogli dagli estensi. Nella città prende alloggio nella contrada dei Canali, nella parrocchia di Santo Stefano. | |||
1350 | Ferrara | Francia | Il marchese Obizzo d’Este lo utilizza come suo ambasciatore presso il papa Clemente VI. | ||
1351 | |||||
Mag. | Emilia | Giura fedeltà al successore di Obizzo, Aldobrandino d’Este. | |||
1352 | |||||
Apr. | Emilia | Presenzia alla cerimonia di insediamento nel marchesato di Ferrara da parte di Aldobrandino d’Este. E’ chiamato a far parte del suo consiglio. | |||
1354 | |||||
…….. | Emilia | Ha una nuova causa con il monastero del Santo Sepolcro di Piacenza. | |||
Sett. | Emilia | Entra in rotta di collisione con i Visconti per questioni di carattere patrimoniale. L’ arcivescovo di Milano Giovanni Visconti interviene ai danni dei suoi famigliari. | |||
Nov. | Lombardia | A Mantova con Carlo di Boemia. Gli sono concesse la dignità di nobile dell’impero nonché il feudo di Castel San Giovanni e della Val Tidone (peraltro da conquistare). | |||
1355 | |||||
Mag. | Impero | Toscana | Gli vengono confermati dall’imperatore, da Siena, i propri privilegi. A Pisa è nominato suo consigliere e famigliare. E’ inviato a Firenze con Leggeri Andreotti in qualità di commissario: riesce a facilitare un accordo politico tra le parti per cui la repubblica, a titolo di riconoscenza, gli concede un premio di 3000 fiorini. | ||
Giu. | Ferrara | Emilia | Ritorna a Ferrara. Da tale città informa il comune di Firenze che l’imperatore Carlo di Boemia ha attraversato in gran fretta il bergamasco, la Val Camonica e la Valtellina per dirigersi in Germania. Le città del ducato milanese non gli hanno aperto le porte; i suoi soldati sono stati controllati e nessun membro della famiglia Visconti è andato a fargli visita. | ||
1356 | |||||
Sett. | Ferrara | Milano | Capitano g.le | Emilia | E’ eletto da Aldobrandino d’Este capitano generale; combatte i viscontei agli ordini del vicario imperiale Astorgio Markwald. Muove da Budrio con il conte Lando, Astorgio Markwald e Raimondo Lupo contro Parma alla cui difesa si trovano 4000 barbute tedesche e borgognone agli ordini di Francesco d’Este. L’assedio si rivela una burletta; gli alleati devono rimuovere dal campo il conte Lando per inviarlo a depredare altri siti; contemporaneamente le barbute viscontee sono allontanate dalla città perché si rifiutano di combattere i loro conterranei che militano sotto le insegne imperiali. |
Ott. | Emilia e Lombardia | Tocca Castell’Arquato, transita per Castel San Giovanni ed irrompe nel milanese: conquista Magenta, Casorate Primo e Castano Primo che siano messe a sacco. | |||
Nov. | Lombardia Toscana Emilia | E’ sorpreso a Casorate Primo da 6000 cavalli condotti da Lodrisio Visconti mentre sta guadando il Ticino per riparare a Pavia. E’ fatto prigioniero con Astorgio Markwald, Raimondo Lupo ed il conte Lando. E’ tuttavia salvato dalla cattura da uno o due soldati tedeschi che lo conducono libero prima a Firenze e poi negli stati estensi. Con la sconfitta i Beccaria ed Ubertino dei Landi gli distruggono nel piacentino il castello di Moncasacco. | |||
1357 | Lombardia | Si porta a Pavia per vendicarsi della demolizione del castello di Moncasacco nel piacentino. Convince il marchese Giovanni di Monferrato ad espellere dalla città i Beccaria con l’aiuto di fra Jacopo Bussolari. Fiorello e Castellino Beccaria sono costretti ad abbandonare la città che, in breve tempo, perviene in potere di Galeazzo Visconti. | |||
1358 | |||||
Giu. | Veneto | per le sue benemerenze è inscritto dal doge di Venezia Giovanni Dolfin alla nobiltà della Serenissima. | |||
Sett. | Emilia | Presenzia a Ferrara alla stipula della pace tra Galeazzo Pio e gli estensi. | |||
1360 | Sulla fine dell’anno l’imperatore emana da Norimberga un proclama che lo esenta dal pagamento di qualsiasi gabella nei territori da lui controllati. | ||||
1361 | |||||
Feb. | Veneto | Ha la procura per sposare a Verona, per conto di Niccolò d’Este, Verde della Scala. | |||
1362 | |||||
Mar. | Toscana | A Firenze, in occasione della firma della lega contro i viscontei. | |||
Sett. | Emilia | A Ferrara, per le trattative riguardanti il Polesine di Rovigo tra carraresi ed estensi. | |||
Sett. | Toscana | Podestà a Firenze. | |||
1365 | |||||
Lug. | Marche | Il papa Urbano V gli concede una rendita di 150 fiorini l’anno. Si reca ad Ancona; il cardinale Egidio Albornoz lo infeuda di Pietracuta dietro il censo annuo di 2 fiorini. | |||
1371 | Romagna | I pontifici gli riconoscono altre terre in Romagna nei contadi di Cotignola e di Bagnacavallo confiscate ad alcuni ribelli allo stato della Chiesa. | |||
1372 | |||||
Giu. | Chiesa | Milano | Emilia | Difende con successo Castel San Giovanni dagli attacchi portati da Jacopo dal Verme. | |
Lug. | Piemonte | Il papa Gregorio XI lo invia presso il conte di Savoia per convincerlo a non abbandonare la lega antiviscontea. | |||
Nov. dic. | Emilia e Lombardia | Si collega nel piacentino con Amerigo del Pomerio, Guido da Pruina, Ugolino da Savignano, Ulzio Trottinger, Gregorio Picino e Giovanni Acuto. Si porta in Val Tidone; recupera molti castelli quali Ziano Piacentino, Sala Castelnuovo, Montalbo, Vicomarino, Corana e Fabiano. Qualche resistenza è opposta da Seminò; è espugnata e messa a sacco Borgonovo Val Tidone; altre terre del contado si arrendono. Fallito un suo tentativo di recuperare Castel San Giovanni si inoltra nel pavese ove occupa Broni, Stradella, San Paolo, Montalto Pavese, Cicognola ed altre terre. | |||
1373 | |||||
Gen. | Emilia | Affianca ancora l’Acuto nel piacentino senza trovare efficace contrasto nelle sue devastazioni in Corrado Lando ed in Francesco d’Este. Assedia Bartolomeo Seccamelica in una bastia nei pressi di Sarmato. Il rivale si arrende dopo avere subito la perdita di 100 uomini; è derubato del denaro, della mobilia e del bestiame il cui valore complessivo è stimato in più di 8000 fiorini. Il Seccamelica è rinchiuso nel fondo della torre del suo castello: ne riesce a fuggire, nonostante il rigore invernale, attraverso un foro fatto in una volta. | |||
Giu. | Emilia | Dondaccio da Piacenza si trova ancora in Val Tidone dove è fronteggiato dal dal Verme: sono depredati i contadi di Castel San Giovanni, Borgonovo Val Tidone, Fabiano, Corona; è distrutta Vairasco, trovata, peraltro, senza difensori. | |||
1378 | Emilia | Contende al dal Verme alcuni feudi controllati dal vescovo di Bobbio ubicati nel piacentino. | |||
……….. | Emilia | Trascorre gli ultimi anni a Ferrara: ottiene dal legato apostolico la possibilità di trasformare l’impegno di un pellegrinaggio a Roma in opere caritative. | |||
1385 | Emilia | Vende al conte Giovanni Alberti una casa che possiede a Bologna. | |||
1390 | |||||
Ago. | Emilia | Muore a Ferrara munito dei conforti religiosi. E’ sepolto a Piacenza nella chiesa di San Francesco davanti all’altare della cappella di San Giacomo, da lui fatta edificare, in un’arca di marmo del costo di 300 fiorini. Fa pure costruire una cappella nel duomo di Ferrara ed un’altra a Piacenza nella chiesa di Sant’Eufemia. |
CITAZIONI
-“Gran faccendiere de que’ tempi.” POGGIALI
-“Hic fuit probus, et sapiens, et virilis, et inter alios honores, quos habuit, fuit Capitaneus Pastorum S. Matris Ecclesiae, et etiam Capitaneus generalis Marchionis Ferrariae. Et fuit Senator Senarum, et Comes Romandiolae, et Consiliarius, et Secretarius Marchionum Estensium dominorum Ferrariae, et Mutinae per longa tempora, usque in finem vitae suae, et decessit multum senex, et in bona sispositione.” MUSSO
-“Partigiano ora dei Guelfi ora dei Ghibellini, mancò spesso alla fede data.” MENSI
-“Grand’huomo, la cui virtù (oltre che da Carlo di Boemia)..si andò anche presso il papa e altri principi..Prode e saggio uomo.” CAMPI
-“Hic fuit probus et sapiens.” Da una cronaca ripresa dal CAMPI
-“Il coinvolgimento in una controversia agitata in Piacenza..per ragioni patrimoniali con la vedova di Giacomo Brachiforte, attesta il suo forte inserimento nella società locale. Nel 1343, presso il tribunale dei malefici di Piacenza, iniziò il processo, durato fino al 1347, per l’accusa al Malvicini e a suo fratello Giovanni, detto Dente, di pretendere indebitamente il dazio per il transito del Po presso il ponte di Fodesta. Durante il processo, per il quale ottennero sentenza favorevole, i due fratelli dimostrarono la loro ascendenza dai da Fontana, e quindi il diritto di esigere, sulla base di privilegi imperiali e sentenze dei consoli e dei capitani del Popolo di Piacenza, tale dazio. nel 1347 il Malvicini, servendosi di un prestanome, acquistò beni per 600 lire imperiali dal monastero di S. Sepolcro di Piacenza, dal quale teneva in affitto altri beni per i quali, nel 1354, lo stesso monastero gli intentò causa. Sicuramente, dunque, il Malvicini emergeva nella città per la consistenza delle sue attività economiche, che comportavano il passaggio di notevoli somme di denaro. Il 4 apr. 1348 il Malvicini, con altri soci, vendette al podestà di Piacenza parte di una casa sita nella vicinia di S. Ilario, nella piazza della città, riservandosene l’usufrutto…Del periodo compreso tra novembre 1354 e giugno 1355 si conservano numerose missive e istruzioni del Comune di Firenze indirizzate al Malvicini, per sollecitarlo a svolgere un ruolo di intermediazione politica. Per tale incarico gli furono promessi 1000 fiorini, somma che il Malvicini reclamò in una lettera inviata a Firenze.., in cui, accanto alla descrizione della rapida ritirata di Carlo IV verso la Germania, riaffermava la propria solerzia nel servire Firenze” ALBINI
-“Nemico eccellente, già consigliere dei Signori di Milano; poi divenuto uno degli intimi di Aldobrandino, Signore delle città di Ferrara e Modena, aveva cercato di danneggiare in ogni modo, col consiglio e con l’azione, i Signori di Milano.” AZARIO
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