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Condottieri di ventura
1915 DAMIANO DI TARSIA Istriano. Signore di Castelnuovo in Istria. Fratello di Girolamo da Tarsia.
- 1529 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1500 | Venezia | Impero Ottomano | Slovenia | Ricopre per molti anni l’incarico di castellano a Castelnuovo in Istria. In tale veste fronteggia i turchi provvedendo a sorvegliare i loro movimenti. | |
1509 | |||||
Ott. | Venezia | Impero | Slovenia V.Giulia | Rimosso nel suo incarico dal podestà di Capodistria Alvise Giustinian, Damiano di Tarsia si offre ai veneziani di combattere gli imperiali in Istria come venturiere. Sconfigge 150 fanti del presidio di Trieste usciti verso San Servolo. | |
1510 | |||||
Feb. | Veneto e Croazia | Gli sono consegnati 4 pezzi di artiglieria in bronzo; lascia il Lido (Venezia) con 300 fanti e si dirige in Istria dove ne raduna altri 200. Si unisce a Parenzo con il provveditore Francesco Pasqualigo con 600 fanti, 4000 contadini ed alcuni pezzi di artiglieria prelevati dai castelletti della zona. Conquista alcune fortezze agli imperiali tra le quali Rignano (messa a sacco) e Varmo; attacca Pisino difesa da 100 fanti e 50 terrazzani. Presto si deve ritirare a Piamonte. | |||
Mar. | Croazia | Recupera Piamonte (caduta in potere degli imperiali nel frattempo) e la mette a sacco; è segnalato a Pola; gli sono consegnati 300 ducati per raccogliere 300 fanti per alcuni giorni. | |||
Apr. | Croazia | Ritorna a Parenzo per aggredire nuovamente Pisino. Al fallimento di un trattato con alcuni frati della località raggiunge Montona per collegarsi con il resto delle truppe veneziane. Attacca Galignana e ne bombarda il castello con un sagro ed un falconetto; deve ripiegare a seguito di un contrattacco degli imperiali. Si collega allora con Matteo da Zara ed ottiene a forza con 400 fanti il castello di Lindaro; muove ancora su Pisino dove vi sono solo 200 uomini. Promette ai suoi soldati il sacco della località. Si accampa sotto Galignana ed ordina l’ assalto generale portato da 600 uomini. La forte pioggia lo obbliga a fermarsi; anche le artiglierie non possono essere piazzate. Per poco gli avversari non se ne impadroniscono con una sortita improvvisa. Il Tarsia è costretto a ritirarsi con Matteo da Zara e Giovanni da Napoli. Si dirige a San Vincenzo con 300 fanti e le artiglierie; alla sua richiesta di soccorsi il podestà di Parenzo Alvise Soranzo gli intima di condurre le artiglierie a Pola perché la sua azione non ha portato a risultati apprezzabili. Da parte sua accusa Matteo da Zara del cattivo risultato per l’inesistenza del trattato che diceva di avere in Pisino. | |||
Mag. | 200 fanti | Croazia e Veneto | E’ prima a Pola, dove gli sono restituiti i denari da lui anticipati per le azioni precedenti (circa 1400 ducati) e poi a Parenzo. Lascia l’Istria per recarsi a Venezia: il doge Leonardo Loredan gli dà l’incarico di raccogliere 200 fanti con i quali passare alla difesa di Padova. | ||
Giu. Lug. | Venezia | Impero Ferrara | Veneto e Croazia | Si lamenta per il ritardo delle paghe e rientra in Croazia. Cerca di opporsi a Pisino a 200 cavalli imperiali capitanati da Cristoforo Frangipani ed a altri guidati da Bernardino Frangipani: nello scontro sono catturati 150 dei suoi uomini che vengono condotti a Trieste. Ritorna alla difesa di Treviso; i nemici saccheggiano e razziano bestiame nelle sue terre di Montona. | |
Ago. | 140 fanti | Veneto | A Padova per la rassegna della sua compagnia (140 provvigionati). | ||
Sett. | Veneto | Prende parte all’ assedio di Verona; ha modo di distinguersi nella difesa del campo di fronte ad una improvvisa sortita degli imperiali usciti dal castello di San Felice. | |||
Ott. | 100 fanti | Veneto | Segue con 100 fanti il provveditore generale Paolo Capello impegnato nel Polesine contro gli estensi. | ||
1511 | |||||
Lug. | 118 fanti | Veneto | Nel veronese sempre al fianco del provveditore generale Paolo Capello. | ||
Sett. | 200 fanti | Veneto | Resiste con 100 uomini ad un attacco condotto a Motta di Livenza dagli imperiali; raggiunto dal resto della compagnia, è in grado di respingere gli imperiali. Il suo operato è elogiato a Venezia dal podestà della località Marco Antonio Manolesso. | ||
Ott. | Veneto | Esce da Motta di Livenza e si imbarca sul fiume a seguito di un litigio con Gigante Corso. Si lamenta del fatto a Venezia nel Collegio dei Pregadi; raggiunge con 100 fanti Treviso di cui passa alla difesa. | |||
Dic. | 300 fanti | Friuli | Alla guardia di Cormons. | ||
1512 | |||||
Gen. | Friuli | Viene attaccato in Cormons: ricaccia gli avversari cui infligge numerose perdite; tra morti e feriti si contano 150 fanti di Gradisca d’Isonzo, 150 di Gorizia, 600 cernite e 200 cavalli di cui 40 tedeschi. | |||
Feb. | 170 fanti | Veneto | Ritorna alla guardia di Motta di Livenza. I difensori (400 fanti) respingono un primo assalto; di fronte al numero crescente degli avversari ed all’incremento del fuoco provocato dal loro parco artiglierie. Damiano di Tarsia abbandona di notte la località con gli altri capitani e raggiunge via fiume il mare. A Venezia. | ||
1513 | |||||
Apr. | Slovenia e Veneto | Lascia l’Istria per ritornare a Venezia. Riferisce sulla situazione locale. | |||
Lug. | Venezia | Impero | 200 fanti | Friuli | Di presidio a Cormons. |
1514 | |||||
Feb. | 150 fanti | Friuli e Veneto | E’ assalito in Cormons dagli imperiali. E’ costretto ad abbandonare la località con 150 fanti. Ripara a Treviso. | ||
Apr. | Friuli | Rientra a Cormons. Gli avversari si avvicinano nuovamente in forze verso la località. Damiano di Tarsia passa alla difesa di Cividale del Friuli. | |||
Mag. | Friuli | All’assedio di Marano Lagunare. Si trova alla guardia di un bastione nei pressi delle mura cittadine: gli imperiali riescono ad entrare nei trinceramenti impossessandosi di una bandiera di San Marco. | |||
Giu. | Friuli | E’ sempre impegnato all’assedio di Marano Lagunare; i suoi uomini, come i fanti di Girolamo Fatinanzi, non appoggiano quelli di Alfonso da Pisa e di Cruciano Corso in un assalto condotto al bastione di San Giovanni: per tale fatto viene biasimato dal governatore Giampaolo Manfrone | |||
1515 | Veneto | Sulla fine dell’anno prende ancora parte all’assedio di Verona. Conduce vari assalti alle mura cittadine. | |||
1519 | |||||
Feb. | Gli è riconosciuta dal Consiglio dei Dieci una rendita annua di 200 ducati a fronte dei danni subiti dagli imperiali nelle varie campagne: questi sono valutati sui 20000 ducati. | ||||
1522 | |||||
Apr. | Veneto | A Venezia. | |||
1523 | |||||
Sett. | Venezia | Francia | 300 fanti | ||
Dic. | Lombardia | Segue Giano Fregoso dal campo di Martinengo a quello di Brescia, in quanto si sospetta esservi nella città un trattato a favore dei francesi. | |||
1524 | |||||
Feb. | Lombardia | Attraversa l’Adda agli ordini del capitano generale Francesco Maria della Rovere. Raggiunge con la sua compagnia il campo di Binasco. | |||
Apr. | Lombardia | Controlla nel bergamasco il passaggio di 5000 fanti grigioni che, con Renzo di Ceri, hanno il compito di collegarsi ad Abbiategrasso con il resto dell’esercito transalpino. | |||
1525 | |||||
Feb. | Slovenia | Rinuncia alla provvigione annua di 150 ducati. Il Collegio gli affida il comando di una compagnia di schiavoni a Capodistria. | |||
1529 | Muore. |
CITAZIONI
“…col suo colonnello/ senza temer va vicino a un torrione/ e cominciò con elli a expugnar quello/ con fronte ardita saldo al paragone/ poco prezzando ogni mortal flagello/ tanto havea il cor feroce quel campione/ e con beltresche, con pavesi, e scale/ oprava il suo saper, per farli male./ (All’assedio di Verona) “Damian di tarsia anch’el se ritrovve/ a tal impresa, e valorosamente/ quel dì contra i nemici s’adoproe/ senza stimarli, né temerli niente./ E molte volte al bastion s’apressoe/ acceso in volto più che foco ardente.” DEGLI AGOSTINI