CORRADO DI MATELICA

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

Condottieri di ventura

1049      CORRADO DI MATELICA  (Corrado Ottoni) Figlio di Francesco di Matelica, fratello di Federico di Matelica.

  • 1404 (febbraio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1395
Feb.IsraeleAccompagna in Terrasanta Pandolfo Malatesta. Viene armato cavaliere nel Santo Sepolcro a Gerusalemme dal maresciallo d’Inghilterra.
1401
Gen.ChiesaLazioSi trova a Roma in San Pietro allorché Giovanni e Nicola Colonna si sottomettono al papa Bonifacio IX.
……..RomagnaPrende parte (e vince) a Cesena un torneo, indetto da Andrea Malatesta, alla testa di 32 cavalli vestiti di bianco.
1402
EstateMilanoBolognaEmiliaMilita agli stipendi del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti contro il signore di Bologna Giovanni Bentivoglio.
Sett.ChiesaAlla morte del Visconti passa al servizio dello stato della Chiesa.
1403
Sett.ChiesaMilanoEmilia

Affianca nel conflitto il legato pontificio Baldassarre Cossa. Alla conclusione della guerra con i viscontei entra in Bologna con Carlo Malatesta: sul selciato della chiesa di San Francesco viene  fatto prigioniero dai partigiani di Gabbione Gozzadini che cercano di impadronirsi della città. E’ presto liberato.

1404
Feb.ChiesaGozzadiniEmilia

A Bologna. Gli viene affidato il Gozzadini che si è consegnato ai pontifici; conduce il prigioniero a Cento con Bartolomeo Bolognini affinché Nanne Gozzadini consegni il castello in cambio della liberazione del figlio. Dopo qualche giorno Corrado di Matelica con Paolo Orsini assale Massumatico, Castel Fiuminese, Galliera ed altri castelli occupati dai Gozzadini. Assedia Massumatico: muore durante le operazioni con 4 soldati per lo scoppio di una bombarda. E’ sepolto a Bologna nella chiesa di San Francesco, vicino alla sacrestia; alle esequie sono presenti Paolo Orsini ed altri capitani pontifici.

 CITAZIONI

-“L’ era fedele homo, e valoroso e piacente chevalieri.” P. DI MATTIOLO

-“Era di saldissima fede e di valore non comune.” MUZZI

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