CLAUDIO RANGONI

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Castelvetro di Modena
Castelvetro di Modena

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

CLAUDIO RANGONI  Conte. Signore di Castelvetro di Modena e di Levizzano Rangone.

Cugino di Guido Rangoni, cognato di Galeotto della Mirandola.

1507 (luglio) – 1537 (febbraio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

……..Il suo apprendistato militare avviene nelle compagnie di Guido Rangoni.
1522
1522FirenzeFrancia100 cavalli leggeriEmiliaRitorna a Modena ed a Spilamberto per le nozze della sorella Lucrezia con Uguccione Rangoni.
1523
Feb.EmiliaOrganizza una festa in onore del cardinale Ercole Rangoni in partenza per Roma.
Nov.ChiesaFerraraEmiliaAffianca Guido Rangoni a Nonantola. In un’imboscata cattura 40 cavalli.
1524
Lug.EmiliaPresenzia a Modena alla cerimonia in cui viene armato cavaliere Gaspare Ferrari.
1525
……….FirenzeImperoToscana
……..ChiesaImperoLombardiaIn Lombardia in appoggio ai veneziani del capitano generale della Serenissima, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere.
1526
Giu.EmiliaLascia Modena con il cugino Guido. Combattono insieme gli imperiali.
Lug.150 cavalli leggeriLombardia

Assale Monza con Lorenzo Cybo alla testa di numerosi cavalli leggeri ed archibugieri; entra nella città e costringe 200 fanti spagnoli del presidio a rifugiarsi nella rocca con il capitano Sivilla. Con l’uccisione dell’avversario per un colpo di archibugio irrompe nella fortezza con la morte di molti spagnoli. Di seguito si spinge sotto Milano;  a fine mese rimane ferito in una scaramuccia.

Dic.Emilia

Esce da Busseto  con Girolamo Castiglione, Paolo Camillo da Trivulzio, il Pomperant e 200 archibugieri; si dirige verso Cortemaggiore. Da tale località intercetta il flusso dei rifornimenti diretti al campo dei lanzichenecchi nel piacentino. Con Ugo Pepoli e Giulio da San Severino cerca di bloccare in Saliceto di Chiaravalle Niccolò Varolo: vi sono trovati solo 25 saccomanni, dei quali otto sono uccisi e quattro catturati. Si ferma in questo centro in attesa delle artiglierie il cui trasporto è ostacolato dal cattivo tempo e dal pessimo stato delle strade.

1527
Gen.Emilia

Si muove nei pressi di Caorso con 35 cavalli; si imbatte in 25 cavalli leggeri condotti da Demetrio Capozimadi e da Pietro Barbati. Al termine di un’aspra scaramuccia vengono catturati il Barbati con otto/dieci cavalli da un lato ed alcuni  cavalli leggeri di Claudio Rangoni dall’ altro. Ha il compito da Guido Rangoni di scortare il denaro per le paghe proveniente da Chiavenna Landi: giunto a Pontenure con la sua compagnia e cinque bandiere di  fanti si scontra con 200 cavalli leggeri di Roberto da San Severino. L’avversario si accorge dei fanti che lo accompagnano e preferisce ripiegare.

Feb.Emilia

Esce da Piacenza con Paolo Luzzasco alla testa di 200 cavalli leggeri e di molti archibugieri; assale gli imperiali a Mucinasso e  cattura loro 80  cavalli e 100 fanti. Tra i prigionieri vi sono anche lo  Zuchero, Giacomo Folgore da Piossasco ed il Grugno, maestro di stalla del principe d’Orange. Quest’ultimo in un secondo momento riesce a sfuggire alla prigionia. Claudio Rangoni attacca poi il campo imperiale vicino alla Trebbia con Ludovico da Fermo (30 lance), il Luzzasco ed alcune compagnie di archibugieri agli ordini di Morgante da Perugia e di Cesare Farina. E’ dato l’allarme; nello scontro cattura i capitani Arces e Brandon; alla fine è costretto a ritirarsi con diversi cavalli feriti.

Apr.EmiliaAlla guardia di Modena.
Mag.Toscana e Lazio

Asseconda Francesco Maria della Rovere in Toscana; si trova al campo di Isola Farnese.  Con Luigi Gonzaga effettua una scorreria fino alla Croce di Monte Mario, a Roma, ove si appropria di molti bagagli degli avversari.

Giu.EmiliaRientra a Modena con pochi uomini della sua compagnia originaria.
Sett.VeneziaImpero500 fantiLombardia
Dic.Lombardia
1528
Gen.Lombardia

E’ segnalato nel bresciano; si trasferisce al campo di Cassano d’Adda. Svoltasi la rassegna dei suoi uomini prende parte ad un consiglio di guerra presieduto dal provveditore generale Tommaso Moro. E’ inviato alla difesa di Melzo con 700 fanti, dei quali 650 sono archibugieri e 50 picchieri ed alabardieri. Cattura un gentiluomo milanese che fa rilasciare; secondo gli accordi presi invia nella casa di costui 8 archibugieri, probabilmente per incassare la taglia concordata in precedenza. Costoro sono assaliti da 400 fanti nemici tra spagnoli e lanzichenecchi; i suoi soldati  respingono con gagliardia  gli avversari con le loro armi.

Feb.Lomabar.

Appoggia Roberto da San Severino (anch’egli al servizio dei veneziani) e Giovanni Battista da Castro in una scorreria verso Milano: dalla città escono per scortare un convoglio di vettovaglie 60 lance e 450 fanti, lanzichenecchi e spagnoli. I nemici si mettono ad   inseguire alcuni veneziani; sono condotti ad arte a Rho, dove si sono posti in agguato 400 fanti agli ordini di Toso da Collalto e di Geremia Naldi. Gli imperiali riparano in una cascina vicina e solo con il favore della notte possono rientrare a Milano. Nel combattimento, in cui gli è ferita la cavalcatura, sono uccisi tra gli imperiali quindici uomini d’arme e 130 fanti per lo più lanzichenecchi; sono inoltre catturati 60 spagnoli con il capitano Diego Raines. A fine mese abbandona Melzo perché la località sta per essere investita da Antonio di Leyva. Inseguito dagli avversari li contrasta con efficacia con efficacia;  raggiunge poi il campo di Cassano d’Adda senza riportare perdite.

Mar.Lombardia

Gli imperiali attraversano l’Adda e superano la resistenza dei suoi uomini: a seguito della pressione nemica il Rangoni è obbligato ad abbandonare la posizione di Portone  con Pietro da Longhena ed a riparare a Caprino Bergamasco. Favorisce Ercole Rangoni in una controversia con il Longhena e Guido Naldi  sedata solo con la mediazione di Giano Fregoso.

Apr.500 fantiLombardiaA Caprino Bergamasco.
Mag.468 fantiLombardia

Con l’uscita da Milano di 500 fanti e di 150 cavalli è inviato loro contro per tendere un agguato con 700 fanti ed alcuni cavalli del San Severino. Lascia il campo di Cassano d’Adda;  il fiume in piena lo ostacola nella sua offensiva. Prende parte a Caravaggio ad un consiglio di guerra con il della Rovere, il duca di Milano Francesco Sforza, Giano Fregoso, il provveditore generale Tommaso Moro ed altri capitani per definire il piano strategico che permetta di contrastare i lanzichenecchi del duca di Brunswick (15000 fanti e 1200 cavalli). Il Consiglio dei Savi gli aumenta la condotta di 100 cavalli leggeri.

Giu.300 fantiLombardiaAlla difesa di Bergamo. la sua compagnia minaccia di abbandonare la città per il ritardo delle paghe.
Lug.50 cavalli leggeriLombardiaOpera nel bresciano.
Ago.Lombardia

A Bergamo;  è chiamato a Dovera da Tommaso Moro. Attraversa l’Adda con Roberto da San Severino e Giovanni Naldi per unirsi con i francesi del Saint-Pol; corre al campo imperiale di Melegnano nel tentativo di sfidare a battaglia i nemici; si sposta a Torretta ed a San Zenone al Lambro per proteggere con i suoi cavalli leggeri i fanti in marcia verso Pavia. Sempre con il San Severino scopre a Bissone un’imboscata preparata da 600 archibugieri che sono volti in fuga (uccisi 30 fanti e catturati alcuni cavalli leggeri; perdita per veneziani e francesi, due cavalli).

Sett.LombardiaAlla conquista di Pavia. Assale la città dal Ticino con i fanti di Roberto da San Severino.
Ott.Liguria e LombardiaSegue Francesco Maria della Rovere mossosi per prestare soccorso ai difensori di Savona. Con la capitolazione della città rientra a Pavia.
Dic.FranciaImperoPiemonte Lombardia

Si avvia nel Monferrato;  vi espugna un castello fornito di vettovaglie necessarie per i suoi uomini; forti sono pure le perdite tra le sue file. Si sposta in Lombardia per radunarvi 1000 fanti e 200 cavalli.

1529
Feb.90 cavalli leggeriEmilia

Staziona con i suoi uomini tra Castelvetro di Parma, Livizzano, Ravarino e Stuffione. Nella rassegna successiva a sua disposizione invece dei 200 cavalli leggeri previsti dalla sua condotta, ne risultano solo 90.

Mag.Lombardia Piemonte

Attacca Mortara; affronta nel Monferrato il Valcerca e conquista Desana. Compie quindi una scorreria tra Abbiategrasso e Milano;  è ferito al volto in uno scontro con una compagnia di cavalli. In un’altra scaramuccia gli è uccisa la cavalcatura.

Giu.Lombardia

Al campo di Gaggiano; compie una nuova incursione in cui costringe 40 spagnoli a fortificarsi in una casa: tutti gli avversari sono fatti a pezzi. Prende parte alla battaglia di Landriano dove ha con Girolamo Castiglione il comando di 2000 fanti italiani:  ferito da un colpo di lancia ad una spalla mentre cerca di attraversare un largo fossato con la sua cavalcatura, è fatto prigioniero; è condotto in una cascina dove è alloggiato Antonio di Leyva. A Milano. Nel combattimento il Rangoni risulta uno  tra i pochi capitani ad avere fatto completamente il proprio dovere di soldato.

Ago.EmiliaA Ferrara, come padrino di Cristoforo Guasco impegnato in un duello con Niccolò Doria.
Nov.EmiliaA Bologna, per il solenne ingresso nella città dell’imperatore Carlo V.
1530
Feb. mar.Emilia

Ospita a Modena il duca Carlo di Savoia  diretto a Bologna; si reca anch’egli in tale città per rendere atto di omaggio all’imperatore ed al papa Clemente VII. A marzo ospita nuovamente nel suo palazzo di Modena il duca di Savoia.

Apr.Emilia

Su insistenza del pontefice non accetta una condotta che gli è stata proposta dai fiorentini. A metà mese partecipa nel duomo di Modena ad una cerimonia religiosa a fianco del governatore imperiale Pietro Zapata e dell’ex-governatore estense Giacomo Alvarotti, che ha modo di invitare a pranzo.

Nov.EmiliaAccoglie a Modena il cognato galeotto della Mirandola.
1531
Ago. sett.EmiliaA Ferrara, per una visita di cortesia al duca Alfonso d’Este. A Castelvetro di Parma. A settembre è costretto ad abbandonare tale località per la presenza di truppe spagnole nelle vicinanze.
1532
Lug.EmiliaA Piacenza.
Nov.Veneto

Ad Albaredo d’Adige al fianco di Carlo V, allorché l’esercito imperiale, al ritorno dall’infelice campagna in Austria contro i turchi, rientra in Lombardia.

Dic.Emilia

A Modena per l’incontro tra l’imperatore ed il duca di Ferrara. Ha colloqui con Guido Rangoni, Alfonso d’Avalos ed il duca di Mantova Federico Gonzaga.

1533
Gen.Emilia

Ospita a Modena due cardinali francesi (l’Agramont ed il Tournon) diretti a Bologna per incontrarsi con il papa; sempre nel mese riceve ancora una volta nel suo palazzo il duca di Savoia con il suo seguito di 500 cavalli (le spese sono sopportate dal duca di Ferrara).

Feb.Emilia

Nelle dispute cittadine che dilaniano Modena sostiene la fazione dei Tassoni contro i Belencini, che sono invece favoriti dal cugino Guido. Riceve ancora nella sua abitazione Carlo di Savoia. Si sposta a Castelvetro di Parma e con il cognato favorisce l’azione di Castagnino da Castagna che fronteggia il Podetto nei monti modenesi.

Ago.FranciaA Montpellier, a colloquio con l’ambasciatore veneziano Marino Giustinian.
1534
Gen.EmiliaRientra a Modena dopo che il re di Francia Francesco I gli ha consegnato 6000 scudi.
Apr.Emilia

Vende al conte Filippo Pepoli per 10000 scudi il suo palazzo di Bomporto; dà in mutuo alcune migliaia di scudi al cognato Galeotto della Mirandola per aiutarlo nella sua azione alla difesa di Mirandola.

1535
……..FranciaIl re Francesco I gli affida il comando di 200 cavalli leggeri e di 50 moschettieri. Gli è pure accordata una pensione annua di 6000 lire tornesi.
Nov.Emilia

Alla morte del duca di Milano  Francesco Sforza ha l’incarico, con Cagnino Gonzaga, di arruolare truppe a Mirandola. Segue il duca di Ferrara Ercole d’Este nei suoi pellegrinaggi a Loreto ed a Roma.

1536
Gen.FranciaImperoEmiliaMinaccia Cremona con Cagnino Gonzaga.
Apr.EmiliaI francesi lo chiamano in Piemonte con Uguccione Rangoni. Si prepara a partire nonostante la diffida del duca di Ferrara.
Mag. giu.VeneziaEmilia

Si incontra a Modena con Fabrizio Maramaldo; messo sull’avviso anche dall’imperatore per la sua scelta di campo, passa al servizio dei veneziani. Ciò non gli impedisce di agevolare di nascosto il cognato Galeotto della Mirandola cui fornisce alcuni materiali necessari per l’apprestamento di opere difensive a Mirandola.

Dic.EmiliaE’ convocato a Ferrara dal duca Ercole d’Este affinché lo accompagni a Venezia. Cade dalla cavalcatura, rientra a Modena. Sta molto male.
1537
Feb.Emilia

Muore a Modena per i postumi della caduta da cavallo e per le troppe medicine prese per l’ansia di guarire. E’ sepolto nella chiesa di San Biagio dove la moglie gli farà erigere un mausoleo disegnato da Giulio Romano: l’opera sarà poi trasportata nella chiesa di San Giorgio, detta già di San Francesco. Amico di Bernardo Tasso (da cui è lodato nell'”Amadigi”), di Matteo Bandello (che lo ricorda in una novella),  di Pietro Aretino ( che gli invia le sue opere e ne riceve, in cambio, botti di vino) e di Benedetto Varchi   Sposa Lucrezia della Mirandola, figlia di Ludovico.

 CITAZIONI

-“Fu uno dei più valorosi condottieri che vantasse il secolo XVI.” ARGEGNI

-“Signor d’animo generoso e civile.” SANSOVINO

-“Speme ed onor del secol afflitto.” VARCHI

-“Fu uno de’ più valorosi Condottieri d’armi, che avesse il secolo XVI, e se la morte non l’avesse colpito nel fior degli anni avrebbe potuto emular la gloria de’ più rinomati.” TIRABOSCHI

-“L’alto Claudio Rangone, ahi fiero strale!/ Che di tanto valor privasti il mondo,/ Che non sarebbe a null’altro secondo.” B. TASSO

-“Claudio fu amico delle lettere e generoso protettore de’ dotti.” LITTA

-“Giovineto senza barba e casato.” Da una lettera di Galeazzo Visconti al Montmorency, riportata dal MOLINI

-“Nel tempo che era sano era soldato del re de Franza con bonissima provisione, e al presente s’era acunzo con la Sig.a de Venetia con bona conduta de soldi, lui era splendidissimo e dava recapito a signori in casa sua molto honorevolmente, et era ben voluto in Modena, et se delectava de virtù.” DE’ BIANCHI

-“Condottier d’armi, e splendido proteggitore de’ letterati, ma segnatamente del Tasso.” POZZETTI

-Con Guido Rangoni “I quali veramente per le isperentie loro, potevano chiamarsi mastri di guerra.” CONTILE

-Sulla sua tomba è riposta la seguente epigrafe “Claudio Rangonio omnibus artibus in/ primisque eloquentia egregie instructo. Qui/ cum a prima statim adolescentia ad milita/ res artes se transtulisset magna in exer/ citu Veneto stipendia saepe meruit apud/ Gallos longe majora dux perpetuo. Num/ quam miles humanitate infimis, par magni/ tudine animi nemini secundus, in medio ipse/ ad summam auctoritatem et gloriam cursu/ immatura morte est intercoeptus. Lucretia/ Pica moestissima uxor magna parte ruimet/ in illo amissa reliquum quod vitae est in/ duobus ex eo susceptis liberis retinens/ O.M.P.M. MDXXXVII vixit ann. XXVIII.M.VII.D.VIII.”

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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