Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
CESARE DA MARTINENGO Del ramo dei Martinengo Cesaresco. Di Brescia. Ghibellino. Conte di Orzivecchi.
Signore di Casteggio, Borgo Priolo, Roccafranca, Orzivecchi, Fogolina (Corzano) e Pompiano.
1395 ca. – 1461
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
………….. | Lombardia | Alla morte del padre Gerardo eredita con i fratelli Marco e Ludovico le terre di Orzivecchi, Fogolina (Corzano) e Pompiano. | |||
1419 | |||||
Ago. | Napoli | Calabria | Milita nelle compagnie di Muzio Attendolo Sforza. Con altri condottieri accompagna Francesco Sforza in Calabria dove quest’ultimo si deve sposare con Polissena Ruffo, contessa di Montalto. | ||
1421 | Napoli | Re d’Aragona | Calabria | Segue ancora lo Sforza in Calabria ai danni degli aragonesi: alla (falsa) notizia della morte del suo capitano passa al servizio del luogotenente aragonese per la regione, Giovanni di Issera. Sconfitto e fatto prigioniero nei pressi di Cosenza dallo stesso Sforza e da Luigi da San Severino, è perdonato e rientra al primitivo servizio. | |
1423 | |||||
Dic. | Abruzzi | Affianca Muzio Attendolo Sforza negli Abruzzi contro il signore di Perugia Braccio di Montone. | |||
1424 | |||||
Gen. | Abruzzi e Campania | Con la morte di Muzio Attendolo Sforza, affogato nel fiume Pescara, segue in Campania il figlio Francesco. | |||
Giu. | Abruzzi | Partecipa alla battaglia di L’Aquila; viene disarcionato (e fatto prigioniero) dall’azione di Antonello Ruffaldi, di Antonio Cantelmi, di Castellano della Rosa e di Giannetto d’Acquasparta. | |||
1426 | Milano | Venezia | Lombardia | Alla difesa di Brescia. Si rifugia nella cittadella allorché la città cade in potere del capitano generale della Serenissima, il Carmagnola. | |
1427 | |||||
Gen. | Lombardia | Con la firma di una tregua tra i contendenti si presentano davanti ad Orzinuovi il procuratore ducale Oldrado Lampugnani, Niccolò Contarini, Achille Avogadro e Tartarino Capriolo per avere in consegna la città secondo gli accordi convenuti. Cesare da Martinengo, sollecitato nascostamente dallo stesso duca Filippo Maria Visconti, scaccia gli ambasciatori veneziani. | |||
Ott. | Lombardia | E’ sconfitto e fatto prigioniero nella battaglia di Maclodio. Riscattatosi, ritorna al servizio del duca di Milano Filippo Maria Visconti. | |||
Nov. | Con il fratello Marco viene riconfermato dal doge Francesco Foscari nel possesso di tutti i suoi beni con gli stessi privilegi confermatigli in precedenza dal Visconti nell’ottobre di due anni prima. | ||||
1430 | |||||
………….. | Lombardia | Con il fratello Marco si aggiudica i diritti su altri beni feudali siti in Orzivecchi, beni che in precedenza (1424) il duca di Milano Filippo Maria Visconti aveva donato a Venturino Fondulo. Li ottiene versando una forte somma sia al Visconti che al Fondulo. | |||
Lug. | Chiesa | Bologna | Emilia | Combatte agli ordini di Jacopo Caldora. Assale Bologna muovendo da Corticella e da San Giovanni in Persiceto. | |
1432 | |||||
Mar. | Venezia | Milano | Lombardia | Viene preventivamente informato dai veneziani del prossimo incarceramento del Carmagnola. | |
Nov. | Lombardia | Segue il provveditore Giorgio Corner in Valtellina; a fine mese viene sconfitto e fatto prigioniero a Delebio (Colico) da Niccolò Piccinino e da Guido Torelli. Sono fatti prigionieri nella medesima circostanza anche Taddeo d’Este, Taliano Furlano ed il Corner. Sarà liberato nell’ aprile dell’anno seguente solo dietro il pagamento di un forte riscatto. | |||
1433 | |||||
Ago. | Lombardia | Ottiene in feudo dal doge (con potestà giudiziaria e civile) Orzivecchi ed altre località vicine, già appartenenti al Carmagnola. Per l’investitura ricevuta deve consegnare ogni anno alla Serenissima uno sparviero. | |||
Sett. | Lombardia | Divide il patrimonio famigliare con il fratello Marco ed i figli di altri fratelli. | |||
1434 | |||||
Gen. feb. | Lombardia | Tristano Sforza, fratello di Francesco, usurpa i suoi diritti d’acqua dell’Oglio facendo costruire delle travature. La deviazione del corso del fiume danneggia i suoi terreni di Roccafranca. Senza perdere tempo il Martinengo provvede a fare rompere le travature abusive: Tristano se ne lamenta con il fratello ed ottiene l’intervento del Sarpellione. Le travature sono nuovamente collocate. Il Martinengo ne viene avvertito: sorge un violento litigio che, ai primi di febbraio, trova il suo culmine in un duello che avviene tra i due condottieri. Questo si svolge alla Macina, tra Orzivecchi e Soncino, alla presenza di una grande folla. Vi è dapprima uno scontro a cavallo con la lancia e lo stocco; il Sarpellione, colpito sull’elmo, cade a terra: ferito, deve dichiararsi vinto e farsi disarmare dal Martinengo. | |||
Ago. | Venezia | Milano | Emilia e Lombardia | E’ nuovamente sconfitto e fatto prigioniero da Niccolò Piccinino a Castel Bolognese, mentre con Guerriero da Marsciano (600 cavalli) sta cercando di prestare aiuto a Guidantonio Manfredi ed a Pietro Giampaolo Orsini. Condotto a Milano, viene poco dopo liberato. | |
1438 | |||||
……………. | Milano | Genova | 400 cavalli | Liguria | Appoggia Giovanni del Carretto in un vano attacco a Balestrino. |
Ago. | Milano | Venezia | Lombardia | Con Gian Francesco Gonzaga ha l’incarico di contattare segretamente Antonio e Leonardo da Martinengo e Pietro Avogadro per farli defezionare dal campo della Serenissima a quello visconteo e fare insorgere, nello stesso tempo, Brescia a favore dei ducali. | |
Nov. | Lombardia | Prende parte all’assedio di Brescia. Si colloca a Mompiano. Sottomette la Val Trompia con l’aiuto della fazione ghibellina. | |||
1439 | |||||
Gen. | Lombardia | Viene posto da Nicccolò Piccinino alla guardia di 2 forti che bloccano le vie di accesso a Brescia, dalla Val di Sabbia e dalla Val Trompia. | |||
Nov. | Trentino | E’ ferito e fatto prigioniero dai veneziani dello Sforza e del Gattamelata sotto la rocca di Tenno: condotto a Venezia, è rinchiuso nel carcere delle Torricelle. E’ rilasciato con l’impegno di abbandonare il servizio dei ducali e di non prendere più le armi contro la Serenissima. | |||
1440 | Piemonte | E’ segnalato nel novarese tra Borgolavezzaro e Ceredano. | |||
1441 | |||||
Gen. | Romagna | A Forlì. | |||
Feb. | Lombardia | Il duca di Milano gli concede in feudo Casteggio nell’Oltrepò pavese con i contadi di Argine, di Casatisma, di Rivetta di Mairano (Mairano), di Pegazzera San Biagio (San Biagio), di Tronconero, di Crotesi, di Castelfelice, di Sgarbina, di Torre e di Borgo Priolo. Tali possedimenti rimangono in suo potere fino al 1447. | |||
Primavera | Sforza | Napoli | Abruzzi | Affronta negli Abruzzi Riccio da Montechiaro e Giosia Acquaviva. | |
1442 | |||||
Mar. ago. | 600 cavalli | Puglia | Raggiunge in Puglia Vittore Rangoni e vi difende i possedimenti sforzeschi. Sbarcato a Manfredonia dalle galee veneziane, si collega con i partigiani di Renato d’ Angiò Lionello Accrocciamuro, conte di Celano, e Francesco da San Severino. Avanza fino a Troia e si pone alla difesa della città assediata da Alfonso d’Aragona. Attacca gli avversari nella pianura; dopo quattro giorni ripete l’assalto a mezza costa con l’aiuto di Vittore Rangoni. Giovanni Gatti si avvede che molti soldati aragonesi salgono la collina da un altro lato; il Martinengo interviene a sua volta quando si accorge che tale capitano sta per soccombere. Deve, tuttavia, abbandonare le sue linee difensive finché un intervento di Francesco da San Severino non lo tira fuori dalle difficoltà. | ||
Nov. | Napoli | Sforza | 300 lance | Puglia | Assediato in Manfredonia dal re di Napoli, si arrende a patti al sovrano: cede agli avversari il controllo sia di Manfredonia che di Troia. Gli sono consegnati 500 ducati e passa agli stipendi degli aragonesi. A Foggia con 160 lance. |
Dic. | Puglia | Gli sono fatti avere 4000 ducati per mettere in ordine la propria compagnia. | |||
1444 | |||||
Primavera | Marche | Attraversa il Tronto. Con i fuoriusciti molesta prima il territorio di Ascoli Piceno e. poi, quello di Fermo. | |||
1445 | |||||
Dic. | Romagna | Transita per il forlivese; pernotta nei pressi del capoluogo ed entra in Forlì per incontrarsi con l’infermo signore della città, Antonio Ordelaffi. | |||
1446 | |||||
Giu. | Chiesa | Sforza | Umbria | Si trasferisce da Foligno a Todi; vi si pone alla difesa a seguito delle minacce degli sforzeschi. Con Matteo da Foiano mantiene fedeli i cittadini al dominio pontificio. | |
Lug. | Marche | Si muove tra Fossombrone e Fano; partecipa al consiglio di guerra in cui si decide di proseguire la campagna fino all’espulsione dello Sforza da tutta la marca d’ Ancona. | |||
Ago. | Marche e Romagna | Occupa Montefabbri. Si sposta nel riminese con 500 cavalli. | |||
Ott. | Marche | Punta su Tavoleto con altri condottieri. | |||
Dic. | Milano | Venezia | Romagna | E’ inviato dal re di Napoli con Raimondo Boilo in soccorso del duca di Milano; nell’attraversare il forlivese fa visita nel capoluogo all’ Ordelaffi infermo anche in tale occasione. | |
1447 | |||||
Feb. | Venezia | Milano | 700 cavalli e 100 fanti | Emilia | Sverna nel parmense con Roberto da Montalboddo; sulla fine del mese defeziona nel campo veneziano. La condotta è stabilita in un anno di ferma ed in sei mesi di rispetto. |
Giu. | Lombardia | Nel bresciano con la sua compagnia e 4000 guastatori. Si sposta nel cremonese e dà il guasto a tale territorio. | |||
Dic. | Venezia | Milano | Lombardia | Colloca gli accampamenti invernali nel bresciano (900 cavalli). Nell’anno lascia Orzivecchi per stabilirsi definitivamente in Brescia dove acquista alcune case nella contrada di Sant’Agata nei pressi del palazzo vescovile. | |
1448 | |||||
Apr. | Lombardia | Si accampa tra Orzivecchi, Roccafranca, Castelcovati e Calino. | |||
Mag. | Lombardia | Attraversa l’Oglio e si ferma a Calcio. | |||
Lug. | Lombardia | A San Giovanni in Croce dove, nottetempo, un forte incendio colpisce il campo veneziano, distruggendo beni suoi e di Micheletto Attendolo per un valore di 14000 ducati. | |||
Sett. | Lombardia | Con altri condottieri spinge il capitano generale della Serenissima, Micheletto Attendolo, ad attaccare Francesco Sforza a Caravaggio. E’ coinvolto nella pesante sconfitta. | |||
Dic. | Lombardia | Gli è rinnovata la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto. Nell’anno si adopera per ottenere il consenso papale per l’edificazione del convento di Santa Chiara Nuova. | |||
1449 | |||||
Ago. | Lombardia | Entra in Crema con il provveditore Andrea Dandolo, Sigismondo Pandolfo Malatesta e Gentile da Leonessa. | |||
1450 | |||||
Apr. | 700 cavalli e 100 fanti | Lombardia | Gli viene rinnovata la condotta per un anno di ferma e sei mesi di rispetto. Nel bresciano. | ||
1451 | Lombardia | Provvede ai lavori di rafforzamento delle difese di Brescia con i rettori della città. Amplia pure le sue proprietà in città mediante l’acquisizione di altri edifici; tutto l’insieme verrà abbattuto nei primi anni del 1500 per permettere la costruzione del Palazzo Martinengo Cesaresco. | |||
1452 | |||||
Mag. | Venezia | Milano | 200 cavalli | Lombardia | Fronteggia una volta di più Francesco Sforza divenuto duca di Milano. Si porta al campo di Manerbio; attraversa l’Adda a Rivolta e si spinge fin sotto le prime difese di Milano. Sostiene una scaramuccia a Melzo. |
Lug. | Lombardia | Prende parte ad un consiglio di guerra. | |||
Nov. | Lombardia | Ottiene a patti Longhena. | |||
Dic. | Lombardia | Opera attorno a Ghedi; con Carlo Gonzaga e Guido Rangoni è costretto ad intervenire nel campo veneziano in subbuglio a causa di una rivolta notturna dei saccomanni. Colloca le sue stanze a Montichiari. | |||
1453 | |||||
Gen. | Lombardia | Appoggia il capitano generale della Serenissima Jacopo Piccinino in un’incursione verso castiglione delle Stiviere. | |||
Lug. | Lombardia | Giunge nei pressi di Montirone; con Guido Rangoni è chiamato a far parte di un giurì d’onore che decide la liberazione di Donato del Conte nonostante le proteste di Giovannantonio di Gattamelata che ritiene, viceversa, suo prigioniero il condottiero milanese. | |||
Ago. | Lombardia | E’ battuto a Ghedi dagli sforzeschi. Con Antonello da Corneto (600 cavalli e 600 fanti) penetra nelle paludi dove stanno pascolando gli armenti destinati al campo nemico: la reazione degli avversari porta alla cattura di 40 fanti veneziani. | |||
Nov. | Veneto | E’ segnalato nel veronese. | |||
1454 | Lombardia | Alla fine della guerra si ritira dividendo il suo tempo tra Orzivecchi ed il suo palazzo di Brescia, un gruppo di case acquistate in contrada Sant’Agata utilizzate per un unico manufatto. | |||
1459 | |||||
Gen. | Lombardia | Accoglie a Brescia Roberto da San Severino, reduce da un pellegrinaggio in Terrasanta; accompagna il suo ospite per quattro miglia verso Milano. | |||
1461 | Muore a Brescia. E’ sepolto nella chiesa di San Barnaba. Lascia un legato di 100 scudi ai frati di tale convento. Costoro devono ottenere un atto giudiziario (fine giugno) per potere ottenere dalla vedova e dai figli il versamento della somma prevista nel suo testamento. Lorenzo Spirito lo ricorda in “Lamento di Perugia soggiogata”. Sposa Orsolina d’Arco. |
CITAZIONI
-“Uomo forte nell’armi.” BROGNOLI
-“Accrebbe gloria a suoi passati: perciocché fece tal frutto nella militia, che essendo molto pratico delle astutie, riuscì eccellentissimo fra gli honorati Capitani di guerra del suo tempo; e col suo indomito valore era riputato sempre maggiore e molto più chiaro di se stesso.” SANSOVINO
-Con Guido Rangoni e Roberto da Montalboddo “Tutti tre Capitani di eccellente virtù.” SPINO
-“Bellicisissimus Brexianus.” CORNAZZANO
-“Virum fortem, illum magis quam fortunatum.” FACIO
-“Guerreggiò molti anni in servizio de’ re di Napoli con honorata condotta di cavalleria e fu quello che ottenne da’ que’ re l’arma delle rose.” O. ROSSI
-“Uomo d’arme valoroso.” SPRETI
-Con Rinaldo Bolgarello, Fiasco da Giraso, Riccio da Viterbo “Fortissimi equires.” CRIVELLI
-Con Taddeo d’Este e Taliano Furlano “Capitani di nome fiorito.” VERDIZZOTTI
-“Forte uomo ed esercitato alla guerra, ma poco fortunato.” FARAGLIA
-“Indomito combattente tra le file viscontee…Certamente Cesare fu uomo d’armi, ma l’attenzione al patrimonio terriero e allo sfruttamento agricolo dei suoi ampi possedimenti non fu cosa di second’ordine, tanto più che è proprio grazie alla costante opera di bonifica dei signori locali che, tra Quattro e Cinquecento, il bosco gradualmente scompare per lasciare il posto alle vaste distese di messi. Di primaria importanza, quindi, era il diritto e l’utilizzo delle acque del fiume che, attraverso i molti canali artificiali, le seriole, provvedevano all’irrigazione delle terre coltivate. L’usurpazione dei diritti d’acqua posseduti da Cesare Martinengo in Roccafranca fu compiuta da Tristano Sforza, fratello del generale Francesco, antico compagno d’armi di Cesare.” FUSARI
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