CERMISONE DA PARMA/BARTOLOMEO CERMISONE

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Porta San Felice, Bologna, anni 50
Porta San Felice, Bologna, anni '50

Last Updated on 2024/01/14

CERMISONE DA PARMA/BARTOLOMEO CERMISONE  (Bartolomeo da Parma)  Di Parma. Figlio di Andrea da Parma.

1340 ca. – 1429 ca.

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1360PadovaVeneto

Povero, si trasferisce a Padova.  Si fa presto conoscere dai carraresi per la sua valentia nelle armi. Rimarrà al loro servizio per trentadue anni divenendo uno tra i più stretti collaboratori prima di Francesco il Vecchio da Carrara e poi del figlio di quest’ultimo Francesco Novello.

1379
Mar.PadovaVeneziaCapitano g.le fanteriaVenetoHa il comando della fanteria carrarese con Massolo da Parma. Esce da Oriago e si impadronisce con un duro assalto della bastia di Morenzan.
Ago.Veneto

Prende parte all’assedio di Chioggia agli ordini di Gerardo di Monteloro. Si segnala all’attacco generale contro la città; affianca Giovanni da Santorso alla testa della terza schiera forte di 4000 fanti.

1380PadovaPatriarca Aquileia500 fantiFriuliAgisce nei pressi di Udine.
1381PadovaAustriaVenetoCombatte nel trevigiano le truppe del duca d’Austria.
1384
Feb.Veneto

Entra in Treviso con Paolo da Bologna al comando di 1000 balestrieri: Corrado di Rotestein ed Andrea da Polcenigo abbandonano la città a seguito della  vendita della località ai carraresi da parte del duca d’Austria per 80000 ducati.

1386
Feb.PadovaVerona1000 fantiVeneto

Si muove verso il veronese con Giovanni degli Ubaldini, vince la resistenza di  Cortesia da Serego e di Benedetto da Malcesine a Ponte di Barbarano e compie una scorreria nelle terre di confine.

Mar.VenetoSi sposta verso Bassano del Grappa con Africano Enselmini allorché gli scaligeri lasciano Marostica per trasferirsi nel Friuli.
Apr.VenetoCon 2000 provvigionati affianca il capitano generale Giovanni degli Ubaldini in un’azione offensiva nel vicentino.
Giu.Veneto

Alla difesa delle Brentelle, nei pressi di Padova. Si colloca con i suoi uomini su un argine accanto alle lance dell’ Ubaldini, pure esse scese da cavallo e nascoste in mezzo all’erba alta. Partecipa con i suoi fanti al contrattacco contro gli avversari sbaragliando la cavalleria di Antonio da Valle e catturando le insegne di Cortesia da Serego. Con la vittoria è il primo ad entrare in Padova, seguito dall’Ubaldini e da Cortesia da Serego catturato nel corso delle operazioni. Cermisone da Parma è accolto sulla porta della città da Francesco il Vecchio da Carrara.

1387
Mar.1200 fantiVeneto

Fronteggia gli scaligeri agli ordini del capitano generale Giovanni Acuto. E’ segnalato a Castelbaldo al Castagnaro al comando di 800 provvigionati e di 400 balestrieri protetti da numerosi palvesari, fanti forniti di un grosso scudo (detto pavese) con il quale sono protetti i tiratori. Conduce i suoi uomini su un argine dell’Adige e porta il suo attacco su un varco aperto sul fossato che separa i due eserciti. Il comandante avversario Giovanni Ordelaffi gli lancia contro Taddeo dal Verme e Ludovico Gabriotto Cantelli che respingono la fanteria carrarese cui infliggono numerose perdite; l’Acuto con un ampio giro piomba alle spalle dello schieramento scaligero e vi getta lo scompiglio. Nella battaglia, in cui i suoi fanti giocano un ruolo fondamentale per l’esito della giornata, si contano 716 morti, 846 feriti e 4620 prigionieri tra i quali Giovanni Ordelaffi, Ostasio da Polenta, Facino Cane e Benedetto da Malcesine.

Mag.VenetoSi muove sotto Vicenza. Respinge una sortita condotta dalla città in modo disordinato da Guido da Savona.
Ago.VenetoLascia Treviso con i suoi provvigionati. Punta su Conegliano allo scopo di congiungersi con le truppe guidate da Francesco Novello da Carrara.
Sett.Friuli

Ottiene con le bombarde la resa a patti di Sacile. Dopo la resa di Verona si stabilisce a Padova con la famiglia; prende parte attiva agli affari politici della città.

1388
……………PadovaMilanoCapita no g.le fanteriaVeneto

E’ responsabile della sicurezza interna di Padova durante il passaggio dei poteri da Francesco il Vecchio da Carrara al figlio Francesco Novello. Cermisone da Parma contrasta i viscontei. Arma a Padova la guardia per timore di eventuali sollevazioni dei cittadini. Ai suoi ordini sono 8000 fanti.

Nov.Veneto

Jacopo dal Verme occupa il castello di Stra e mette a sacco il contado di Piove di Sacco; Cermisone da Parma consiglia invano il signore di Padova di assalire il nemico intento a predare. Non è ascoltato; è così persa un’importante occasione di vittoria. Francesco il Vecchio da Carrara è obbligato ad arrendersi nelle mani del dal Verme: il capitano presenzia alla sua partenza per Milano.  Cermisone da Parma si offre di uccidere con le sue mani venti padovani  che  hanno tradito il loro signore. In breve si stacca anch’egli dal partito carrarese per passare al servizio di Gian Galeazzo Visconti.

1390
Giu.MilanoCarraraVeneto

Padova è riconquistata con un colpo di mano da Francesco Novello da Carrara; la casa di Cermisone da Padova è messa a sacco e data alle fiamme; il condottiero è dichiarato ribelle e gli sono confiscati i  beni.

1391VenetoContrasta i carraresi con altri fuoriusciti padovani quali gli Scrovegni, i Sanguinazzi ed i Camposampiero.
1392
Gen.VenetoAlla firma della pace di Genova può rientrare in Padova libero da ogni condanna. Gli sono restituiti i beni.
1397
Ago.MilanoLegaCapita no g.le fanteriaLombardia Veneto

Ancora agli stipendi di Gian Galeazzo Visconti. Partecipa alla battaglia di Governolo dove ha il comando della fanteria (10000 uomini): nello schieramento si pone alla retroguardia dietro l’ottava schiera di 2000 cavalli comandata da Jacopo dal Verme. Al termine del conflitto si ritira a Verona.

1403
Feb. Mar.MilanoChiesaEmiliaFronteggia i pontifici. Alla guardia di Bologna con 400/500 fanti. Nella città (marzo) alloggia con i suoi uomini nella chiesa di San Petronio.
Sett.Emilia

Bologna si ribella ai viscontei; Cermisone da Parma è scacciato dalla piazza (Piazza Maggiore) dove si trova di presidio;  è costretto a ritirarsi con 500/600 fanti nella cittadella del Pratello e nel borgo di San Felice con Facino Cane. Il giorno successivo abbandona la città.

1404
PrimaveraMilanoPadovaVeneto

Prende parte alla difesa di Verona allorché la città è conquistata dai carraresi e dagli scaligeri. E’ compreso tra gli ostaggi consegnati da Ugolotto Biancardo agli avversari in occasione della resa della cittadella.

Sett.PadovaVeneziaVenetoAffianca nel Polesine Manfredo da Barbiano e Crescimbene d’Albania contro i veneziani.
1405/1429

A seguito della resa di Verona ai veneziani si stabilisce definitivamente in tale città, dove trascorre i suoi ultimi anni coinvolto in numerose dispute legali relative alle terre che gli sono state donate in precedenza dai carraresi. Nel luglio 1415 redige un testamento nel quale lascia la somma di 500 ducati alla chiesa veronese di Sant’Anastasia. Muore a ottantanove anni dopo avere dedicato il suo tempo residuo alla religione ed a pratiche pie.  E’ sepolto a Padova nella basilica di Sant’Antonio. Orazione funebre, letta nello Studio patavino, da Ludovico da Pirano. Il figlio Antonio sarà un apprezzato medico e lettore di medicina nell’ università di Pavia fino al momento della sua morte nel 1441.

 CITAZIONI

-“Virum in armis famosum..suis in teneris annis civitate in nostra educatum (Padova), cui prima successit fortuna, ut quam plurima peditum glorioso connestabilis factum sit..Huic autem etiam fortuna secunda fuit, ut in tantis innumerisque bellis ab eo gestis, semper victor exstiterit, numquamque hostibus terga dedit. Huius autem tam prudentis, animosi, fortunatique viri ossa una ex circumtibus altare maius Antonii nostri veneranda possidet cappella.” SAVONAROLA

-“Prode condottiere..Negli innumerevoli combattimenti in cui si trovò non diede mai le spalle al nemico, e da tutti uscì vincitore. Dissi altrove come agli allori di Marte egli accoppiasse le corone di Minerva.” PEZZANA

-“Un personaggio notevole, un esmpio di come il panorama dei mercenari stesse diventando decisamente variegato.” SCARDIGLI

-“Non ci resta alcuna notizia sui suoi genitori, né sulla sua prima giovinezza. Il Cermisone fu tra i primi italiani che si conquistarono fama come capitani di fanteria, e i suoi successi alle Brentelle e a Castagnaro contribuirono molto alla maggiore importanza attribuita alle fanterie nelle guerre italiane; tuttavia, egli è oggi ricordato piuttosto come padre di Antonio, famoso professore di medicina.” MALLETT

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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