Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
CARLO MALATESTA Di Rimini. Signore di Rimini, Sansepolcro, Cantiano, Bertinoro, Ostra, Scapezzano, Morro d’Alba, Maiolati Spontini, Sant’Arcangelo di Romagna, Fano, Monterubbiano, San Giovanni in Persiceto, Cervia, Senigallia, Pennabilli, San Leo, Maiolo, Talamello, Macerata Feltria, Pergola, Corinaldo, Castelfidardo, Montelupone, Jesi, Montefano, Filottrano, Osimo, Dovadola. Figlio di Galeotto Malatesta, fratello di Andrea Malatesta e di Pandolfo Malatesta. Cognato di Guidantonio da Montefeltro e di Francesco Gonzaga, zio di Gian Francesco Gonzaga.
1368 (giugno) – 1429 (settembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1385 | |||||
Gen. | Romagna | Alla morte del padre Galeotto eredita la signoria di Rimini con il suo territorio. | |||
Mar. | Chiesa | Romagna | A metà mese viene nominato dalla Santa Sede conte e rettore della Romagna. | ||
1386 | |||||
………… | Sposa Elisabetta Gonzaga, sorella del signore di Mantova Francesco. | ||||
Ott. | Rimini | Balacchi | Romagna | Nottetempo, occupa a forza con il fratello Pandolfo il castello di Santarcangelo di Romagna ai danni di Gaspare e di Lorenzo Balacchi. Un terzo membro di tale famiglia, Guido, riesce a salvarsi con la fuga. | |
1387 | |||||
Ago. | Romagna | Impedisce a Bernardo della Sala di passare per le sue terre e di condursi, in tal modo, al soldo di Antonio della Scala allo scopo di combattere i viscontei. | |||
Sett. | Chiesa | Gonfaloniere dello stato della Chiesa | Toscana Umbria e Marche | E’ eletto gonfaloniere dello stato della Chiesa. Si reca a Firenze ed a Lucca, scorta il papa Urbano VI da tale città a Perugia con 200 lance di Giovanni Beltoft e gli uomini d’arme della sua compagnia. A fine mese Giovanni Acuto ed il Beltoft irrompono nel vicariato di Mondaino con l’aiuto dei Petrucci: Carlo Malatesta accorre subito per affrontare costoro, punta verso il castello di Fratte Rosa e cade in un’imboscata che gli è tesa da Ubertinello e da Boccaccino Petrucci con la collaborazione dei 2 condottieri inglesi. Si salva con la fuga. Lo vendica in breve tempo il fratello Pandolfo mettendo a sacco i castelli di Tomba e di Montale controllati dai Petrucci. | |
Dic. | Rimini | Ravenna | Romagna | Fronteggia Guido da Polenta. Con il fratello Pandolfo ha un colloquio a Rimini con Giovanni Ordelaffi. Nell’anno si sposa con Elisabetta Gonzaga, sorella di Francesco. | |
1388 | |||||
Mag. | Romagna | Si accorda con il signore di Ravenna. | |||
Giu. | Chiesa | Urbino | Marche | Su richiesta del pontefice Urbano VI depreda le terre di Antonio da Montefeltro. | |
Ago. | Milano | Padova | 300 lance | Romagna | Transita per Forlì per combattere i carraresi agli stipendi del conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti. |
Sett. | Chiesa | Urbino | Romagna e Marche | Sollecitato dal papa rientra nei suoi stati per contrastare ancora una volta Antonio da Montefeltro. | |
Nov. | Milano | Padova | Veneto | Conclude un accordo con il Montefeltro grazie all’intervento del Visconti. Ritorna a combattere i carraresi. | |
1389 | |||||
……………. | Romagna | Tenta di catturare Francesco Novello da Carrara mentre l’ex signore di Padova attraversa in incognito i suoi stati: vuole consegnarlo al signore di Milano. | |||
Mar. | Chiesa | Antipapa | Umbria | Spinto da Urbano VI, con il fratello Pandolfo (2000 cavalli) assale nei pressi di Umbertide le compagnie di Giovanni Beltoft e di Everardo della Campana. Toglie loro tutte le salmerie e cattura 50 cavalli: tra gli avversari rimangono uccisi 220 cavalli. | |
Apr. mag. | Rimini | Urbino | Marche | Lotta ancora contro il Montefeltro per tutto aprile e maggio. | |
Giu. | Milano | Firenze Bologna | Romagna | Invia a Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) 150 lance per sostenere nel perugino l’azione dei viscontei. Nel contempo Giovanni da Barbiano lascia la Romagna con 800 cavalli per cercare di unirsi con i fiorentini. Carlo Malatesta si collega con il fratello Pandolfo e sorprende l’avversario verso Santarcangelo di Romagna: le insegne catturate nel corso dello scontro a Giovanni da Barbiano sono collocate nella chiesa di San Giorgio di Rimini. | |
1390 | |||||
Apr. | Romagna | Sconfigge nei pressi di San Marino (in località le Penne) 150 lance bolognesi comandate da Giovanni da Barbiano. Il conte di Cunio viene bloccato dalle sue truppe in San Marino. Sempre nel mese batte vicino a Rimini altre 300 lance bolognesi che sono condotte da Ugolino Ghislieri, da Conte da Carrara e da Corrado Prospero. I tre condottieri sono fatti prigionieri. | |||
………….. | Rimini | Urbino Milano | Aderisce alla lega antiviscontea. Si oppone agli avversari con Astorre Manfredi. | ||
Sett. | Il nuovo papa Bonifacio IX condona a lui ed ai fratelli Pandolfo ed Andrea una rata del censo dovuta alla Santa Sede per i loro vicariati: tutto ciò a titolo di compensazione delle spese sostenute per il riacquisto di Bertinoro allo stato della Chiesa. Ottiene con Pandolfo il vicariato di Imola. Nell’anno si reca a Venezia dove è accolto con onori degni di un principe. | ||||
1391 | |||||
Gen. | Marche | Il papa rinnova a Carlo ed ai fratelli il vicariato di Fano. | |||
……………. | Rimini | Urbino | Marche e Umbria | Ottiene Cantiano da Francesco da Cantiano; per tale motivo deve affrontare ancora una volta i Montefeltro. Accorre in aiuto di Ungaro degli Atti dopo la conquista di Sassoferrato da parte del Montefeltro. Invia contro gli avversari Giovanni Schiavone. Quest’ultimo muove da Pergola, si impossessa di Valferraia e fa guerra a Gubbio. | |
Mag. | Marche e Umbria | Alla testa di 6000 armati Carlo Malatesta assale gli avversari nel Montefeltro e nel territorio di Gubbio verso Pergola e Costacciaro. Attacca Sassoferrato, vi cattura Piero di Frontino e chiede la liberazione di Giovanni Gabrielli tenuto prigioniero dal rivale. Non riesce ad impadronirsi della rocca alla cui difesa si trova Gioacchino degli Atti. | |||
Lug. | Marche | Conquista Ripalta nel pesarese. | |||
Ago. | Marche | Si scontra con Azzo da Castello, gli viene conquistata Valferraia; si rifà con l’occupazione di Costacciaro e della Serra di Sant’Onda di cui devasta i contadi. | |||
1392 | |||||
Mar. | Romagna | A Forlì. | |||
Apr. | Marche | Interviene il pontefice nel conflitto che oppone Malatesta e Montefeltro. Bonifacio IX fa firmare la pace ad entrambi i contendenti. | |||
Lug. | Rimini | Forlì | Romagna | Carlo Malatesta è ora in lotta con il signore di Forlì Pino Ordelaffi. Depreda il contado di Maiano Monti. | |
1393 | |||||
Gen. feb. | Vi sono ripetuti interventi di terzi per fare cessare il conflitto con i Montefeltro dal papa, al conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti ed ai veneziani. A febbraio viene bandita la pace a Mondaino. | ||||
Apr. | Rimini | Urbino | Marche | Riprende la guerra con i Montefeltro per il mancato accordo su alcuni dettagli. Rifornisce di vettovaglie il castello di Cantiano e ne fa uscire le persone inutili per la difesa. | |
Mag. | Emilia | E’ segnalato a Bologna nella chiesa di San Domenico. | |||
……………. | Rimini | Forlì Urbino | Romagna | Difende Bertinoro dalle incursioni degli Ordelaffi che invadono i territori di Cesena e di Rimini. Depreda a sua volta il forlivese con i fratelli Andrea e Pandolfo. | |
Ago. | Romagna | Irrompe nel forlivese con molti cavalli e fanti. Si avvicina a Maiano Monti con il fratello Pandolfo. Sconfigge a Bosecchio Pino e Cecco Ordelaffi; sono fatti 300 prigionieri, quasi tutti risultano abitanti del capoluogo. I forlivesi sono costretti a cedere perché inferiori dal punto di vista numerico, anche perché Astorre Manfredi ha impedito con la sua azione l’arrivo di soccorsi in loro aiuto. Il Malatesta persegue nella sua avanzata con la conquista di Montebello, Rontagnano e di altri castelli. | |||
Sett. | Chiesa | Comp. ventura | Romagna | Marcia contro Antonio degli Ubaldini che si è impadronito nel contado di Cesena di alcuni castelli appartenenti all’ arcivescovo di Ravenna. | |
Ott. | Umbria | Si reca a Perugia con il fratello Andrea per rendere omaggio al papa; negli stessi giorni ha termine la sua contesa con gli Ordelaffi e con il Montefeltro. Vengono restituiti i prigionieri d’ambo le parti. | |||
Dic. | Marche | Si incontra con il conte di Urbino a Montevecchio. | |||
1394 | |||||
Feb. | Toscana | I fiorentini sollecitano il Malatesta a scacciare da Sansepolcro i fuoriusciti di Città di Castello. | |||
……………. | Consolida il raggiunto accordo con i Montefeltro tramite una duplice promessa di matrimonio: sua sorella Rengarda sposerà il figlio di Antonio Guidantonio; il fratello Galeotto Belfiore la figlia del conte di Urbino. | ||||
Mag. | Chiesa | Romagna e Marche | Bonifacio IX dà l’incarico al Malatesta di rettore della Romagna e di riformatore degli statuti di Rocca Contrada (Arcevia). | ||
Giu. | Marche | Con il fratello Pandolfo stipula un trattato di pace riguardante da un lato i comuni di Osimo, Castelfidardo, Montelupone, Offagna, Montefano, Filottrano e Percozzone e dall’altro Ancona, Gentile da Varano (Camerino), Sciarra Simonetti (Jesi) e Benuttino Cima (Cingoli). | |||
Lug. | Romagna | Ottiene con il fratello Pandolfo il vicariato di Bertinoro dietro un prestito alla Camera Apostolica di 22000 ducati. | |||
Nov. | Lombardia ed Emilia | Si reca a Mantova per le nozze di Francesco Gonzaga con la sorella Margherita. Sulla strada del ritorno si ferma a Bologna con Astorre Manfredi; i due signori vengono ospitati nel palazzo di Egano Lambertini. | |||
1395 | |||||
Mar. | Preme su Malatesta Malatesta affinché si rappacifichi con lo stato della Chiesa: si fa consegnare dal congiunto la rocca di Narni e la restituisce al papa. | ||||
Ago. | Marche e Veneto | Si porta a Fano per il matrimonio della sorella Rengarda con Guidantonio da Montefeltro e dell’altra sorella Gentile con Giovan Galeazzo Manfredi, figlio di Astorre. Si reca pure a Padova in occasione del duello che si svolge in tale città tra Galeazzo da Mantova ed il Boucicaut. | |||
1397 | |||||
Mar. | Mantova | Milano | Emilia e Lombardia | Attraversa il Po a Bondeno. Si muove in soccorso del cognato Francesco Gonzaga con 400 cavalli e 800 fanti. | |
Apr. | Lombardia | Batte una prima volta Jacopo dal Verme a Governolo. | |||
Lug. | Capitano g.le | Lombardia e Veneto | E’ nominato capitano generale della lega antiviscontea; ai suoi ordini si trovano quattro marescialli di campo, Giovanni da Barbiano, Pattaro Buzzaccarini, Guardone Inglese e Paolo Orsini. Il Malatesta tenta un’azione diversiva nel Veneto: supera le difese che uniscono Valeggio sul Mincio e Villafranca di Verona, oltrepassa le paludi vicine e riesce a raggiungere Verona. Affrontato da Ugolotto Biancardo, è obbligato a ritirarsi. Un analogo risultato ha anche una seconda incursione portata di notte nel veronese con 2000 cavalli. Rientra in Lombardia ed è sconfitto a Borgoforte sulla riva del Po. I viscontei decidono di incendiare un ponte di legno alla cui difesa il Malatesta ha collocato 1000 uomini. Jacopo dal Verme fa riempire numerose imbarcazioni di fascine, pece e zolfo e fa dare loro fuoco allorché il vento comincia a soffiare in direzione del ponte; le zattere sono trattenute da una catena stesa davanti al ponte. Ciò non impedisce alle fiamme di procedere oltre e di incendiare il manufatto. Muoiono soffocati nelle fiamme più di 500 uomini cui il Malatesta ha proibito di lasciare la posizione. | ||
Ago. | Emilia e Lombardia | Si trova a Stellata dove giungono molti rinforzi alle sue truppe. Con l’appoggio della flotta veneziana (20 galeoni, 7 galee ed altri 300 navigli) risale il Mincio alla testa di 500 lance fiorentine, di 100 estensi e di 160 carraresi. Giunge a Sermide, vince la resistenza di Ugolotto Biancardo; con Conte da Carrara attacca a Governolo i viscontei nonostante che i nemici siano superiori in termini numerici. Divide l’esercito in sei schiere contro le otto dei viscontei; sbaraglia il dal Verme che deve riparare nel parmense. Nel corso dello scontro ferisce e disarciona il Biancardo. Al termine della battaglia insegue i fuggitivi e mette a sacco il loro campo. I vincitori si appropriano di 170 imbarcazioni tra galeoni ed altre navi; sono catturati 6000 uomini tra cui compresi 2000 cavalli; il bottino complessivo è stimato in 200000 fiorini. Il Malatesta non consegue alcun frutto dalla vittoria perché invece di proseguire nella sua marcia si ferma al recupero Revere e Melara (ottenuta la seconda a patti). Respinto da Ostiglia, si collega con il Gonzaga allo scopo di predare il bresciano. A fine mese entra in Mantova; nella piazza delle Erbe fa abbattere una statua di Virgilio con il pretesto che la sua presenza rappresenti un’offesa alla religione cristiana, benché il poeta goda della fama di avere preannunciato la venuta di Gesù Cristo. La statua viene gettata, secondo le fonti, nel lago prossimo alla la città o nel Mincio. La sua decisione sarà fortemente criticata dagli umanisti dell’ epoca. | |||
…………… | Toscana Romagna | Litiga con Francesco Novello da Carrara. Si allontana dal campo e si dirige a Firenze. Da qui fa ritorno nei suoi possedimenti. | |||
1398 | |||||
Mag. | Lombardia | Si reca a Pavia come procuratore del papa; con il dal Verme ed il vescovo di Novara Pietro Visconti viene stipulata una tregua decennale tra i vari contendenti: si vocifera che durante le trattative riveli al duca di Milano come un suo segretario da tempo lo abbia tradito per consegnare ai suoi nemici copia dei documenti dello stato milanese. Gian Galeazzo Visconti affida nelle mani di Carlo Malatesta i castelli conquistati dai ducali nel mantovano affinché li custodisca sino alla pace definitiva. | |||
Giu. | E’ rimproverato dai fiorentini perché nei suoi territori è stato imprigionato un loro cittadino (Bernardo Salviati). | ||||
1399 | |||||
Gen. | Bonifacio IX gli rinnova in anticipo la concessione dei suoi vicariati e gli conferisce l’onorificenza della Rosa d’Oro. | ||||
Mag. | Chiesa | Comp. ventura | Marche | Difende con i fratelli la marca d’ Ancona dalle scorrerie della compagnia di Ceccolo Broglia e di Conte da Carrara; contrasta i venturieri che si sono accampati a Cingoli. Assalito da Conte da Carrara si pone al suo inseguimento; cade in un agguato tesogli dal Broglia: è messo in rotta. | |
Sett. | Romagna | A fine mese, in occasione del giubileo dell’anno seguente, si pone alla testa di un pellegrinaggio di penitenti nell’ambito del grande movimento dei “Bianchi”. Lo guida con Elisabetta e Francesco Gonzaga sino a Santa Maria di Ponte Metauro. Il Malatesta giunge a Fano con un seguito di 8000 uomini e la moglie Elisabetta con 5000 donne. | |||
1400 | |||||
………….. | Chiesa | Colonna | Lazio | Assedia i Colonna in Palestrina. E’ nuovamente chiamato dai pontifici a ricoprire il ruolo di rettore della Romagna. | |
Giu. | Lombardia | A Mantova. | |||
Ago. | Lombardia | E’ sempre a Mantova. Alla notizia della morte a Montalboddo (Ostra) del fratello Galeotto Belfiore ordina solenni esequie in suo onore. | |||
……………. | Rimini | Cunio | Romagna | Soccorre Astorre Manfredi dagli attacchi portati da Alberico da Barbiano. Usa a favore del signore di Faenza tutta la sua influenza presso il duca di Milano. Nell’anno si reca a Roma come pellegrino per prendere parte al Giubileo. | |
1401 | |||||
Gen. | Chiesa | Lazio | A Roma. Firma la pace con i Colonna a nome dei pontifici. Il Visconti lo utilizza per una sua missione diplomatica. Il Malatesta cerca di convincere il papa ad allearsi con i viscontei ai danni dei fiorentini. | ||
Mar. | Marche | Convoca a Fano un parlamento cui sono presenti il fratello Andrea, gli ambasciatori dei Montefeltro e quelli del marchese della Marca Andrea Tomacelli per valutare assieme la situazione di Bologna. | |||
……………. | Rimini | Bologna | Romagna Emilia e Lazio | Fiancheggia ancora il Manfredi nelle sue lotte contro i bolognesi ed Alberico da Barbiano; assolda Ottobono Terzi con 2000 cavalli e lo invia alla difesa di Faenza. Scorre nel bolognese; spiana alcuni borghi a Fiorenzuola d’Arda. Raggiunge Roma al fine di indurre il papa Bonifacio IX a non intervenire a favore della lega antiviscontea. | |
Lug. | Romagna | Si reca a Forlì; si rallegra con Giorgio Ordelaffi per l’acquisto della signoria cittadina. A Cesena. | |||
Sett. | Milano | Impero Firenze Bologna Padova | Romagna | Milita agli stipendi del Visconti per contrastare le truppe dell’imperatore Roberto di Baviera. Ad Imola. | |
Ott. | Lombardia | Si scontra a Nave nel bresciano con gli imperiali. ed i carraresi. Il primo attacco è portato da Federico di Hohenzollern. Il tedesco viene abbattuto da un colpo di lancia del marchese Teodoro di Monferrato. Ad un accenno di ritirata da parte delle truppe tedesche interviene con le sue schiere il duca Leopoldo d’Austria al grido “Auzy ier vart, ausi ier vart!” (Aus hier fahr). Carlo Malatesta gli blocca la cavalcatura, lo ferisce al petto con un colpo di lancia e lo fa prigioniero. Giacomo da Carrara si getta contro il Malatesta, lo ferisce a sua volta al petto con un colpo di lancia e lo disarciona. Nel frangente il Malatesta è soccorso dai suoi uomini e da Facino Cane che riescono a rimetterlo in sella. Desidera allora di prendersi la vendetta sul carrarese. I provvigionati padovani continuano nella loro azione, che punta in particolare all’uccisione delle cavalcature degli uomini d’arme. I ducali sono in tal modo indotti a suonare la ritirata ed a ritornare a Brescia con i prigionieri tedeschi. | |||
1402 | |||||
Mar. | Emilia | Ottiene da Bonifacio IX i beni di Paolo Balacchi, confiscati a quest’ultimo dal rettore pontificio per alcuni delitti compiuti a Santarcangelo di Romagna. E’ acclamato con il fratello Pandolfo signore di San Giovanni in Persiceto dagli abitanti. | |||
Apr. | Emilia | Sfida Giovanni Bentivoglio a mezzo di un araldo. I bolognesi costringono i suoi uomini a rinchiudersi in Mirandola. | |||
Mag. | Emilia | Si collega a Cento con i viscontei. Si sposta con costoro nel bolognese. | |||
Giu. | Emilia | Partecipa alla battaglia di Casalecchio di Reno; al comando della terza squadra con il fratello Pandolfo ed Antonio da Montefeltro sconfigge Bernardo della Serra. Negli stessi giorni, dopo un colloquio con l’ambasciatore fiorentino Rinaldo degli Albizzi, consente alla repubblica di potere utilizzare il porto di Rimini. | |||
Lug. | Emilia | Entra in Bologna. | |||
Ago. | Lombardia Romagna | Viene chiamato a far parte del consiglio ducale con Alberico da Barbiano, il fratello Pandolfo, i vescovi di Pavia, di Novara, di Pisa e di Feltre, Francesco Gonzaga, Antonio da Montefeltro, Giovanni Colonna, Paolo Savelli, Jacopo dal Verme, Baldassarre Spinola, Leonardo Doria, il camerario Francesco Barbavara, il cancelliere Giovanni da Carnago, i due consiglieri Pietro da Corte e Filippo dei Migli. Rientra a Rimini e si incontra con Rinaldo degli Albizzi per trattare un accordo commerciale tra i due stati. | |||
Sett. | Lombardia | Si reca a Milano per i funerali del Visconti; il Malatesta abbandona la causa viscontea a seguito di una rivolta ai danni del governo da parte di Francesco Barbavara. | |||
Ott. | Chiesa Firenze | Milano | Capitano g.le 500 lance | Emilia | I fiorentini gli riconoscono 21000 fiorini; il Malatesta passa agli stipendi dello stato della Chiesa contro i ducali (ferma di sei mesi). Viene riconfermato nel suo incarico di gonfaloniere dello stato della Chiesa ed è nominato capitano generale della lega antiviscontea. |
Nov. | Emilia | Si dirige a San Giovanni in Persiceto; devasta per qualche giorno il bolognese. | |||
1403 | |||||
Feb. | Veneto | Giunge a Chioggia con Rodolfo da Varano e Niccolò d’Este per accogliervi Belfiore da Varano, promessa sposa a Giacomo da Carrara. | |||
Mar. | Gli è rinnovata da pontifici e fiorentini la condotta per altri sei mesi. Nello stesso mese gli è ingiunto da Bonifacio IX di pagare il censo annuale dovuto per Rimini a Paolo Orsini, a fronte delle esigenze della condotta di uomini d’arme di quest’ultimo, anziché alla Camera Apostolica. | ||||
Giu. | Emilia | Con Alberico da Barbiano e Paolo Orsini cavalca nel parmense, fa numerosi prigionieri e razzia molto bestiame. Ritorna nel bolognese, si accampa a otto miglia dal capoluogo; ogni giorno effettua scorrerie fin sulle porte cittadine. Apre, nel contempo, negoziati di pace con la duchessa di Milano. | |||
Lug. | Emilia | Viene organizzato un trattato a Bologna. Carlo Malatesta si colloca di fronte a Porta Castiglione ed a Porta Santo Stefano: assale la città con l’Orsini a seguito dell’apertura di una breccia nella cinta muraria da parte dei fautori dei pontifici. Penetrano in Bologna 200 fanti che si trovano presto circondati dagli avversari; interviene Facino Cane con 1200 cavalli. Il condottiero visconteo approfitta dello scompiglio che si verifica nel campo del Malatesta. Facino Cane è tuttavia ricacciato entro le mura. Negli stessi giorni Il Malatesta obbliga il signore di Imola Ludovico Alidosi a lasciare l’alleanza con i ducali. | |||
Ago. | Emilia | A fine mese si leva dall’assedio di Bologna; con Niccolò d’Este si sposta nel parmense alla testa di 1000 lance e di 600 fanti; si attenda nei pressi di Torricella e nelle terre dei Terzi con la speranza di potere attraversare il Po con l’aiuto dei Rossi, dei da Correggio e dei da Fogliano. Si allontana dall’Enza con Pietro dei Rossi e si dirige verso Colorno e Coenzo: è qui bloccato da 3 galeoni pavesi e da 3 galeoni dei Pallavicini che lo fanno desistere da ogni velleità offensiva in Lombardia. Retrocede nel modenese con il legato pontificio e, sempre con il cardinale Baldassarre Cossa, porta a termine con gli emissari di Caterina Visconti la pace di Caledio (senza l’autorizzazione dei fiorentini che pure pagano la sua condotta). Il testo del trattato viene pubblicato dopo qualche giorno a Milano da parte viscontea e da quella pontificia con la solennità usuale; al contrario improperi nei suoi confronti sono lanciati dagli alleati che vedono frustrate le loro mire espansive. | |||
Sett. | Emilia e Romagna | Entra nella cittadella di Bologna con Paolo Orsini. Il popolo, spinto da Gabbione Gozzadini, insorge e lo obbliga a rientrare a Rimini. | |||
Ott. | 256 lance | Conduce una politica antifiorentina con la quale contrasta le aspirazioni della repubblica su Pisa. Prende parte alla rassegna dei suoi uomini (256 lance di varie nazionalità tra tedeschi, polacchi, austriaci, inglesi, francesi ed italiani); al suo termine risulta creditore di 34450 fiorini. Chiede ai fiorentini il saldo delle sue spettanze. | |||
Nov. | Romagna | Si reca a Forlì con 100 cavalli. Vi preleva la moglie del fratello Andrea, Lucrezia Ordelaffi, e la scorta a Cesena. | |||
Dic. | Chiesa | Viene ricondotto dai pontifici con il fratello Andrea (850 lance con tre cavalli per uomo d’arme) e 25 arcieri a cavallo (due cavalli per arciere). Ad ogni lancia sono riconosciuti 15 fiorini al mese; ad ogni arciere vanno 10 fiorini. Al Malatesta è concessa una provvigione mensile di 500 fiorini. | |||
1404 | |||||
Mar. | Romagna | Viene raggiunto da Rinaldo degli Albizzi. Costui gli propone, per conto di Firenze, un accordo con la duchessa di Milano concernente il possesso di Pisa a favore dei viscontei: in cambio i mercanti fiorentini avrebbero potuto usufruire nella città degli stessi privilegi già goduti ai tempi della signoria dei Gambacorta. | |||
Apr. | Esercita pressioni sui fiorentini affinché Riccardo da Bagno sia riconsiderato loro raccomandato e perché sia rinnovata con Bartolomeo da Pietramala la tregua in essere. | ||||
Mag. | Ha l’incarico dai fiorentini di mediare la pace con i viscontei. | ||||
Sett. | Lombardia | A Brescia con il fratello Pandolfo. | |||
1405 | |||||
……………. | Chiesa | Cunio | Capitano g.le | Romagna | Affronta le truppe di Alberico da Barbiano. |
Giu. | Marche e Romagna | Ad Urbino per le nozze di Galeazzo Malatesta con Battista da Montefeltro; subito dopo rientra nel faentino per soccorrervi i pontifici. | |||
Lug. | Emilia | Giunge a Castel San Pietro Terme con il cardinale Baldassarre Cossa ed il marchese di Ferrara per le prime trattative di pace con il Barbiano. | |||
Ago. | Emilia | Assale Loiano; gli abitanti uccidono la cavalcatura da lui montata con un colpo di spingarda. Il Malatesta prosegue la campagna; in suo potere pervengono Liano, Granarolo, Fagnano, Pieve di Sant’Andrea e la rocca di Sassuolo. | |||
Sett. | Romagna | A Rimini. | |||
1406 | |||||
Feb. | Milano | Lombardia | Su consiglio del dal Verme viene nominato tutore di Giovanni Maria Visconti e governatore del ducato di Milano; gli è data (nominalmente) in signoria Bergamo. | ||
………….. | Romagna | I fiorentini si impossessano di Dovadola. | |||
Lug. ago. | Lombardia | Si accorda con i guelfi di Milano e con quelli delle province finitime; conclude tregue con Giovanni da Vignate, Giorgio Benzoni, Ottobono Terzi e Gabrino Fondulo, signori di Lodi, Crema, Parma e Cremona. E’ considerato dai pontifici loro aderente nel trattato di pace con il re di Napoli Ladislao d’Angiò. | |||
Sett. | Lombardia | Invita i fuoriusciti milanesi a rientrare nelle loro terre ed emana un bando a carico di alcune famiglie di ribelli; ordina, inoltre, a tutti i sudditi di abbandonare il soldo di Facino Cane, pena la confisca dei beni e la condanna a morte in caso di cattura. | |||
Dic. | Emilia | Il giorno di Natale è a Parma per il battesimo del figlio del Terzi Niccolò Carlo. | |||
1407 | |||||
Gen. | Milano | Cane | Capitano g.le | Lombardia | Ricondotto l’ordine in Milano con la riforma del comune, si porta sul Ticino al comando dell’ esercito per contrastare la prepotenza di Facino Cane che controlla l’Oltrepo pavese e l’alessandrino. |
Mar. | Lombardia | Fa riconoscere come signore di Mantova il nipote Gian Francesco Gonzaga di cui assume la tutela. La città è presidiata da 150 lance veneziane; il provveditore Francesco Foscari, per conto della Serenissima, partecipa al governo del marchesato con lo stesso Malatesta. Il signore di Rimini si propone di allargare lo stato mantovano. Occupa Bozzolo; si accorda con Gabrino Fondulo e punta su Sabbioneta per spodestarne dalla signoria Michele Persico. Quest’ultimo fugge a Viadana. Cristoforo ed Andrea Persico sono sconfitti a Commessaggio e si trincerano in Sabbioneta. La città cede in breve ai suoi armati. | |||
Mag. | Milano | Ghibellini | Lombardia | Con il fratello Pandolfo si impadronisce nel bergamasco e nel bresciano di Tagliuno, Grumello, Chiuduno, Telgate e delle torri di Gorlago; si ferma a Bergamo; si offre di assumere il governo cittadino per pacificare le varie fazioni. | |
Giu. | Lombardia | I ghibellini consegnano a lui ed al fratello Pandolfo i castelli di Grassobio e di Nembro. Il Malatesta, di fronte all’esitazione generale, ritorna a Milano e convince il duca Giovanni Maria Visconti a conferirgli il governo di Bergamo. Viene, tuttavia, preceduto nei suoi disegni dai ghibellini che introducono nella città per la Porta di San Lorenzo, fatta trovare aperta, Giovanni Piccinino Visconti con 400 cavalli e 1500 fanti; anche i Suardi tentano di insignorirsi della città. Giovanni Suardi entra nella cittadella di Bergamo con i suoi famigliari e 300 fanti delle valli. Costoro escono per una sortita e mettono in fuga gli uomini di Giovanni Piccinino Visconti. Quest’ ultimo viene costretto ad abbandonare Bergamo perché la popolazione non si è mossa a suo favore: il Malatesta, da parte sua, non ottiene il controllo della città per cui è anch’egli forzato ad allontanarsene con il podestà Bertolino di Zambuono. | |||
……………. | Lombardia | Nell’estate il dal Verme lo sostituisce a Milano nel suo incarico di governatore. Sulla fine dell’anno il condottiero veronese cede le armi in modo definitivo. Il Malatesta rientra a Milano sempre con il medesimo compito: riassestare le finanze ed instaurare una disciplina statale combattendo ogni forma di intrusione esterna. | |||
1408 | |||||
Gen. | Lombardia | Contrasta ancora i ghibellini, assedia con le bombarde il castello di Porta Giovia a Milano e costringe alla resa gli avversari che vi si sono asserragliati con Gabriele Maria Visconti; sono catturati Francesco Visconti e Giovanni Pusterla. Sopprime il consiglio generale dei Novecento e crea al suo posto un organo consultivo di settantadue cittadini. Rinnova la tregua con Giovanni da Vignate per tre anni. | |||
Feb. | Lombardia | Stipula una tregua anche con Giorgio Benzoni. | |||
Mar. | Rimini | Camerino | Romagna e Marche | Rientra nei suoi stati ed inizia a molestare i da Varano a causa delle taglie imposte dal capitano pontificio della marca d’ Ancona Berardo da Varano. Occupa Castelraimondo di cui devasta il contado; è affrontato da Braccio di Montone che costringe i suoi uomini ad abbandonare la località ed a rifugiarsi a Fabriano. | |
Apr. | Milano | Cane | Lombardia | In Lombardia, per continuare la sua lotta contro Facino Cane. | |
Mag. | Milano | Ghibellini | Lombardia | Muove contro Astorre Visconti che da Monza conduce pericolosi attacchi su Milano fino alla Porta Orientale ed a quella Comasina. | |
Giu. | Lombardia | Assedia Monza con il fratello Pandolfo. Non ottiene alcun risultato. | |||
Ago. | Lombardia | Ottiene la resa di Cassano d’Adda; per volere di Pandolfo sono strangolati come traditori Antonio e Francesco Visconti. Il Malatesta si fa eleggere dal duca governatore di Bergamo e si fa consegnare le fortezze cittadine. Facino Cane, che ha già conquistato Como, si spinge sotto Busto Arsizio e cerca di impadronirsi con l’inganno di Vigevano: lo stesso giorno il Malatesta abbandona il ducato e lascia il governo al fratello Andrea, divenuto di recente suocero del duca. Nell’occasione il signore di Rimini consegna a Giovanni Maria Visconti una specie di testamento politico. | |||
Sett. | Emilia e Veneto | Viene ricevuto con tutti gli onori a Ferrara da Niccolò d’Este. Tocca poi Venezia e da qui raggiunge le sue terre. | |||
Nov. | Romagna | Ospita a Rimini il papa Gregorio XII che da Siena, divenuta non più sicura per il pontefice, si è trasferito nella sua città. Il Malatesta ritorna a Milano e si accorda con i castellani di Porta Giovia, ribelli alla politica ducale, con l’ intermediazione di Bernardo della Serra, governatore di Asti per conto del duca d’Orleans. | |||
1409 | |||||
Feb. | Romagna | E’ impegnato a Cesena in colloqui con il cardinale legato, Baldassarre Cossa, rappresentante dell’ antipapa Alessandro V eletto dal concilio di Pisa. Viene obbligato ad allontanarsi da Milano per il prevalere della fazione ghibellina. | |||
Apr. | Brescia | Milano | Lombardia Toscana Romagna | Fronteggia ancora Facino Cane con il fratello Pandolfo; il giorno di Pasqua si scontra con gli avversari a Rovegnate. Il giorno seguente si riconcilia con il nemico ed insieme impediscono che Milano sia occupata dai francesi del Boucicaut, chiamati nel frattempo dal duca Giovanni Maria Visconti. Il Malatesta si reca al concilio di Pisa e vi difende la causa di Gregorio XII, che raggiunge poco dopo a Rimini. | |
Sett. | Emilia e Lombardia | Su pressione dei fratelli Andrea e Pandolfo si riconcilia con il cardinale Cossa. | |||
1410 | |||||
Gen. | Emilia e Lombardia | Si reca a Ferrara ed aspetta che Niccolò d’Este rientri da Roma; con il marchese si dirige a Mantova per presenziare alle nozze della figlia di Malatesta Malatesta con il nipote Gian Francesco Gonzaga. Nella città partecipa ad un torneo in cui la sua squadra, contrassegnata da una livrea turchina, batte quella dei rossi del Gonzaga, dei bianchi del fratello Pandolfo e quella dei verdi del congiunto Malatesta Malatesta. | |||
……………. | Milano | Lombardia | A Milano come governatore. | ||
Mag. | Lombardia | Con Andrea da Birago cerca di riconciliare Giovanni Maria Visconti e Facino Cane, oggetto quest’ultimo di un maldestro tentativo di omicidio da parte del duca. Viene sostituito nel suo incarico di governatore dallo stesso Facino Cane. | |||
Giu. | Manfredi | Antipapa | Romagna | Soccorre con proprie truppe Giovan Galeazzo Manfredi; lo aiuta a rientrare in Faenza ai danni dell’antipapa Giovanni XXIII (il cardinale Cossa): tra gli avversari sono fatti prigionieri Lazzaro Cancellieri e Riccardo Pepoli. | |
1411 | |||||
……………. | Rimini | Antipapa | Emilia | Bologna si ribella all’ antipapa. Il Malatesta, a nome di Gregorio XII, riprende il conflitto con i fautori dell’antipapa assieme con il fratello Andrea. Devasta il bolognese; la razzia termina con la cattura di quattrocento uomini e di altrettanti capi di bestiame. | |
Mag. | Emilia | Nei pressi di Medicina. Tenta di avere il castello per trattato. A San Giovanni in Persiceto. | |||
Giu. | Emilia | Viene assediato in San Giovanni in Persiceto dai bolognesi e dagli estensi. Stipula una tregua con gli avversari e si reca a Modena per incontrarvi Niccolò d’Este. I bolognesi, per ottenere il castello di San Giovanni in Persiceto sono costretti a riconoscergli, su mediazione di Uguccione Contrari, la somma di 10000/30000 ducati. | |||
Lug. | Romagna | Aiuta Giorgio Ordelaffi a recuperare la signoria di Forlì. A Cesena. | |||
Nov. | Venezia | Ungheria | Capitano g.le 500 lance e 300 fanti | Viene contattato dal collaterale della Serenissima Domenico Bonagiunta allo scopo di affrontare le truppe dell’imperatore Sigismondo d’Ungheria comandate da Filippo Scolari (Pippo Spano). Gli è concesso uno stipendio mensile di 1000 ducati; la ferma è stabilita in sei mesi, più altri tre di rispetto. | |
1412 | |||||
Gen. | Veneto e Toscana | Si reca a Venezia. Si lamenta per la scarsezza di uomini. Si sposta in Toscana per nuove leve. | |||
Apr. | Veneto | E’ ancora a Venezia ove prende alloggio, a spese pubbliche, nel monastero di San Giorgio. Nella chiesa di San Marco il doge Michele Steno gli consegna le insegne del comando. Raggiunge Verona perché nella città vi sono segnali di rivolta a favore degli scaligeri e degli imperiali. | |||
Mag. | Friuli | Si sposta in Friuli per combattere gli ungheri. Attraversa il Livenza e si collega a Polcenigo con Taddeo dal Verme; occupa Aviano, punta su Spilimbergo, Udine e Cividale del Friuli. | |||
Giu. | Friuli e Veneto | Respinto da Udine, dà il guasto alle campagne; conquista Latisana. Filippo Scolari lo costringe a ripiegare nel trevigiano; il Malatesta non riesce ad impadronirsi di Oderzo nonostante una favorevole scaramuccia. Ottiene la rocca di Ceneda (Vittorio Veneto) da Martino Unghero mediante l’esborso di 3000 ducati; si accampa a Motta di Livenza. | |||
Ago. | Veneto | Si fortifica con i suoi uomini dietro un fossato lungo ventidue miglia; viene coadiuvato dalla flotta fluviale di Piero Loredan che staziona sul Livenza. Gli ungheri attaccano di sorpresa il campo veneziano. Il Malatesta, con l’aiuto di Taddeo dal Verme e degli altri capitani della Serenissima, inquadra i reparti ed organizza la resistenza. Gli imperiali sono sconfitti per il contributo di Ruggero Cane Ranieri e di Crasso da Venosa; Carlo Malatesta riporta alcune gravi ferite. Nello scontro vengono uccisi 1500 ungheri e molti altri sono fatti prigionieri; delle 6 bandiere degli avversari, 5 cadono in potere dei veneziani. Benché vittorioso il Malatesta è costretto ad abbandonare il suo incarico per la serietà delle ferite riportate nel corso dello scontro; il suo posto viene preso dal fratello Pandolfo. | |||
Ott. | Romagna | Gregorio XII è scacciato dal regno di Napoli da Ladislao d’Angiò. Il papa si imbarca a Gaeta con il suo seguito (pochi parenti ed alcuni fedeli, tra cui il cardinale Condulmer, il futuro papa Eugenio IV) su 2 galee della Serenissima. Sfuggendo ai pirati ed agli avversari lascia il Tirreno, entra nell’ Adriatico per puntare sulla Dalmazia: a causa di una tempesta affonda la nave su cui è imbarcato; il pontefice sale allora sull’altra; indi a bordo di piccoli navigli è in grado di raggiungere Cesenatico. Il Malatesta accoglie Gregorio XII e lo ospita a Rimini nel vescovado. | |||
Dic. | Chiesa | Antipapa | Marche | Riprende il suo ruolo di difensore del pontefice contro l’antipapa; contrasta il cardinale Giordano Orsini, raggiunto a Macerata dal fratello Paolo Orsini con 1500 cavalli. Perde Sassoferrato e con 600 cavalli e 500 fanti occupa Monterubbiano a spese del signore di Fermo Ludovico Migliorati. Riordina il governo cittadino e vi lascia un forte presidio. | |
1413 | |||||
Gen. | Romagna | Viene interessato da Rinaldo degli Albizzi per una composizione pacifica dello scisma della Chiesa. | |||
………….. | Marche ed Emilia | Ottiene il controllo di Recanati. Con altri signori romagnoli minaccia da vicino Bologna ed i suoi dintorni. | |||
Sett. | Emilia | Con il Barbiano compie una scorreria fino a San Lazzaro di Savena; si avvicina ad Altedo e a Cento, si muove verso Medicina dove la strada gli viene sbarrata da duemila contadini delle vicinanze: tra costoro sono catturati 600 uomini. | |||
Ott. | Marche | Opera attorno a Montolmo (Corridonia) con il fratello Andrea alla testa di 1000 cavalli e di altrettanti fanti: in suo potere pervengono Francavilla d’Ete (i cui abitanti si arrendono alla vista di una grossa bombarda), Alteta, Cerreto, Montegiorgio (in cui entra per trattato), Falerone, Belmonte Piceno, Monte Vidon Corrado, Massa Fermana, Montappone, Magliano di Tenna e Grottazzolina. | |||
Nov. | Marche e Romagna | Stipula una tregua con Ludovico Migliorati ed i da Varano. Lascia Angelo della Pergola a Montegiorgio con 200 lance e rientra in Romagna. Organizza a Rimini una grande festa in onore del nipote Galeotto, figlio di Andrea; nel corso dei festeggiamenti ha pure modo di partecipare ad una giostra. | |||
1414 | |||||
Primavera | Napoli | Antipapa Firenze | Romagna | Lotta ancora contro i seguaci dell’antipapa Giovanni XXIII; i fiorentini lo mettono in fuga nei pressi di Faenza. Si salva nella città. | |
Giu. | Lombardia | Viene compreso tra i collegati di Ladislao d’Angiò in occasione della pace. | |||
Lug. | Lombardia | Si avvicina a Filippo Maria Visconti; con i fratelli Andrea e Pandolfo si allea con il duca di Milano ai danni di Gabrino Fondulo: i Malatesta promettono di restituire Cremona dieci anni dopo la sua eventuale conquista da parte di Pandolfo. | |||
Ago. | Chiesa | Antipapa | Marche | Muore il re di Napoli; riprende il conflitto tra seguaci del papa e quelli dell’antipapa. Il Migliorati rompe le ostilità ed il Malatesta riprende il conflitto con la collaborazione di Angelo della Pergola. | |
Ott. | Marche | Affianca l’azione di Galeazzo Malatesta ai danni di Ancona. Si ferma a Montemarciano. Alla fine deve ripiegare. | |||
Nov. | Marche | Assale nottetempo Fermo con il fratello Andrea alla testa di 1500 cavalli e di 1500 fanti. All’interno della città alcuni suoi fautori cercano di agevolargli l’ingresso rompendo un tratto delle mura in località Pescaria. Le sentinelle si accorgono del fatto, lanciano l’allarme. Il Malatesta si ritira precipitosamente. | |||
Dic. | Marche | Si impadronisce della torre di Montone; ottiene a patti il castello di Rapagnano, la torre di San Patrizio e Monte Urano; penetra in Monsampietro Morico; Monterubbiano si ribella a suo favore. | |||
1415 | |||||
Feb. | Marche | Occupa Monteverde ed assale Montottone, di cui dà alle fiamme i mulini cittadini. | |||
Mar. | Marche | Entra in Monteleone di Fermo, Montottone, Monte San Pietrangeli, Sant’Elpidio a Mare, Monte Vidon Corrado. | |||
Apr. | Marche | Ai primi del mese stipula con Ludovico Migliorati una tregua di due mesi; in tal modo con 2000 cavalli e 3000 fanti può meglio contrastare i da Varano, ai quali – nel frattempo – si è data Macerata. | |||
Mag. | Marche | Rompe una tregua firmata il mese precedente ed entra in San Severino Marche con 2000 cavalli e 300 fanti; punta su Beldiletto dove si trovano Berardo e Rodolfo da Varano con la moglie Costanza ed un buon numero di armati. Cerca di catturare gli avversari con un’azione di sorpresa: è fatta prigioniera la moglie di Rodolfo da Varano. Di seguito il Malatesta conquista Montecosaro ed ottiene Morro, Petriolo, Monte San Giusto e Montegranaro. | |||
Giu. sett. | Germania | Si reca al concilio di Costanza dove rappresenta il papa Gregorio XII. Contribuisce in tal modo all’elezione di papa Martino V chiudendo il periodo della cattività avignonese. Giunge in questa località a metà mese preceduto da 24 muli e da un seguito di 200 cavalli. Si presenta all’imperatore che ha indetto il concilio ed ai deputati delle nazioni; partecipa a numerosi incontri, finché ai primi di settembre siede, di fronte al sinodo, al fianco di Sigismondo d’Ungheria e del cardinale Dominici. Pronuncia un’orazione solenne su San Luca e legge la rinuncia al pontificato da parte di Gregorio XII indossando i suoi paramenti pontificali. In quell’occasione conosce il musicista Guillaume Dufay che porta con sè a Rimini. | |||
Ott. | Rimini | Fermo Camerino | Marche | Rientra nelle Marche per fronteggiare Ludovico Migliorati ed i da Varano che godono dell’ appoggio di Braccio di Montone. Assedia Castelraimondo con Antonio da San Severino. | |
1416 | |||||
Gen. giu. | Perugia | Montone | Ai primi di gennaio gli oratori di Rodolfo da Varano, del Migliorati e di Ancona accusano al concilio di Costanza il Malatesta di essere la causa dei gravi danni subiti dalla città di Ancona. I suoi ambasciatori intervenuti al medesimo consesso riescono a dimostrare la fedeltà del signore di Rimini allo stato della Chiesa e la falsità delle accuse che gli sono state mosse. A giugno il Malatesta è contattato dal rappresentante dei raspanti di Perugia Benedetto di Paoluccio per contrastare Braccio di Montone ed i fuoriusciti del comune. I perugini gli concedono la signoria della città con il titolo di “defensor perusinorum”. | ||
Lug. | Umbria | Invia 100 cavalli in soccorso di Perugia. Raduna poi i suoi uomini e con il della Pergola muove verso Assisi alla testa di 2000 cavalli e 700 fanti. Raggiunge Perugia, si sposta a Sant’Egidio dove si scontra con il Montone ed il Tartaglia. Nel corso della battaglia dirada le sue squadre in un ampio arco come per aspettare i bracceschi; questi ultimi attuano una nuova tattica e lo assalgono ad ondate successive con piccole squadre. Dopo una lotta accanita sotto un sole cocente di sette ore il della Pergola è messo in fuga; egli si arrende nelle mani del Tartaglia e viene catturato con 3000 cavalli assieme con il nipote Galeazzo, Ceccolino e Guido dei Michelotti. Il Montone lo fa salire su un ronzino e lo invia con i prigionieri a Torgiano ed a Fratticciola Selvatica. | |||
…………… | Umbria e Marche | E’ condotto a Narni, indi a Camerino dove è custodito con il nipote da Berardo da Varano. | |||
Nov. | I veneziani inviano Andrea Contarini dal Montone per ottenere la sua liberazione: il condottiero perugino chiede una taglia di 100000 ducati. | ||||
1417 | |||||
…………… | Braccio di Montone abbassa le sue pretese a 80000 ducati; chiede pure la cessione di Jesi. | ||||
Apr. | Marche e Umbria | Pandolfo Malatesta si procura 30000 ducati dai veneziani ed altri 30000 li ottiene in prestito da un suo condottiero, Martino da Faenza: altre due rate, di 10000 ducati ciascuna, devono seguire il primo pagamento. Di queste se ne fa mallevadore Guidantonio da Montefeltro. Liberato dal carcere di Narni, Carlo Malatesta si reca a Gubbio ospite dallo stesso Montefeltro; dona al Tartaglia una cavalcatura e raggiunge Urbino. Viene firmata la pace con Braccio di Montone e Rodolfo da Varano su un lodo preparato dall’ ambasciatore del concilio di Costanza Bartolomeo Bonetti. | |||
Sett. | Brescia | Milano | Emilia | Coadiuva il fratello Pandolfo ai danni dei viscontei; giunge presso Parma, al ponte dell’ Enza con 1500 cavalli e 500 fanti, per unire le sue forze con quelle di Gabrino Fondulo e degli estensi. | |
Ott. | Romagna | E’ contattato dall’inviato della regina di Napoli Giovanna d’Angiò, Francesco Riccardi, per un’ eventuale alleanza ai danni di Braccio di Montone. Nello stesso mese fa condannare a morte con l’accusa di tradimento Martino da Faenza: risparmia in tal modo la restituzione di 30000 ducati presi a prestito da tale condottiero. | |||
Nov. | Romagna | A Rimini. Decide di fare restaurare il porto cittadino. | |||
1418 | |||||
Mar. | Veneto e Lombardia | Si reca a Bevilacqua con Gian Francesco Gonzaga e Carlo da Pietramala; è ospite con la moglie Isabella Gonzaga di Galeotto Bevilacqua. Prosegue per Brescia. | |||
……………. | Rimini | Perugia | Riprende a lottare contro Braccio di Montone divenuto ora signore di Perugia. | ||
1419 | |||||
Mag. | Chiesa | E’ nominato rettore della Romagna dal papa Martino V. | |||
Nov. | Viene esentato dal pontefice del censo dovuto alla Camera Apostolica. | ||||
1420 | |||||
Feb. | Emilia | A Bologna, per rendere omaggio al legato pontificio, il cardinale di Siena Michele Condulmer. | |||
Mar. | Romagna | A fine mese si reca a Forlì con il della Pergola, Ludovico Alidosi ed Obizzo da Polenta per incontrarsi nuovamente con il cardinale di Siena: obiettivo, preparare il piano di guerra contro i bolognesi. | |||
Mag. | Chiesa | Bologna | Emilia | Il papa Martino V gli rinnova i vicariati di Osimo, Sarsina, Penna e Calbana. | |
Sett. ott. | Brescia | Milano | Invia in soccorso del fratello Pandolfo, in guerra con i ducali, 3000 cavalli e 1000 fanti agli ordini del signore di Fermo Ludovico Migliorati. Il fratello è sbaragliato dal Carmagnola a Montichiari. | ||
Nov. | Romagna | A Rocca delle Caminate, per una partita di caccia organizzata dal fratello Pandolfo. | |||
1422 | |||||
Sett. | E’ ancora debitore verso i veneziani per 28000 ducati. | ||||
1423 | |||||
Mag. | Rimini | Milano | Romagna | Appoggia una volta di più il fratello Pandolfo contro le truppe di Filippo Maria Visconti. Il duca di Milano spedisce in Romagna ai danni dei Malatesta il della Pergola e Secco da Montagnana. | |
Sett. | Romagna | E’ raggiunto a Cesena dall’ambasciatore fiorentino Rinaldo degli Albizzi a seguito della sconfitta al ponte di Ronco del fratello e di Niccolò da Tolentino. Rientra a Rimini accompagnato dai fiorentini Giuliano Davanzati e Giovanni Guicciardini, che lo incaricano di fare pressione sulla signora di Faenza, Gentile Manfredi, affinché si allei con la repubblica contro il duca di Milano. | |||
Ott. | Si incontra a Rimini con il Montefeltro. | ||||
Nov. | Romagna | Si trova a Rimini con il fratello Pandolfo e Rinaldo degli Albizzi. | |||
1424 | |||||
Primavera | Firenze | Milano | Capitano g.le | Romagna | Si accampa al ponte di Ronco alla testa di 8000/9000 cavalli e di 3000 fanti. |
Giu. | Romagna | Si impadronisce di Fiumana. Fa impiccare il castellano Rondone Ugolini (Domenico del Scrivano per altre fonti). | |||
Lug. | Romagna | Espugna Sadurano, che viene data alle fiamme, ed assedia in Forlì Secco da Montagnana: sollecitato da Alberico da Barbiano si muove in soccorso di Zagonara; solo Ludovico degli Obizzi contesta il progetto. Il Malatesta si avvia con le truppe verso la località sotto una fitta pioggia; dopo una lunga marcia notturna condotta in condizioni disagiate si scontra con gli avversari comandati da Guido Torelli, da Angelo della Pergola e da Secco da Montagnana. I fiorentini combattono quasi accecati dall’ acqua e su un terreno fatto allagare dal della Pergola; la carica di Ardizzone da Carrara non viene sostenuta dalle sue schiere. Il Malatesta è disfatto e viene fatto prigioniero con 3200 cavalli (5000 cavalli e 2000 fanti per le fonti fiorentine). Dopo la cattura ha un duro diverbio con il della Pergola che accusa di avere vinto la battaglia ricorrendo ad inganni indegni dei costumi cavallereschi. | |||
Ago. | Lombardia | Viene condotto a Lugo ed a Milano da Secco da Montagnana; infine ad Abbiategrasso. | |||
1425 | |||||
Gen. | Lombardia Romagna | E’ liberato con ricchi doni da Filippo Maria Visconti, memore del tempo in cui il condottiero è stato suo tutore. Carlo Malatesta raggiunge Ravenna e Cervia; gli rende omaggio il governatore visconteo di Forlì Luigi Crotti. | |||
Apr. | Romagna | A Cesenatico, per colloqui con gli inviati viscontei Luigi Crotti, Secco da Montagnana e Guido Torelli. | |||
Ago. | Filippo Maria Visconti gli concede alcuni beni mobili ed immobili che sono stati confiscati al Carmagnola, fuggito dal ducato, localizzati a Casalpusterlengo. Carlo Malatesta si allea con il duca di Milano anche a nome del fratello Pandolfo; gli vengono restituite tutte le terre occupate dai ducali nella sua assenza milanese. | ||||
1426 | Romagna | Rafforza le difese di Rimini. | |||
1427 | |||||
Mar. | Toscana Lazio e Marche | Tocca Sansepolcro; si reca a Roma per il rinnovarsi delle sue contese con i Montefeltro: nello stesso mese ottiene la legittimazione dei nipoti Galeotto Roberto, Sigismondo Pandolfo e Domenico con la facoltà che essi possano succedergli negli stati (il primo a Rimini, il secondo a Fano ed il terzo a Cesena). In cambio deve cedere allo stato della Chiesa Cervia, Sansepolcro ed alcune località della Marca. Al ritorno è ospitato ad Urbino. | |||
Apr. | Romagna | Si rappacifica con veneziani e fiorentini. | |||
Giu. | Lazio | Si riconcilia a Roma con Guidantonio da Montefeltro. Il conte di Urbino è costretto a lasciare nelle mani del papa Castel Durante (Urbania) ed i castelli di Pietrarubbia e di Pennabilli, venuti sotto il suo controllo nel settembre del 1424. | |||
1428 | |||||
Feb. | Lazio | Da Rimini si reca a Roma con 300 cavalli. Ottiene da Martino V la legittimazione dei figli naturali del fratello Pandolfo, Sigismondo Pandolfo, Domenico e Galeotto Roberto, in cambio del rilascio a favore dello stato della Chiesa del vicariato di Fano, nonché di Cervia, Sansepolcro, Pergola, Corinaldo, Senigallia, Castelfidardo, Montelupone, Filottrano ed Osimo. | |||
Lug. | Chiesa | Bologna | Marche | Accoglie in Fano Jacopo Caldora e lo segue contro i bolognesi. | |
…………… | Emilia | A Castel San Pietro Terme ed a Castel Bolognese allo scopo di fronteggiarvi Luigi da San Severino. | |||
1429 | |||||
Gen. | Romagna | Riceve a Rimini il nipote Guidantonio Manfredi. | |||
Lug. | Romagna | Riceve Niccolò da Tolentino in visita a Rimini. | |||
Sett. | Romagna | Muore a Longiano di febbre quartana. E’ sepolto a Rimini nella chiesa di San Francesco: alle sue esequie sono presenti Niccolò d’Este, il nipote Galeazzo, gli emissari di Mantova e quelli delle città vicine. Allievo di umanisti ed amico di Coluccio Salutati. La sua corte è frequentata da Leonardo Bruni, Gambino d’Arezzo, Simone Sardini e Pietro Tebaldo Turchi. Ritratto di Gentile da Fabriano; ritratto da Paolo Uccello con Ottobono Terzi, Luca di Canale e Paolo Orsini nella Gualfonda di Firenze dove si trovavano, secondo Giorgio Vasari, gli orti dei Bartolini Salimbeni. |
CITAZIONI
-“Carlo Malatesta era signore di Rimini, la principale città malatestiana. Ancor più del fratello, egli era alquanto diverso dalla maggior parte dei condottieri d’allora per il fatto che possedeva una base d’azione sicura e da tempo collaudata e perché era stato educato non solo come soldato, ma anche come un sovrano e un signore. Parte della sua giovinezza egli l’aveva passata a Firenze, dove era stato allievo dell’umanista fiorentino Malpighino e amico del cancelliere fiorentino Coluccio Salutati. Si distinse poi per il suo mecenatismo e affidò al Ghiberti nel palazzo Malatesta di Rimini alcune delle prime commissioni avute dall’artista. Ma egli era soprattutto un devoto, e al Concilio di Costanza rappresentò il papa di Roma, Gregorio XII. Si racconta poi che trovandosi nel 1397 a Mantova diede ordine di abbattere la statua ivi esistente di Virgilio, perché era diventata oggetto di culto; ciò indica che egli era prima di tutto un cristiano e poi un umanista amante dell’antichità classica. Come capo militare Carlo Malatesta fu circonfuso di grande prestigio, che tuttavia gli veniva dalle sue origini familiari e dal fatto che, in quanto signore di Rimini, era in grado di arruolare e mantenere un numero notevole di bravi soldati, più che straordinari successi sul campo di battaglia. Egli fu un generale cauto che in diversi momenti della sua carriera ebbe ai propri ordini truppe viscontee, veneziane, fiorentine e pontificie. Quando si provò nel 1407-1408 ad intervenire nella politica milanese e a scalzare l’invadente influenza di Facino Cane non ebbe fortuna; quando il suo esercito (egli era allora al servizio di Venezia) venne sorpreso dagli ungheresi alla Motta, rimase gravemente ferito; fu poi duramente sconfitto da Braccio di Montone nel 1416 a Sant’Egidio. I fiorentini una volta dissero di lui che era “molto uso a perdere” e assunsero anche suo fratello Pandolfo, come per garantirsi nei suoi riguardi. Certo è che il riscatto di ben centomila fiorini che Braccio chiese per rilasciarlo, dopo che l’aveva fatto prigioniero a Sant’Egidio, lascia capire quali fossero le sue risorse economiche virtuali e la sua reputazione.” MALLETT
-“Esperto generale, sebbene spesse volte sventurato, egli godeva in Italia di bellissima fama, e assai maggiore della sua potenza.” SISMONDI
-“Fu valente condottiere di milizie, ma spesso sventurato. Godeva in Italia fama di virtuoso principe ed imitatore degl’illustri uomini antichi.” DE MINICIS
-“Famoso uomo d’armi..Uomo di somma sapienza.” DECEMBRIO
-“Risplendette in Carlo gran prudenza, sapienza e gravità.” ALBERTI
-“Grande huomo di guerra.” MARCELLO
-“Ma io trovandolo in ogni sua attione inetto e simulatore, lo stimo di niun giudicio.” EQUICOLA
-“Nam semprer dictus Karolus, in omni pugna ab eo inita superatus fuit; et stoliditas fuit eum ad stipendia conduci (da parte dei fiorentini).” SOZOMENO
-“(Lasciò) dopo di sé il credito d’essere stato signore savio in pace, ma sventurato in guerra.” MURATORI
-“Questo huomo illustre fu riputato valorosissimo e bellicoso molto, e Capitano fedelissimo e vigilante..Risplendeva in Carlo gran prudenza, sapienza et gravità.” SANSOVINO
-“Uomo distinto nelle armi..Egli portò la casa dei Malatesta al più alto periodo di gloria: la eleganza e il lusso della sua corte, la munificenza colla quale protesse le arti, le lettere, e i molti uomini dotti che aveva attirato presso di sé, contribuirono più ancora delle sue gesta a spandere il suo nome per tutta L’Europa. Anch’egli scrisse in poesia.” LITTA
-“Valorosissimo e invittissimo nelle cose militari, e di suprema cortesia e bontà.” TARCAGNOTA
-“Fuit Carolus vir, tum belli, tum pacis artibus egregius, et priscis illis majoribus meo judicio comparandus: maxima in eo erat auctoritas, tam plurimis virtutibus, tum morum optimorum gravitate contracta: studiis praeterea litterarum deditissimus, et differendi cum viris doctrina, et ingenio praestantibus, quibus admodum utebatur cupidus. Fortuna tantum in bello, et felicitas pugnandi defuit, quae prima in imperatoribus requirentur.” BRACCIOLINI
-“Fu un dei principi più perfetti d’Italia.” BOSI
-“Huomo celebre per insigne valore nell’armi.” VIANOLI
-“Riputato capitano.” UGOLINI
-“Soprannominato il guerriero ed il catone, principe dei migliori in Italia di quel tempo e dei più illustri della propria famiglia.” BERCHET
-“Fuit Carolus nostra aetate singularis, modo intelligere potuisset, non secundum Romanis, quorum videbatur imitationi studere, sed in alia fece temporum vivere. Homo supra modum gravem se ferens, nec alter in Italia de virtute, aut continentia plus creditum maximis quoque honoribus functus, semperque in omni Malatestarum familia parens habitus ac vocatus.” BILLIA
-Con Niccolò da Tolentino “Non ignobilibus ea tempestate ducibus.” G. CAPPONI
-“Cui maximum ea tempestate in re militari nomen erat.” PLATINA
-“Uomo valente e col senno e colla spada.” PIGNOTTI
-“E’ guerriero non meno che poeta, cavaliere e mecenate, letterato e diplomatico; saggio e avveduto amministratore della sua città.” NISSIM ROSSI
-“Huic viro nihil deesse videbatur ad excellentiam laudis. Idem robustissimo, ac pulcherrimo corpore, idem consilii maximi, ac magnitudine animi paene immensa, idem egregia liberalitate, idem studiorum literarumque peritissimus.” L. ARETINO
-“Principem ceteris omnibus virtutibus clarum.” CRIVELLI
-“Quel altro illustre, el qual pur se propone/ a molti, e andar conviene ad elli adrieto,/ gli è Carlo Malatesta, el qual pregione più volte fu..” SANTI
-“Magnus ea tempestate vir..Virum potentem, ac bello insignem.. Huic nihil deesse videbatur ad excellentiam laudis. Idem robustissimo ac pulcherrimo corpore, et concilii maximi, ac magnitudine animi pene immensa. Idem egregia liberalitate, et religione christiana devotus, et (quod rarius est in dominis invenire) studiorum literarumque peritissimus, in bello tamen non multum fortunatus..Vir bello et pace indignis.” SANT’ANTONINO
-“Godeva fama di valoroso e accorto condottiero.” UGURGIERI
-“Per quanto fosse uomo di varia cultura, “studiis litterarum deditissimus”, come dice il Bracciolini, non dimostrò mai simpatia per i letterati, umanisti o poeti che fossero. Correva una voce che li stimasse “histriones”, forse perché disapprovava la loro fittizia religiosità. I suoi consigli (A Giovanni Maria Visconti) sono tutti casi, ispirati non dall’impero romano e dalla gloria o dall’eroismo e dalla grandezza o dalla bellezza o dalla lingua purissima o da qualche altro di questi idoli superbi che costituivano la vanitosa presunzione dei poeti, ma dalla precisa volontà di aiutare i dirigenti dello stato con precetti chiari, lineari, applicabili immediatamente alle condizioni di fatto; e dettati dalla consapevolezza che essi non erano l’assoluto, e forse potevano non giovare, ma comunque andavano scritti, perché a ognuno spetta di promuovere, nella sua limitata cerchia, il bene possibile.” VALERI
-“Di somma riputatione nell’armi.” MAFFEI
-“Qui passe pour le meilleur et le plus loyal de ces Malatesta.” YRIARTE
-“El quale nel suo tempo fece di mirabil facti; el fo della sua persona una torre, archa di scientia, catolicho signore, iusto e clemente; nel mistieri de l’arme senza alcuna paura, e bastolli l’animo di passare in Lonbardia col suo vexillo e al suo tempo mise le bonbarde al castello di Porta Giobia..Questo nobilissimo signore fo iusto, savio e gagliardo, clemente amatore delli suoi povoli.” BROGLIO
-“Fu huomo dottato di gran prudentia e valore e meritò d’esser in gran preggio a presso tutti li principi d’Ittalia.” PARTI
-“Carlo riuscì un degno signore, ed ebbe tutte le qualità che si richiedono in un principe lodatissimo. Fornito d’ingegno, consiglio, affabilità, animo pronto e forte, fu giusto e pieghevole..Signore molto savio in pace, sebbene del pari non fortunato in guerra.” TONINI
-“Celebre ne’ fasti del secolo XV per senno e valore militare, da essere tenuto uno de’ più eccellenti condottieri del suo tempo.” A. MARINI
-“Quale fu nelli fatti d’arme expertissimo.” FANTAGUZZI
-Alla battaglia di Motta “Contro di questo (Pippo Spano) el signor Carlo Malatesta/ Capitan era, e ferito alla mota/ fu in fatto d’arme di lancia da resta./ Come fu la ferita a nostri nota/ Credendol morto verso tagliamento/ Si fuggirno ne vi è chi gli risquota.” CORNAZZANO
-“Nel Malatesta si uniscono le virtù dell’amante delle lettere, del mecenate, del poeta ma anche quelle del valente militare e del principe giusto. La posizione di prestigio – conseguita grazie alle sue spiccate attitudini diplomatiche e cercando nella costante fedeltà alla S. Sede la combinazione fra idealità e pragmatismo, fra tradizione e innovazione -, fece di lui il principale moderatore della politica italiana. La ricerca del consenso fu sollecitata dal Malatesta anche attraverso le forme di propaganda di corte: poeti, letterati, storiografi rinvenivano nella scoperta del mondo classico motivi e mezzi espressivi efficaci di esaltazione del signore e della sua dinastia. In questo contesto è realizzato il codice miniato della “Regalis Ystoria”..che, dedicato al Malatesta e da lui commissionato a un certo frate Leonardo dell’Ordine dei predicatori tra il 1385 e il 1390, traccia una fantastica genealogia malatestiana attingendo a testi precedenti, soprattutto alla “Marcha” di M. Battagli.” FALCIONI
-“Carlo rappresentò l’apice del percorso di affermazione dinastica dei Malatesta: fu un gran condottiero ma anche un abile diplomatico, ottenendo una posizione di prestigio come moderatore supremo della politica italiana e attore di primo piano nella conciliazione dello Scisma…Carlo incarnò l’uomo nuovo dell’Umanesimo con le più diverse attitudini: oltre che uomo pubblico fu ammirato e lodato per le sue capacità politiche e i suoi interessi culturali; rappresentò anche l’apice della realizzazione culturale dei Malatesta. la sua politica fu .. ispirata alla tradizionale etica cristiana ed ai valori della tolleranza e della pace; manifestò, inoltre, una costante generosità nel sostenere gli ordini religiosi, le confraternite e le istituzioni a carattere ospitaliero e certe forme di vocazione eremitica e di vita canonicale come l’oratorio di Santa Maria Annunziata Nuova presso Scalco (oggi Covignano).” CARDINALI-FALCIONI
-“Si era conquistato “prestigio e onori” in tutta Italia non solo per abilità nei “maneggi della guerra” e nella diplomazia, ma anche per mecenatismo e per i suoi stessi studi, tanto da meritarsi la definizione di “studiorum litterarumque peritissimus” dall’arcivescovo di Firenze Sant’Antonino. Fu celebre anche per saggezza.” FARINA
-“Condottiero di prestigio.” RIGON
-“Magnus ea tempestate vir.” BRUNI
-“Dotato di gran senno…Assai potente e chiaro per gloria militare, e dotato di gran senno, prudenza e umanità.” COLESCHI
-“Sai bene come io sia divenuto assai restio e diffidente nel lodare i nostri contemporanei; ma in quella città di Rimini mi sono imbattuto in un uomo eccezionale; un uomo di quella stirpe primigenia di cui si è persa la specie; e tutte le volte che lo vedo, mi par di vedere un Marco Marcello o un Furio Camillo, uomini che furono capitani invincibili in guerra e nello stesso tempo mitissimi in pace ed osservanti delle leggi; politico e capitano valente non è men grande nelle opere di pace..A mio giudizio eccelle tanto nella letteratura e dottrina, quanto coloro che in tutte le età si dedicano agli studi; a ciò si aggiungano la modestia, la mansuetudine, la integrità.” Da una lettera di L. Bruni riportata da SPADA
“Celebrati nominis in re militari fuit. Consiliis atque animo multum valere iudicatus est. Florentinorum exercitus saepius rexit. Aliquot proelia prospere fgecit. Apud copiarum duces et Italiae principes in magna auctoritate et existimatione fuit. Rei militari doctrinam adiecit, ex quo nonnihil habitus est illustrior.” Facio, riportato da ALBANESE
-“”Morì el signor Carlo de’ Malatesti, quale a suo tempo acquistò Santo Arcangelo, dove edificò la più alta e grossa torre in Italia (Branchi). Un’opera che per i contemporanei riassume in sé tutte le altre, pur di non poco conto. Quali il completo rifacimento del porto e delle mura di Rimini. l’aver portato i domini malatestiani al massimo della loro estensione, l’aver governato saggiamente un popolo che lo adorava, l’essere stato il più importante difensore di un papa durante il drammatico scisma d’occidente, fino a ospitarlo a Rimini facendola di fatto sede apostolica. In breve, Carlo Malatesta il più grande della sua dinastia” www.chiamamicitta.it>20-ottobre-1386-carlo-m..
-“(Confronto con il padre Galeotto) Non fu da meno per intelligenza e per senno politico; forse fu più duttile e meno assolutista del padre; amò più di lui l’arte e le lettere, fu ascoltato consigliere del duca di Milano, se pure non sempre fortunato nelle sue imprese belliche.” TABANELLI
–“Carlo I Malatesta, detto l’Acuto, uomo d’armi e accorto signore, intese lasciare memoria della dinastia attraverso un’opera sontuosa. Si tratta del codice membranaceo “Regalis historia”, datato 1385-1390 e firmato da “Frater Leonardus de ordine Praedicatorum”, amanuense domenicano che congiunse la sua opera con quella di un miniatore bolognese. La committenza di Carlo volle celebrare, attraverso i tratti di un’iconografia preziosa, le imprese “ab antiquo” della stirpe malatestiana. Nel codice, gli emblemi della signoria vengono presentati con evidenza: tre teste d’oro in campo verde, derivate dai tre figli maschi di Malatesta l’Antico affiancate dalla scacchiera rossa e dorata, bordate a lo volta dalla “sega” nera e aurea. Poi troviamo anche il cimiero sormontato dall’elefante, simbolo utilizzato per la prima volta da Carlo con lo scopo di recuperare una pregiata genealogia: la discendenza dagli Scipioni nell’antica Roma e la lotta leggendaria condotta dal Mastin Vecchio contro un saraceno noto come Gualdach. A questi emblemi si accostano altri due simboli: il leone, animale dotato di forza e di vigilanza (abituato a dormire con gli occhi aperti), e l’arpia, rappresentante dell’inesorabile giustizia e di rapaci forze dettate da vendette di ordine superiore.” MORESSA
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