Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
CARLO GONZAGA Signore di Tortona, Bozzolo, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, Viadana, Luzzara, Suzzara, San Martino dall’Argine, Gazzuolo, Gonzaga, Reggiolo ed Isola Dovarese. Figlio di Gian Francesco Gonzaga, fratello di Ludovico Gonzaga, genero di Niccolò d’Este e di Guidantonio Manfredi, cognato di Taddeo Manfredi.
- 1456 (dicembre)
Anno, mese | Stato, Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1432 | |||||
Mag. | Venezia | Milano | Lombardia | Alla morte del Carmagnola viene biasimato dai veneziani per il suo operato. | |
1433 | |||||
Sett. | Lombardia | Viene armato cavaliere a Mantova dall’imperatore Sigismondo d’Ungheria. | |||
1435 | |||||
Ago. | Lombardia | Partecipa ad una giostra bandita da Filippo Maria Visconti: abbatte numerosi partecipanti ad un torneo; dopo alcuni incontri finiti alla pari viene scavalcato da Venturino Benzoni cui va il premio finale. | |||
1436 | |||||
Nov. | Lombardia | Il padre Gian Francesco lo riconosce come erede al marchesato al posto del fratello Ludovico. | |||
1437 | |||||
…………… | Emilia | Si sposa con Lucia d’Este, figlia di Niccolò e di Parisina Malatesta. La moglie morrà pochi mesi dopo a giugno. | |||
Sett. | Milano | Venezia | Lombardia | Nel bresciano con Niccolò Piccinino. A fine mese si scontra a Gavardo con Guglielmo Cavalcabò. | |
1439 | |||||
Primavera | Veneto | Attraversa l’Adige ed assale Legnago. | |||
Giu. | Veneto | Viene sconfitto a Soave. E’ ferito leggermente sopra un occhio. | |||
Sett. | Lombardia | Affianca Taliano Furlano a Toscolano- Maderno: nello scontro è catturato Taddeo d’Este ed è distrutta parte della flotta lacuale veneziana. | |||
Nov. | Trentino | Partecipa alla battaglia di Tenno; salva Niccolò Piccinino dalla cattura mentre egli (come Cesare da Martinengo) è fatto prigioniero con 200 cavalli e 300 fanti da Francesco Sforza e dal Gattamelata Sessanta sono i morti tra i veneziani e più di 300 nelle file viscontee). Carlo Gonzaga viene condotto a Verona per essere incarcerato nottetempo in Castelvecchio. E’ rilasciato a metà gennaio dell’anno successivo in cambio della liberazione di Domenico Malatesta. | |||
1440 | |||||
Apr. | Lombardia | Su pressione del duca di Milano si riconcilia in Mantova con il fratello Ludovico (rappacificatosi, da parte sua, con il padre l’anno precedente). | |||
Giu. nov. | Lombardia Veneto | Rompe le vie di comunicazione tra Salò e Brescia; è sconfitto a Soncino. Ai primi di novembre assale Verona verso Porta Calzari. Viene respinto; di seguito recupera Porto e ne fa atterrare le opere di difesa. | |||
1441 | |||||
Dic. | Emilia | Assiste a Ferrara alla cerimonia in cui il cognato Lionello d’Este è chiamato alla guida dello stato estense. | |||
1442 | Milano | 300 lance e 157 fanti | E’ ricondotto dai ducali per un anno di ferma ed uno di rispetto. | ||
1443 | |||||
Ago. | Milano | Bologna | Emilia | Con Luigi dal Verme è battuto dai bolognesi a San Giorgio di Piano. | |
1444 | |||||
Gen. | Romagna | Attraversa il forlivese con Bartolomeo Colleoni alla testa di 2000 cavalli e di 1000 fanti. Durante la marcia tocca Villafranca, Ronco, Fornovo, Carpena e Magliano. | |||
Feb. | Romagna | Nel cesenate. Si collega con Luigi dal Verme a Mercato Saraceno. | |||
Lug. ago. | Romagna | Lascia Faenza. E’ ospitato in Forlì dal signore della città Antonio Ordelaffi. Ad agosto rientra in faenza con il dal Verme. | |||
Sett. | Romagna | Ad Imola. Muore il padre Gian Francesco. Eredita i feudi di Sabbioneta, Rivarolo Mantovano, Isola Dovarese, Gazzuolo, Viadana, Luzzara, Suzzara, Gonzaga e Reggiolo. Ciò è motivo di nuovi contrasti con il fratello Ludovico. | |||
1445 | |||||
Mar. | 400 lance | Gli è rinnovata la condotta dal duca di Milano. Questa gli viene portata a 400 lance. | |||
…………… | Emilia | A Mirandola. | |||
Lug. | Emilia | Con Luigi da San Severino (5000 cavalli) invade il bolognese alla notizia dell’ assassinio di Annibale Bentivoglio: ai ducali si congiungono anche 400 partigiani dei Canedoli. Con costoro Carlo Gonzaga attacca, senza esito, San Giovanni in Persiceto; assedia Monterone ed entra a forza in Sant’Agata Bolognese, in Crevalcore ed in molti altri castelli. Ripiega dopo avere messo a sacco le campagne vicine. | |||
……………. | Milano | Sforza | Marche | Si muove verso la marca di Ancona. Lo contrastano Simonetto da Castel San Pietro ed i fiorentini, che pongono un freno alle sue scorrerie. Nel corso dell’ anno si sposa in seconde nozze con Rengarda Manfredi, figlia del signore di Faenza Guidantonio. | |
1446 | |||||
………….. | Emilia | Si collega con Guglielmo di Monferrato. Irrompe nel bolognese. | |||
Mag. | Milano | Venezia | Emilia | Soccorre con 1000 cavalli San Giovanni in Persiceto; obbliga in tal modo Taddeo d’Este, Pietro Navarrino, Simonetto di Castel San Pietro e Tiberto Brandolini a desistere dall’ assedio della località ed a ritirarsi a Budrio. Entra in discordia con Guglielmo di Monferrato per motivi di precedenza. | |
Lug. | Emilia | I veneziani convincono il suo emulo, Guglielmo di Monferrato, a disertare nel campo della Serenissima: il Brandolini entra in San Giovanni in Persiceto con i fanti di Gregorio d’Anghiari approfittando dell’aiuto prestato dagli uomini del Monferrato. Alla notizia il Gonzaga fa armare le sue lance. Gli abitanti non lo vogliono però seguire per cui si trova isolato: è messo in fuga da Taddeo d’Este dopo avere subito numerose perdite. 700 cavalli della sua compagnia sono catturati; raggiunge Modena con i fuoriusciti e soli 6 cavalli. | |||
Sett. | Toscana Lombardia | Con Luigi da San Severino assale Pontremoli. Trasferito in Lombardia, viene sconfitto da Micheletto Attendolo nella battaglia del Mezzano. | |||
Ott. | Milano | Firenze | Marche e Toscana | A Recanati con Cristoforo da Tolentino. Si unisce con il San Severino ed assale Pontremoli, feudo dello Sforza, alla cui difesa si trovano i fiorentini. | |
Nov. | Lombardia | Alla guardia di Crema scopre un trattato a favore dei veneziani: termina con l’impiccagione e la confisca dei beni di 3 congiurati. Carlo Gonzaga promulga un decreto che porta all’espulsione dei guelfi (2500 persone) ed al saccheggio dei loro beni. | |||
1447 | |||||
Mar. | 1000 cavalli e 200 fanti | Il duca di Milano Filippo Maria Visconti gli rinnova la condotta. In ogni caso deve fingere di essere stato licenziato; le sue eventuali azioni di guerra devono sembrare condotte in modo autonomo. | |||
Giu. | Lombardia | Con Francesco Piccinino e Luigi dal Verme (8000 uomini tra fanti e cavalli raccogliticci) è sconfitto dall’ Attendolo al Monte di Brianza. | |||
Ago. | Lombardia | Si reca a Milano alla morte del Visconti. Sul castello cittadino compaiono le insegne del re di Napoli Alfonso d’Aragona, indicato quale suo erede dal duca. Carlo Gonzaga si incontra con il luogotenente del sovrano Raimondo Boilo; gli giura obbedienza con Guidantonio Manfredi, Guido Torelli, Luigi dal Verme ed i figli del San Severino Francesco, Amerigo e Bernabò. All’ uscita dalla fortezza viene trascinato dalla popolazione a riconoscere la Repubblica Ambrosiana, che si è appena costituita, ed a porsi al suo soldo. Svaligia gli uomini d’arme del capitano aragonese e saccheggia i loro beni che si trovano nel monastero di Sant’ Ambrogio. Ottiene per denaro il castello di Porta Giovia, che viene demolito dalla popolazione. Mentre è intento a questa operazione i suoi uomini sono espulsi da Lodi dagli abitanti in rivolta. | |||
Sett. | Milano | Venezia | Lombardia | Assedia San Colombano al Lambro con il signore di Faenza Guidantonio Manfredi. | |
Ott. dic. | Emilia | Asseconda Francesco Sforza all’assedio di Piacenza; blocca la città dalla parte della Porta Fausta. Ha il comando della flotta nell’attacco finale alle mura: non è sempre in sintonia con il suo capitano generale in quanto più volte, per mancanza di denari, lo minaccia di trasferirsi con i suoi uomini nei campi invernali. Né la sua immagine ci guadagna con il suo ingresso in Piacenza: partecipa come tutti al sacco della città e per di più chiede che gli siano dati in premio 500 cittadini, che si sono rinchiusi in una torre, ai quali imporre una taglia. | |||
1448 | |||||
Gen. | Lombardia | Colloca i suoi alloggiamenti invernali nelle sue terre del mantovano. | |||
Giu. | Lombardia | Stipula con il senato della Repubblica Ambrosiana un trattato che prevede, in caso di sua conquista, la signoria di Asola, Lonato e Peschiera del Garda. | |||
Lug. | Lombardia | Appoggia Francesco Sforza nelle sue ambizioni; esce con tale condottiero dal lodigiano contro il parere di Francesco e di Jacopo Piccinino; muove in soccorso di Cremona. Partecipa alla battaglia del Mezzano in cui è disfatta la flotta di Andrea Querini. A fine mese chiede all’abbazia di Leno l’investitura di Bozzolo e di San Martino dall’Argine. | |||
Ago. sett. | Lombardia | Assedia il castello di Caravaggio. Con Guglielmo di Monferrato, Cristoforo Torelli e Luigi dal Verme si piazza a sinistra rispetto alla Porta Orientale, mentre a destra si pongono i condottieri di scuola braccesca. Ad un certo punto per il ritardo del soldo molesta con le sue richieste lo Sforza: giunge a chiedergli licenza di andarsene. A metà settembre prende parte alla battaglia di Caravaggio. Ha l’incarico di difendere un ponte con Alessandro Sforza, Manno Barile e Fiasco da Giraso: viene respinto e si salva a stento dalla cattura. Ferito da un colpo di lancia vicino ad un occhio, si dà alla fuga. Cavalca fino a Milano dove dà la notizia della sconfitta dello Sforza. Ritornato al campo, lo asseconda nel suo piano che prevede l’attraversamento dell’Oglio e la conseguente invasione del veneziano; lo affianca pure all’assedio di Brescia. E’ nominato dallo Sforza podestà di Asola, tolta negli stessi giorni alla Serenissima. | |||
Ott. | Sforza | Milano | Lombardia | All’assedio di Brescia. Su pressione di Alessandro Sforza appoggia in un primo tempo lo Sforza a seguito del trattato di Rivoltella in cui è delineata un’alleanza tra sforzeschi e veneziani. | |
Nov. | Milano | Sforza Venezia | 1200 cavalli e 500 fanti | Lombardia | Abbandona di notte il campo sforzesco con 1200 cavalli e 500 fanti; raggiunge a sprone battuto i suoi castelli sull’Oglio nei pressi del mantovano (Isola Dovarese, Bozzolo, Rivarolo Mantovano). Sono uccisi tutti i sostenitori del fratello. Si impadronisce anche di Sabbioneta: nell’occasione invia con le orecchie tagliate al fratello Ludovico i componenti del presidio della località. Si dirige a Milano; è nominato dagli abitanti capitano del popolo. Ha in tal modo il controllo del governo della Repubblica Ambrosiana. Sostenuto dai finanziamenti di Galeotto Toscani, spera di ottenere il dominio di Milano, o almeno la signoria di qualche città lombarda. Per tale motivo tenta di farsi riconoscere come punto di riferimento, in modo da acquistare sostenitori e di orientare gli eventi a proprio vantaggio. |
Dic. | Lombardia | Favorisce i cittadini di parte guelfa ai danni dei ghibellini. Viene in possesso di messaggi cifrati inviati dallo stesso Sforza ai capi ghibellini Teodoro Bossi e Giorgio Lampugnani; cattura costoro con uno stratagemma e li fa condurre nelle prigioni di Monza dove il Lampugnani è decapitato: la sua testa è portata a Milano per essere esposta in pubblico. Teodoro Bossi, sottoposto a tortura, denuncia molti complici che sono imprigionati; 7 sono decapitati in piazza del Broletto (piazza Mercanti). I beni dei congiurati sono confiscati e donati al popolo. Il Gonzaga con Antonio da Trivulzio ed Innocenzo Cotta forma un nuovo governo; viene ancora eletto capitano del popolo. I nuovi magistrati non lo seguono nella sua ambizione, cosicché fallisce ogni suo tentativo di impossessarsi della signoria milanese. | |||
1449 | |||||
Gen. feb. | Lombardia | Tenta invano con Francesco Piccinino di prestare soccorso ai difensori di Crema. E’ bloccato sull’Adda dall’azione di Sigismondo Pandolfo Malatesta. E’ costretto a rientrare in Milano. Viene a sua volta assediato duramente. Pensa di riconciliarsi con lo Sforza; lo tiene costantemente informato sull’ andamento degli avvenimenti cittadini. Gli chiede una condotta di cavalli pari a quella di Guglielmo di Monferrato, una provvigione mensile di 2000 ducati, una casa a Pavia, i feudi di Bassignana, di Borgofranco e di Sartirana Lomellina, il riconoscimento dei beni che gli sono stati concessi dalla Repubblica Ambrosiana a Monza (per una rendita annua di 600 ducati), Sant’Angelo Lodigiano e la casa di Milano a Porta Romana, già di Guido Torelli. | |||
Mar. | Lombardia | Diventa sempre più sospetto agli occhi della Repubblica Ambrosiana. I suoi uomini di stanza a Porta Romana, a Milano, vengono svaligiati dagli stessi abitanti; riottengono i loro beni solo il giorno seguente. Carlo Gonzaga approfitta dell’ inazione di Francesco Piccinino, da poco passato nel campo sforzesco, ed entra in Monza assediata dallo Sforza con molte squadre di cavalli e di fanti guidati da Michele di Piemonte. Giorni dopo il Gonzaga esce da Monza all’alba ed assale le truppe sforzesche prive di validi sistemi di sorveglianza. Giovanni Ventimiglia chiede senza esito soccorsi a Francesco Piccinino. Il contrattacco dei milanesi ha presto la meglio; è messo a ferro e fuoco il campo sforzesco; il Ventimiglia viene obbligato alla fuga, Dolce dell’ Anguillara è ferito mortalmente; anche il dal Verme è ferito in modo grave. Il Gonzaga cattura 300 cavalli con tutti i pezzi di artiglieria ed i carriaggi. | |||
Apr. | Lombardia | A Milano è raggiunto da Francesco e da Jacopo Piccinino che, continuando con i loro voltafaccia, sono ritornati a militare per la Repubblica Ambrosiana. Con costoro marcia alla volta di Crema; costringe i veneziani di Sigismondo Pandolfo Malatesta, che sta assediando la città, a ritirarsi a Fontanella. Ha Melegnano. | |||
Mag. | Lombardia | Muove con i due Piccinino in soccorso di Melegnano alla testa di 6000 cavalli, 4000 fanti e 20000 milanesi armati per lo più di schioppetto. La fanteria cittadina non ha il coraggio di fronteggiare la cavalleria pesante sforzesca. Carlo Gonzaga si ferma allora a San Giuliano Milanese e rientra a Milano. | |||
Giu. | Lombardia | Francesco Sforza ora passa all’assedio di Vigevano; Carlo Gonzaga con Jacopo Piccinino scorre sulla riva sinistra del Po, preda vari centri e dà alle fiamme Villanterio. La flotta pavese lo obbliga a ritirarsi. | |||
Ago. | Lombardia | Soccorre Crema dagli attacchi portati ancora dal Malatesta. | |||
Sett. | Sforza | Milano | 2100 cavalli e 1000 fanti | Lombardia | Nascono nuovi disordini in Milano che culminano con l’uccisione del suo amico Galeotto Toscani; i disegni di Carlo Gonzaga trovano sempre più opposizione in alcuni potenti aristocratici, nel legato imperiale Enea Silvio Piccolomini e nei due Piccinino. Ciò lo porta a riavvicinarsi allo Sforza tramite Francesco Capra, a tradire la causa dei milanesi ed a consegnare agli sforzeschi la rocca di Lodi e quella di Crema ai veneziani. In cambio ottiene una condotta di 2100 cavalli e di 1000 fanti: la ferma è stabilita in un anno ed è previsto il suo rinnovo; altre modalità riguardano una provvigione annua di 48000 ducati, di cui gliene sono anticipati 12000, la signoria di Tortona, di Pontecurone, di Vighizzolo, di Pozzolo e di Casale; gli è riconosciuto il possesso della casa di Porta Romana nella parrocchia di San Nazario e Celso e di un’altra a Pavia. Alla moglie sono concesse entrate nel pavese per 1000 ducati l’anno; con la conquista di Milano gli sono, infine, promessi altri 23000/24000 ducati a carico dell’erario della città. Abbandona Lodi e, per non fare sembrare troppo grande il suo tradimento, fa sollevare la città contro la Repubblica Ambrosiana per mezzo di suoi fautori. |
……………. | Sforza | Milano Venezia | Lombardia | Con l’alleanza di milanesi e di veneziani in funzione antisforzesca si sposta nel cremonese. Raccoglie 1000 cavalli che hanno disertato dalle file di Francesco e di Jacopo Piccinino e raggiunge lo Sforza all’assedio di Milano. | |
1450 | |||||
Gen. | Lombardia | E’ disfatto ad Erba da Bartolomeo Colleoni. | |||
Feb. | Lombardia | Con Giovanni da Landriano e Giovanni Ventimiglia tenta di sorprendere Monza: l’azione fallisce perché la sua guida, a causa della forte pioggia, sbaglia la strada e conduce gli sforzeschi a Carate Brianza. Lo Sforza entra finalmente in Milano; Carlo Gonzaga ne viene nominato governatore con il mandato di proibire ogni tumulto o rapina. | |||
Mar. | Lombardia | Ripulisce Milano degli elementi più ostili alla casa sforzesca. Assiste in duomo alla proclamazione a duca di Francesco Sforza. Con altri nobili arma cavalieri 91 persone di varie nazionalità. | |||
Nov. | Lombardia | Viene incarcerato nella rocchetta di Porta Romana a Milano e nella rocca di Binasco a causa delle sue proteste conseguenti all’ accordo di Francesco Sforza con il fratello Ludovico. Si mette in contatto con i veneziani. E’ scoperto il suo tentativo di tradimento. Viene arrestato. | |||
1451 | |||||
Mar. | Emilia | Torturato, ottiene la libertà cedendo Tortona (ottenuta a suo tempo); riconosce pure il pagamento di una penale di 60000 fiorini. La somma gli è prestata dal fratello mediante la cessione dei redditi delle terre ereditate dal padre. Viene confinato a Corano. | |||
Giu. lug. | Piemonte | Quando il fratello Ludovico si reca a Milano fugge nelle terre del duca di Savoia; a fine luglio si rifugia a Venezia. Gli è concessa per le sue necessità una provvigione mensile di 1000 ducati. | |||
1452 | |||||
Feb. | Venezia | 400 lance e 200 fanti | E’ condotto per un anno di ferma ed uno di beneplacito; gli è dato il comando delle lance spezzate del trevigiano e gli è riconosciuta una provvigione mensile di 400 ducati: da parte sua si impegna alla rassegna dei suoi uomini ed a restituire ai veneziani quei possedimenti del veronese e del cremonese che si trovano ancora in suo possesso. | ||
Apr. | Venezia | Milano | Veneto | Agli ordini di Gentile da Leonessa muove guerra dal veronese allo Sforza. | |
Mag. | Lombardia | Giunge a Manerbio con 350 cavalli; attraversa l’Adda a Rivolta su un ponte di barche e scorre fino al canale Muzza, nei pressi di Melzo. Assale alcune bastie. | |||
Lug. | Lombardia | Supera ancora l’Adda con Carlo di Montone e Matteo da Capua per devastare il lodigiano. Viene loro incontro Alessandro Sforza che è battuto ad Abbadia Cerreto con la cattura di 400 cavalli e di tutti i carriaggi. Il Gonzaga prende parte ad un consiglio di guerra. | |||
Sett. | Lombardia | A metà mese sono catturati 50 uomini della sua compagnia mentre stanno sorvegliando alcune mandrie di cavalli al pascolo: soccorso dai veneziani, recupera le bestie razziate. Si sposta a Villachiara, dove con Antonello da Forlì e Gentile da Leonessa si scontra con gli sforzeschi (cattura di 8 uomini d’arme). | |||
Ott. | Lombardia | Contrasta a Leno Gaspare da Vimercate; interviene il Colleoni; quest’ ultimo è ferito da una freccia a seguito della pronta risposta degli uomini di Jacopo Piccinino. | |||
Nov. | Lombardia | Attacca con le bombarde Leno. Si muove tra Gottolengo ed Iseo con Jacopo Piccinino per bloccare il flusso dei rifornimenti al campo sforzesco: attacca una colonna. Si trova in difficoltà fino al momento in cui non interviene a suo favore Gentile da Leonessa. Al campo di Ghedi con 4 compagnie di cavalli e 200 fanti. | |||
Dic. | Lombardia | Affianca Gentile da Leonessa nel domare a Ghedi alcuni disordini sorti nel campo veneziano e provocati dai saccomanni: fa uccidere 2 di costoro dai suoi arcieri. La rivolta ha subito fine. Sorveglia le rive dell’Adda; viene richiamato a Crema per la perdita di alcune delle bastie a difesa di Abbadia Cerreto. | |||
1453 | |||||
Feb. | 1500 cavalli | Lombardia | Gli è rinnovata la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto; oltre la solita provvigione, gli sono garantiti 25000 fiorini per lo stipendio delle sue milizie. E’ nominato capitano del veronese e gli è promessa la signoria di Mantova in caso di conquista del marchesato: Ostiglia, Borgoforte, Goito e Belforte in questo caso sarebbero andate ai veneziani. | ||
Mag. | Veneto e Lombardia | Penetra nel mantovano per riprendersi alcuni castelli che gli sono stati tolti dal fratello Ludovico; in breve occupa Belforte e Piuforte (Bigarello). Ludovico Gonzaga, che si trova ad Ostiglia, accorre e con un contingente di truppe sforzesche lo assale alle spalle e lo mette in fuga a Castel d’Ario. Viene inseguito verso Legnago ed oltre l’Adige. | |||
Giu. | Lombardia e Veneto | Alla testa di 3000 cavalli e di 500 fanti si scontra ancora con il fratello Ludovico e Tiberto Brandolini (che ora milita per il duca di Milano) a Villabona. Subisce un nuovo scacco a seguito di uno scontro che dura cinque ore (cattura di 1000 cavalli e di alcuni capisquadra). Si riduce a Vigasio con il provveditore Marino Capello. | |||
Lug. | Lombardia e Veneto | Staziona con Antonello da Forlì in una bastia nei pressi di Ghedi: ne è scacciato dal fratello Ludovico. Rientra a Verona e tenta un’azione diversiva a Montichiari. Assale di notte il campo sforzesco e si impadronisce di 100 cavalcature. | |||
Ott. | Lombardia | Si trova alla guardia di Lonato con 8 squadre di cavalli e 300 fanti; raggiunge il Piccinino a Ghedi e tocca Manerbio con Pietro Brunoro. Rientra a Lonato. | |||
Nov. | Lombardia | E’ segnalato sempre a Lonato. | |||
Dic. | Emilia | Ripara a Ferrara. | |||
1454 | |||||
………….. | Lombardia | Con la pace di Lodi recupera le proprietà che gli sono state confiscate in precedenza dal fratello Ludovico. | |||
Ago. | Siena | Pitigliano | 1000 cavalli | Toscana | E’ condotto dai senesi, dopo aver ottenuto il permesso dai veneziani, allo scopo di combattere il conte di Pitigliano Aldobrandino Orsini. |
Nov. | Toscana | Assedia Sorano. Si accampa verso il monte con 3 pezzi di artiglieria. | |||
Dic. | Toscana | Sigismondo Pandolfo Malatesta, capitano generale dei senesi, firma con gli avversari una tregua non autorizzata dalla repubblica proprio quando Sorano sta per cedere in potere della repubblica. E’ dato a Carlo Gonzaga l’incarico di uccidere il condottiero riminese sospettato di tradimento. Il Gonzaga è poco dopo accusato, a sua volta, di essere stato consapevole di ogni trama e di non avere fatto nulla per sventarla. Si allontana dal territorio di Sorano, lascia incustodite le artiglierie e scorre nel senese. Entra in Orbetello e la mette a sacco. Giunge nella località il commissario Antonio Petrucci con la maggior parte della fanteria senese. Si incontra con il Petrucci; cerca di giustificare la sua condotta. Ammalatosi, si reca a trovarlo l’ambasciatore della Serenissima. Viene ripreso acerbamente: come risultato restituisce Orbetello ed è perdonato dai senesi per le sue malefatte. Ha il compito di occupare Marsiliana. | |||
1455 | |||||
Gen. | Toscana | Nel marasma generale entra a contesa con Giberto da Correggio, altro condottiero senese; gli toglie 2 bombarde che conduce a Castell’Ottieri. | |||
Giu. | Siena | Comp. ventura | Toscana | E’ contattato da Silvestro da Lucino affinché si unisca con la compagnia di Jacopo Piccinino per invadere il senese. Non aderisce all’ invito; si oppone anzi alle minacce portate a tale territorio dallo stesso Piccinino. Si unisce con Giberto da Correggio e Pietro Brunoro; con tali capitani contrasta l’avversario a Magliano in Toscana. | |
Ago. | In precarie condizioni economiche. | ||||
1456 | |||||
Mar. | Emilia | Si trasferisce a Ferrara con la seconda moglie Rengarda Manfredi. | |||
Mag. | Alla ricerca di una provvigione. Si offre inutilmente agli aragonesi. | ||||
Giu. | Romagna | Lascia Faenza e si reca a Forlì con 20 cavalli. E’ ospitato nella città da Cecco e Pino Ordelaffi. Alla fine del pranzo rientra a Faenza. | |||
Dic. | Emilia | Muore per flusso di sangue a Ferrara. E’ sepolto nel santuario di Santa Maria delle Grazie presso Mantova. Discepolo di Vittorino da Feltre. Medaglia del Pisanello. Lorenzo Spirito lo ricorda in “Lamento di Perugia soggiogata”. E’ pure protagonista dell’omonimo dramma storico ottocentesco di Riccardo Ceroni. Sposa Lucia d’Este, figlia di Niccolò, ed in seconde nozze Rengarda Manfredi, sorella di Taddeo. |
CITAZIONI
-“Fece molte opere degne.” ALBERTI
-“Dux quidem ut statura,ita et animo et prudentia maximus..Duce mea sententia, ut praestante animo, ita in re militari prudentissimo.” PORCELLIO
-“Pessimo uomo per l’animo corrotto da insaziabile sete di dominio.” MAGENTA
-“Condottiere di celebrità, non già per valore, ma per le molte vicende di sua vita, gigantesco di statura, uomo turbolento e di corta fede.” LITTA
-“Grande di corpo, di forza e assai eloquente.” SANSOVINO
-“Con Cristoforo Torelli e Antonio Ventimiglia “Clari bello viri praefectique singularum turmarum.” RIPAMONTI
-“One of the most prestigious condottieri.” MALLETT
-“Fece gran torto al suo nascimento e alla virtù militare, ch’egli hebbe in alto grado, essendo come Annibale pieno di poca fede e di molto valore.” MAFFEI
-Con Ludovico Gonzaga “Homini preclarissimi nelle arme et lectere.” NOTAR GIACOMO
-Con Guglielmo di Monferrato “Risplendevano nelle battaglie quali astri luminosi.” V. DE CONTI
-“La sua figura rimane in qualche modo incompiuta: fu un buon capitano, consapevole del suo rango e talora proiettato verso vicende politiche di più ampia prospettiva, forse memore, come ricorda la storiografia mantovana, della signoria su Mantova che per breve tempo sembrò essergli destinata per l’allontanamento del fratello Ludovico, ma non ebbe l’opportunità, o la capacità, di perseguire coerentemente disegni di più largo respiro.” LAZZARINI
-“Sebbene discepolo di Vittorino da Feltre viene concordemente definito di “corto cervello”, di “cortissima fede” w di nessuna cultura.” E. BARTOLINI
-“Il Racheli (Delle memorie di Sabbioneta) traccia un diffuso ritratto, fisico e psicologico dello sfortunato ed ambizioso, Carlo, dal quale possiamo apprendere tutti i numerosi vizi e difetti, come le virtù e le doti che contribuirono a formare insieme la complessa personalità del primo Gonzaga, signore di Sabbioneta, sia pure per poco tempo.” AGOSTA DEL FORTE