0547 CARLO CORSO (Carlo dalla Rocca)
+ 1520 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1509 | |||||
Apr. | Venezia | Francia Impero | 400 fanti | Lombardia |
Si trova al campo di Pontevico; è inquadrato nella terza colonna comandata da Antonio Pio. |
Giu. |
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Veneto |
Entra in Belluno con Alessandro Greco alla testa di 65 cavalli e di 170 fanti, seguito immediatamente da Paolo Contarini con 500 stradiotti. |
Lug. |
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Veneto |
E’ costretto ad abbandonare Belluno perché gli abitanti aprono le porte della città agli imperiali. |
………….. | Veneto | Alla difesa di Treviso | |||
………….. | Veneto | A Noale. | |||
1510 | |||||
Gen. |
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Veneto |
Ritorna a Belluno e pone i suoi alloggiamenti nei borghi cittadini: i suoi uomini si comportano in maniera tanto insolente da provocare quasi una rivolta cittadina. |
Mag. |
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Friuli |
A Feltre ed a Cividale del Friuli: si lamenta per il ritardo delle paghe. |
Giu. |
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150 fanti | Friuli e Veneto |
Esce da Cividale del Friuli per il ritardo delle paghe; si reca a Venezia per protestare. Gli è consegnato del denaro e con i suoi provvigionati raggiunge Treviso. |
Lug. | Venezia | Francia Impero Ferrara | 200 fanti | Veneto |
E’ preposto alla difesa di Belluno con Francesco Sbrogliavacca: all’ avvicinarsi di un forte contingente imperiale, comandato da Andrea di Liechtenstein, preferisce ritirarsi e trasferirsi con i suoi uomini a Padova. Si imbarca ad Oriago e ritorna a Treviso (200 provvigionati) con Cipriano da Forlì e Gurlotto Tombesi. |
Ott. |
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330 fanti | Veneto e Emilia |
E’ segnalato in Polesine con il provveditore generale Paolo Capello; entra in Stellata che è stata abbandonata dagli estensi. |
1511 | |||||
Mag. | Veneto | Ha ai suoi ordini 154 fanti. | |||
Ago. |
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203 fanti | Veneto |
Ritorna alla guardia di Treviso; ha il mandato di difendere il tratto di mura dal bastione del Sile alla Porta di San Tommaso. La città è assediata dai francesi e dagli imperiali. |
Ott. |
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221 fanti |
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Dopo l’allontanamento degli avversari esce da Treviso con Renzo di Ceri per controllare i loro movimenti. Si muove con imprudenza ed è catturato dai francesi con otto/dieci uomini mentre sta tentando di difendere il podestà Andrea Donato. |
Dic. |
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Friuli |
Liberato, fiancheggia in Friuli il Ceri contro gli imperiali. Attacca San Martino di Crisa (San Martino) e rimane ferito in uno scontro con gli abitanti. |
1512 | |||||
Gen. | Friuli | ||||
Feb.
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Veneto |
Viene inviato a Montecchio Maggiore da Giampaolo Baglioni. |
Mar. |
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Nella sua compagnia militano 207 fanti. |
Giu. |
Al comando di 205 fanti. |
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Ago. | Genova | Francia | 300 fanti | Liguria |
Si trova a Genova ed assedia Capo di Faro. Catturato dai nemici nei pressi del monastero di San Benigno, è rilasciato dopo avere raggiunto un accordo con costoro che prevede l’introduzione a pagamento di vettovaglie nella fortezza. Scoperto dai genovesi, è rinchiuso nel Castelletto; è liberato in pochi giorni a seguito di colloqui segreti di Giano Fregoso, di cui è probabilmente parente, con gli stessi francesi. |
1514 | |||||
Gen. | Venezia | Spagna |
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Liguria e Veneto |
Si allontana da Genova e punta su Venezia con alcuni dei suoi uomini; la sua galea fa naufragio vicino a Chioggia ed i veneziani lo sovvenzionano con vestiti e denaro. |
………….. | Lombardia |
Raggiunge il Ceri a Crema. |
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Ago. |
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Lombardia |
Sconfigge gli sforzeschi ad Ombriano. |
1515 | |||||
Lug. | Chiesa | Francia |
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Emilia |
Milita agli ordini di Guido Rangoni. |
Ott. |
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Emilia |
Si trova a Modena: quando una sua compagnia vuole lasciare la città per spostarsi a Mirandola, gli abitanti non la fanno uscire dalle porte fino al momento in cui i suoi uomini non abbiano pagato i debiti contratti con gli osti cittadini e con altri creditori. Contrasta le milizie di Gian Giacomo da Trivulzio. |
Dic. | Venezia | Spagna |
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Lombardia |
Viene segnalato al campo invernale di Gavardo. |
1520 |
Muore. |
CITAZIONI
-“E’ valente homo e persona da non perder a sti tempi.” SANUDO
-Alla battaglia di Ombriano “E carlo corso ne l’armi pregiato/ fa veder quanto è in le battaglie destro,/ dando a nemici sopra di quel prato/ colpi che tutti vengon dal maestro./ Cridando marco marco il sir pregiato/ nel volto horrendo, riggido, & alpestro/ tal che sol ne la faccia horrida, e scura/ harebbe fatto a ciascadun paura.” DEGLI AGOSTINI