CARLO BAGLIONI

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Le mura difensive di Fossato di Vico
Le mura difensive di Fossato di Vico

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

CARLO BAGLIONI  Detto Barciglia per il doppio mento.

Di Perugia. Figlio di Braccio Baglioni, zio di Grifone Baglioni, nipote di Giulio Cesare da Varano, cognato di Girolamo dalla Penna.

1473 – 1518 (dicembre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1491
Giu.UmbriaSi impadronisce con i congiunti di Perugia dopo averne scacciato gli Oddi.
1492
Nov.PerugiaFuoriuscitiUmbriaAffronta con Giampaolo Baglioni i fuoriusciti a Bastia Umbra ed a Assisi.
1495
Lug.FranciaVeneziaEmiliaE’ fatto prigioniero nella battaglia di Fornovo.
Sett.PerugiaOddi e FolignoUmbria

Sostiene l’azione di Giampaolo Baglioni allorché Perugia è attaccata nottetempo dalle milizie degli Oddi capitanate da Troilo Savelli. Raduna alcuni fanti; scavalca le catene che impediscono l’accesso alla piazza alla cavalleria avversaria; insegue i nemici che ripiegano   sino alla Porta di Sant’Andrea.

Nov.FranciaNapoliPugliaMilita nella compagnia di Virginio Orsini.
1496
Ago.Basilicata

E’ catturato nei pressi di Atella con Virginio Orsini, Morgante e Simonetto Baglioni. Viene liberato poco dopo senza il pagamento di alcuna taglia.

1497
EstatePerugiaAssisiUmbria

Segue Astorre e Giampaolo Baglioni contro Jacopo Fiumi che si è impadronito di Assisi. Giampaolo Baglioni tratta con alcuni abitanti davanti ad una porta della città e sta per cadere in un’imboscata; Carlo Baglioni gli invia in aiuto Gonzaio da Perugia che, con alcuni fanti, sventa l’insidia.

1498
Ago.VeneziaFirenze

E’ assoldato con i congiunti Astorre e Grifone. Ai 3 condottieri è concessa una condotta di 150 uomini d’arme ed a ciascuno viene riconosciuta una provvigione di 400 ducati. La ferma è stabilita in un anno ed è previsto un anno di rispetto.

Ott.Romagna  Toscana

Si trova a Rimini; da qui si sposta lentamente verso il Casentino dopo avere ricevuto 6000 ducati dai veneziani. Sosta a San Mauro Pascoli con 56 lance.

Nov.Toscana

Entra nel Casentino;  minaccia di non muoversi se prima non gli siano saldate le sue spettanze. E’ temporaneamente bloccato da dolori al fianco; ciò non gli impedisce di ottenere a fine mese a patti Caziano con il nipote Grifone.

Dic.Toscana e Marche

Viene inviato in soccorso di Bartolomeo d’Alviano.  Alloggia con Grifone nel borgo di Campo; è costretto a ritirarsi dai monti della Verna per la pressione degli avversari. Si porta prima a Bibbiena e, poi, a Casteldelci.

1499
Mar.MarcheIl capitano generale della Serenissima Niccolò Orsini affida l’incarico, a lui ed al fratello Grifone, di raccogliere 2000 fanti.
Mag.E’ licenziato in anticipo dai veneziani con Astorre e Grifone Baglioni.
1500
Giu.Umbria

Con Girolamo dalla Penna ed il nipote Grifone, spinto anche dal signore di Camerino Giulio Cesare da Varano, concepisce il disegno di sterminare i membri della sua famiglia che dominano in Perugia (Astorre, Giampaolo, Simonetto). Alla trama prendono parte Filippo Baglioni (figlio naturale di Braccio), Berardo, Giacomo, Ottaviano e Francesco della Cornia, Bernardino d’Antignola. Carlo Baglioni Si porta a Ponte Pattoli ed a Civitella Benazzone con gli altri congiurati; stabilisce di compiere il tentativo durante i festeggiamenti da tenersi per il matrimonio di Astorre con Lavinia Colonna.

Lug.BaglioniPerugiaUmbria e Marche

A metà mese è concordata la linea  d’azione nella sua casa. E’ predisposto un piano dettagliato che prevede la costituzione di  squadre di 15 uomini ciascuna che devono occupare le porte della città per impedire la fuga; altre squadre devono recarsi alle case dei Baglioni per procedere alla loro uccisione. Il segnale convenuto è il lancio di una grossa pietra sul selciato della loggia di Guido Baglioni.  I congiurati irrompono nella casa di Guido Baglioni rompendone le porte. Egli entra nella camera di Simonetto Baglioni, il fratello Grifone in quella di Giampaolo, Filippo Baglioni in quella di Astorre, Girolamo dalla Penna in quella di Gismondo, Bernardino d’Antignola in quella di Guido Baglioni. Carlo uccide Simonetto, cerca di aiutare il fratello ma Giampaolo Baglioni riesce a sfuggirgli. Fa suonare a festa le campane del palazzo comunale. Arringa la popolazione alla rivolta senza trovare lo sperato consenso; convoca pure senza esito un consiglio cittadino, cui pochi gentiluomini si presentano. Sulla sera ordina che sia data sepoltura ai congiunti assassinati, dal momento che i corpi degli uccisi giacciono ancora in mezzo alla strada. Litiga con Girolamo dalla Penna. Non resta, tuttavia, inoperoso. Esce da Perugia, giunge nei pressi di San Costanzo per uccidervi Girolamo Baglioni; si accorge che in lontananza si sta avvicinando Giampaolo con numerose truppe; lascia il giovane e fa chiudere tutte le porte di Perugia. Allorché è informato che il rivale si sta avvicinando si fa aprire la Porta di San Pietro della prima cerchia ed un’altra della seconda cerchia;  si allontana con Girolamo dalla Penna per la Porta di Sant’Angelo. Si ferma a Prepo in casa di un suo fautore; il rumore dei cavalli che si sono messi al suo inseguimento  lo inducono a rifugiarsi in un canneto; vi si nasconde con un famiglio e sfugge alla cattura. Raggiunge a piedi Ponte San Giovanni, dove un amico lo porta in salvo a Bettona. Con il sostegno di Cesare Crispolti si unisce dapprima a Pozzo, nel todino, con il fuoriuscito Girolamo di Canale ed in un secondo momento ripara a Camerino presso Giulio Cesare da Varano.

Sett.Il papa Alessandro VI emana un breve che proibisce si sudditi dello stato della Chiesa di dare ospitalità a lui, a Girolamo dalla Penna ed a Giulio Cesare da Perugia.
Dic.Umbria

Si muove presso Bettona con Girolamo dalla Penna; attaccato da Giampaolo Baglioni, che dalle Marche sta ritornando a Perugia, si salva con il favore di una forte  pioggia.

1501
Feb.Umbria

E’ segnalato sugli Appennini con il dalla Penna ed i fuoriusciti di Perugia, Viterbo, Todi, Ascoli Piceno per un totale di 200 cavalli e di 400 fanti. Con Girolamo dalla Penna e Giulio Cesare da Perugia entra per trattato (l’apertura di una porta da parte di un suo fautore) in Nocera Umbra;  ne trae un grosso bottino (2500 fiorini grazie ad una grossa scorta di sale che dalla Romagna è diretta a Perugia). Sono ispezionati pozzi e cisterne; sono saccheggiate le botteghe; molti prigionieri sono torturati perché rivelino i nascondigli delle loro ricchezze. Continue sono le sue scorrerie nei giorni seguenti. E’ fronteggiato da Gentile Baglioni, che più volte lascia Spello per toccare le mura di Nocera Umbra; anche Morgante e Giampaolo Baglioni gli si muovono contro. Intervengono i pontifici per riportare la pace nel territorio. Alla fine Carlo Baglioni e Girolamo dalla Penna accettano l’invito dei colonnesi per combattere i francesi nel regno di Napoli.

Mar.NapoliFranciaAbruzzi

E’ posto dagli aragonesi alla difesa di L’Aquila. Fatto prigioniero quando la città è conquistata da Carlo Orsini, ne fugge facendosi  largo con la spada (uccisi dieci avversari ed altri feriti).

1502CamerinoChiesaMarche

Segue Giulio Cesare da Varano a Matelica;  è catturato dai pontifici; è liberato da Paolo Orsini nonostante le richieste di averlo nelle sue mani fatte da Giampaolo Baglioni.

1503
Gen.ChiesaPerugiaUmbria

Dopo la strage di Senigallia affianca Cesare Borgia contro i congiunti. Gli sono destinate dal duca Valentino le terre già in possesso del congiunto Giampaolo.

Feb.UmbriaRientra in Perugia con altri fuoriusciti.
Apr. mag.UmbriaViene eletto dai pontifici governatore di Perugia assieme con Girolamo dalla Penna. I 2 condottieri non riescono ad andare d’accordo. Da qui nascono forti disordini nella città.
Ago.ChiesaBaglioniUmbria

Alla morte del papa Alessandro VI stimola i magistrati di Perugia ad affrontare Giampaolo Baglioni prima che quest’ultimo possa ricevere soccorsi dai suoi alleati. Lascia la città per Porta Borgna con Bernardino da Marciano alla testa di 4000 fanti e di 400 cavalli; a San Manno  cerca di assalire Giampaolo Baglioni attestatosi su una collina. Il rivale accenna a ritirarsi verso Siena o Orvieto; si sposta invece a Mugnano ed a Marsciano che raggiunge eludendo la sua sorveglianza. Il Baglioni si dirige a questo punto su Castel del Piano e Cerqueto;  ritorna in tutta fretta a Perugia alla notizia che Giampaolo Baglioni, raggiunto da numerosi rinforzi,  sta puntando verso Torgiano. E’ informato che Muzio Colonna sta venendo in suo soccorso; si trasferisce a Ponte San Giovanni per colpire alla spalle il capitano avversario. Il Colonna è però bloccato nella sua marcia per cui il Baglioni deve abbandonare tale centro.

Sett.Umbria

Ai primi del mese invia Girolamo dalla Penna e Giulio Cesare da Perugia ad occupare Monte Pecoraro, San Felicissimo e Santa Croce, colline che sovrastano Ponte Felcino. Da parte sua lascia Perugia, scende a Ponte San Giovanni, attraversa il Tevere e nel piano di Collestrada si scontra con Gentile Baglioni. Interviene Giampaolo Baglioni.  Sconfitto dagli avversari a Ponte san Giovanni,  riattraversa il Tevere.  Si rinchiude in Perugia. Sta ascoltando la messa in San Domenico quando la città è assalita dagli avversari (7000 uomini).  Oppone la più gagliarda difesa alle Due Porte ed a Sant’Ercolano; respinge i primi attacchi. Inferiore nettamente di forze, tenta un’ultima sortita tra la Porta Marzia e la Cornea.  Ferito ed abbandonato dai suoi, lascia la città per Porta Sant’Angelo con gli Oddi e Bernardino da Marciano.

Ott. nov.BorgiaBaglioniToscana

Si congiunge con Michelotto Coreglia e Taddeo della Volpe; viene sconfitto e catturato da Giampaolo Baglioni tra Castelfiorentino e Cortona. I fiorentini lo consegnano ai pontifici.

Dic.LazioE’ confinato a Marino dal papa Giulio II.
1505
Ago.  sett.FuoriuscitiPerugiaLazio ed Umbria

Lascia Marino senza alcun permesso, si collega nel viterbese con Michelotto Coreglia.  Effettua alcune scorrerie. Al comando di 1500 fanti (di cui 600 spagnoli e 900 forniti dai fuoriusciti), colloca i suoi alloggiamenti tra Alviano, Montecchio ed Amelia; a Perugia Giampaolo Baglioni è messo in allerta. Interviene il pontefice ed il  Baglioni è obbligato a desistere dalla sua iniziativa.

1509
Ago.ImperoVeneziaVenetoAll’assedio di Padova.
1510
Gen.Veneto

Uscito da Verona con Federico Gonzaga da Bozzolo e Sacramoro Visconti, è sconfitto e fatto prigioniero dai cavalli leggeri di fra Leonardo Prato e di Dimitri Megaduca tra San Bonifacio e San Martino Buon Albergo. Condotto a Padova ed a Venezia, viene rinchiuso in carcere per uno  scambio di prigionieri.

Mar.VenetoE’ prigioniero a Venezia. Il papa esprime il desiderio che non sia liberato per il timore di eventuali tumulti a Perugia.
Mag. giu.Veneto Romagna Lazio

A maggio Giulio II chiede al doge di Venezia la sua presenza a Roma. Liberato, si imbarca a Chioggia su una galea di Girolamo Contarini. Sbarcato a Rimini, lascia malvolentieri la città per recarsi a Roma dove è voluto dal papa per controllare i suoi movimenti.

1511
…………..Chiesa SienaFirenze100 lanceToscana

Con l’accordo del pontefice e del signore di Siena Pandolfo Petrucci Carlo Baglioni fa in modo che Montepulciano ritorni nelle mani dei fiorentini: il tutto per impedire nella regione una presenza militare dei francesi.

…………..LazioRitorna a Roma. E’ rinchiuso in Castel sant’Angelo.
Dic.ChiesaFerrara  Francia100 cavalli leggeriLazio ed Emilia

Viene liberato con la consegna di una fidejussione di 30000 ducati da escutere in caso di una sua fuga da Roma. E’ ricondotto dai pontifici e segue Pietro Navarro alla conquista della bastia del Zaniolo/Genivolo nel ferrarese: la fortezza viene riconquistata il giorno medesimo da Alfonso d’Este.

1512
Gen. feb.Romagna ed EmiliaAd Imola. Da qui si sposta a Bologna. A febbraio è segnalato nuovamente ad Imola a seguito della comparsa delle truppe di Gastone di Foix.
Apr.MarcheIn conseguenza della rotta di Ravenna si sposta a Fossombrone. Con Troilo Savelli raccoglie truppe per i pontifici.
Giu.LazioAccoglie in Roma il duca di Ferrara Alfonso d’Este, giunto nella città per trattate la pace con il papa Giulio II.
Sett.ChiesaFirenzeToscana
Nov. dic.LombardiaIl pontefice lo invia a Milano dal duca Massimiliano Sforza. A dicembre si trova al suo fianco nel solenne ingresso in città da parte di quest’ultimo.
1513
InvernoChiesaPerugiaUmbriaCombatte Giampaolo Baglioni. Suo compito è quella di scacciarlo dalla signoria della città.
Ago.LazioUccide a Roma in Piazza San Pietro il conte Gentile da Marsciano.
1514
…………..FuoriuscitiFermoMarche

Appoggia Ludovico Euffreducci nell’ occupazione di Fermo, saccheggia le case degli avversari del suo alleato ed il castello di Petritoli feudo dei Brancadoro.

1515
Ago.LiguriaA Genova, al fianco dell’ambasciatore francese.
1517
Gen.Lazio

Tenta di fare uccidere a Roma nel Borgo Leonino, da suoi sicari, Giampaolo Baglioni: sul suo capo è posta una taglia di 5000 scudi per chi lo consegni vivo o morto.

Apr.Comp. venturaChiesaUmbria

Viene dichiarato ribelle dal papa Leone X per essersi unito con Francesco Maria della Rovere e con Borghese Petrucci nelle loro spedizioni volte contro Perugia e Siena.

Mag.UmbriaIrrompe nel perugino da Gubbio. Mette a sacco Fossato di Vico e Nocera Umbra.
Giu. lug.Umbria e Marche

Promette 25000 ducati ai soldati spagnoli e 5000 ducati ai capitani militanti nel campo feltresco per averne l’aiuto nel recupero di Perugia. Nella città organizza un trattato ai danni di Giampaolo Baglioni. Sventa, a sua volta, una congiura ordita da alcuni condottieri spagnoli, tra i quali Francesco Maldonado, che sono stati subornati dai pontifici. Carlo Baglioni si avvicina a Perugia, giunge sotto Porta Sole, finché il della Rovere, “vinto” dall’offerta di 10000 ducati da parte di Giampaolo Baglioni, sceglie di abbandonare l’impresa. Sulla strada del ritorno nelle Marche Carlo Baglioni si impadronisce di Camerino e, con Federico Gonzaga da Bozzolo, sbaraglia a Chiaravalle di Fiastra, nei pressi di Fermo, Ludovico Euffreducci. Irrompe in Fermo all’improvviso con Battista Guerrieri alzandovi le insegne imperiali; mette a sacco la città per quattro giorni approfittando del panico provocato negli abitanti dall’avvicinarsi delle milizie feltresche. Dà alle fiamme anche Petritoli.

Ago.RomagnaSi scontra con i pontifici a Rimini. E’ ferito al petto da un colpo di schioppetto.
1518
Dic.LombardiaMuore a Milano di febbre la vigilia di Natale.

 CITAZIONI

-“Quale era grande e misero (magro) de persona in modo, che bisogniava che andasse quasi gobbo; e però lui portava nell’arme uno barciglione, e di lì se diceva e chiamavase Carlo Barciglia..Era el più povero che fosse in detta casa (dei Baglioni), e era el più liberale (prodigo) e senza reputazione intra suoi compagnie e sodati; e era homo de grande forza e animo terribilissimo, e era giovene sbardelato.” MATARAZZO

-“Il quale fu di statura grande, con le gambe molto longhe, avendo l’andare più presto in traverso che dritto…; e fu molto strenuo nel’arme, e di grand’animo e forza; et in più luochidimostrò essere di quella valorosa progenie.” FROLLIERE

-A seguito dell’eccidio perpetrato ai danni dei suoi famigliari “con occasione de resarcire le muraglie della città (Perugia), s’intagliarono queste lettere sopra le porte di essa             Exactis nefariis parricidis,/ Victoribus Balleonibus/ Vetus instaurata urbs.” CRISPOLTI

-“Figura quasi diabolica, per oltre venti anni, procura tante noie e preoccupazioni che neppure gli Oddi tutti insieme seppero fare tanto. Era persona di elevata statura e contemporaneamente così magro che nel camminare teneva la testa bassa. Molto esperto nel maneggio delle armi, dotato di grande coraggio e di una grande esperienza nell’arte del combattere. Era soprannominato il Barciglia perché portava nel suo stemma un gallo nero dotato di due voluminosi bargigli…Non ricco come i cugini e gli zii, ma molto prodigo nei confronti degli amici e dei suoi soldati.” GIUBBONI

-“Fratricida famoso.” FABRETTI

-“Orgoglioso e deciso, avido di potere e invidioso della magnificenza dei suoi parenti, il Baglioni era parte di quel ramo familiare che discendeva da Braccio I, i cui figli erano stati estromessi della cosa pubblica quando il bastone del comando era stato assunto, dopo la sua morte, dai suoi due fratelli Guido e Rodolfo.” A. MONTI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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