BRUZIO VISCONTI (Brizio Visconti) Signore di Lodi, Maleo e Tortona. Figlio naturale di Luchino Visconti; fratello di Luchino Novello Visconti.
+ 1357 ca.
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività |
Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……… | Austria | Impero |
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Austria |
Combatte in Carinzia al servizio del duca Alberto d’Austria contro l’imperatore Giovanni di Boemia. |
……… |
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Israele |
Compie un pellegrinaggio in Terrasanta. |
1336 |
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Apr. |
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Lombardia |
Diviene podestà di Lodi di cui è praticamente signore. Esercita l’incarico con animo feroce; sarà scacciato dalla città a seguito di una sollevazione popolare. |
1343 |
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……… |
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Piemonte |
Fa rientrare in Alessandria i fuoriusciti (Lanzavecchia, Merlani, Inviziati, Firoffini). |
Mag. |
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Lombardia e Veneto |
Accompagna Mastino della Scala a Milano per la conclusione della pace tra scaligeri e viscontei. Si reca a Verona. |
1344 |
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Accusa il Petrarca, con un nome fittizio, di avere cercato una coronazione poetica prematura e immeritata. Il poeta gli risponde con due sue Epystole. |
1346 |
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Sett. |
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Lombardia |
Ospita a Novate Milanese Giberto di San Vitale, diretto a Milano a siglare la pace con Luchino Visconti per conto della lega. |
…….. | Milano | Napoli | Piemonte | Affronta gli angioini in Piemonte. Assedia Tortona. | |
1347 | |||||
Gen. | Piemonte | I difensori di Tortona si arrendono. Gli è data in signoria la città. | |||
Dic. | i |
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Piemonte |
Occupa Alessandria. |
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1348 | Milano | Genova | Capitano g.le | Piemonte e Liguria | E’ sempre signore di Tortona. |
1349 | Liguria |
Ha il comando delle truppe per assalire Genova. Alla morte del padre Luchino e della presa del potere da parte dello zio Giovanni è costretto a ritirarsi. Abbandona la regione e si dà alla fuga. |
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1356 |
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Giu. | Bologna | Milano |
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Lombardia |
Al servizio del signore di Bologna Giovanni Visconti da Oleggio. E’ inviato in soccorso dei Gonzaga con 50 cavalli e le taglie del contado. E’ inviato alla difesa di Borgoforte. |
Lug. |
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Emilia Veneto e Lombardia |
Si reca a Padova ed a Milano per organizzare una congiura ai danni del signore di Bologna al fine di consegnare la città a Bernabò Visconti. Il complotto è scoperto; gli è salvata la vita a causa della sua parentela con il signore della città. Gli sono confiscati tutti beni. Lascia Bologna solo con un ronzino e la veste che indossa. Si rifugia nel Veneto. |
1357 |
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Veneto |
Muore in povertà in una villetta del padovano sui colli Euganei. Sposa Floridiana d’Arco. Autore di Rime, pubblicate di recente con edizione critica di D. Pacini dell’ Accademia della Crusca. Gli dedica un panegirico Bartolomeo da Bologna intitolato “La canzone delle virtù e delle scienze.” |
CITAZIONI
-“Fiero, crudelissimo, commise in Lodi grandi iniquità, favoreggiando sempre i facinorosi..Aveva fatto gran raccolta di libri, e compose molte poesie, e queste morali, né fu tra gli infimi poeti del suo tempo” LITTA
-“Fu gran guerriero; questo fu quello che per li suoi fatti egregii hebbe in dono la corona dall’imperatore, la quale veggiamo hoggidì sopra la Biscia.” MORIGI
-“Autore di canzoni e ballate e anche gran condottiero al fianco del padre. Personaggio contradditorio, di vasta cultura e disordinati appetiti, un collezionista di libri e allevatore di cavalli da corsa, filosofo nei suoi versi ma scialacquatore e depravato nello stile di vita… Era tanto arrogante e invidioso che si permise di indirizzare un libello polemico a Francesco Petrarca ridicolizzando la laurea poetica di cui era stato insignito a Roma nel 1341. Per viltà lo firmò con il nome di Lancillotto Anguissola, un amico del Petrarca che però dissipò l’equivoco. Il poeta rispose allora con un’epistola indirizzata a “un anonimo offensore che insulta facendosi scudo di un nome altrui”, mostrando di sapere bene chi fosse il mittente, del quale con ironia tracciava l’oroscopo: Saturno gli aveva conferito ricchezza, cupidigia e stupidità, mentre lui, Francesco, era stato dotato da Mercurio di mezzi modesti, amore per la poesia, fervida mente. Consigliava quindi all’anonimo di godere dei piaceri che le sue ricchezze gli procuravano, ma di imparare a misurare le parole.” PIZZAGALLI