Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
BERTOLDO D’ESTE Di Este. Marchese. Figlio di Taddeo d’Este, genero di Gentile da Leonessa.
Signore di Sanguinetto.
1434 (maggio) – 1463 (novembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1448 | |||||
Sett. | Venezia | Milano | Lombardia | Con Jacopo Catalano (900 cavalli) difende Brescia dagli attacchi portati da Francesco Sforza. | |
Dic. | Emilia | Mutano le alleanze e Bertoldo d’Este viene inviato dal provveditore generale Giacomo Antonio Marcello, con Jacopo Catalano e 800 cavalli, in soccorso di Alessandro Sforza nel parmense. | |||
1449 | |||||
Gen. | Emilia | Si trova a Collecchio; affrontato con Jacopo Catalano da Carlo di Campobasso (1800 cavalli e 3500 fanti) e da Jacopo Piccinino, è costretto a fuggire verso Felino: è inseguito da 200 cavalli leggeri del Fagiano e, più distanziato, dal resto dell’ esercito parmense. | |||
1450 | |||||
Apr. | 600 cavalli | Veneto | I suoi cavalli vengono alloggiati nel veronese e nel vicentino. | ||
1452 | |||||
Gen. | Romagna | Alla guardia di Ravenna. | |||
………. | Venezia | Milano | Lombardia | Viene trasferito in Lombardia al fine di contrastarvi l’azione di Francesco Sforza, divenuto duca di Milano. | |
1453 | |||||
Mag. | Lombardia | Affianca Jacopo Piccinino nei pressi di Seniga. | |||
Giu. | Lombardia | Si dirige verso Alfianello con Antonello da Corneto e Matteo da Capua allo scopo di impedire il foraggiamento alla cavalleria sforzesca. | |||
Ago. | Lombardia | Rimane ferito in una scaramuccia nel bresciano. | |||
Nov. | Lombardia | Con Giovanni Villano difende Orzinuovi alla testa di 1000 cavalli e di 1000 fanti. Francesco Sforza fa scavare trincee e pianta contro le mura cinque bombarde: dopo tredici giorni gli abitanti, che temono il sacco, lo obbligano a cedere con la mediazione di Bartolomeo Quartero catturato in precedenza dai veneziani. Bertoldo d’Este rientra a Brescia con Giovanni Villano. Nell’anno eredita il feudo di Sanguinetto alla morte del suocero Gentile da Leonessa. | |||
1454 | |||||
Feb. | Veneto | Il marchese di Ferrara Borso d’Este, di cui è amico, gli conferma ad Este tutti i beni posseduti dal nonno Azzo, cioè metà delle valli di Peverella, di Corso della Degagna, di Arsuralunga, di Campecchio Bianco e di altri fondi a Vescovana, a Megliadino San Fidenzio ed a Vighizzolo d’Este: da parte sua si obbliga a consegnargli ogni anno uno sparviero. | |||
……… | Veneto | Rientra ad Este alla firma della pace di Lodi. | |||
1456 | |||||
Giu. | Toscana | Ha il comando di un contingente di truppe per sostenere Siena aggredita dalla compagnia di ventura capitanata da Jacopo Piccinino. | |||
1457 | |||||
Nov. | Veneto | Il suo nome figura tra i membri della delegazione padovana guidata da F. Capodilista, che si reca a Venezia per rendere omaggio al nuovo doge Pasquale Malipiero. | |||
1458 | |||||
Mag. | Veneto | Il marchese di Ferrara Borso d’Este è in visita a Venezia. Bertoldo d’Este, in occasione dell’elezione a doge di Domenico Malipiero, prende parte in piazza San Marco ad una giostra nella quale il condottiero ha il comando di una squadra con Antonello da Corneto. Si tratta di una finta battaglia per il possesso di un castello di legno eretto in piazza San Marco. | |||
1463 | |||||
Mag. | Venezia | Impero Ottomano | Capitano g.le | Romagna Veneto e Grecia | Lascia Ravenna e giunge a Venezia. Nella città prende parte ad una giostra organizzata dai padovani per onorare il nuovo doge Cristoforo Moro: la sua squadra vince quella di Antonello da Corneto. Durante le feste sorgono numerose risse tra i suoi uomini e quelli di Bartolomeo Colleoni. Nominato capitano generale per la guerra contro i turchi in Morea, si imbarca a Venezia per la Grecia sulla galea “Pasqualiga”; salpa con 5 galeazze, 25 galee e 12 trasporti minori sui quali è imbarcato un corpo di spedizione costituito da 15 connestabili (tra cui Bettino da Calcinate, Cicco Brandolini, Giovanni della Tela, Roberto d’Atene, Giovanni Grande della Massa e Leone Schiavo), 500 fanti, una compagnia di schioppettieri agli ordini di Giovanni Ortiga, da 1500/2000 cavalli italiani (tra cui la compagnia di Guido Benzoni), nonché da 4000 malfattori, rifugiatisi o banditi a Creta, cui è stata promessa l’impunità in cambio del loro arruolamento. |
Sett. | Grecia | Sbarca a Modone nel Peloponneso per portarsi a Napoli di Romania (Nauplia). Si avvia con 15000 uomini tra fanti e cavalli; recupera Vonizza e conquista Argo con l’aiuto dal mare della flotta di 26 galee di Alvise Loredan che impedisce ai turchi di soccorrere i difensori. La località viene messa a sacco; Bertoldo d’Este dopo qualche giorno ne conquista anche la rocca. Vi lascia un presidio di 300 arcieri cretesi e si accampa a Basilio. | |||
Ott. | Grecia | Respinge con un combattimento di otto ore più di 3000/4000 cavalli turchi che vogliono prestare soccorso alla cittadella di Argo: i nemici hanno molte perdite e la rocca è obbligata alla resa. Dopo pochi giorni vi è un nuovo attacco portato da 2000 turchi che ha più successo del precedente: Bertoldo d’Este perde 360 cavalli. Decide allora di fortificarsi meglio per cui si attesta lungo la linea dell’ Examilion per ostacolare l’arrivo di rinforzi turchi provenienti dalla Tessaglia. In due settimane di lavoro indefesso dei suoi uomini e dei galeotti della flotta (30000 uomini) è ricostruito con le medesime pietre della demolizione il muro esistente al tempo dell’assedio di Costantinopoli, con le sue 136 torri, alto dodici piedi, protetto da un duplice fossato e lungo sei miglia dal golfo di Lepanto all’ Egeo. Si uniscono con le sue truppe anche 5000 albanesi condotti da Piero Bua; con altri 2000 cavalli e 3000 fanti si avvia verso Corinto per cercare di entrare nella città per trattato. Fallito l’obiettivo, ne inizia l’assedio; si accampa a ponente di Corinto mentre Cicco Brandolini e Giovanni della Tela si pongono a levante. Nei primi due assalti di Giovanni della Tela i veneziani si impadroniscono di alcune fortificazioni esterne; nel terzo Bertoldo d’Este si avvicina alle mura per meglio controllare la postazione dei pezzi di artiglieria. Si toglie la celata; nel fare questo gesto, dettato dal grande caldo, viene colpito ad una tempia da un sasso lanciato dalle linee nemiche. | |||
Nov. | Grecia | Trasportato a Negroponte, muore in capo a dodici giorni; il comando è lasciato a Bettino da Calcinate. Gli sono celebrate solenni esequie a Venezia; è sepolto ad Este nella chiesa di San Francesco, vicino all’altare maggiore, al fianco del padre Taddeo. L’orazione funebre viene pronunciata da Bernardo Bembo. Il monumento che lo ricorda è fatto costruire da Borso d’Este e raffigura insieme padre e figlio; nel 1797 esso sarà distrutto. Sposa Iacopa di Leonessa, figlia di Gentile. |
CITAZIONI
-“Assai noto pel valore dimostrato in molte imprese.” BOSI
-“Huomo nobilissimo e forte.” SARDI
-“Destinato a seguirne le orme paterne ed a condividerne le sorti e le fortune di fedele condottiero della Repubblica.” F. ROSSI
-“Condottiero di buona reputazione.” MORO
Fonte immagine in evidenza: wikipedia