BERNARDINO DEGLI UBALDINI DELLA CARDA

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Castello della Porta, Frontone
Castello della Porta, Frontone

Last Updated on 2024/01/08

BERNARDINO DEGLI UBALDINI DELLA CARDA  Di Apecchio. Conte di Apecchio. Signore di Apecchio, Frontone, Vespolate ed Urbania (Castel Durante). Padre, probabilmente, di Federico da Montefeltro e di Francesco degli Ubaldini. Genero di Guidantonio da Montefeltro, nipote del signore di Fabriano Chiavello Chiavelli, cognato di Ruggero Cane Ranieri

1390 ca. – 1437 (settembre)

BERNARDINO DEGLI UBALDINI DELLA CARDA
Stemma della famiglia Ubaldini
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1410NapoliAntipapaMilita agli stipendi del re di Napoli Ladislao d’Angiò.
1411CamerinoRiminiMarcheAl servizio del signore di Camerino Rodolfo da Varano.
1412BresciaLombardiaAl soldo del signore di Brescia Pandolfo Malatesta.
1414AnconaPesaroMarche

Viene assunto dagli anconetani al posto di Carlo da Montaboddo allo scopo di contrastare i Malatesta di Pesaro. Chiede al comune che il figlio di quest’ultimo, Roberto, non venga effigiato con il padre impiccato per i piedi, come traditore, sulla facciata del Palazzo Pubblico.

1415
Gen. feb.FermoRimini200 lanceMarche

Al soldo del signore di Fermo Ludovico Migliorati contro i Malatesta; con Ludovico da Buscareto e Cherubino da Perugia ha il comando di 200 lance. A Fermo. Non riesce ad impedire la caduta in potere degli avversari di Montolmo (Corridonia), Montegiorgio, Monteverde e Monteleone di Fermo.

Ago.MarcheAlla firma di una tregua di tre mesi con Andrea Malatesta esce da Fermo, sosta nei piani del Tenna per rientrare, infine, ad Apecchio.
1416
Mar. sett.FermoRiminiMarcheRiprende il conflitto con i Malatesta. Sempre agli ordini del signore di Fermo  si segnala al recupero di Monteverde e di Montegiorgio.
Nov.UrbinoMarcheA Fermo, per il funerale della moglie di Ludovico Migliorati Belfiore da Varano. Nel periodo passa agli stipendi del conte di Urbino Guidantonio  da Montefeltro.
1417
Ago.BresciaMilanoLombardiaLascia Urbino per essere inviato da Guidantonio da Montefeltro in soccorso del signore di Brescia Pandolfo Malatesta: obiettivo affrontare in Lombardia le truppe del duca di Milano Filippo Maria Visconti.
1418
Mar.LombardiaViene sconfitto dal Carmagnola ad Olginate. Gli avversari catturano 400 cavalli della sua compagnia.
Sett.500 cavalliVenetoChiede ai veneziani di passare agli stipendi della Serenissima dietro un compenso di 4000 ducati. La richiesta viene accettata. La rassegna della sua compagnia è tenuta nei pressi di Verona.
1419
Mar. sett.Chiesa UrbinoPerugiaMarche ed Umbria

Braccio di Montone è ora signore di Perugia, mentre Bernardino degli Ubaldini della Carda milita al servizio di Guidantonio da Montefeltro. Alla guardia di Cagli, respinge gli attacchi portati alla città da Niccolò Piccinino, Castellano dalla Rosa, Danese da Siena, Tigrino da Cremona, Giovanni da Sesto, Pietro Tedesco. Tenta di cogliere in imboscata il Piccinino alla confluenza dei due fiumi presso Cagli Burano e Bosso. Ferito al collo da un colpo di spada infertogli dal rivale, è salvato dall’intervento di Mengaccio da Fano, che impedisce la sua cattura riuscendo a trasportarlo dentro Cagli per esservi curato.  Guarito, a settembre affronta le truppe di Braccio di Montone nel territorio di Gubbio con Conte da Carrara, Angelo della Pergola,  Lionello e Ludovico dei Michelotti. Assieme con i pontifici minaccia il perugino con 2000 cavalli e numerosi fanti.

Ott.Umbria

A metà mese si accosta nottetempo ad Assisi presso il convento di San Francesco, dove un frate indica agli attaccanti una piccola porta non sorvegliata che si trova tra la basilica e gli orti del convento. Questa viene aperta e  Bernardino degli Ubaldini della Carda irrompe nella città con 2000 cavalli e 1200 fanti;  giunge nella piazza maggiore; i soldati si sparpagliano per la città per assalire le case dei fautori dei bracceschi. I sostenitori del signore di Perugia riescono a rifugiarsi nelle due rocche. A tale notizia Braccio di Montone lascia nottetempo con 1000 uomini il campo dove si trova impegnato con Muzio Attendolo Sforza, giunge a Spello dove è raggiunto da una parte delle sue milizie intente ad assediare Spoleto. La falsa notizia della riconquista di Assisi, comunicata agli avversari con festeggiamenti e luminarie a Todi, blocca l’avanzata dell’esercito pontificio di Muzio Attendolo Sforza. Così dopo soli tre giorni Braccio di Montone è in grado di giungere ad Assisi; fa demolire il tratto di mura vicino alla rocca piccola della città e costruire un fossato tra le rocche e l’abitato cittadino. Segue lo scontro. Bernardino degli  Ubaldini della Carda viene battuto con altri condottieri  in un combattimento che dura cinque ore e che costa ai pontifici 200 morti e 400 prigionieri.

1420
Gen.Umbria e Marche

Alla difesa di Gubbio con Pietro da Bagno, Perugino dal Lago, Ludovico dei Michelotti e Ludovico d’Assisi. La città viene assalita da Braccio di Montone e da Niccolò da Piccinino.  Seguono tre giorni di aspri combattimenti al cui termine Braccio di Montone, sempre bloccato dalla sua azione nella parte bassa della città, decide di abbandonare le operazioni dando alle fiamme il borgo della Porta Marmorea e quello della Porta Santa Lucia. Con la vittoria Bernardino degli Ubaldini della Carda esce da Gubbio per controllare il territorio di Serra Sant’Abbondio, dove permangono gli uomini di Niccolò Piccinino.

Mar.ChiesaBolognaEmiliaAl fianco di Guidantonio da Montefeltro a Bologna, ribellatasi ai pontifici.
Giu.UmbriaSu ordine del conte di Urbino cattura Cecciolo Gabrielli con i suoi accoliti; recupera, inoltre, dal fratello di costui Gabriele, il castello di Frontone.
Giu. ott.Urbino      UrbinoGabrielli        Milano150 lanceMarche Emilia LombardiaSu ordine del conte di Urbino cattura Cecciolo Gabrielli con i suoi accoliti. Recupera, inoltre, dal fratello di quest’ultimo, Gabruele, il castello di Frontone. A fine mese lascia Urbino con la sua compagnia per congiungersi a Cattolica con il signore di Fermo Ludovico Migliorati ed insieme muovere in soccorso del signore di Brescia Pandolfo Malatesta. Ad ottobre viene sconfitto dai viscontei del Carmagnola a Montichiari.
1421
Ago.MarcheSposa Aura da Montefeltro, figlia di Guidantonio.
1422
Lug.PerugiaC. di CastelloUmbriaAppoggia Braccio di Montone all’assedio di Città di Castello.
1423
…………….

Non si concludono le trattative avviate tra veneziani e Guidantonio da Montefeltro che dovrebbero prevedere anche una sua condotta di 120 lance. Ritorna allora al servizio di Braccio di Montone.

Giu.Re d’AragonaNapoli Chiesa400 cavalliCampania

E’ inviato a Capua da Braccio di  Montone con Jacopo Caldora, Arrigo della Tacca, Paolo Orsini e Riccio da Montechiaro (1200 cavalli e 1000 fanti) per sostenere lo sbarco di milizie catalane che provengono  da Barcellona; da qui prende la via del mare, attraversa la foce del Volturno con l’aiuto della flotta aragonese ed entra in Napoli.

Sett.CampaniaContrasta le truppe di Muzio Attendolo Sforza e quelle di Luigi d’Angiò. E’ assediato in Napoli. L’esercito sforzesco si avvicina a Porta Marina. Bernardino degli Ubaldini della Carda, con Jacopo Caldora ed Orso Orsini, fa suonare le campane cittadine per dare l’allarme assieme. Affronta gli avversari; dopo 4 ore di combattimento deve ripiegare verso la Porta del Carmine.
Ott.Campania

Esce da Napoli con Arrigo della Tacca, Jacopo Caldora e Paolo Orsini mentre Alfonso d’Aragona lascia la città a bordo della flotta: giunto al ponte della Maddalena, sul Sebeto, si scontra con le truppe di Francesco  Sforza. E’  obbligato a rientrare in Napoli. Vi viene assediato dallo Sforza per terra e da Guido Torelli per mare.

1424
Gen.Campania e Abruzzi

Abbandona Napoli con il pretesto del ritardo delle paghe;  raggiunge Braccio di Montone negli Abruzzi con un salvacondotto di Muzio Attendolo  Sforza.

Lug.FirenzeMilanoRomagnaCon la morte di Braccio di Montone nella battaglia di L’Aquila passa agli stipendi dei fiorentini. Agli ordini del signore di Rimini Carlo Malatesta prende parte alla battaglia di Zagonara.
Sett.UrbinoBrancaleoniMarcheRecupera Castel Durante (Urbania) per conto di Guidantonio da Montefeltro. Ne sono scacciati Galeotto ed Alberico Brancaleoni.
1425
Lug.FirenzeMilano350 lance e 250 fantiE’ ricondotto dai fiorentini.
Sett.Marche e Umbria

Dal Montefeltro scende in Val Tiberina. Con il cugino Galizio degli Ubaldini ed Ardizzone da Carrara fronteggia Guido Torelli e Fabrizio da Capua.

Ott.Toscana

E’ segnalato ad Anghiari; al campo viene a contesa con Ardizzone da Carrara. Un uomo d’ arme di uno dei due capitani, uccide un uomo d’arme del secondo; dopo una rissa nel campo tra le due formazioni, costui  diserta a Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) dove è fermo l’esercito avversario guidato da Guido Torelli. Il condottiero visconteo è informato dei disordini esistenti nel campo fiorentino;  provoca gli avversari a battaglia. Una sua squadra si fa inseguire e Bernardino degli Ubaldini della Carda cade in un’imboscata predisposta in anticipo. Si difende con accanimento assieme con Galizio degli Ubaldini; gli sfugge di mano il controllo delle truppe; non riceve soccorsi da Ardizzone da Carrara;  arretra; ferito da un colpo di lancia al fianco, cade dalla sua cavalcatura e viene fatto prigioniero con Galizio degli Ubaldini. I fiorentini sono sconfitti con la perdita di 300 cavalli e di 500 fanti.

Nov.Romagna Lombardia

E’ portato a Forlì da alcuni uomini d’arme di Fabrizio da Capua; da qui è condotto a Milano per essere rinchiuso prima in un carcere chiamato Malastalla, e, poi, nei Forni di Monza.

1426
Apr.LombardiaE’ liberato dai Forni di Monza.
1427
…………….Lombardia

Si fa inviare dal suocero Guidantonio da Montefeltro, di cui ha sposato la figlia naturale Aura, alcune pillole di oppio; ai suoi guardiani riferisce che si tratta di un efficace rimedio contro i reumatismi. Persuade le sentinelle,  che lamentano un identico stato di malessere, a prendere tali medicine, approfitta del loro sonno e ripara a Brescia presso i veneziani.

…………….UrbinoMontoneUmbria

Appoggia il suocero in un tentativo di impadronirsi per trattato di Montone ai danni della vedova di Braccio di Montone Nicolina da Varano.

Lug.FirenzeMilanoLombardiaSi distingue nella battaglia di Castelsecco.
Ott.Lombardia

Partecipa alla battaglia di Maclodio: il Carmagnola lo colloca con Niccolò da Tolentino in un bosco fiancheggiante un argine che taglia un terreno paludoso. I veneziani arretrano dietro un ponte seguiti dai viscontei; Bernardino degli Ubaldini della Carda esce dalla sua postazione e con Niccolò da Tolentino blocca la ritirata agli avversari .

Nov.LombardiaPresenzia a Milano alla firma di una lega tra il duca di Milano Filippo Maria Visconti ed il conte Amedeo di Savoia.
1429
AutunnoFirenzeVolterraToscanaE’ segnalato nel territorio di Volterra con Bernaino Fornaino e Bartolomeo da Gualdo. Reprime una ribellione della popolazione locale causata dall’aumento delle tasse catastali. Dà il guasto alla val di Strove.
Nov.FirenzeLucca Milano150 lanceToscana

Combatte i lucchesi agli ordini di Niccolò Fortebraccio. Si avvia verso Pietrasanta;  si impossessa di Camaiore, di Carrara e di altre località.

Dic.ToscanaCon Rodolfo Oddi e Bernaino Fornaino occupa Ponte San Pietro.
1430
Feb.Toscana

I suoi rapporti con Niccolò Fortebraccio diventano sempre più conflittuali; i due condottieri campeggiano sotto Lucca in modo distinto, l’Ubaldini della Carda in una bastia verso Pontetetto, tra la Porta di San Lazzaro e l’antiporto, ed il Fortebraccio verso Capannori. Attaccato dai lucchesi, Bernardino degli Ubaldini della Carda respinge l’assalto  riportando una ferita alla mano per un colpo di spada. Negli stessi giorni con Cantiano da Cantiano, il Falza e Girolamo d’Anghiari si fa  mallevadore per la somma di 2000 fiorini a favore di Baldaccio d’Anghiari che, prigioniero, deve presentarsi a Firenze ai Dieci di Balia.

Mag.Toscana

Con Ranieri Vibi del Frogia non interviene in soccorso di Niccolò Fortebraccio allorché costui viene assalito nella  bastia verso Treponti in cui si è trasferito di recente.

…………….Toscana

I contrasti Bernardino degli Ubaldini della Carda e Niccolò Fortebraccio sono tali che i fiorentini scelgono come loro nuovo capitano generale Guidantonio da Montefeltro.

Dic.Toscana

Prende parte alla battaglia del Serchio contro le truppe di Niccolò Piccinino. Ha il comando della terza schiera forte di 500 cavalli; la sua insegna consiste in due morsi di cavallo stretti in campo azzurro. Coinvolto nella sconfitta, con il suo intervento riesce a salvare dalla cattura il suocero Guidantonio da Montefeltro ed a  fuggire verso Pisa dopo avere subito notevoli perdite. Tra i fiorentini sono catturati 1500 cavalli; sono loro tolti artiglierie, munizioni e grandi quantità di armi.

1431
Gen.FirenzeMarradiCapitano g.le 300 lance e 200 fantiToscana e Umbria

Si dirige nell’aretino con 400 lance; si reca a Poggibonsi;  si allontana da tale località per contrastare in Val d’Elsa, con il commissario Bartolomeo Ridolfi, i viscontei comandati da Alberico da Barbiano. Vi sono cruenti scontri finché gli avversari sono costretti a lasciare  il territorio. Cattura Niccolò da Pisa, bandito dai fiorentini, e lo consegna nelle mani del commissario Ridolfi. Acquista alcuni poderi alla Colombaia (è infatti cittadino di Firenze) e si riposa per qualche giorno.  E’ richiamato in servizio per togliere, con il commissario Averardo dei Medici, Marradi ai parenti di Ludovico Manfredi, trattenuto in carcere a Firenze. La località gli si arrende a patti dopo pochi colpi di bombarda: promette in particolare la liberazione del Manfredi con l’avallo del Medici. Esce da Pisa con i suoi uomini, cavalca verso San Miniato, tocca la Valdarno ed Arezzo. Si incontra con il suocero a Città di Castello.

Feb.PesaroChiesaMarche

Coadiuva il signore di Pesaro Carlo Malatesta nel  contrastare Sante Carillo; con 1500 cavalli e fanti occupa alcuni castelli del vicariato di Mondavio.

Apr. mag.FirenzeSienaToscanaRecupera Cignano.  A metà maggio è ad Arezzo. Doma un tentativo di ribellione fomentato da Mariotto Griffolino di Valenzano. Costui viene impiccato.
Lug. sett.Firenze                       Urbino ChiesaComp. ventura         Comp. venturaUmbria  Toscana Marche

Per conto dei fiorentini si muove con Francesco Vibi (1200 cavalli,  3000 fanti e cernite) in soccorso di Città di Castello, a seguito delle minacce alla località da parte di Niccolò del Fortebraccio. Ne sollecita la reggenza. Al rifiuto della sua richiesta, rientra ad Arezzo, di cui è stato nominato governatore. Contrasta nuovamente i Manfredi di Marradi, ribellatisi ai fiorentini. Viene ora a conoscenza che non sono stati rispettati dai fiorentini i patti da lui sottoscritti nel gennaio precedente. Ludovico Manfredi non è stato liberato  e non gli viene neppure consegnato, come da sua richiesta, Niccolò da Pisa. Sdegnato, rientra ad Urbino (settembre) ed abbandona gli stipendi di Firenze, inseguito dall’accusa di essersi appropriato di 30000 fiorini. Nel frattempo il Fortebraccio stringe sempre più le operazioni di assedio a Città di Castello. Gli abitanti ora chiedono  l’aiuto dell’Ubaldini, ora al servizio di Guidantonio da Montefeltro. Il condottiero raduna 4000 cavalli nel territorio di Apecchio; conduce tali milizie per la via di Lamoli ed affronta il Fortebraccio. Quest’ultimo evita lo scontro, si ritira dall’assedio e ripara a Montone. Bernardino degli Ubaldini della Carda entra in Città di Castello, dove rimane fino all’arrivo di Francesco degli Atti di Sassoferrato, luogotenente del conte di Urbino.

1432
Feb. mar.PesaroChiesaMarcheAppoggia il signore di Pesaro Galeazzo Malatesta ai danni dei pontifici. Rimane nel pesarese anche a marzo.
Apr.MilanoFirenzeCapitano g.leMarche e Toscana

Lascia Urbino per essere inviato da Filippo Maria Visconti  in soccorso dei senesi. Attacca i fiorentini con 400 lance; entra nell’ aretino. Assale il Valdarno superiore e si impadronisce di Caposelvi, San Leolino, San Giovanni Valdarno, Terranova Bracciolini. Si muove sotto Marciano della Chiana con Antonio da Pontedera ed Antonio Petrucci. I suoi soldati si impadroniscono di tale fortezza mentre sta discutendo  con il castellano Amerigo Zati che si è  affacciato ad un balcone.   Di seguito ottiene Uliveto Terme, Ambra e Linari, sempre senza infierire sui beni degli avversari. Le sue conquiste in tali zone sono all’ insegna di uno scrupoloso rispetto per le proprietà private. Allorché un popolano di Siena incendia contro i suoi ordini una casa appartenente a Piero Ardinghelli, lo fa prendere e gettare nello stesso fuoco. Sosta a Tignano;  i suoi saccomanni scorrono fino a Montecalvoli; conquista Bibbona e Gambassi dopo molti assalti. I fiorentini con Micheletto Attendolo non gli oppongono resistenza.

Mag.Toscana

Scorta  nel senese l’imperatore Sigismondo d’Ungheria con 1220 cavalli e 400 fanti; lo accompagna a Lucca, città  al momento assediata dai fiorentini.  Si scontra con   Micheletto Attendolo e Niccolò da Tolentino. Scorre nel fiorentino con Antonio da Pontedera e Giacomo di Vico.

Giu.Toscana

Si riduce con Francesco Piccinino alle Capanne, vicino a Castel del Bosco. Alla  notizia dell’avanzata di Niccolò da Tolentino fa mettere in ordine i suoi uomini d’arme;  predispone sulle colline la fanteria per colpire sui fianchi con verrettoni e frecce gli avversari. Antonio da Pontedera è contrario all’ utilizzo di tale tattica in quanto preferisce ricorrere  alla classica carica di cavalleria pesante. In un primo momento il successo sembra arridere ai senesi;  l’intervento di Micheletto Attendolo capovolge le sorti della battaglia di San Romano (cattura tra i viscontei di 600 cavalli e molti più fanti). Per i cronisti senesi, il cui resoconto (forse) si ferma alla prima fase dello scontro, la vittoria arride alle milizie del loro comune ed è Bernardino degli Ubaldini della Carda a fare prigionieri 400 cavalli.

Lug. sett.Toscana

Fa ritorno a Siena dove soggiorna l’imperatore; è armato cavaliere da Sigismondo d’Ungheria. da parte sua  continua  nella guerra contro  i fiorentini nel contado finitimo. Si sposta nel contado di Volterra con Leone della Pergola, recupera Santa Maria a Trebbio ed altri castelli;  porta la guerra nel pisano.

Ott.MilanoChiesa VeneziaRomagna e Marche

Viene infeudato di Vespolate dal duca di Milano. Affronta i pontifici, scorre nel riminese a San Giovanni in Marignano, assedia Sassocorvaro. A sua volta il  Gattamelata tenta di assalire le terre del Montefeltro.

1433
Mar.LombardiaRientra ad Urbino.
Apr.Governatore g.leMarche Romagna  e Lazio

A fine mese lascia Sassocorvaro e per il forlivese giunge a Faenza; ritorna a combattere i pontifici nell’alto Lazio: ora il suo titolo è di governatore generale ducale di Tuscia.

Lug. ago.Lazio e MarcheA Vetralla con Niccolò Fortebraccio. Micheletto Attendolo riesce ad entrare nella località L’Ubaldini si rinchiude nella fortezza di Vignone. Ad agosto rientra ad Urbino.
1434
Mag.EmiliaSi porta a Parma con 400 cavalli. nella città viene alloggiato nel vescovado.
Lug. ago.Romagna

Alla testa di 2000 cavalli con Erasmo da Trivulzio si collega nel territorio di Imola a Niccolò Piccinino. Ad agosto ha il compito di occupare  un ponte sul rio Sanguinario sulla strada che porta a Castel Bolognese. Con l’arrivo dei veneziani si ritira con lentezza  opponendo una giusta  resistenza. Nello stesso tempo 800 uomini d’arme viscontei guadano il torrente alle spalle dei nemici tagliando loro ogni via di scampo.  Il piano è eseguito puntualmente. Tra i collegati sono catturati 5000 cavalli e 1000 fanti; per alcune fonti sono solo i suoi uomini a prendere parte allo scontro perché in quel giorno Bernardino degli Ubaldini della Carda si trova ammalato ad Imola.

Sett.RomagnaA Forlì, a curarsi. E’ ospitato nel palazzo del signore della città Antonio Ordelaffi.
1435
Lug. ago.Romagna Lombardia

Alla firma della pace  si dirige ancora a Forlì (dove si trattiene per otto giorni) per tentare di riconciliare Niccolò Piccinino con Francesco Sforza. Ad agosto rientra in Lombardia.

Sett.Liguria Lombardia

Con Niccolò  Piccinino scorta da Savona a Milano (il castello di Porta Giovia) Alfonso d’Aragona, catturato dai genovesi nella battaglia navale di Ponza.

…………….800 cavalli
1437
Sett.MilanoVeneziaEmilia

Sorpreso a Stellata da una grave malattia (la malaria?), si fa portare a Ferrara ove muore ai primi del mese. Sonetto di Angelo Galli di ringraziamento a Gesù Cristo per la fuga avvenuta dal carcere di Monza. Ritratto da Paolo Uccello nel suo trittico riguardante “La battaglia di San Romano”, noto come “Disarcionamento di Bernardino della Carda”, anche se il quadro rappresenta probabilmente il disarcionamento di Astorre Manfredi. Un pannello si trova agli Uffizi a Firenze ed un altro alla National Gallery di Londra. Suo ritratto nel Palazzo Ubaldini di Apecchio. Sposa Aura da Montefeltro, figlia del conte di Urbino.

 CITAZIONI

-“Uno dei più valenti condottieri del principio del secolo.” SISMONDI

-“Un personaggio così famoso per prudenza e valore, (Filippo Maria Visconti) avrebbe desiderato poterlo innalzare ai più altri gradi.” DECEMBRIO

-“Condottiero di huomini d’arme e valorosissimo Capitano.” SANSOVINO

-“Non ultimo fra gli eccellenti capitani de’ suoi tempi.” UGOLINI

-“Valoroso Capitano.” REPOSATI

-“Nobilissimo non meno di nazione, che di virtù..Illustre e nobilissimo Condottiero.” GAMURRINI

-“Prestantissimum virum Berardinum de la Carda et aptissimum.” Da una lettera di Filippo Maria Visconti riportata dall’OSIO

-“Gentium nobis inimicarum ductoribus aliis plurimis viris, et armigeris prestantibus.” Da un documento di Filippo Maria Visconti ripreso dall’OSIO

-“Virum armis insignem.” SANT’ANTONINO

-“Virum armis nobilem.” BRACCIOLINI

-“Celebre capitano.” SPRETI

-“Con Jacopo Caldora “Homines rei militaris peritissimos.” FACIO

-“Quell’altro è Berardin cum chiare luce,/ qual dalla Carda al mondo in nome dice,/ ne l’arme illustre.” SANTI

-“Invitto capitano.” ADEMOLLO

-“Dux ejus aetatis clari nominis.” BEVERINI

-“Capitano di molta riputazione in quei tempi.” COLUCCI

-“Capitano di gran rinomo allora.” CIAVARINI

-“Capitano riputatissimo.” BALDI

-“Huomo molto amato dal suo popolo.” SARACINI

-“Homo amato da tutto el populo.” BERNABEI

-“Intra li altri illustrissimi e magni capitani levò fama al suo tempo di gagliardia.” BROGLIO

-“Famoso capitano dei suoi tempi.” LILLI

-“Bernardino della Carda was among the many middle-ranking condottiere of his time.” BICHENO

-Con Orso Orsini “Ductores bellicosi.” CRIVELLI

-Con Jacopo Caldora, Arrigo della Tacca, Orso Orsini “Muy famosos capitanes de su (di Braccio di Montone) escuela.” ZURITA

-Con Cherubino da Perugia e Ludovico da Buscareto “Uomini valorosi ed usi alle armi.” A. MARINI

-“Un valente condottiero.” TANZINI

-“Era uno stratega astutissimo, tanto da essere soprannominato “la volpe dell’Appenino”.” BECI

-“Scompariva con Bernardino un esponente della folta schiera di capitani di ventura dell’Appennino. Egli fu capace di porsi al servizio delle diverse potenze italiane senza mai esser travolto dalla portata dei conflitti. La duratura alleanza degli Ubaldini della Carda con i conti di Montefeltro garantì a Bernardino quella sicurezza che gli consentì di consolidare la signoria territoriale su Apecchio e sui vicini castelli di montagna e di ricoprire anche un ruolo nelle città umbre (Gubbio e Città di Castello) sotto l’influenza feltresca. Il servizio militare reso a Filippo Maria Visconti, molto apprezzato presso la corte milanese, gli avrebbe forse potuto aprire nuove prospettive, se la morte non fosse sopraggiunta soltanto cinque anni dopo l’inizio del rapporto. Secondo una tradizione, avallata dagli umanisti e dai cronisti quattrocenteschi, Federico da Montefeltro, il futuro duca di Urbino, .., sarebbe figlio dell’Ubaldini e di Aura da Montefeltro. Guidantonio non aveva avuto eredi dal matrimonio con Rengarda Malatesta..e avrebbe accolto come proprio il neonato concepito con una nobildonna dalla segreta identità.” PIRANI

-“Era cittadino di Gubbio ed era conosciuto per il suo coraggio, tanto che la Repubblica di Firenze gli conferì l’appellativo di “Magnifico”. WIKIPEDIA

-“Celebre condottiero di ventura la cui fama avrà una vasta eco in tutta Italia, colui che per magnanimità e saggezza sarà definito “el Magnifico” e per mastuzia e scaltrezza “la Volpe degli Appennini”… I fiorentini, che avevano un conto aperto con bernardino.. presero a pretesto i fatti accaduti a San Romano per infamare il Carda e commissionarono al pittore fiorentino del momento, Paolo Uccello, la realizzazione del quadro “La Battaglia di San Romano”, dove l’Ubaldini è ritratto mentre viene disarcinato.” BEI-CRISTINI

Immagine stemma: wikipedia
Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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