Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
BERNARDINO DEGLI UBALDINI DELLA CARDA Signore di Apecchio, Frontone, Vespolate ed Urbania (Castel Durante). Di Apecchio.
Padre, probabilmente, di Federico da Montefeltro e di Francesco degli Ubaldini. Genero di Guidantonio da Montefeltro.
1390 ca. – 1437 (settembre)

Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……………. | Napoli | Antipapa | Milita agli stipendi del re di Napoli Ladislao d’Angiò. | ||
1411 | Camerino | Al servizio di Rodolfo da Varano. | |||
1412 | Brescia | Al soldo del signore di Brescia Pandolfo Malatesta. | |||
1414 | Ancona | Pesaro | Marche | Viene assunto dagli anconetani al posto di Carlo da Montaboddo per contrastare i Malatesta di Pesaro. Chiede al comune che un figlio del Montalboddo non sia dipinto con il padre come traditore. | |
1415 | |||||
Gen. feb. | Fermo | Rimini | Marche | Al soldo del signore di Fermo Ludovico Migliorati contro i Malatesta; con Ludovico da Buscareto e Cherubino da Perugia ha il comando di 200 lance. A Fermo. | |
Ago. | Marche | Alla firma di una tregua con Andrea Malatesta esce da Fermo e sosta nei piani del Tenna. | |||
1416 | |||||
Mar. | Marche | E’ segnalato ancora a Fermo. | |||
……………. | Urbino | Marche | Al servizio di Guidantonio da Montefeltro. | ||
1417 | |||||
Ago. | Brescia | Milano | Lombardia | Combatte i ducali agli stipendi del signore di Brescia Pandolfo Malatesta. | |
1418 | |||||
Mar. | Lombardia | Viene battuto ad Olginate dal Carmagnola. I viscontei catturano 400 cavalli. | |||
Sett. | 500 cavalli | Veneto | Chiede ai veneziani di passare agli stipendi della Serenissima dietro un compenso di 4000 ducati. La richiesta viene accettata. La rassegna della sua compagnia è tenuta nei pressi di Verona. | ||
1419 | |||||
Estate | Chiesa | Perugia | Umbria | Affronta le truppe di Braccio di Montone. Si muove nel territorio di Gubbio con Conte da Carrara, Angelo della Pergola e Ludovico dei Michelotti; minaccia il perugino con 2000 cavalli e numerosi fanti. | |
Ott. | Umbria | Sconfitto in un piccolo scontro da Niccolò Piccinino, a metà mese si accosta nottetempo ad Assisi presso il convento di San Francesco dove un frate indica agli attaccanti una piccola porta non sorvegliata. Questa viene aperta e l’Ubaldini della Carda irrompe nella città con 2000 cavalli e 1200 fanti; giunge nella piazza maggiore; vengono assalite le case dei fautori dei bracceschi. Dopo tre giorni l’Ubaldini della Carda viene battuto con altri condottieri da Braccio di Montone in uno scontro che dura cinque ore e che costa ai pontifici 200 morti e 400 prigionieri. | |||
1420 | |||||
Gen. | Umbria | Rientra alla difesa di Gubbio; a seguito di tre giorni di vani assalti costringe il capitano avversario ad abbandonare il contado. | |||
Mar. | Chiesa | Bologna | Emilia | Segue Guidantonio da Montefeltro a Bologna che si è ribellata ai pontifici. | |
Sett. | Re d’Aragona | Angiò | Campania | Combatte nel regno di Napoli per gli aragonesi contro Muzio Attendolo Sforza e Luigi d’Angiò: è assediato in Napoli. L’esercito sforzesco si avvicina a Porta Marina; l’Ubaldini della Carda fa suonare le campane per l’allarme con Jacopo Caldora ed Orso Orsini. Affronta gli avversari e dopo quattro ore ripiega verso la Porta del Carmine. | |
Ott. | Urbino | Milano | Lombardia | Viene inviato in soccorso di Pandolfo Malatesta. E’ sconfitto dal Carmagnola a Montichiari. | |
1422 | |||||
Lug. | Perugia | C.di Castello | Umbria | Appoggia il Montone all’assedio di Città di Castello. | |
1423 | |||||
……………. | Non si concludono le trattative avviate tra veneziani ed il Montefeltro che dovrebbero prevedere anche una sua condotta di 120 lance. Passa allora al servizio del Montone. | ||||
Giu. | Re d’Aragona | Napoli Chiesa | Campania | E’ inviato a Capua dal Montone con il Caldora, Arrigo della Tacca, Paolo Orsini e Riccio da Montechiaro (1200 cavalli e 1000 fanti) per sostenere lo sbarco di milizie catalane che provengono da Barcellona; da qui prende la via del mare, attraversa la foce del Volturno con l’aiuto della flotta aragonese ed entra in Napoli. | |
Ott. | Campania | Esce da Napoli con Arrigo della Tacca, il Caldora e l’Orsini mentre Alfonso d’Aragona lascia la città a bordo della flotta: giunto al ponte della Maddalena, sul Sebeto, si scontra con le truppe dello Sforza. E’ obbligato a rientrare in Napoli. Viene assediato da Francesco Sforza per terra e da Guido Torelli per mare. | |||
1424 | |||||
Gen. | Campania e Abruzzi | Abbandona Napoli con il pretesto del ritardo delle paghe; raggiunge il Montone negli Abruzzi con un salvacondotto dello Sforza. | |||
Lug. | Firenze | Milano | Romagna | Prende parte alla battaglia di Zagonara. | |
1425 | |||||
Lug. | Firenze | Milano | 350 lance e 250 fanti | Contrae una nuova ferma con i fiorentini. | |
Sett. | Marche e Umbria | Dal Montefeltro scende in Val Tiberina. Con Galizio degli Ubaldini ed Ardizzone da Carrara fronteggia Guido Torelli e Fabrizio da Capua. | |||
Ott. | Toscana | E’ segnalato ad Anghiari; al campo viene a contesa con Ardizzone da Carrara. Un uomo d’ arme di uno dei due capitani, uccide un uomo d’arme del secondo e diserta a Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) dove è fermo Guido Torelli. Il condottiero visconteo è informato dei disordini esistenti nel campo fiorentino; provoca gli avversari a battaglia. L’Ubaldini della Carda si mette al loro inseguimento; si accorge di essere caduto in un agguato. Si difende con accanimento assieme con Galizio degli Ubaldini; gli sfugge di mano il controllo delle truppe; non riceve soccorsi da Ardizzone da Carrara ed arretra; ferito da un colpo di lancia cade dalla sua cavalcatura e viene fatto prigioniero con Galizio degli Ubaldini. I fiorentini sono sconfitti con la perdita di 300 cavalli e di 500 fanti. | |||
Nov. | Romagna Lombardia | E’ condotto a Forlì da alcuni uomini d’arme di Fabrizio da Capua; da qui è condotto a Milano per essere rinchiuso prima in un carcere chiamato Malastalla, e, poi, nei Forni di Monza. | |||
1427 | |||||
……………. | Lombardia | Si fa inviare dal suocero Guidantonio da Montefeltro, di cui ha sposato la figlia naturale Aura, alcune pillole di oppio; ai suoi guardiani riferisce che si tratta di un efficace rimedio contro i reumatismi. Persuade le sentinelle, che lamentano un identico stato di malessere,a prenderle, approfitta del loro sonno e ripara a Brescia presso i veneziani. | |||
……………. | Urbino | Montone | Umbria | Appoggia il suocero in un tentativo di impadronirsi per trattato di Montone ai danni della vedova di Braccio di Montone Nicolina da Varano. | |
Lug. | Firenze | Milano | Lombardia | Si distingue nella battaglia di Castelsecco. | |
Ott. | Lombardia | Partecipa alla battaglia di Maclodio: il Carmagnola lo colloca con Niccolò da Tolentino in un bosco fiancheggiante un argine che taglia un terreno paludoso. I veneziani arretrano dietro un ponte seguiti dai viscontei; l’Ubaldini della Carda esce dalla sua postazione e con Niccolò da Tolentino blocca la ritirata agli avversari . | |||
Nov. | Lombardia | Presenzia a Milano alla firma di una lega tra il duca Filippo Maria Visconti ed il conte Amedeo di Savoia. | |||
1429 | |||||
Autunno | Firenze | Volterra | Toscana | Staziona nel territorio di Volterra con Bernaino Fornaino e Bartolomeo da Gualdo; dà il guasto alla Val di Strove. | |
Nov. | Firenze | Lucca Milano | 150 lance | Toscana | Combatte i lucchesi agli ordini di Niccolò Fortebraccio. Si avvia verso Pietrasanta; si impossessa di Camaiore, di Carrara e di altre località. |
Dic. | Toscana | Con Rodolfo Oddi e Bernaino Fornaino occupa Ponte San Pietro. | |||
1430 | |||||
……………. | Toscana | I suoi rapporti con il Fortebraccio diventano sempre più conflittuali; i due condottieri campeggiano sotto Lucca in modo distinto, l’Ubaldini della Carda in una bastia verso Pontetetto, tra la Porta di San Lazzaro e l’antiporto, ed il Fortebraccio verso Capannori. Attaccato dai lucchesi, l’Ubaldini della Carda respinge l’assalto riportando una ferita alla mano per un colpo di spada. Negli stessi giorni con Cantiano da Cantiano, il Falza e Girolamo d’Anghiari si fa mallevadore per la somma di 2000 fiorini a favore di Baldaccio d’Anghiari che, prigioniero, deve presentarsi a Firenze ai Dieci di Balia. | |||
Mag. | Toscana | Con Ranieri Vibi del Frogia non interviene in soccorso del Fortebraccio allorché costui viene assalito nella bastia verso Treponti in cui si è trasferito di recente. | |||
……………. | Toscana | I contrasti tra l’Ubaldini della Carda ed il Fortebraccio sono tali che i fiorentini scelgono come loro nuovo capitano generale il Montefeltro. | |||
Dic. | Toscana | Prende parte alla battaglia del Serchio contro le truppe di Niccolò Piccinino. Ha il comando della terza schiera forte di 500 cavalli; la sua insegna consiste in due morsi di cavallo stretti in campo azzurro. Coinvolto nella sconfitta, fugge verso Pisa dopo avere subito notevoli perdite. Tra i fiorentini sono catturati 1500 cavalli; sono loro tolte artiglierie, munizioni e grandi quantità di armi. | |||
1431 | |||||
Gen. | Firenze | Marradi | Capitano g.le 300 lance e 200 fanti | Toscana e Umbria | Si dirige nell’aretino con 400 lance; si reca a Poggibonsi; si allontana da tale località per contrastare in Val d’Elsa, con il commissario Bartolomeo Ridolfi, i viscontei comandati da Alberico da Barbiano. Vi sono cruenti scontri finché gli avversari sono costretti a lasciare il territorio. Cattura Niccolò da Pisa, bandito dai fiorentini, e lo consegna nelle mani del commissario Ridolfi. Acquista alcuni poderi alla Colombaia (è infatti cittadino di Firenze) e si riposa per qualche giorno: è richiamato in servizio per togliere, con il commissario Averardo dei Medici, Marradi ai parenti di Ludovico Manfredi, trattenuto in carcere a Firenze. La località gli si arrende a patti dopo pochi colpi di bombarda: promette in particolare la liberazione del Manfredi. I fiorentini non accettano la condizione da lui sottoscritta; sdegnato, abbandona i loro stipendi. Esce da Pisa con i suoi uomini, cavalca verso San Miniato, tocca la Valdarno, Arezzo; si incontra con il suocero a Città di Castello e passa al soldo del duca di Milano. |
Feb. | Milano | Chiesa | Marche | Coadiuva il signore di Pesaro Carlo Malatesta nel contrastare Sante Carillo; con 1500 cavalli e fanti occupa alcuni castelli del vicariato di Mondavio. | |
Apr. | Milano | Firenze | Toscana | Recupera Cignano per conto dei senesi. | |
Lug. | Chiesa Urbino | Comp. ventura | Umbria e Toscana | Con Francesco Vibi (1200 cavalli, 3000 fanti e cernite) libera per conto di Guidantonio da Montefeltro Città di Castello dalle minacce del Fortebraccio. Obbliga il capitano rivale a riparare a Montone. A metà mese rientra nell’ aretino. | |
1432 | |||||
Feb. mar. | Pesaro | Chiesa | Marche | Affianca Galeazzo Malatesta ai danni dei pontifici. A marzo si trova ancora nel pesarese. | |
Apr. | Siena | Firenze | Capitano g.le | Toscana | Filippo Maria Visconti lo invia in soccorso dei senesi. Attacca i fiorentini con 400 lance; entra nell’ aretino. Assale il Valdarno superiore e si impadronisce di Caposelvi, San Leolino, San Giovanni Valdarno, Terranova Bracciolini. Si muove sotto Marciano della Chiana con Antonio da Pontedera ed Antonio Petrucci. I suoi soldati si impadroniscono di tale fortezza mentre sta discutendo con il castellano Amerigo Zati che si è affacciato ad un balcone. Di seguito ottiene Uliveto Terme, Ambra e Linari, sempre senza infierire sui beni degli avversari. Le sue conquiste in tali zone sono all’ insegna di uno scrupoloso rispetto per le proprietà private. Allorché un popolano di Siena incendia contro i suoi ordini una casa appartenente a Piero Ardinghelli, lo fa prendere e gettare nello stesso fuoco. Sosta a Tignano; i suoi saccomanni scorrono fino a Montecalvoli; conquista Bibbona e Gambassi dopo molti assalti. I fiorentini con Micheletto Attendolo non gli oppongono resistenza. |
Mag. | Toscana | Scorta nel senese l’imperatore Sigismondo d’Ungheria con 1220 cavalli e 400 fanti; lo accompagna a Lucca al momento assediata dai fiorentini; si scontra con l’ Attendolo e Niccolò da Tolentino. Scorre nel fiorentino con Antonio da Pontedera e Giacomo di Vico. | |||
Giu. | Toscana | Si riduce con Francesco Piccinino alle Capanne, vicino a Castel del Bosco. Alla notizia dell’avanzata di Niccolò da Tolentino fa mettere in ordine i suoi uomini d’arme; predispone sulle colline la fanteria per colpire sui fianchi con verrettoni e frecce gli avversari. Antonio da Pontedera è contrario all’ utilizzo di tale tattica in quanto preferisce ricorrere alla classica carica di cavalleria pesante. In un primo momento il successo sembra arridere ai senesi; l’intervento dell’ Attendolo capovolge le sorti della battaglia di San Romano (cattura tra i suoi uomini di 600 cavalli e molti più fanti). Per i cronisti senesi, il cui resoconto (forse) si ferma alla prima fase dello scontro, la vittoria arride alle milizie del loro comune ed è l’Ubaldini della Carda a fare prigionieri 400 cavalli. | |||
Lug. sett. | Toscana | A Siena con l’imperatore; continua nella guerra contro i fiorentini nel contado finitimo. Si sposta nel contado di Volterra con Leone della Pergola, recupera Santa Maria a Trebbio ed altri castelli; porta la guerra nel pisano. | |||
Ott. | Milano | Chiesa Venezia | Romagna e Marche | Viene infeudato di Vespolate dal duca di Milano. Affronta i pontifici, scorre nel riminese a San Giovanni in Marignano, assedia Sassocorvaro. A sua volta il Gattamelata tenta di assalire le terre del Montefeltro. | |
1433 | |||||
Apr. | Governatore g.le | Romagna e Lazio | Dalla marca d’ Ancona si trasferisce nel forlivese e giunge a Faenza; ritorna a combattere i pontifici nell’alto Lazio: ora il suo titolo è di governatore generale ducale di Tuscia. | ||
Lug. | Lazio | Appoggia a Vetralla il Fortebraccio. | |||
1434 | |||||
Mag. | Emilia | Raggiunge Parma con 400 cavalli; nella città viene alloggiato nel vescovado. | |||
Lug. ago. | Romagna | Con Erasmo da Trivulzio alla testa di 2000 cavalli si collega nel territorio di Imola a Niccolò Piccinino. Ad agosto ha il compito di occupare un ponte sul rio Sanguinario sulla strada che porta a Castel Bolognese. Con l’arrivo dei veneziani si ritira con lentezza opponendo una giusta resistenza. Nello stesso tempo 800 uomini d’arme viscontei guadano il torrente alle spalle dei nemici tagliando loro ogni via di scampo. Il piano è eseguito puntualmente. Tra i collegati sono catturati 5000 cavalli e 1000 fanti; per alcune fonti sono solo i suoi uomini a prendere parte allo scontro perché in quel giorno l’Ubaldini della Carda si trova ammalato ad Imola. | |||
Sett. | Romagna | Viene condotto a Forlì a curarsi nel palazzo di Antonio Ordelaffi. | |||
1435 | |||||
Lug. ago. | Romagna Lombardia | Alla firma della pace si dirige ancora a Forlì (dove si trattiene per otto giorni) per tentare di riconciliare Niccolò Piccinino con Francesco Sforza. Ad agosto rientra in Lombardia. | |||
Sett. | Liguria Lombardia | Con Piccinino scorta da Savona a Milano (il castello di Porta Giovia) Alfonso d’Aragona, catturato dai genovesi nella battaglia navale di Ponza. | |||
……………. | 800 cavalli | ||||
1437 | |||||
Sett. | Milano | Venezia | Emilia | Sorpreso a Stellata da una grave malattia, si fa portare a Ferrara ove muore ai primi del mese. Ritratto da Paolo Uccello nel suo trittico riguardante “La battaglia di San Romano”, noto come “Disarcionamento di Bernardino della Carda”, anche se il quadro rappresenta probabilmente il disarcionamento di Astorre Manfredi. Un pannello si trova agli Uffizi a Firenze ed un altro alla National Gallery di Londra. |
CITAZIONI
-“Uno dei più valenti condottieri del principio del secolo.” SISMONDI
-“Un personaggio così famoso per prudenza e valore, (Filippo Maria Visconti) avrebbe desiderato poterlo innalzare ai più altri gradi.” DECEMBRIO
-“Condottiero di huomini d’arme e valorosissimo Capitano.” SANSOVINO
-“Non ultimo fra gli eccellenti capitani de’ suoi tempi.” UGOLINI
-“Valoroso Capitano.” REPOSATI
-“Nobilissimo non meno di nazione, che di virtù..Illustre e nobilissimo Condottiero.” GAMURRINI
-“Prestantissimum virum Berardinum de la Carda et aptissimum.” Da una lettera di Filippo Maria Visconti riportata dall’OSIO
-“Gentium nobis inimicarum ductoribus aliis plurimis viris, et armigeris prestantibus.” Da un documento di Filippo Maria Visconti ripreso dall’OSIO
-“Virum armis insignem.” SANT’ANTONINO
-“Virum armis nobilem.” BRACCIOLINI
-“Celebre capitano.” SPRETI
-“Con Jacopo Caldora “Homines rei militaris peritissimos.” FACIO
-“Quell’altro è Berardin cum chiare luce,/ qual dalla Carda al mondo in nome dice,/ ne l’arme illustre.” SANTI
-“Invitto capitano.” ADEMOLLO
-“Dux ejus aetatis clari nominis.” BEVERINI
-“Capitano di molta riputazione in quei tempi.” COLUCCI
-“Capitano di gran rinomo allora.” CIAVARINI
-“Capitano riputatissimo.” BALDI
-“Huomo molto amato dal suo popolo.” SARACINI
-“Homo amato da tutto el populo.” BERNABEI
-“Intra li altri illustrissimi e magni capitani levò fama al suo tempo di gagliardia.” BROGLIO
-“Famoso capitano dei suoi tempi.” LILLI
-“Bernardino della Carda was among the many middle-ranking condottiere of his time.” BICHENO
-Con Orso Orsini “Ductores bellicosi.” CRIVELLI
-Con Jacopo Caldora, Arrigo della Tacca, Orso Orsini “Muy famosos capitanes de su (di Braccio di Montone) escuela.” ZURITA
-Con Cherubino da Perugia e Ludovico da Buscareto “Uomini valorosi ed usi alle armi.” A. MARINI
-“Un valente condottiero.” TANZINI
-“Era uno stratega astutissimo, tanto da essere soprannominato “la volpe dell’Appenino”.” BECI
-“Scompariva con Bernardino un esponente della folta schiera di capitani di ventura dell’Appennino. Egli fu capace di porsi al servizio delle diverse potenze italiane senza mai esser travolto dalla portata dei conflitti. La duratura alleanza degli Ubaldini della Carda con i conti di Montefeltro garantì a Bernardino quella sicurezza che gli consentì di consolidare la signoria territoriale su Apecchio e sui vicini castelli di montagna e di ricoprire anche un ruolo nelle città umbre (Gubbio e Città di Castello) sotto l’influenza feltresca. Il servizio militare reso a Filippo Maria Visconti, molto apprezzato presso la corte milanese, gli avrebbe forse potuto aprire nuove prospettive, se la morte non fosse sopraggiunta soltanto cinque anni dopo l’inizio del rapporto. Secondo una tradizione, avallata dagli umanisti e dai cronisti quattrocenteschi, Federico da Montefeltro, il futuro duca di Urbino, .., sarebbe figlio dell’Ubaldini e di Aura da Montefeltro. Guidantonio non aveva avuto eredi dal matrimonio con Rengarda Malatesta..e avrebbe accolto come proprio il neonato concepito con una nobildonna dalla segreta identità.” PIRANI
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