Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
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-“Perhaps the first sustained effort of an infrantry reform “all’antica”..was that promoted by Bartolomeo d’Alviano in 1513-14 for the armies of the republic of Venice…Alviano proposed regular and standard infantry companies of 256 men, a perfect square formation of sixteen ranks and sixteen files. Organizational detail confirm Alviano’s commitment to ancient forms and language each sixteen man file was to be a separate sub-unit, a “decurion” led by a “decurione” and closed by a “tergiductor” – these Latinate titles and roles were directly borrowed fron surviving ancient drills…Along with his tactical reform Bartolomeo d’Alviano promulgated a military code intended to establish the spirit of the legions among the soldiers of St. Mark Officers and men were to swear allegiance to the Republic and forswear blasphemy, brawling and whore mongering; among other speciific items, particularly fast horses were forbidden as a temptation to fly in the face of danger. Alviano was serious, too; in the summer of 1514 he had the noses slit of those prostitutes still found in camp. Reformers wanted more than new battle schemes; they were after a whole new military ethic.” ARNOLD
-“Era il condottiero italiano più temuto e ammirato dagli oltramontani, per la sua foga unita alla capacità di effettuare rimonte spettacolari…Bartolomeo d’Alviano è stato il grande genio militare della prima fase delle guerre d’Italia e ha espresso questo suo genio attraverso battaglie che in alcuni casi hanno avuto un esito che ha cambiato la storia.. E’ un genio della tattica militare, più ancora che della strategia; è un uomo che amava le innovazioni e che ha provato a innovare, pagando di persona il costo di queste sue intuizioni, in alcuni casi estremamente innovative, che hanno portato a successi folgoranti, ma non sempre, ed hanno portato anche ad alcune batoste… Bartolomeo d’Alviano replica sui campi di battaglia, quelli della grande guerra, della grande storia, gli stessi metodi della piccola guerra, delle piccole battaglie, della piccola storia degli scontri di fazione che ha combattuto nelle città umbre negli anni precedenti, dove non si sono fatti sconti né prigionieri ma si sono sterminati i nemici non appena fosse stato possibile… Tuttavia c’é qualcosa di incompiuto nella biografia di questo personaggio e, probabilmente, la fortuna che ha riscosso Bartolomeo è stata forse inferiore al suo talento, che fu peraltro accompagnato da taluni difetti di carattere. Possiamo dire che l’Alviano è stato vittima di questo carattere, cosa che gli ha impedito di arrivare ancora più in alto rispetto ai traguardi che pure ha mietuto.” PELLEGRINI
-“Il fut en son temps un grand homme de guerre et bon capitaine.” DU BELLAY
-“Capitano, come ciascuno confessava, di grande ardire ed esecutore con somma celerità delle cose deliberate, ma che molte volte, o per sua mala fortuna o, come molti dicevano, per essere di consiglio precipitoso, fu superato dagli inimici: anzi, forse, dove fu principale degli eserciti non ottenne mai vittoria alcuna.” GUICCIARDINI
-“Fu.. l’unico condottiero italiano in grado di poter competere con il Trivulzio e i grandi generali francesi e spagnoli…(Dalla sua vita emerge) l’immagine di un uomo che non solo fu un condottiero votato alla guerra, ma una sorta di mecenate, nel suo piccolo, e forse anche poeta; anche se quest’altra faccia dell’uomo sfugge ad una precisa documentazione, resta ugualmente di lui un aspetto alternativo di carattere artistico, presumibilmente dilettantesco, ma pur sempre rico di fascino, che la leggenda contribuisce ad arricchire.” RENDINA
-Con Vitellozzo Vitelli “Uomini veramente eccellenti in tal mestiero.” G.G. ROSSI
“Sopra tutti gli altri capitani professione di singolar prestezza e d’ardimento.” AMMIRATO
-“Uomo arrisicatissimo e di grande autorità e virtù.” VARCHI
-” E’ homo picolo, tutto vivo, bruta statura e pocha presentia… A’ dito pazie, vol protestar ai proveditori, à colera, è rabioso, è impossibile possa durar, non vol consejo, à bon voler, animo e core, ma non vol consulto… E’ stato homo d’assai, et fedelissimo a la Signoria et solicito, ma un poco sbarajoso (audace)… El capitanio zeneral è molto solicito e tropo animoso, e tutto principia e compie con lo suo cervelo; e s’il mancasse, ogni cossa resteria confusa et imperfecta; è molto temudo.” SANUDO
-“Fu veramente reputato costui per uomo di guerra valoroso e molto audace, e tale che per alcuna battitura di caso non si sbigottiva; sì che fu sempre in buona riputazione.” NARDI
-“Come il Liviano nelle spedizioni del Friuli, in questa del Polesine e in altre simili, dove faceva mestieri tentare arditamente la fortuna, e usar celerità nell’eseguire i disegni, e con una parte dell’esercito battere le forze nemiche, fu molto fortunato ed eccellente uomo; così all’incontro si può dire che nelle battaglie generali e nel governo di tutto il corpo d’un esercito, egli fosse poco avventurato.. nel fatto d’arme di Ghiaradadda, non avendo egli saputo né aspettare né combattere, tenne le forze del nostro esercito tanto separate, che una non poté in tempo del bisogno dar soccorso all’altra. In quello poi di Vicenza, quando bisognava permettere che l’inimico se ne andasse, egli si lasciò condurre in luogo dove non poté spiegarsi, né valersi di tutte le forze.” BARBARO
-“Qualità ottima pratica e fama nell’esercitio militare.” SENATO SECRETA
-“Uomo animoso e pratico.” MACHIAVELLI
-“In parole e fatti valoroso.” MOCENIGO
-“Era costui d’età d’anni cinquantatré, di corpo piccolo, ma de animo grande, et gran bestemmiatore; et nelle cose sue più prontato che cauto sempre si dimostrò; et la sproveduta subitezza et cieca fretta, più che la maturata tardità, li fu sempre amica.” PRATO
-“Et era homo molto piccolo, ma era de grandissimo ingenio e cervello, e de gran condutta, e degno soldato e conduttiero.. Era de ingegnio subtilissimo e acuto nell’arte militare. MATARAZZO
-“Uno dei più costanti e più risoluti nel mantenere la data fede, e nel fare di sé sagrifizio all’onor delle insegne da lui prese a difendere.” POLIDORI
-“Fra i primi capitani de’ suoi tempi.” UGOLINI
-“Ardentissimo in qualunque sua operatione, e pieno di grandissima vivacità, e d’ardire.. Ma l’Alviano ne’ suoi pensieri portato era da soverchio desiderio di conseguire la vittoria, in modo che l’animo dall’appetito della gloria quasi de certa caligine accecato, bene spesso non conosceva i pericoli, e dispreggiava i consigli più prudenti, e più sicuri… Fu per certo l’Alviano per common consenso degli uomini eccellentissimo Capitano, per grandezza d’animo, e per esperienza di cose militari, e riuscì ancora più chiaro, e famoso, perché fiorì in tempo, nel quale hebbe larghissimo campo di dimostrare la sua virtù, e la scienza militare nell’administrare importantissime guerre. Ma la sua laude riuscì per ciò alquanto minore, perché era desideroso di gloria, che con immaturo, e spesso precipitoso consiglio affrettavasi alla vittoria: nondimeno si può nelle laudi di lui annoverare, che nel mandare ad essecutione le cose, usava certa maravigliosa, e a’ costumi di quelli tempi veramente nuova, e inusitata prestezza.” PARUTA
-“Eccellente capitano della militia Venetiana ne’ nostri giorni.” ALBERTI
-“Inquietissimo animo ebbe sempre, e vivissimo.” DA PORTO
-“Uomo prontissimo.” BEMBO
-“Cum veritade hera valenthomo, ma quello molto pericoloso et balordo.” PRIULI
-“Plus hardy que bien advisé.” LE LOYAL SERVITEUR
-“Petit homme, sec et alaigre, lequel estoit homme sage et avoit fact beaucoup de belles choses.” R. DE LA MARCK
-“Audace, intrepido, vigilante, ad uno spirito pronto, ad un’indole viva, ardente congiungea una sagacia di mente, un’ostinazion di volere, una celerità di eseguire mirabile.. Avidissimo di gloria, piacentesi nelle lodi ‘pose molto amore ne’ letterati, e poeti del suo tempo, dilettosi nel dotto lor conversare, divisa con essi la mensa.” CIANI
-“Fu dignissimo capitanio, animoso et d’ogni altra cosa.” TEDALLINI
-“Huomo animoso, e sempre desideroso di tentar la Fortuna.. Fu sempre d’animo ardente, e di militare industria nel governare l’imprese.. In ogni suo consiglio vivo, e feroce, e desideroso molto di far fatti.. Hebbe il Liviano poco bello aspetto di volto, e quasi brutto affatto, per lo corpo picciolo, e gobbo. Ma egli haveva ingegno molto alto, e vehemente; il quale molte volte pareva troppo più ardente e gagliardo per lo suo troppo vigor d’animo, di quel che conveniva a Capitano Generale; di maniera, che molti lo riputavano alquanto miglior guerriero, che Capitano. Nessun però meglio di lui possedette gli ordini della disciplina, né nessun altro fu più valoroso, né più desto a essequire tutte le fattioni della militia; e finalmente egli, che non essendo illustre per alcuna gloria de’ suoi maggiori di privato cavaliere, era arrivato a supremi honori; sarebbe paruto degno d’ogni lode di guerra, se nel corso delle cose, e nelle imprese la Fortuna havesse risposto a consigli, e alle virtù di lui.. Non era allora capitano più vigilante né più pronto, dì e notte intento con gran cura in tutte l’occasioni della guerra.” GIOVIO
-“Dagli infimi gradi della milizia era col suo coraggio sorto ai primi onori.” DARU
-“Capitano al certo di valore, di pronta risoluzione, e di fede incorrotta, ma adatto piuttosto al servigio di gran Re, che desideroso di gloria fosse inclinato ad incontrare cimenti pericolosi, che della repubblica di Venezia portata per costume, e per massima ad attendere le opportunità, non a rischiare con precipitosi consigli decisivi avvenimenti.” DIEDO
-“Gran Capitano, per la cui virtù la Repubblica era già quasi certa di rihaver tutto il dominio.” P. GIUSTINIAN
-” Cesare ben eri, tu però ch’uscisti/ Dal corpo morto di tua madre al mondo:/ E’n mezzo ‘l Ciel fu Marte furibondo,/ Appunto alhor che in luce tu venisti./ Perché dunque il suo nome non t’acquisti,/ Se non lei di valor a lui secondo?/ Tal ti vide e di seno alto e profondo/ Vinegia ai tempi suoi torbidi e tristi.” P. Giovio il giovane, da un sonetto raccolto dal GIOVIO
-“Tal ti provò il Magnanimo Thedesco,/ Et lo Svizer per te fuor di Milano/ Spirito a favor del magno re Francesco./ Ne il tuo intrepido ardir fu però vano./ Perché t’havesse il carcere Francesco/ Chiuso gran tempo, o chiaro Liviano.” A.F. Rinieri, da un sonetto raccolto dal GIOVIO
-“Questo era uomo di carattere audace e intraprendente…La repubblica perdette in lui un bravissimo Capitano; egli amava la gloria, e spesso la cercava con più ardore che vera prudenza; difetto scusabile in un uomo di guerra, ma che ha sempre conseguenze funeste; difetto, che cagionò le disgrazie, che offuscarono la fama di questo celebre generale. Egli aveva per altro una capacità particolare per guadagnare l’amore de’ soldati, e per farsi temere. Era infinitamente severo nel punto della disciplina, si esponeva a’ pericoli, sopportava le fatiche come un semplice soldato, e giustificava questa sua condotta col dire, che un generale, che si risparmia, ha gran torto, poiché ha più parte d’ogni altro nella gloria.” LAUGIER
-“D’Alviano was rather a brave soldier stan a skilful general. he was not frequently defeated, but it had been observed that when ever he held the chief command he had never obtained the victory. Yet it must be confessed that the man who by his activity, courage, and perseverance, coult frustrate the efforts of such a powerful alliance as had been formed against the Venetian states, had no slight pretensions to the applause and gratitude of his country. In the elegant Latin oration of Navagero, which yet remains, are briefly enumerated the principal transactions of his life; and we learn from the same authority, that his few hours of leisure were sedoulously devoted to the cultivation of literature, in which he had made a much greater proficiency than could have been expected from a person devoted to the causeless duties of a military profession.” ROSCOE
-“Hebbe valor..grande, e meriti dignissimi di guerra.. Era il Liviano di piccola statura, il volto hebbe bianco, gli occhi e capelli neri.” ROSCIO
-“Assai spesso mutavasi in venturiere e predatore.” BALAN
-“Senili prudentia,diligentia incredibili, atque ea indole, quae cognitam post bellicam industriam, fortitudinemque tanto ante promitteret.” BEAUCAIRE
-“Geniale e ardito condottiero… L’Alviano fu uno dei nostri maggiori condottieri del Rinascimento; assunse alla più alta fama relativamente tardi, a quarant’otto anni, con la battaglia del Garigliano, e solo dieci anni più tardi si trovò a comandare un esercito. Assertore d’una strategia quanto mai vigorosa, vera strategia annientatrice in alcuni casi, trovò difficoltà ad attuarla per la sua novità in confronto con la politica e la prassi guerresca del tempo..Nel campo tattico, a differenza della maggior parte dei nostri condottieri, non fu un seguace del principio difensivo-controffensivo appoggiato alla fortificazione campale, ma assertore di una tattica ardita, mirante ad avvolgere uno o entrambi i fianchi dell’avversario.. Dove, però, si poté giungere a una piena comprensione e in una reciproca fattiva collaborazione fra generalissimo e generale in sott’ordine, come al Garigliano, o fra entrambi i capi dei due eserciti alleati, come a Melegnano, il successo fu clamoroso; dove l’accordo mancò, come ad Agnadello, si ebbe la sconfitta. Quando l’Alviano agì da solo, parve rivelare più le manchevolezze che i vantaggi del suo arrischiato procedere; ma, in realtà, la rotta di Campiglia fu un episodio d’imprudenza dovuto ad eccessiva sottovalutazione dell’avversario; in quella di La Motta ebbero parte decisiva deficienze di truppe e insidie del terreno acquitrinoso. Viceversa, la vittoria di Rio Secco in Cadore fu la conseguenza di un’azione arditissima sulle retrovie del nemico, operata in terreno asprissimo e nel cuore dell’inverno.. Fu poi mente aperta ad ogni innovazione: contribuì ad armare e addestrare alla svizzera le fanterie veneziane, utilizzò grandemente la cavalleria leggera degli stradiotti; e fu pure valente ingegnere militare, come mostrano i castelli da lui fatti costruire o rifatti nell’Umbria e i rafforzamenti delle fortificazioni di Vicenza e di Treviso. Non solo, ma si mostrò mente aperta a ogni forma di cultura, e le non poche lettere che di lui rimangono mostrano proprietà di lingua e vigore di stile; a Pordenone tenne una vera accademia nell’autunno-inverno 1508-09 e 1514-15.” PIERI
-“Virum praeferocem et strenuum..Venetae militiae Ductor egregius.” ARLUNO
-“Sapientissimo nella disciplina militare..Capitano d’invitto valore.” ULLOA
-“Nacque da taglio cesareo,e fu brutto e contraffatto assai.. Era piccolo e brutto, d’animo invitto, idolatra della gloria militare, rapido fino al precipizio nelle mosse, abusando della forza del soldato, che però lo amava, perché seco divideva i disagi e pericoli. Vincendo, l’inimico era da esso senza posa perseguitato, vinto, non si perdeva d’animo, ma tornava a combattere. benché severo nella disciplina, era.. amato da’ suoi soldati. termino di lui col dire, che la sua celebrità consiste nell’aver fatto morire molte migliaia de’ suoi simili, per cui si deve credere mandato da Dio al mondo per castigo degli uomini.” LITTA
-“Condottiero sagace, animoso, indomito.” TENNERONI
-“Nè la gloria sua, nelle armi grandissima, fu per tradimenti oscurata: dalla rapidità delle risoluzioni, dall’indole calda e bollente vennergli disastri e sconfitte: incompatibile con Nicola Orsini conte di Pitigliano; necessari ambedue nelle vicissitudini della Republica. La scienza militare quanto altri del suo tempo conosceva: per velocità delle marcie prodigioso, a niuno secondo per coraggio, peritissimo nella militare architettura, di che sta memoria in Trevigi. La carriera delle armi in tutti i gradi percorse, paggio d’un gentiluomo romano, generalissimo de’ Veneziani. Se in lui vedevi soverchia la piccolezza ed esilità del corpo, se ignobile l’aspetto, presto lo giudicavi grande dell’animo, schietto, generoso, informato a virtù.” FABRETTI
-“Folgore di guerra, ornamento della sua famiglia, terror di nemici e sostegno de suoi. Il quale vincea ogni cosa non meno con le armi, che con l’ingegno ed era impatiente d’ogni tardanza.” CANTALICIO
-“Vir fervidi et audacis ingenii.” VERI
-“Huomo segnalato e di rara virtù.” BELLAFINO
-“O car Livian, ben conosciuto adesso/ è il tuo valor e ‘l mar di tue virtute,/ e quel che fusti ora si vede expresso/…. Tu, intrepido, viril, pien d’ardimento,/ ogni terra expugnavi, ogni fortezza,/ e sol el nome tuo dava spavento./ Con tua celleritate e gran presteza/ ogni difficultate penetravi/ et addolcavi ogni sublime alteza./ … O sol di guerra capitano experto,/ che un simil non produsse ancor natura/ di fede e di valor: questo è pur certo! Or che dirò? con quanto studio e cura/ di Antenor la cità festi potente/ con fossi e torri e inexpugnabil mura? Trevisi ancora del tuo ingegno sente,/ factosi munitissimo e securo,/ che le speranze ostil restano spente./ Ma di ciò, signor car, ben ti assecura; ché morto sei con tanta phama e onore/ che non sari per alcun tempo obscuto.” Da un lamento di Anonimo, per la morte di Bartolomeo d’Alviano, raccolto da MEDIN-FRATI
-“El baloroso guerrier Dalviano/ in facto d’arme un altro Hector troiano../ Bartholomeo Livian coperto a maglia/ fé prove tal che cento Scipioni/ non havian facto con le spate in mano/ quanto lui fece sopra quel pianoro.” Enrico Tedesco (La historia de tutte le guerre facte el facto d’arme fato in Geradadda col nome di tutti li condottieri), riportato da IRACE
-“Hardi et vaillant chef des Vénitiens.” PERRENS
-“Chi dunque meta,, o Livian, prescrive/ Nel ciel di Marte al tuo gran nome alato,/ Se tu raccogli altero/ Delle sventure i vinti,/ Né più che al verno antica rupe al pian,/ A sorte avversa il tuo valor consente.” CHIABRERA
-“Era l’Alvian da semplice valetto/ Per alma audace ai sommi onor venuto.” GAMBARA
-“Ex disciplina Virginii (Virginio Orsini) magnae hominem virtutis, mezimaeque pugnacem atque impigrum.” A.M. GRAZIANI
-Con Giampaolo Baglioni “Huomini, secondo Italiani, di grande conditioni et experientia.” Da una lettera dei Dieci di Balia al GUICCIARDINI
-Con Renzo di Ceri “Erano Renzo e l’Alviano due valorosi signori di casa Orsina, ed intendenti assai di architettura militare.” PROMIS
-“Uno dei maggiori capitani del pieno Rinascimento.” SIMIONI
-“Presto, pronto, ardito, tanto nella maturità di risolvere, quanto nell’espeditezza e nell’ordine dell’eseguire.” VERDIZZOTTI
-“Assai abile capitano, ma quasi sempre sfortunato.” VILLARI
-“Valente capitano.” VARIALI
-“Uomo fervido e per natura impetuoso.” A. ZENO
-“A skilfut but unlucky condottiere.” BAYLEY
-“Orsino valentissimo homo in fatto d’aeme.” A. DA PAULLO
-“Ursinorum alumnus et aptis animi dotibus vir.” Da un documento riportato dal SANSI
-“Nell’età seguente (a Federico da Montefeltro) fu sì famoso nell’arme.” BALDI
-“La liberalità del quale, e la vivacità insieme, pare che inviti ogni gentiluomo alle sue bandiere.” CASATI
-“Divenuto..uno dei più grandi capitani dell’Italia.” CERRI
-“Famoso condottiero..esponente di una famiglia baronale di secondo piano alleata agli Orsini.” SHAW
-Con Niccolò Orsini “Two formidable soldiers.” MALLETT
-Con Francesco Maria della Rovere “The Venetians had begun modernizing their fortifications in the Terraferma in the late fifteenth century, but the programma was extended and accelerated after the shock of the defeat at Agnadello in 1509. Two of their commanders, Bartolomeo d’Alviano and Francesco Maria della Rovere, had great influence over the planning and design of these works.” MALLETT-SHAW
-“Insigne generale ma di carattere focoso e impaziente di qualunque indugio.” BRUSCALUPI
-“Eccellente Capitano.” ROSEO
-“A esté de son temps un très grand et bon capitaine, mais pourtant estimé plus vaillant, hardy et hasardeux que sage, considéré et provident.” BRANTOME
-“D’animo invitto; iracondo, impetuoso, idolatrato da’ suoi soldati.” SOMMI PICENARDI
-“Soldataccio di pessimo carattere.” ZORZI
-“Celebre capitano veneto.” TONINI
-“Fu segnalato per coraggio bollente e di grand’impeto in un tempo nel quale la superiorità delle truppe francesi avea circospetti tutti gli altri generali italiani.” SISMONDI-FABRIS
-“Un mostro piccolin, un gran tirano/ Venuto a darci dolore e pena/ Di gola e ventre mazor di balena/ Squarta, impicca chi gli va a le man.” A. Medin riportato dal BATTISTELLA
-“Pochi comandanti di squadre e di eserciti, giunti sulla quarantina, avevano le cognizioni da ingegnere che possedeva questo illustre capitano; ma bisogna sapere ch’egli, nato da una grande famiglia di feudatari umbri dove, anche in mezzo alle armi, la cultura era tanto onorata, da giovanetto aveva potuto curare insieme al maneggio delle armi lo studio del disegno applicato ai fortilizi; studi, prove, applicazioni che rivelarono in seguito la sua alta competenza…La prontezza nelle decisioni, lo smagliante impegno, lo slancio possente, il coraggio indomito, la perizia nel fortificare un accampamento e nella scelta delle posizioni, l’arte di rimaneggiare i fortilizi adattandoli ai continui progressi delle artiglierie.” CANSACCHI
-“Magnanimo Livian ne l’arme un Marte,/ Un Alessandro, un Cesar di valore;/ duci di questi sei superiore,/ d’animo, di prestezza, studio et arte./…/ El ciel che tante gratie in te comparte,/ e per farte ogni giorno ancor maggior, e dar al nome tuo merto e splendore,/ e po’ in stato sublime alfin locarte./…/Inteso s’ha de qui l’alma vittoria/ et agli Elvetii la gran strage data,/ di che gran parte è ascripto a la tua gloria./ Che del Christianissimo l’armata,/ labante soccorresti: onde memoria/ eterna fia da te per tal giornata; però ch’ai liberata/ Italia di gran pena, et instaurato/ Justo et sancto Veneto Senato.” Anonimo. Sonetto riportato dal SAVI LOPEZ scritto poco dopo la battaglia di Melegnano.
-“Solo un ricordo di Bartolomeo d’Alviano sopravvive tutt’oggi; un ricordo di tipo culinario, un piatto della cucina popolare di Pordenone. E’ definito, in un raffinato ristorante vicino al castello, Stringoli al radicchio rosso trevisano e riassume almeno due aspetti dell’Io di Bartolomeo: la pasta della terra natia coniugata con il condimento di quella adottiva, i colori bianco e rosso, quelli del suo blasone…Il Navagero scrive che la magnificenza di Bartolomeo Liviano d’Alviano è quasi regale; che mette lautissima tavola, sebbene egli sia parchissimo, contentandosi di una grossolana vivanda. Gode il Liviano delle dispendiose cacce all’orso ed al cinghiale, in gioventù, e di quella esercitata con l’impiego del levriero e del falcone, nella maturità; e benché l’esercizio delle armi gli abbia tolto in giovinezza di attendere alle lettere, supplisce al difetto con la vivacità dell’ingegno…Una peculiarità di Bartolomeo d’Alviano è quella di essere un professionista della guerra e dell’arte militare. Egli non è, infatti, un capitano di ventura che a capo della propria compagnia di cavalieri, uomini d’arme, avventurieri, disperati, milita per l’uno e per l’altro Stato o governo o signore. Egli è solo, contratta il proprio stipendio, non considera proprio il saccheggio nemmeno come arrotondamento della paga, segue una linea di condotta che, secondo lui, lo porta comunque sempre a combattere per gli interessi finali dell’Italia.” BASSETTI
-“El signor Bartolomeo ardito e forte/ al vece Re (viceré) se fece incontra presto/ deliberato provar sua sorte/ o esser vincitore o far bel resto/ non estimando più vita che morte.” DELLA ROTONDA
-“Quel giorno parea in terra Marte/ el francho Orsino che el armezare/ ben lui facea rivoltare le parte tal che Sguizari hebben a voltare.” BARBIERE
-“El signor bartholomio non stava a bada/ a molti fa manchar quel giorno il fiato/ stringendo i denti con la forte spada/ giva ferendo come disperato/ per forza d’arme si fa far la strada/ el primo squadron ha sbaratato/ con i so fanti che de grande ardire/ disposti voler vincere o morire/…/ L’alvian restò prigione/ che fu lodato il dì per huom valente/ che si portasse ben come un leone/ & nel volto ferito era aspramente.” Da “La storia del fatto d’arme di Geradadda) in GUERRE IN OTTAVA RIMA
-Alla battaglia di Tai “Et in Cadoro il signor D’alviano/ con sua forza li dette una pichiata/ Molti di lor fine mandò al piano./…/(Alla battagkia di Agnadello) El sir Bartholomeo non stava a bada/ A molti fa mancar quel giorno il fiato/ Stringendo i denti con la forte spada/ Giva ferendo come disperato per forza d’arme fosse far la strada.” Da “Guerre orrende d’Italia” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
-In guerra contro i francesi “Bartholomeo livian poi ne venia,/ gubernator pel campo glorioso,/ che sopra un bel corsier gir se vedia/ con un baston in man da valoroso,/ con la sua schiera di giente sì forte/ ch’aria fatto di lei tremer la morte./…/ (ad Agnadello)…sempre più franco/ si vedea gir fra quelle schiere armate/ col stocco in man spronando il suo destriero/ uccidendo franciesi el bon guerriero.”/../ (morte) Et a Vinetia fu con molto pianto/ de tutti li soldati al fin mandato/ dove avolto in un ricco, e nobil manto/ con intenso cordoglio il gran senato/ & l’honorò, & nel tempio sacro, e santo/ di san Stephan il martire beato/ fu sepelito con immenso honore/ de qual merta chi ben nasce, e meglio more.” DEGLI AGOSTINI
-Dopo la battaglia del Garigliano “Al signor dal Viano/ fu la nostra dissiplina/ e ne dè tal medicina/ che l’amaro anchora i’ sento.” S. Litta. Da un poema riportato dal MEDIN
-“Non hebbe uguali nella cognittione della vera disciplina militare, e nel bene ordinare una battaglia.” LETI
-“Singolare figura di uomo d’armi umanista, godrà sempre di grande stima e ammirazione da parte di tutti, nonostante le molte sconfitte sul campo, dovute paradossalmente proprio al suo coraggio e alla sua abilità tattica, unite a un temperamento che lo portava ad agire senza curarsi troppo degli ordini ricevuti.” PADOVA E LE SUE MURA
-“La tradizionale fama di imbellità spesso affibbiata ai comandanti italiani del Rinascimento viene totalmente contraddetta dalla vita di questo valorosissimo soldato, che fin da giovanissimo si distinse nel mestiere delle armi. Si narra addirittura che la carriera militare gli fu predetta alla nascita dagli astrologi, dopo che la madre lo partorì nel momento in cui il pianeta Marte raggiungeva lo zenith.” DONVITO-CRISTINI
-“Imparò presto l’arte della guerra.” GAZZARA
“Figura geniale.” RUIZ-DOMENEC
-“La Signoria ge choncese quisti capitoli che mai più fo choncesi a niuno suo chapitanio; che el potese fare impichare e despichare in l’esercito e che l’avese libertà sopra tuti li soldati e posa chomandare a tuti i capitani sì a piè chomo a cavallo e che la Segnoria de Venecia non posa impaçarse in ti li soldati et encian i provedadori e che i diti provedadori non posa chomandarge se non per parte de la Sa. e che lui e la sua chompania non fuse oblighado a fare la mostra a niuno chomeso de la Sa. se non a lui e altri chapitoli asai. Non fu mai più chapitanio niuno de la Sa. de Venecia che avese la libertà che à buto el se. Bartolamio d’Aviano. La Sa. donò al dito chapitanio pani d’oro e pani d’arzento e veluti..El se. Bortolamio veramente era bono chapitanio e valentomo, ma non aventurato, imo disgraciato.” BUZZACCARINI
-“Era egli piccolo di statura, di stentata favella e d’ignobile aspetto, insomma da parere quasi generato per dispregio della umana schiatta, se i neri e vivissimi occhi non avessero di lui svelata quell’anima potentissima secondo la quale soleva abbracciare di tutti i consigli il primo o il più pericoloso, senza indugio intraprenderlo, senza riguardo seguirlo, con furia pari all’audacia proseguirlo sino alla fine, e, vincitore, estendere la vittoria all’estremo, vinto, con i più terribili intenti ritornare sul nemico, offenderlo sempre, ad ogni colpo serbare l’animo invitto, anzi crescerlo nella sventura, moltiplicarlo.” RICOTTI
-“E’ più temuto che amato dalle truppe, collerico, spietato, ma dinamico nella strategia.” E. e G.N. PITTALIS
-“Uno dei più grandi condottieri dell’epoca.” SANTANGELO
-“Capitano sollecito e feroce.” CASALIS
-“Hebbe valor si grande, e meriti dignissimi di guerra. Era il Liviano di picciola statura: il volto hebbe bianco: gli occhi, e capelli neri.” CAPRIOLO
-“Bartolomeo was a member of an old Guelf family from the Patrimony, who had begun his military career under Virginio’s father Napoleone, married an Orsini lady, Bartolomea, and was practically adopted into the Orsini family. He became the virtual head of the family, despite the fact he was not an Orsini by birth, and his Orsini wife had been dead for several years.” SHAW
-“Bartolomeo d’Alviano..non aveva l’allure del condottiero di eserciti. In effetti, una raffigurazione giunta fino a noi che plausibilmente riprodusse le sue fattezz, conferma la percezione avuta dai contemporanei. Viceversa, Bartolomeo si segnalava per la sua indole, strettamente correlata al peculiare stile di combattimento. Le testimonianze coeve sono unanimi nel definirlo irruente, irascibile, ardimentoso, “cupido di cose nuove e impaziente della quiete” (Guicciardini). Anche dopo la morte, fu ricordato come “un grand homme de guerre” (Du Bellay) per via della “meravigliosa e a’ costumi di quelli tempi veramente nuova et inusitata prestezza” (Paruta) con cui muoveva le truppe durante le campagne militari. In forza di tali caratteristiche diventò uno dei protagonisti degli anni di trapasso tra XV e XVI secolo, allorché l’Italia fu il teatro delle guerre inaugurate dalle discese del re di Francia Carlo VIII (1494) e proseguite poi con i conflitti tra le monarchie francese e quella spagnola.” IRACE
-Alla battaglia del Garigliano. “Il condottiero umbro..ripropose quel modo di combattere perfezionato nelle quotidiane guerriglie di fazione nei territori umbri. Dimostrò di essere privo di tatticismi, irruente, impulsivo e violento, una serie di peculiarità che lo accompagnarono anche nelle successive azioni militari al servizio di Venezia, rendendolo protagonista di esaltanti vittorie e altresì di terribili sconfitte.” F. ORSINI
-Dopo la sconfitta di Creazzo. “Ma el segnor Bortolamio, che giera sì braoso a Vicenza, se tràsselo mo in l’acqua, per muzare? E si véva che gli altri se anegava. E corse a Pava a imbuscarsi,an. (E il signor Barolomeo, che faceva tanto il gradasso a Vicenza, non si cacciò nell’acqua per scappare? Eppure vedeva che gli altri annegavano. E corse a Padova a imbucarsi, no?” Dal “Secondo dialogo” del Ruzante, riportato dal PEZZOLO
-“Nella storia di questa disciplina (l’architettura militare), pochissimi condottieri ebbero un ruolo così incisivo come il suo, soprattutto nell’assimilazione della cultura fortificatoria martiniana nell’Italia centrale e meridionale e nella sua diffusione in area veneta..La collaborazione tra militari e ingegneri nella progettazione delle fortezze, l’organizzazione delle difese per punti forti collegati tra loro per il soccorso..; l’estensione ai circuiti cittadini dei moderni concetti di difesa, l’ampliamento del fronte di difesa in profondità esternamente e internamente rispetto alle mura: tutti questi sono concetti che avranno ampia fortuna nell’architettura militare e che d’Alviano fu tra i primissimi a sperimentare con successo.” GUARNERI
-“Opulentissimo Italiae Regno iam pacato, seu potius a mitioribus feris ad harpyas translato, Bartholomaeus Livianus, non minus elegans literarum quam armorum admirator et auctor, Romam rediturus me poeticae rhetoricaeque studijs et aetate florentem, a Pontani Academia evocatum, suae militiae honesto auctoramento et convictu initiatum adiunxit.” G. Borgia, riportato da E. VALERI
-“Tra i comandanti italiani del Rinascimento spicca la figura di questo valorosissimo soldato, che fin da giovanissimo si distinse nel mestiere delle armi. Si narra addirittura che la carriera militare gli fu predetta alla nascita dagli astrologi, dopo che la madre lo partorì nel momento in cui il pianeta Marte raggiungeva lo Zenith.” TRAXINO
-“Una delle sue doti più apprezzate era la rapidità di movimento.” ROSETTO
-“Fu un rinomato capitano, impetuoso, collerico, persino feroce nell’imporre la disciplina ai suoi soldati.” PASERO
-“Fu destro, coraggioso, colto e geniale; amico di molti letterati del suo tempo: egli stesso amante delle lettere, e, secondo il Tiraboschi, autore dei Commentarii delle sue guerre.” ARGEGNI
-“Pronto a ogni evenienza, in grado di coprire più fronti, non ingessato da sterili tatticismi.” F. ORSINI
-Scritta che compare sul lato destro della porta del nuovo Borgo di Treviso “Bartholen. Liviano/Veneti. Exercitus/Imperatore.Designante/Idemque. Approbante. Senatu”.
-Scritta che compare sulla facciata della chiesa parrocchiale di Alviano “Bartholomeus Atibus Livianus dux S. Marci/ Cassani Bisignani et Tricasici nobilium Brutorum et Luca/ norum urbium, cum XX validis adjacentibus oppidis,/ dominus Catholici Fernandi Aragoniae regis munere ob fu/ gatos ad Minturnas hostes additoque ob id sibi citerio/ ris Siciliae regno arce majorum suorum vetustate collabente./ A fundamentis erecta templum hoc Livianae plebi ad orandum./ D.M.O.L./ Apostolorum Christi principibus Petro/ et Paulo faciebat MDVI
-Epitaffio posto sul sepolcro sotto la sua statua di marmo “Bartholomaeo Liviano imperatori plurimis bellis spectato, quem ad Gaidum praepropera mors fractum laborius abstulit, M.D.X.V nonis octobris, Senatus dicatam memoriam renovavit ad meritae gloriae peremitatem MDCXXXIII”
BIOGRAFIE SPECIFICHE
-S. Bassetti. Bartolomeo Liviano, unego sior de Pordenon. Historia de lo governador zeneral di la zente d’arme de la Serenissimanostra veneta repubblica.
-C. Cansacchi. I primi passi di un grande condottiero: Bartolomeo d’Alviano.
-L. Leonij. Vita di Bartolomeo d’Alviano.
-M. Savi Lopez. Bartolomeo d’Alviano.
-A. e M. Tenneroni. Vita di Bartolomeo d’Alviano.
-E. Irace. “Impaziente della quiete”. Bartolomeo d’Alviano, un condottiero nell’Italia del Rinascimento (1455-1515)