Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
AZZO DA CORREGGIO Di Parma. Marchese di Correggio. Signore di Parma, Berceto, Guardasone, Guastalla, Colorno, Brescello.
Del ramo dei Correggio di Guardasone. Patrizio di Parma.
Fratello di Simone da Correggio e di Guido da Correggio.
1303 ca. – 1362

Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1318 | Ottiene dal papa Giovanni XXII la prepositura di Borgo San Donnino (Fidenza) e, più tardi, anche un canonicato a Liegi. | ||||
1321 | |||||
Sett. | Emilia | Viene scelto come arbitro, con i fratelli, per una tregua da stabilirsi tra il comune di Reggio Emilia ed i Canossa. | |||
1322 | |||||
Sett. | Emilia | Può rientrare a Parma. E’ ospitato prima nel borgo di Santa Cristina dall’albergatore Tommasino Roncai e, successivamente, nella casa di Alberto Meliaduse. | |||
Nov. | Emilia | Abbandona in segreto Parma con tutti i suoi famigliari; torna a Castelnuovo a seguito dell’ uccisione del suo confidente Bernardo degli Azzoni. | |||
1325 | |||||
Nov. | Emilia | A Parma; prende alloggio nel monastero di San Giovanni; si incontra con il cardinale legato Bertrando del Poggetto. Si riconcilia con i pontifici. | |||
1326 | |||||
…………….. | Chiesa | Mantova | Emilia | Viene preposto alla guardia di Fidenza. | |
Giu. | Emilia e Lombardia | Staziona tra Guastalla e Brescello; impedisce l’attraversamento del Po a Passerino Bonacolsi. Allorché l’avversario si sposta verso Torricella Azzo da Correggio punta su Tagliata; devasta il mantovano; si impadronisce di Luzzara, Reggiolo, Suzzara, San Benedetto Po e Borgoforte. Il legato concede in feudo tali località a lui ed ai suoi fratelli. | |||
1327 | Emilia | Assalito dal Bonacolsi si ritira a Guastalla; alla fine viene obbligato a lasciare le località del mantovano, che gli sono già state concesse dai pontifici in potere del legato Bertrando del Poggetto. | |||
1328 | |||||
Ago. | Impero | Chiesa | Emilia | Con Marsilio dei Rossi e Giberto da Fogliano irrompe in Reggio Emilia dove gli viene aperta la porta del castello; assale nel suo palazzo il governatore Arnaldo Vacca che è ucciso, mentre i partigiani dei guelfi sono costretti alla fuga. I Roberti poco prima potentissimi, sono con altri nobili arrestati e messi in carcere. | |
Sett. | Verona | Padova | Veneto | Si rappacifica con Cangrande della Scala e lo aiuta ad impadronirsi di Padova. Lo affianca nel suo solenne ingresso nella città; lo segue anche a Vicenza dove entra con Marsilio dei Rossi. | |
Nov. | Veneto | A Verona con Obizzo d’Este, Rizzardo da Camino e Luigi Gonzaga per le feste organizzate per le recenti vittorie scaligere. | |||
1329 | |||||
Mag. | Chiesa | Parma | Emilia | Desola il parmense. Espugna Cavriago. | |
Giu. | Emilia | Assale invano Berceto; ne scorre il contado fino a San Cassano, Certosa, Moile, Gazzano, Vicopo (Vico). Le depredazioni continuano indisturbate fino alla firma della pace tra il legato ed i Rossi. | |||
Lug. | Emilia | Si riavvicina agli scaligeri e favorisce la fazione ghibellina. Alla morte di Cangrande della Scala cavalca a Verona con il fratello Simone e vi sostiene, con molti cavalli e fanti, le pretese di Alberto e di Mastino della Scala. | |||
Ago. | da Correggio | Chiesa | Emilia | Con Marsilio dei Rossi si impadronisce di Parma. | |
Sett. | da Correggio | Parma | Emilia | Riprende le ostilità con i Rossi, divenuti signori di Parma, allorché Rolando dei Rossi è imprigionato a tradimento dal legato pontificio, il cardinale Bertrando del Poggetto, in Bologna. | |
1330 | |||||
Giu. lug. | Emilia | Staziona a Castelnuovo con 160 lance; con i fratelli danneggia il parmense: a Parma alcuni suoi partigiani sono arrestati ed impiccati. Ritorna a Castelnuovo, si muove tra Reggio Emilia e Rubiera, raggiunge il Secchia a Marzaglia ove è affrontato dagli avversari. | |||
1331 | |||||
Apr. | Emilia | Con l’appoggio dell’ imperatore Giovanni di Boemia rientra a Parma con i fratelli; si riconcilia pubblicamente nella piazza del duomo con Marsilio e Pietro dei Rossi. | |||
Nov. | Veneto | E’ eletto dal papa Giovanni XXII coadiutore del vescovo di Verona Niccolò di Villanuova, con il diritto di succedergli nella carica. | |||
1332 | |||||
Giu. | da Correggio | Chiesa Impero | Emilia | Con i fratelli Simone e Guido da Correggio si ribella a Giovanni di Boemia ed ai pontifici; dà alle fiamme la fortezza presso Olmo e riprende le ostilità ai danni di Parma. | |
1333 | |||||
Lug. | Emilia | Con i congiunti stipula una tregua con gli avversari. | |||
1334 | |||||
Primavera | Emilia | Rompe la tregua con la scusa che i vicari di Parma (Rolando dei Rossi) e di Cremona (Ponzino Ponzoni) hanno messo in forse la giurisdizione nei territori controllati dai da Correggio. Si porta sull’Enza. | |||
1335 | |||||
…………….. | Francia | Ad Avignone, alla corte pontificia; con Spinetta Malaspina accusa Rolando dei Rossi di avere sempre appoggiato l’imperatore Ludovico il Bavaro. | |||
Giu. | Verona | Emilia | Rientra in Parma al seguito di Alberto della Scala. | ||
Lug. | Emilia | Viene investito di Berceto e di Guardasone. In Parma è ospitato prima nel convento dei frati minori e, in un secondo momento, a Porta Nuova vicino alla chiesa di San Tommaso. | |||
1336 | |||||
Gen. | Veneto | A Verona; accusa pubblicamente Pietro, Rolando e Marsilio dei Rossi di avere attentato alla vita di Mastino della Scala. I suoi avversari sono costretti a fuggire da Verona. Ritorna a Parma e vi perseguita i nemici degli scaligeri. Azzo da Correggio fa abbattere nella città il palazzo episcopale; il materiale di risulta è trasportato a Colorno dove verrà utilizzato per la ricostruzione della locale rocca. E’ investito della località da Mastino della Scala. Sui resti della fortezza agli inizi del 1700 sarà costruito il palazzo ducale. | |||
…………… | Verona | Firenze Venezia | Al servizio del signore di Verona Mastino della Scala contro fiorentini e veneziani. Le truppe degli avversari sono comandate da Pietro dei Rossi. | ||
1337 | |||||
…………….. | Emilia | E’ segnalato a Parma. | |||
Giu. | Toscana | Si reca a Lucca con 300 cavalli con l’incarico di vicario dei della Scala. Gli si muove contro Rolando dei Rossi alla testa delle milizie fiorentine e degli alleati della repubblica (2000 cavalli). | |||
Lug. | Toscana | Gli avversari danno il guasto al lucchese senza essere contrastati da alcuno. | |||
Ago. | Emilia | Fa decapitare ed imprigionare in Colorno alcuni membri della famiglia Remesini con l’accusa di tradimento. | |||
…………….. | Veneto | A Venezia con Spinetta Malaspina. Trattaa la pace con il doge Francesco Dandolo. | |||
1338 | |||||
Ago. | Veneto | A Peschiera del Garda allorché Ludovico il Bavaro restituisce la località agli scaligeri. Con le sue calunnie Azzo da Correggio induce Mastino ed Alberto della Scala ad uccidere, con il sospetto di tradimento, Bartolomeo della Scala, divenuto vescovo di Verona due anni prima al suo posto. | |||
Sett. | Veneto | Con Spinetta Malaspina cerca invano di impadronirsi per trattato di Montagnana. | |||
Nov. | Veneto | Sempre con il Malaspina è inviato da Mastino della Scala a Venezia per concludere le trattative di pace. | |||
1339 | |||||
…………….. | Francia | Rinuncia all’abito chiericale; si reca ad Avignone una seconda volta per perorare la causa del signore di Verona presso il papa Benedetto XII e per difendersi dalle accuse che gli sono state mosse dai dai Rossi: in tale occasione alla corte pontificia conosce Francesco Petrarca di cui diviene intimo amico. | |||
Sett. | Emilia | Mastino ed Alberto della Scala sono riconosciuti vicari di Verona, Parma e Vicenza dietro l’esborso di 5000 fiorini l’anno ed il mantenimento al servizio della Chiesa di 200 cavalli e di 300 fanti: sono pure assolti per l’uccisione di Bartolomeo della Scala. Per questo esito il Correggio è eletto governatore di Parma. | |||
……………. | Emilia | Ottiene in feudo dai della Scala il castello di Castrignano e, dopo breve tempo, anche Guardasone e Berceto. | |||
1340 | |||||
Feb. | Lombardia | Si reca a Mantova e presenzia alle nozze di Luigi, Corrado ed Ugolino Gonzaga. Nella medesima circostanza abbandona la prepositura di Fidenza per sposarsi con Tommasina, figlia di Luigi Gonzaga. | |||
…………….. | Emilia e Francia | Viene in urto con gli scaligeri; coltiva il progetto di togliere Parma al loro dominio. Raggiunge Avignone e si lamenta del comportamento del nipote Mastino. | |||
1341 | |||||
Feb. apr. | Campania | Su suggerimento del suocero Luigi Gonzaga si dirige a Napoli; fino a Roma lo accompagna Francesco Petrarca; si incontra con il re Roberto d’Angiò. Si intende quindi con i fiorentini desiderosi di impossessarsi di Lucca, e con il signore di Reggio Emilia Filippino Gonzaga. Da ultimo si reca a Milano, si incontra con Luchino Visconti e gli promette la consegna di Parma dopo quattro anni in cambio del suo aiuto a divenire signore della città. | |||
Mag. | Correggio | Verona | Emilia | Ottiene truppe in soccorso e con queste si appresta a Guardasone. Con i fratelli Guido e Simone fa ribellare Parma agli scaligeri. Il podestà Bonetto da Malvicina, Pietro dal Verme e Giberto da Fogliano si muovono tardi per prevenire i suoi movimenti. Gli avversari assalgono i suoi partigiani che si sono attestati a Codiponte e vi catturano il fratello Giovanni. Guido e Simone da Correggio hanno, viceversa, il tempo di preparare i loro uomini presso la Porta di San Michele. Arrivato con le sue truppe, Azzo da Correggio incalza Bonetto da Malvicina e lo costringe a ridursi sulla piazza. Lo fa prigioniero a seguito di un combattimento in cui sono uccisi molti veronesi; i padovani, al servizio degli scaligeri, fuggono a Mantova con i loro capitani. Questi ultimi saranno consegnati al signore di Padova, Ubertino da Carrara, che li farà mettere in una gabbia dove morranno di fame. Poiché il giorno della vittoria coincide con la festa di San Bovo la cittadinanza di Parma ordina la costruzione di una chiesa in onore di tale santo (presso San Sepolcro) e decreta che in ogni anno tale giorno sia considerato festivo. Con l’avvento al potere in Parma di Bernabò Visconti la festa scomparirà dal calendario. Lo stesso giorno in cui il Correggio diviene signore di Parma giunge nella città il Petrarca che crea un componimento in lode della sua famiglia. Di seguito il Correggio attacca il castello di Guardasone con molti fanti. | |
…………… | Pisa | Firenze | Toscana | Invia 150 cavalli in soccorso dei pisani in lotta con i fiorentini. | |
1343 | |||||
Gen. | Parma | Ferrara | Emilia | Sventa un trattato promosso ai suoi danni da Obizzo d’Este, terminato con una frettolosa ritirata di Giberto di San Vitale, di Vecchio dei Rossi e di Ugolino Lupo che avrebbero dovuto sostenere i congiurati. Utilizza la Grande Compagnia di Guarnieri di Urslingen per qualche giorno finché il condottiero tedesco non muta bandiera su pressione di Brandaligi da Marano. | |
1344 | |||||
…………….. | Emilia | Alla morte del fratello Simone rompe ogni rapporto con l’altro fratello Guido. | |||
Ott. | Emilia | Con la mediazione di Mastino della Scala si avvicina ad Obizzo d’Este cui cede Parma per 60000 o 70000 fiorini. Giberto da Fogliano è introdotto nottetempo nella città con molti fanti e cavalli. Guido da Correggio fugge allora da Parma e si rinchiude in Brescello, Guastalla e Correggio; seguono Azzo, invece, l’altro fratello Giovanni e Cagnolo da Correggio. | |||
Nov. | Emilia | A Modena con Giovanni e Cagnolo da Correggio per ratificare l’accordo per la vendita di Parma ad Obizzo d’Este. Il consiglio cittadino accetta la nuova signoria. Il Correggio affianca il marchese di Ferrara a Montecchio Emilia ed a Reggio Emilia. | |||
Dic. | Ferrara | Man tova | Emilia | Sfugge all’agguato teso a Rivalta da Filippino Gonzaga agli estensi che stanno per rientrare in Parma. | |
1345 | |||||
Gen. | da Correggio | da Correggio | Emilia | Il fratello Guido si impadronisce di Caselnuovo. | |
Giu. | Verona | Mantova | Emilia | Milita al servizio degli scaligeri contro i Gonzaga. E’ ferito e sconfitto nello scontro di Porta Bernone a Reggio Emilia. | |
Lug. | Emilia | Si dirige a Bologna con Ostasio da Polenta per convincere Taddeo Pepoli a non lasciare l’alleanza con gli estensi per quella con i viscontei. | |||
…………….. | Veneto | Vive alla corte scaligera. | |||
1353 | |||||
Nov. | Veneto | Accompagna a Legnago Cangrande II della Scala nel suo incontro con Aldobrandino d’Este: fa in modo che Galeazzo dei Medici, Tebaldo Costabili e Filippo Pagani, che si sono allontanati da Ferrara, si riconcilino con il marchese. | |||
1354 | |||||
Feb. | Della Scala | Verona | Veneto | Si accorda con Frignano della Scala, figlio naturale di Mastino, per aiutarlo a divenire signore di Verona e di Vicenza. Si trova alla guardia di Verona allorché Cangrande della Scala II deve recarsi a Bolzano dal marchese di Brandeburgo: si propala la notizia (falsa) che il signore della città sia stato ucciso per strada. Azzo da Correggio chiama a rapporto i comandanti degli uomini d’arme e li allontana da Verona per spedirli a Peschiera del Garda per un presunto attacco di Bernabò Visconti. Frignano della Scala ottiene il potere per breve tempo. Alla notizia che i Gonzaga sono entrati in Verona con 300 cavalli per sostenere la causa di Frignano della Scala si precipita a Ferrara a narrare l’accaduto. Viceversa la trama fallisce e completo è il controllo della situazione da parte di Cangrande della Scala: Azzo da Correggio è condannato a morte in contumacia; gli sono sono confiscati i beni che possiede in Verona. Cangrande fa porre una forca davanti alla sua casa, che verrà annualmente rinnovata finché il signore di Verona rimane in vita. Sono pure catturati la moglie e due suoi figli che potrà riscattare solo alcuni mesi dopo dietro il pagamento di una taglia di 13000 fiorini (o di 25000 fiorini per alcune fonti); sono impiccati 3 suoi famigli. | |
…………….. | Emilia | Si rifugia a Bologna. | |||
Dic. | Emilia | Lascia Bologna per recarsi a Guardasone, i cui abitanti si sono ribellati ai Visconti. | |||
1356 | |||||
Apr. | Bologna | Milano | Emilia | Al servizio del signore di Bologna Giovanni Visconti da Oleggio. Cavalca a Guardasone ed infesta il parmense. | |
Ott. | Emilia | Agli ordini del vicario imperiale Astorgio Markwald esce da Bologna e si inoltra nel parmense con Dondaccio da Piacenza e Raimondo Lupo senza trovare alcuna resistenza; si ferma a Castell’Arquato nel piacentino e prosegue verso Castel San Giovanni. Conquista Magenta e Casorate Primo, mette a sacco Castano Primo. | |||
Nov. | Piemonte | Affianca Francesco di Monferrato (700 barbute); cerca di impadronirsi per trattato Vercelli. | |||
Nov. | Piemonte | Affianca il marchese Francesco di Monferrato (700 barbute). Cerca di entrare in Vercelli. | |||
1357 | |||||
Gen | Con Ottone di Brunswick persuade il conte Lando a militare per la lega antiviscontea con 1000 cavalli. Espugna il castello di Novara ed assedia Vercelli. | ||||
Sett. | Emilia | Ottiene dal signore di Milano Bernabò Visconti la restituzione di tutti i suoi beni in Parma, anche del castello di Castrignano, avuto in feudo dal papa e di proprietà della curia vescovile di Parma. | |||
1358 | |||||
Feb. | Monferrato | Milano | Piemonte | Con Ottone di Brunswick assolda a favore del marchese Giovanni Monferrato il conte Lando (100 barbute). | |
…………….. | Emilia | Perde la sua vertenza con il vescovo di Parma Ugolino dei Rossi, cui viene assegnato il castello di Castrignano. | |||
…………….. | Lombardia | Si ritira a Milano ove è bene accolto da Bernabò Visconti. Gli è restituito il castello di Castrignano e tutti i suoi beni che si trovano nella città di Parma. | |||
1362 | |||||
Estate | Lombardia | Muore a Milano. E’ sepolto in tale città, come attesta il poeta Moggio da Parma, tutore dei suoi figli, in un lungo poema composto in suo onore e dedicato al comune amico Francesco Petrarca. Nel periodo in cui è signore di Parma ospita diverse volte quest’ultimo in città e nella residenza estiva di Selvapiana (ora frazione di Canossa). Il Petrarca gli dedica la terza edizione del “Canzoniere” (con la canzone: Quel ch’ha nostra natura in sé più degno) ed alcuni scritti, tra cui il trattato “De remediis utriusque fortunae”. |
CITAZIONI
-“Il maggior de’ briganti dell’età sua.” AFFO’
-“Civis honorabilis.” CHRONICON ESTENSE
-“Omnis generis proditione versatum, sceleroso aste ac nepharius.” MARZAGAIA
-“Non vi era chi fosse da lui amato al par di me: diceva ch’io ero il solo, che non già gli avessi mai dato occasione di noia e di dispiacere con alcun mio detto, o con alcuna mia azione; che aveva bensì avuta qualche leggiera contesa domestica colla sua moglie, donna per altro divina, e co’ suoi figlioli benché si dolci e ubbidienti; ma meco non aveva mai avuta giammai la menoma ombra di scontentezza.” In occasione della sua morte. PETRARCA
-“Un modesto signorotto a cui arrise un effimero successo alla conquista di Parma.” FINZI
-“Il Correggio amò presentarsi come il liberatore di Parma dalla tirannide di Mastino della Scala. L’inizio della nuova signoria dovette apparire ai Parmigiani una vera liberazione. Giovanni da Cornazzano annotava nella sua “Cronaca”: i Correggio cominciarono di reggere non come Signori, ma come Padri, la città senza parzialità o gravezza alcuna, talché se avessero continuato tal Signoria e governo, senza dubbio sarebbero stati perseveranti, e per modo di dire eterni nel dominio; ma passato l’anno, mutarono Signoria e loro costumi.” Anche il Petrarca si unì agli altri per tessere le lodi del suo signore con una canzone nella quale, accanto a motivi contingenti ed encomiastici, preannuncia i temi ben più profondi delle lettere a Cola di Rienzo e della “Canzone all’Italia”…Avanti negli anni e talmente infermo da non potersi più reggere da solo, il Correggio poteva apparire al Petrarca, sempre benevolo e indulgente verso l’amico, la stessa personificazione dell’uomo colpito dalla buona e dalla cattiva sorte: questo volle significare la dedica a lui del “De remediis utriusque fortunae.”” MONTECCHI
-“Evolat Azo tuus, quondam quem solus amanti/ Corde reconsideras toto, quem totus amore/ Ambieras, solique tuo tua vota dicares.” Da un poema latino di Moggio dei Moggi diretto al Petrarca e riportato dall’AFFO’
-“Clauditur hic aevi sollers prudentia nostri,/ Et decus et virtus aurea Corrigiae/ Acro, jubar patriae, patriae spes optima quondam,/ Cujus in amplexu laeta quievit amans./ Magnus apostolico magno, cum Caesare magnus,/ Cujus in Ausonio surgant ad sydera mundo/ Splendida Corrigiae, splendida facta domi./ Orbe pererrato, tandem perductus asili/ Jam vice se comitum reddiderat gremio,/ Et maris et terrae totiens heu jurgia fati/ Vicerat, hic sola morte feritur humi.” Da un epitaffio di Moggio dei Moggi, riportato dall’AFFO’
“Istigatore di tanti mali e tristi situazioni.” AZARIO
-“Quando ormai avanti negli anni e talmente infermo da non potersi quasi più reggere da sol, Azzo appariva al Petrarca, sempre benevolo ed indulgente verso l’amico, la personificazione dell’uomo colpito dalla buona e dalla cattiva sorte: questo voleva significare la dedica a lui del “De remediis utriusque fortunae”. Anche se la vita del nostro era stata tumultuosa, tuttavia egli oggi non può certo essere presa come esempio dell’uomo saggio che sta saldo di fronte alle avversità della sorte idealizzata e fuorviante è l’immagine di Azzo che di appare da questa e da altre pagine non disinteressate del Petrarca.” www.museoilcorreggio.org>allegati>
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