Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
ASTORRE MANFREDI Signore di Faenza, Russi, Brisighella, Solarolo, Bagnacavallo, Oriolo dei Fichi, Modigliana.
Fratello di Guidantonio Manfredi, padre di Galeotto Manfredi e di Lancillotto Manfredi, zio di Taddeo Manfredi, genero di Alberico da Barbiano, suocero di Cecco e Pino Ordelaffi.
1412 (dicembre) – 1468 (marzo)
Anno mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1417 | |||||
Mar. | Viene inscritto alla nobiltà veneziana con il padre Giovanni Galeazzo ed il fratello Guidantonio. | ||||
1425 | |||||
………….. | Milano | Firenze | |||
Mar. | Firenze | Milano | Defeziona con il fratello Guidantonio nel campo fiorentino. | ||
1426 | |||||
Sett. | Lombardia | Prende parte all’ assedio della cittadella di Brescia. | |||
1428 | Faenza | Modigliana Imola | Romagna | Combatte i conti di Modigliana ed il signore di Imola Ludovico Aldosi. | |
1429 | |||||
Mag. | Chiesa | Bologna | Emilia | Ha il comando della compagnia del fratello allorché il congiunto lascia Borgo Panigale per dissidi con Jacopo Caldora. | |
Lug. | Emilia | Sorgono gravi discordie tra i suoi uomini e quelli di Francesco Piccinino: la contesa finisce con il ferimento di un centinaio di soldati. | |||
1430 | |||||
Mar. | Firenze | Lucca | 40 lance | Toscana | Contrasta le milizie del signore di Lucca Paolo Guinigi. |
Lug. | Chiesa | Bologna | Emilia | Milita agli stipendi dei pontifici. Agli ordini sempre del Caldora e del legato pontificio il vescovo di Tarpeja muove da Corticella e da San Giovanni in Persiceto contro Bologna. | |
1431 | |||||
………….. | Romagna | Sposa Giovanna da Barbiano, figlia di Alberico. | |||
Nov. | Milano | Chiesa | Nuovamente agli stipendi del duca di Milano Filippo Maria Visconti. | ||
1432 | |||||
Mar. | 400 cavalli | Romagna | Esce da Faenza. Si porta a Lugo, a Massa Lombarda ed a Zagonara. | ||
Nov. | Romagna | Aiuta Antonio Ordelaffi a rientrare in Forlì ai danni dei pontifici con Antongaleazzo Bentivoglio, Petrino da Tortona e Giovanni da Lugo. Si avvicina ad Oriolo dei Fichi. Il castellano della località fa tirare un colpo di bombarda; altri colpi di artiglieria vengono sparati per avvertire la guarnigione di Forlì del loro avvicinarsi. I tre condottieri decidono di ripiegare per timore che sia stato scoperto il trattato che avrebbe dovuto far trovare loro aperta la Porta Schiavonia del capoluogo. Astorre Manfredi rientra a Faenza; fallisce ogni possibilità per Antonio Ordelaffi. | |||
1433 | |||||
Mag. | Lombardia | Si reca a Milano dal duca Filippo Maria Visconti. La sua politica filoviscontea provoca aspri dissapori con il fratello Guidantonio che, nell’estate, perseguiterà ed imprigionerà i suoi seguaci in Faenza. | |||
………….. | Romagna | Si rappacifica con il fratello Guidantonio. | |||
1434 | |||||
Gen. | Romagna | Chiede licenza al duca di Milano perché scontento delle condizioni che gli sono offerte. | |||
Feb. | Venezia | Romagna | A Faenza. Agli stipendi dei veneziani. | ||
Ago. | Emilia e Lombardia | Viene sconfitto e fatto prigioniero a Castel Bolognese da Niccolò Piccinino. E’ condotto a Milano. | |||
1435 | |||||
Ago. | Lombardia | E’ liberato solo dopo la pace firmata nello stesso mese. | |||
1436 | |||||
Mar. | Romagna | Rientra a Faenza. E’ accolto nella città con grandi festeggiamenti. | |||
Sett. | Romagna | A Faenza. Ammalato. | |||
1437 | |||||
Apr. | Venezia | Milano | Lombardia | Segue oltre l’Adda il capitano generale della Serenissima, il marchese di Mantova Gian Francesco Gonzaga. | |
………….. | Romagna e Marche | Si ammala, forse in conseguenza dei disagi sofferti nella guerra e nella prigionia precedenti; si ritira dal fronte. Ristabilitosi, si reca a Loreto per sciogliere un voto. Nell’autunno contrasta i ducali nel cremonese. | |||
Dic. | E’ licenziato dai veneziani. | ||||
1438 | |||||
Feb. | Romagna | Rientra a Faenza molto insoddisfatto del trattamento ricevuto dalla Serenissima e, per giunta, in discordia con il fratello. | |||
Mar. | Milano | Firenze Ravenna | Romagna | Con la conquista di Bologna da parte del Piccinino abbandona il partito del papa Eugenio IV e ritorna a guardare con favore dalla parte dei Visconti. Combatte i fiorentini e compie una scorreria a Modigliana ed a Oriolo dei Fichi: il secondo castello viene espugnato e messo a sacco. Proprio a causa di Oriolo di Fichi ha una contesa con Antonio Ordelaffi; il castello resta nelle sue mani. | |
Romagna | I fiorentini recuperano Oriolo di Fichi con un assalto notturno. Il Manfredi, per rifarsi, cerca di fare alleare il cognato Ostasio da Polenta con i viscontei ai danni dei veneziani. Questi ultimi inviano a Ravenna 300 cavalli agli ordini di Giovanni da Tolentino. Astorre Manfredi si rivolge alla sorella Ginevra, moglie di Ostasio, per indurla, in assenza del marito, a non fare entrare nella città le truppe della Serenissima. Il Manfredi cinge d’assedio Ravenna; alla testa di 200 cavalli occupa Fusignano e Bagnacavallo che appartengono al cognato Ostasio da Polenta. Negli stessi giorni il Piccinino gli concede in signoria Bagnacavallo e Russi. | ||||
Mag. | Emilia e Romagna | Entra in Bologna. Si reca a Forlì dove prende parte ad un consiglio di guerra con il fratello e Francesco Piccinino. | |||
Lug. | Romagna | Rientra a Faenza. | |||
1440 | |||||
Apr. | Milano | Firenze | Toscana | Giunge nel Mugello con Niccolò Piccinino. Ne perseguita gli abitanti fuggiti sui monti a seguito della conquista della regione da parte dei ducali. A metà mese la sua squadra viene assalita al campo di Pulicciano dagli uomini d’arme di Angelo d’Anghiari e da saccomanni e fanti fiorentini di Bernardo Dati. Le sue perdite ammontano a 60 cavalli, nonché a numerose pancere, corazze, giornee ed elmetti d’argento. | |
Giu. | Toscana | Si muove da Borgo San Sepolcro (Sansepolcro); giunge al ponte di un piccolo fiume controllato dalle compagnie di Micheletto Attendolo. Niccolò Piccinino lo invia con il figlio Francesco, al comando dell’ avanguardia, contro gli avversari. Si scontra con Raffaello di Vramonte senza che nessuno dei due contendenti sia in grado di prevalere sull’avversario. I suoi armati si muovono utilizzando come insegna il simbolo del “salasso”, lo strumento per cavare sangue, che i signori di Faenza hanno adottato alla fine del Trecento. Astorre Manfredi assale la cavalleria nemica; agli inizi Micheletto Attendolo, inferiore in termini numerici, deve retrocedere fino ai piedi del colle di Anghiari. Il combattimento poi conosce fasi alterne finché l’intervento di Pietro Giampaolo Orsini e di Simonetto da Castel San Pietro ne riequilibrano le sorti. Il Piccinino decide un nuovo assalto. I collegati non solo reggono all’urto ma riescono anche a reagire. Il Manfredi, vista la situazione, di propria iniziativa si porta in avanti per fermare la carica nemica. La sua azione provoca viceversa un buco nello schieramento visconteo, ora non più compatto. Il condottiero si trova di fronte a forze preponderanti; ferito da un colpo di lancia all’ inguine (o alla coscia), viene disarcionato ed è catturato da Niccolò da Pisa. Quest’ultimo, da termini della sua condotta, lo consegna per 3000 fiorini alle autorità fiorentine le quali rinchiudono Astorre Manfredi a Firenze nel carcere delle Stinche. Secondo i cronisti fiorentini il Piccinino addebita proprio alla sua disubbidienza la sconfitta dei ducali di fronte a Micheletto Attendolo ed a Pietro Giampaolo Orsini. | |||
1441 | |||||
Nov. | Toscana | A fine mese viene liberato in cambio di Manno Barile; ringrazia Francesco Sforza. E’ probabile che tratti con tale capitano il modo di vendicarsi di Niccolò da Pisa, che pure milita al servizio dello Sforza. | |||
Dic. | Romagna | A Faenza. | |||
1442 | |||||
Feb. | Emilia | Uccide a Bologna, nel palazzo del governatore cittadino Cervato da Caravaggio, Niccolò da Pisa che, invitato dalle autorità locali , vi si è portato disarmato. Secondo i cronisti bolognesi il condottiero toscano è costretto a fermarsi nella Valle dei Bucchi sul Savena, in piena per le recenti piogge, da alcuni uomini d’arme usciti da Bologna e comandati da Cervato da Caravaggio. Mentre si aspetta la risposta del Piccinino perché Niccolò da Pisa sta viaggiando senza un formale salvacondotto il Manfredi si introduce con otto sicari nella casa presso San Niccolò degli Albari dove alloggia il condottiero e lo uccide. Lo Sforza, per salvare le apparenze, metterà una taglia sulla testa del Manfredi: come da prevedibile copione il Manfredi viene poco dopo perdonato per il suo assassinio. | |||
Mag. | Romagna | Con il fratello si incontra a Faenza con Niccolò Piccinino. | |||
1443 | |||||
Giu. | Milano | Bologna | Emilia | Affronta i bolognesi che si sono ribellati ai viscontei ad opera di Annibale Bentivoglio. Con Luigi dal Verme tenta di tagliare le condutture degli acquedotti che portano l’acqua al capoluogo. Entra in Bologna con 400 cavalli per la porta vicina al castello di Porta Galliera che gli abitanti non riescono a chiudere in tempo: suonano le campane a stormo e novemila uomini, tra cittadini armati e soldati del presidio, lo obbligano a ritirarsi a seguito di una sanguinosa scaramuccia. | |
Lug. | Emilia | Si collega con Luigi dal Verme. | |||
Ago. | Emilia | Abbandona il campo con il fratello Guidantonio allorché Simonetto da Castel San Pietro e Pietro Navarrino attaccano i viscontei a San Giorgio di Piano. | |||
1445 | |||||
Ago. | 600 cavalli e 200 fanti | Agli stipendi della lega. Milita agli ordini di Francesco Sforza. Gli è riconosciuta una prestanza di 2000 fiorini. | |||
1446 | |||||
Gen. | Firenze | Milano | 600 cavalli | Romagna Toscana | In Romagna con 500 cavalli e 200 fanti; è pronto ad irrompere nel bolognese. Nel medesimo periodo fa trasportare dalla chiesa di San Savino di Fusignano nel duomo di Faenza un braccio del santo: la reliquia sarà ospitata in un tabernacolo d’ argento. A fine mese è segnalato a Firenze con lo Sforza. |
Feb. | Romagna | Tende un agguato al signore di Rimini, Sigismondo Pandolfo Malatesta, che si sta recando a Milano con una scorta di soli 40 cavalli. L’insidia non ha successo perché il signore di Rimini riesce a nascondersi in un terreno paludoso nei pressi di Russi. | |||
………….. | Lombardia | Alla difesa di Cremona, feudo di Francesco Sforza. | |||
Ago. | Emilia | Affianca il fratello nel bolognese; si trova all’espugnazione di San Giovani in Persiceto, di Budrio, di Castelfranco Emilia e di altre rocche controllate dagli avversari. | |||
Sett. | Firenze | Chiesa Napoli | Romagna e Marche | Esce da Faenza e per Dovadola, Calboli e Galeata raggiunge le Marche per prestare soccorso al marchese della marca Francesco Sforza, attaccato nella regione dai pontifici. | |
Ott. | Marche | Nel territorio di Urbino con gli sforzeschi. All’assedio di Gradara. | |||
1447 | |||||
Lug. | Milano | Venezia Duca Savoia | 400 lance e 300 fanti | Nonostante i capitoli firmati prima con i fiorentini e, poi, con il re di Napoli Alfonso d’Aragona, passa agli stipendi del duca di Milano. Gli viene concessa una condotta di 400 lance e di 300 fanti; gli sono riconosciute una provvigione mensile di 3000 fiorini ed una prestanza di 12000 fiorini. Muore nel frattempo Filippo Maria Visconti; il Manfredi milita sempre contro i veneziani a favore della Repubblica Ambrosiana. | |
Sett. | Emilia | Preposto alla difesa di Parma (700 cavalli e 200 fanti) con Erasmo da Trivulzio, chiede soccorsi allo Sforza al fine di recuperare la rocca di Brescello. | |||
Ott. | Lombardia Piemonte | Alla testa di 500 cavalli attraversa il Ticino ed il Po. Si scontra con i francesi di Rinaldo di Dresay a Bosco Marengo. In un primo momento la vittoria pare arridere agli avversari che uccidono senza fare prigionieri quasi tutti gli uomini di Giovanni Trotti (400 soldati); Bartolomeo Colleoni assale l’ala comandata dal Dresay e la ricaccia nel proprio campo mentre il Campanella esce dal castello con i difensori. I nemici sono costretti a deporre le armi ed a arrendersi. Quando i prigionieri entrano in Alessandria i cittadini desolati per la disfatta della squadra di Giovanni Trotti li strappano dalle mani del Astorre Manfredi e da quelle del Colleoni per ucciderli. | |||
1448 | |||||
………….. | Romagna | Con il fallimento delle trattative di pace tra la Repubblica Ambrosiana e la Serenissima pretende di avere esaurito il tempo della condotta; ricusa di contrarre nuovi impegni. Si ritira a Faenza. | |||
Mag. | Lombardia | Rientra in Lombardia e si impadronisce di Cassano d’Adda dopo dieci giorni di assedio. Costruisce un ponte di barche ed attraversa il fiume con il Colleoni. | |||
Giu. | Romagna | Muore il fratello Guidantonio; Astorre ritorna a Faenza per assicurarsene la signoria. Scrive a Cosimo dei Medici; il signore di Firenze lo persuade a confidare nei fiorentini. | |||
Lug. | Firenze | 1200 cavalli e 300 fanti | Toscana | Si reca a Firenze con 1200 cavalli e 300 fanti. | |
Ott. | Bologna | Fuoriusciti | 600 cavalli | Emilia | E’ assoldato dai bolognesi dopo che in Crevalcore sono penetrati 700 uomini guidati da Ludovico e da Baldassarre Canedoli con l’aiuto di Alberto Pio. Depreda tutto il territorio che da San Giovanni in Persiceto porta a Crevalcore. Informato che il signore di Carpi e Baldassarre Canedoli si stanno dirigendo verso il centro per rifornirlo di vettovaglie si collega con Scariotto da Faenza, assale il convoglio avversario, mette in fuga Alberto Pio e cattura il Canedoli con tutti i suoi compagni. I prigionieri gli vengono consegnati come bottino di guerra secondo le usanze: il Manfredi vende costoro ai partigiani dei Bentivoglio per 3000 ducati e si trasferisce a Faenza per salvare la faccia. Durante la sua assenza Sante Bentivoglio, Galeazzo Marescotti e Virgilio Malvezzi entrano nottetempo nella rocca di San Giovanni in Persiceto, catturano il Canedoli e lo conducono a Bologna ove sarà decapitato. |
Nov. | Rifiuta l’incarico di podestà di Milano che gli è offerto dal nuovo Francesco Sforza. | ||||
1449 | |||||
Primavera | Napoli | Sforza Venezia | Emilia e Romagna | Viene inviato con 1500 cavalli e 500 fanti in soccorso di Niccolò Terzi per molestare nel parmense le truppe dello Sforza e quelle dei veneziani. Giunto a Guardasone è avvicinato da Alessandro Sforza da cui accetta alcune migliaia di ducati. Il Manfredi fa subito ritorno in Romagna. | |
Mag. | Faenza | Imola | Romagna | E’ attaccato dal nipote Taddeo Manfredi: fa demolire le sue case a Brisighella; occupa a spese del congiunto varie località dell’ imolese e si spinge sotto Imola. | |
Lug. | Fuoriusciti | Bologna | Emilia | I fuoriusciti di Bologna gli promettono una grossa somma di denaro; si muove pertanto in loro aiuto contro Sante Bentivoglio. Infesta i territori di Medicina e di Panzano. | |
Ago. | Bologna | Fuoriusciti Napoli | 600 cavalli | Emilia | Viene condotto dai bolognesi per sei mesi; combatte Romeo Pepoli ed i suoi aderenti che si sono rafforzati in Castel San Pietro Terme. Entra in Bologna con 300 cavalli e fa decapitare tre partigiani dei Pepoli. |
Sett. | Emilia | Attacca Castel San Pietro Terme; Romeo Pepoli chiede soccorsi a Carlo di Campobasso, vicario del re di Napoli in Romagna. | |||
Ott. | Emilia | Si accampa sotto Medicina dove sono entrati molti fuoriusciti. Gli abitanti gli consegnano 800 lire affinché i fuoriusciti possano uscire liberi dalla località e ritornare sotto il dominio dei bolognesi. Entra nella città e mette a sacco cinque abitazioni dei fuoriusciti; ritorna sotto Castel San Pietro Terme ed inizia a bombardarne la fortezza, di cui abbatte parte delle mura. | |||
Nov. | Emilia | Con l’arrivo degli aragonesi ripiega su Bologna; fa dare alle fiamme case e foraggi perché non siano utilizzati dagli avversari. Si fortifica a Ponte Maggiore con argini e fossati. | |||
Dic. | Emilia | Si collega con Gregorio d’Anghiari e Scariotto da Faenza; si dirige verso la Riccardina per affrontarvi Ludovico Gonzaga che sta devastando il bolognese. Prevenuto dal capitano avversario, è colto di sorpresa ed è messo in fuga. Raggiunge Bologna nottetempo. | |||
1450 | |||||
Gen. | Emilia | Viene conclusa una tregua con gli aragonesi. Astorre Manfredi è licenziato. | |||
Ago. | Faenza | Imola | Romagna | Si impossessa di Rio Secco, si indirizza su Imola a si appresta ad assediare la città. Taddeo Manfredi gli invia Guido Vaina e Domenico Pietro Avonale; il duca di Milano Francesco Sforza lo obbliga alla rappacificazione con il nipote: l’accordo prevede una penale di 20000 ducati per il trasgressore dei capitolati. | |
1451 | |||||
Mar. apr. | Romagna | Decide che la figlia di sette anni, Barbara, si sposi con il signore di Forlì Pino Ordelaffi. Il futuro genero si reca a Faenza per conoscere la sposa. Astorre Manfredi gli fa dono di un bella cavalcatura e di un falcone; lo accompagna a Forlì con tutti i suoi familiari. Viene ospitato nella città dagli Ordelaffi per la festa del patrono cittadino San Mercuriale. | |||
1452 | |||||
Gen. | Emilia | E’ armato cavaliere in Bologna nella chiesa di San Petronio, con i figli Carlo e Galeotto, dall’imperatore Federico d’Austria. | |||
Feb. | Firenze | Napoli | Romagna | A Forlì con il nipote Taddeo. Entrambi passano al soldo dei fiorentini per contrapporsi agli aragonesi (1500 cavalli). | |
Lug. | Toscana | Transita per l’aretino. Prende parte alla difesa di Montepulciano; cerca invano di soccorrere Foiano della Chiana. | |||
Ago. | Toscana | Esce da Montepulciano con 500 cavalli per tagliare le linee di rifornimento al campo nemico. Cade in un’imboscata organizzata dagli avversari con la connivenza di un suo staffiere: tutti i suoi uomini sono catturati. Scopre l’autore della spiata agli aragonesi: fa legare costui ad un palo e gli fa tirare contro dai suoi balestrieri. Il primo a tirare con la balestra contro il bersaglio sarà lo stesso Astorre Manfredi. | |||
………….. | Toscana | Con Simonetto da Castel San Pietro tenta di recuperare il porto di Vada caduto nelle mani di Antonio Olzina; si ritira alla notizia dell’arrivo di soccorsi ai difensori condotti dal duca di Calabria Ferrante d’Aragona. | |||
1453 | |||||
Ago. | Toscana | Recupera Rincine; espugna e mette a sacco con Sigismondo Pandolfo Malatesta, Alessandro Sforza e Simonetto da Castel San Pietro il castello di Foiano della Chiana: sono catturati 700 contadini e 1700 soldati. | |||
Sett. ott. | Toscana | A Cascina. E’ chiamato dai Dieci di Balia ad affiancare con Simonetto da Castel San Pietro, Carlo Oddi e Gian Francesco da Piagnano il Malatesta all’assedio di Vada. Con la resa della località ad ottobre viene trasferito con il nipote Taddeo nel territorio tra Poggibonsi e Colle di Val d’Elsa. A fine mese è segnalato con Simonetto da Castel San Pietro e Gregorio d’Anghiari al campo posto tra Guardistallo e Volterra. | |||
1454 | |||||
Gen. | Lombardia e Toscana | A Voghera. ospite della vedova di Luigi dal Verme. Ritorna in Toscana alla testa di 1000 cavalli e di 500 fanti. | |||
………….. | E’ escluso dalla pace di Lodi per volontà del re di Napoli Alfonso d’Aragona che non gli perdona antichi torti subiti. | ||||
Ott. nov. | Romagna | Chiamato da Cecco Ordelaffi interviene in Forlì alla testa di molti uomini della Val di Lamone; ristabilisce nella città la pace turbata dal malgoverno di Ugo Rangoni. | |||
1455 | |||||
Mag. | Romagna | A Forlì, con il genero Pino Ordelaffi. | |||
1456 | |||||
…………. | |||||
Lug. | Romagna | A Villafranca, per un convito organizzato da Pino e Cecco Ordelaffi. | |||
1457 | |||||
………….. | Romagna | Sigismondo Pandolfo Malatesta viene attaccato dagli aragonesi agli ordini di Federico da Montefeltro e di Jacopo Piccinino: il Manfredi chiede protezione allo Sforza. Alle richieste di aiuto da parte del signore di Rimini il Manfredi risponde che non può venire in suo soccorso sia per le sue cattive condizioni finanziarie, sia perché milita al soldo dei fiorentini. | |||
1458 | |||||
Mar. | Romagna | Alfonso d’Aragona gli chiede la restituzione di 18000 ducati. | |||
Ago. | Toscana | E’ convocato a Firenze. | |||
1459 | |||||
Apr. | Toscana | A Firenze, per rendere omaggio al papa Pio II. Con il Malatesta e Taddeo Manfredi prende sulle spalle la lettiga e regge il pontefice fino al palazzo preparato per la sua accoglienza in Santa Maria Novella. | |||
………….. | Romagna | Impetuoso e violento fa provare la sua ira al figlio Carlo quando, per ignote ragioni, lo scaccia da Faenza. Costui si rifugia a Milano. Non valgono i buoni uffici di Cecco Ordelaffi (luglio 1460) per ottenere a Carlo il perdono. Astorre fa in modo che il figlio si allontani da Forlì dove ha trovato rifugio in un primo momento e, poi, che il duca di Milano arresti il figlio a Piacenza e lo incarceri a Lodi per alcuni mesi. Solo nell’ottobre del 1462 perdonerà Carlo. | |||
1460 | |||||
Mag. | Faenza | Imola | Romagna | Sventa, con l’aiuto del genero Cecco Ordelaffi, un colpo di mano del nipote Taddeo su Faenza. | |
Giu. sett. | Romagna | Fallito un altro tentativo di Taddeo Manfredi su Solarolo, si vendica nei confronti del nipote occupandogli alcuni castelli. Il papa invia il vescovo di Sessa che riconcilia per qualche tempo i due congiunti. L’accordo tra i due signori romagnoli, infine, avviene a fine settembre. | |||
………….. | Chiesa | Cesena | 500 cavalli e 1000 fanti | Romagna | Viene impegnato dai pontifici contro il signore di Cesena Domenico Malatesta. |
1461 | |||||
Inverno | Romagna | E’ scomunicato da Pio II. | |||
Lug. | Romagna | Si offre a Francesco Sforza per lottare contro il signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta. | |||
1462 | |||||
Apr. | Faenza | Imola | Romagna | Assale una volta di più il nipote Taddeo. Occupa Riolo Terme. | |
Ago. | Romagna | Ottiene Tossignano e Montebattaglia in Val di Lamone. Nei giorni seguenti pervengono nelle sue mani anche Casole, Baffadi e Fontana Moneta: resiste alle ingiunzioni pontificie e si appresta ad assediare Imola. | |||
Ott. | Chiesa | Cesena Rimini | 500 cavalli e 1000 fanti | Romagna | Le pressioni congiunte di Cosimo dei Medici, dei bolognesi e quelle dello Sforza (che gli procura da parte del re Ferrante d’Aragona la cancellazione di ogni debito) lo persuadono a restituire i castelli occupati. Il nipote Taddeo è, invece, costretto a consegnargli due suoi partigiani che hanno congiurato in Faenza ai danni di Astorre. Il condottiero è subito assoldato dai pontifici per fronteggiare Domenico e Sigismondo Pandolfo Malatesta: gli viene assicurata una provvigione mensile e gli sono cancellati censi arretrati di tre anni dovuti alla Santa Sede. Invade il cesenate con 1200 cavalli e 3000 fanti; dopo i primi scontri obbliga alla resa 38 castelli tra cui Civitella di Romagna e Cusercoli. A fine mese mette a sacco Rocca delle Caminate. Assedia vanamente per tre giorni Meldola; ripara a Riolo Terme. |
Nov. | Romagna | Viene attaccato da Silvestro da Lucino che gli distrugge a il campo a Meldola: il Manfredi si rifugia a Rocca delle Caminate. Quasi tutti i carriaggi cadono in potere degli avversari. Durante la ritirata vi sono numerose morti d’ambo le parti; sono catturati tra i suoi uomini dieci soldati della Val di Lamone cui viene imposta una taglia. Con l’arrivo di rinforzi portati da Corrado d’Alviano (300 cavalli) ed il riordino delle sue truppe riprende l’offensiva con il vescovo di Sessa; riconquista Rocca delle Caminate e costringe alla resa (più per accordi che con la forza) i castelli di Montevecchio, di Cusercoli, di Valdoppio, di Civitella, di Castelnuovo e di Sarsina. Anche Cocco Malatesta si sottomette con sei castelli e passa a militare nel campo pontificio contro il signore di Rimini. Il Manfredi non osa assalire Cesena. | |||
Dic. | Romagna | Ritorna sotto Meldola e vi avvia un trattato con un connestabile di guardia alla porta: assalito a sua volta è costretto a ridursi a Rocca delle Caminate. Spedisce il figlio Carlo a razziare il bestiame degli avversari raccolto a Casemurate e sorvegliato dagli Ordelaffi. L’incursione provoca un grave dissidio con il genero: Cecco Ordelaffi dà addosso a Carlo Manfredi, lo mette in fuga e recupera gran parte del bottino. Per rappresaglia Astorre Manfredi proibisce ai forlivesi di acquistare granaglie nei suoi territori ed aumenta loro i dazi sul frumento che, acquistato a Lugo, deve per forza di cose attraversare le sue terre. Astorre Manfredi sverna a Faenza ed invia alcuni soldati alla guardia di Russi. | |||
1463 | |||||
Apr. | Romagna | Gli sono consegnati dai pontifici 2000 ducati. | |||
Giu. | Romagna | Viene a trovarlo a Faenza il genero Pino: costui alimenta il suo odio nei confronti del fratello Cecco. Viene frattanto raggiunto un accordo con il nipote Taddeo tramite il cancelliere dello Sforza Lancillotto Brippio ed il messo pontificio il vescovo di Sessa Angelo Gherardini. Restituisce al rivale alcuni borghi quali Pedicano, Mazzancollo, Monte Mediolo, Pubblico e Torricchio. E’ ora libero di muoversi con le sue truppe contro Domenico Malatesta. | |||
Estate | Marche | Assedia Roberto Malatesta in Fano. | |||
1464 | |||||
Mag. | Venezia | 300 cavalli | Passa agli stipendi dei veneziani con una condotta di 300 cavalli, dei quali 200 sono agli ordini di un figlio e 100 sono destinati a restare alla guardia del faentino. La ferma è stabilita in due anni, più altri due di rispetto; gli è riconosciuta una provvigione annua di 7000 fiorini in tempo di pace. Si riconcilia con gli Ordelaffi ed ospita in Faenza il genero Pino diretto in Lombardia al servizio della Serenissima. | ||
Nov. | Lombardia | A Milano con il nipote Taddeo per dirimere le loro vertenze riguardo alla giurisdizione di alcuni castelli che Astorre ha conquistato ed occupato con l’avallo del papa Pio II. Tratta con i fiorentini per passare ai loro stipendi. Lascia Milano e si reca a Mantova per incontrarvi Ludovico Gonzaga. | |||
1466 | |||||
………….. | Romagna | Ad aprile affianca il genero Pino Ordelaffi nella sua manovra volta ad impadronirsi della signoria di Forlì ai danni del fratello (nonché genero del Manfredi) Cecco. Si reca nella città con il figlio Carlo. Quando però Pino farà avvelenare la moglie Barbara Manfredi (altra sua figlia) lo avverserà con estrema decisione ed appoggerà Caterina Rangoni, madre dei due fratelli in una congiura tesa a ridare il dominio ai figli dell’ucciso. | |||
………….. | Lazio | Si reca a Roma. | |||
1467 | |||||
………….. | Firenze | Venezia | Romagna | Gli è dato l’ordine di sorvegliare i passi della Val di Lamone per impedire a Bartolomeo Colleoni di entrare in Toscana con i fuoriusciti. Gli è consegnato del denaro. | |
Mar. | Venezia | Firenze | 600 cavalli | Romagna | Allettato dalle maggiori offerte dei veneziani (condotta di 600 cavalli, stipendio di 10000 ducati l’anno, ferma di due anni più uno di rispetto, la signoria di Imola), effettua un clamoroso voltafaccia e si dichiara a favore dei fuoriusciti fiorentini. |
Mag. | Romagna | Viene respinto dai fiorentini a Tossignano. | |||
Lug. | Emilia | Partecipa alla battaglia di Molinella; al comando del terzo squadrone contribuisce a bloccare l’attacco della cavalleria di Federico da Montefeltro. | |||
Sett. | Romagna | In Val di Lamone. | |||
Ott. | Romagna | In Val di Lamone ha una scaramuccia con i feltreschi: sconfitto, ripara nel castello di Rontano. Gli sono catturati 60 uomini d’arme e 60 uomini di taglia. E’ pure razziato dagli avversari molto bestiame. | |||
1468 | |||||
Mar. | Muore a metà mese. Designa come suo successore il primogenito Carlo; mentre il figlio Federico, futuro vescovo di Faenza, è in possesso di consistenti beni ecclesiastici. Al figlio Galeotto, infine, sono assegnati 4000 lire l’anno e 3000 all’altro figlio Lancillotto. E’ sepolto, con solenni funerali, a Faenza sul sagrato della chiesa dei frati dell’ Osservanza. Sul sepolcro è posta una grande lastra di marmo con lo stemma dei Manfredi: iscrizione e stemma sono stati corrosi dal tempo. Avvia a Faenza piani ambiziosi di rinnovamento urbanistico, soprattutto per quanto riguarda la cinta muraria; fa ampliare il palazzo del Popolo e rimettere a nuovo la chiesa di Santo Stefano. Fa rafforzare le difese dei castelli di Russi e di Brisighella. Compianto dal poeta Angelo Lapi, che lo celebra anche con un carme latino relativo alle sue imprese guerresche “De conflictu Gallorum”. Frequentano la sua corte il maestro di musica Pietro Cavina, il maestro d’arte Rustighello, l’umanista Matteo Chironomo, cultore della Commedia dantesca, ed il Lapi. Busto marmoreo di Mino da Fiesole. Sposa Giovanna da Barbiano, figlia di Alberico e Giovanna Vestri. |
CITAZIONI
-“Chiaro per nobiltà di sangue più che per virtù d’armi.” BRUTO
-“Faventinorum princeps, vir fortis et bellicosus.” SIMONETTA
-“Fu eccellente Capitano del tempo suo.” SANSOVINO
-“Aveva avuto grandi qualità ossia la virtù e i vizi del tempo in abbondante misura, e che molto aveva operato come venturiero e come principe.” ZAMA
-“Simile agli antenati suoi nell’ardimento, nel valore e nella doppiezza astuta, Astorgio II Manfredi, di carattere prepotente e di temperamento violento.” MESSERI-CALZI
-“Hic Manfrede iaces Astor, cui splendida virtus/ inter semideos contulit esse duces/ Mars altero bello vivens et pace Licurgus/ lux et gentis eas gloria magna tuae.” Da un epitaffio del LAPI
-“Duce quidem foerissimo.” PORCELLIO
-“Ecco un altro soldato di ventura; per conseguenza un uomo senza principj e senza fede..Il solo racconto dei fatti della sua vita qualifica quest’uomo di sleale, malvagio, vendicativo ed avaro.” LITTA
-Con il Gattamelata, Tiberto Brandolini, Pietro Navarrino, Sigismondo Pandolfo Malatesta, Bartolomeo Colleoni, Guerriero da Marsciano ed Antonio da Martinengo “Condottieri esperti e di provato valore.” BELOTTI
-Con Guidantonio Manfredi “Del fiore de’ più illustri guerrieri Italiani di quella età.” RIGHI
-“Huomo bellicoso.” TONDUZZI
-“Animoso capitano..Gagliardo capitano di condottieri.” BROGLIO
-“Come molti capi di piccole signorie nel centro Italia, praticò l’arte militare per garantirsi l’indipendenza”. N. CAPPONI
-“La storiografia locale vede nei vent’anni di signoria del Manfredi il momento di maggiore prosperità della dominazione manfrediana su Faenza: il lusso raffinato della corte, i rapporti con le più note dinastie signorili e aristocratiche, l’opera di sviluppo edilizio a Faenza fanno del Manfredi un protagonista di primo piano, seppur controverso, della storia faentina. Come il fratello Guid’Antonio, anch’egli fu accompagnato per tutta la vita da una dubbia fama di mancatore di parola. Inoltre, la decantata prosperità dell’età del Manfredi non poté nascondere i prodromi della crisi successiva: crisi economica di una signoria urbana da sempre priva di una solida e duratura base finanziaria e di un radicamento profondo nel territorio; crisi politica di un potere signorile il cui spazio politico veniva drammaticamente riducendosi.” LAZZARINI
-“Condottiero e tiranno illuminato..il signore di Faenza, che nell’esercizio del mestiere delle armi non esitava a violare i 10 comandamenti, aveva pure la buona abitudine di osservare quel precetto ecclesiastico che proibiva di mangiare grasso il venerdì…(Ha) la trista nomea (di traditore) che ritorna in un anonimo rimatore dell’epoca: “E de Romagna tutti quei tiranni/ che n’tradimento sum gente subtile./” RENZI
-“Aveva curato personalmente l’educazione dei sei figli, circondandoli di precettori di chiara fama, favorendo la circolazione a corte di poeti ed artisti, inviandoli adolescenti a Ferrara, alla scuola di Guarino Veronese, perché potessero affinare il proprio bagaglio culturale…Si sa anche delle grandi spese sostenute per incrementare la biblioteca di famiglia, che sarebbe diventata nel tempo così ricca di manoscritti rari da spingere gli ultimi eredi a trarre lauti guadagni dakka sua vendita al Re d’Ungheria.” SPADA
-“Si diede fin da giovane al mestiere delle armi.” ARGEGNI