ASTORRE MANFREDI

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Luigi Ricciardelli, disegno del Ponte sul Lamone a Faenza. Anni 1830

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

A –  – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Z

Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

ASTORRE MANFREDI  (Astorgio Manfredi) Signore di Faenza, Fusignano, Brisighella, Savignano sul Panaro, Solarolo, Granarolo, Russi,  Donegaglia, Montemaggiore, Gesso, San Procolo, Rocca San Casciano, Sassuolo. Figlio di Giovanni Manfredi, fratello di Francesco Manfredi, genero di Guido da Polenta e di Antonio da Montefeltro.

1345 – 1405 (novembre)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1356
Dic.Veneto

E’ dato in ostaggio con il fratello maggiore Francesco al signore di Padova Francesco da Carrara allorché il padre Giovanni è costretto a cedere Faenza ai pontifici. Dopo alcuni anni si trasferisce a Bagnacavallo con il fratello Francesco ed il padre.

1361MilanoChiesaRomagnaMilita con il padre Giovanni ed il fratello Francesco per il signore di Milano Bernabò Visconti contro i Visconti.
1364MilanoChiesaVeneto Romagna Lombardia

Si reca a Chioggia e vi si incontra con Sinibaldo Ordelaffi; la notte seguente si reca a Ravenna ospite di Guido da Polenta; trama anche con costui  ai danni dello stato della Chiesa. Subito dopo si dirige a Milano e ritorna agli stipendi dei Visconti.

1371OrdelaffiChiesaRomagna  Toscana

Affianca Sinibaldo Ordelaffi in un vano tentativo su Forlì. Al fallimento dell’azione si rifugia a Pistoia: i pontifici si impadroniscono degli ultimi possedimenti famigliari (Bagnacavallo e Torre di Calamello). Ripara a Milano.

1375
Ago.FirenzeChiesaRomagna

La Romagna si ribella ai pontifici;  Astorre Manfredi non perde tempo. Con l’aiuto dei fiorentini occupa Massa degli Alidosi (Massa) vicino ad Imola. Vi viene assediato dai nemici che costruiscono due bastie nei pressi.

Ott.RomagnaE’ obbligato dai pontifici a cedere Massa.
Dic.RomagnaRecupera Rontano e Torre di Calamello che si sono ribellate allo stato della Chiesa. Scorre nel faentino.
1376
Mar.Romagna

Esce da Cotignola con il fratello Francesco, corrompe il castellano di Granarolo e si impossessa di questa importante posizione. Gli si muove inizialmente contro Giovanni Acuto: Astorre Manfredi si salva perché arriva un contrordine per il condottiero inglese, chiamato a domare la  rivolta di Faenza che termina con la strage di 4000 uomini.

Estate/ autunnoBolognaChiesaCapitano lanceRomagna

Spinto dalla necessità Astorre si rappacifica con Giovanni di Alberghettino Manfredi che milita agli stipendi di Bologna; passa anch’egli agli stipendi del comune ed ottiene il comando degli uomini d’arme. Si fortifica in Granarolo;  rischia solo qualche sortita ai danni dei castelli della Val di Lamone; occupa Pieve Cesato. Ai primi di settembre ottiene dagli abitanti il castello di Laderchio; i valligiani lo aiutano spontaneamente perché terrorizzati dalle scorribande della Compagnia dei Bretoni. A settembre si impadronisce del castello di Rontana a spese dei pontifici.

1377
Mar.RomagnaOccupa Montegattoli.
Mag.FirenzeChiesaRomagna

Ha per trattato Solarolo: attaccato da Bernardo della Sala e dalla compagnia dei bretoni mette in fuga gli avversari che subiscono la perdita di 300 cavalli tra morti e prigionieri. Espugna  una rocca controllata dai conti di Cunio; con Antonio da Montefeltro e Sinibaldo Ordelaffi aiuta il signore di Ravenna Guido da Polenta ad occupare Cesena, da dove viene scacciato  Galeotto Malatesta.

Giu.ManfrediManfrediRomagna

Si trova a Castiglioncello che appartiene a Giovanni di Alberghettino Manfredi; procura gravi danni al territorio finitimo. Affianca l’Acuto nell’attaccare Faenza.

Lug.FirenzeChiesaRomagna

Irrompe nottetempo in Faenza attraverso una condotta fognaria che conduce al monastero di Sant’Ippolito, protetta da una grata di ferro segata in precedenza dai suoi fautori. Gli estensi, che hanno acquistato Faenza nel precedente marzo dall’  Acuto per 40000 fiorini, cercano invano di resistere. Il Manfredi assedia la rocca con il sostegno dell’Acuto (che ha lasciato gli stipendi dei pontifici per quelli di Firenze e di Milano); vince le milizie ecclesiastiche spedite da Cesena ed ottiene la resa di Selvatico Boiardi dopo venti giorni. Con la vittoria si proclama signore della città.

Ago.MarcheCon Piero del Bianco batte il signore di Camerino Rodolfo da Varano in uno scontro della durata di dodici ore: sono catturati 150 cavalli e 50 fanti.
1378
…………FaenzaManfrediRomagnaSi impadronisce di Castelmaggiore a spese di Giovanni di Alberghettino Manfredi.
………….FaenzaForlìRomagna

Tenta di allargarsi su Cesena allorché la corte di Avignone vuole vendere la città a qualche signore locale. Muove con 2000 fanti e 1000 cavalli verso la località: la sua marcia è respinta da Sinibaldo Ordelaffi, signore di Forlì, che lo obbliga a retrocedere. Ha alcuni scontri con i forlivesi in uno dei quali viene catturato il fratello Francesco.

1379
Apr.FaenzaComp. venturaCapitano g.leRomagnaE’ attaccato dalla compagnia di Giovanni Acuto.
Mag.

Assale Bagnacavallo;  Giovanni Acuto risponde assalendo a sua volta Faenza con 300 lance. Intervengono Firenze e Bologna. Riceve soccorsi da Guido da Polenta, signore di Ravenna,  da Antonio da Montefeltro, signore di Urbino, e da Francesco Ordelaffi, signore di Forlì. Galeotto Malatesta  appoggia  l’Acuto. Il Manfredi mette a sacco il contado di Bagnacavallo;  giunge con le sue incursioni fin sulle porte di Rimini. Negli stessi giorni su mediazione di Guido da Polenta si rappacifica con il marchese d’Este: gli riconosce la somma di 24000 fiorini da pagarsi in otto anni con malleveria del comune di Faenza e di alcuni mercanti fiorentini. Entro il termine di due mesi egli deve consegnare la città ad un ufficiale del marchese affinché vi eserciti alcuni atti di assoluta giurisdizione; dopo tre/quattro giorni lo stesso funzionario deve rimettere Faenza ad Astorre Manfredi quale feudo degli estensi. Da allora in poi, per 8 anni, il Manfredi si impegna di offrire a Niccolò d’Este, in segno di vassallaggio, un bel  destriero con una ricca gualdrappa di panno rosso nel giorno di San Pietro. Il Manfredi si affretta di ottenere dal papa la ratifica per la rinnovata signoria; Urbano VI gliela concede e lo nomina vicario di Faenza per dieci anni.

Giu.Milano VeneziaGenovaEmilia e Liguria

Fonda a Soragna la Compagnia della Stella, forte di 600 lance e di 2000 fanti reclutati fra i fuoriusciti ed i venturieri bolognesi e romagnoli. Il suo intento è quello di raggiungere Faenza e da qui assalire Rimini e Bologna. Le buone fortificazioni, poste da Niccolò d’Este sui confini del modenese, impediscono il passo alla compagnia;  il Manfredi si conduce allora agli stipendi di Bernabò Visconti, supera gli Appennini e si scaglia su Genova.

Lug.Liguria

Mette a sacco Sampierdarena; le galee veneziane, nel contempo, devono attaccare Genova dal mare. Il doge Niccolò Guarco riconosce alla compagnia una taglia di 19000 fiorini.  Astorre Manfredi si allontana dai pressi. Simula un insuccesso per salvare la faccia di fronte a viscontei e veneziani che hanno finanziato la sua spedizione.

Ago.Comp. ventura

Milano

Bologna

Genova

Emilia e Liguria

Rientra nel reggiano; giunge a Parma ed a Soragna dove completa l’organico della compagnia. Gli è ancora bloccata la marcia nel bolognese da 1000 lance capitanate da Egano Lambertini; si avventa ancora su Genova con 400 lance e 3000 fanti sempre per conto di viscontei e veneziani. Scende nella Riviera di Levante, occupa la collina di Albaro e penetra nella Val di Bisagno.

Sett.Liguria

I genovesi questa volta reagiscono agli ordini di Isnardo Guarco. Le truppe del signore di Faenza sono sorprese accampate nel letto del Bisagno: 3 bandiere del Biscione e di San  Marco sono portate in trionfo per le vie della città. Tutti i venturieri sono catturati con l’eccezione proprio di Astorre Manfredi salvato da un contadino cui ha promesso un premio di 10000 ducati (nella realtà gliene consegnerà solo 200). Molti dei suoi uomini sono giustiziati dalla furia della popolazione. Vi sono grandi feste a Bologna per la sua sconfitta ed altrettante a Genova: l’evento sarà ricordato per anni dagli abitanti della seconda località con la consegna di un palio dorato alla chiesa di San Giorgio.

1380
………….Romagna

Il ritorno a Faenza è contrassegnato dalla ribellione del fratello Francesco che, durante la sua assenza, ha cercato di impadronirsi della signoria della città. Astorre lo fa rinchiudere nella rocca di Solarolo. I fautori del fratello liberano il congiunto che si impossessa di tale castello.

Apr.FaenzaForlì  ImolaRomagnaGli si alleano contro il signore di Forlì e quello di Imola Bertrando Alidosi.
1381
Gen. feb.FaenzaComp. venturaRomagna  ed Emilia

Divengono sempre più frequenti i suoi contrasti con l’Acuto in Romagna: intervengono i fiorentini. A febbraio contatta a Bologna il Brigante ed il Boino per assumere la loro compagnia di 1200 cavalli.

Mar.FaenzaForlìToscana

Si reca a Firenze e vi stipula una tregua di due anni con l’Acuto.  Si allea con i bolognesi e combatte gli Ordelaffi: va a vuoto un suo nuovo tentativo ai danni di Cesena.

Apr.FaenzaManfrediRomagna

Attacca il fratello Francesco in Solarolo. Quest’ultimo si accorda con i bolognesi e  cede la località al comune in cambio di 3000 fiorini, di un vitalizio mensile di altri 60 fiorini e la proprietà di un palazzo a Bologna. Astorre non ha il coraggio di assalire Solarolo allorché vi vede sventolare le insegne del comune.

………….FaenzaRavennaRomagna

Con Ettore e Maghinardo da Perugia occupa Russi a spese dei da Polenta che favoriscono la causa dell’ antipapa Clemente VII: provvede a rafforzare le difese di tale castello.

1384
Lug.FaenzaComp. venturaRomagnaAssale il bastione di Sezada. Respinto, rinnova la tregua con l’Acuto per altri due anni.
…………RomagnaSi allea con i signori di Rimini (Galeotto Malatesta), di Forlì (Sinibaldo Ordelaffi) ed Imola (Bertrando Alidosi).
Dic.RomagnaViene considerato dai fiorentini loro aderente.
1386
Gen. apr.Romagna

Sinibaldo Ordelaffi è spodestato dalla sua signoria in Forlì dai nipoti Cecco e Pino. Giovanni Ordelaffi si rivolge al Manfredi per scacciare dalla  città gli usurpatori. Nuovi fatti distolgono però il signore di Faenza dal recare soccorso al suo alleato: i conti Giovanni e Rinaldo da Barbiano hanno, infatti, occupato ai bolognesi il castello di Barbiano. Il comune è costretto a lasciarli giocoforza in quel possesso a causa del tradimento del loro condottiero Lucio Lando. Quest’ultimo peraltro, agli inizi di aprile, sarà ospite del Manfredi in Faenza.

Apr. mag.FirenzeUrbino

Viene assoldato dai fiorentini per due mesi, più uno di beneplacito per combattere Antonio da Montefeltro con le sue bande di ungheri e di inglesi.

Giu.FaenzaBolognaEmilia e Romagna

Aiuta Taddeo Pepoli nel suo tentativo di rientrare in Bologna: è subito attaccato da 700 lance e da molti fanti comandati da Egano Lambertini. Gli avversari si collocano al ponte di San Procolo e vi costruiscono una forte bastia. Il Manfredi raccoglie 500 lance e con l’aiuto di Lucio Lando batte più volte i bolognesi cui cattura in una scaramuccia 200 cavalli. Devasta alcune località e vi raccoglie molte vettovaglie; i bolognesi predano il faentino.

Lug.OrdelaffiForlìRomagnaAppoggia Giovanni Ordelaffi nel suo tentativo di togliere la signoria di Forlì ai congiunti.
Ago.

Intervengono nel conflitto contro i bolognesi i messi del conte di Virtù Gian Galeazzo Visconti: costoro impongono la pace ai contendenti. A seguito del lodo milanese il Manfredi deve consegnare al Visconti la rocca di Montemaggiore e Lucio Lando deve sgombrare il faentino entro quindici giorni. I prigionieri sono rilasciati d’ambo le parti.  I bolognesi  hanno la possibilità di mantenere il possesso della bastia di San Procolo con attorno tanto spazio pari a quello segnato da un tiro di balestra.

1387
Sett.Invia alcuni uomini d’arme al papa per scortarlo nel suo spostamento da Lucca a Perugia.
1388
Feb.RomagnaConcede in prestito 700 ducati al condottiero Sandrino Trotti che milita per gli estensi.
…………EmiliaSi reca a Bologna. E’ alloggiato in San Domenico.
1389
………….

Il nuovo papa Bonifacio IX gli riconosce il vicariato di Faenza per dieci anni.

Mar.Emilia e Lombardia

Ancora a Bologna;  è sempre ospitato in San Domenico. Si dirige a Milano per incontrarvi Gian Galeazzo Visconti; sulla strada del ritorno sosta nuovamente a Bologna.

1390
Giu.Firenze BolognaMilano70 lance e 400 fantiEmilia e Romagna

Si trova al campo nel bolognese con la sua compagnia di uomini d’arme e di 400 fanti della Val di Lamone: a Bologna è accolto con grandi onori nella casa di Egano Lambertini. Con Anderlino Trotti ha tra Faenza ed Imola una scaramuccia con Ramazzotto e Carlo della Mella che comandano 100 lance per i viscontei.

Lug.Romagna

Con Giovanni Ordelaffi e Giovanni di Pallacino organizza un trattato per impadronirsi di Cesena: un oste ed il figlio, che hanno l’incarico di sorvegliare una condotta dell’acquedotto che conduce a Porta Figarola, fanno entrare numerosi suoi soldati. Gli abitanti si accorgono dal rumore che sta succedendo qualcosa di anomalo; attaccano gli assalitori e ne catturano 40. L’oste ed il figlio sono subito impiccati. I bolognesi  cedono al Manfredi la bastia del ponte di San Procolo e gli regalano un palazzo in città.

Ott.Romagna

Occupa di notte Fusignano; al ritorno si scontra a Bagnacavallo con gli estensi. Molti sono i prigionieri che vengono condotti a Faenza.

Nov.RomagnaSi rappacifica con il marchese di Ferrara Niccolò d’Este.
Dic.Emilia e Veneto

Lascia Bologna e si reca a Padova con 50 lance per proseguire la guerra  nel veronese e nel vicentino.

1391
Gen.100 lanceVenetoLascia Padova con Giovanni Acuto.
Feb.Veneto

Si porta sotto Verona: abbandona all’improvviso il campo perché sospettato di agire a favore dei Visconti e di volere uccidere, durante un consiglio di guerra, Giovanni Acuto e Francesco Novello da Carrara.

Giu.Emilia

Si reca a Bologna;  nella città ha colloqui con Alberto d’Este e Francesco Gonzaga. Viene alloggiato in San Procolo. Sempre nel periodo acquista nella località per 2000 ducati un altro palazzo, appartenuto nel passato ai Pepoli ed al papa Gregorio XI che lo ha utilizzato come Collegio Gregoriano: sulla porta vi fa dipingere il suo stemma ed un motto alto sassone da lui tradotto in due maniere “Farò quanto pur spero” e” Farò quanto potrò”. Per provvedere al nuovo acquisto offre in cambio, oltre del denaro in contanti anche il palazzo Conoscenti, che gli è stato donato in precedenza dal comune.

Lug.RomagnaRiconosce alla Sante Sede il censo annuo da lui dovuto, 1500 fiorini.
Sett.

Partecipa ai lavori volti a raggiungere una tregua tra viscontei da un lato e fiorentini e i loro alleati dall’altro: i termini della stessa vengono trattati, rispettivamente, da Niccolò d’Este e da Francesco Novello da Carrara.

1392
Lug.EmiliaA Bologna, per una nuova riconciliazione con il marchese di Ferrara.
1393
Ago.FaenzaForlìRomagna

Alleato con i Malatesta, combatte  gli Ordelaffi: blocca i passi del suo stato ed impedisce che giungano soccorsi agli avversari.

Ott.

Viene accusato dai fiorentini di  appoggiare, con i conti Guidi, una sollevazione di lavoratori e di artigiani ostili al regime comunale.

Nov.Lazio e Romagna

Giunge a Roma. Il papa lo riconferma nel vicariato di Faenza: il censo gli viene mantenuto in 1500 fiorini l’anno; il Manfredi è insignito della Rosa d’Oro, un prezioso gioiello avente al centro un grosso zaffiro. Intorno alla rosa centrale sono disposti altri 6 fiori similari, pur essi di oro, di cui quattro aperti e due chiusi: nel mezzo della rosa centrale si legge il nome del pontefice. Nel ritornare a Faenza il Manfredi dona il gioiello alla cattedrale della sua città.

1394
Ago.RomagnaFa distruggere a Faenza la loggia del palazzo comunale che poggia su colonne di legno.
Nov.Lombardia

A Mantova, per assistere al matrimonio di Francesco Gonzaga. Sulla via del rientro sosta a Bologna con Carlo Malatesta;  viene ospitato da Egano Lambertini.

1395
Feb.FirenzeEsteCapitano g.leRomagna

E’ nominato capitano generale dal marchese di Ferrara Niccolò d’Este, da bolognesi,  fiorentini,  gonzagheschi,  carraresi e  veneziani per affrontare il conte di Cunio Giovanni da Barbiano ed Azzo d’Este. Il suo esercito si compone di 600 cavalli e di 1000 fanti estensi, di 300 lance e di 500 fanti bolognesi condotti da Nanne Gozzadini, di 90 cavalli e 80 fanti gonzagheschi, di 150 cavalli e di 100 fanti carraresi e di altre truppe di Firenze (50 uomini d’arme). Il Manfredi tenta di impadronirsi del castello di Barbiano: la sua azione viene bloccata dal conte di Virtù che accorda la sua protezione ai conti di Cunio.  Assedia invano Lugo e ne depreda il contado; costruisce una forte bastia a Buonconforto e sconfigge gli avversari ad Argenta.

Apr.Romagna ed Emilia

Viene informato che molti contadini del Polesine di San Giorgio stanno marciando uniti su Ferrara e che, nel medesimo tempo, Azzo d’Este ha abbandonato Lugo con 300 cavalli e 1200 fanti per congiungersi con costoro. Raggiunto da 600 uomini d’arme guidati dal conte Corrado di Altinberg e da Ugo di Monforte, sconfigge a Consandalo Conselice da Barbiano che capitana 500 romagnoli. Atteso a San Nicolò Ferrarese il resto dell’ esercito estense, attacca a Portomaggiore gli 8000 venturieri di Azzo d’Este; vince il rivale, lo costringe prima a rinchiudersi nel castello e, quindi, ad arrendersi a patti. Lo scontro dura alcune ore: da una parte sono uccisi 100 cavalli, dall’altra 600 uomini e 1072 contadini; altri duemila contadini sono fatti prigionieri. Azzo d’Este, che è stato catturato  da Corrado Lando, viene incarcerato nella rocca di Faenza. Con la liberazione di Niccolò Roberti, prigioniero a Portomaggiore dei ribelli, il Manfredi tocca San Nicolò Ferrarese, Gaibana e perviene a Ferrara. I suoi soldati si danno al saccheggio sistematico del territorio non facendo più alcuna distinzione tra amici e nemici. Il marchese Niccolò d’Este per rabbonirlo concede al signore di  Faenza i beni posseduti dagli estensi a Migliaro e gli è promessa una notevole somma di denaro per le spese sopportate. Come malleveria di tale operazione gli viene concessa la signoria temporanea di Sassuolo. Ottiene pure  Savignano sul Panaro, cui dovrà rinunciare l’anno seguente ad opera di Giordano da Savignano.

Mag.Romagna

Esce da Faenza con 2000 cavalli e più di 2000 fanti; invade le terre di Giovanni da Barbiano, assedia Barbiano; costruisce una  bastia tra la località e Lugo e rovina in modo analogo al precedente i raccolti ed i vigneti che si trovano tra Lugo e Conselice.

Ago.FirenzeForlìRomagna

Si attenda con 300 cavalli a San Martino; si collega con Rodolfo da Varano per devastare assieme il forlivese e punire in tal modo gli Ordelaffi che hanno aiutato i difensori di Castrocaro Terme a resistere ai fiorentini. Il conflitto è presto sospeso su pressione dei veneziani. Al Manfredi è dato il compito di arbitro per dirimere una vertenza sorta tra Francesco da Sassuolo e gli estensi.

1397
…………RomagnaIl figlio Giovanni Galeazzo sposa Gentile Malatesta.
………….FaenzaRavennaRomagna

Assolda il forlivese Andrea Barsa dei Quirioli con cinque caporali e 600 cavalli per combattere i ravennati. Ad ogni lancia è riconosciuto un soldo mensile di 13 fiorini.

1398
Feb.Romagna

Pino Ordelaffi risolve con la sua mediazione la guerra in corso tra il Manfredi ed i da Polenta. Bonifacio IX gli rinnova il vicariato di Faenza e quello della Val di Lamone.

Lug.Lombardia ed EmiliaA Milano ed a Modena. Nella seconda località viene accolto da Gherardo Aldighieri che lo scorta sino a Parma.
Ago.

Informa un ambasciatore fiorentino della confessione, resa ai suoi uomini da un certo Nardo di Benedetto: costui afferma, infatti, di essere stato contattato da Maso degli Albizzi, da Rinaldo Gianfigliazzi e da Cionaccio Baroncelli per assassinare alcuni esuli del comune, in particolare Donato Acciaiuoli, Salvestro Ricci e Riccardo Alberti. La Signoria nega indignata l’accusa e dichiara che  Nardo di Benedetto ha confessato il tutto sotto tortura.  D’altra parte il  giudice che ha condannato quest’ultimo a morte (Jacopo Covoni) è anch’egli fiorentino ed ha trascorso in esilio a Napoli quindici anni per la sua pretesa complicità in quello che la stessa repubblica ha, a suo tempo, definito un errore giudiziario.

Ott.Romagna

Ottiene dai pontifici il vicariato delle terre di Montemaggiore, di Fusignano e di Donegaglia dietro il censo annuo di una libbra di cera da consegnarsi il giorno dei Santi Pietro e Paolo.

………….

Perde, ad opera di Francesco da Sassuolo, il castello di Sassuolo da lui occupato a garanzia delle spese per il mantenimento in prigione di Azzo d’Este.

1399
Feb.RomagnaSu sollecitazione della Serenissima conclude una tregua di un anno con Obizzo e Pietro da Polenta.
Mar.BolognaBentivoglioEmilia

Appoggia in Bologna la fazione dei maltraversi contro quella dei Bentivoglio che vuole impadronirsi della città. Sconfigge Giovanni da Barbiano e Nanne Gozzadini.

Mag.FaenzaComp. venturaMarche

Affianca i Malatesta nella marca d’ Ancona contro la compagnia di Ceccolo Broglia e di Conte da Carrara. Con Ottobono Terzi e Fuzzolino Tedesco (800 cavalli e 1200 fanti bolognesi) è sconfitto a Cingoli dopo nove ore di combattimento.

Sett.EmiliaFa giustiziare a Bologna Giovanni da Barbiano con i figli Ludovico e Conselice.
…………FaenzaForlìRomagnaAppoggia con 200 lance i Malatesta contro gli Ordelaffi.
Dic.Romagna

Ottiene il castello di Solarolo dai capitani bolognesi Gaspare Bernardini ed Antonio  dalle Caselle, coinvolti nei tumulti legati alle lotte fra le fazioni cittadine: rifiuta di consegnare loro la ricompensa pattuita in precedenza e minaccia di farli subito impiccare in caso di continuazione nelle loro pretese. A Bologna, nel frattempo, prevalgono i Bentivoglio. Il senato cittadino condanna al bando i due capitani di Solarolo, fa spianare le loro case per fare costruire al loro posto una piazza per la vendita degli asini.

1400
Mag.FaenzaBolognaRomagna

Il Manfredi viene assalito da tutti i suoi nemici, primi i bolognesi ed i forlivesi con Pino Ordelaffi. Si offre di consegnare Solarolo ai bolognesi; la sua proposta non viene accettata.

Giu.FaenzaCunio BolognaRomagna

E’ attaccato con furore nel faentino da Alberico da Barbiano desideroso di vendicare la morte del fratello: i fiorentini, seppure a malincuore, inviano in soccorso del Manfredi 100 lance. Il condottiero ha frequenti scaramucce con gli avversari che dispongono di 2000 cavalli contro i 1000 che militano ai suoi ordini.

Lug.Romagna e Veneto

Angustiato dalle conseguenze della guerra chiede sempre più denaro al marchese di Ferrara per la custodia di Azzo d’Este; minaccia di rilasciare quest’ultimo nel caso in cui non sia soddisfatto nelle sue esigenze. Su invito della Serenissima gli vengono concessi 5000 ducati l’anno; nonostante ciò, aumenta le sue richieste e rinnova le intimidazioni. Niccolò d’Este fa allora catturare il figlio Carlo, che naviga travestito sul Po, e lo fa condurre nel castello di Ferrara. Il Manfredi corre a Venezia per lamentarsi; nel contempo, Pino Ordelaffi, al soldo dei bolognesi, devasta il faentino e blocca il capoluogo facendo erigere due bastie, una sulla via Flaminia a Castelfranco, poco lontano da Castel Bolognese, ed una all’imbocco della Val di Lamone. La carestia incombe su Faenza: il Manfredi cede la signoria della città al figlio Giovanni Galeazzo e si trasferisce a Brisighella con la speranza che i bolognesi ed Alberico da Barbiano desistano dalla loro azione.

Ago.Romagna

Il figlio è liberato a Venezia; il Manfredi consegna Azzo d’Este che viene confinato a Candia dai veneziani. Al  Manfredi sono riconosciuti 2000 fiorini: in cambio deve affittare al marchese i suoi beni di Migliaro ed alcune case che possiede a Ferrara.

Sett.Romagna

Pressato sempre più dagli avversari, chiede attraverso Carlo Malatesta aiuto a Gian Galeazzo  Visconti: allo scopo invia a Pavia il proprio primogenito.

1401

Si rappacifica con Giovanni Bentivoglio signore di Bologna: deve riconoscergli 4000 ducati (da lui avuti in prestito nel marzo di due anni prima) con rate da 1000 ducati l’anno scadenti il giorno di San Pietro; l’inizio della restituzione è previsto con il 1402. Deve anche consegnare Solarolo ed abbattere la bastia di San Procolo.

1403
Sett.EmiliaA Bologna: la città è appena pervenuta in potere dei pontifici.
1404
………..FaenzaCunioRomagnaE’ nuovamente attaccato in Faenza da Alberico da Barbiano.
Ott.Romagna

La sua situazione si fa tanto precaria che pur di non cadere nelle mani degli avversari affitta Faenza per dieci anni allo stato della Chiesa per 25000 ducati; nella transazione sono anche comprese le rocche della Val di Lamone  date in locazione ai pontifici per cinque anni. Gli è promessa una provvigione mensile di 200 fiorini e l’assoluzione da ogni pena ecclesiastica per sé e per i suoi seguaci.

………….Romagna e Marche

I patti non sono rispettati dal cardinale legato Baldassarre Cossa; il Manfredi si ritira  a Forlì dove vive sotto la protezione di Carlo Malatesta. Si trasferisce, quindi, ad Ancona, ospite del capitano della città Egano Lambertini ed a Urbino presso Guidantonio da Montefeltro.

1405
Giu.ChiesaCunioEmilia

Ha il permesso di ritornare a Brisighella ed in Val di Lamone. Passa agli stipendi dello stesso cardinale Cossa;  contrasta le milizie di Alberico da Barbiano a Castel Bolognese.

Sett.ChiesaForlìRomagna

Con l’uccisione a Forlì di Cecco Ordelaffi è inviato nella città a prenderne possesso per i pontifici. Rivela agli abitanti le reali intenzioni del cardinale Cossa e li invita alla resistenza.

Ott.Romagna

Il tradimento è scoperto attraverso l’intercettazione di alcune sue lettere e la delazione di un fuoriuscito forlivese di nome Giovanni Pietro da Lardiano. Convocato dal cardinale Cossa, che finge di essere ammalato, il Manfredi è imprigionato; accusato, confessa la sua colpa ed è condannato a morte dal giudice dei Malefici Antonio Pagani.

Nov.Romagna

A metà mese è fatto decapitare a Faenza nella pubblica piazza dal podestà cittadino, il bolognese Aldovrandino degli Ariosti, e dal giudice del maleficio, per conto dello stato della Chiesa, l’aretino Antonio di Pagani. E’ sepolto nella locale chiesa di San Francesco. Ammoderna il centro di Faenza secondo i canoni della sua epoca con il porticato del Palazzo Pubblico e la Loggia dei Mercanti.   Autore di sonetti e di una preghiera di 44 terzine dedicate alla Madonna. Amico di Franco Sacchetti, podestà di Faenza tra il 1396 ed il 1397. Più tardi, sempre il Sacchetti ricorderà il Manfredi in alcune novelle. Amico di Coluccio Salutati (con il quale ha una nutrita corrispondenza su questioni di letteratura latina) e di altri umanisti come Fazio Caffarelli, Giovanni Baldo de Tambenis e F. Sadoleto; ha pure scambi epistolari con il bolognese Pellegrino Zambeccari. Sposa Leta da Polenta, figlia di Guido, rimasta vedova di Francesco Gonzaga.

 CITAZIONI

-“Huomo molto savio, e nell’armi prode, onde sovente riportò gloriose vittorie di nemici eserciti..Diede grand’accrescimento alle mura della città, e le fece attorniare d’un cupo, e largo fosso. Et fece fare molto bello il palagio de signori.” ALBERTI

-“Huomo molto savio et nell’arme prode, onde sovente riportò gloriose vittorie di nemici esserciti, essendo capitano de signori.” SANSOVINO

-“Di spiriti irrequieti e ardimentosi. Uomo di mala fede.” MESSERI-CALZI

-“Il signore di cui parlo ha nome Astore,/ padre possente in guerra, pro’ e saggio;/ a chi gli fa dannaggio/ incontro a lui il suo poter aopra./ D’Astore ha condizion questo signore,/ ché, come egli è uccel di gran coraggio,/ per vendicar l’oltraggio/ sempre percote e rimane al di sopra;/ costanza e fortezza par che il copra/ e da quel non si muta/ per alto, o per caduta./ Giusto, e circospetto i suo’ governa/ conforme al stil del Re di vita eterna.” SACCHETTI

-“Uomo di gran coraggio.” VOCINO

-“Uomo ardito e di valore.” G. BONOLI

-“Homo de apitito insaçiabile.” G. DI M. PEDRINO

-“Giovine valoroso e di grande ardire.” MUZZI

-“Era di quella militare perizia e valore, che l’Italia sapeva.” RIGHI

-Con Guidantonio Manfredi “Che tutti i due fuorono dui valorosi signori e capitanii.” BROGLIO

-“Il Manfredi fu per Faenza un signore colto e attento: nonostante una vita trascorsa in imprese di guerra, ebbe grande consapevolezza della dignità della sua causa e del suo valore simbolico; intraprese iniziative edilizie e monumentali di respiro, incentrate soprattutto sul complesso residenziale dinastico.” LAZZARINI

-“Il nome di questo capitano di ventura, legato alla “Compagnia della Stella”. costituisce, rispetto ad Alberico da Barbiano, l’altra faccia dell’attività mercenaria in Italia tra la fine del Trecento e i primi anni del Quattrocento: è la figura emblematica del signore defraudato che cerca nella ventura il mezzo per riscattare la sua signoria, si fa intrigante ai vertici di un potere che infine lo schiaccia.” RENDINA

-“Un desiderio di fasto accende Astorre in quest’ora di maggior potenza ed egli appare il primo dei Manfredi a sentire l’influenza dei tempi. Un istinto spesso feroce e sinistro della lotta si associa in lui ad un non trascurabile amore per l’arte, e questo amore lo ispira ad abbellire anzitutto il suo palazzo.” ZAMA

-“Magnitudine animiet bellorum industria prestantissimus.” VERGEZIO

-“Astorgio si mostrò più intraprendente del fratello maggiore. Come tanti nobili esuli e fuoriusciti, egli abbracciava la professione militare in un momento in cui l’arte della guerra era un mestiere lautamente retribuito dai governi.” RENZI

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