ASCANIO DELLA CORNIA/ASCANIO DELLA CORGNA

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Last Updated on 2023/12/06

ASCANIO DELLA CORNIA/ASCANIO DELLA CORGNA Di Perugia.

Marchese di Castiglione del Lago. Signore di Città della Pieve e di Abbadia San Salvatore. Nipote del cardinale Antonio del Monte a Santa Maria (papa Giulio III); suocero di Montino del Monte a Santa Maria.

1516 – 1571 (dicembre)

ascanio della corgna
Ritratto di Ascanio della Corgna (Pomarancio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

……………..Lazio

Trascorre l’adolescenza a Roma presso la famiglia della madre Giacoma del Monte a Santa Maria e dello zio cardinale Giovanni Maria Ciocchi del Monte, alternando le discipline sportive (la scherma) agli studi classici ed all’ architettura con Galeazzo Alessi. Si dà al mestiere delle armi.

1532UmbriaRitorna a Perugia.
1536
……………..FranciaImperoEmiliaE’ segnalato a Mirandola con le truppe raccolte dai francesi allo scopo di fronteggiare gli imperiali.
Ago. ott.FranciaImpero200 fantiLiguriaNella successiva spedizione verso la Liguria ed il Piemonte milita nella compagnia di Cagnino Gonzaga con il grado di alfiere. Prende parte al fallito tentativo di assalire le mura di Genova. Ottiene da Cristoforo Guasco il comando di 200 fanti.
Nov.Piemonte

Su invito di Guglielmo da Biandrate, senza avvertire il capitano generale Guido Rangoni, affianca Cristoforo Guasco ed il Burie alla conquista di Casale Monferrato: all’alba entra nella città per una porta lasciata aperta dal capitano imperiale Domenico Curiale. I francesi  prendono possesso della località; il Guasco ne assedia la rocca, a corto di polvere da sparo e di uomini chiede soccorsi al Rangoni. Interviene  il marchese di Vasto Alfonso d’Avalos, fermo ad Asti: nello scontro successivo, Ascanio della Cornia perde un occhio destro per una ferita al volto, che gli viene inferta da un colpo di lancia di un cavallo leggero che gli trapassa la lingua ed il palato. Fatto prigioniero, è riscattato da Pirro Colonna.

1537
………..EmiliaGuarito in tempi brevi, è segnalato a Bologna. E’ qui fatto arrestare per errore da un capitano di Piero Strozzi, il conte Ugo di Carpegna. Insoddisfatto delle risposte ricevute, sfida il rivale a duello. Questo avviene sul sagrato della chiesa di San Petronio. Lo Strozzi, maestro di campo, cerca di dissuadere i contendenti. Ascanio della Cornia pretende delle scuse ufficiali che Ugo di Carpegna si rifiuta categoricamente di fare. Dopo alcune riprese il Carpegna è ferito da una stoccata al petto e da un colpo al fianco. Il duello si conclude con le scuse ufficiali da parte di quest’ultimo.
Apr. lug.FuoriuscitiFirenze200 fantiToscana

Affianca Piero Strozzi subito dopo l’uccisione di Alessandro dei Medici nel tentativo di restaurare a Firenze la repubblica. A fine luglio prende parte alla battaglia di Montemurlo. Sconfitto, riesce a salvarsi a stento con la fuga.

1538VeneziaImpero OttomanoCroazia

Combatte in Dalmazia i turchi agli ordini di Valerio Orsini. Si imbarca nella galea di Alessandro Contarini e partecipa all’ azione contro Prevesa. E’ presente alla conquista di Castelnuovo, presso Cattaro (Kotor) nel Montenegro.

1540
Apr.PerugiaChiesaUmbria

Affronta i pontifici di Paolo III nella cosiddetta guerra del sale. E’ preposto alla difesa del castello di Torgiano  con Andrea d’Arezzo e 150 fanti. Nei pochi giorni a disposizione riadatta le difese del castello mediante l’edificazione di un improvvisato bastione e lo scavo di un fossato semicircolare a protezione di metà della cinta muraria.

Mag.Umbria

E’ assalito dai pontifici di Alessandro Vitelli. A fine mese, Torgiano deve subire un terzo assalto. Gli avversari sono ora muniti di artiglierie ed incominciano a battere le mura cittadine. In un ulteriore attacco rimangono sul terreno 50 soldati pontifici con 2 capitani. Alla fine rimane a dirigere le operazioni il solo Alessandro Vitelli con alcune compagnie di fanti spagnoli.  A fine mese, a causa della mancanza di vettovaglie e di munizioni, Ascanio della Cornia è costretto alla resa a patti, salve le robe e le persone, per la mancanza di vettovaglie di polvere da sparo. I suoi soldati escono da Torgiano; appena varcato il Tevere sono svaligiati (depredati di armi ea averi personali), mentre Ascanio della Cornia  è trattenuto prigioniero.

1541ChiesaColonna300 fantiLazioContrasta Ascanio Colonna prima a Rocca di Papa e poi nei pressi di Paliano.
1542ChiesaEmiliaE’ inviato dai pontifici a Parma, Rimini e Piacenza come capitano delle locali guarnigioni. Si avvale delle sue doti di architetto militare per restaurare e migliorare le fortificazioni di tali località.
1543
Lug.FranciaImperoPiemonte

Al servizio di Francesco I fronteggia gli imperiali in Piemonte. Alla difesa di Andezeno.  La località  viene attaccata da Pirro Colonna, da Ludovico Vistarini e da Cesare da Napoli. Nel corso dei combattimenti rimane gravemente ferito all’ occhio destro. E’ fatto prigioniero dagli avversari.

1545ToscanaViene fatto incarcerare a Firenze dal duca Cosimo dei Medici per la sua militanza con i francesi.
1546
Mag.ImperoFrancia500 fantiPiemonte e Toscana

Liberato, passa agli stipendi degli imperiali. Gli è dato il comando di 500 fanti per contrastare i francesi in Piemonte. A Casale Monferrato Giannino Taddei, che milita ai suoi ordini, si lamenta pubblicamente nei  confronti di Ascanio della Cornia propalando la notizia che egli ha avuto il comando di una compagnia non tanto per desiderio del suo comandante quanto per l’interessamento di Marzio Colonna. Nel contempo Giannino Taddei esprime la volontà di abbandonare il suo colonnello probabilmente per il ritardo delle paghe che gli sono dovute. Raggiunto a Firenze il Taddei, il della Cornia sfida immediatamente il rivale a duello. Questo si svolge a Pitigliano, terra del conte di Pitigliano Giovan Francesco Orsini, alla presenza di 3000 persone (di cui 600 fatte venire da Perugia a  spese dello stesso della Cornia): suoi padrini sono il duca Ottavio Farnese, Paolo Vitelli, Orsino Orsini e Girolamo da Pisa; padrini del Taddei sono invece il conte di Santa Fiora ed altri signori romani. Il della Cornia è vestito di rosso ed il Taddei di bianco. Il condottiero ferisce mortalmente  il rivale con  tre stoccate al braccio destro ed una al petto; ferito a sua volta, è ricoverato nella stessa località per essere curato. Il conte di Pitigliano, per festeggiare l’evento, ordina una salva di colpi di artiglieria. La vicenda sarà più tardi rappresentata dal Pomarancio negli affreschi di palazzo della Cornia a Castiglione del Lago.

1546ImperoProtestanti300 archibugieriGermaniaPrende parte alla guerra contro la lega smalcaldica agli ordini di Alessandro Vitelli e del duca di Parma Ottavio Farnese.
1547ChiesaMarcheOttavio ed Alessandro Farnese convincono il papa Paolo III  ( appartenente alla medesima famiglia) di affidargli per due anni il governatorato di Ancona.
1549
 Dic.ChiesaFermoMarcheSconfitto nel fermano da Federico Nobili, ritorna a Roma. Fermo, nel gennaio successivo, torna presto sotto il governo pontificio grazie all’intervento di Antonio da Tolentino.
1550
Giu.ChiesaLazio e Piemonte

Con l’ascesa al soglio pontificio dello zio, il papa Giulio III, (in cambio della remissione di un debito di 12000 ducati vantato dalla madre Giacoma, sorella del pontefice) è investito del territorio del Chiugi staccato dal controllo di Perugia. E’ eletto capitano generale della guardia pontificia, mentre il fratello Fulvio, cavaliere di Malta, è nominato cardinale con il titolo di Santa Maria in Via e vescovo di Perugia; gli è data in signoria Città della Pieve (di cui viene  nominato governatore perpetuo) e gli sono concesse buona parte delle entrate pubbliche di Perugia. E’ inviato in ostaggio a Torino: il pretesto per giustificare tale misura è quello di imparare a cavalcare alla scuola del Termes.

Nov.Ha l’incarico di accogliere la regina di Boemia in visita in Italia.
1551
PrimaveraFrancia

Viene mandato dal papa a Saint-Germain- en- Laye per incontrarvi il re di Francia Enrico II. A corte è accusato di avere ucciso, o di avere fatto uccidere, un corriere reale per derubarlo dei suoi messaggi: la missione non ha pertanto successo.

……………..ChiesaFarneseLazioIl papa Giulio III è deluso nelle sue aspettative di convincere Ottavio Farnese a rinunciare al ducato di Parma per quello di Camerino. Ascanio della Cornia ha l’incarico di togliere ai Farnese il ducato di Castro: si impadronisce di Montalto di Castro ai danni di Orazio Farnese.
Giu.ChiesaFranciaEmilia

Assedia i francesi in Mirandola;  è sconfitto in una sortita effettuata dai difensori. Nella scaramuccia gli è uccisa la cavalcatura da un colpo di archibugio;  si salva con la fuga a piedi.

Lug.Emilia UmbriaAlla notizia della ribellione di Siena il governatore della città Diego di Mendoza, che si trova a Roma, lo contatta per affidargli il comando di 3000 fanti. Tenta senza esito sul Nera di sbarrare il passo ad Aurelio Fregoso che si sta dirigendo verso la Toscana.
Ago.ImperoSienaToscanaDi propria iniziativa sconfina nel senese per  occupare Chiusi. Si ritira dalla località dopo pochi giorni a seguito degli accordi intercorsi fra fiorentini e senesi.
Nov.LazioA Roma. Fa pressioni sullo zio pontefice affinché lo stato della Chiesa intervenga nelle cose di Siena.
Dic.Emilia

Con Alessandro Vitelli e Giambattista del Monte sorprende 200 soldati usciti da Mirandola: costoro sono soccorsi dal Turchetto che, con la sua carica, costringe i pontifici a ripiegare. Caduto da cavallo, viene salvato da un suo capitano che gli cede la propria cavalcatura. Il della Cornia si reca a Bologna con il Vitelli; desidera ritirarsi dal campo perché i difensori ed i francesi non fanno prigionieri, ma uccidono chiunque si opponga loro.

1552
Gen.ImperoFrancia SienaUmbria e Toscana

Ottiene una provvigione annua di 2000 ducati. Il viceré di Napoli, don Pietro di Toledo, lo invia in Toscana, in aiuto di Cosimo dei Medici per combattere i senesi. Si porta ad Orbetello; ricevuto del denaro da Diego di Mendoza, raduna nel perugino 2500 fanti italiani con i quali irrompe nel territorio di Cortona tra Floriano e Città della Pieve. Occupa Chiusi. Scorre fino al fiume Paglia. Blocca il passo al ponte Buratone al Fregoso (1000 fanti e 100 cavalli), sicché il Termes è costretto ad inviargli contro il duca di Somma. I senesi si ritirano dalla Val di Chiana: il della Cornia mette a sacco tutto il territorio appropriandosi perfino delle campane che sono inviate, con il bottino, a Castel della Pieve.

Feb.Toscana

Assale Montefollonico, alla cui difesa si trovano il conte Sertorio da Thiene e il commissario Niccolò Milandroni; persuade il capitano nemico ad abbandonare la località in cambio della libertà per lui e per i suoi uomini. Costui apre la porta della località; gli imperiali non mantengono la parola data, lo fanno prigioniero mentre la sua compagnia viene svaligiata.

Mar.Toscana

All’ assedio di Monticchiello alla cui difesa si trova Adriano Baglioni. In un contrattacco il della Cornia insegue i nemici, usciti per una sortita, fin quasi sotto le mura; nell’azione è    ferito alla bocca da una pietra lanciatagli dall’altro. Negli stessi giorni cattura in un’azione nei pressi di Tegoleto alcuni cavalli di Giovanni Gagliardo, che lascia liberi, senza armi e bagagli, dopo avere regalato loro 10 fiorini a testa.

1553
Apr.Toscana e Lazio

Assedia in Montalcino Giordano Orsini. A metà mese, a seguito di un’azione portata da Faustino da Perugia con 300 archibugieri e 100 picchieri senesi verso un gruppo di assedianti che stanno scavando una galleria per piazzare una mina, il della Cornia viene  ancora ferito alla coscia destra da un colpo di archibugio.  Dato per morto,  è trasportato in una casa; da qui è trasferito in lettiga  a Montepulciano. Di seguito si reca  a Roma per esservi curato. Il papa, in segno di rappresaglia per la ferita del nipote, impedisce che dal perugino siano condotte vettovaglie nel senese.

Giu.Toscana

Ristabilitosi, ritorna al campo di Montalcino. E’ costretto a desistere dalle operazioni: durante la ritirata, permette la fuga al conte di Caiazzo, Giulio Cesare dei Rossi, suo prigioniero.

Mag.ToscanaOttiene in signoria Abbadia San Salvatore.
1554
Feb.FirenzeFranciaToscana

E’ assoldato dal duca di Firenze Cosimo dei Medici che gli affida il comando di 6000 fanti. Giunge a Foiano della Chiana e si colloca nei pressi di Montepulciano.

Mar.Toscana

E’ inviato dal nuovo capitano generale Gian Giacomo dei Medici, con Rodolfo Baglioni, in Val di Chiana per assalire Lucignano d’Arbia e Sinalunga. Costringe i senesi  ad allontanarsi da Sinalunga, da Torrita di Siena e da Montefollonico.  Assedia Chianciano; ne devasta il contado e per poco non cattura il capitano Saporoso Matteucci uscito dalle mura per contrastarlo. Nella Palude Chianina supera Ponte a Valiano (Valiano) con 300 cavalli e 2000 fanti (rafforza la località con un bastione) e rifornisce Montepulciano di vettovaglie e di sale. Dà alle fiamme a 40 capanne al Poggio delle Bettolle, sempre in Val di Chiana; il giovedì santo, si muove di notte con Rodolfo Baglioni (3000 fanti e 400 cavalli) per sorprendere Chiusi dove, tramite Bati Rospigliosi, tiene un trattato con  Santuccio da Cutigliano, che conosce bene in quanto in precedenza lo ha fatto liberare a Roma da un’ accusa di omicidio. Gli promette la remissione da ogni bando nel ducato di Firenze ed un premio di 3000 scudi se gli fa trovare aperta una porta della città. Santuccio da Cutigliano informa lo Strozzi del trattato: costui pone in agguato nei dintorni Cornelio Bentivoglio ed Aurelio Fregoso. Il della Cornia giunge all’alba davanti a Chiusi con una marcia notturna di 12 miglia, supera un ponte e si ferma in un prato per coordinare i movimenti delle sue truppe: all’avanguardia sono collocati 300 soldati ed i gentiluomini del suo stato maggiore, al centro Rodolfo Baglioni con 300 archibugieri, alla retroguardia Ercole della Penna con la cavalleria ed il resto della fanteria. Vede la porta aperta secondo gli accordi, chiede di parlare con Santuccio da Cutigliano,   invia in avanscoperta due emissari. Non riceve risposta; manda avanti 20 soldati i quali si accorgono dell’agguato  Decide di ritirarsi; la sua fanteria è colta nella fase di ripiegamento in altre 3 imboscate predisposte tra Chiusi, Chianciano e Monte di Venere. Alle prime avvisaglie della sconfitta scende dalla sua cavalcatura e lotta a piedi impugnando una picca: attaccato da Galeazzo da Pavia, si arrende nelle mani del conte Teofilo Calcagnini. Catturato con 1500 uomini, viene condotto  nella rocca di Sarteano; gli sono sottratte 12 insegne di fanteria e 2 stendardi di cavalleria. Da Sarteano è condotto a Siena da Aurelio Fregoso e da Paolo Orsini per essere imprigionato con il cognato Ercole della Penna nel Palazzo della Dogana; altri prigionieri meno importanti sono rinchiusi nel piano terra del palazzo degli Spannocchi. Uno, invece, viene impiccato alle finestre del Palazzo Pubblico, il capitano Bagaglia da Uliveto, perché in precedenza ha disertato dalle file senesi per quelle fiorentine. Il della Cornia è trattato con tutti gli onori dallo Strozzi, che gli concede un certo grado di libertà.

Apr.ToscanaE’ trasferito nello stesso palazzo in cui alloggia Piero Strozzi, in una stanza con finestre alte e una vista ampia.
Mag.Toscana e Francia

Corrompe il caporale Lupo da Napoli e cerca di fuggire calandosi dalle mura del palazzo. Scoperto, è trattenuto in condizioni di sicurezza superiori alla precedenti mentre il suo complice è impiccato alle finestre del Palazzo Pubblico. Leone Strozzi, in partenza per Porto Ercole, insieme al duca di Somma ed a 1100 soldati lo conduce con il cognato in una nuova prigione. Tenta di fuggire ancora; Leone Strozzi lo imbarca su una galea e lo conduce a Marsiglia.

……………..Francia Lazio

Viene presentato al re Enrico II; il sovrano lo fa liberare senza il pagamento di alcuna taglia in onore del papa Giulio III suo zio. Ritorna a Roma. Il pontefice gli concede il titolo di Custode della Santa Chiesa, che equivale a governatore della città.

1555ChiesaLazioA fine marzo muore Giulio III. Salgono al soglio pontificio prima Marcello II (che lo riconferma nelle sue cariche militari e civili) e, dopo, un mese, il cardinale Pietro Carafa   (Paolo IV). Cade presto in disgrazia del nuovo papa anche perché il fratello Fulvio nel conclave ha osteggiato il cardinale Carafa  nella sua aspirazioni al soglio pontificio. Nel giro di poco tempo, il feudo di Castiglione del Lago torna alla Camera Apostolica. Il condottiero è costretto a rimanere a Roma e a dare una garanzia di 1500 ducati. A Capo della Segreteria Apostolica è messo un nipote del papa, Carlo Carafa, già messo in carcere sotto Giulio III. Ascanio della Cornia in questi frangenti si mantiene lontano dagli intrighi.
1556
Gen.ChiesaBagnoRomagna

Al comando di 3000 fanti coadiuva il duca di Paliano Antonio Carafa nel togliere Montebello Azzurrina ed altri 3 castelli a Giovanni Francesco da Bagno, dichiarato decaduto dai suoi possedimenti dal pontefice.

EstateChiesaSpagnaCapitano g.le fanteriaLazioE’ inviato a Nettuno ed a Velletri con il compito di supervisionarne e migliorarne le fortificazioni in previsione di un prossimo conflitto con gli imperiali. Richiamato a Roma, perché in una perquisizione nella casa dell’ambasciatore del duca d’Alba, Garcia Lasco de la Vega,  è stato trovato un suo messaggio,  si finge ammalato, prende tempo.
Ago.SpagnaChiesaMaestro di campo  fanteria italianaLazio

E’ sospettato di voler tradire la causa pontificia ( o piuttosto perché Paolo IV ha bisogno di denaro ed egli ne possiede molto sui banchi). E’ così dato l’incarico a Papirio Capizucchi di mettersi al comando di 400 fanti, di arrestarlo e di condurlo a Roma. Il fratello  cardinale lo informa di quanto lo aspetta: il della Cornia riesce ad abbandonare Velletri (a seguito di un piccolo scontro con i pontifici a Porta Romana) e ripara a Nettuno che ha avuto modo di occupare di recente ai danni dei colonnesi. Persuade il castellano, il conte di Montorio,  di essere inseguito da alcuni suoi cavalli leggeri che si sono ammutinati e che sono passati al servizio degli imperiali. Papirio Capizucchi è bloccato dalla guarnigione di  Nettuno. Il condottiero prende un battello, fugge a Terracina, terra di Marcantonio Colonna, e si rifugia a Napoli presso il duca d’Alba, don Fernando Alvarez de Toledo. Il papa lo condanna in contumacia  per fellonia;   scomunicato, i suoi beni nel Chiugi sono confiscati ed il fratello cardinale, deposto dal vescovado di Spoleto, è arrestato; la madre Giacoma è anch’essa espropriata dei suoi beni; la moglie Giovanna Baglioni e la sorella Laura, sposata con Ercole della Penna, sono rinchiuse con altri famigliari chi a Castel Sant’Angelo, chi a Castiglione del Lago. Il della Cornia passa al servizio degli imperiali;  è nominato maestro di campo generale della fanteria italiana. Si difende con un manifesto dall’accusa di tradimento.

Ott.Lazio

Agli ordini di Vespasiano Gonzaga obbliga alla resa Vicovaro, difesa da Francesco Orsini. Ottiene Ardea e Porcigliano (Castelporziano): la prima località è adibita a deposito delle farine condotte da Gaeta e da Marino; nella seconda sono concentrati tutti i forni. Sempre a Porcigliano respinge una sortita di 2000 uomini, tendente al recupero della località,  portata avanti dal duca di Somma e da Aurelio Fregoso. Infligge loro alcune perdite. Si dirige su Tivoli con 1200 cavalli e 1200 fanti e vi sorprende nei pressi Blaise de Monluc.

Nov.Lazio

Tenta un attacco ai danni di Roma. Ricevuto l’ordine di ritirarsi dal re di Spagna Filippo II, assedia la rocca di Ostia. Incomincia a battere la fortezza con l’artiglieria. In 14 giorni Orazio dello Sbirro è obbligato  alla resa a discrezione. Muove verso Nettuno;  a fine mese è segnalato a Fiumicino dove viene trattata una prima  tregua di 10 giorni, seguita da una successiva di 40 giorni stipulata tra il cardinale Carlo Carafa ed il duca d’Alba.

1557
Feb.Abruzzi

In previsione della prossima spedizione del duca di Guisa negli Abruzzi ha l’incarico di rafforzare le difese di Atri e di Civitella del Tronto. Si sposta a Chieti, ove ordina l’abbattimento delle cadenti mura cittadine per costruire al loro posto, con i relativi materiali ed il legname tratto da piantagioni e vigneti finitimi, alcuni forti bastioni.

Apr.AbruzziSi trova tra L’Aquila e Cantalice, mentre ha luogo da parte del duca di Guisa il violento assedio di Civitella del Tronto.
……………..LazioLa veloce riconquista di molte città per mano delle forze pontificie comandate da Piero Strozzi, porta il della Cornia a Velletri alla testa di alcune compagnie di fanti e cavalli. Anche qui fa abbattere le cadenti mura cittadine per costruire al loro posto forti bastioni.
Ago. sett.Lazio

Da Velletri si deve spostare all’assedio di Segni con Sforza Sforza allo scopo di  sostenervi l’azione di Marcantonio Colonna.  Con la caduta della località ha il compito di puntare su Roma e di scalarne le mura a Porta Maggiore. E’ fronteggiato dallo  Strozzi;  l’impresa viene rimandata. A metà settembre si arriva alla firma del trattato di pace, stipulato a Cave, nelle stanze di Palazzo Leoncelli.

1558Belgio e LombardiaIl re di Spagna Filippo II lo invia nelle Fiandre e nel nord Italia con l’incarico di ristrutturare le rocche ed i posti di frontiera. E’ nominato “Capo delle fortificazioni di tutti i regni di Filippo II” con una pensione annua di 7000 scudi; riesce pure a strappare un secondo stipendio, di 1000 scudi l’anno, per la madre. Nelle Fiandre ispeziona i forti di frontiera di Bethune, Arras, Gravelines e Bourbourg insieme all’ingegnere generale del sovrano spagnoli l’italiano Francesco Paciotto.
1559Spagna
Ago.Umbria e Lazio

Alla morte di Paolo IV, avvenuta a metà mese, raccoglie alcuni uomini a Monte San Savino, controllata dal cugino Bartolomeo del Monte, e recupera in breve tempo Castiglione del Lago, Città della Pieve ed il Chiugi, ovunque accolto con tutti gli onori. A fine mese si porta a Roma per perorare la sua causa in attesa dell’ elezione del nuovo pontefice (il cardinale Angelo dei Medici, Pio IV, fratello di Gian Giacomo). Il suo processo è sottoposto a revisione ed il della Cornia viene assolto da tutte le accuse, gli è revocata la scomunica ed è reintegrato in tutti i suoi possedimenti e titoli. E’, fra l’altro, nominato governatore perpetuo del Chiugi dietro l’esborso di 15000 scudi alla Camera Apostolica.

1560UmbriaA Perugia è eletto “primus mercator”, vale a dire capo supremo della magistratura.
1561SpagnaLombardia
1563
…………….RomagnaA Ravenna.
Nov.UmbriaGli è concesso dal papa Pio IV il titolo di marchese di Castiglione e del Chiugi.
1564UmbriaIl suo comportamento altero e sprezzante provoca continue proteste e lamentele da parte degli abitanti del Chiugi. E’ aperta in merito un’inchiesta a lui sfavorevole.
1565
Gen. giu.Lazio e Sicilia

A Roma. Cavalca un giorno davanti a Castel Sant’Angelo;  viene rinchiuso incarcerato in tale fortezza su ordine del papa Pio IV.  Nel successivo processo gli sono contestate tutta una serie di malefatte, anche quelle giovanili, come omicidi tentati e consumati, bastonature di rivali, sequestri di persona, tentativi di violenza carnale e soprusi vari. Viene liberato dopo sei mesi solo per l’intercessione dell’ imperatore Ferdinando d’Austria, di quella dei re di Spagna e di Francia e del gran maestro dell’ordine di Malta Jean Parisot de la Vallette dietro il pagamento di una cauzione di 20000 /25000 scudi e la cessione di Città della Pieve. Si reca a Messina presso il viceré di Napoli don Garcia di Toledo per combattere i turchi alla difesa di Malta. Raccoglie 400 uomini, quasi tutti perugini;  gli è concesso il titolo di mastro di campo. Lo affiancano i nipoti Diomede e Cesare della Penna.

Lug.SpagnaImpero OttomanoMaestro di campoMaltaSi imbarca a Messina sulla flotta spagnola (18 galee); con Alvaro de Sande   sbarca nell’isola di Gozo alla testa di 10000 fanti italiani e spagnoli; da qui raggiunge l’isola di Malta. Approda nel porto di Marsa Muscietto con un colonnello di fanti tedeschi comandati da Paris di Lodrone. Con il cavaliere dell’ordine di Malta Vincenzo Anastagi si avvia in avanscoperta verso l’altura di Medina per rifornire di vettovaglie gli stremati difensori.  I suoi uomini vengono alloggiati in un borgo verso la cala di San Paolo e di Benurato in cui le case sono quasi tutte diroccate. Entra a contesa con Alvaro de Sande perché entrambi vogliono avere il comando delle operazioni. I due capitani si rivolgono al gran maestro dell’ordine gerosolimitano affinché dirimi la questione. Il della Cornia è del parere che i soccorritori si fermino negli alloggiamenti in attesa degli avversari; di parere contrario sono il de Sande e Chiappino Vitelli. Dopo qualche giorno Mustafa Pascià fa sbarcare dalle galee ottomane, con il favore delle tenebre, 10000 uomini con l’intenzione di sorprendere gli avversari. In modo analogo salpa dal porto la flotta condotta da Piali Pascià: si dirige a nord per stare al largo della baia di San Paolo. Il della Cornia si colloca con le sue truppe alla difesa di Medina.
Sett.SpagnaImpero OttomanoMalta

Messi in ordine i suoi fanti assale i turchi che avanzano lungo il pendio; mette in    fuga gli avversari con Alvaro de Sande; è ferito da un sasso durante il combattimento. La spinta dei cristiani si rivela irrefrenabile. Mustafa Pascià tenta inutilmente di impedire ai suoi di fuggire; il capitano ottomano uccide la propria cavalcatura per dimostrare che la ritirata è impossibile. I fuggiaschi sono spinti sul bagnasciuga e sulle lingue sabbiose, poi nell’acqua. I maltesi e le truppe spagnole si gettano anch’essi nell’ acqua poco profonda per ammazzare i nemici. Sono respinti, infine, dal fuoco dell’ artiglieria delle galee di Piali Pascià che permette il salvataggio dei superstiti. Il della Cornia assedia, infine, la fortezza di San Michele. Per i suoi meriti il re di Spagna Filippo II gli riconosce  un premio di 50000 scudi. Con il ritiro dei turchi rientra in Italia dopo che il gran maestro dell’ordine gerosolomitano gli ha messo a sua disposizione 3 galee e la sua ammiraglia, la “Parona”.

1566
Primavera estateUmbria e LazioRitorna a muoversi tra Castiglione del Lago e Roma. Non mancano ad angustiare la sua vita i problemi che sembrano seguirlo ed il carcere di Castel Sant’Angelo. A giugno viene infatti arrestato, insieme al figlio adottivo Diomede, come mandante dell’omicidio del capitano Flaminio Graziani. Si dichiara innocente; viene scagionato soprattutto dall’intervento del fratello, il cardinale Fulvio, e di un amico, l’anziano doge di Venezia Girolamo Priuli.
1567E’ contattato dal doge di Venezia per passare agli stipendi della Serenissima.
1569Continuano le trattative con i veneziani per combattere i turchi in Levante anche dopo la morte del Priuli. Non si arriva ad alcun tipo di accordo.
1571
Primavera
/estate
SpagnaImpero OttomanoMaestro di campoCampania

A Napoli in attesa di imbarcarsi nella flotta spagnola; viene eletto maestro di campo dal capitano generale della lega don Giovanni d’Austria. A luglio salpa da Napoli per Messina a bordo della capitana pontificia di Marcantonio Colonna. Sulla galea prendono posto anche il corsaro maltese Mathurin Romegas, che ne ha il comando, ed il capitano generale dell’artiglieria Gabrio Serbelloni. A Messina prende parte al consiglio di guerra: non trova che il momento sia adatto per una campagna contro i turchi. Si oppone sempre a correre rischi in mare sostenendo che è difficile costituire una flotta cristiana capace di misurarsi con quella ottomana; che qualsiasi conquista nel Mediterraneo è inutile.  A suo parere gli avversari devono essere attaccati via terra.

Sett.Campania e SiciliaSi imbarca sulla galea di Bendinello Sauli con 70 venturieri, suoi fedeli, e 70 spagnoli. A Messina.
Ott.Grecia

A metà mese, con Gabrio Serbelloni, ha il compito da don Giovanni d’Austria, di ispezionare le opere difensive  di Lepanto. E’ presa la decisione di abbandonare il progetto di operazioni militari terrestri. Il della Cornia prende parte alla omonima battaglia.  Coerente con il suo pensiero, prima dello scontro appoggia le tesi di Giovanni Andrea Doria volte a rimandare il combattimento. Nel corso della battaglia corre il pericolo di essere fatto prigioniero allorché la sua galea è circondata da 4 navi nemiche. Con la vittoria si porta all’isola di Santa Maura (l’odierna Leucade);  sconsiglia il proseguimento delle operazioni. Don Giovanni d’Austria  regala al della Cornia ed a altri condottieri alcuni schiavi suscitando le ire degli uomini di mare.

Nov.Lazio

Durante il viaggio di ritorno a Roma (fine mese) è colto dalla febbre a Terracina; si fa condurre a Roma. Nella città non riceve dal papa Pio V le accoglienze aspettate.

Dic.Lazio

Muore a Roma nel palazzo del fratello Fulvio, posto tra piazza Colonna e la fontana di Trevi. Per i suoi funerali sono spesi più di 3000/4000 scudi. Il suo cadavere viene imbalsamato; la cassa è fatta ricoprire dal fratello con una coperta intessuta con fili d’oro. Il papa stabilisce che le spese delle esequie siano sostenute dalla Camera Apostolica. Viene sepolto a Perugia nella chiesa di San Francesco al Prato, nella cappella di famiglia. Alla cerimonia  sono presenti numerosi uomini d’arme perugini. Le esequie sono celebrate dal vescovo di Cagli e dal fratello cardinale. L’orazione funebre è di Orazio Cardarati. Fa edificare, sempre con il fratello cardinale, a Città della Pieve un palazzo i cui interni sono decorati da Salvo Savico e dal Pomarancio, autori, peraltro, anche degli affreschi presenti in un altro suo palazzo, quello di Castiglione del Lago, originariamente un casino di caccia portatogli in dote dalla moglie.  Il poeta Cesare Caporali lo ricorda in una canzone composta per la sua morte. Anche Guido Postumio Ferri è presente con lo stesso tema con la sua “Canzone in morte dello illustriss.mo sig. marchese Ascanio della Corgna”. Matteo Spinello gli dedica l'”Elegia de singulari certamine Ascanii Cornei, et Ioanninni Thadei florentini”. Mambrino Roseo, infine, gli dedica la traduzione italiana dei tre libri della disciplina militare del Fourquevaux. Sua biografia da parte di Cesare Fortunio. Sposa Giovanna Baglioni, del ramo dei Baglioni della Teverina.

 CITAZIONI

-“Fu uno dei più rinomati capitani del secolo XVI.” ARGEGNI

-“Fu non solo un eccellente fortificatore, ma anche primo inventore di nuove fortificazioni nel primo secolo dell’ artiglieria.” BONAZZI

-“Famoso capitano.” NONES

-“Dimostra di essere buon soldato, e discorre molto bene delle cose della guerra; è persona anco che sa parlare, e mostra ottimo ingegno e destro intelletto; è senza un occhio, che lo perse nelle guerre di Germania d’un’archibusata, e poi ha combattuto in steccato ed ammazzato il suo nemico; ma non è di molta presenza, perché è piccolo e negretto.” ALBERI

-“Specializzato in architettura e in ingegneria militare, allievo dell’Alessi, maestro d’arme e di torneo, Ascanio della Corgna riassumeva in lui la veemenza del capitano di ventura non distolte, ma ingentilite, da quella vena umanistica tipica del Rinascimento, presentandoci una figura di guerriero impavido ma scaltro, violento e diplomatico, altero ma anche colto parlatore, aggressivo ma anche sostenitore delle lettere e mecenate.” WWW.Ascaniodellacorgna.it

-“Ascanio riassumeva in sé tutte le caratteristiche dell’uomo del Rinascimento, la veemenza del capitano di ventura e l’intelligenza dell’uomo di cultura. Egli, infatti, fu da un lato condottiero impavido e scaltro, violento e diplomatico, e dall’altro colto oratore e grande sostenitore delle lettere e mecenate. Allo stesso tempo la sua figura aveva anche un lato molto oscuro, come testimoniano le reclusioni a più riprese per delitti, stupri e altri reati. Durante una delle tante battaglie a cui prese parte, perse l’occhio destro, cicatrice di cui non ebbe mai vergogna ma che anzi ostentava con vanto, come si vede nel ritratto a Casteglione del Lago.” WWW.Terredel perugino.it

-Con Chiappino Vitelli “Capitani famosissimi, e di grande esperienza nell’arme.” P. GIUSTINIAN

-“Nobilissimo Capitano.” SANSOVINO

-“Soldato di somma vigilanza..Huomo segnato in arme e prudente nel discorrere.” ROSEO

-“Virum militari virtute, gloriamque clarissimum.” G. ROSSI

-“Generale ed ingegnere militare di buona fama del secolo XVI.” BOSI

-“Prode e valoroso.” ADRIANI

-“Questo signore per la grande intelligenza e valor suo nella disciplina militare era tenuto in assai estimatione.” CIRNI

-“Cavaliero di valore e soldato.” MONTALVO

-“Allobrogum post bella ducum, post Saxonis arma,/ Perruptasq. acies ter Solimane tuas,/ Occidit Ascanius Perusinoe gloria gentis./ Quem Mars non potuit sternere, morte cadit.” Da un epigramma riportato dal SARACENI

-“Ascanio della Corgna fu un eroe della violenza.” MELOGRANI

-“Ci fu chi dubitò delle sue qualità di strategia (a torto); ma nessuno mai dubitò del suo coraggio. Forse godeva a ferire e ad ammazzare, forse gli faceva piacere l’odore del sangue, quasi per un istinto animale; certo; per lui il combattimento era un bisogno fisico. Fatto sta  è che ancor giovane era pieno di ferite, tagli, bozzi e lividi, come di medaglie; per tutto il corpo, perché tante ne aveva date ma tante anche ne aveva ricevute.” CATTANI

-“Meno di due mesi dopo Lepanto.. si spegne una delle figure iconiche del XVI secolo, capace di guadagnarsi l’odio di intere famiglie di nobili e il rispetto di categorie di persone molto diverse tra loro. Esperti di duello, ingegneri militari, ammiragli e semplici soldati hanno compreso il valore di Ascanio della Corgna, un uomo incapace di chinare la testa e sempre teso verso quegli ideali di grandezza che hanno portato alla gloria o alla rovinatanti uomini di valore della sua epoca.” CAMPAGNANO-FERRARA 

-“Fu più un uomo d’armi che di penna e arte, seppure con alcune eccezioni di cui sono testimonianza il palazzo fatto costruire a Città della Pieve, e in particolare quello di Castiglione del Lago realizzato su progetto dell’architetto perugino Galeazzo Alessi.” SABBA

-“Tra le famiglie patrizie in Perugia..aveva acquistato rinomanza quella della Corgna, sin da tre secoli; e nel sedicesimo, per virtù di Ascanio, suonò famosa tra le illustri d’Italia nelle principali città d’Europa…Il suo corpo, chiuso in una cassa coperta di tela d’oro e posto in una lettiga..fu recato a Perugia: ebbe onori per via, specialmente in Narni e in Todi. Con sontuoso apparato i Perugini accolsero le fredde spoglie di Ascanio, e con ogni maniera di pietosi offici a Dio a alla memoria de’ posteri lo raccomandarono.” FABRETTI

-“Apprezzato condottiero esperto nell’arte delle fortificazioni”. A. MONTI

BIOGRAFIE SPECIFICHE

G.Z. Campagnano-F. S. Ferrara. Ascanio della Corgna. I padroni dell’acciaio

Immagine: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ascanio_della_Corgna_condottiero_italiano.png (autore: Eleonora3)

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