ARRIGO DI MONTFORT

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La battaglia di Cascina di Luigi Schiavonetti (1756-1810)
La battaglia di Cascina di Luigi Schiavonetti (1756-1810)

Last Updated on 2023/10/14

ARRIGO DI MONTFORT  (Heinrich von Montfort Tettnang, Arrigo di Monforte) Della Renania. Conte di Montfort. Cognato di Giovanni e di Rodolfo d’Asburgo.

  • 1395 ca.
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1363FirenzePisa500 barbuteToscana

Viene assunto dai fiorentini con 2000 cavalli per combattere i pisani: il suo nome è segnalato alla repubblica dal signore di Padova Francesco da Carrara. Combattono pure al suo fianco i cognati Giovanni e Rodolfo d’Aburgo, nonché il conte Volshard di Veringen. Le bande tedesche al servizio dei fiorentini sono pure raggiunte da 2 compagnie di cavalli svevi comandati da Hugo von Melichingen ed Ermanno di Wartenstein (quest’ultimo con 100 barbute).

1364
Apr.Capitano g.leToscana

Contrasta nel Mugello la Compagnia Bianca di Alberto Sterz e di Giovanni Acuto nonché 3000 barbute tedesche capitanate da Anichino di Baumgarten. Si collega con Pandolfo Malatesta nelle sue azioni militari allorché quest’ultimo, contro la volontà degli Otto della Guerra, cavalca nel Mugello con 1000 barbute. Arrigo di Montfort si accampa a Scarperia: una sua compagnia di 30/40 cavalli respinge con Enrico Paher 90 inglesi. Lo scontro dura un paio d’ore. In particolare un suo cavaliere Nello stesso mese il condottiero viene nominato capitano generale al posto di Pandolfo Malatesta desideroso di rientrare a Rimini per 10/15 giorni. Fa subito costruire 3 serragli alla difesa di Firenze, il primo sulla strada che porta a Sant’Antonio, il secondo a San Gallo (per entrambi trova l’opposizione in Manno Donati) ed il terzo sopra le case poste sulla via lungo le mura.

Mag.Toscana

Anichino di Baumgarten e gli inglesi occupano i colli di Montughi e di Fiesole ed attaccano la Porta di San Gallo alla cui difesa si trovano anche Manno Donati, Bonifacio Lupo e Giovanni Malatacca. Molti fiorentini escono fuori dai serragli, sono respinti ed uccisi in seguito ad un attacco condotto da Everardo della Campana e da Guglielmo Cogno. Arrigo di Montfort deve intervenire in loro soccorso e combattere corpo a corpo con il della Campana. Dopo lo scontro esce da Firenze con provviste per 15 giorni: con lui sono Giovanni e Rodolfo d’Asburgo (1500 barbute), il Donati, 500 balestrieri e molti cavalli fiorentini. Parte dal monte di San Miniato, attraversa l’Arno, prende la strada della Val d’Elsa, transita vicino a Gello e punta su Pisa. Tocca San Piero a Grado e devasta tutti i contadi attraversati nella marcia. Negli stessi giorni giunge a Pisa una compagnia di 1400 cavalli, che viene subito assoldata per 2000 fiorini dagli avversari. Alla notizia Manno Donati spinge il Montfort a  far tagliare il ponte sullo stagno;  prosegue, quindi su indicazione di Gualterotto dei Lanfranchi alla volta di Livorno. Il Donati, nel frattempo, si incontra con i capi della nuova compagnia e li convince a rientrare a Pisa. Il condottiero tedesco ha così il tempo di occupare Porto Pisano e Livorno, i cui presidi si rifugiano nelle navi con famiglie e beni alla notizia del suo arrivo. Per la fretta annegano una quarantina di persone, tra uomini e donne; simile è il numero dei prigionieri che cadono in potere dei fiorentini. Sono dati alle fiamme alcuni edifici delle due località. Abbandona di notte  il territorio ed a marce forzate raggiunge Volterra prima che gli sia bloccato dagli avversari il passo di Montescudaio. In un giorno sono percorse dalle sue truppe 38 miglia di strade di montagna.

Giu.ToscanaViene sostituito nel comando delle truppe. Rimane in ogni caso ad affrontare i pisani.
Lug.Toscana

A metà luglio riceve a Firenze dal nuovo capitano generale, il signore di Rimini Galeotto Malatesta, l’insegna dei feditori. E’ anche nominato suo luogotenente. Sconfigge Giovanni Acuto a Cascina: nella battaglia si distingue per il contrattacco portato con Rodolfo e Giovanni d’Asburgo: alzati gli steccati, esce con la cavalleria e sfonda la prima linea  nemica. L’irruenza della carica lo porta fin sotto le mura di Pisa: sono sconvolte, in tal modo, tutte le schiere, comprese quelle di scorta ai carriaggi posti nella retroguardia. Nello scontro vi sono più di 1000 morti; i prigionieri sono 2000.

1379
Sett.Comp. venturaGenovaLiguriaSegue Astorre Manfredi nella sua campagna in Liguria contro i genovesi.
1380
Mag.FirenzeSienaToscana
1384
Lug.FirenzeComp. ventura50 lanceToscanaE’ inviato dai fiorentini con Giovanni Beltoft in soccorso dei senesi minacciati da alcune compagnie di ventura.
Ago.FirenzeAngiòToscanaViene richiamato dal senese con la comparsa in Toscana di Enguerrand di Couchy.
1390
…………..GermaniaMilita al servizio del duca Stefano di Baviera.
Ago.FirenzeMilanoVenetoDisgustato delle azioni del duca di Baviera rientra in Italia agli stipendi di fiorentini e bolognesi. Raggiunge a Padova Giovanni Acuto.
1391
PrimaveraVenetoE’ sempre segnalato nel padovano con i suoi cavalli tedeschi.
1395Muore.

 CITAZIONI

-“Sincerae vir fidei.” BRACCIOLINI

-“Valente homo.” BUONINSEGNI

-Alla battaglia di Cascina “Il primo cavalier, ch’uscì dal giro/ Fu ‘l conte Arrigo, che della sua gente/ Era rimaso principe, e campione,/ E misesi tra lor com’un lione.” PUCCI

Fonte immagine in evidenza: wikimedia

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