Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
ANTONIO DA PONTEDERA/ANTONIO DA PISA (Antonio Gambacorta) Di Pisa. Conte.
Signore di Anagni, Ferentino, Alatri, Veroli, Gropparello e Carpaneto Piacentino. Suocero di Niccolò Fortebraccio.
- 1436 (maggio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1424 | |||||
Lug. | Firenze | Milano | Romagna | Prende parte all’ assedio di Forlì; alla notizia che Alberico da Barbiano si sta arrendendo a patti a Zagonara segue Carlo Malatesta ed è coinvolto nella rotta patita nei pressi dai fiorentini ad opera di Angelo della Pergola e Guido Torelli. | |
1425 | |||||
Feb. | Romagna | Affianca Niccolò Piccinino in una scorreria in Val di Lamone; gli è ordinato di entrare nella valle dall’alto con Ludovico Manfredi e Niccolò Orsini e di collegarsi con il resto delle truppe in pianura. A Pieve d’Ottavio cade in un’imboscata tesa dagli abitanti; è nuovamente sconfitto. | |||
Giu. | Malatesta | Firenze | Romagna | Si trova a Castrocaro Terme. Tramite Secco da Montagnana passa agli stipendi del conte di Ghiaggiolo al fine di contrastare i fiorentini. A Firenze viene dipinto come traditore, nel Palazzo della Condotta, impiccato per i piedi. | |
Lug. | Romagna | Soccorre con 500 fanti (di cui molti sono forlivesi) e dieci cavalli Portico di Romagna assediata dai fiorentini. Rientra a Forlì. | |||
Lug. | Romagna | Con Angelo Belmamolo soccorre con 500 fanti (di cui molti sono forlivesi) e 10 cavalli Portico di Romagna assediata dai fiorentini. Rientra a Forlì. | |||
1427 | |||||
Mag. | Milano | Venezia | Lombardia | Giunge a Gottolengo con Niccolò Piccinino, Francesco Sforza, Angelo della Pergola e Guido Torelli: i viscontei sorprendono in un’imboscata le truppe del Carmagnola che sono colte in disordine. L’esito dello scontro è incerto per l’arrivo di Gian Francesco Gonzaga il cui intervento vale a riequilibrare le sorti dello scontro. | |
Lug. | 400 cavalli | Lombardia | Con Petrino da Tortona è preposto alla difesa di Casalmaggiore. Attaccato dai veneziani, gli abitanti si spaventano per il tiro delle bombarde che hanno diroccato una torre della cinta muraria, si ribellano e lo costringono alla resa con Perrino Turco. Il Carmagnola lo fa incarcerare; si rifiuta di consegnarlo agli alleati fiorentini che lo considerano come un loro ribelle. Sarà custodito a Mantova almeno fino al febbraio 1428. | ||
1430 | |||||
Autunno | Milano | Firenze | Toscana | Alla difesa di Lucca contro i fiorentini. Sventa un trattato tenuto dagli avversari con Giovanni Matteo da Bologna. | |
Nov. | Toscana | Di stanza a Lucca. | |||
Dic. | Toscana | Giunge a Pietrasanta e partecipa alla battaglia del Serchio. E’ inserito nella terza schiera con il Piccinino ed ha il comando di 400 cavalli. La sua arma è rappresentata da un piccolo toro; nel cimiero porta una testa di saraceno. Nel corso del combattimento respinge l’attacco condotto dalla fanteria nemica (7000 uomini). Di seguito il Piccinino lo invia nel pisano per prendere possesso di quei castelli che si offrono ai viscontei. | |||
1431 | |||||
Apr. | Toscana | Si impadronisce di molti castelli nel contado di Volterra. | |||
Mag. | Toscana | Affianca Niccolò Piccinino alla conquista di Santa Maria a Trebbio, Marti, Collegalli e Lari; con molti fuoriusciti pisani fa pressione sul capitano generale affinché punti con decisione su Pisa. | |||
Lug. | Toscana | E’ attaccato in Santa Maria a Trebbio da Micheletto Attendolo. Sconfitto a Ponsacco con Antonio della Pergola, a fine mese deve cedere la fortezza. | |||
1432 | |||||
Mar. | Lucca | Firenze | Toscana | Ha il comando degli uomini d’arme lucchesi con i quali contrasta ancora i fiorentini nel pisano. Alla difesa del capoluogo effettua numerose sortite e tiene in allarme in continuazione l’esercito avversario. Esce da Lucca dalla Porta di San Donato; con Antonello Ruffaldi ed Antonio Petrucci si scontra a Marti con l’ Attendolo e Niccolò da Pisa, fa molti prigionieri, si appropria di un grande numero di carriaggi. Rientra a Lucca; si collega poi con Bernardino degli Ubaldini della Carda e, sempre con Antonio Petrucci, ottiene a patti il castello di Marciano. | |
Apr. | Milano | Firenze | Toscana | Ha il comando delle fanterie ducali. Scorta con 50 cavalli l’imperatore Sigismondo d’Ungheria diretto a Roma. | |
Mag. | Toscana | Depreda con successo la Val di Nievole e la Valdarno e vi fa abbondanti bottini. Conquista Pontedera. Scorre con Bernardino degli Ubaldini della Carda e Giacomo di Vico. | |||
Giu. | Toscana | Staziona alle Capanne vicino a Castel del Bosco con Bernardino degli Ubaldini della Carda e Francesco Piccinino; all’ avvicinarsi di Niccolò da Tolentino si oppone al piano dell’Ubaldini che prevede una tattica difensiva e la copertura sui fianchi da parte di balestrieri ed arcieri; spinge per uno scontro di cavalleria pesante. Ha il comando della prima schiera con Carlo da Napoli. La vittoria sembra arridere ai senesi; l’arrivo imprevisto di Micheletto Attendolo, dopo alcune ore, sconvolge ogni possibilità di successo. Antonio da Pontedera è costretto alla fuga verso Marti. Con la sconfitta a San Romano il condottiero si sposta nel lucchese dove conduce un’aspra guerriglia alla testa di contadini armati. | |||
Lug. | Toscana | Si collega con Ludovico Colonna (600 cavalli) per permettere al corteo imperiale di Sigismondo d’Ungheria (altri 800 cavalli) di lasciare Cerbaia, transitare tra Montecalvoli e Bientina, superare senza pericoli l’Arno, per Marti e la Val d’Elsa attraversare il contado di Volterra e giungere, finalmente, a Siena. | |||
Ago. | Toscana | Continua a scorrere in Val di Nievole; introduce notevoli quantità di granaglie e molti capi di bestiame in Lucca assediata. | |||
Ott. | Toscana | Viene a conoscenza di una trama avviata dal connestabile della Porta della Fratta di Lucca, Giovanni Maria di Bologna, che si appresta ad introdurre i fiorentini nella città dietro la promessa di una condotta di 100 fanti per tutta la vita, di un palazzo a Firenze e di 20000 fiorini in contanti. Il Pontedera invia un suo servitore nel capoluogo per svelare l’insidia alle autorità. Il capitano fedifrago è convocato a palazzo; viene fatto torturare e confessa ogni cosa, anche i nomi dei suoi complici. Giovanni Maria di Bologna sarà decapitato ed il suo corpo squartato in 4 parti con la testa deposta a parte. I lucchesi ringraziano il Pontedera con alcuni doni e buone parole. | |||
Dic. | Lombardia | Viene investito da Filippo Maria Visconti di Gropparello e di Carpineto Piacentino, confiscate ai ribelli Giorgio Fregoso ed Antonio di Pellegrino. La cerimonia si svolge a Milano nell’abitazione del procuratore ducale Gaspare Visconti sita a Porta Vercellina, parrocchia di San Protaso in Campo. Il Pontedera presta giuramento di fedeltà ed assicura che rimarrà sempre al soldo dei Visconti. | |||
1433 | |||||
……….. | Toscana | I lucchesi gli donano una casa nella città del valore di 600 fiorini. | |||
Sett. | Fortebraccio | Chiesa | 400 cavalli e 400 fanti | Lazio | Passa agli stipendi di Niccolò Fortebraccio; appoggia quest’ultimo nelle sue scorrerie nel Lazio ai danni dei pontifici. Si trova a Marino con Prospero Colonna; entra in Tivoli con il Fortebraccio con l’intenzione di divenirne signore come da accordi. Il Fortebraccio non mantiene la sua parola, cosicché il Pontedera si trasferisce con i suoi uomini al servizio del suo nemico, il papa Eugenio IV. |
Ott. dic. | Chiesa | Fortebraccio | 400 cavalli e 400 fanti | Lazio | E’ nominato capitano generale delle truppe della Campagna. Tarda a riscuotere lo stipendio pattuito ed Antonio da Pontedera si prende in pegno alcune località. Si impadronisce così di qualche castello vicino a Subiaco; attacca Tivoli. |
1434 | |||||
Mag. | Lazio | Si scontra con Niccolò Fortebraccio a Tivoli e lo ferisce con un colpo di lancia; assedia la città con Lorenzo e Micheletto Attendolo e Leone Sforza; è di guardia al Ponte Lucano. Con la ribellione di Roma si sposta nelle terre dei Colonna a fare loro guerra. | |||
Ott. | Lazio | A Roma. Fronteggia i Colonna nel borgo di San Pietro. | |||
1435 | |||||
……….. | Comp. ventura | Chiesa | Lazio | Continua la guerra ai danni dei colonnesi. | |
Apr. | Comp. ventura | Chiesa | 500 cavalli | Lazio | Si impossessa di Borghetto nei pressi di Marino; su istigazione di Alto Conti, cui è legato da vincoli di parentela, scorre verso Roma fino alla Porta di San Giovanni. Cattura trentotto cittadini cui impone una taglia. I romani incaricano Maso da Fiesole, Giovanni da Roma, Orso Orsini e Rinaldo Orsini di rispondere alle sue provocazioni; anche i condottieri di Francesco Sforza Pietro Paolo da Terni ed Antonello d’ Asinalonga si mettono al suo inseguimento. Tutti cadono in un’imboscata tesa loro a Borghetto con 60 cavalli: sono fatti prigionieri 160 uomini e su 60 di costoro Antonio da Pontedera impone una taglia. Dal suo rifugio invia a Roma alcuni suoi emissari per spingere la popolazione alla rivolta per il giorno di Pasqua: i cospiratori sono scoperti mentre stanno tentando di penetrare in città. Torturati, confessano e sono immediatamente impiccati nella piazza del Campidoglio. |
Mag. | Lazio | Stipula una tregua con gli avversari. | |||
Ago. | Fortebraccio | Chiesa | Lazio | Riprende la guerra con i pontifici questa volta al fianco del Fortebraccio. Si impadronisce a Roma dei Ponti Milvio, Mammolo e del Ponte Nomentano; si accampa a Sant’Agnese ed obbliga il papa a riparare in Castel Sant’ Angelo. | |
Sett. | Angiò | Re d’Aragona | 1000 cavalli | Campania | Passa al soldo degli angioini per fare fronte con l’Attendolo e Jacopo Caldora alle truppe di Alfonso d’Aragona ed a quelle del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Si avvicina a Capua alla testa dell’avanguardia di 300 cavalli; Berlingieri Caldora gli viene incontro con 500 cavalli per scortarlo sino al campo. Il Pontedera riesce ad attraversare il Volturno anche se i caldoreschi, assaliti da Menicuccio dell’Aquila con 1000 cavalli, sono posti in fuga. Il condottiero si pone all’ assedio della città; si colloca a fianco dell’ Attendolo su un lato di un ponte sul Volturno mentre Caldora si posiziona sulla sponda opposta. |
Ott. | Campania | Capua è sul punto di arrendersi. Il Pontedera si accorda con Giovanni Ventimiglia, che ne è alla difesa; lo persuade ad alzare sulle torri cittadine l’insegna del duca di Milano: poiché la sua condotta prevede espressamente di non combattere i viscontei si sente autorizzato ad abbandonare il campo. Convocato dal Caldora nega con ostinazione ogni addebito; è lasciato andare via incolume. Defeziona apertamente dopo avere ricevuto dagli avversari 3000 fiorini. | |||
1436 | |||||
Mar. | Colonna | Chiesa | Lazio | Si allea con Colonna, Conti, Savelli e Gaetani e scorrazza nella Campagna romana; tiene sotto controllo il Ponte Lucano sull’ Aniene prima di Tivoli. Con l’aiuto di Poncellotto Veneraneri e di altri baroni occupa a Roma Porta San Lorenzo e vi cattura Lucio della Panziera che ne è alla guardia: a fine mese è scacciato dalla città da Everso dell’ Anguillara, dalle milizie del patriarca Giovanni Vitelleschi e dagli abitanti dei rioni di Parione e Ponte fautori della causa degli Orsini. Nel ritirarsi nella Marittima dà alle fiamme la porta ed avvelena i vicini pozzi d’acqua. | |
Mag. | Lazio | Perde il Ponte Lucano sull’Aniene ad opera del patriarca Vitelleschi; gli è conquistata Sezze; è assalito con Riccio da Montechiaro tra Priverno e Semoneta. Ai suoi ordini sono 500/600 cavalli e 2000 fanti. Il Pontedera chiede soccorsi ad Orso Orsini, a Dolce dell’ Anguillara ed a Paolo della Molara impegnati nel regno di Napoli per conto degli aragonesi; impazientito, decide di non aspettarli ed attacca con audacia Paolo Tedesco. Viene sconfitto, catturato con i nipoti Giacomo e Giovanni di Mariano da Pontedera. Accusato di atti di brigantaggio e di tradimento, è impiccato con i congiunti dopo tre giorni presso Sonnino ad un olivo. Il cadavere è spogliato delle sue vesti ed è dato in pasto ai lupi. Sposa una Conti. |
CITAZIONI
-“Egli aveva un cavallo con le corna, il quale era fierissimo, e della persona bene condizionato.” CAVALCANTI
-“El quale n’se dixeva che era valente capitanio.” CRONACA MALATESTIANA
-“Vir audax et in Florentinos animo infesto..Viro impigro.” BRACCIOLINI
-“Copiarum dux. vi et consilio et audacia singulari.” FACIO
-“Animoso e valente homo.” PORRO LAMBERTENGHI
-“Costui fu uno feroce homo al suo tempo..Valente homo.” BROGLIO
-“Di chiaro nome.” COMPAGNONI
-“Outright brigand.” BICHENO
-“Valoroso capitano.” MUGNOS
-“Capitano venturiero del secolo XV, che seguì in molte imprese del suo tempo o migliori e più reputati condottieri. Il suo nome ricorre spesso nei libri che si occupano delle compagnie d’armi.” ARGEGNI
Fonte immagine in evidenza: wikimedia
Fonte immagine stemma: wikipedia