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Condottieri di ventura
1683 ANDREA SALAMONCELLI Di Lucca. Guelfo. Fuoriuscito.
- 1356 (settembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……… | Toscana | Bandito da Lucca, si dà al mestiere delle armi. | |||
1343 | |||||
Lug. | Siena | Firenze | Toscana | E’ connestabile a Siena. Alla notizia della ribellione di Firenze al duca di Atene Gualtieri di Brienne giunge subito nella città con alcuni compagni; è seguito poco dopo dal resto della sua compagnia. | |
1345 | |||||
Lug. | C. di Castello | Tarlati | Capitano di guerra | Umbria | Ha il comando delle truppe della taglia guelfa. Si impossessa del castello di Citerna dopo un anno di assedio. |
1348 | Emilia | Podestà di Bologna per il secondo semestre. | |||
1349 | Firenze | Ubaldini | Toscana | ||
1350 | |||||
Nov. | Toscana | Alla guardia di Pistoia con 100 cavalli e 500 masnadieri. Appoggia la fazione dei Panciatichi ai danni dei partigiani dei Cancellieri. | |||
1351 | |||||
Mar. apr. | Firenze | Pistoia | Toscana | Ricciardo Cancellieri, con l’appoggio degli stessi fiorentini, tenta di introdursi in Pistoia scalandone le mura. Andrea Salamoncelli non viene informato preventivamente dell’azione perché il notaio Piero Gucci, delegato a tal fine, si è fermato a dormire a Prato. Al suono delle campane si unisce, pertanto, con la sua guarnigione agli abitanti e respinge con facilità gli attaccanti. Nei giorni successivi Pistoia viene assediata da 800 cavalli e da 12000 fanti fiorentini: il Salamoncelli si mantiene inizialmente neutrale. Allorché gli è ordinato di abbandonare la città, si congiunge con gli assalitori: i pistoiesi si arrendono il mese seguente. | |
1352 | |||||
Apr. | Perugia | Milano | Toscana | Contrasta i ghibellini alleati ai Visconti di Milano. Assale il signore di Cortona Bartolomeo Casali. Alla difesa del territorio si trovano solo 250 cavalli viscontei. | |
Mag. | Lazio Umbria e Toscana | Si attenda nella valle di Montanara. Da qui inizia a devastare la pianura a sud-ovest di Cortona colpendo in particolare le località di Torroncola (Terontola), Bacialla, Cignano, Montecchio, Carbognano. Giunge fin sulle porte di Cortona dando alle fiamme le abitazioni isolate, tagliando vigne ed alberi, razziando bestiame. Gli abitanti non reagiscono. Si salva solo la parte dell’Ossaia per la presenza dei cavalli viscontei. | |||
Giu. lug. | Capitano di guerra 50 cavalli | Toscana e Umbria | E’ nominato capitano di guerra 6 sei mesi. Ottiene a patti Valiano con un assedio di 17 giorni; si ferma a Montecchio per altri 35 giorni e, alla fine, rientra a Perugia con molte prede e numerosi prigionieri. Ritornato al campo di Torgiano, a sole 2 miglia da Bettona, si trova al comando di 4000 cavalli e di 12000 fanti. Divide l’esercito in 2 schiere ed assedia Bettona: una è collocata ai piedi del monte sulla strada per Perugia in località i Saluti, l’altra vicino al convento di San Crispolto. Con il pretesto di passare in rassegna le truppe invia le compagnie della Porta di San Pietro e di Porta Borgna sul monte; costoro ne scacciano i difensori che si danno alla fuga e riparano in Bettona senza combattere. Circonda la città con 6/7 battifolli per impedire a chiunque l’entrata o l’uscita dalla località. Gran parte delle truppe viscontee che si trovano all’interno della località, a causa della mancanza di vettovaglie, abbandona Bettona per rientrare a Cortona. Restano alla difesa della città 300 cavalli e 300 masnadieri agli ordini di Gisello degli Ubaldini e di Bartolomeo Casali. Andrea Salamoncelli si attenda di fronte al castello nei pressi della chiesa di San Manno; vi fa costruire un altro bastione. Gli assediati, per le loro sortite, tolgono i cardini alle porte per timore che gli abitanti le chiudano alle loro spalle. In una di queste occasioni assalgono il forte della Chiesola (uno dei battifolli). Lo danno alle fiamme. Si gettano contro un altro. Qui sono sbaragliati dai fiorentini prontamente accorsi. Molti sono i prigionieri, 60 gli uccisi. | ||
Ago. | Umbria | Vi sono vari assalti; a metà mese i difensori di Bettona si arrendono a discrezione dopo avere esaurito tutte le vettovaglie tanto che per sopravvivere sono costretti a nutrirsi anche delle cavalcature e degli asini. Andrea Salamoncelli entra in città; consente il saccheggio ai soldati. Tutti gli abitanti sono raccolti in una chiesa, al riparo della violenza esterna. In un secondo momento gli uomini, 153, sono legati e trascinati a Perugia, seguiti dalle grida e dai pianti delle loro donne, mogli, madri, figlie. In particolare sono imprigionati Crispolto dei Crispolti ed il Bastardo di Mainardo Baglioni, autori della consegna della località ai viscontei. Costoro, con altri 6 abitanti e Speccia di Cortona, sono decapitati sul campo di battaglia. E’ consegnato un premio di 500 fiorini a coloro che hanno catturato i 2 ghibellini. Bettona è data alle fiamme e ne sono demolite le mura. | |||
Sett. | Toscana | Scorre il contado di Ossaia per 18 giorni e ne distrugge il castello dalle fondamenta. | |||
1353 | |||||
Gen. mag. | Siena | Montepulciano | Capitano di guerra | Toscana | Ha l’incarico di recuperare Montepulciano, ribellatasi ai senesi. Ne inizia l’ assedio con il capitano del popolo Ludovico da Tolentino: vengono eretti numerosi battifolli nei pressi della località. Nei vari scontri sono uccisi dagli assediati più di 500 cavalcature dei senesi. Entrambi i comuni sono controllati dalla fazione guelfa: questo fatto permette che sia raggiunto un accordo nei primi giorni di aprile. Montepulciano ritorna sotto il controllo di Siena per 20 anni. Siena, da parte sua, si impegna a riconoscere 6000 fiorini al proprio fuoriuscito Niccolò Cavalieri ed a restituire a Jacopo Cavalieri, altro fuoriuscito , i propri beni nonché a pagargli, sempre a titolo di rimborso spese, la somma di 3000 fiorini. A metà maggio l’esercito senese toglie il campo. |
1354 | |||||
Mar. | Chiesa | Vico | Capitano g.le 125 barbute | Lazio | Lascia Firenze con 125 cavalli per raggiungere a Roma il cardinale Egidio Albornoz; passa al suo servizio per affrontare il prefetto Giovanni di Vico. Ha il comando delle truppe al posto di Giordano Orsini; gli è riconosciuta una condotta di 125 barbute e gli è dato uno stipendio mensile di 100 fiorini. Raggiunge il campo pontificio nel Patrimonio; sbarra la strada a Giovanni di Vico che, con 700 cavalli ed altrettanti fanti, cerca un’azione diversiva verso Acquapendente. L’avversario è sconfitto ed obbligato a ritirarsi in Orvieto. |
Apr. | Lazio | Si trova a Vetralla; fa depredare i territori di Corneto (Tarquinia) e di Viterbo; assedia Tarquinia dove incontra una notevole resistenza. | |||
Mag. giu. | Lazio | Protegge le operazioni di vettovagliamento delle truppe. Punta decisamente su Viterbo; conquista la torre di Porta Bove. Ai primi di giugno Giovanni di Vico si arrende a patti. | |||
Lug. | Lazio | E’ segnalato a Viterbo ove nella chiesa di San Francesco Francesco di Vico rinuncia alla signoria della città. | |||
Ago. | Chiesa | Savelli | Lazio | Attacca in Civita Castellana Luca Savelli, che si è rifiutato di prestare il giuramento di fedeltà al cardinale Albornoz. | |
1356 | |||||
Sett. | Muore. |
CITAZIONI
-“Milite capitaneo guerre pro Romana ecclesia.” THEINER
-“Viro magni animi et consilii, vuius in bello gerendo singulari opera saepe (il cardinale Albornoz) usus est.” SEPULVEDA
-“Valoroso capitano.” FILIPPINI
-“Buen cavallero et leal, et ome de grand esfuerzo.” Da un giudizio del cardinale Albornoz riportato da PINZI
-“Valoroso capitano.” CIUCCIOVINO