
Last Updated on 2023/12/02
ANDREA MATTEO ACQUAVIVA Di Atri. Conte di Conversano, duca d’ Atri, conte di San Flaviano , marchese di Bitonto, duca di Teramo, barone di Tocco, marchese di Martina Franca. Cavaliere dell’ordine di San Michele.
Signore di Ripatransone, Eboli, Controguerra, Montepagano, Canzano, Morrice, Notaresco, Corropoli, Poggio Morello, Mosciano Sant’Angelo, Torano, Tortoreto, Bellante, Forcella, Montone, Giulianova, Sternatia, Martina Franca, Troia, Vitulano, Foglianese, Tocco Caudio, Cacciano, Roseto degli Abruzzi, Castelbasso, Guardia Vomano, Controguerra, Cassano delle Murge, Gioia del Colle, Bitonto, Acquaviva delle Fonti, Casamassima e Conversano. Figlio di Giulio Antonio Acquaviva, fratello di Belisario Acquaviva, padre di Gian Francesco Acquaviva.
1458 (gennaio) -1529 ( gennaio )
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1464 | E’ investito del marchesato di Bitonto dal re di Napoli Ferrante d’Aragona. | ||||
1478 | Napoli | Firenze | Marche | E’ inviato in soccorso degli Sforza, signori di Pesaro, che sono minacciati da Girolamo Riario. Nell’anno acquista dal demanio regio in Terra d’Otranto il feudo di Sternatia. | |
1481 | |||||
Mag. | Napoli | Impero Ottomano | Puglia | Partecipa alla guerra di Otranto contro i turchi. Ferrante d’Aragona lo investe sia dei beni paterni, che di quelli materni. | |
1482 | |||||
Ago. | Napoli | Chiesa | Lazio | Contrasta i pontifici. E’ sconfitto e catturato nella battaglia di Campomorto. | |
1483 | Napoli | Venezia | Puglia | Nominato luogotenente generale, ha l’incarico di difendere le coste pugliesi. Contrasta i veneziani che hanno conquistato Gallipoli. | |
1484 | Acquista Controguerra da Francesca Cantelmi. | ||||
1485 | Baroni | Napoli | Puglia | Si incontra a Melfi in occasione del matrimonio di Troiano Caracciolo con molti principi e grandi funzionari del regno. Prende cos’ parte alla congiura dei baroni forse perché gli aragonesi non vogliono restituire Teramo agli Acquaviva o per oscure minacce del duca di Calabria Alfonso d’Aragona. Occupa Rutigliano e Spinazzola con il principe di Altamura Pietro del Balzo. Attaccato dagli avversari tra dicembre e la primavera seguente, è costretto ad arrendersi. | |
1486 | |||||
Mag. nov. | Basilicata | Si arrende a Napoli nelle mani degli avversari. Si reca a Lavello; condotto davanti al re Ferrante d’Aragona gli si getta ai piedi e chiede di essere perdonato. Aderisce, tuttavia, poco dopo ad una nuova ribellione; presenzia ad un convegno a Lacedonia. Viene ancora sconfitto dalle forze regie ed è costretto nuovamente ad umiliarsi a Cerignola (metà novembre). Viene imprigionato a Napoli in Castelnuovo. E’ l’unico barone ribelle ad essere risparmiato dal re di Napoli Ferrante d’Aragona grazie all’intercessione del suocero Antonio Piccolomini, duca di Amalfi, tra l’altro anche genero del sovrano. Gli sono tolte Teramo e Bitonto; deve consegnare le fortezze dei suoi domini feudali con l’obbligo di pagare gli stipendi dei presidi. Ottiene in cambio il titolo di gran siniscalco. | |||
1487 | Puglia | Gli abitanti di Bitonto non vogliono accettare la sua signoria preferendo far parte delle terre del demanio. Gli è data in cambio Martina Franca con il titolo di marchese. | |||
1490 | |||||
Mag. | Campania | Presenzia a Napoli alle esequie del re d’Ungheria Mattia Corvino. | |||
1492 | |||||
Mar. | Campania | Concede in mutuo 230 ducati al principe di Capua. | |||
1494 | |||||
Mag. | Campania | A Napoli per l’incoronazione del nuovo re Alfonso d’Aragona. | |||
1495 | |||||
Mag. | Puglia | In Terra d’Otranto. Soccorre Brindisi con Cesare d’Aragona e Bartolomeo d’Alviano alla testa di 3000 fanti biscaglini e di 500 cavalli. I suoi uomini si sbandano per l’azione di Fabrizio Colonna. | |||
…………… | Francia | Napoli | Abruzzi | Diserta nel campo avversario. Si sforza di sostenere negli Abruzzi il partito filofrancese. | |
1496 | |||||
Giu. ott. | Abruzzi | E’ sconfitto e catturato nel piano di Sulmona da Annibale da Varano. Costretto ad arrendersi, ha salva la vita. Gli vengono confiscati i feudi di Casamassima e di Conversano: la seconda località a favore del fratello Belisario. Gli altri feudi gli sono confermati dal re Ferdinando d’Aragona. | |||
1497/1498 | Napoli | Chiesa | Lazio e Marche | Rientra nella generale amnistia concessa dal nuovo sovrano Federico d’Aragona a tutti i feudatari ribelli. A Andrea Matteo Acquaviva sono restituiti Casamassima e Conversano. A settembre, viceversa, nonostante le sue lamentele non gli è ancora stata restituita la signoria di Bitonto. Combatte successivamente per gli aragonesi contro le truppe dello stato della Chiesa a Sora e l’anno successivo ad Ascoli Piceno. Nel novembre 1498 muore il Gran Giustiziere del regno, il duca di Amalfi Alfonso Piccolomini. Secondo gli accordi precedenti Andrea Matteo Acquaviva avrebbe dovuto succedergli in tale carica. Il re Federico d’Aragona si oppone a tale subentro. | |
1499 | Gli viene restituita anche Acquaviva delle Fonti. | ||||
1501 | |||||
Ott. | Francia | Puglia | In seguito al dissidio tra francesi e spagnoli per la conquista del regno di Napoli (gli aragonesi sono stati sconfitti) parteggia per i primi contro i secondi. Chiede al duca di Nemours la signoria di Teramo. Ottiene dai transalpini il collare dell’ordine di San Michele. | ||
1502 | Francia | Spagna | Abruzzi e Puglia | Combatte agli ordini del Nemours le milizie di Consalvo di Cordoba. Viene preposto alla difesa delle coste abruzzesi. Abbandona Andria e si accampa vicino a Bitonto. Cerca di convincere i francesi a concentrare le loro forze attorno a Barletta. Occupa Castellaneta, si rafforza in Conversano e si unisce ad Altamura con Luigi d’Ars. | |
1503 | |||||
Feb. | Puglia | Si dirige in terra d’Otranto con Luigi d’Ars. Al comando di 400 uomini d’arme, 100 cavalli leggeri e 600 fanti cade in un’ imboscata che gli viene tesa a Rutigliano da Pietro Navarro. Fatto prigioniero dopo essere stato ferito 17 volte, è rinchiuso prima nel castello di Manfredonia, poi a Napoli nel fondo di una torre a Castelnuovo. | |||
1504 | |||||
Gen. | Campania | E’ segnalato in Castelnuovo nel fondo di una torre chiamata “del Miglio”, con Onorato ed Alfonso da San Severino. | |||
Nov. | Gli vengono confiscati i suoi beni a favore di Fabrizio Colonna. | ||||
1505/1506 | Campania | Liberato dopo il trattato di Segovia, si stabilisce a Napoli. Gli sono restituiti i suoi feudi. Nell’ottobre 1506 con gli altri nobili del regno, fa parte della processione che accoglie in Napoli Ferdinando il Cattolico. Si sposa in seconde nozze con Caterina della Ratta, che gli porta in dote la contea di Caserta, Sant’Agata de’ Goti, Eboli, Limatola e la baronia di Valle. | |||
1507 | |||||
Gen. | Campania | Con Fabrizio Colonna, Andrea da Capua e Giovan Tommaso Carafa è uno dei rappresentanti della delegazione baronale incaricata di redigere i capitoli di grazie e suppliche da presentare al re di Spagna nel corso dei lavori del parlamento. | |||
1508 | Ritornato nelle grazie degli spagnoli, ne approfitta per riordinare i possedimenti degli avi; riesce a recuperare Atri nonostante l’ostilità degli abitanti. Forte dell’appoggio del sovrano non esita ad adoperare la forza; la città torna in suo possesso dopo un breve assedio. | ||||
1509 | |||||
Giu. | Campania | A Napoli. Con Andrea da Capua è presente alle nozze di Fabrizio Colonna con Costanza d’Avalos. | |||
…………… | Ferdinando il Cattolico gli conferma il feudo di Vitulano che fa parte della dote della moglie. E’ invece tenuto lontano dalla vita politica, in quanto sospetto per il suo passato di fautore della causa francese. | ||||
1510 | |||||
Ott. | Campania | Si trova con altri baroni nella cattedrale di Napoli per protestare contro l’entrata nel regno dell’inquisizione spagnola. | |||
1511 | Restituisce ai francesi il collare dell’ordine di San Michele. | ||||
1516 | Vende il feudo di Vitulano (comprendente la baronia di Tocco, Cacciano, Vitulano e Foglianise ed entrato in suo possesso come dote della moglie) al marchese di Montesarchio Giovanni Vincenzo Carafa. | ||||
1521 | |||||
Mar. | Carlo V si trova in difficoltà finanziarie, per cui lo investe di Teramo e del suo contado dietro l’esborso di 40000 ducati. Gli abitanti si oppongono al suo ingresso e riconoscono all’imperatore una analoga cifra per liberarsi dal dominio degli Acquaviva. Una causa discussa al S. Consiglio di Santa Chiara gli dà ragione. Cerca di far valere il suo diritto con la forza assieme al figlio Giovanni Francesco. Assale la città; è sorpreso da una sortita degli abitanti; sconfitto, viene obbligato a rinunciare al feudo perso per sempre dalla sua famiglia. | ||||
1527 | |||||
Apr. | Favorisce la spedizione francese del Lautrec nel regno di Napoli perché gli imperiali non hanno voluto riconoscere le sue pretese sul marchesato di Bitonto e sul principato di Teramo. Il nipote Giulio Antonio, conte di Conversano, si unisce con i francesi. | ||||
1528 | E’ assediato in Napoli dai francesi. Con la morte del Lautrec gli è confiscato dal principe d’Orange il ducato di Atri a favore di Ascanio Colonna per la ribellione al dominio imperiale del figlio Giulio Antonio. Coinvolto in un processo, è trovato innocente. Per riottenere il ducato deve però versare all’erario una grossa somma di denaro. | ||||
1529 | |||||
Gen. | Puglia | Muore a fine mese a Conversano carico di debiti (un milione di ducati). Traduttore dell’opera di Plutarco “De Virtute Morali”, che dedica a Giovanni Caracciolo. Autore di “Ufficio con preci”. Si deve (probabilmente) ad Andrea Matteo Acquaviva anche una enciclopedia, una specie di dizionario dello scibile di quei tempi. La notizia è contestata perché autore di tale opera sarebbe Domenico Nano con la sua “Polianthea”. Giovanni Pontano gli dedica il suo “De magnanimitate” in cui l’autore tesse un caldo elogio della milizia. Sposa in prime nozze Isabella Todeschini Piccolomini, nipote del re Ferrante d’Aragona ed in seconde Caterina della Ratta, contessa di Caserta (vedova, a sua volta, di Cesare d’Aragona, figlio naturale del re di Napoli Ferdinando). |
CITAZIONI
-“Oltre ad essere uomo valentissimo in armi, e a capo di forze rilevanti. aveva grande autorità di consiglio, dottissimo di lettere greche e latine.” CONTI
-“Di vivace ingegno accompagnato da filosofia e leggiadramente tinto di poesia, amatore d’uomini letterati ed apprezzatore delle scienze, e la corte sua era tutta piena di tal sorta d’uomini, che erano trattati con molto onore.” SANTORO
-” In whom all the academicians of Naples have bestowed the highest honours..distinguished himself, with various success, in the wars which soon after this period desolated his country.” ROSCOE
-“Militare decus, ac belli gloriam ita est assecutus, ut philosophia, caeteraque artes bonae te et authore et magistro glorientur.” PONTANO
-” Cernis, ut exultet patriis Aquivivus in armis,/ Duraque spumanti frena relaxet equo,/ Quos mites illum permessi hausisse liquores/ Credat, et imbelles excolu’sse liras./ Confurgunt nivee fulgenti in casside Christae,/ At clypeus, torvo, Gorgonis ore tumet,/ Marte animo rigidum musas, qui stringere ferrum/ Qui Martem doctos cogis amare coros/ Haec ducis est virtus, non uni insistere palmae/ Sed nomen factis quaerere et ingeniis.” Da un epigramma del Sannazzaro raccolto dal CAMPANILE.
-“Era el marqués uno de los mas principales y mayores senores de aquel reino y de gran experencia y noticia de cosas, asì en paz como en guerra.” ZURITA
-“Uno dei feudatari più ricchi del regno, fu uomo d’armi e di lettere, colto e raffinato, educato da giovane dal Pontano ed amico in età adulta di Jacopo Sannazzaro.” WIKIPEDIA
-“Non manco prode allora nell’armi che si fusse poi nelle lettere eccellente e chiaro.” PORZIO
-“La personalità dell’Acquaviva non si conclude..nella sua attività politica e militare: quanto questa fu varia, inquieta, molteplice, tanto fu invece equilibrata e compiuta la sua partecipazione al movimento umanistico del Meridione d’Italia; a ragione il Gothein lo ricorda come il più importante fra i principi umanisti accanto alla stessa corte reale di Aragona. Educato alla scuola del Pontano con suo fratello Belisario ed amico poi del Pontano, come degli altri umanisti meridionali, dal Galateo al Cantalicio, prese parte attiva all’Accademia Pontaniana, cui apportò il contributo del suo ingegno e l’appoggio del cospicuo patrimonio. E dagli amici umanisti ebbe numeroso e importante consenso: ricordano fra tutti il Pontano, che gli dedicava il “De Magnanimitate”, esaltano la sua persona e la famiglia Acquaviva. A questo suo amore per la cultura e per gli amici accademici si deve l’impianto di una tipografia a Napoli, verso il 1525, diretta da Antonio Frezza da Corinaldo: vi furono stampate opere del Pontano (il “De Fortuna”, “De Immunitate” e “De Astrologia”) ed il “De partu Virginis” di Iacopo Sannazzaro.” DIZIONARIO BIOGRAFICO DEGLI ITALIANI
-“Prode nell’armi, e nelle lettere..Lungamente sostenne il grido d’uomo eccellente nella dottrina, e nelle buone lettere, onde fu communerato fra i Celebri.” ANTINORI
-“Dux liberalibus disciplinis ac re militari insignis.” Sempre da G. Borgia è definito “Philosophus”nelle sue “Historiae de bellis italicis”, come riportato da E. VALERI
-“Il trattato pontaniano (De magnanimitate) è dedicato a un uomo d’arme potente ed emergente: Andrea Matteo Acquaviva, marchese di Bitonto; giacché l’opera illustra il mondo e l’iter attraverso il quale si educa e si forma il vero cavaliere, per il quale obiettivo fondamentale deve essere il raggiungimento e l’ampliamento dell’onore personale.” FIGLIUOLO
-“Sorpassò gli altri sei (gli Acquaviva precedenti), almeno nella gloria letteraria per le cognizioni ond’era fornito, e per l’amicizia che lo strinse al Pontano, al Summonte, al Sannazzaro, ed agli altri dotti di sua età.” PALMA
-“La molteplice attività guerresca non gli impedì di coltivare le lettere e di essere dotto umanista.” ARGEGNI
Fonte immagine: researchgate