Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
AMBROSINO DA LONGHIGNANA (Ambrogino dei Rinaldi). Originario di Turate, assume il nome da Longhignana, un possesso dei Borromeo nei pressi di Linate.
Ghibellino. Signore di Porlezza.
- 1485
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1449 | Lombardia | Fa parte della famiglia di Vitaliano Borromeo. Aiuta quest’ultimo a sfuggire alla cattura da parte dei guelfi allorché tale fazione si impadronisce del governo della Repubblica Ambrosiana. Il Borromeo fa occupare da dal Longhignana il ponte di Porta Vercellina e con 200 uomini a cavallo si dirige verso le sue terre di Arona. | |||
1450 | Lombardia | MIlita agli stipendi del duca di Milano Francesco Sforza. Ha il comando di una compagnia di fanti. | |||
1451 | |||||
Dic. | Lombardia | Alloggia con gli uomini della sua compagnia nelle terre del lago di Como. | |||
1452-53 | Milano | Venezia | Lombardia | ||
1454 | |||||
Mar. | Lombardia | E’ preposto alla guardia di Breno, località appena occupata ai veneziani. Nell’occasione è lodato dallo Sforza per il suo valore. | |||
1455 | |||||
Mar. | Milano | Emilia | E’ inviato con Giorgio della Tarchetta nel bolognese per contrastare la marcia di Jacopo Piccinino diretto verso la Toscana. Si accampa a Castel Bolognese. | ||
1456 | |||||
Ago. | Milano | Lombardia | E’ trasferito con i suoi fanti nel Monte di Brianza. Il consiglio segreto si esprime sfavorevolmente su tale misura a causa della sterilità del luogo e di alcuni episodi negativi avutisi nel passato. | ||
Sett. | Lombardia | Lo Sforza interviene a suo favore in una lite con alcuni suoi debitori di Confienza. | |||
1460 | |||||
…………. | Milano | Piemonte | Segue con la sua compagnia di fanti il commissario Luigi da Parma inviato verso i confini con il genovese. | ||
…………. | Piemonte | Alloggia con i suoi provvigionati negli Appennini tra Tortona e Pavia: ha l’incarico di impedire il contrabbando delle biade con il genovese. | |||
1461 | |||||
Apr. | Milano | Genova | Liguria | E’ inviato dallo Sforza a Genova per sostenere la causa dei fuoriusciti ai danni dei francesi. Si segnala all’assedio del Castelletto. | |
1462 | Lombardia | Lo Sforza lo nomina commissario e delegato per il duca e la camera ducale nel processo contro Giacomino da Vaprio: in tale veste procede al sequestro dei beni dell’ accusato. | |||
1464 | |||||
Mag. giu. | Milano | Genova | Liguria | Contrasta i genovesi. Prende parte all’assedio del Castelletto a Genova. Ai primi di giugno vi entra con Giovanni del Matto. | |
Nov. | Lombardia | I suoi uomini sono accampati in parte in Ghiaradadda ed in parte a Cecima nel pavese. E’ accusato presso il commissario Alessandro da Foligno di alcuni abusi compiuti dai suoi uomini ai danni degli abitanti di tale località. In questo periodo la sua compagnia è la più numerosa tra le squadre ducali di provvigionati. | |||
…………. | Lombardia | Al termine del conflitto viene trasferito nel pavese a Rivanazzano. Ottiene dallo Sforza ampi poteri per agire energicamente contro gli abitanti di Varzi e quelli di altre terre circostanti sottoposte alla giurisdizione dei marchesi Malaspina, località dove prosperano il contrabbando del sale e delle biade verso Genova. | |||
1466 | Liguria | Ha l’incarico di capitano della piazza di Genova. | |||
1467 | |||||
…………. | Liguria | E’ sostituito nel suo incarico da Giannotto Visconti. | |||
Lug. sett. | Milano | Ribelli corsi | 800 fanti | Francia | A fine mese è inviato in Corsica con 800 fanti e numerose bombarde per domarvi la rivolta. Il capo dei feudatari ribelli, Giocante da Leca, e i suoi alleati assediano a Matra i fanti milanesi. A metà settembre i ducali sono sconfitti; ottengono un salvacondotto per imbarcarsi. Con questo episodio i governatori sforzeschi dell’isola perdono credibilità e da questo momento non sono più in grado di controllare la Corsica, peraltro in balia delle contese tra i vari capi locali. |
1468 | |||||
Gen. | 200 fanti | Lombardia | Ha il comando a Milano della guarnigione del castello di Porta Giovia, divenuto residenza ufficiale del duca Galeazzo Maria Sforza. Gli sono riconosciute 15 paghe. Ai suoi ordini si trovano 200 provvigionati scelti, tutti forestieri, comandati dai capisquadra Niccolò Albanese e Giovanni da Pistoia. Nella guarnigione sono comprese anche 4 squadre di balestrieri (Ugolino da Cortona, Guelfo di Sermignone, Cola Carcassi, Andrea dell’ Atripalda) ed una squadra di schioppettieri tedeschi capitanati da Giorgio di Baviera. Nel suo incarico il Longhignana collabora con il collaterale Alessandro da Foligno. La guarnigione assume presto il carattere politico di corpo di guardia di Milano. Il duca vieta al Longhignana di prestare i suoi fanti al podestà cittadino ed al capitano di giustizia che in passato in precedenza se ne sono talora serviti per inquisire o arrestare i malfattori. Galeazzo Maria Sforza stabilisce, inoltre, che le carceri del castello siano destinate solo ai prigionieri imputati di delitti ai danni dello stato. Il Longhignana può accettare “ospiti” solo se accompagnati da una lettera ducale siglata da uno dei due segretari Cicco Simonetta e Giacomo Alfieri; non di altri, nemmeno se spediti dal consiglio segreto o dal capitano di giustizia. Il condottiero con la sua attività informativa asseconda Galeazzo Maria Sforza nel suo disegno tendente ad incrementare il tesoro della camera ducale colpendo patrimoni e denaro di privati; riscuote persino tasse sollevando i risentimenti del consiglio segreto. Collabora, da ultimo, all’ opera di epurazione perseguita nell’anno dal duca. | ||
Feb. | Lombardia | Ha occasione di ospitare nelle carceri di Porta Giovia molti personaggi illustri quali Giampietro Bergamino ed il conte Pietro dal Verme. A questi nomi ne seguiranno molti altri altrettanto importanti: tutti vittime dei provvedimenti punitivi del duca. Come guardiano delle carceri del castello il Longhignana custodisce i prigionieri di ogni rango e, spesso, ha il compito di inquisirli, torturarli e, a volte, di giustiziarli. | |||
Mar. | Lombardia | Conduce i provvigionati del castello di Porta Giovia in alcune azioni nella “guerra dei mulini” dei bergamaschi lungo il corso dell’Adda che fa da confine tra il veneziano e lo stato sforzesco. | |||
Mag. ago. | Francia | Ritorna in Corsica; assedia con le bombarde il castello di Moneta in cui si è rinchiuso Gian Galeazzo Fregoso. Sempre in tale mese i suoi fratelli sono nominati castellani dell’ importante piazzaforte di Lecco. Ad agosto, infine, Ambrosino da Longhignana, nonostante l’opposizione del consiglio segreto, ottiene il diritto di raccogliere le questue per l’ospizio di San Bernardo. | |||
Sett. | Lombardia | Rientra in Lombardia. E’ trasferito con i suoi uomini a Mortara: di costoro 500 sono inviati a Casalino e 300 a Bolgare per timore di un eventuale conflitto con il duca di Savoia. | |||
1469 | Lombardia | Il duca gli dà il permesso di portare la divisa “bianca e morella” alla sforzesca. | |||
1470 | |||||
Mar. | Lombardia | Gli è concessa in feudo la terra di Porlezza. | |||
1471 | Lombardia | Sposa in seconde nozze Giovannina Porro dei conti di Lentate, consolidando in tal modo il legame con tale famiglia ghibellina. E’ proprietario di beni e livelli a Pollenza ed in altre terre del Lago Maggiore. | |||
1472 | |||||
Lug. | Lombardia | Il Longhignana talora travalica nel suo incarico come quando il duca gli ordina di non intromettersi nelle cause civili e di non arrestare nessuno se non per ragioni di stato. | |||
1473 | |||||
Giu. | Lombardia | Il duca si rinchiude nel castello di Porta Giovia. Il Longhignana ha il comando della guardia: 200 provvigionati nel castello e 100 alla corte. | |||
1474 | |||||
Gen. | Lombardia | Ai suoi ordini si trovano Ambrosino ed Alessio Albanese ed una squadra di lance spezzate nella quale militano diversi ex-capitani come Antoniazzo da Cremona, Boniforte da Lodi, Albanese da Pizzighettone. Sempre nel castello fanno parte della guarnigione altri provvigionati quali Paolo Albanese, Rosso da Milano, Niccolò Albanese, Giovanni da Pistoia, Niccolò da Canale, Scaramuccia del Guasto, Piombino da Piombino, Pasquale d’Arezzo. I balestrieri sono sempre comandati da Ugolino da Cortona, da Guelfo di Sermignone, da Cola Carcassi, da Andrea dell’ Atripalda. Pure presente è Giorgio di Baviera con i suoi schioppettieri tedeschi. | |||
Mar. | Lombardia | E’ riconfermato nel suo incarico. | |||
1476 | |||||
Ott. | Milano | Borgogna | Lombardia e Piemonte | Lascia Milano con 1500 provvigionati per collegarsi sul Sesia con Roberto da San Severino. Giunto in Piemonte, 1000 uomini delle sue compagnie sono rispediti in Lombardia. Ha con Donato del Conte il comando della fanteria ducale. Combatte in Piemonte le truppe del duca di Savoia e del duca di Borgogna Carlo il Temerario. | |
Dic. | Lombardia | A Milano. Scorta, dal castello di Porta Giovia alla chiesa di Santo Stefano il duca Galeazzo Maria Sforza nello stesso giorno in cui quest’ultimo vi trova la morte ad opera di Giovanni Andrea Lampugnani. | |||
1477 | |||||
Gen. | Liguria | Presta giuramento di fedeltà alla duchessa Bona di Savoia. E’ inviato a Genova che si è ribellata agli Sforza. | |||
Giu. lug. | Controlla i confini del ducato sul versante svizzero per verificare l’esistenza di eventuali movimenti ostili. L’obiettivo reale è quello di togliergli l’incarico di castellano di Porta Giovia. A luglio si avvia verso Bellinzona con 700 fanti. | ||||
Ago. | Milano | Fregoso | Capitano g.le fanteria | Francia e Liguria | Giunto in ritardo a Genova, viene trasferito in Corsica con 1200/2000 fanti. Si imbarca con le sue truppe su 4 galee e su altri navigli; sottomette i ribelli che sono capitanati da Tommasino Fregoso. Si collega con i corsi lealisti di Carlo da Casta e, nello stesso mese, sconfigge e cattura a Biguglia il Fregoso. Quest’ ultimo viene condotto a Milano per essere rinchiuso nel castello di Porta Giovia. Trascorsi sedici giorni il Longhignana rientra in Liguria dopo avere incassato una parte dei tributi dovuti dalla comunità corsa. |
1478 | |||||
…………… | Liguria | E’ preposto alla guardia del Castelletto di Genova. Caduto in disgrazia, è sostituito da Cicco Simonetta nel suo incarico di castellano del castello di Porta Giovia da Cristoforo da Montecchio. Il Longhignana è rinchiuso nel castello di Porta Giovia. L’episodio fa rinascere in Milano le lotte di fazione tra guelfi e ghibellini. | |||
Mag. | Lombardia | Si presenta al senato milanese per essere reintegrato nel suo incarico di castellano del castello di Porta Giovia; è riconosciuta la sua lealtà ed è liberato con Paolo da Monza e molti altri provvigionati. | |||
Dic. | Milano | Cantoni svizzeri | Lombardia Piemonte Svizzera | Viene inviato con numerosi fanti a Como per prevenire un possibile attacco degli svizzeri che hanno hanno superato il San Gottardo ed invaso il territorio di Bellinzona. Raggiunge Domodossola e Locarno: gli avversari abbandonano il territorio e si trasferiscono in Val Levantina. Il Longhignana li insegue con Marsilio Torelli e cade in un’imboscata tra le gole di Giornico ove subisce forti perdite. Fa rientro a Domodossola. | |
1479 | |||||
Gen. | Lombardia | Gli sforzeschi sono sconfitti a Giornico. Ambrosino da Longhignana si porta alla difesa di Como. | |||
…………. | Lombardia | Nel governo del ducato favorisce la causa di Ludovico Sforza rispetto a quella rappresentata da Cicco Simonetta. | |||
Sett. | Lombardia | Con la vittoria di Ludovico Sforza ed il sopravvento del partito ghibellino gli sono restituite le sue mansioni di castellano del castello di Porta Giovia: in tale veste arresta Cicco Simonetta con il figlio Giovanni e custodisce entrambi nelle prigioni di Porta Giovia. Il primo perderà presto la vita. | |||
1480 | |||||
…………. | Francia | Ritorna in Corsica per conto del Banco di San Giorgio. Fa arrestare i due ribelli Giacomo e Carlo Gentili e li invia prigionieri a Milano. Confisca i possedimenti di costoro e li consegna a Carlo da Casta, suo amico. | |||
Giu. | Lombardia | Rientra a Milano. ha sempre l’incarico di castellano di Porta Giovia. | |||
1481 | |||||
Dic. | Lombardia | ha l’ordine di arrestare Roberto da San Severino una volta che metta piede a Milano. | |||
1485 | Muore. Possiede a Milano alcuni terreni accanto alla chiesa di Santa Maria della Stella nel borgo delle Grazie. E’ sepolto a Milano nella chiesa di San Pietro in Gessate, dove ha fatto costruire una cappella dedicata a Sant’Antonio da Padova. Nel castello di Porta Giovia, opera di un pittore lombardo, compare con la moglie Giovannina Porro, dei conti di Lentate, in un affresco che lo raffigura davanti a Cristo Crocifisso attorniato dai suoi santi protettori. L’opera è ora visibile nella pinacoteca del Castello Sforzesco. Alcuni anni dopo la sua morte la moglie commissionerà allo scultore Francesco Cazzaniga un’arca funeraria: la tomba, oggi Borromeo, si trova all’Isola Bella. Il duca di Milano Ludovico Sforza, celebrando il valore di Ambrosino da Longhignana riconosce molte concessioni alla vedova. |
CITAZIONI
-“Dottore eccellente nella pedestre militia.” CORIO
-“Uomo pratico nella guerra.” CAMBIAGI
-“Assunse con Galeazzo (Maria Sforza) a un’importante posizione, in parte ufficiale, in parte informale…Non furono solamente le sue riconosciute doti di comandante e il suo incarico (di castellano a Porta Giovia) a fare del Longhignana uno dei più apprezzati collaboratori del duca. Ambrosino aveva certe doti e attitudini che lo fecero diventare un informatore prezioso per Galeazzo: conosceva bene la città di Milano, i notabili, le faccende patrimoniali di privati e di enti ecclesiastici, e i suoi molteplici interessi e affari si intrecciavano con quelli di molte importanti casate milanesi.” COVINI