AMBROGIO VISCONTI

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La-Spezia-mura
La Spezia, cinta muraria

Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura

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Indice delle Signorie dei Condottieri: ABCDEFGIJLMNOPQRSTUVZ

AMBROGIO VISCONTI  Figlio naturale di Bernabò Visconti, fratello di Carlo Visconti.

1344 – 1373 (agosto)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1359
Lug.MilanoComp. venturaToscana

Si dà presto al mestiere delle armi. A quindici anni è inviato in soccorso dei fiorentini con 500 cavalli e 1000 masnadieri per contrastare la “Grande Compagnia” del conte Lando. Viene accolto con grandi onori e gli è donata una cavalcatura. Prende parte alla giornata del “campo delle mosche”; con la vittoria è organizzato a Firenze un palio in cui è invitato con Pandolfo Malatesta e Niccolò Orsini.

1361Duca d’AndriaNapoliAbruzzi

E’ chiamato dal duca d’Andria Francesco del Balzo per combattere le truppe della regina di Napoli Giovanna d’Angiò. Entra nell’aquilano e scorre tra Corno e Rasina. dal Cicolano prende la strada di Avezzano  e mette a sacco la località. Devasta la Marsica fedele a Filippo di Taranto.

1362
………….Chiede di sposare la regina di Napoli Giovanna d’Angiò. La sua richiesta viene rifiutata.
Giu.MilanoLegaEmiliaDepreda il territorio di Mirandola con il conte Lando.
1363
Apr.Emilia e Romagna

E’ armato cavaliere prima della battaglia di Solara; al suo termine il padre Bernabò Visconti rimane ferito ed il Visconti è catturato  da Galeotto Malatesta Ungaro. Messo in  carcere a Cesena, sarà rilasciato solo nell’aprile 1364 alla firma del trattato di pace su pressione del re di Cipro Pietro di Lusignano.

1364
Apr.Emilia e Lombardia

Giunge a Bologna, transita per Piacenza con Gaspare degli Ubaldini;  si reca poi a Milano.

1365
……………..Veneto

Su incarico del padre si dirige a Verona con Feltrino Gonzaga per convincere il duca Rodolfo d’Austria, in cammino da Trento a Milano, ad un accordo ai danni del signore di Padova Francesco da Carrara.

Sett. ott.Comp. venturaFirenze SienaCapitano g.leToscana

Con il finanziamento del padre Bernabò e dello zio Galeazzo Visconti fonda con il conte Giovanni d’Aburgo e Giovanni Acuto la Compagnia di San Giorgio forte di 45 caporali e di 7000 cavalli: sono assoldati i resti della Compagnia Bianca, dispersa poco prima dai perugini, nonché molti tedeschi, inglesi e lombardi (Raimondo di Rondello, Guglielmo Bosone, Luca di Valco, Ugolino Ethon, Thomas Merezal, Ludovico degli Spazi, Bartolomeo da Gaggio). La compagnia costituisce di fatto una formidabile macchina da guerra al servizio del signore di Milano. A metà ottobre i fiorentini, dopo un incontro con Doffo Bardi avvenuto nel pisano, gli consegnano 6000 fiorini in cambio da un lato, della sua promessa di non molestare per quattro anni i territori di Firenze, Pistoia, Arezzo, Volterra e San Miniato, dall’altro di pagare le vettovaglie.  L’accordo è firmato oltre che da Ambrogio  Visconti, dall’  Acuto, da Thomas Merezal, da Ugolino Ethon, da Giovanni degli Ubaldini e da altri quarantadue connestabili. Il Visconti penetra nel senese, tocca Santa Colomba  a Marmoraia,  San Galgano, Roccastrada, Buonconvento, Isola nella Berardenga e Badia a Isola (Abbadia a Isola). I senesi gli inviano varie ambascerie e cercano invano l’aiuto di Anichino di Baumgarten e di Alberto Sterz.

Nov.Toscana e Liguria

Viene contrastato con decisione da Isnardo da Rigliano mentre i suoi uomini stazionano tra Manzano, Radicondoli e Belforte; preferisce uscire dal contado e spostarsi a Colle di Val d’Elsa dove viene raggiunto dagli ambasciatori fiorentini Nofri Rossi e Niccolò Rimbaldesi che, per San Miniato, lo accompagnano fino al confine.

Dic.Comp. ventura Comp. venturaTarlati

Genova

Toscana e Liguria

Molesta le terre dei Tarlati con Giovanni Acuto e Niccolò da Montefeltro. Si sposta in Liguria.  Al comando di 5000 soldati saccheggia La Spezia ed estende le scorrerie sino a Chiavari. Incute tale terrore nelle terre della Riviera di Levante da indurre gli abitanti del borgo di Chiavari e quelli di altre terre non cinte da mura a rifugiarsi sui monti vicini con i loro beni. Nel proseguo del suo cammino la Compagnia di San Giorgio devasta le campagne, mette a ferro ed a fuoco le ville e le borgate, passa a fil di spada gli abitanti che non hanno di che pagare la taglia imposta sul loro corpo.  Ambrogio Visconti scende su Recco, si avventa contro le terre dei Fieschi e mette a sacco la Riviera di Ponente; danneggia anche i territori soggetti ai marchesi del Carretto. Gli vengono contro i capitani genovesi Niccolò di Minergino e Bartolomeo di Levante. Costoro sono sconfitti e fatti prigionieri. Abbandona il territorio alla notizia che i fuoriusciti di Leonardo Montaldo, suoi alleati, sono stati respinti da Genova.

1366
Gen. feb.Liguria

Muove guerra ai savonesi con l’appoggio di una nave e di altri legni inglesi fornitigli da Lionello di Clarence, marito di Valentina Visconti. Il condottiero persevera nelle sue operazioni da terra fino al momento in cui gli abitanti di Savona si arrendono nelle mani di Galeazzo Visconti.  Punta allora su Genova, di cui è doge Gabriele Adorno. Giunge alla Porta di santo Stefano. Nel borgo di Bisagno sono date alle fiamme molte case e sono catturati molti cittadini. Sono respinti due suoi assalti alle mura cittadine. Genova, alla fine, scende a patti con i Visconti, riconoscendo loro la somma di 4000 ducati ogni anno e 400 balestrieri, pagati dal comune, per combattere al loro servizio. Solo allora la Compagnia di San Giorgio abbandona la Liguria per trasferirsi in Toscana.

Mar. apr.Comp. venturaSienaToscana

Si unisce con Giovanni Acuto e Giovanni d’Asburgo per un’incursione nel senese. Ad aprile i senesi gli inviano contro numerose truppe con le quali ha alcune scaramucce; si colloca a San Galgano ed infesta il territorio per venti miglia. Raggiunge un accordo con il comune ed ai tre condottieri sono consegnati 10500 fiorini e molti carri pieni di armature e vettovaglie. Il giorno stesso in cui è raggiunto l’accordo alcuni suoi emissari si recano a Siena mentre suoi uomini cavalcano fino a Santa Maria di Pilli dove derubano parecchi cittadini e fanno prigionieri gli ambasciatori del comune. Nascono tumulti in Siena;  in essi sono feriti ed uccisi alcuni venturieri ai suoi ordini: sono restituite le prede del giorno che vengono  riscattate dal comune. L’Asburgo rilascia quietanza. A metà mese il papa Urbano V scaglia contro la compagnia la più violenta maledizione che sia mai partita da Avignone, in modo da fare comprendere a tutti che la pazienza sia ormai finita e che la misura sia colma. Il pontefice invoca contro i membri di essa la vendetta divina e quella dell’ arcangelo Michele sterminatore; nello stesso tempo dichiara incorsi nella scomunica tutti coloro che continuino a prestare servizio nella compagnia o comunque le prestino favore;  viene accordata l’indulgenza plenaria dei peccati a quanti prendano le armi contro i venturieri e muoiano per la santa impresa.

Mag.Comp. venturaC. di CastelloUmbriaStaziona nel tifernate a Certaldo. Invade le terre del ducato di Spoleto e quelle del Patrimonio presso Orvieto.
Giu.Comp. venturaUrbino CamerinoMarche ed Umbria

Ai primi del mese lascia il contado di Città di Castello e si dirige verso Urbino con Maghinardo degli Ubaldini. Viene segnalato nel Piceno. E’ allertato nei suoi confronti  il rettore del ducato di Spoleto Blasco di Belviso. Il papa si rivolge alla regina di Napoli Giovanni d’Angiò, a Giovanni Visconti da Oleggio, a Niccolò d’Este, a Galeotto Malatesta ed a Ugolino da Montemarte affinché uniscano le loro forze per combattere i venturieri. A fine mese il Visconti ritorna nel territorio di Città di Castello con l’Acuto, il Baumgarten e Giovanni d’Asburgo.

Lug. sett.Comp. venturaPerugiaUmbria

Punta su Perugia e Todi; si muove  nell’orvietano per due mesi. A metà settembre viene costituita una lega per contrastare le compagnie di ventura. Subito Firenze dichiara espressamente di non considerare ostili le compagnie di Ambrogio Visconti, di Giovanni Acuto, di Giovanni d’Asburgo e quella di Anichino di Baumgarten.

Ott.Comp. venturaChiesaUmbria

Si collega con l’Acuto;  è assalito e sconfitto di notte a Casaglia, presso Orvieto,  da Ugolino e da Francesco da Montemarte: nello scontro è catturato Ugolino Ethon. Promette di sgomberare lo stato della Chiesa. Si dirige verso le Marche, dove fa ribellare Castel Durante (Urbania).

1367
Gen.Marche

Le autorità marchigiane sono informate di un suo prossimo passaggio nella regione con parte della sua compagnia per trasferirsi nel regno di Napoli per condursi al servizio del duca d’Andria.

Mar.Comp. ventura

Comp. ventura

Genova

Siena Perugia

Liguria Toscana ed Umbria

Occupa La Spezia; si accampa sotto Genova, compie nuove scorrerie con i Fieschi e gli Spinola e costringe la repubblica ad un accordo. Ritorna nel senese ed allerta i pisani. Quando le sue schiere sono rafforzate dal Giorgino e da Andrea di Belmonte assale Siena per la terza volta: sconfigge i senesi in battaglia campale a Montalcinello e cattura il capitano di guerra Ugolino da Savignano. Rientra nel tifernate (Città di Castello), dove fa molte prede e procura gravi danni al contado. Irrompe nel perugino e sconfigge i perugini a Ponte San Giovanni (tra i 1500 ed i 1800 sono i morti d’ambo le parti per il Muratori; per altre fonti, 200 morti e 1500 prigionieri). Lo scontro si svolge tra Brusa, Brosa ed il Chiagno, oppure presso il fiume San Giovanni.

Apr.Comp. venturaNapoli ChiesaMarche e Abruzzi

Si accampa tra Urbino e Fossombrone. Si separa dall’Acuto e si porta con 10000 uomini, tra fanti e cavalli, negli Abruzzi dove fa gravissimi danni. E’ affrontato a Sacco del Tronto da pontifici ed angioini che, comandati da Gomez Garcia e da Giovanni Malatacca, annientano i venturieri. Ferito, è catturato e trascinato in carcere a Napoli per essere rinchiuso in Castel dell’Uovo;  solo 2700 uomini sfuggono alla cattura ed alla morte. 600 prigionieri sono condotti a Roma. Di costoro, a fine maggio 1369, ne sopravvivono in carcere la metà; gli altri sono stati tutti impiccati o decapitati; i 300 prigionieri rimasti vivi  sono incarcerati prima nel castello di Marta nel lago di Bolsena ed a luglio saranno rinchiusi nella rocca di Montefiascone. Vi sarà un tentativo di evasione collettivo che si conclude con l’esecuzione dei rimanenti venturieri mediante strangolamento o decapitazione.

1370
………….Campania

Il Visconti dopo tre anni di carcere uccide il castellano e si mette in salvo con tutti coloro che sono stati imprigionati con lui; secondo un’altra versione, si mette in salvo con un famiglio dopo avere corrotto le guardie.

Ago.MilanoLegaEmiliaLiberatosi, ritorna a combattere per il padre contro le truppe della lega antiviscontea. Cavalca con 2000 uomini nel bolognese.
1371
Apr. mag.Emilia

E’ nominato governatore di Parma. Esce dalla città con 500 lance alla volta di Reggio Emilia ove Feltrino Gonzaga è assediato dagli estensi nel castello. Vi è fatto entrare e da qui irrompe nella città; si ritira solo con l’arrivo di Lucio Lando: prima di partire saccheggia Reggio Emilia per alcuni giorni non risparmiando chiese ed ospedali. Con l’acquisto della città da parte del padre Bernabò per 60000 fiorini ne   prende possesso a metà maggio facendosi consegnare le chiavi della cittadella e quelle delle porte di Santo Stefano e di Santa Croce. Le truppe della lega si ritirano verso Modena. Con la partenza di Lucio Lando impedisce ai suoi uomini di muoversi per la città ed uccide un inglese che disubbidisce al suo ordine;  riscatta i beni degli abitanti dai venturieri di Lucio Lando e li restituisce ai loro legittimi proprietari.

Ago.Emilia

In soccorso di  Manfredino da Sassuolo; devasta i contadi di Modena e di Ferrara; entra per le paludi a Stellata, giunge alle Doccie di Bondeno e da qui tocca il borgo di San Giacomo di Ferrara. Si ritira appena sente la chiamata alle armi  con le campane; a Finale Emilia con un grande bottino e 300 o 600 prigionieri.

Ott.EmiliaE’ inviato dal padre presso  l’Acuto per convincerlo a riconoscere al marchese di Mantova Ludovico Gonzaga il risarcimento dei danni effettuati dai soldati del condottiero inglese alla popolazione di Guastalla.
1372
……………..Emilia

Attacca ancora il modenese con Manfredino Pio e Manfredino da Sassuolo. Assedia Correggio ed attende a rafforzare la bastia di Cesio verso Modena.

Apr.Emilia

Si accorge che le forze avversarie si sono fermate sul Secchia di fronte ad una bastia; approfitta del fatto ed organizza una rapida scorreria sino a Pieve di Sant’Andrea.

Giu.Emilia

Si collega con l’Acuto (800 lance) ed insieme battono i collegati cui catturano 700 cavalli e 1000 fanti; sono fatti prigionieri Francesco e Guglielmo da FoglianoGiovanni di Rod. Il primo dei da Fogliano viene impiccato ad un merlo delle mura di Reggio Emilia. Si alleano con i viscontei i da Correggio; il Visconti  ottiene in tal modo i castelli di San Polo d’Enza e di Correggio.

Lug.MilanoMonferrato Conte SavoiaPiemonte

E’ inviato dal padre con l’Acuto in soccorso dello zio Galeazzo Visconti ai danni del marchese di Monferrato e del conte Amedeo di Savoia. Assale Asti; con la cattura di Jacopo dal Verme a Malemont sfida a battaglia gli avversari con l’Acuto e Francesco d’Este. Lo scontro non ha luogo per le divergenze che dividono i tre condottieri viscontei i quali non riescono a mettersi d’accordo sulla scelta  del terreno. Compie una sortita nel campo avversario; i sabaudi contrattaccano e lo respingono oltre il Tanaro. E’ stipulata infine una tregua tra le parti per cui può ritornare a Reggio Emilia.

Sett.EmiliaSi incontra nuovamente a Collecchio con l’Acuto; lo convince  a rimanere al soldo dei Visconti alle solite condizioni con rinuncia alla sua pretesa di aumento della condotta.
Nov.MilanoLegaEmilia

L’Acuto passa  agli stipendi dei pontifici e scorre nel piacentino; il Visconti, a sua volta, all’insaputa del padre (così almeno si vuole far credere) effettua analoga incursione nel bolognese; compare all’ improvviso sotto le mura di Bologna davanti alla Porta di San Felice alla cui difesa si trovano solo dieci cavalli. Si ritira a Borgo Panigale e, da qui, depreda per otto giorni il contado  sino ad Imola senza trovare opposizione in alcuno. I danni arrecati sono valutati in 400000/ 600000 fiorini, compresa la razzia di tremila buoi.

1373
Gen.Emilia

Rinnova l’aggressione a Bologna;  rimane due settimane accampato nei pressi della città. Al ritorno le sue genti, cariche di bottino, sono attaccate mentre sta attraversando il Panaro, nei pressi di Crevalcore, dal legato pontificio Pietro di Bourges,  dall’Acuto e da Ugolino da Savignano. Ha la peggio con la perdita di molti uomini tra morti (500) e prigionieri (1500). Secondo le cronache bolognesi gli uccisi tra i viscontei sono 2000 di cui gran parte muore annegata nel tentativo di attraversare il fiume.

……………..Lombardia

Staziona a Bergamo con 300 lance per fronteggiarvi l’avanzata di Amedeo di Savoia.

Lug. ago.Lombardia

Entra nelle vallate bergamasche per domare  una rivolta istigata dalla fazione guelfa. Fa incendiare il monastero di Pontida, Caprino Bergamasco, Gronsalega. Ad agosto irrompe nuovamente nella Valle di San Martino;  cavalca verso Caprino Bergamasco senza particolari misure di sicurezza. Affrontato dai valligiani nei pressi, cade in un’ imboscata, ripara ad Opreno. E’ ucciso in tale località da un colpo di lancia assieme con molti nobili ed uomini d’arme del suo seguito quali Ludovico da Correggio. E’ sepolto a Bergamo con solenni esequie. Per rappresaglia Bernabò Visconti fa dare alle fiamme l’abbazia di Pontida dove si sono raccolti i rivoltosi: incendi, massacri, torture a non finire e  durissime tassazioni sono la vendetta del signore di Milano.

 CITAZIONI        

-“Per alcuni anni le compagnie di Acuto e di Ambrogio Visconti furono le più potenti forze militari indipendenti della penisola. Quando operavano unite, infatti, risultavano pressoché irresistibili e volta a volta ne fecero triste esperienza Genova, Siena e Perugia. Ma quando agivano separatamente diventavano più vulnerabili e così il Visconti fu sconfitto da un esercito congiunto di Napoli e del papa e da ultimo finì ucciso, nel 1374, in uno scontro con dei contadini nelle vicinanze di Bergamo.” MALLETT

-“Costui era grandissimo valente homo.” CORPUS CHRONIC. BONOMIENSIUM

-“Diventò uno degli uomini più celebri per le sue estorsioni e pel numero de’ paesi che devastò.” LITTA

-“Costui fu molto esperto e valoroso nell’armi, e fece di gran prodezze.” MORIGI

-“Hic erat triginta annorum, vel circa, quem omnes sui amabant, hostes timebant; in suos verbis et opere appaludebat, in hostes bellicosissimus apparebat.” GAZATA

-“Un des meilleurs chefs sur qui Bernabò (Visconti) put compter.” LABANDE

-“Ambroxio, cavaliere valoroxo,/ In quella valle unde (sempre) se fa male/ Accidere se fe(ci) quel(lo) doloroxo.” Da un lamento per la sua morte riportato da MEDIN-FRATI

-Scontro con i pontifici a Sacco del Tronto con pontifici ed angioini “Multo vigorosamente in campo commattero:/ La Conpagnia de missere Amorosino el canpo perdero,/ E la jente de madamma (Giovanna d’Angiò) la vettoria avero./ Non ne campone nulla che non fosse pilliatu,/ e missere Amorosino a Napoli gio legatu,/ Che per lu granne senescalcu a madamma fu datu,/ Che lu facesse salire a pattu menatu./ Li autri presioni a Roma tutti mandone./ Al papa Urbano tutti li presentone;/ nella bocte de Termoli illu lo jodicone;/ E delle loro peccata locu li judicone.” A. DI BUCCIO

-“Ambrogio Visconti, a bastard son of that amazing Milanese family, was a comrade and rival of the foreigner Hawkwood.” NICOLLE

-“La figura di Ambrogio è emblematica di un momento di transizione nella storia militare della penisola: la sua carriera fu breve ma intensa e si pose a metà tra quella tipica di un combattente professionista e quella politico-militare di rampollo di una delle più importanti casate di di potere in tutta Italia. Egli godette indubbiamente di alcuni margini di autonomia nella scala degli obiettivi, ma per la maggior parte, la sua azione fu diretta dal padre e volta a favorire la politica espansionistica viscontea.” BORTOLUZZI

-“Pessimo soggetto, anima dannata del padre, rotto ad ogni nequizia e capace d’ogni impresa più disperata, il quale aveva a’ suoi ordini la compagnia di ventura detta di S. Giorgio, resasi.. tristemente celebre per le infamie commesse.” DONAVER

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