Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
A – B – C – D – E – F – G – H – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – W – X – Z
Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
ALESSANDRO VITELLI Di Città di Castello. Figlio naturale di Paolo Vitelli; fratello di Niccolò Vitelli; padre di Paolo Vitelli; zio di Chiappino Vitelli, Adriano Baglioni ed Astorre Baglioni.
Conte di Montone. Signore di Montone, Citerna e di Amatrice.
1500 – 1554
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1514 | |||||
Ago. | Umbria | Viene ospitato a Perugia con il fratello Niccolò dal congiunto Gentile Baglioni. | |||
1520 | |||||
Giu. | Umbria | Si incontra a Perugia con Gentile Baglioni allo scopo di valutare le conseguenze della morte a Roma di Giampaolo Baglioni. | |||
Giu. | Umbria | Si incontra a Perugia con Gentile Baglioni per valutare le conseguenze della morte a Roma di Giampaolo Baglioni. | |||
1521 | Firenze | Francia Venezia | 25 cavalli leggeri | ||
1522 | |||||
Gen. | Perugia | Comp. ventura | Umbria e Toscana | Difende Perugia dall’ attacco portato da Malatesta e da Orazio Baglioni, coadiuvati da Francesco Maria della Rovere e da Camillo Orsini. Esce dalla città per una scorreria ed è sorpreso e messo in fuga a Civitella d’Arno: rientra in Perugia passando per Ponte Val di Ceppi. Viene costretto a lasciare la città con Gentile Baglioni. Negli stessi giorni aiuta Braccio, Galeazzo e Sforza Baglioni ad uccidere nei pressi di Perugia tre figli di Giovanni Orso da Montesperelli che, già confinati a Città di Castello, hanno ottenuto il permesso di rientrare nel capoluogo. A fine mese si collega con Giovanni dei Medici e Guido Vaina per contrastare il della Rovere ed Orazio Baglioni nel loro sforzo di avere Siena. | |
……………. | Ha il comando della guardia personale del cardinale Giulio dei Medici (il futuro papa Clemente VII). | ||||
1526 | |||||
Giu. | Chiesa | Impero Colonna | 100 cavalli leggeri | Emilia | Fa parte delle Bande Nere di Giovanni dei Medici. Fronteggia gli imperiali a Piacenza. |
Lug. | Lombardia | Al campo di Lambrate. E’ ferito ad una gamba da un colpo di archibugio in una sortita degli avversari usciti da Milano. | |||
……………. | Lazio | Affronta i colonnesi. | |||
1527 | |||||
Gen. | Lazio | Renzo di Ceri lo destina alla difesa di Frosinone con Giovambattista Savelli e Pietro da Birago (1800 fanti) per impedire un attacco da sud allo stato della Chiesa da parte del viceré di Napoli Carlo di Lannoy. Al comando di 300 fanti, e di parte dei cavalli leggeri, esce dalla città con i due capitani per cogliere alla sprovvista ad Arnara 500 fanti spagnoli: nello scontro sono uccisi 80 fanti nemici con il capitano Peralta; numerosi sono i prigionieri. I pontifici si impossessano pure di due insegne. | |||
Giu. ago. | Lazio ed Umbria | Con il ritiro a Monterosi delle truppe francesi e veneziane abbandona l’esercito confederato e passa con Piermaria dei Rossi e 200 cavalli leggeri dalla parte degli imperiali. A metà luglio si trova a Foligno. Ad agosto è segnalato nei pressi di Todi; con Piermaria dei Rossi cattura in un agguato Bino Mancino Signorelli con 20 cavalli. | |||
Sett. | Umbria | Sempre con Piermaria dei Rossi (200 cavalli e 400 fanti) si asserraglia nell’ abbazia di San Pietro Bovario (San Pietro in Valle) vicino a Trevi: viene qui attaccato dal marchese di Saluzzo, da Francesco Maria della Rovere e da Federico Gonzaga da Bozzolo con 400 cavalli e 1500 fanti. Il Vitelli spedisce 150 archibugieri al saccheggio di un vicino castello; gli avversari approfittano della loro assenza e, con un lungo attacco notturno, lo costringono alla resa a patti. E’ condotto a Ponte San Giovanni perché ferito da un colpo di archibugio che gli ha storpiato un braccio. | |||
1528 | |||||
Mag. | Puglia | Agli ordini di Pier Luigi Farnese difende invano Manfredonia dagli attacchi di Camillo Orsini. Nel periodo con il fratello Niccolò ottiene dal papa Clemente VII il titolo di vicario perpetuo di Montone. | |||
1529 | |||||
Ago. | Impero | Firenze | Toscana e Lazio | Scorta da Piombino a Roma i cardinali dei Medici e Farnese (il futuro Paolo III). Si unisce con 3000 fanti alle truppe del principe d’ Orange nella sua spedizione contro Firenze (nel complesso 300 lance, 500 cavalli leggeri, 2500 fanti tedeschi, 2000 fanti spagnoli, 3000 italiani). | |
Ott. | Toscana | Assedia Poppi con Sciarra Colonna. Si accampa nel convento francescano di Certomondo; conquista il castello a seguito di una serie ripetuta di attacchi; si trasferisce all’ assedio di Firenze. Colloca il suo campo a Giramonte. E’ ancora ferito ad un ginocchio da una palla di archibugio durante una sortita degli avversari capitanati da Marzio Orsini. | |||
Nov. dic. | Toscana | Esce da Arezzo per frenare le incursioni di Napoleone Orsini: lo incontra in segreto a Monterchi. Assale tale località dopo essersi fatto inviare da Città di Castello 5 pezzi di artiglieria. Ottenuta la resa a patti dei difensori a dicembre si volge su Anghiari; cade in un’imboscata. L’arrivo della cavalleria imperiale mette in fuga gli avversari (150 cavalli e 700 fanti). Tra i fiorentini sono uccisi 2/3 cavalli leggeri e 16/20 fanti; tra gli imperiali vengono catturati 50 archibugieri. In pochi giorni il Vitelli ottiene a patti anche Anghiari e Pieve Santo Stefano. A fine mese con il conte Francesco di Bevignano (alla testa di 150 cavalli e di 3000 fanti) mette a sacco e dà alle fiamme alcuni villaggi presso Borgo San Sepolcro (Sansepolcro) tra i quali Trebbio, San Martino e San Patrignano. Ventiquattro campane sono condotte ad Arezzo: il loro bronzo è utilizzato per fondere cannoni. | |||
1530 | |||||
Gen. feb. | Toscana ed Emilia | Assale Montepulciano. A febbraio irrompe nel contado di Volterra con il commissario ecclesiastico Taddeo Guiducci alla testa di tredici compagnie di soldati. Gli si arrendono Sansepolcro, Montepulciano e tutti i castelli della Valdarno e della Val di Chiana dopo avere messo a ferro e fuoco ogni cosa. Scorre nel territorio; perde parecchi giorni a Sant’ Anastasio, mette a sacco Villamagna ed altri castelli che mette a ferro e fuoco. Sempre in tale mese si porta a Bologna per assistere all’incoronazione imperiale di Carlo V in San Petronio. | |||
Mar. | Toscana | Chiede la resa di Volterra tramite Roberto Acciauoli; ne viene respinto da Francesco della Brocca. Si avvicina al Cecina, espugna San Dalmazio ed attacca il castello di Pomarance dove si trova una grande quantità di bestiame: i suoi uomini ne sono respinti dagli abitanti. | |||
Apr. | Toscana | Sosta a Laiatico, spinge parte delle sue bande ad Orciatico e a Chianni; lascia 200 fanti sotto Volterra, prende la via della Val d’Elsa, raggiunge Santa Maria a Monte. Si muove alla volta di Poggio per Ponte a Signa; si unisce con Fabrizio Maramaldo e penetra in Volterra con il favore degli abitanti. Ne assedia la rocca e vi predispone attorno archibugieri e piccole artiglierie; fattovi rimanere un presidio agli ordini dei fuoriusciti senesi Giovambattista e Carlo Borghese punta su Pistoia al fine di prestare soccorso ai filomedicei Panciatichi. Volterra viene recuperata da Francesco Ferrucci. | |||
Mag Giu. | Toscana | Il marchese di Vasto Alfonso d’Avalos lo spinge con Diego Sarmiento (1500 fanti italiani, 2000 spagnoli, 1500 cavalli e sei pezzi di artiglieria) ad attaccare Empoli difesa da 600 fanti. Si colloca con i fanti italiani di fronte alla chiesa di Santa Maria; gli spagnoli irrompono nel centro, Alessandro Vitelli li segue con i suoi uomini quando il sacco è stato quasi del tutto ultimato. Forse i commissari Andrea Giugni e Pietro Orlandini si sono venduti agli imperiali: certo è che Empoli cade senza opporre resistenza e che il Giugni e l’Orlandini sono dipinti a Firenze come traditori. | |||
Lug. | Toscana | A Fucecchio. E’ contattato dai Panciatichi per combattere nel pistoiese i Cancellieri fautori della causa fiorentina. A Pistoia è raggiunto da un ordine del principe d’Orange di prendere ai suoi ordini alcuni spagnoli che si sono ammutinati ad Altopascio. Riconduce costoro all’ obbedienza con la speranza di sconfiggere i fiorentini capitanati da Francesco Ferrucci e da Giampaolo di Ceri. | |||
Ago. | Toscana | Tallona gli avversari con il Maramaldo. Prende parte alla battaglia di Gavinana (tra gli imperiali 7000/8000 fanti e 400 lance, contro 3000 fanti e 400 cavalli dei fiorentini): spunta alle spalle e sulla destra degli avversari con le bande dei Panciatichi comandate da Niccolò Bracciolini. Lo scontro è incerto; muore il principe d’Orange per due colpi di archibugio ed anche il Maramaldo è respinto; giungono in aiuto 2000 lanzichenecchi, lasciati di riserva. Con costoro e le truppe dello stesso Maramaldo, il Vitelli unito si avventa sulla retroguardia fiorentina comandata da Giampaolo di Ceri. E capovolto l’esito della battaglia. Sono catturati il Ceri ed il Ferrucci: quest’ultimo è ucciso, o fatto uccidere, dal Maramaldo. Con la vittoria si sposta a Pisa con lo stesso Maramaldo e Cucchero Albanese: Michele di Montopoli esce dalla Porta di San Marco e respinge gli attaccanti. Il Vitelli si trasferisce di nuovo nel pistoiese; a metà mese presenzia a Santa Maria a Montici alla firma dei capitolati di resa della repubblica stipulati tra Malatesta Baglioni da un lato ed il capitano cesareo Ferrante Gonzaga con il commissario generale del papa Baccio Valori dall’altro. | |||
Sett. | Toscana | A Firenze al momento della partenza dalla città del Baglioni. Le sue squadre non tardano a scontrarsi con quelle perugine guidate da Braccio Baglioni e quelle di Pirro Colonna. Di seguito rimane per qualche tempo alla guardia di Pistoia. Nell’anno sposa Angela dei Rossi, figlia di Troilo e vedova del cugino Vitello Vitelli. | |||
1531 | Firenze | Toscana | A Pistoia. Alcuni suoi soldati derubano di un sacco di legumi un servitore del capitano Giovanni Scarfavitoni con il quale sono a pranzo due giovani della famiglia Brunozzi. Questi ultimi percuotono i soldati; il Vitelli si infuria e vuole vendicare l’affronto. Si incontra con Ansideo Panciatichi e chiede la consegna dei Brunozzi, seguaci di quest’ultimo. Il Panciatichi si adira a sua volta e mette mano alla spada; solo l’intervento di Atto Bracciolini salva la vita al Vitelli. I Panciatichi si sollevano ed il condottiero è costretto a fare presidiare il Palazzo dei Priori da 200 suoi armati. | ||
1532 | 1000 fanti | Toscana | Si pone al servizio del duca Alessandro dei Medici di cui diviene in pratica il braccio destro. I suoi soldati si prendono a Firenze tutte le licenze possibili. | ||
1533 | Toscana | Ha l’incarico di arrestare Filippo Strozzi: riesce a dissuadere il duca dal portare a termine questo disegno. | |||
1534 | Toscana | Alla morte del papa Clemente VII rafforza le guarnigioni del ducato di Firenze per prevenire eventuali disordini ai danni dei Medici. Sempre nell’anno, su ordine del duca, fa eseguire la costruzione a Firenze della Fortezza da Basso avvalendosi dell’operato degli ingegneri Pietro Francesco da Viterbo ed Antonio da Sangallo il Giovane. | |||
1535 | Toscana e Umbria | Su istigazione di Alessandro dei Medici organizza l’assassinio del cardinale Ippolito dei Medici che avviene materialmente per veleno ad Itri ad opera di Giovanni Andrea di Borgo San Sepolcro. In questi anni dimora abitualmente a Città di Castello dove prende parte alla vita pubblica. | |||
1537 | |||||
Gen. mar. | Toscana | E’ ucciso il duca di Firenze Alessandro dei Medici. Alla notizia lascia Citerna, dove si trova al momento, ed entra in Firenze con molti soldati del Mugello fedeli a casa Medici. Fa mettere a sacco la casa di Cosimo dei Medici e quella dell’uccisore del duca Lorenzino dei Medici. Agli inizi propende per fare ascendere al ducato il figlio di Alessandro dei Medici Giulio, di tre anni, poi Ottaviano di cui è molto amico; alla fine propende per Cosimo dei Medici che scorta a Firenze con 500 fanti. Occupa la cittadella a nome dell’imperatore e vi fa entrare Otto da Montauto con 100 archibugieri; quest’ultimo ne espelle il connestabile precedente Paolantonio da Parma. Il Vitelli ospita la vedova del duca Margherita d’Austria, figlia naturale di Carlo V; costringe a fuggire da Firenze il cardinale Salviati intenzionato a ridurre i poteri a Cosimo dei Medici. Il Vitelli accerchia il suo palazzo e lo fa devastare dai suoi armati. Saccheggia anche il palazzo del duca defunto; si trattiene una parte dei denari mentre un’altra parte va ai soldati il cui comportamento, peraltro, è ritenuto intollerabile dalle autorità. Il bottino complessivo è valutato in 300000 scudi dei quali 60000 in contanti. Sono necessari più giorni per trasportare a Citerna (di cui Alessandro Vitelli è stato infeudato da Clemente VII) su muli le sue prede. Imbaldanzito per il suo potere, tratta in maniera arrogante il nuovo duca, invia a Pistoia il cognato Niccolò Bracciolini (dei Panciatichi) a governare la città, alimenta le lotte di fazione a Città di Castello ed a Sansepolcro con l’obiettivo di insignorirsi delle due località alla prima occasione. | |||
Apr. | Toscana | Si dirige a Sansepolcro ed a Anghiari, minacciate da possibili incursioni dei fuoriusciti di Piero Strozzi. | |||
Apr. | Toscana | Si dirige a Sansepolcro ed a Anghiari minacciate da possibili incursioni dei fuoriusciti di Piero Strozzi. | |||
……………… | Toscana | Tratta con l’ambasciatore spagnolo a Roma per mantenere la cittadella di Firenze a nome dell’ imperatore; consegna agli imperiali le rocche di Livorno e di Pisa. Tenta di convincere Filippo Strozzi, da cui è legato da vincoli di parentela e di amicizia, a non arrischiare azioni offensive ai danni del ducato. | |||
Lug. | Firenze | Fuoriusciti | Toscana | Informato da Niccolò Bracciolini dei tentativi di Piero Strozzi di unirsi con i Cancellieri, con Pirro Colonna e Rodolfo Baglioni esce da Firenze con 3000 fanti spagnoli comandati da Diego Sarmiento, 2 insegne di fanti tedeschi e molti cavalli. Fa riposare le truppe a Prato. Invia in avanscoperta il Pozzo con la sua compagnia di cavalli. | |
Ago. | Toscana | Giunge in gran silenzio a Montemurlo proprio quando lo Strozzi se ne sta allontanando per puntare su Pistoia: assale il castello in cui si sono rinchiusi, tra gli altri, Filippo Strozzi, Bartolomeo Valori ed Antonfrancesco degli Albizzi. Ne incendia la porta e costringe i fuoriusciti alla resa. Il Vitelli rientra a Prato ed a Firenze con i prigionieri. Dà speranze a Filippo Strozzi (che gli si è arreso nelle sue mani) di salvargli la vita, lo tratta con liberalità; gli vengono consegnate forti somme di denaro. Un analogo trattamento riserva per Baccio Valori con il quale è legato da una vecchia amicizia. Rifiuta di rilasciare Filippo Strozzi in potere del duca in quanto pretende (si dice) una taglia di 80000 scudi. Consegna, al contrario, Baccio Valori alle autorità. Costui sarà decapitato a fine mese, con altri fuoriusciti, a Firenze nel cortile del Palazzo del Bargello. | |||
1538 | |||||
……………… | Toscana | E’ convinto dall’inviato dell’imperatore Lopez Hurtado de Mendoza a consegnare al duca anche Filippo Strozzi e la fortezza di Firenze in cambio di 25000 ducati e del feudo di Amatrice nel regno di Napoli (rendita annua di 3000 scudi). Cosimo dei Medici gli toglie, infine, ogni incarico a favore di Giovanni di Luna. Il Vitelli passa al servizio del papa Paolo III. | |||
Nov. | Chiesa | Urbino | Umbria | Contrasta il duca di Urbino Guidobaldo della Rovere nella guerra di Camerino. | |
1540 | |||||
Mag. | Chiesa | Perugia | Umbria | Combatte Perugia nella cosiddetta guerra del sale. E’ inviato contro la città con il vescovo di Casale Bernardino della Barba alla testa di 8000 fanti italiani, 4000 spagnoli ed 800 tedeschi. Giunge a Ponte San Giovanni ed assedia Torgiano. | |
Giu. | Umbria | Si avvia a Ponte Pattoli: mentre i suoi soldati sono impegnati nel saccheggio del territorio costoro sono sorpresi da un attacco di Pantaleone da Perugia che mette lo scompiglio tra le sue truppe. Rodolfo Baglioni, che si è alla difesa della città, viene in breve tempo costretto ad arrendersi a discrezione. Il Vitelli entra in Perugia con Pier Luigi Farnese; cerca un pretesto per mettere a sacco la città: Girolamo Orsini e Niccolò da Tolentino ostacolano i suoi piani. Rientra a Città di Castello portando con sé una lumiera posta sulla porta del Palazzo dei Priori. | |||
……………… | Umbria | A Perugia con il compito di costruirvi una nuova cittadella al posto delle case dei Baglioni e di molte altre abitazioni. A settembre, in Città di Castello, ha il permesso di edificare alcune cascine e stalle per bovini fuori città di fronte alla piccola porta del cassero. In cambio cede delle abitazioni che possiede in città. | |||
1541 | |||||
Feb. | Umbria | Alla guardia di Perugia con 500 fanti. | |||
Giu. | Chiesa | Colonna | Lazio | Fronteggia Ascanio e Fabio Colonna; con il Farnese prende parte agli assedi di Marino e di Paliano; vengono in suo potere tutte le terre che Ascanio Colonna possiede nello stato della Chiesa. Cattura Lucio Savelli nelle vicinanze di Paliano; sconfigge con il Farnese a Monte Cambrito 700 fanti usciti da Genazzano; entra in Rocca di Papa che è stata espugnata dal Bombaglino. | |
1542 | |||||
Giu. | Impero | Impero Ottomano | Emilia | Staziona nel modenese a San Martino: le autorità del capoluogo gli fanno avere in dono due botti di vino, sedici stara di spelta, cento salami, due vitelli e quattro fiaschi di malvasia affinché attraversi il territorio senza procurare danni. Viene inviato con 3000/3500 fanti in ausilio dell’arciduca Ferdinando d’Austria per affrontare i turchi in Ungheria. | |
……………… | Ungheria Austria Umbria | Agli ordini di Gioacchino di Brandeburgo partecipa all’ attacco di Pest. E’ gettato un ponte sul Danubio; ha il compito di impadronirsi dell’isola di Sant’Andrea mentre Gian Giacomo dei Medici deve occupare l’isola di Santa Margherita. I turchi escono da Buda, assalgono i suoi fanti e gli infliggono notevoli perdite. Delibera di preparare un’imboscata ai nemici: la trappola scatta a seguito di un nuovo attacco proveniente dalla città con il soccorso della cavalleria. Si ritira simulando di essere impaurito, gli spagnoli di Pietro Pereno escono dall’agguato, la fanteria del Vitelli si spinge in avanti con gli archibugieri in mezzo ai nemici con i cavalli ungheresi ed i fanti tedeschi. Si contano tra i turchi 400/500 morti, di cui 100 appartengono al corpo dei giannizzeri. Il Vitelli si segnala nel combattimento per il suo valore rilevato, nella stessa occasione, anche dai capitani ottomani. Gli imperiali battono le mura di Buda con 40 pezzi di artiglieria; il Vitelli chiede di essere il primo a portare l’assalto con le milizie di Filippo Tornielli. Gli italiani sono respinti con molte perdite anche per il mancato sostegno dei fanti tedeschi e degli ungheresi. 700 sono i morti tra gli uomini delle sue compagnie, ancor più numerosi sono i feriti dei quali moltissimi moriranno nell’autunno durante il viaggio di ritorno in Italia; altri ancora si ammalano nel passaggio delle Alpi prima di arrivare a Villach. Alla partenza l’arciduca Ferdinando d’Austria dona al Vitelli ed al suo tesoriere Giovanni Angelo dei Medici alcune tazze dorate. A Città di Castello giunge con la metà degli effettivi con i quali ha lasciato la località mesi prima. | |||
1543 | |||||
……………. | Lazio | A Roma per seguire la costruzione del tratto di mura che congiungono Trastevere con il Borgo Leonino. | |||
Lug. | Emilia ed Umbria | Si incontra a Busseto con l’imperatore Carlo V. Rientra a Perugia. | |||
1544 | |||||
Sett. dic. | Umbria | E’ segnalato sempre a Perugia. A dicembre gli è accordato in Città di Castello il permesso di costruire un palazzo nella piazza grande e di acquistare due botteghe da abbattere per farlo più grande. | |||
1546 | |||||
Lug. | Impero | Protestanti | Emilia Lombardia Trentino A. Adige Germania | Raduna truppe a Modena da portare in Germania per combattervi le milizie della lega smalcaldica. Ha l’incarico di luogotenente del duca di Camerino Ottavio Farnese. Presenzia alla rassegna dei suoi uomini effettuata a Bologna vicino al ponte sul Reno fuori Porta San Felice; giunge in Germania toccando il ducato di Mantova, Bussolengo e Rovereto. In tale città è informato che gli sono state fatte sequestrare da Pier Luigi Farnese tutte le entrate dell’ abbazia di Chiaravalle della Colomba per il forte ritardo (alcuni anni) nel pagamento del censo. Risolta la vicenda a Trento, prosegue per il fronte. | |
Ago. | Germania | Con Giovambattista Savelli ha continue scaramucce con i protestanti della lega smalcaldica, giungendo un giorno a penetrare nel padiglione del duca di Sassonia di Sassonia Giovanni Federico. Partecipa alla battaglia di Nordlingen. Al comando della fanteria pontificia conduce un vano tentativo con il Savelli allo scopo di conquistare la pianura di Gerolfingen; si distingue a Ingolstadt dove conduce un’azione offensiva con lo stesso Savelli e Giovambattista Borghese. Attacca con 1600 fanti e 1600 cavalli il campo di Filippo di Assia: entra nottetempo, sempre con il Savelli, in una foresta vicina; all’alba si prefigge di penetrare al suo interno. Analogo obiettivo hanno gli uomini del duca di Sassonia che si sono accampati nei pressi dell’abbazia di San Vittorio. Alessandro Vitelli si colloca su un ponte di un affluente del Danubio. Nasce una scaramuccia al cui termine i fanti italiani ripiegano in un borgo ed i cavalli nelle immediate vicinanze. Rimasti isolati i soldati raggiungono il campo imperiale con una sortita. | |||
Sett. | Germania | Si muove in avanscoperta su Ulm con Giambattista Castaldo, Giulio Orsini, Pirro Colonna, Cesare da Napoli e Paolo Vitelli (600 archibugieri italiani e 60 cavalli leggeri). | |||
Ott. | Germania | Si accampa nei pressi di Wendingen. Assale Donauworth agli ordini di Ottavio Farnese; dispone di 10 pezzi di artiglieria, 2000 fanti italiani e 4000 tedeschi del colonnello di Schonburg. La guarnigione di 800 fanti abbandona il centro e ripara ad Augusta. Gli abitanti si arrendono a discrezione. | |||
……………… | Germania | Passa a Landshut; cominciano le diserzioni per il ritardo delle paghe; non riesce più a tenere a freno i suoi fanti nonostante la severità esercitata. Molti si ammalano e muoiono di stenti; numerosi sono quelli che vendono le loro armi ed i vestiti per sopravvivere. | |||
1547 | |||||
……………. | Germania | Affronta in Baviera le truppe della lega smalcaldica alla testa di 12000 fanti e 1000 cavalli. | |||
Sett. | Chiesa | Emilia | Rientra a Parma con Ottavio Farnese a seguito dell’uccisione di Pier Luigi Farnese, figlio del papa Paolo III. Ha l’incarico di luogotenente generale. | ||
Nov. | Emilia e Lazio | Lascia Parma per dirigersi a Roma con 60 cavalli. | |||
1548 | Lazio | Ha il compito di sorvegliare a Roma il buon andamento dei lavori del conclave. | |||
1551 | |||||
Giu. | Chiesa | Francia | Emilia | Contrasta Ottavio Farnese nella guerra di Parma. A Crevalcore per fare fronte alle scorrerie dello Strozzi; abbandona San Giovanni in Persiceto; ha numerosi scontri con la cavalleria francese. | |
Lug. | Capitano g.le artiglieria | Emilia | Si muove sotto Mirandola con 9000 fanti e 600 cavalli; vi assedia il Termes che ha a sua disposizione 4000 fanti e 600 cavalli. Dà alle fiamme i raccolti del contado. Si impossessa del campo di Sant’ Antonio con Camillo Orsini; a metà mese cattura tra Mirandola e Concordia Guglielmo Corso, Ludovico Carissimi, Collatino da Collalto ed Ottaviano da Thiene; lo stesso Orazio Farnese si salva a stento in un altro agguato che gli è stato teso da Vincenzo Nobili con 300 archibugieri e 100 cavalli. Su suo consiglio sono costruiti attorno a Mirandola quattro forti per tenere sotto pressione gli assediati ed ostacolare il loro vettovagliamento. | ||
Ago. | Emilia | Sfugge con difficoltà ad una sortita dei francesi una sera che si è fermato fuori dal forte di Sant’Antonio. Impedisce che Orazio Farnese lasci Mirandola per passare alla difesa di Parma; ha alcune grosse scaramucce con il Turchetto e Giovanni Gagliardo in cui tra i suoi uomini rimane ucciso il Chiappino. | |||
Sett. | Emilia | Cade con 50 cavalli e molti fanti in un’imboscata preparata dal Ravella presso le sue trincee: tra i pontifici sono uccisi 50 fanti e due cavalli leggeri. | |||
Ott. | Emilia | Con il capitano generale Giambattista del Monte viene posto in fuga dal Turchetto nelle vicinanze di Mirandola. Cerca di ricorrere ad altri mezzi pur di ottenere la resa degli avversari di cui non è capace a vincere la resistenza: fa disertare nel campo degli avversari un tamburino ed un bombardiere con lo scopo di dare fuoco alla santabarbara della fortezza. Costoro vengono scoperti e sono impiccati. Negli stessi giorni Giovanni Gagliardo fa prigionieri, poco lontano dal forte di Sant’Antonio, alcuni gentiluomini di Città di Castello usciti a caccia con il Vitelli: indignato ordina ai suoi di non fare più prigionieri e di passarli per le armi. Immediata è la replica degli avversari. | |||
Dic. | Emilia | Con Giambattista del Monte sorprende 200 soldati usciti per fare legna: costoro sono soccorsi dai cavalli del Turchetto ed ancora una volta le compagnie di Alessandro Vitelli devono arretrare. Cerca di razziare numerosi capi di bestiame al pascolo della Tagliata: insegue i guardiani e cade in un’ennesima imboscata da parte del Gagliardo dove i suoi fanti sono lasciati soli dalla cavalleria alla mercé degli avversari. | |||
1552 | |||||
Feb. mar. | Impero | Francia | Maestro g.le di campo | Toscana | Con la pace passa al servizio degli imperiali nella guerra di Siena. Ha il titolo di maestro generale di campo. Alla morte del viceré di Napoli don Pietro di Toledo ha il comando delle truppe con il figlio di quest’ultimo don Garcia di Toledo. Assale Follonica alla cui difesa si trova Sertorio da Thiene con 100 fanti. Ha a sua disposizione 1000 fanti con 3 pezzi di artiglieria. Dopo otto giorni ne ottiene la resa a patti, salve le persone ed i beni. Follonica viene invece messa a sacco ed il capitano avversario è incarcerato con 2 nobili senesi. Entra in Val di Chiana, si muove tra Borghetto e l’Ossaia, si impadronisce di numerosi castelli; si avvicina a Monticchiello da cui è inizialmente respinto da Adriano Baglioni e Clemente Monaldeschi. riportando forti perdite . A marzo, a causa della neve si deve ritirare con le sue truppe per qualche giorno. Ritorna sotto Monticchiello; il suo campo è caratterizzato da disordini e dalla scarsa disciplina dei suoi uomini, italiani, spagnoli e tedeschi, che prendono parte alle operazioni guerresche. A metà marzo riprende il fuoco dell’artiglieria ai danni della località. E’ respinto un nuovo attacco degli imperiali; escono dalla porta 300 fanti e sono uccisi altri 100 imperiali. La città viene ora bombardata da tre lati per più ore. Segue un ulteriore assalto. Il presidio si arrende a patti. Il Vitelli si sposta quindi all’assedio di Montalcino in cui si è rinchiuso Giordano Orsini. Ne intima invano la resa. Fa costruire trincee intorno al castello, colloca gli spagnoli verso Pienza, i tedeschi verso Montepulciano e gli italiani con l’artiglieria sulla strada per Chiusi. |
Apr. | Chiesa | Francia | Capitano g.le | Emilia | Ritorna ad assediare Mirandola; ha il comando delle truppe alla morte di Giambattista del Monte. Respinge una sortita dei difensori; tratta con gli avversari la pace a nome del papa e si adopera affinché i forti che sono stati abbandonati dai pontifici siano occupati dagli imperiali. Rientra in Toscana all’assedio di Montalcino. |
Mag. | Impero | Francia | Toscana | Si porta in una casamatta per controllare il tiro delle artiglierie; per poco non cade nelle mani di Giordano Orsini che è riuscito a conoscere in anticipo i suoi movimenti. | |
Giu. | Toscana | Vista l’inanità dei suoi sforzi deve lasciare l’assedio di Montalcino. Rifiuta il comando delle truppe medicee quando don Garcia di Toledo viene richiamato a Napoli per le minacce della flotta turca. | |||
1554 | Umbria | Ottiene in feudo Montone. Muore a Citerna. E’ sepolto nella cattedrale di Città di Castello con solenni esequie. In corrispondenza con Pietro Aretino e con Giorgio Vasari. Ritratto da quest’ultimo nella sala di Cosimo nel Palazzo Vecchio a Firenze. Affresco di Prospero Fontana nel salone del Palazzo Vitelli di Città di Castello, alla Cannoniera, fatto costruire nel 1530, in occasione delle sue nozze con Angela dei Rossi, vedova di Vitello Vitelli. La facciata è realizzata da Cristoforo Gherardi, forse su disegno del Vasari. Guglielmo Cerboni gli dedica il “De obsidione Tifernatium” di Roberto Orsi, stampato a Città di Castello da Antonio Mazzocchi e Niccolò Gucci. |
CITAZIONI
-“Capitano molto esperto.” SEGNI
-“Feroce e indefesso aiutatore di tirannicidi.” BONAZZI
-“Bellicoso e valente Capitano..E’ annoverato fra pochi valorosi Capitani d’Italia.” GIOVIO
-“Tratta l’armi con gran gloria.” ALBERTI
-“Che nelle guerre del suo tempo fu di gran stima e riputatione, e però molto grato all’imperatore.” MISSAGLIA
-“Guerriero sperimentato.” OROLOGI
-“Nelle occasioni tutte che in guerra se gli appresentarono, si portò così egregiamente, che acquistò nome dignissimo di Capitano..Non pugnò mai senza vincere e non vinse mai, senza esser non men del tempo, che de’ suoi nemici vittorioso. Era Alessandro di statura alta, di volto pallido, d’occhi e capelli castagnicci, di barba rossa.” ROSCIO
-“Capitano di molto nome e valore.” SANSOVINO
-“Famoso nelle guerre di quel secolo.” PROMIS
-“Honor e gloria della militia Italiana.” ULLOA
-“Hominem strenuum et militare gnarum.” A.M. GRAZIANI
-“Guerriere molto esercitato e cauto.” ADRIANI
-“Con riputazione di condottiere di gran valore e di gran sagacità.” LITTA
-“Condottiero di gran valore e di grande sagacità.” BOSI
-“Il quale fu nei suoi dì per prudenza e per virtù Capitano di guerra molto eccellente, e per la chiarezza dell’opre sue grandemente celebrato.” CIRNI
-“Espertissimo e molto valoroso nell’armi.” “…giovan pregiato/ de ogni virtù: d’ogni potentia adorno.” ROSEO
-“Sarà nominato sempre un glorioso splendor della militia Italiana.” RUSCELLI
-“Rozzo e imperioso soldato mercenario, solo avido di stipendi, legatissimo alla parte imperiale, di moralità estremamente dubbia, niente affatto ben visto in città (Firenze) né amico, per parte sua, dei Fiorentini di cui diffidava, non perdonando loro di aver mandato a morte, decapitandolo, suo padre Paolo Vitelli.” CANTAGALLI
-“Buon soldato vassallo.” GOSELLINI
-Con Giambattista Savelli, Sciarra Colonna e Piermaria dei Rossi “Tutti Colonnelli valorosissimi dell’Imperatore.” CARRARI
-“Era uomo d’azione, ma anche venalissimo. Egli non rendeva mai nulla se non al suono di molti ducati.” RENDINA
-Con Giovambattista Savelli “L’un e l’altro di questi Cavalieri degni per conseglio per valore e per isperentia di gradi supremi nell’armi.” CONTILE
-“Nelle occasion tutte, che in guerra se gli appresentavano, si portò così egregiamente, che acquistò nome dignissimo di Capitano..Era Alessandro di statura alta: di volto pallido, e capelli castagnicci: e di barba rossa.” CAPRIOLO
-“Famoso capitano di quei tempi.” LAZARI
-“Persona pratica nel mestiere della guerra.” G.A. PECCI
-“Era piuttosto un barbaro che un capitano di guerra…Saccheggiatore vile delle sue cose (di Cosimo dei Medici)..(l’) occupatore fraudolento della fortezza (di Firenze),..esattore avaro della taglia di Filippo Strozzi..rubatore impenitente di paghe di soldati finti.” BOTTA
-“…el degno, e gran signore/ Alessandro vitel tanto nomato.” Da “La rotta di Filippo Strozzi” in GUERRE IN OTTAVA RIMA
-“Uno dei più famosi capitani del secolo XVI, stette ai servizi dell’imperatore Carlo V in molte e specchiate imprese guerresche, ed in particolar modo nelle valide difese dello Stato di Toscana che gli era stato affidato per la morte del Duca Alessandro de Medici.” PANSA
Fonte immagine: wikipedia