Consulta l’Indice anagrafico dei condottieri di ventura
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Indice delle Signorie dei Condottieri: A – B – C – D – E – F – G – I – J – L – M – N – O – P – Q – R – S – T – U – V – Z
ALBERTO STERZ/ALBRECHT STERZ (Alberto Tedesco, Alburetto) Marchese. Di Colonia.
- 1366 (novembre)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
1360 | |||||
Mag. | Francia | Combatte in Francia nella guerra dei Cent’Anni. Con la pace di Brétigny entra a far parte della Grande Compagnia formata da soldati di ventura inglesi, guasconi e tedeschi che hanno combattuto in Francia al servizio degli inglesi. Altri cofondatori della compagnia sono i francesi Séguin de Badefol, Bernardo della Sala, gli inglesi Giovanni Acuto e John Verney, l’italiano Giovanni Guccio. | |||
………… | Francia | La compagnia si muove inizialmente nella Champagne ed in Borgogna, discende la valle del Rodano. A metà dicembre affianca Walter Lesley, Giovanni Acuto e Richard Musard nell’ occupazione di Port-Saint-Esprit a venticinque miglia da Avignone. | |||
1361 | |||||
Gen. | Comp. ventura | Chiesa | Francia | E’ minacciato in Avignone il papa Innocenzo VI. Alberto Sterz assedia la città con altri condottieri alla testa di milizie guascone e spagnole. Avuti 100000 fiorini si allontana dalla regione. | |
Estate | Monferrato | Milano Conte di Savoia | Francia Piemonte Lombardia | I pontifici spingono i venturieri a spostarsi in Piemonte per combattere i Visconti a favore del marchese del Monferrato Giovanni Paleologo. Nella marcia i resti della Grande Compagnia, che ora hanno assunto il nome di Compagnia Bianca o degli Inglesi (detta Bianca per il biancore delle armature dei componenti), dà alle fiamme i borghi di Marsiglia e procura gravi danni nel territorio; da Nizza si dirige verso il Piemonte. Superata la resistenza delle truppe del conte di Savoia Amedeo VI nelle Alpi Marittime , Alberto Sterz con i monferrini attacca Savigliano. Respinto, dilaga nel Canavese; si impadronisce di Rivarolo Canavese dopo averne scalate le mura. Messa a sacco la località punta su Ivrea; cattura il vescovo della città Pierre de la Chambre e ne ottiene un cospicuo riscatto. La compagnia si ferma nelle terre del conte di Savoia per quasi un anno. | |
Nov. | Piemonte | A fine mese con Giovanni Acuto, Andrea di Belmonte, William Folifet o Folifait, William Quarton stipula a Rivarolo Canavese una convenzione con il marchese del Monferrato. Si impegna a combattere ai suoi ordini fino al luglio dell’anno seguente. Nella compagnia vi sono 17 caporali (di cui 15 probabilmente inglesi) per un totale di 5500 cavalli e 2000 fanti. Tra i capitani vi sono veterani della guerra dei Cent’Anni quali l’Acuto, Roberto Canolles, Guyot du Pin, il Belmonte, Guglielmo Bosone, il Quarton, Giovanni Basino, Roberto di Thorborough, Tommaso di Bomont, Ugolino Ethon, Tommaso di Biston, Giovanni Borgelay, Tommaso Ludelay, Guglielmo Kerkebi, Rubino di Pingo, Guglielmo d’Arras, Guglielmo Filifet, Giovanni Stochland e Adam Scot. | |||
1362 | |||||
Mar. | Piemonte e Lombardia | Si muove contro Galeazzo Visconti secondo gli accordi. Si aggira nei pressi di Tortona e sui confini con il milanese. Sono incendiate o distrutte dai venturieri varie località del novarese quali Olengo, Mezzomerico, Pombia, Sologno, Morghengo, Bogogno, Romagnano Sesia, Fontaneto d’Agogna, Ghemme, Sizzano, Mandello Vitta, Mosezzo, Nibbia, Landiona. Oleggio viene rasa al suolo benché siano loro consegnati 1500 fiorini. Da parte loro gli avversari fanno terra bruciata davanti alle truppe di Alberto Sterz, rendendo impossibile ogni possibilità di trovare vettovaglie nel circondario; i viscontei si rinchiudono nelle fortezze evitando ogni scontro. La mancanza di rifornimenti e la peste, entrata nel campo dello Sterz già in Francia, lo costringono a desistere per qualche tempo dalle operazioni. Si dirige su Castelnuovo Scrivia. A fine mese irrompe nella città con l’aiuto di alcuni traditori. Sono commesse enormi atrocità da parte dei suoi uomini. Gli viene contro il conte Lando: quest’ultimo, tuttavia, si dimostra inoperoso e permettendo allo Sterz di ritirarsi in buon ordine. Rimane con i suoi uomini nei pressi di Tortona per tre mesi senza trovare contrasto nel conte Lando. | |||
Sett. | Piemonte | Lo affronta Luchino dal Verme che, seppure con scarsi mezzi (500 barbute), sa tenere a freno la sua compagnia costringendola a rientrare nel novarese. | |||
Nov. | Monferrato | Conte Savoia | Piemonte | Alla notizia che Luchino dal Verme si è ammalato a Pavia raccoglie 500 cavalli (molti dei suoi uomini sono morti di peste a Romagnano Sesia) e rientra nel territorio di Tortona; si unisce con i genovesi capitanati da Luchino Novello Visconti e da Bartolomeo Boccanegra; giunge nei pressi di Sale; attraversa lo Scrivia al guado di San Martino; assale la città dalla parte verso Porta Genova. Predispone le operazioni di assedio, ottiene a forza Viguzzolo dopo averne scalate le mura; tocca Casalnoceto con Luchino Novello Visconti e si presenta davanti al castello con alcuni ostaggi consegnati in precedenza dagli abitanti al marchese del Monferrato. Minaccia di ucciderli in caso di resistenza. I difensori rifiutano di arrendersi; lo Sterz fa ammazzare i prigionieri; i loro corpi sono squartati e le loro membra gettate nel fossato. Entra a forza in Casalnoceto e la mette a sacco; anche Castellar Guidobono, Volpeglino, Monleale, Cerreto Grue, Cecina subiscono la stessa sorte; Gremiasco e Montegualdone cedono per arrendersi a patti. In una incursione sorprende nottetempo in Lanzo Torinese Amedeo di Savoia; con il conte sono fatti prigionieri anche Edoardo di Savoia Acaia, il cancelliere d’Estrées, un figlio del conte di Ginevra. Alla cattura seguono le trattative per il riscatto dei prigionieri e la restituzione delle località sabaude nelle mani dei venturieri: sono loro consegnati per il riscatto 180000 fiorini. | |
Dic. | Monferrato | Milano | Piemonte Lombardia | Continua a depredare l’ alessandrino; varca lo Scrivia e pernotta al monastero di Rivalta Scrivia. All’alba, con l’aiuto di molti balestrieri genovesi provenienti da Novi Ligure, occupa il paese di Bosco Marengo. Il locale castello, al contrario, resiste agli assalti dei suoi uomini. Tenta invano di impadronirsi di Pozzolo Formigaro. 1000 cavalli inglesi avanzano allora su Frascata e si portano su Sale dove sono parimenti respinti dagli abitanti. Irrompe in Castelnuovo Scrivia. Tutti coloro che cercano di difendersi (300 uomini su 1200) sono uccisi; gli altri sono fatti prigionieri al fine di essere condotti a Sizzano. Penetra ancora nel tortonese con 1500 cavalli e si ferma davanti al capoluogo; incendia i campi senza trovare alcuna opposizione nel conte Lando. Analoghe scorrerie effettua nell’Oltrepo Pavese: fallito un suo tentativo di entrare in Stradella, rientra a Voghera. Di seguito esce da tale località per espugnare i castelli di San Martino e di Larca che sono messi a sacco. Ha Rivanazzano; per quanto riguarda tale località si racconta che i suoi uomini abbiano riesumato il cadavere di Ruffino di Rivanazzano, dei signori di San Nazaro, e che l’abbiano squartato membro a membro. Con il genovese Bartolomeo Boccanegra occupa di nuovo nel vogherese Stefanago, Gravellone, Fortunago, Montepicco, Rocca Susella, Poggio Arimanni, Castagnola, Sant’Antonino, Nibbiola. Si sposta ancora in Piemonte, occupa Casalino e Romagnano Sesia per la cui conquista subisce notevoli perdite (50 uomini). A Novi Ligure si separa dal Boccanegra che ritorna a Genova a causa della cattiva stagione, mentre egli si reca ad Asti con 300 barbute della compagnia; gli altri uomini d’arme pongono invece i loro alloggiamenti ad Acqui Terme. Con Ottone di Brunswick, poco dopo, stipula una tregua a Valenza con Giovanni Pepoli ed il conte Lando. Rientra a Romagnano Sesia. | |
1363 | |||||
Gen. | Piemonte Lombardia | Rotte le trattative di pace, nei primi giorni del mese riunisce la compagnia a Romagnano Sesia, rinnova l’offensiva e scende in Lomellina; da Garlasco si avvia al Ticino, attraversa il fiume a guado ed irrompe nel milanese. Conquista Magenta e Corbetta; gli inglesi si disperdono per tutto il Seprio; occupano anche Legnano, Nerviano, Castano Primo, Vittuone, Sedriano, Casterno per giungere fino a cinque/sei miglia da Milano. Nella scorreria sono catturati più di 600 nobili milanesi (tutti alloggianti nelle loro case di campagna nei pressi del capoluogo). Costoro per riottenere la libertà devono pagare un riscatto. A Castano Primo, solo per tale voce, i venturieri raccolgono 100000 fiorini di taglie. Si avvicina da Parma a marce forzate Anichino di Baumgarten per cui, Alberto Sterz, carico di un immenso bottino, riattraversa il Ticino e rientra a Romagnano Sesia. A fine mese con Ottone di Brunswick effettua un tentativo per impadronirsi di Borgomanero: i due condottieri sono scoperto. Lo Sterz è così costretto a rientrare a Valenza dopo aver subito alcune perdite (6 morti e parecchi feriti). Negli stessi giorni è contattato da Galeazzo Visconti; le lusinghe di quest’ultimo non hanno successo. | |||
Feb. mar. | Piemonte | Prosegue nella sua tattica volta a depredare i contadi di Vercelli e di Novara; ripete il tentativo su Borgomanero; conquista il centro e respinge un attacco di 300 barbute provenienti da Novara. | |||
Apr. | Piemonte | Esce ancora da Romagnano Sesia e saccheggia Briona; a fine mese affronta il conte Lando al ponte Canturino, nei pressi di Ghemme. Sconfigge l’avversario e lo cattura con Giovanni Caimi: il conte Lando muore poco dopo per le ferite riportate nello scontro. E’ avvicinato a Novara dagli ambasciatori di Pisa, Francesco Zaccio e Pietro da Peccioli che gli propongono di combattere i fiorentini. Abbandona il novarese, un territorio messo in ginocchio oltre che dai suoi uomini anche dalla presenza della peste. | |||
Mag. | Piemonte | A Bassignana per le trattative di pace tra il marchese Giovanni del Monferrato e Galeazzo Visconti. E’ contattato dai fiorentini che, agli inizi, gli offrono una condotta con il contributo di 70000 fiorini da parte dello steso Visconti. L’accordo sfuma perché nel consiglio cittadino prevale il partito di quanti ritengono che la spesa per assoldare tale compagnia sia eccessiva ed in ogni caso non necessaria. I contatti si interrompono e la Compagnia Bianca (forte di 2500 cavalli e di 2000 fanti) prende la strada per Pisa. Alberto Sterz sceglie di militare per i pisani contro gli stessi fiorentini. E’ condotto per sei mesi dietro un compenso di 40000 fiorini: dei quali 30000 sono assicurati da un prestito forzoso di quattro mesi imposto nel successivo giugno ai cittadini. | |||
Lug. | Pisa | Firenze | 2500 cavalli e 2000 fanti | Piemonte Emilia e Toscana | Abbandona Romagnano Sesia ed il castello di Santa Fede; transita per Arona, Pontenure, Piacenza con il consenso del Visconti e si avvia a guerreggiare i fiorentini. Giunto a Pisa, lascia la città con Gisello degli Ubaldini (800 cavalli e 4000 fanti, più molti popolani a cavallo) e la Compagnia Bianca al completo. Da Lucca, per le montagne di Montaquilano, scende nella pianura di Pistoia; il giorno di San Giacomo impedisce agli abitanti di fare correre il loro palio; non aggredisce il centro che è pure indebolito per la recente peste. Da qui si porta a Campi Bisenzio, a Peretola, al ponte di Rifredi dove i pisani fanno battere moneta ed impiccano 3 asini con appeso al collo il nome di altrettanti fiorentini. Ritorna a Campi Bisenzio ed a Peretola, saccheggia il contado di Firenze e di Prato; supera l’Arno ed incendia La Lastra; pure il territorio di Empoli e la Valdarno sono messi a ferro e fuoco. |
Sett. | Toscana | Muore Gisello degli Ubaldini. Con il nuovo capitano generale dei pisani Manetto da Jesi Alberto Sterz prende la via del Chianti ed in Valdarno mette a sacco il borgo ed il castello di Figline Valdarno. | |||
Ott. | Toscana | Muove contro il signore di Fano Panfolfo Malatesta e Ranuccio Farnese accampati ad Incisa: il Malatesta ritorna a Firenze e distacca dal campo Amerigone Tedesco con 500 barbute per farlo scorrere nel pisano. Alberto Sterz attacca subito gli avversari; l’accampamento è espugnato dopo alcune ore. I fiorentini tra morti e prigionieri perdono più di 400 uomini; sono catturati Ranuccio Farnese, Giovanni degli Obizzi e Giovanni Mangiadori; muore annegato nel fiume Bartolomeo Partigiani che vi si getta per non essere catturato. Lo Sterz entra nuovamente in Figline Valdarno. | |||
Nov. dic. | Toscana | A Pisa, con i prigionieri e ricche prede. Trascorre la pausa invernale in un quartiere della città; i suoi uomini insidiano le donne locali tanto che numerosi abitanti sono costretti a mandarle a Genova ed in altre località per la loro incolumità. Allo Sterz è rinnovata la ferma per altri sei mesi. Il soldo è stabilito in 150000 fiorini. Il condottiero pretende il monopolio del saccheggio, impone il licenziamento di tutti i mercenari non appartenenti alla sua compagnia. | |||
1364 | |||||
Gen. feb. | Toscana | Gli è consegnata la somma pattuita; solo da questo momento si accampa lontano da Pisa. Ricomincia la campagna senza sostanziali progressi. La morsa del freddo non si allenta rendendo difficoltosi gli spostamenti ed in genere le operazioni. | |||
Mar. | Toscana | Alla Compagnia Bianca si unisce anche Anichino di Baumgarten che comanda 3000 barbute. Lo Sterz si acquartiera sulle colline sopra Firenze e la città. | |||
Apr. mag. | Comp. ventura | Toscana | Il papa Urbano V predica la crociata contro le compagnie di ventura offrendo sussidi economici agli stati che intraprendano tale lotta ed un’indulgenza plenaria di due anni per chi le combatti. Lo Sterz, come capitano della Compagnia Bianca invia ad Avignone un suo capitano Robert Wodhaus (Woodhouse) per informare il pontefice che egli ed i suoi compagni sono pronti per combattere a favore di questa causa. Ai primi di maggio giungono dall’ Inghilterra Thomas de Uffold, figlio del conte del Suffolk, e William de la Poole, signore di Castle Asby, per indurre i mercenari ad essere loro compagni nella crociata. Non ottengono alcun risultato. I venturieri sono creditori verso Pisa di 60000 fiorini per paghe arretrate. Con la promessa di 35000 fiorini consegnati ai tedeschi della compagnia di Anchino di Baumgarten e di 60000 a molti uomini della “Compagnia Bianca” lo Sterz abbandona il servizio dei pisani per quello dei fiorentini. Forma con lo stesso Baumgarten ed Ugo della Zucca la “Compagnia della Stella”: lo affiancano nel voltafaccia altri capitani quali il Belmonte, il maresciallo Giacomo Gosit, il Bosone, il Quarton, Giovanni Brachefelt, Ottone di Iliberg, Giovanni Cibol, Rubino Barbour e Richard Ramsey. La figura chiave nell’ operazione di corruzione risulta essere lo scozzese Walter Lesley. | ||
Giu. | Comp. ventura | Siena | Toscana | ||
Lug. ago. | Firenze | Siena Pisa | Toscana | La Compagnia della Stella prende il nome dall’ordine cavalleresco della Stella, creato dal re di Francia Giovanni nel 1351. Alberto Sterz è assoldato dai fiorentini per sei mesi con uno stipendio di 60000 fiorini alla condizione che la sua compagnia non danneggi per i successivi sei anni il fiorentino, l’aretino ed il pistoiese. Il condottiero, da parte sua, si riserva la facoltà di abbandonare la compagnia e di formarne un’altra. Infesta il senese con la Compagnia del Cappelletto; si colloca sull’ Arbia finché non sono consegnati dai senesi a lui ed a Anichino di Baumgarten 12250 fiorini dietro l’obbligo di non entrare da nemico nel territorio del comune per tre anni. L’accordo è formalizzato tramite Doffo Bardi. Il servizio di spionaggio nei confronti dei movimenti della compagnia costa al comune l’ulteriore somma di 765 fiorini. | |
Sett. | Toscana | Si dirige verso Montepulciano. Qui si separa da Anichino di Baumgarten. | |||
Ott. | Comp. ventura | Siena Perugia | Toscana e Umbria | Scorre il senese con 6000 cavalli e molti fanti: è trovato un accordo con il comune; alla compagnia è riconosciuta la somma di 38650 fiorini (42627, il costo complessivo comprende anche le regalie per i capitani della compagnia, due palafrenieri, uno per Alberto Sterz ed uno per Anichino di Baumgarten, alcune migliaia di verrettoni caricati su 9 muli e la consegna di un grande quantitativo di vettovaglie, inclusi vino, cere, confetti e foraggio per le cavalcature). A suggello della convenzione vi è, sempre da parte dei venturieri, la promessa di non attaccare il territorio per un triennio. Siena non ha subito il contante necessario per il pagamento della taglia; sono consegnati allo Sterz in ostaggio sei cittadini tra i quali lo stesso conservatore Obizzino Spinola. Alberto Sterz si reca a Gracciano e vi rimane fino al saldo del suo credito. Si trasferisce nel Chiugi, tocca Passignano sul Trasimeno e si accampa sotto Cortona; occupa Castelnuovo e vi fa molti prigionieri. Ottiene poi il castello di San Mariano e scorre il contado tra Cosciano ed Antria; incendia case e palazzi nel piano di Mantignana; depreda per più giorni i territori di San Marco, Montemelino, San Mariano e Taverne dell’ Olmo. Perugia gli invia contro Anichino di Baumgarten. | |
Nov. | Umbria | Tratta con il comune di Perugia: la sua compagnia si impegna a non assalire Anichino di Baumgartem ed il perugino per un anno ; si impegna inoltre a lasciare il territorio entro dieci giorni contro la fornitura di vettovaglie. Le autorità invitano tutti i condottieri a recarsi a Perugia per un convito. A fine mese Alberto Sterz, con i suoi uomini, entra nei contadi di Assisi, Spello, Foligno, Bevagna e Gubbio. | |||
Dic. | Abruzzi | Punta su L’Aquila. Prosegue per la Puglia allo scopo di svernare in tale regione. | |||
1365 | |||||
Gen. | Chiesa Napoli | Conclude un contratto con il cardinale Egidio Albornoz e la regina di Napoli Giovanna d’Angiò (5000 cavalli e 1000 fanti agli ordini di Ugo della Zucca). Con esso si impegna per uno stipendio di 160000 fiorini di servire lo stato della Chiesa e gli angioini contro tutti i loro nemici (specie Anichino di Baumgarten) e di non molestare le terre ecclesiastiche e quelle del regno di Napoli per cinque anni. | |||
Mar. | Chiesa Napoli | Comp. ventura | Lazio | Anichino di Baumgarten alla testa di 10000 uomini si impadronisce di Vetralla. La Compagnia della Stella di Alberto Sterz si rivela tanto indisciplinata da costringere Gomez Garcia, nipote del cardinale Egidio Albornoz e capitano generale dell’ esercito pontificio, a levare il campo ed a recarsi ad Orvieto. Gli inglesi seguono lo Sterz. E’ raggiunto un nuovo accordo tra le parti. | |
Mag. | Comp. ventura | Siena | Toscana | Impone una nuova taglia ai senesi con Giovanni d’Asburgo: ai venturieri sono consegnati 16000 fiorini in due rate; 1000 fiorini sono dati ai capitani della compagnia. | |
Lug. | Comp. ventura | Perugia | Umbria | Rientra nel perugino infrangendo i patti sottoscritti in precedenza. Anichino di Baumgarten esce subito da Roma e si muove in soccorso di Perugia; Alberto Sterz è colto di sorpreso nei pressi di San Mariano; è sconfitto con i suoi cavalli inglesi ed ungheri assieme con Giovanni Acuto, Andrea di Belmonte e gli altri capitani della Compagnia della Stella. Costretto a ripiegare si rifugia in un castello vicino al lago Trasimeno; gli mancano le vettovaglie, l’acqua ed il vino: dopo due giorni si arrende a patti. | |
Ago. | Siena | Comp. ventura | Umbria e Toscana | Vi è un nuovo trattato di pace con i perugini che lo invitano ancora a pranzo nella città con il Belmonte ed altri capitani; con quest’ultimo ottiene la cittadinanza di Perugia. Subito dopo lascia il territorio con Anichino di Baumgarten ed è arruolato dai senesi che si sentono minacciati dall’Acuto. Transita per Siena (gli sono donate due cavalcature, confezioni, cera, foraggio e vino per un valore di 600 fiorini). Tallona gli avversari a San Quirico d’Orcia ed a Sant’Angelo in Colle; si ferma, infine, a Siena per molti giorni per curare i feriti di uno scontro avuto con gli avversari a Magliano. Prosegue per Pisa mentre Anichino di Baumgarten prende la strada per Arezzo e Perugia. | |
1366 | |||||
……….. | Comp. ventura | Chiesa Napoli | Lazio | E’ assediato in Vetralla. Costretto alla resa, si allontana dal territorio di Viterbo. | |
Ott. nov. | Perugia | Chiesa | Umbria | Ritorna in Umbria; combatte ancora i pontifici. Accusato di volere consegnare Assisi agli avversari, di tradire il comune di Perugia a favore del cardinale Albornoz, come pure di volere fare rientrare i fuoriusciti nella città, è arrestato e rinchiuso nella torre della porta Sant’ Angelo. Ai primi di novembre è giudicato colpevole ed è condannato alla decapitazione. Non esistono prove certe del suo tradimento. |
CITAZIONI
-“Qui virtuosus ad pugnam omnes alios facit virtuosos.” AZARIO
-“Azario lauded the leadership provided by the band’s captain general Albert Sterz, whose “virtue at war made all the others virtuosus”. Azario credited Sterz’s effectiveness in no small measure to his ability to speak the English language and thus communicate directly with his soldiers.” CAFERRO
-“Sterz had never a great strategist. Militarily, he relied on bulk, sheer force of numbers, rather than guile; politically, he was undeveloped, insensible to the intricates of Italian diplomacy.” STONOR SAUNDERS
Fonte immagine in evidenza: wikimedia
[…] la valle del Rodano nella Francia orientale, circa 6000 di loro accettarono di porsi agli ordini di Albert Sterz, un cavaliere tedesco, e andarono a combattere per il duca di Savoia. Qui furono chiamati la […]