PANDOLFO MALATESTA

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Fano, Porta della Mandria
Fano, Porta della Mandria

Last Updated on 2023/10/29

PANDOLFO MALATESTA  Signore di Fano, Pesaro, Fossombrone, Gradara, Montefiore Conca. Figlio di Malatesta Malatesta Guastafamiglia, fratello di Malatesta Ungaro, padre di Malatesta Malatesta, nipote di Galeotto Malatesta, suocero di Rodolfo da Varano e di Sinibaldo Ordelaffi.

1325 – 1373 (gennaio)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1331     
Apr.    A soli sei anni è promesso in matrimonio a Lapa (Puppa) Francesca Bulgarelli, dei conti di Marsciano, con un breve pontificio che assegna la dispensa ai futuri sposi in quanto consanguinei per terzo o quarto grado.
1342     
Dic.RiminiCarignano Marche

Il padre lo invia a Fano con 1000 cavalli della Grande Compagnia di Guarnieri di Urslingen, assoldati per un mese. Obiettivo è quello di domarvi una rivolta provocata da Teresino da Carignano, figlio di Guido, sostenuto, peraltro , dal retore della marca d’Ancona. Lascia Pesaro. Penetra nella città, uccide molti ribelli. Si ritira in un castello vicino in attesa di rinforzi che gli devono essere inviati dal padre. Con il loro arrivo a metà mese entra definitivamente in Fano per il castello vicino al mare.

1343     
Primavera   MarcheOttiene dal padre la signoria di Pesaro.
Lug.   Romagna

Riceve a Rimini il vicario pontificio di Romagna Filippo dell’Antella, priore di San Scheraggio, alla Porta di San Giuliano;  gli consegna in atto di omaggio le chiavi della città.

1347     
…………..   MarchePodestà a Pesaro.
Dic.   MarcheAccoglie in Fano il re Ludovico d’Ungheria, dal quale viene armato cavaliere con Maio da Pietramala.
1348     
Mag.   EmiliaSi reca a Ferrara per incontrarsi con il marchese Obizzo d’Este.
1349   MarcheEsercita nuovamente a Pesaro l’incarico di podestà.
1351     
Sett.   ToscanaA Bagni di Petriolo per curarsi. I senesi lo accolgono con tutti gli onori.
1352NapoliUngheria400 cavalliCampaniaAssedia in Aversa fra Moriale.
1354PesaroComp. ventura MarcheContrasta nelle Marche la Grande Compagnia condotta da fra Moriale.
1355     
…………..RiminiChiesa Marche 
Giu.    Con la sconfitta e la resa dei suoi famigliari di fronte ai pontifici, gli è conferito il governo di Pesaro con il titolo di podestà.
Lug.   UmbriaE’ segnalato a Gubbio con Malatesta Malatesta Guastafamiglia ed il cardinale Egidio Albornoz.
Nov.    Il Consiglio dei Quaranta di Venezia lo accusa indirettamente di spaccio di moneta falsa a Pesaro. La zecca, operante per qualche tempo in tale città, è organizzata dal nobile veneziano Nicoletto Mocenigo.
1356     
Mag.MilanoMonferratoCapitano g.leLombardia

Ha il comando della cavalleria nella campagna contro il marchese Giovanni di Monferrato. Si muove sotto Pavia con Galeazzo Visconti. Si accampa nella regione detta Sicomario, tra il Ticino ed il Po. Si impadronisce del ponte di Gravellona Lomellina. Molte sono le scaramucce, in particolare una sortita portata dai difensori. Questa provoca il contrattacco della cavalleria milanese: 1000 sono i cavalli d’ambo le parti coinvolti nel combattimento. 400 tedeschi dell’esercito visconteo riescono ad entrare nel borgo. Sono chiuse le porte alle loro spalle per cui rimangono intrappolati. I difensori si impadroniscono di arme i cavalcature lasciando liberi sulla parola i prigionieri. Dopo pochi  Galeazzo Visconti rientra a Milano e 2000 cavalli, con molti fanti, sono trasferiti nel mantovano all’assedio di Borgoforte. Pandolfo Malatesta ha ora la responsabilità della conduzione dell’assedio: costruisce 3 bastie attorno la città (una sul Ticino ed altre 2 nei pressi) per impedirne il vettovagliamento dall’ esterno. Giovanni di Monferrato esce da Pavia con gli abitanti guidati dal frate Jacopo Bussolari; sono assalite le  bastie e sono tutte date alle fiamme. Analoga sorte subisce il naviglio giunto da Piacenza per agevolare l’attacco finale.

AutunnoMilanoLega Lombardia

Si collega con Lodrisio Visconti e Francesco d’Este: alla testa di 4000 cavalli e di molti fanti si dirige contro l’esercito della lega antiviscontea fermo a Magenta. Gli avversari ripiegano;  Pandolfo Malatesta si mette al loro inseguimento.

Nov.   LombardiaPrende parte alla battaglia di Casorate Primo. Si ammala: è visitato da Francesco Petrarca, che lo conosce e lo apprezza.
1357     
Gen.    

Ha la piena fiducia di Galeazzo Visconti perché sa dare un’organizzazione all’esercito milanese. Ciò suscita la gelosia di Bernabò Visconti, che tende a fare il vuoto intorno a sé eliminando i fratelli ed i loro collaboratori. Durante i festeggiamenti seguiti alla vittoria di Casorate Primo Pandolfo Malatesta ha modo di frequentare il palazzo di San Giovanni in Conca appartenente al signore di Milano. Si interessa troppo ad una sua favorita (Giovannola di Montebretto, dalla quale Bernabò Visconti ha avuto una figlia). La donna consegna a Pandolfo Malatesta come pegno d’amore un anello donatole proprio da Bernabò Visconti. Il signore di Milano riconosce il gioiello mentre Pandolfo fa l’inchino di rito; Bernabò si avventa subito su di lui sguainando la spada. In un istintivo gesto di difesa il Malatesta, che si trova in ginocchio, si aggrappa al fodero finendo lungo disteso. E’ la sua salvezza perché in tal modo va a vuoto la stoccata. Nel frattempo la moglie di Bernabò Visconti Regina della Scala, che è presente alla scena, riesce a riportare alla ragione il marito pregandolo di non uccidere un ospite nella sua casa. Bernabò ne ordina l’arresto e la decapitazione. Interviene Galeazzo Visconti, che ne reclama la vita in quanto suo capitano. Bernabò, ancora una volta per le pressioni della moglie, accetta di consegnare il condottiero al fratello dietro l’impegno di quest’ultimo a mantenere la punizione che gli ha inflitto. Pandolfo viene invece liberato ed accompagnati fuori dai territori controllati dai viscontei. Nelle Marche.

Feb.   Cechia

Si allontana da Pesaro e si reca a Praga dall’imperatore Carlo di Boemia: gli svela le macchinazioni di Bernabò Visconti che si fa gioco della maestà dell’impero.

……………   Inghilterra

A Londra;  ripete le accuse nei confronti del signore di Milano alla corte del re Edoardo III. E’ sfidato a duello dall’ambasciatore visconteo che lo ha seguito da Praga, Sagremor di Pommiers. Rifiuta di battersi e rientra in Italia.

Estate/autunno   VenetoSi reca a Venezia. Gli è offerto dalla Serenissima il capitanato generale delle truppe. I negoziati non hanno seguito.
……………ChiesaForlì Romagna

Passa al servizio del cardinale legato Egidio Albornoz.  Contrasta in Romagna la Grande Compagnia, comandata ora dal conte Lando. I venturieri combattono  agli stipendi del signore di Forlì  Francesco Ordelaffi.

1358FirenzeComp. venturaCapitano di guerraToscanaViene assunto dai fiorentini allorché il conte Lando dall’alta valle del Tevere si sta trasferendo in Val di Chiana.
1359     
Apr.   ToscanaAlla rassegna del suo esercito sono presenti 2000 barbute, 500 ungheri e 2500 balestrieri scelti.
Giu.   Toscana

Gli è consegnato dai fiorentini il bastone di capitano generale; gonfaloniere di giustizia è il senese Niccolò dei Tolomei, mentre l’insegna dei feditori è retta da Orlando Tedesco. In Val di Pesa aumentano gli uomini a sua disposizione: oltre gli iniziali effettivi, si aggiungono alle sue truppe altri 2000 fanti, 1200 barbute e 400 cavalli, che hanno combattuto agli ordini di Bernabò Visconti, nonché i soccorsi inviati dal marchese di Ferrara (200 cavalli), dal signore di Padova (200 cavalli), dal legato pontificio (300 cavalli), dai nobili napoletani (50), da Bonifacio Lupo (30), dagli aretini (80 cavalli e molti fanti), 200 fanti dai pistoiesi, nonché  12 cavalli  guidati da Ricciardo Cancellieri. Di fronte il Malatesta ha la Grande Compagnia del conte Lando, che consta di 12000 uomini, tra i quali vi sono 5000 cavalli, 1000 ungheri e più di 2000 masnadieri. Il Malatesta affronta l’esercito nemico che da Pratolino si sta muovendo verso Pontedera; tallona gli avversari a Pieve a Nievole;  spedisce contro i loro alloggiamenti, posti a San Pietro in Campo nel lucchese, 500 cavalli agli ordini di Ricciardo Cancellieri. E’ qui sfidato a battaglia dal conte Lando che gli invia il guanto di sfida (lacero e sanguinante). Accetta prontamente, memore della vittoria riportata sull’avversario a Casorate Primo.

Lug. ago.   Toscana

Il conte Lando invia 300 cavalli e 300 masnadieri a Castelfranco. Pandolfo Malatesta si prepara ad attaccarlo nel lucchese al “campo delle mosche”; il conte Lando preferisce ritirarsi;  i fiorentini proibiscono al signore di Pesaro di inseguirlo sconfinando nelle terre di un altro stato. Viene fatto correre un palio per ricordare l’avvenimento. Pandolfo Malatesta è ricevuto in trionfo a Firenze. Restituisce il bastone del comando e rientra in Romagna. Al momento del commiato gli sono donati dai fiorentini due grandi destrieri coperti di scarlatto.

Dic.   Toscana

E’ inviato dal cardinale Albornoz a Firenze per proporre un patto di alleanza tra fiorentini e pontifici. La missione non ha esito.

1360     
Lug. ago.ChiesaMilano Marche

Sottomette Corinaldo, che si è ribellata allo stato della Chiesa: costringe Niccolò da Buscareto ad abbandonare la località. Assedia Buscareto e Montenovo (Ostra Vetere) finché è obbligato ad allontanarsi per l’intervento di 1500 barbute e di 1000 masnadieri condotti da Anichino di Baumgarten. Ad agosto il condottiero tedesco si ritira e Niccolò da Buscareto è costretto alla resa.

1361     
Sett.Padova Capitano di guerraVeneto

A Padova in visita da Francesco da Carrara. Rinnova l’amicizia con Francesco Petrarca, fuggito da Milano a causa della peste. Gli è raccomandato il giovane Francesco Bruno. Da poco vedovo, il poeta lo invita a risposarsi.

1362     
Feb.   MarcheOttiene dal cardinale Albornoz il permesso di edificare il castello di Novilara.
Mar.FirenzePisa ToscanaCon il capitano tedesco Artimanno ha l’incarico di portarsi alla Cerbaia dove i pisani hanno compiuto scorrerie e razziato bestiame. Giunge fino a Montecarlo; tende nottetempo un agguato agli avversari nel territorio di Pietrabuona. Scoperto, deve ripiegare su Pescia. Rientra a Firenze con poco onore: in città viene accusato di attendere troppo alle donne, in particolare ad una vedova di casa Frescobaldi.
Dic.   MarcheGli è concesso di ampliare il porto di Pesaro.
1363     
Ago.FirenzePisa Toscana

Le trattative con i fiorentini per il rinnovo del suo arruolamento vanno a rilento a causa delle sue richieste ritenute eccessive. Raggiunge Firenze con 100 cavalli e 100 fanti.

Sett.   ToscanaConduce l’esercito fiorentino ad Incisa, a meno di 3 miglia da Figline Valdarno. Contro il parere di Ranuccio Farnese e di Amerigone Tedesco decide di allargare il campo dalla collina fino all’Arno.
Ott.  Capitano g.leToscana

Si allontana dal campo con Amerigone Tedesco e 500 barbute per compiere alcune scorrerie nel pisano. Rimane ad Incisa Ranuccio Farnese con i distaccamenti meno esperti. Ai primi del mese la Compagnia Bianca assale le linee fiorentine.  I trinceramenti di Incisa cadono nelle mani degli avversari: i fiorentini, tra morti e prigionieri, perdono più di 400 uomini; sono catturati anche Ranuccio Farnese e Giovanni degli Obizzi. Pandolfo Malatesta, che si trova a San Donato in Collina (San Donato) con le 500 barbute, alla notizia della sconfitta si allontana per rientrare a Firenze. Viene nominato capitano generale: non ottiene, tuttavia, i poteri straordinari da lui richiesti con insistenza. Licenzia il conte Artimanno con 800 cavalli, per essersi dato alla fuga ad Incisa lasciando solo Ranuccio Farnese alla difesa del campo; rafforza le opere difensive di Firenze. Se ne resta sostanzialmente inoperoso allorché gli inglesi della Compagnia Bianca di Alberto Sterz, che milita al soldo dei pisani, saccheggiano il piano di Ripoli. Si muove con 800 cavalli e 10000 popolani per andare loro incontro. Si ferma a Ricorboli, da dove osserva impotente i nemici dispersi e gli incendi appiccati. Nell’occasione il Malatesta non dà l’orine di chiudere ai venturieri i passi della Val di Pesa e del Chianti.

Nov.   Toscana

Gli inglesi giungono a Figline Valdarno; per potere ritornare nel pisano con le prede  ed i prigionieri i venturieri fanno sapere di volersi portare all’abbazia di San Salvi per l’ordinazione di un nuovo prete. Pandolfo Malatesta invece di attaccarli preferisce dare credito all’ informazione fornitagli da sue spie di un possibile attacco a Firenze. In tal modo permette agli avversari di  ritirarsi senza problemi dalla Val di Pesa. Si rinserra in Firenze. La città entra in grande agitazione. Muove con la cavalleria verso la Porta di Santa Croce. La misura non consente a 8000 cittadini di rientrare nella città dopo che essi ne sono usciti contro i suoi ordini per contrastare i pisani. E’ costretto dai priori a dare il contrordine.  Il suo operato è sempre più criticato.

1364     
Apr.FirenzePisa Toscana

Ritorna al soldo dei fiorentini per combattere la Compagnia Bianca, capitanata da Alberto Sterz e da Giovanni Acuto e 3000 barbute tedesche condotte da Anichino di Baumgarten. Nonostante il parere contrario degli Otto della Guerra vuole cavalcare con 1000 barbute nel Mugello: prevale la sua volontà, anche se deve accettare di essere accompagnato da Arrigo di Montfort. Si attenda tra Scarperia e Borgo San Lorenzo. L’Acuto gli invia contro piccoli contingenti di truppe che continuano nelle loro incursioni nei territori vicini. Un centinaio di inglesi si scontra con 30 mercenari tedeschi combattenti ai suoi ordini. Un caporale tedesco, di nome Heinrich, scende dalla sua cavalcatura e si getta contro gli avversari: ne scavalca 3 e ne uccide 2. Il successo spinge tale soldato a gettarsi contro gli inglesi ed a metterli in fuga. In seguito a tale episodio l’Acuto decide di cambiare zona d’azione. Pandolfo Malatesta   non riesce ad impedire che gli avversari abbandonino di notte il territorio per San Giorgio a Colonica e se ne tornino indisturbati a Pistoia per la Val di Bisenzio. Per tale fatto il condottiero è aspramente rimproverato dai fiorentini. Chiede di rientrare a Rimini per 10/15 giorni per sopraggiunti gravi problemi sorti nelle sue terre; per tutta risposta gli Otto della Guerra gli fanno sapere che non vi è più bisogno del suo operato e che il posto di capitano generale è ora coperto da Arrigo di Montfort. Si reca subito a Firenze affermando di essere libero da ogni impegno: si sente rispondere che non è più necessaria la sua collaborazione. 

Apr. lug.   RomagnaVi è l’annuncio del suo terzo matrimonio con Ringarda da Varano. Le nozze saranno celebrate solo nel gennaio dell’anno seguente. Rimane a Fano fino agli ultimi giorni di luglio quando, venuto a conoscenza della gravità della malattia del padre parte per Rimini.
Ago.   RomagnaA Rimini per il funerale del padre.
1365     
Dic.   LombardiaSi riconcilia con i Visconti. Si reca a Milano.
1366     
EstateMilano  LombardiaSi incontra a Pavia con Francesco Petrarca.
1367     
Giu.   RomagnaRientra a Rimini.
Ott.   Lazio

A Viterbo; inserito con 400 cavalli nella retroguardia del corteo, scorta da tale città a Roma il papa Urbano V che proviene da Avignone. Sono con lui, nell’ingresso trionfale in San Pietro, i congiunti Galeotto Malatesta e Malatesta  Ungaro, nonché Rodolfo da Varano, Niccolò d’Este ed il conte Amedeo di Savoia.

1368     
Gen.   EmiliaAffianca a Bologna il cardinale legato Anglico Grimoard, fratello del pontefice.
Feb.   Emilia e VenetoSegue il cardinale Grimoard a Ferrara, a Padova ed a Venezia allo scopo di organizzare una spedizione ai danni dei Visconti.
      
Ago.   FranciaAd Avignone, alla corte del papa Urbano V. Ha l’incarico di trattare la tregua tra Città di Castello e Perugia.
Nov.ChiesaPerugia Umbria

Agli stipendi dello stato della Chiesa. Assale Città di Castello in cui entra  con Bartolomeo da Genova. I difensori del cassero non si arrendono. Brancaleone Guelfucci è così costretto ad abbandonare la località di cui è stato signore; Pandolfo Malatesta ne è nominato vicario pontificio dal papa Urbano V.  

1369     
Feb.   VenetoPresenzia al trattato di pace pubblicato a Venezia, che vede da un lato i Visconti, Cansignorio della Scala, il papa, l’imperatore, i marchesi d’Este, i Gonzaga e dall’altro i comuni di Siena e di Perugia.
Mar.   UmbriaPrende possesso del cassero di Città di Castello dopo che il cardinale camerlengo ha promesso alle autorità cittadine la restituzione di Scalocchio, Apecchio, Bacciocheto e Montefiore, località, peraltro, controllate dagli Ubaldini della Carda.  
Apr.    Gli sono rinnovate da Urbano V le precedenti concessioni.
Giu.ChiesaMontefeltro Perugia MarcheDifende Cagli ed Urbino dagli attacchi portati da Antonio da Montefeltro.
Nov.   UmbriaViene pubblicata la pace con i perugini. Pandolfo Malatesta entra in Città di Castello a nome dei pontifici.
1370     
Gen.ChiesaPerugia   
Feb. mar.ChiesaMilano Marche

Affianca i Brancaleoni di Piobbico contro quelli di Castel Durante. Interviene ancora alla difesa di Urbino ai danni di Antonio da Montefeltro. Contrasta la compagnia di Giovanni Acuto, inviata dai Visconti a sostegno del suo avversario. I Montefeltro sono costretti a rifugiarsi a Perugia.

Dic.   FranciaAd Avignone per presenziare con il signore di Camerino Rodolfo da Varano alle esequie del papa Urbano V.
1371     
Gen.   Emilia

Giunge a Bologna;  si incontra ancora una volta con il Petrarca; nella chiesa di San Domenico presenzia ad una messa funebre in ricordo del papa Urbano V. Accoglie nella città il  nuovo legato pontificio, il cardinale Pietro di Bourges.

Feb.    Muore la seconda moglie Paola Orsini.
Lug.    Muore a metà mese il fratello Malatesta Ungaro.
1372     
Mag.ChiesaMilano Emilia

Milita al servizio del papa Gregorio XI. Combatte Ambrogio Visconti e Manfredino da Sassuolo nel modenese. Nello stesso mese gli è affidata la difesa delle terre dello Stato della Chiesa governate dal cardinale Pietro Corsini e dal fratello di quest’ultimo Filippo, eletto di recente rettore della Massa Trabaria.

Ott.    A metà mese redige il proprio testamento. Erede universale è il figlio Malatesta.
1373     
Gen.   Marche

Dopo breve malattia muore a Pesaro, probabilmente di catarro. E’ sepolto nella cattedrale cittadina (oggi Santa Maria delle Grazie) nella cappella di San Giovanni Battista a sinistra dell’altare maggiore accanto alla moglie Paola Orsini. Orazione funebre di Francesco da Fiano. Amico di Francesco Petrarca. L’amicizia con il poeta è coltivata anche da uno scambio epistolare (5 lettere) e da alcuni incontri, per essere, infine, suggellata dall’invio a Pandolfo Malatesta di una copia del “Canzoniere” con alcune rime inedite. Intorno alla sua figura si venne formando una sorte di corte letteraria di cui hanno fatto parte artisti e letterati  di un certo rilievo, come il fiorentino Francesco Bruni, il conte Roberto di Battifolle, signore di Poppi, il ferrarese Antonio Beccari e, soprattutto, il romano Francesco di Fiano, rimastogli vicino fino alla sua scomparsa. A quest’ultimo va attribuito un breve carme latino, in cui viene anche descritto un dipinto, perduto, in cui è rappresentato con l’abito di frate minore al fianco di San Francesco, di Gesù Cristo e della Madonna. Sposa Lapia Francesca da Marsciano; Paola Orsini, figlia di Bertoldo e Ringarda da Varano.

 CITAZIONI

-“L’aspettata virtù, che ‘n voi fioriva/quando Amor cominciò darvi battaglia,/produce or frutto che quel fiore agguaglia, e che mia speme fa venire a riva./Però mi dice ‘l cor ch’io in carte scriva/cosa, onde ‘l vostro nome in pregio saglia;/ ché ‘n nulla parte sì saldo s’intaglia/per far di marmo una persona viva./Credete voi che Cesare o Marcello/o Paolo od Affrican fossin cotali/ per incude già mai né per martello?/ Pandolfo mio, quest’opere son frali/ al lungo andar, ma ‘l nostro studio è quello/ che fa per fama gli uomini immortali.” PETRARCA

-“L’era probo e savio, sì como è stato sempre quilli di casa soa.” CORPUS CHRONIC. BONOMIENSUM

-“Era signore de Pesaro e de Fossombrone e de molta moneta e altri grandi texori.” CRONACA MALATESTIANA

-“Capitaneus cum infinitis et determinatis expensis viguit et nichil ver parvum fecit.” AZARIO

-“Giovane cavaliere franco ardito e di grande aspetto..Grande maestro di guerra e uomo di grande cuore.” VILLANI

-“Era bello, coraggioso, di bel carattere; era amato e ricercato. Molte furono le sue imprese d’armi.” NISSIM ROSSI

-“Miles iste singulari prudentia, consilio et auctoritate magnus etiam apud principes, maximisque in curiis inter primos honoratus.” DEGLI ABATI

-“Ce Pandolphe est un de ceux dont la vie est la moins tourmentée, et il semble que, sous son règne, Pesaro, sans cesse opprimée, attaquée, disputée de tout part, ait pu prospérer et gouter enfin un peu de repos.” YRIARTE

-“Il Malatesta emerge nel casato malatestiano come personaggio complesso, animato dal coraggio del guerriero..ma percosso, forse più profondamente, dal sacro fuoco dell’amore per le lettere… Gli ideali umanistici del Malatesta, e in particolare i suoi rapporti col Petrarca, costituiscono un importante aspetto per delineare la sua singolare personalità. La più recente storiografia ha, soprattutto, messo in luce l’altra natura del Malatesta che acquista forza di mano in mano che egli ascende come condottiero e uomo di Stato: l’indole del letterato e del mecenate. Il Malatesta e, in modo minore, il fratello Malatesta Ungaro furono gli artefici di un riscatto culturale e politico della dinastia; il potere ottenuto con la forza poteva essere arricchito, una volta consolidato, attraverso i nuovi ideali di poesia e di “humanitas”, che entrambi professarono e che avrebbe portato il Malatesta a formare a Pesaro l’embrione di una corte umanistica.” FALCIONI

-“Was a noted Italian mercenary who had gained considerable fame ..by defeating Konrad von Landaus’s (conte Lando) Great Company.” CAFERRO

-“Ebbe  un’intensa carriera di capitano di ventura, che lo portò al servizio delle principali potenze dell’epoca.. Tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 fu in più occasioni assoldato come capitano di guerra da Firenze, che considerava i Malatesta preziosi alleati per la comune militanza nel fronte guelfo. Ciò, tuttavia, come spesso accadeva per queste famiglie signorili che traevano dalle condotte risorse economiche ormai indispensabili per sopravvivere nel difficile contesto politico, non impedì al M. di porsi al servizio anche dei Visconti di Milano: in particolare, egli ebbe un rapporto privilegiato con Galeazzo Visconti.”  POLONI

-“Rei militaris peritus ac partibus (la guelfa) maxime fidus.” BRUNI

-“Oltre che “un buon soldato cresciuto sotto l’esperta guida del padre e dello zio”, è un fine letterato, ed è ricordato per la propria cospicua biblioteca, per le belle chiese (S. Francesco, chiesa di famiglia dove sarà sepolto, S. Domenico, S. Agostino) che si dice abbia fatto costruire da lui in Pesaro, e soprattutto per la lunga amicizia con il grande poeta Francesco Petrarca…, che fa di Pandolfo un punto di riferimento non trascurabile per la cultura del suo tempo.” TURCHINI

-“Sommo nella perizia delle armi.” FABRETTI

-“Oltreché appassionato cultore di lettere, Pandolfo divenne noto per opere religiose e di carità. Fondò a Pesaro nel 1366. insieme con la consorte Paola, l’ospedale di Santa Maria e promosse il culto della concittadina Michelina Metelli mota in odore di santità.” MORESSA

-“Pandolfo mio quest’opere son frali/a lungo andar, ma ‘l nostro studio è quello/che fa per famagli uomini immortali”. Francesco da Fiano, riportato da FRANCESCHINI

Fonte immagine: wikimedia

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