SILVESTRO DI BUDES/SYLVESTRE DE BUDES

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La rocca vecchia di Cesena in un disegno di A. Dal Muro

Last Updated on 2024/03/21

SILVESTRO DI BUDES/SYLVESTRE DE BUDES (Silvestro di Boudes, Sylvestre Budes, Silvestro di Buda, di Bude) Bretone. Signore di Ussel. Cugino di Betrand ed Olivier du Guesclin.

  • 1320 ca. – 1380 (gennaio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1361FranciaInghilterraFranciaCombatte nella guerra dei Cent’Anni. E’ segnalato nel Rouergue agli ordini del cugino Bertrand du Guesclin.
1364Francia A Cocherel ed a Guingamp dove i bretoni sono chiamati a raccolta dal du Guesclin. E’ sconfitto nella disastrosa battaglia di Auray.
1367TrastamaraCastiglia InghilterraSpagnaAl servizio del re Giacomo di Maiorca. Affianca Bertrand du Guesclin (400 cavalli bretoni) nell’appoggiare il pretendente al trono di Castiglia Enrico Trastamara ai danni del il fratello, il re Pietro il Crudele, alleato con gli inglesi. Porta il suo vessillo a Navarrette. Prende parte all’assedio di Bagnères.
1368FranciaInghilterraFranciaAgli stipendi del duca Luigi d’Angiò. Opera a favore del re di Francia nel nord del paese. A dicembre gli sono consegnati a Tolosa 200 franchi d’oro per le spese della sua compagnia.
1371
Gen. feb.FranciaIn Guascogna. Il duca di Lancaster assedia nel Périgord Montpont-en-Bresse (Montpaon). Silvestro di  Budes si trova alla difesa di Saint-Bazile con Giovanni di Maléstroit, anch’egli al soldo del duca d’Angiò. Da questo momento i loro nomi sono costantemente legati l’uno all’altro. A tale notizia i 2 condottieri lasciano la fortezza per prestare soccorso ai difensori della località. Il loro intervento di rivela inutile.
Dic.FranciaSi impadronisce di alcuni castelli appartenenti alla regina di Francia ed in Dordogna di quello di Saint-Jean-Cole.  Il possesso di quest’ultima fortezza, a fine anno, gli attira una causa nel Parlamento. Viene, infatti, attaccato dal signore della località Pierre des Monts per essersi impadronito di tale castello e di altri suoi beni. Silvestro di Budes accusa il suo avversario di averlo insultato in presenza del duca di Borbone. Condannato dal Parlamento, è incarcerato nello Chatelet, a Parigi, fino alla consegna della fortezza nelle mani del duca d’Angiò entro il marzo dell’anno seguente. Tra le condizioni che gli sono state imposte vi sono anche quella di rimanere in carcere fino alla consegna effettiva entro il termine stabilito e la consegna di 20000 lire tornesi a titolo di deposito. In ogni caso deve impegnarsi, anche dopo la restituzione, a rimanere a Parigi a disposizione dei giudici. Alla fine gli è pure ordinato di non tormentare in futuro Pierre des Monts pena un’ulteriore ammenda di 10000 lire tornesi. Silvestro di Budes si libera rapidamente di ogni obbligazione e rimane al servizio di Luigi d’Angiò con Giovanni di Maléstroit.
1372
Apr. ago.FranciaInghilterra46 lanceFranciaAd aprile Luigi d’Angiò lo ricompensa per il suo servizio con il dono di 200 franchi destinati all’acquisto di una cavalcatura. Gli è affidato il comando di 46 lance assieme con Affroy de Guécriant. A fine agosto il duca d’Angiò passa in rassegna la compagnia ad Agen. Al fianco di Bertrand du Guesclin si scontra nel Saintong e nel Poitou con i condottieri inglesi Robert Mitton e Robert Scott tesi a prestare soccorso al presidio di Chizé.
1374
Giu.FranciaA Montpellier, sempre al servizio di Luigi d’Angiò e nella compagnia del cugino Bertrand du Guesclin.
Ago.MaiorcaAragonaFrancia e SpagnaCon Giovanni di Maléstroit nell’esercito del re di Maiorca Giacomo, deciso, quest’ultimo, a rivendicare il suo regno con l’impiego dei capitani bretoni. Le truppe entrano nel Roussillion; si impadroniscono di Prades, Mont-Canigou, Villefranche, della Cerdagna (Cerdanya). A novembre è occupata Urgel.
AutunnoComp. venturaChiesaFranciaNell’autunno numerosi venturieri bretoni assalgono la valle del Rodano invadendo il Delfinato ed il Comitato Venassino. Tra costoro figurano Olivier du Guesclin e Silvestro di Budes con 1000 lance. I venturieri sono affrontati senza risultato dal capitano pontificio Ferdinando de Héredia. I bretoni spargono il terrore nel territorio tanto che i viaggiatori, per raggiungere Avignone, al momento sede del papato, sono costretti a fare lunghe deviazioni. I venturieri svernano nella bassa valle del Rodano dove il loro numero non cessa di aumentare. A dicembre Silvestro di Budes è segnalato al fianco di Olivier du Guesclin e di Johel Rollant sulle rive di tale fiume.  Hanno inizio, nel frattempo, trattative tra i venturieri e la curia pontificia che, al momento, non portano ad alcun risultato concreto.
1375
Feb. mar.FranciaI capitani della compagnia, con Olivier du Guesclin in testa, sono tutti scomunicati dal papa Gregorio XI. Alla fine le trattative si concludono positivamente a marzo con l’allontanamento dei venturieri.
Giu. dic.CoucyDuca d’Austria Cantoni SvizzeriFrancia SvizzeraAgli stipendi di Enguerrand de Coucy contro il duca d’Austria Leopoldo. Si  spinge verso la Borgogna. Il re di Francia Carlo V spinge i venturieri a mettersi al servizio del de  Coucy che rivendica il ducato d’Austria per conto della madre. Si raccoglie a settembre un ingente numero di uomini.  Dopo avere ottenuto un riscatto di 34000 franchi dagli abitanti di Metz le truppe mettono a sacco l’Alsazia; nel contempo  liberano il Reno dalla presenza di milizie tedesche. I venturieri,  marciano in disordine verso la Svizzera. A fine dicembre vengono disfatti dagli avversari, nei pressi di Berna, in tre scontri, il de Coucy lascia di nascosto i compagni d’avventura; i superstiti riprendono la strada verso la Francia. Discendono la valle del Rodano per installarsi nel Comitato Venassino.
1376
Mag.ChiesaFrancia

E’ arruolato dal papa Gregorio XI per combattere in Italia nella guerra degli otto Santi. Gli sono consegnati 4285 fiorini per i primi due mesi di servizio. Lascia la Francia con 10000 bretoni, inglesi e balestrieri genovesi (6000 cavalli e 4000 fanti). E’ segnalato nel Delfinato e nelle terre del conte di Savoia. Attraversa le Alpi al passo di Susa. Durante la marcia assale Cuneo con Giovanni di Maléstroit: il Conte Verde, Amedeo di Savoia, non interviene a difesa della località.

Giu.Piemonte e LombardiaScorre lungo i territori di Nizza Monferrato, Asti, Alessandria e  Tortona. In Lombardia. Attraversa il Po ed il parmense.
Lug.ChiesaFirenzeEmilia

Ai primi del mese marciano lungo le rive dell’Enza; avanza sino a Modena sempre al seguito del cardinale Roberto di Ginevra. Durante il tragitto i bretoni devastano paesi, vivono a spese della popolazione locale, bruciano, uccidono, violentano. Con Giovanni di Maléstroit è spinto a contrastare  i fiorentini ed i loro alleati. Al passaggio del Panaro, in un primo scontro con i bolognesi a Bazzano, i bretoni subiscono la perdita (tra morti e prigionieri) di 67 uomini mentre 100 cavalcature pervengono nelle mani degli avversari. Viene assediata Bologna, alla cui difesa si trova Rodolfo da Varano.  Devasta i contadi di Bologna e di Imola con l’aiuto dei fuoriusciti locali. Espugna due castelli e fa strage degli abitanti; altre fortezze ottiene a patti.  La compagnia è ora forte di 12000 uomini.

Ago.Emilia e Marche

Si allontana dal bolognese e si trasferisce nelle Marche sempre compiendo atti di crudeltà. Ottiene Montegiorgio per trattato con un prete; la popolazione di tale centro viene sterminata.

…………..Emilia e Marche

Ritorna ad assediare, sempre senza esito, Rodolfo da Varano in Bologna. Roberto di Ginevra lo spinge a devastare la Toscana. Gli è bloccato il passo nell’ urbinate da Antonio da Montefeltro: i suoi uomini si muovono divisi in due colonne, una per la litoranea verso Ascoli Piceno, Camerino e Matelica; l’altra per la Ravignana di Fano sul Candigliano e sull’alto Metauro. L’azione non ha seguito perché il Budes si fa corrompere con il Maléstroit dai fiorentini.

Ott. dic.RomagnaSi accampa con il Maléstroit fuori Cesena. Le vettovaglie scarseggiano; i soldati si lamentano per la mancanza di cibo e di foraggio per le loro cavalcature. Il freddo si fa più pungente. A novembre cavalca con 200 lance nel territorio di San Severino Marche. Cattura abitanti e si appropria di tutto ciò che si può rubare. Il bottino è trasportato a Todi.  A fine dicembre il cardinale di Ginevra decide di fare entrare i bretoni in Cesena: viene divorata ogni cosa. Silvestro di Budes con il Maléstroit ha il comando dell’esercito pontificio forte di 1844 lance.
1377
Feb.Romagna

Ai primi del mese Cesena insorge a causa dall’ uccisione da parte di alcuni bretoni di 4 macellai. E’ l’occasione attesa da mesi dalla popolazione per ribellarsi. Sono ammazzati nelle strette vie della città da 300 a 400 venturieri. Immediata è la vendetta. Con l’arrivo di Giovanni Acuto Silvestro di Budes esce dalla cittadella ed  irrompe nel centro abitato.  E’ fatta  strage degli abitanti anche con il concorso degli uomini di Alberico da Barbiano: vengono trucidate, secondo le stime dei vari cronisti, da 2500 a 8000 persone. Vecchi, bambini, ammalati, uomini, donne, nessuno viene risparmiato. Le donne incinte sono sventrate, le loro viscere sono strappate e gettate nel fuoco. Inseguite, le giovani sono stuprate. Le porte della città sono chiuse. Gli abitanti che cercano di fuggire attraverso le mura sono scaraventati nel fossato. “Ferite, ferite, uccidete, uccidete” è il grido di battaglia di Silvestro di Budes.

Apr. mag.Marche

I bretoni reclamano le loro paghe. Il cardinale Roberto di Ginevra, per ottemperare a tale obbligo, è costretto ad impegnare la sua argenteria, il suo cuscino e 8 anelli per un valore di 416000 fiorini. Silvestro di Budes è indirizzato nella marca di Ancona, mentre Giovanni di Maléstroit rimane a Cesena. Si muove tra Ancona, Osimo, Macerata, Camerino e Fabriano.  Assale Camerino. Battuto, si ritira con la perdita di 480 cavalli catturati dagli avversari. A metà mese i bretoni che presidiano Osimo, Recanati, Montefano ed altre città della Marca si concentrano a Sant’Elpidio a Mare. Sono sconfitte le truppe fermane, impegnate nell’assedio di tale località, presso il monte di San Savino (8 morti e 300 prigionieri tra gli avversari). I nemici si ritirano in gran fretta verso Fermo senza neppure dare fuoco ai loro alloggiamenti. Il de Boudes giunge a  Montesanto (Potenza Picena). Sotto le mura cittadine nasce una grande rissa tra i venturieri bretoni e quelli tedeschi, tutti agli stipendi dello stato della Chiesa. La soluzione scelta è la sfida tra 10 campioni delle due nazionalità. I nomi dei bretoni sono conservati. Essi sono, Trémagon, due Treffily, Bourdat, Halmon, Calvaric, Le Carias, Jacques Le Noir, Televerne, Chiquet e Kerouvare. I tedeschi hanno la peggio (5 morti). In tutta la campagna sono accesi falò. Da ogni parte vi sono uomini che vengono  a congratularsi con i vincitori. A maggio ritorna ad Osimo, accolto con tutti gli onori. Perviene poi a   Serra San Quirico. Si impadronisce di una bastia ed occupa tale centro. Nel frattempo i bretoni sono terribilmente angustiati dalla mancanza di vettovaglie, anche perché l’alleato, Gentile da Varano, non riesce a mantenere il giusto livello dei rifornimenti. Sono lasciate le Marche per ricongiungersi a Spoleto con il resto delle milizie pontificie. Alla successiva rassegna, tenuta dal cancelliere del regno di Napoli Raoul de Lestrange, risultano agli ordini del di Boudes  i seguenti capitani: Jean de Blary (80 lance), Guillaume Pansart (50), Trogorant (60), Aimon Treffily. Altri capitani come Florimond Daviz, Roger de la Briqueville, Geoffrey Le Vizier dispongono ciascuno di 40 lance. A maggio a Silvestro di Budes sono consegnati 6000 fiorini per la sua provvigione. Ad ogni lancia sono consegnati 18 fiorini se composta di 3 cavalli, di 14 fiorini se di 2 cavalli e 10 fiorini per quelle consistenti in un solo cavaliere.

Giu. ago.Lazio e Umbria

Si dirige verso San Severino Marche. Al suo avvicinarsi gli abitanti si rifugiano sui monti vicini bloccando i relativi passi. Silvestro di Budes assale la località. I soldati della lega, tedeschi ed ungheri,  escono dalle mura per affrontarlo. Il Budes li attacca. La battaglia riprende il giorno seguente. L’assedio a tale centro dura sei giorni durante i quali la periferia cittadina viene completamente devastata. Respinto, si ritira a Matelica ed a Camerino dove si congiunge con Rodolfo da Varano che, nel frattempo, ha mutato partito ed è stato nominato capitano generale dello stato della Chiesa (metà luglio). Il fatto provoca disappunto in Silvestro di  Budes per cui il papa Gregorio XI lo invia con Giovanni di Maléstroit nel Patrimonio alla testa di 1000 cavalli bretoni. Ai primi di agosto si trova nelle vicinanze di Bevagna, Bettona e Torgiano. Fallito un suo tentativo di impossessarsi di Bevagna, torna a Foligno dove si trova il cardinale di Bourges. Silvestro di Budes lascia Foligno e punta su Spello. Penetra nella località a seguito di un feroce combattimento con le truppe di Lucio ed Everardo Lando. Attraversa il Tevere presso Casalina, giunge a Ponte Nuovo, a 8 miglia da Perugia, ed avanza su Todi. Durante la sua marcia è sempre tallonato da vicino dalle milizie di Lucio Lando, la cui principale preoccupazione è, peraltro, il saccheggio. A metà mese lascia Todi. Giunge a Montefiascone; si ferma davanti alle mura di Viterbo. Francesco di Vico esce fuori dalla città con 600 uomini, tutti armati alla meno peggio. Costoro al primo attacco riescono a fare indietreggiare i bretoni. Silvestro di Budes ripropone in ordinanza i suoi cavalli e si scaglia sugli avversari facendone strage. 200 abitanti di Viterbo rimangono sul terreno, morti o fatti prigionieri. Gli altri si mettono in salvo con la fuga. La stessa notte il Budes rientra a Montefiascone accolto come liberatore con falò e festeggiamenti vari dagli abitanti che lo ringraziano di averli vendicati del prefetto. Viene pure fatta pressione dai cittadini affinché gli sia riconosciuta la carica di governatore.  Il condottiero preferisce abbandonare la città con il bestiame razziato ed i prigionieri. Il successivo obiettivo (settembre) è Bolsena, nei cui pressi, ad aprile è stato catturato Raimondo di Turenna da Francesco di Vico. Gli uomini di Giovanni di Maléstroit si accordano con alcuni frati minori ed alcuni fuoriusciti; sono quindi introdotti di nascosto nel cassero e nel vicino convento di San Francesco. Seguono l’assalto alle mura e la conquista della città. Sono incendiate le case e vengono saccheggiati tutti i beni; sono uccisi 500 abitanti di ogni sesso ed età; quelli che sfuggono alla morte devono riconoscere un riscatto ai venturieri. Il castello è dato alla fiamme. La permanenza è breve, perché richiamato a  Bevagna dove Lucio Lando sta assediando la cittadella. Alla notizia del suo arrivo le truppe della lega preferiscono abbandonare le operazioni. Silvestro di Budes entra in tale località abbandonata dagli avversari. Fallito il suo tentativo di bloccare la marcia a costoro, torna a Foligno. Manca, nel frattempo, il denaro per le paghe dei suoi uomini.

Sett. ott.UmbriaIl signore di Foligno Trincia Trinci fa uscire dalla città le milizie pontificie e chiude le porte alle loro spalle a causa della loro indisciplina. Respinto, si dirige verso Assisi, si accampa a 3 miglia dalla cinta muraria. In città è organizzata una congiura ai danni del signore locale Guglielmo di Carlo, sostenitore della lega. Questa viene scoperta. Le truppe ecclesiastiche si vendicano una volta di più devastando le campagne finitime, mentre il papa Gregorio XI colpisce Assisi con la scomunica.  I bretoni progettano ora di attraversare il Tevere, le cui rive sono difese dalle milizie di Giovanni Acuto. Una forte pioggia impedisce a Silvestro di Budes di attraversare il fiume. Si ritira allora a Bettona per congiungersi con le truppe di Giovanni di Maléstroit, mentre altre compagnie si riuniscono ad Orvieto ed a Todi per concentrarsi su Foligno. Gli è ordinato dal cardinale Roberto di Ginevra di congiungersi con Raimondo di Turenna e Giovanni di Maléstroit  e di condurre un’azione in comune in Toscana ai danni dei fiorentini. I 3 capitani, si rifiutano preferendo ciascuno di perseguire obiettivi a sua scelta. Il Malèstroit reclama dal prelato  10000 fiorini che gli sono stati promessi e, nel frattempo, irrompe alla testa di 4000 uomini nel ducato di Spoleto; Silvestro di  Budes, come pure Raimondo di Turenna, punta invece su Todi anche perché a fine mese ha termine la sua condotta.
Nov.Marche e Lazio

Ricondotto dai pontifici, si dirige con Giovanni di Maléstroit verso le Marche. Ritorna ad Osimo con 800 cavalli bretoni: gli abitanti sono depredati dei loro beni e le donne sono violentate. Si reca a Roma per rendere omaggio al nuovo papa che sta provenendo da Avignone; rientra in Osimo e da qui marcia alla volta di Sant’Elpidio A Mare che libera dall’ assedio degli avversari. Assalito a sua volta, respinge un attacco in cui cattura più di 300 uomini. E’ ancora ad Osimo dove viene accolto come un trionfatore.

1378
Lug.AntipapaChiesaLazio e Umbria

Combatte al servizio dell’ antipapa Clemente VII (il cardinale Roberto di Ginevra). Si collega con Piero di Sagra e perviene ad Anagni alla testa di 2000 cavalli bretoni e guasconi. Cavalca verso Roma, si impadronisce del ponte della Salaria e vi sconfigge nei pressi gli abitanti usciti dalla città. Entra in Roma;  si impadronisce di Castel Sant’Angelo ove lascia una guarnigione di 150 uomini. Molti sono i morti tra gli avversari. Tenta di entrare in Orvieto con l’aiuto dei fuoriusciti.

1379
Apr.LazioViene vinto e fatto prigioniero da Alberico da Barbiano nella battaglia di Marino.
…………..FranciaLiberato dietro il pagamento di un forte riscatto, scorta l’antipapa Clemente VII con le sue truppe ad Avignone. Pone i suoi quartieri invernali in Borgogna riprendendo la sua avventurosa esistenza.. Rimane disilluso nelle sue speranze di nuovi onori per la campagna condotta in Italia Dopo sei mesi è arrestato dal balivo reale di Macon Oudart d’Attainville.
1380
Gen.Francia

Nei primi giorni del mese viene fatto arrestare. E’ decapitato a Macon, con il suo scudiero Guillaume Boileau,  su disposizione del cardinale di Amiens Jean de la Grange perché anni prima, in Romagna, i soldati di Silvestro di Budes si sono impadroniti di alcuni muli  che trasportavano vasellame d’oro e d’argento  appartenente al prelato. Dopo la sua esecuzione le truppe bretoni ai suoi ordini si vendicano saccheggiando per settimane il Comitato Venassino, finché si disperdono in piccole bande, molte delle quali ritornano in Italia per riunirsi sotto la bandiera del Maléstroit. Secondo altre fonti Silvestro di Budes muore ad Avignone a seguito di una rissa. Le sue gesta sono ricordate da Guillaume de la Penne in un poema in versi intitolato “Gesta Britonum in Italia sub Gregorio papa undecimo.” Sposa Renée Goyon, figlia di Etienne signore di Matignon e Jeanne.

 CITAZIONI

-“A former comrade in arms of Bertrand Du Guesclin.” BAYLEY

-“Di là sloggia Silvestro, e ad Osmo torna,/ Ov’ebbe già con sua milizia stanza:/ Escono incontro a lui gli abitatori/ Per fargli a prova onore, e riverenza,/ Esclama ognun dinanzi al suo aspetto!/ Viva la Chiesa, e tu, che sei quel prode/ Valoroso guerrier, che non ha pari./ Altri pur lieti gridano: quel desso/ Tu sei, signor, che di bontade il vanto/ Porti sovra ciascun, che Dio ben cole./ A tal grido onorato intorno sparso/ Venian le genti ancor lontane a schiere,/ Per onorare un uomo di sì gran merto./ Giù dell’alta città gli sono intorno/ Più di duemila giovanetti, uniti/ A scelto stuolo di primati, e tutti/ Per sì orrevol venuta e voci, ed inni/ Sciolgon, sembrando el canto esser sirene: Tutti in somma si pregiano a vicenda/ Di festeggiare un così fausto giorno/ Con nobil pompa, e di dar laude a lui/ Degno di onore, e di memoria eterna.” Da un poema di Guglielmo de la Perene tradotto dal TALLEONI

-Con Jean Maléstroit “Ils acquirent une sinistre réputation. le massacre qu’ils organisèrent en répresailles contre la population de Cesena .. resta dans les mémoires.” BUTAUD

-“Chief of a Briton company which had been the bane of the Pope and to scourge of Avignon, when it plumdered even the wheat sent by the to relieve a famine.” TUCHMAN

-“In “Gestes des Bretons en Italie”, un poema scritto da Guillaume de la Penne, un esponente della piccola nobiltà dell’Anjou che milita col comandante bretone Sylvestre Budes, narrano le peregrinazioni in Italia di uno di questi contingenti di cavalieri al servizio del papa tra il 1376 e 1379. Tutti chiusi nel loro antiquato conformismo ideologico fatto di onore militare e di disprezzo per i “vilains” e, più in generale, per gli italiani ritenuti fanfaroni codardi, traditori e inesperti del mestiere delle armi, questi “soudiers” mostrano un’ impassibile crudeltà, e mantengono ignoranza e diffidenza per il mondo urbano.” VARANINI

-Con Giovanni di Maléstroit “Rien n’égalait la brutalité et l’outrecuidance des ces aventuriers.” DURRIEU

-Ingresso in Osimo dopo la vittoria contro gli abitanti di Fermo presso il monte di San Savino “(lo aspettano i bambini) avec les genz d’estat,/Pour il donner plus grant esbat,/En chantantdeissez quo fussent seraines.” Da un poema di Guillaume de la Penne ripreso da MIROT

-“Coraggioso e in una certa misura leale, Budes era un capobanda che viveva della sua spada, un combattente vecchio di mestiere, alla ricerca di fortuna e di bottino. Saccheggiò la Francia dal 1374 al 1376. Devastò l’Italia dal 1376 al 1379.. Senza scusarlo, senza giustificarlo, riconosciamo che meglio di tanti suoi simili, uomo di guerra, saccheggiatore, crudele, facendo pagare i suoi servigi , era un condottiero, uno che sapeva meglio di tanti altri mantenere la sua fede. Fedele a Carlo V, fedele a Gregorio XI e a Clemente VII, non servì mai due padroni. E né lui né i suoi compagni furono meno indegni di tutti quelli che dopo di loro dalla Francia vennero nelle pianure d’Italia a cercare onori e gloria.” MIROT

-“Grande condottiero e grande soldato, Guillaume de la Penne lo descrive come “vaillant bon chevalier”, quintessenza del valore cavalleresco “beau de corps, élégant, plaisant en société, agréable aux dames, loyal autant que vaillant.. dévot enver Madame sante  Catherine.” BULTRINI

-“Un moult vaillant chevalier de Bretagne.” FROISSART

BIOGRAFIE SPECIFICHE

Léon Mirot. Sylvestre Budes e i bretoni in Italia

Fonte immagine: festivaldelmedioevo.it/

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