ORSO ORSINI

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Last Updated on 2023/11/30

ORSO ORSINI  Conte di Nola, conte e marchese di Atripalda, conte di Soave.

Duca di Ascoli. Signore di  Lauro, Avella, Palma Campana, Montefredane, Ottaviano, Atripalda, Monteforte Irpino, Forino, Baiano, Castelnuovo, Cicciano, Striano in Campania; di Ascoli Satriano in Puglia; di Fiano Romano, Morlupo, Filacciano nel Lazio. Figlio naturale di Gentile Orsini (signore di Pitigliano), padre di Napoleone Orsini e di Roberto Orsini, genero di Dolce dell’Anguillara.

  • 1479 (luglio)
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Scudo diviso in quattro settori con due leoni rampanti, le rose e le bande oblique
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

…………..NapoliMilita al servizio del re di Napoli Alfonso d’Aragona.
1439
Ago.SforzaNapoli12 lanceAbruzziEntra nella compagnia di Micheletto Attendolo con 12 lance per contrastare gli aragonesi. Gli sono consegnati 320 ducati. Il contratto è firmato nella chiesa di San Pantaleone, dietro l’altare, nelle vicinanze di Altavilla nel teramano.
1440  Giu.FirenzeMilanoToscanaA fine mese, agli ordini dell’ Attendolo, prende parte alla battaglia di Anghiari. Nel periodo i colori della sua divisa sono cremisi, verde, nero ed oro.
…………..VeneziaMilanoLombardiaNel corso dell’anno lascia la compagnia dell’Attendolo per passare agli stipendi dei veneziani
1441VeneziaMilano 60 cavalliLombardiaHa il comando di 60 cavalli.
1443SforzaChiesa NapoliLombardiaAgli stipendi di Francesco Sforza.
1447
Nov.MilanoVeneziaEmiliaAl soldo della Repubblica Ambrosiana. Nel prendere parte alla conquista di Piacenza rimane ferito nel corso di un’azione.
1448
Ago. sett.LombardiaAd agosto assedia il castello di Caravaggio con Angelo da Lavello, Fioravante Oddi, Antonio Ventimiglia e Giorgio di Annone. A settembre è presente alla battaglia di Caravaggio.
1449200 cavalliLombardiaAlla morte del suocero Dolce dell’Anguillara gli viene concessa una condotta di 200 cavalli.
1450
Gen.VeneziaSforza100 lanceLombardia

A Caprino Bergamasco dove stipula una condotta con il provveditore Andrea Dandolo: la ferma è stabilita in sei mesi più altri sei di rispetto. La sua militanza a favore della Serenissima durerà un decennio.

1451
Apr.Gli è rinnovata la condotta per un anno di ferma de sei mesi di rispetto.
1452
Ott.VeneziaMilanoLombardia

Combatte le truppe di Francesco  Sforza divenuto duca di Milano. Lascia Porzano con Jacopo Piccinino;  sconfigge nelle vicinanze Bartolomeo Colleoni e Donato del Conte.

Nov.LombardiaViene sconfitto da Francesco Sforza nei pressi di Manerbio.
1453
Giu.Lombardia

Compie alcune scorrerie nel territorio di Gottolengo con il Pollone e Grande Albanese;  contrasta gli avversari ad Alfianello con Bertoldo d’Este

Lug.Lombardia

Segue Carlo di Montone fino alle porte di Pavone: attaccato dagli sforzeschi, provenienti da Pralboino, mette in fuga gli avversari cui cattura 16 cavalli. Cerca invano di soccorrere Ghedi.

Ago.Lombardia

E’ inviato con 300 cavalli in difesa di Breda: i cremonesi che assediano la località si danno alla fuga  lasciando nelle mani dei veneziani molti prigionieri ed una bombarda. Orso Orsini costruisce nei pressi una bastia; si collega con Matteo da Capua ed Anastasio da Sant’Angelo (3000 cavalli e 1000 fanti) ed assale Castelleone. Viene subito affrontato da Sacramoro da Parma, Corrado da Fogliano e da Donato del Conte. Sconfitto, si rifugia con Matteo da Capua a Crema.

1456
Dic.VenetoA metà mese gli è riconosciuto uno speciale contributo: trasferisce i suoi famigliari nel veneziano.
1458
Mag.Veneto

In occasione della elezione a doge di Pasquale Malipiero partecipa a Venezia ad una giostra nella quale con Ludovico Malvezzi ha il comando di una squadra; si batte con quella condotta da Bertoldo’Este e da Antonello da Corneto. Si tratta di una finta battaglia per il possesso di un castello di legno eretto in piazza San Marco. La palma della vittoria spetta alla squadra di Bertoldo d’Este.

Nov.

Parte per la Puglia dove è stato chiamato dal principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo. Prima di allontanarsi dal veneziano promette solennemente di non offendere per sei mesi alcun alleato o aderente della Serenissima, in particolare il re di Napoli Ferrante d’Aragona.

1459
Gen.101 lancePugliaRaggiunge via mare Bisceglie con la sua compagnia.
…………..TarantoNapoliPugliaMilita agli stipendi del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo contro gli aragonesi.
1460
Feb.PugliaScaccia da Foggia gli avversari.
Apr. mag.Puglia CampaniaA San Severo al fianco del pretendente del regno di Napoli Giovanni d’Angiò. A maggio è a San Severino, Da qui si sposta con 200 lance in Terra di Lavoro.
Lug.Campania

Partecipa alla battaglia di Sarno. Nello scontro ha modo di battersi con Roberto Orsini. Sono catturati 150 uomini d’arme e prese negli alloggiamenti le cavalcature che trasportano i carriaggi.

Sett.CampaniaE’ segnalato con 3 squadre nei pressi di San Severino, terra del principe di Taranto.  Nello stesso mese abbandona per qualche mese il campo angioino a causa dell’impiccagione del congiunto Parente Orsini.
1461
Estate400 cavalliCampania

Viene inviato con 400 cavalli e molti fanti alla difesa di Nola da dove effettua numerose scorrerie nei territori di Napoli, Aversa ed Acerra. Con la sua strenua attività bellica costituisce una spina nel fianco del fronte aragonese.

Ott.CampaniaAl campo di Giovanni d’Angiò con Jacopo Galeota, Cola di Monforte e Giacomo Montagano.
Nov.CampaniaEsce da Nola e punta su Atripalda per congiungersi con Cola di Monforte ed Ercole d’Este.
Dic.NapoliAngiòCampania

Con la caduta di Gesualdo e di Paterno si trova isolato dalle forze angioine. Defeziona nel campo aragonese a causa delle crescenti difficoltà di vettovagliare i centri di cui è stato preposto alla difesa. per tale motivo è costretto anche ad espellere 600 abitanti dalla città. La sua decisione è agevolata da un colloquio che ha con il cardinale di Ravenna, il legato pontificio Bartolomeo Roverella, che gli promette la contea di Nola. Orso Orsini, che da giovane è stato espropriato dei beni paterni dal principe di Taranto, accetta l’occasione che gli viene proposta: si reca a Napoli, giura fedeltà al re Ferrante d’Aragona e passa al suo servizio. Ottiene la contea di Nola  con i feudi di Lauro, Baiano, Avella, Palma di Campania, Atripalda, Cicala, Monteforte Irpino, Forino, Montefredane ed Ottaviano.  Rimane in Terra di Lavoro con 3 squadre di cavalli.

1462
Gen.Campania

Ottiene in feudo anche Atripalda con il titolo di conte; in contraccambio si obbliga di consegnare al re di Napoli Somma Vesuviana, Arpaia ed altre terre.

Feb. mar.CampaniaAssedia e conquista Sarno, località promessagli in feudo da Ferrante d’Aragona.
Giu.Campania

Invade il contado di Grottaminarda con Roberto da San Severino, Antonio Piccolomini, Bernabò da San Severino ed il re di Napoli alla testa di 45 squadre di cavalli.

Lug.Puglia

Riceve del denaro da Ferrante d’Aragona e mette in ordine le proprie compagnie. Subito dopo assedia Accadia difesa da una forte guarnigione.

Ago.Puglia

Accadia cade sotto il tiro delle bombarde: nel saccheggio sono uccisi 50 uomini pari alla metà dei difensori. Sempre nel mese prende parte alla battaglia di Troia, dove ha l’incarico della custodia del campo.  Con il sovrano comanda una piccola schiera che attacca un’altura vicina al colle su cui si sono riparati i nemici.  Costoro si spaventano e si danno alla fuga allorché si rendono conto di subire un assalto avvolgente portato su 4 direttrici.

1463

Con l’uccisione del principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo ottiene che le  milizie ed i  sudditi di quest’ultimo passino all’ obbedienza aragonese. Viene insignito dell’ordine dell’ Ermellino.

1464
…………..PugliaViene investito del ducato di Ascoli Satriano.
Sett.LazioE’ scelto da Deifobo dell’Anguillara da un lato, e da Andrea e da Jacopo Conti dall’altro, come arbitro per le loro controversie.
Ott.35 uomini d’arme pari a 351 cavalli

Ferrante d’Aragona disarma i baroni sequestrandone le milizie. L’azione si configura inizialmente (giugno) come una riorganizzazione delle truppe dei ribelli assoldate dalla corona dopo la loro resa. Nell’autunno il re di Napoli decide di avocare a sé, a titolo della propria sicurezza e di quella dello stato, l’esclusivo esercizio delle armi del regno. L’Orsini rinuncia ad un comando autonomo; resistenze sono opposte invece da Giulio Acquaviva e da Matteo da Capua.

1467
Apr.NapoliVeneziaRomagna

Affronta i veneziani di Bartolomeo Colleoni ed i fuoriusciti fiorentini. Segue Federico da Montefeltro ed il duca di Calabria Alfonso d’Aragona in Romagna con 4000 cavalli e 2000 fanti. Si accampa a Cosina e devasta il faentino.

Mag.EmiliaColloca gli uomini al suo comando sull’Idice.
Lug.EmiliaPrende parte alla battaglia di Molinella. Catturato nel corso del combattimento, è liberato in cambio di Costanzo Sforza.
Ago.Emilia e Toscana

Lascia il campo e rientra nel regno con il duca di Calabria e 40 squadre di uomini d’arme; giunge presso Viterbo ed alloggia ad Acquarossa. Da tale località invia alla difesa di Tolfa 100 fanti comandati da Antonello da Campobasso.

1468
…………..CampaniaViene nominato marchese di Atripalda con i feudi di Monteforte Irpino, Montefredane e Porino.
Ago.Lazio

Si trova coinvolto con Roberto Orsini in un processo che gli è  intentato dal papa Paolo II per l’acquisto di Tolfa da parte di Ludovico Orsini: il pontefice acquista, infine, la località e l’Orsini verrà assolto da ogni crimine l’anno successivo.

1472
Apr.CampaniaA Napoli, in occasione della stipula di un’alleanza tra il re di Napoli e la Serenissima.
1473CampaniaE’ chiamato a far parte del consiglio regio.
1477NapoliFirenzeToscanaDedica a Ferrante d’Aragona il trattato “Governo et exercitio de la militia”. Affianca in Toscana contro i fiorentini il duca di Calabria Alfonso d’Aragona, di cui l’Orsini ha l’incarico di consigliere personale.
1478
Giu.NapoliFirenzeToscanaCon Virginio Orsini ha il comando di 13 squadre di cavalli.
Lug. ago.ToscanaE’ segnalato con Federico da Montefeltro all’assedio di Castellina in Chianti. 4 grosse bombarde sono puntate contro la località e sparano ciascuna una ventina di colpi al giorno. Dopo 24 giorni i difensori si arrendono a patti. Contro i patti la località è messa a sacco.
Sett.ToscanaAll’assedio di Monte San Savino.
1479
Giu.LazioSi ammala a Corneto (Tarquinia).
Lug.Lazio

Si trasferisce a Viterbo dove muore (probabilmente per coliche renali) ai primi del mese nel palazzo del cardinale  Niccolò Forteguerra. In punto di morte raccomanda i due figli al duca di Calabria. Costruisce a Napoli un palazzo nei pressi di Castel Capuano, detto di Santa Maria del Rifugio. Autore del trattato sul “Governo et exercitio della militia” dedicato a Ferrante d’Aragona. Sposa Elisabetta dell’Anguillara, figlia di Dolce, e Rita Sanguigni.

 CITAZIONI

-“Noto, soprattutto, per il suo scritto “Governo ed exercitio de la militia”, che a M. Jaehns parve più importante della stessa famosa opera del Valturio, “De re militari”, per la conoscenza della prassi guerresca italiana prima della venuta di Carlo VIII. Esso è un vero progetto d’esercito permanente di 20000 uomini (di cui 12000 a cavallo), presentato al re Ferdinando nel gennaio 1477.” PIERI Il costo previsto è di 470000 ducati, la metà circa delle entrate lorde del regno di Napoli. Nel progetto di Orso Orsini, accanto a 2000 lance a cinque o sei cavalli, vi sono mille balestrieri, costituenti corpo a sé, in piccole unità ternarie. Propone pure per il suo esercito due sole grosse bombarde: con proiettili di pietra da 300 e 200 libbre, ma d’un solo pezzo, anziché di tre, con cannone e culatta di maggiore spessore, scaglianti il proiettile con maggiore forza di penetrazione.

-“I trattati di Diomede Carafa e Orso Orsini ci dicono parecchio sui concetti cardine a cui si ispirava la condotta della guerra al loro tempo. Entrambi danno risalto al bisogno di usare prudenza e cautela; entrambi consigliano di evitare la battaglia se le circostanze non si presentano proprio favorevoli; entrambi si rivelano ammiratori della scuola militare sforzesca e, almeno in questo aspetto, non rispecchiano tutti i comportamenti osservabili nelle guerre italiane del loro tempo. Infatti, i bracceschi puntavano di più sulla rapidità, sulla mobilità e l’urto decisivo. Di fatto però le due scuole – braccesca e sforzesca – si muovevano entro lo stesso quadro di riferimento. Vale a dire: il concetto fondamentale che stava alla base della tattica bellica italiana era “difendersi e contrattaccare”. Talvolta la controffensiva poteva essere rimandata troppo a lungo per ragioni di eccessiva cautela, ma non succedeva spesso. La prima ed imprescindibile preoccupazione di un comandante italiano, quando era in guerra, era di avere una base solida e sicura, una fortezza o una fortificazione campale che lo ponesse al riparo da qualunque sorpresa del nemico. Da tale base egli poteva fare sortite fulminee per rapinare o distruggere, indebolendo così lo stato del nemico e provocando anche il suo esercito a qualche mossa falsa. Avvalendosi di una conoscenza superiore tanto del nemico, tramite le spie, quanto del terreno, egli sperava di cogliere il successo con la rapidità dei suoi movimenti e la mobilità e disciplina dei suoi soldati. Questa era la teoria di base. Dunque, era una realtà militare in cui avevano una parte da svolgere fattori diversi: le spie e gli informatori, lo stratagemma e l’inganno, le fortificazioni campali e le defatiganti marce forzate.” MALLETT

-“Ne’ suoi dì fu eccellentissimo capitano.” PORZIO

-“Fu soldato di gran valore e di molta dottrina, e compose un trattato “Del Governo et exercitio della militia”, che nel 1477 dedicò al re Ferrante, e che inedito si vede nelle biblioteche del re a Parigi, e in quella di Cesare Saluzzo a Torino.” LITTA

-“D’animo fermo, di fida amicitia, di fiorito ingegno e di molta prudenza, di singolar valore, avventuroso nelle battaglie, pronto di mano, cauto nel consigliare, e nel deliberare non precipitoso, e del tutto lontano d’ogni sorte di simulatione, ed ambitione parimente.” SUMMONTE

-“Militaris discipline clarissimus vir.” GHERARDI

-“Di animo costante, di fida amicitia, di grande ingegno e di maturo consiglio, valoroso molto, nelle battaglie avventuroso, nel consigliar cauto e nel deliberare non temerario, il quale si come non era simulatore, così parimente non si scorgea in lui segno di ambitione.” PONTANO

-“Dux, et animo et sanguine Ursino clarissimus..Nequaquam suis a majoribus degeneravit..Duce quidem magnanimo.” PORCELLIO

-“Orso fu valoroso.” GAMURRINI

-Con Roberto Orsini “Alfonsi (d’Aragona) duci clarissimi.” ALBINO

-“Il suo trattato è inteso ..a dimostrare che la forza delle milizie non è strettamente funzionale al numero, ma dipende da un lato dall’efficienza dell’organizzazione, dall’altro dalla congruità delle dimensioni numeriche con i mezzi finanziari realmente disponibili. Non è la moltitudine.. che determina il successo dell’esercito in campo, e non è nemmeno, per quanto importante, l’ardimento o l’autorità del comandante, ma è piuttosto l’organizzazione, la razionale e meticolosa preparazione, la capacità previsionale.” COVINI

-Con Napoleone Orsini, Everso dell’Anguillara, Antonio Caldora “Tutti huomini di grandissima sperienza nelle cose della guerra.” DE LELLIS

-Con Niccolò da Pisa, Micheletto Attendolo, Bosio Sforza, Troilo da Rossano “Tucti capitani e homini degnii.” BROGLIO

-“Seguace della scuola sforzesca che s’ispirava alla strategia logoratrice (intesa anche in senso politico), elaborò formulazioni dettate dalla sua esperienza personale e propose un progetto di organizzazione militare che alla luce dei più recenti studi sulle innovazioni introdotte nel Regno in età ferrantina risulta in consonanza con i quadri teorici delle riforme perseguite dal re e miranti alla costituzione di un esercito demaniale permanente..Ottenuto il dominio di Nola, ampliò e restaurò con magnificenza l’edificio già esistente, senza peraltro poter portare a termine prima della morte la residenza, definita la “regia”, che indubbiamente veniva progettata a rappresentare il suo nuovo status anche in rapporto alla città. per la facciata settentrionale del palazzo utilizzò i marmi del vicino anfiteatro romano ..Portando avanti un progetto di ristrutturazione urbanistica spostò l’ubicazione del macello e ampliò il mercato, e concluse i lavori alla basilica dell’episcopio, già iniziata da Raimondo Orsini.” VITALE

-“Capitano di fama..Fu uno dei rappresentanti di spicco della schiatta mercenaria Orsina, “in re militari clarissimus”, autore di un prezioso trattato di organica militare..L’originale opera dell’Orsini, scritta nel ’76 e dedicata al “Governo et exercitio de la militia”, costituisce un’inedita trattazione di organica e logistica militare, in cui, per la prima volta vengono valutati tutti i fattori compositivi utili per la definizione di un dispositivo militare di sicuro impatto operativo (qualità di corpi combattenti e loro ordinamento, distribuzione delle forze nelle unità operative di cavalleria e fanteria, dimensioni di queste).” STORTI

-“La corte di Orso era cospicua. Il barone manteneva circa ottanta “boche et persone de casa” ed erogava provvigioni per 2076 ducati, senza contare i vestiti e i panni distribuiti a dipendenti e famigli, i quali erano acquistati presso il fondaco degli Strozzi. A parte vanno considerati i salari dei 20 ufficiali (per 1422 ducati)..A Napoli, Orso, abitava, almeno a partire dal 1465, in un palazzo della regione di sedile di Porto, tra l’attuale via Mezzocannone e la chiesa di S. Giovanni Maggiore. Il palazzo..fu abbattuto a fine ‘800 per ampliare la strada..(L’Orsini) lo acquistò il 9 aprile 1471 per 4000 ducati, una somma che era il doppio del focatico dovuto alle sue terre..I lavori di Orso nella sua “reggia” a Nola e i suoi interventi urbanistici parlavano il linguaggio del Rinascimento europeo. In quegli anni, quella città fu caratterizzata da una notevole ricchezza culturale testimoniata dal “De Nola” di Ambrogio Leone.. In un armadio della residenza napoletana di Orso Orsini c’erano 36 libri..Si tratta  di 23 manoscritti, dei quali solo due in carta, e di 13 volumi a stampa, cui va aggiunta una carta nautica..Orso non fu solo un committente di opere d’arte, un lettore, un trattatista, ma anche un oculato amministratore e un prezioso consigliere del re. Il suo registro patrimoniale..testimonia l’attivismo negli investimenti produttivi, commerciali e finanziari.” SENATORE”

-“Nei suoi scritti sul “Governo et exercitio della militia”, aveva proposto una normalizzazione delle artiglierie di piccolo calibro, come le cerbottane per migliorare e ottimizzare le prestazioni degli addetti ai pezzi.” ANSANI

BIOGRAFIE SPECIFICHE

Francesco Senatore. Nella corte e nella vita di Orso Orsini conte di Nola e duca d’Ascoli.

Fonte immagine in evidenza: beniculturali.it , Lo stemma appartiene a orso orsini che nel 1471 entrò in possesso di una parte del feudo di Fiano, diviso a metà con i monaci benedettini di S. Paolo fuori le Mura. Lo scudo contiene anche l’arme degli Aldobrandeschi che anticamente possedevano parte delle terre passate poi agli Orsini. Lo stemma proviene da Civitella

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