MERCURIO BUA

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Lorenzo Lotto, Portrait of a Gentleman, believed to be the portrait of Count Mercurio Bua

Last Updated on 2024/03/06

MERCURIO BUA  (Maurikos Bua Spata in greco, Mercurio Bua in albanese).

Di Napoli di Romania (Nauplia) Conte di Aquino e di Roccasecca. Conte palatino del sacro Romano Impero. Cavaliere di San Marco. Zio di Prodano Bua e di Andrea Bua, cognato di Costantino Boccali.

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1478 – 1542

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1489VeneziaVeneto

Discendente dalla famiglia principesca di origine albanese dei Bua Spata, segnalata già dasl 1200. I suoi antenati hanno ricoperto il ruolo di despoti di Angelocastro, di Arta e della Morea (Peloponneso). Nel 1460, dopo la conquista ottomana della penisola balcanica, il padre Pietro viene acclamato capo degli albanesi della Morea. Mercurio Bua si trasferisce a Venezia alla morte del padre;  muta il proprio nome da Maurikos (Maurizio) in quello di Mercurio. Le sue prime esperienze militari sono come stradiotto nelle file della Serenissima.

1495
Lug. ago.VeneziaFranciaEmilia e PiemontePrende parte alla battaglia di Fornovo. Ad agosto segue il marchese di Mantova capitano generale della lega Italica ed il provveditore veneziano degli stradiotti Bernardo Contarini all’assedio di Novara.
1496Regno di NapoliSempre agli ordini di Francesco Gonzaga affronta i francesi nel regno di Napoli a favore del sovrano locale.
1499
…………….VeneziaFirenzeToscanaCombatte i fiorentini in soccorso dei pisani. Si distingue in un’azione ai danni di Piombino.
Mar.MilanoLombardia

A causa  del ritardo delle paghe si allontana dal campo con 25 cavalli, raggiunge Lucca e passa al servizio del duca di Milano Ludovico Sforza. Ottiene (anche se non entro i termini pattuiti) il denaro che gli è stato promesso.

Ago.MilanoFranciaPiemonte e Austria

Si trova ad Alessandria con Giovanni Conti e Giovanni Bernardino Caracciolo (200 stradiotti). Con la sconfitta degli sforzeschi, ripara ad Innsbruck con lo stesso duca di Milano.

!500
Mar.SforzaFranciaLombardiaAgli stipendi di Ludovico Sforza, teso al recupero del ducato di Milano. E’ segnalato alla testa di 300 stradiotti a Mortara, Pavia e Vigevano.
Apr.Piemonte

Si pone alla difesa di Novara allorché la città viene investita  da Gian Giacomo da Trivulzio. Sconfitto, cerca di agevolare Ludovico Sforza nella sua fuga   offrendogli una cavalcatura che viene rifiutata. Mercurio Bua è catturato da un uomo d’arme scozzese di nome Duncan.

Mag. giu.PiemonteRinchiuso nella fortezza custodito di Castellar, vi è qui custodito da Giovanni Andrea di Saluzzo di Castellar in attesa che arrivi il denaro per il suo riscatto. Trattato con riguardo, viene liberato dopo sette settimane.
…………….Francia
1503
AutunnoFranciaSpagna100 stradiottiLazio

Affianca il la Trémouille e Francesco Gonzaga a Roccasecca, Aquino e Pontecorvo. Costringe gli avversari a ritirarsi; ha con il Sandricourt l’incarico di scortare l’artiglieria, che deve essere trasportata oltre un ponte nei pressi dell’ultima località, con 25 uomini d’arme e 60 stradiotti. Si colloca alla retroguardia con il capitano francese e respinge 300 cavalli spagnoli. Il re di Francia gli riconosce di feudi Aquino e di Roccasecca in riconoscimento della sua azione.

Dic.Lazio

Sul Garigliano. Ha il compito di difendere un ponte; è presente in alcune scaramucce. A fine mese è coinvolto nella sconfitta dei transalpini.

1504
…………….Il re di Francia Luigi XII gli concede il titolo (puramente formale) di conte di Aquino e di Roccasecca.
1506
…………….FranciaBolognaEmiliaLotta contro i Bentivoglio signori di Bologna. Il papa Giulio II gli riconosce per la sua azione una gratifica di 1000 fiorini.
1507
Mar.Lombardia

Uccide il Faccendino sulla strada che da Melegnano porta a San Donato Milanese. Quest’ultimo, infatti, lo ha sfidato a duello per alcune sue espressioni rivolte ai  danni di Francesco Gonzaga a Gazzuolo in occasione di un duello fra Galeazzo da Landriano ed Amerigo da San Severino.

Apr.FranciaGenovaPiemonte e Liguria

Parte dall’ astigiano con i suoi uomini e si sposta con Ivo d’ Allègre in soccorso dei monegaschi. Si sposta  in val Polcevera;  si scontra a Sampierdarena con 200 fanti genovesi. Si congiunge a Busalla con il resto dell’ esercito francese;  si impadronisce delle vette delle le montagne che sovrastano Genova. Quando i difensori escono dalla città per assalire il campo regio a Sampierdarena, Mercurio Bua agisce in avanscoperta verso la Lanterna. Simula un attacco con 100 stradiotti e le milizie di Francesco Gonzaga, si ritira di fronte a forze preponderanti e conduce gli inseguitori in un’imboscata dove sono  appostati 3000 fanti tedeschi.

Mag. giu.LombardiaAl fianco del sovrano francese nel solenne ingresso di Luigi XII in Milano. Sempre a Milano (giugno) prende parte ad un grande torneo organizzato dallo Chaumont.
1508
…………….ImperoFranciaBelgioAlla testa di 400 stradiotti combatte nelle Fiandre le truppe del duca di Gheldria.
……………GermaniaE’ pure presente nella guerra di successione di Landshut in Baviera.
1509
Lug.ImperoVeneziaVeneto

Compie numerose scorrerie con 60 cavalli nei contadi di Castelnuovo del Garda, di Bassano del Grappa e di Castelfranco Veneto. Nel bellunese si impadronisce del castello di Quero Vas. Con Rinieri della Sassetta è sconfitto e ferito al Banco, tra Cittadella e Castelfranco Veneto, da Domenico Busicchio e da Giovanni Snati.

Ago.300 stradiottiVenetoAll’assedio di Padova, alla cui difesa si trova Niccolò Orsini.
Ott.VenetoAi primi del mese gli imperiali abbandonano le operazioni di assedio di Padova. Segue il principe Rodolfo di Anhalt alla difesa di Vicenza.
Dic.180 stradiottiVenetoAlla guardia di Verona.
1510
Gen.Veneto

E’ ancora a Verona con 250 stradiotti. Viene inviato a Valeggio sul Mincio per impedire che gli alleati francesi vi costruiscano 2 bastioni.

Feb.Veneto

Con alcune lance respinge una scorreria degli stradiotti veneziani portata fin sotto le porte di Verona. Giunge a Caldiero, è sconfitto e sono catturati 20 cavalli borgognoni.

Giu.ImperoVenezia60 stradiottiVeneto e Friuli

Al campo di Minerbe; nel vicentino si scontra con alcuni cavalli leggeri turchi di Vanissa da Poliza; 7 stradiotti della sua compagnia sono uccisi;  è loro tagliata la testa dagli avversari. Mercurio Bua si trasferisce in Friuli.

Lug.Friuli e Veneto

Rientra nel Veneto; è segnalato al campo di Santa Croce Bigolina; tocca Monselice e ritorna nel veronese. Si imbatte in alcuni cavalli croati, li mette in fuga e ne cattura il comandante, un cugino, suo nemico personale che lo ha defraudato della sua eredità. I veneziani gli offrono vanamente 6000 ducati e 6 cavalcature turche per ottenere la libertà di costui.

Ago.Veneto

Si trova a Lonigo; ha una scaramuccia verso San Bonifacio;  depreda grandi quantità di bestiame. Raggiunge il campo di Olmo, presso Vicenza, con 300 stradiotti.

Sett.Veneto

Scorta alcuni mercanti fino a Chiusa e rientra a Verona: 15 uomini della sua compagnia disertano nel campo veneziano. Sempre nell’anno l’imperatore Masssimiliano d’Austria lo nomina conte palatino. Il suo stemma presenta una croce di Sant’Andrea sormontata da un’aquila bicipite nera incoronata, simbolo del potere imperiale di Costantinopoli e degli Asburgo: il tutto circondato da quattro B o pietre focaie, già presenti nello stemma dei Paleologo e ricorrenti anche nella decorazione dell’ordine del Tosone d’oro.

1511
Gen. feb.VenetoNel veronese. A febbraio si allontana da Cologna veneta. cade in un agguato.
Mag.300 cavalli leggeriVenetoAlla guardia di Verona.
Giu.Veneto

Assale Soave e ne chiede la resa: gli viene risposto con le artiglierie. E’ attaccato da Teodoro Clada e da Giampaolo da Sant’Angelo che catturano sette dei suoi uomini. E’ obbligato a rientrare in Verona.

Lug.Veneto

Cavalca attorno a Lonigo il cui castello è in mano dei francesi del la Palisse. Entra nella città con i suoi stradiotti ed i fanti imperiali: si getta sugli abitanti raccolti nella piazza e ne fa strage (1500 morti). Mette a sacco le case del centro.

Ago.Veneto

Fa prigioniero nel veronese Giacomo Mamalucco e lo libera sulla parola: quando costui ritorna al suo campo per non avere potuto pagare la taglia, lo lascia libero definitivamente. Entra in Cittadella con 150 cavalli;  impone alla città una taglia di 5000 ducati, ridotta, successivamente, a 1000 in contanti. Si dirige verso Treviso, supera il Piave ed alla testa di 200 cavalli e di 3000 fanti occupa Castelnuovo, un fortilizio costruito lungo il fiume ai piedi delle prealpi bellunesi. Un poemetto celebrativo greco del secolo XVI narra che Mercurio Bua si sia gettato nel Piave seguito dai suoi uomini, aggirando i difensori colti di sorpresa. E’ catturato il castellano Girolamo Miani. Quest’ultimo, incatenato, è costretto a seguire gli stradiotti di Mercurio Bua nelle loro scorribande nell’alto trevigiano; sarà di seguito   liberato su intercessione (così si racconta) della Madonna. Rientrato a Treviso, Girolamo Miani porta in ex-voto le proprie catene (ancora visibili) al venerato affresco della “Madonna col Bambino”, nella chiesa di Santa Maria Maggiore.

Sett.Veneto

Perviene al campo francese nei pressi di Treviso. Esce da Montebelluna con 700 cavalli e depreda le colline del Montello: alcuni suoi uomini cadono prigionieri dei contadini. Si riprende da una rapida malattia e vede l’inutilità dell’attacco a Treviso, ben difesa peraltro da Renzo di Ceri. Mercurio Bua scorrazza allora nel territorio finitimo fino a Nervesa della Battaglia ed ai confini con il Friuli.

Ott.VenetoE’ sempre impegnato all’assedio di Treviso. Fa ritorno a Verona.
Nov.120 stradiottiVeneto e Friuli

60 uomini della sua compagnia disertano a favore dei veneziani. Mercurio Bua è trasferito nel Friuli; prende parte alla conquista di Gradisca d’Isonzo.

Dic.170 stradiottiVeneto

Si muove in Cadore con il Cinganetto. Alla testa di 50 cavalli leggeri, per lo più stradiotti licenziati dagli avversari, fronteggia 380 fanti usciti da Feltre agli ordini di Greco Giustiniani e di Sebastiano del Manzino; li costringe alla resa e li spoglia delle armi.

1512
Ago.LombardiaL’Aubigny, assediato in Brescia dai veneziani, cede la città al viceré di Napoli Raimondo di Cardona. Si reca a Brescia con 500 stradiotti con i quali ha il compito di scortare le truppe francesi fino alle Alpi. Gli sono consegnati i salvacondotti imperiali e quelli del duca di Milano Massimiliano Sforza. Nei pressi di Pavia escono dalla città 100 soldati, che si impadroniscono di una ventina dei carri che trasportano i beni dei francesi.
1513
Apr.ImperoVeneziaVenetoRitorna alla guardia di Verona.
Mag.Veneto

Esce da Verona con 400 cavalli, 3000 fanti ed 8 piccoli pezzi di artiglieria.  Si imbatte ad Albaredo d’Adige con le truppe del provveditore Sigismondo Cavalli: parte dei veneziani è costretta a fuggire a Cologna Veneta (Giovanni Forti) e parte a Montagnana e Vicenza.

Giu.VenetoE’ impegnato sempre alla difesa di Verona.
Lug.VeneziaSpagna Impero Milano73 stradiottiVeneto

Affronta 200 stradiotti veneziani; un suo uomo si fa volontariamente catturare ed inizia per suo conto una trattativa con emissari della Serenissima. Mercurio Bua ottiene un salvacondotto da Bartolomeo d’Alviano e diserta con 35 cavalli. Si incontra con il provveditore degli stardioti Giovanni Vitturi e lo stesso d’Alviano. Lascia Padova e punta verso Longare con 80 stradiotti e 100 cavalli leggeri; con l’aiuto dei contadini sorprende a Frassine 100 cavalli spagnoli e cattura Alfonso di Carvajal. Al termine dello scontro 6 dei suoi uomini sono armati cavalieri a Venezia ed è loro donata una casacca d’oro. Mercurio Bua domanda di avere il comando di tutti gli stradiotti; la sua richiesta trova notevoli resistenze, specie negli stradiotti di nazionalità greca. Si reca anch’egli a Venezia e vi è ospitato da Omobono Gritti. E’ ricevuto in udienza dal doge Leonardo Loredan; gli sono consegnati 200 ducati e raggiunge Bartolomeo d’Alviano a Padova.

Ago.Veneto

Alla difesa di Padova. Abbandona la città alla notizia che gli imperiali si stanno ritirando. Ha una scaramuccia con il Rizzano; non sostenuto dagli stradiotti delle altre compagnie, è obbligato a ripiegare con ferite in due punti del corpo: fra i suoi uomini ne sono catturati 12 ed altri muoiono annegati.

Sett.VenetoSi reca a Venezia con Bartolomeo d’Alviano ed altri 8 uomini d’arme.
Ott.Veneto

Prende parte alla battaglia di Creazzo, inserito al centro dello schieramento: respinto da 4000 fanti spagnoli, si salva con il provveditore Niccolò Vendramin. A Padova. Per il suo comportamento viene lodato pubblicamente da Bartolomeo d’Alviano. Mercurio Bua si reca ancora a Venezia per chiedere la taglia di Alfonso di Carvajal; domanda pure di essere nominato gentiluomo veneziano, una provvigione mensile di 100 ducati, una casa a Napoli di Romania (Nauplia), una condotta di 100 uomini d’arme in bianco e di 200 cavalli leggeri.

Nov.56 stradiottiVeneto

A Padova alla rassegna della sua compagnia che si svolge al Prato della Valle: sono licenziati alcuni stradiotti ai suoi ordini. Nel proseguimento del conflitto assale gli spagnoli in Montagnana: ne viene ricacciato.

Dic.VenetoSi ammala.
1514
Feb.Veneto

Ristabilitosi, si reca a Venezia con Bartolomeo d’Alviano. E’ ammesso al Consiglio dei Savi. Minaccia di andarsene se non sono accettate le sue richieste.

Mar. mag.49 stradiottiVeneziaRimane a Venezia per seguire le pratiche della sua condotta. Compare in alcune cerimonie religiose al fianco del doge Leonardo Loredan.
Giu.Veneto

Il Consiglio dei Savi gli concede la condotta di 200 stradiotti, di cui 150 da raccogliere in Levante; gli è pure assegnata una provvigione mensile di 80 ducati per 8 paghe l’anno. Bartolomeo d’Alviano lo avvia con Troilo Pignatelli alla difesa di Sossano e di Longare (500 cavalli leggeri ed altri 200, rispettivamente). Il viceré di Napoli Raimondo di Cardona prende la strada di Barbarano Vicentino e di Sossano e sconfigge in due riprese entrambi i condottieri veneziani. Mercurio Bua rientra  a Padova.

Lug.Veneto

Lascia il campo  con 250 cavalli leggeri e Cola Moro che comanda 1000 fanti. Si dirige verso il Polesine, sorprende 300 cavalli spagnoli ed entra in Rovigo ove cattura il commissario spagnolo con dodici cavalli. Rientra al campo di Brusegana;  con Malatesta Baglioni, Giulio Manfrone, Giampaolo da Sant’Angelo e Cola Moro si dirige verso Camposampiero (300 uomini d’arme, molti cavalli leggeri e fanti) per contrastarvi una scorreria effettuata da 100 uomini d’arme, 300 cavalli leggeri e 300 fanti. Guada il Brenta, si avvia verso Cittadella e Castelfranco Veneto; si volge verso Camisano Vicentino e vi coglie alla sprovvista i nemici. Recupera le prede; fra gli spagnoli sono fatti prigionieri 100 cavalli e sono uccisi, feriti o catturati tutti i fanti. Mercurio Bua è di seguito segnalato in perlustrazione tra Este, Montagnana e Monselice; imprigiona  alcuni cavalli tedeschi ed altri sono ammazzati. Appoggia anche Giovanni Naldi nel respingere un assalto degli avversari a Battaglia Terme. A fine mese si unisce con Niccolò Vendramin (500 stradiotti e cavalli leggeri).

Ago.Trentino  e Veneto

Entra in Valsugana e devasta il contado fino a Trento bruciando e saccheggiando le case che trova sulla sua strada. Si sposta nel feltrino: le autorità locali si oppongono alla sua presenza nel territorio per timore di rappresaglie e per la scarsa disciplina dei suoi uomini. Sempre con Niccolò Vendramin e Galeazzo Rapetta si spinge verso Conselve con 200 stradiotti, 150 lance della compagnia di Bartolomeo d’Alviano e 50 archibugieri. Si scontra a Cagnola con Costantino Boccali e 60 uomini d’arme spagnoli: tutti i prigionieri sono condotti a Cittadella.

Sett.Veneto

Asseconda Bartolomeo d’Alviano alla volta di Frassine con 150 cavalli leggeri: perlustra le zone attorno a Saletto ed entra in Este abbandonata dagli spagnoli.

Ott.Veneto

Prende la via di Verona con Malatesta Baglioni e Giacomo da Vicovaro, attraversa l’Adige, supera a Porcile (Belfiore) una palizzata costruita dagli spagnoli lungo il fiume. Ciascun capitano segue una direzione diversa (San Giovanni Lupatoto, Santa Maria e Zevio) e piomba sull’accampamento nemico, posto tra la prima e la terza località, dove stanno 400 cavalli leggeri e 100 uomini d’arme: sono uccisi 100 cavalli e numerosi fanti, sono catturati 300 cavalli. Di seguito affianca Bartolomeo d’Alviano alla conquista di Rovigo; con Troilo Pignatelli attacca 300 fanti a Lendinara. Costoro si danno alla fuga e molti sono fatti prigionieri: nelle mani dei veneziani cadono 600 archibugi, moltissimi corsaletti ed alcuni falconetti. Mercurio Bua prosegue nell’ azione ed in vari scontri cattura 75 uomini d’arme. Il provveditore generale Domenico Contarini loda il suo comportamento nell’impresa di Rovigo.

Nov.VenetoCon Giovanni Naldi controlla i movimenti degli spagnoli in marcia da Zevio a Legnago.
Dic.Veneto e Lombardia

Cavalca ad Este; a Saletto sorveglia i movimenti dell’ esercito nemico: la sua compagnia è rafforzata da numerosi stradiotti provenienti da Nauplia. Viene trasferito in Lombardia e tenta di prestare soccorso a Bergamo. In una sortita fa prigionieri 300 cavalli che alloggiano fuori le mura cittadine. Ritorna a Venezia con Giampaolo Baglioni;  in una manifestazione organizzata da Andrea Gritti e da Niccolò Vendramin assiste alla rappacificazione dell’Alviano con Renzo di Ceri.

1515
Gen.VenetoSi porta nelle vicinanze di Verona.
Feb.VenetoA Venezia in Collegio: è rinviato al Consiglio dei Savi per discutere intorno alle sue richieste.
Mar.Veneto

Con l’assenso di Bartolomeo d’Alviano ritorna a Venezia;  domanda nuovamente di avere il comando degli stradiotti. Giorgio Busicchio, Piero Renessi ed altri capitani lasciano allora Padova e vengono a loro volta in Collegio ove, pur di non sottostare ai suoi ordini, chiedono la nomina di un provveditore veneziano ad hoc.  Anche Mercurio Bua fa ritorno a Padova. Raggiunge Roncà, tende un’imboscata a Montorio Veronese e conduce un’ incursione fin sotto le mura di Verona:  per poco non riesce a catturare Giovanni Battista Spinelli.

Apr.Veneto

Tenta di cogliere in agguato Fernando Alarcon a Castelbaldo; torna ad Albaredo d’Adige, attraversa il fiume e depreda la campagna fino a Sanguinetto e Nogarola.

Mag.VenetoIn avanscoperta a San Vito di Leguzzano.
Giu.Veneto

Sorprende alla Cucca, nel veronese, alcuni spagnoli. Alla mostra della sua compagnia sono licenziati 5 stradiotti. Punta su Lonigo e con Giampaolo Baglioni sorprende in un borgo 60 fanti spagnoli: di costoro, 30 rimangono uccisi e venti, fatti prigionieri, sono condotti a Vicenza. Ritorna alla guardia di Padova;  ha ora il comando di 400 cavalli leggeri. Si sposta poi  nel vicentino;  con 50 stradiotti si imbatte in 50 cavalli spagnoli a Montecchio Precalcino. Viene respinto.

Lug.Veneto

Sul Brenta con 400 cavalli leggeri a seguito di un’incursione degli avversari a Fontaniva. Scorta le milizie di Renzo di Ceri fino all’Adige ed in una sortita condotta fin sulle porte di Verona si impadronisce di 200 animali tra cavalle ed asini, di 200 buoi e 200 vacche. Molesta gli spagnoli nei pressi di Lonigo; punta su Frassine con 50 stradiotti. Si scontra con una squadra di uomini d’arme e costringe gli avversari a fuggire verso Cologna Veneta. Un suo cavaliere si batte a duello con un avversario ferendolo con un colpo di lancia alla schiena: Mercurio Bua lo premia aumentandogli la paga di 2 ducati.

Ago.Veneto

Lascia il campo di Este per difendere le artiglierie di Bartolomeo d’Alviano che si sta dirigendo  verso Montagnana e la Lombardia; rimane nel padovano a protezione del territorio.

Sett.Veneto e Lombardia

A Fiesso Umbertiano;  cattura nelle vicinanze 6 cavalli; si collega, quindi, con Bartolomeo d’ Alviano in Lombardia e lo affianca a San Martino dall’ Argine. Partecipa alla battaglia di Melegnano dove rimane ferito leggermente sotto il mento; al termine del combattimento insegue gli svizzeri in fuga e le truppe milanesi fino ai borghi cittadini;  si impossessa di 4 pezzi di artiglieria e di 2 bandiere. La sera stessa, stando alla cronaca dello scudiero del Baiardo, il re di Francia lo abbraccia e lo  acclama in pubblico proprio salvatore.

Ott.200 stradiottiVeneto e Lombardia

Gli è riconosciuta una provvigione annua di 800 ducati per dieci paghe l’anno. Giunge a Valeggio sul Mincio, intercetta 100 cavalli leggeri e 150 fanti usciti da Verona,  soccorre Peschiera del Garda e mette in fuga gli avversari. A Sabbioneta sorprende nottempo 200 cavalli comandati da Manoli Boccali, suo nemico personale in quanto gli ha rifiutato di sposare la sorella. Attacca metà compagnia, rimasta sulla sponda veneziana;  sono catturati 60 cavalli,  40 sono,  gli uccisi. Il bottino ascende a 5000 ducati. Mercurio Bua si trasferisce a Gambara.

Nov.Lombardia e Veneto

Incarcera 3 cremonesi ribelli al re di Francia ed impone loro una taglia di 3000  ducati. Gian Giacomo da Trivulzio gli chiede la loro consegna;  allorché Mercurio Bua afferma di non volere nulla in cambio gli sono fatti  avere 2000 scudi. Cattura pure un bavarese, fratello del castellano di Verona, uscito dalla città per andare a caccia. Lascia  Custoza; si congiunge con Giampaolo e Giulio Manfrone quando viene informato che Marcantonio Colonna è uscito da Verona con 4000 uomini per dirigersi verso Villafranca di Verona e Valeggio sul Mincio. Varca il fiume e si colloca a Valeggio: i veneziani, comandati da Giampaolo Manfrone, si accampano senza le dovute cautele. Mercurio Bua non condivide gli ordini, si porta a Sommacampagna ed a Castelnuovo del Garda per avvertire i veneziani dell’ imminente pericolo. Le truppe della Serenissima sono colte impreparate: anche Mercurio Bua si getta nella battaglia ed alcuni dei suoi uomini sono uccisi da colpi di archibugio. E’ costretto a ritirarsi dopo essere riuscito a liberare alcuni prigionieri caduti nelle mani delle milizie del Colonna.

Dic.Veneto e Lombardia

Tocca Valeggio sul Mincio, si sposta a Monzambano e si unisce con Giovanni Battista da Fano quando sa che da Verona sono usciti 4000 fanti e 800 cavalli con undici pezzi di artiglieria per cercare di prestare soccorso ai difensori di Brescia assediati dai veneziani. Gli imperiali, trovata resistenza, danno alle fiamme Valeggio sul Mincio e ripiegano su Dossobuono. Mercurio Bua lascia il nipote Marcantonio con 100 cavalli a sorvegliare i movimenti degli avversari e si ferma agli alloggiamenti invernali di Pozzolengo e di Castellaro.

1516
Gen.VeneziaSpagnaLombardia

Prepara un’imboscata tra Castenedolo e Bagnolo Mella; dagli esploratori catturati dai suoi uomini ha l’avviso che gli spagnoli sono usciti da Brescia, da Porta Pile, per andare a saccomanno. Mercurio Bua li attacca ed obbliga la scorta a fuggire; assalito a sua volta da altri spagnoli usciti dalla città, ha un nuovo scontro che termina con la cattura di Francesco Icardo, fratello del governatore di Brescia, con 12 uomini d’ arme: molti soldati restano uccisi in tale combattimento; tra essi vi sono pure due capitani.  Sempre nel mese sorprende in una fattoria del mantovano Bernardino Calderaro; sono fatti prigionieri  alcuni cavalli leggeri della  compagnia di quest’ultimo.

Feb.300 cavalli leggeriLombardia

E’ segnalato ad Ostiglia. Cattura nel mantovano 12 cavalli della compagnia di Bernardino Calderaro. Abbandona Castellaro ed attraversa l’Adige. Inviati in esplorazione quindici cavalli verso San Martino Buon Albergo,  viene a conoscenza che nella località si sono fermati 600 fanti spagnoli che attendono il saldo delle loro spettanze. Quando costoro decidono di rientrare in Verona per ricevere un acconto, Mercurio Bua (alla testa di 500 cavalli leggeri) li sorprende in piena campagna: nello scontro sono uccisi 17 fanti e ne sono catturati 180, che sono condotti a Vicenza con i capitani Basco da Cuna e Francesco Maldonado. Gli è aumentata la provvigione annua a 1000 ducati ed il Consiglio dei Savi lo investe del titolo di conte, lo nomina cavaliere di San Marco e gli fa avere una veste d’oro. Mercurio Bua chiede per sé una condotta di 100 lance o di 300 cavalli leggeri ed una provvigione di 1200 ducati, per alcuni suoi uomini l’aumento della provvigione e per 6 di essi che siano armati cavalieri; domanda anche di non sottostare agli ordini del provveditore degli stradiotti Giovanni Vitturi, ma solo a quelli del provveditore generale, del capitano generale e del governatore generale. Si reca a Venezia nonostante gli ordini contrari;  con Domenico Contarini ha un colloquio con il doge. Il Consiglio dei Savi accetta gran parte delle sue richieste riguardanti sia la sua persona che i suoi uomini.

Mar.Veneto e Lombardia

Viene inviato a Ponton allorché 8000 fanti imperiali giungono nel Trentino a Mori; si collega con Giovanni Vitturi e sorprende in un agguato alla Chiusa molti svizzeri che stanno marciando in disordine. Ne sono uccisi 100 e ne vengono catturati altri 60; molti degli avversari muoiono annegati mentre stanno cercando di salvarsi con la fuga. Fra i veneziani si registra la morte di due stradiotti per annegamento ed il ferimento di altri ad opera degli schioppetti. Mercurio Bua ritorna a Peschiera del Garda salvo ad allontanarsene a causa dell’ avvicinarsi dell’ esercito avversario. Cattura in una scaramuccia altri 6 cavalli; prosegue, quindi, verso Asola e con Giovanni Vitturi impegna quotidianamente con azioni di disturbo gli imperiali che stanno assediando tale centro. Intercetta, fra l’altro, 3000 fanti e 500 cavalli, li mette in fuga e li obbliga a desistere da ogni operazione offensiva. Da ultimo, si trasferisce alla difesa di Milano con Giampaolo Baglioni; colloca il suo campo nel borgo di Porta Romana.

Apr.Lombardia

Punta su Pontoglio con gli stradiotti ed alcuni cavalli leggeri francesi. Si imbatte in 40 cavalli imperiali che si fortificano in un monastero; dà alle fiamme il campanile in cui si sono rifugiati alcuni uomini e cattura Cesare Fieramosca con 2 ribelli pavesi che non sono riusciti a calarsene in tempo: altri muoiono soffocati dal fumo. Riprende le sue scorribande ed  è sotto Lodi: tende un’imboscata a due miglia dalla porta  verso Cremona e si impossessa di 200 buoi adibiti al trasporto delle artiglierie. Escono dalla città per contrastarlo Giovanni Zafa, il Grechetto e molti fanti. I nemici sono respinti. Lo scontro termina con la cattura dello Zafa e di 80 cavalli italiani, spagnoli e greci (sono uccisi 100 fanti). Prosegue, successivamente, per Romano di Lombardia e Martinengo  incalzando da vicino gli svizzeri in ritirata verso Bergamo. Sono ammazzati 80 fanti mentre stanno attraversando un ponte sull’Adda e ne sono catturati altri 18 con 3 capisquadra; nelle mani di Mercurio Bua pervengono anche molti carriaggi con le relative bestie da traino e due piccoli pezzi di artiglieria. Si avvicina a Bergamo, attacca una porta e sono uccisi altri 50 fanti imperiali; nel borgo si appropria di 60 cavalli da tiro per il trasporto delle artiglierie. Vengono ad affrontarlo tre compagnie di cavalli; si scontra con il primo squadrone di borgognoni in cui vi è anche Marcantonio Colonna. Il capitano rivale è respinto, 40  cavalli di quest’ultimo sono scavalcati e di essi molti sono uccisi: sono, pure, catturati il capitano generale delle artiglierie ed un nipote del conte di Cariati, che, tuttavia, trova il modo di fuggire a seguito di un contrattacco delle fanterie imperiali. Sul fronte dei rapporti con le autorità Mercurio Bua, negli stessi giorni, è accusato dal provveditore generale Andrea Gritti di essere indisciplinato, di parlare troppo, di reclamare con stizza il denaro dovutogli e di essere troppo condiscendente nei riguardi del comandante alleato, il Connestabile di Borbone.

Mag.LombardiaA Lonato. Sorveglia la marcia di 7000 svizzeri che da Bergamo si stanno dirigendo verso Brescia.
Giu.Veneto

Staziona a Villafranca di Verona;  da qui compie continue incursioni verso il capoluogo. Con Giampaolo Manfrone e Girolamo Fatinanzi ha l’incarico di proteggere nel territorio di San Bonifacio i lavori dei contanti intenti alla mietitura del frumento. A fine mese  si ammala e si porta a Padova per curarsi.

Lug.Veneto

Guarito, si reca a Venezia, si incontra con il doge ed è rimandato, al solito, al Consiglio dei Savi: chiede una volta di più la nomina a capitano generale degli stradiotti, una condotta di 100 uomini d’arme in bianco (o di 500 cavalli leggeri) e denaro. Rientra nel veronese ed aggredisce 50 uomini d’arme e 200 fanti usciti da Verona: cattura 40 cavalli di Marcantonio Colonna  diretti verso il mantovano.

Ago.Veneto e Lombardia

Scrive una lettera al Collegio a favore di alcuni ribelli veronesi;  riscatta, mediante uno scambio di prigionieri, il provveditore Sigismondo Cavalli. Raggiunge il Lautrec al campo di Castiglione delle Stiviere. Quando viene presa la decisione da veneziani e da francesi di attaccare insieme Verona, si sposta a Bussolengo;  si impadronisce del passo di Parona dove sono catturati 5 uomini d’arme ed uccisi 60 fanti. Si avvicina al capoluogo  trovando resistenza in due bandiere di fanti ed in 100 cavalli appostati al ponte del Carota. Gli imperiali sono costretti a ripiegare con molte perdite; sono catturati 60 fanti con un capitano, alcuni capisquadra ed un connestabile; gli altri rimangono tutti uccisi in combattimento o muoiono annegati nell’Adige mentre stanno tentando di fuggire. A ciò fa seguito una scorreria nei borghi che provoca il fuoco delle artiglierie. Nel proseguimento delle operazioni Mercurio Bua rimane sempre attorno a Verona. Si scontra presso la porta di San Giorgio con i lanzichenecchi di Giorgio Frundsberg;  impedisce  il vettovagliamento della città e l’arrivo dall’ esterno di eventuali soccorsi. I suoi uomini in un’azione si ribellano per il ritardo delle paghe:  cerca di rabbonirli solo con le parole nonostante che negli stessi giorni gli siano stati consegnati 1300 ducati a valere della sua provvigione. Si pone, di seguito, sulla strada che da Verona conduce a Vicenza e scorre in Valpantena. Prepara un’imboscata per cogliere i saccomanni degli avversari mentre sono intenti a raccogliere l’uva; costoro sono avvertiti dai contadini per cui la manovra va in pratica a vuoto. Restano sul terreno alcuni nemici e vengono catturati 10 cavalli. Si dirige a Santa Lucia ove è il campo francese;  si  imbatte in un buon numero di fanti e di cavalli usciti da Verona, che si sono appropriati di alcuni buoi destinati al trasporto dei cannoni. Ne segue una scaramuccia in cui è ferita la cavalcatura del Grechetto e sono catturati 14 cavalli. Ancora a fine mese con 300 cavalli leggeri assale 50 cavalli e 60 fanti spagnoli usciti dalle mura alla ricerca di vettovaglie. E’ scavalcato da un colpo di lancia durante il corso del combattimento. Rimesso in sella, costringe gli avversari a fuggire dentro Verona. A Bussolengo il suo impegno è lodato dal governatore generale della Serenissima Teodoro da Trivulzio.

Sett.Veneto

Persevera nella sua azione di tagliare il flusso dei rifornimenti che scorre dal Trentino a Verona. Si sposta alla Chiusa, a Bussolengo, in Valpolicella dove ha modo di informare Teodoro da Trivulzio ed il Lautrec del prossimo arrivo di notevoli rinforzi alla guarnigione di Verona.

Ott.Veneto e Trentino

Cavalca verso Caprino Veronese con 500 cavalli leggeri;  punta su Ala. Sulla strada del ritorno assale i nemici a Parona mentre stanno tentano di attraversare l’Adige: infligge loro sensibili perdite (150 morti, tra uccisi ed annegati). Occupa con Babone Naldi il castello di Gruaro e vi lascia 100 cavalli e 100 balestrieri; giunge a Sommacampagna e con una sortita improvvisa recupera 100 capi di bestiame razziati dagli avversari e cattura 30 cavalli. Ritorna a Gruaro e blocca due grosse zattere cariche di vettovaglie e di bestiame uccidendo molti uomini della scorta. Diversi fanti tedeschi sono spogliati delle loro armi ed uccisi dai contadini che ricevono da Mercurio Bua il bestiame loro prelevato. Si muove ancora in Valpolicella; si collega con Giovanni Naldi a Ponton sulle rive dell’Adige, sconfigge 4  bandiere di fanti che respinge fino alla Chiusa, distrugge 9 zattere su 11 cariche di botti di segale e di sacchi di pane, si appropria, pure, di 3 pezzi di artiglieria. Occupa nuovamente Gruaro, abbandonata peraltro dagli avversari, e rovina altre 10 zattere cariche di vino, salumi, formaggi e foraggio: negli scontri gli imperiali subiscono la perdita di 600 uomini tra morti in combattimento ed annegati. Al rientro al campo fa pressioni su Andrea Gritti affinché siano pagati i fanti di Babone Naldi: da parte sua, continua sempre nelle sue lamentele con le autorità della Serenissima per il trattamento riservato a lui ed ai suoi uomini. Punta, infine, su Affi con Federico Gonzaga da Bozzolo: sorprende a Peri 50 cavalli di scorta ad un convoglio che trasporta  frumento e  farina, tallona da vicino 2 bandiere di svizzeri diretti in Valpolicella. Costoro si rifugiano in un bosco:  li attacca, li costringe a fuggire verso i monti e pochi trovano scampo. A fine mese si avvicina a Porta Calzari. E’ respinto.

Nov.Veneto e Trentino

E’ informato da una spia che Giovanni Battista Spinelli sta per abbandonare Verona al fine di recarsi a Trento: si colloca in agguato nei pressi di Rovereto con Giovanni Naldi, Macone da Correggio e Giovanni da Como. Il conte di Cariati è sorpreso al passo di Peri, sfugge, tuttavia, all’ insidia ed è inseguito da Mercurio Bua fino a Serravalle all’ Adige. Il condottiero, respinto da due compagnie di fanti, si getta nelle terre del conte di Lodrone e vi razzia 200 capi di bestiame. Mette a sacco il castello di Avio e continua la sua incursione su Trento. Si congiunge ancora con Babone Naldi ed ostacola il vettovagliamento a Verona. Nel territorio di Santa Lucia impedisce agli abitanti della città ed ai fanti tedeschi di scorta di raccogliere  legname necessario per rimediare ai guasti provocati alle fortificazioni dalle artiglierie veneziane e francesi (morti e prigionieri tra gli avversari).  Da Caprino Veronese scende a Sommacampagna ed organizza un agguato nei pressi di una porta del capoluogo in cui cade una colonna di fanti. Segue un secondo scontro con alcuni soldati usciti dalla città;  è costretto a rientrare non senza essere riuscito a catturare 13 cavalli. Di seguito con 400 stradiotti sorprende alcuni fanti spagnoli Alcuni si rifugiano in una casa a Coste. L’edificio è conquistato con l’uccisione di tutti i militi che vi si sono asserragliati. Inutili sono i tentativi di Zuchero e di Andrea Bua che escono da Verona per vendicare i morti. A fine mese è segnalato con Troilo Pignatelli in località San Giacomo (600 cavalli leggeri). E’ qui attaccato da Zuchero e da Costantino Boccali. L’ulteriore intervento di 1000 lanzichenecchi di Giorgio Frundsberg costringe i veneziani ad abbandonare Colognola ai Colli. la località è messa a sacco. L’indisciplina dei suoi uomini è peraltro sempre più evidente: pretendono due paghe e rifiutano gli acconti loro offerti. Andrea Gritti critica il loro comportamento tenuto in occasione di saccheggi e razzie a spese del territorio.

Dic.Veneto

Si avvicina a Verona con 150 cavalli; è fronteggiato da 300 fanti e da alcuni cavalli, che fanno prigioniero una sua lancia spezzata, Giorgio Capozimadi. Mercurio Bua respinge gli avversari ed altri fanti usciti da un rivellino a sostenere i loro compagni: sono uccisi 50 imperiali e catturati altri venti; tra i veneziani viene ammazzato uno stradiotto e sono feriti un suo capitano alla bocca da un colpo di picca ed un nipote alla testa. Andrea Gritti gli dà il permesso di recarsi a Padova;  ne approfitta per raggiungere Venezia. Il giorno di Natale è segnalato in San Marco con tre suoi capitani. Nei giorni successivi si incontra con alcuni membri del Consiglio dei Dieci e pranza con il doge.

1517
Gen.VenetoA metà mese, al seguito di Teodoro da Trivulzio entra in Verona per Porta Calzari con 300 stradiotti. La guerra è finita.
Feb.100 stradiottiVeneto

Presenzia alla mostra dei suoi uomini. Si porta a Venezia e protesta per il ridimensionamento della sua compagnia causato dalla fine della guerra: chiede in alternativa per un nipote la condotta di 50 stradiotti.

Mar.Veneto

Il Consiglio dei Savi gli muta i termini della condotta che viene così stabilita: 100 uomini d’arme in bianco in tempo di guerra, 50 in tempo di pace. La ferma è di due anni, più uno di rispetto. Il costo della sua condotta viene valutato in 4000 ducati l’anno. Parte dei suoi cavalli leggeri sono trasferiti in Dalmazia agli ordini di un nipote e parte sono licenziati a Noale. Mercurio Bua accompagna Andrea Gritti a Venezia e presenzia ai festeggiamenti dati in onore di Teodoro da Trivulzio; affianca quest’ultimo nella sua visita all’Arsenale ed in varie cerimonie di carattere religioso.

Apr. giu.VenetoA Venezia. Ad aprile per il battesimo del figlio naturale Pirro in Santa Maria Formosa. A maggio prende parte ad una seduta del Gran Consiglio. A giugno, con Taddeo della Volpe, presenzia a varie manifestazioni sia di carattere laico che religioso.
Lug.Lombardia

Si trova a Milano con il collaterale generale Pietro Antonio Battaglia. Protesta per il trattamento cui è sottoposto e per il fatto di avere speso  per il mantenimento della propria compagnia 2000 ducati che non gli sono stati rimborsati. Domanda che gli sia aumentata la provvigione da 8 a 10 paghe e che sia punito il capitano Niccolò Bilduca colpevole di essersi allontanato da Vicenza senza il suo permesso per passare agli stipendi dei pontifici. Chiede anche che i francesi gli riconoscano le spese dei danni subiti anni prima quando venne svaligiato nel pavese mentre militava al servizio di Ludovico Sforza: Teodoro da Trivulzio domanda per lui al re Francesco 15000 ducati.

Nov. dic.Veneto

A Venezia. Il Consiglio dei Savi gli fa anticipare 400 ducati per  mettere in ordine la sua compagnia. Sono pure accolte altre richieste inerenti la  sua condotta.

1518
Feb.VenetoA Treviso. Alcuni cavalli della sua compagnia si cimentano nella città in un giostra.
Mag.VenetoA Venezia. Viene convocato in Collegio. Prende alloggio in San Francesco.
1519
Lug.Veneto

Il Consiglio dei Dieci concede a lui ed altri 3 capitani il permesso di portare armi in Venezia. Nello stesso anno si sposa con Caterina Boccali, figlia di Niccolò e sorella di Manoli e di Costantino.

1520
Gen.VenetoA Venezia. Si lamenta con il doge per le sue condizioni economiche.
Mar. apr.VeneziaImpero Ottomano228 cavalli leggeriVeneto e FriuliLascia Treviso con i suoi cavalli leggeri per contrastare in Friuli eventuali scorrerie di predoni turchi.
Mag.Friuli e VenetoA Sacile. Al cessare del pericolo le sue truppe rientrano nei loro alloggiamenti nei pressi di Treviso.
Giu.Veneto

Ad Oriago per un’azione di polizia in quanto nella località alcuni contadini hanno  ucciso due gentiluomini francesi (Moriaches e Berton) diretti a Gerusalemme. Al termine della missione si porta a Venezia in Collegio: gli è rinnovata la condotta per due anni di ferma ed uno di rispetto.

Lug.VenetoHa il permesso di costruirsi una casa a Treviso.
1521
Gen.Veneto

A Treviso. Gli è dato il terreno per costruire la sua abitazione tra la vecchia Porta di Santa Croce ed il ponte di legno dove verrà a trovarsi la nuova.

Mag.Veneto

Alcuni suoi uomini uccidono ad Oderzo un balestriere di Teodoro da Trivulzio. Mercurio Bua è segnalato a Treviso ed a Venezia. Al Lido di Venezia viene a prenderlo il bucintoro. A pranzo con il doge.

Giu.47 lanceVenetoA Treviso. E’ messo in preallarme allorché si fa più concreta la possibilità di un nuovo conflitto con gli imperiali.
Ago.VeneziaImpero100 lanceVeneto e LombardiaE’ segnalato inizialmente a Verona. da qui si trasferisce a Pescantina con Troilo Pignatelli. A Paderno Franciacorta.
Sett.Emilia

Al campo di Fontanelle; con il Lautrec, Teodoro da Trivulzio ed Andrea Gritti partecipa ad un consiglio di guerra inerente la situazione di Parma: domanda di arruolare stradiotti nella sua compagnia;  chiede anche ai veneziani di avere ai suoi ordini 20 cavalli leggeri anziché 20 uomini d’arme. Raggiunge il campo di San Secondo Parmense; si unisce con Antonio da Martinengo e muove verso Parma con 100 uomini d’arme ed alcuni cavalli leggeri. Si scontra per strada con 50 cavalli leggeri spagnoli,  cattura Cristoforo di Liz; tocca Parma e punta sull’Enza senza trovare contrasto.

Ott.Emilia e Lombardia

Supera il Po con 800 cavalli sul ponte di Tavernelle del Pizzo nelle vicinanze di Casalmaggiore; è sconfitto da Giovanni dei Medici  presso  Cremona. Alcuni suoi uomini defezionano nel campo nemico;   Mercurio Bua ha la pretesa che gli siano consegnati dal Medici. E’ invitato a coordinare la sua azione con quella di Camillo da Martinengo per contrastare i fanti svizzeri e tedeschi in marcia da Trento verso il Po; con 600 cavalli leggeri taglia tutti i ponti del bergamasco e passa alla difesa di Bergamo. Esce dalla città e tallona gli svizzeri fino a Castelli Calepio e Palazzolo sull’ Oglio; da qui raggiunge Capriolo e si congiunge con i francesi del Pontdormi; segue gli svizzeri sul Mella per impedire loro la marcia su Brescia e li sorveglia fino a Montichiari con l’espresso ordine di non cercare scaramucce. Cattura 25 cavalli.

Nov.Lombardia

Prende parte alla difesa di Milano. Obbligato a cedere di fronte agli imperiali, tenta di fuggire verso Monza; catturato per una caduta da cavallo si consegna nelle mani del marchese Federico Gonzaga.

Dic.Lombardia e Veneto

Condotto a Mantova è lasciato libero senza il pagamento di alcun riscatto. Si reca allora via fiume a Venezia con una lettera del Gonzaga.

1522
Mar.

Il Collegio dei Pregadi decide di consegnargli del denaro affinché rimetta in ordine la propria compagnia che ha subito sensibili perdite alla difesa di Milano.

Apr.LombardiaAll’assedio di Milano.
Lug.67 lanceLombardiaIl conflitto ha termine.
1523
Giu.VenetoA Venezia in Collegio. Si incontra con il nuovo doge Andrea Gritti.
Sett.100 lanceIl Consiglio dei Savi gli riconferma la condotta di 100 lance.
Ott.VeneziaFranciaLombardia

Viene inviato sull’Oglio con Giovanni Naldi dal duca di Urbino e capitano generale della Serenissima Francesco Maria della Rovere allo scopo di spiare i movimenti dei nemici. E’ segnalato a Bergamo per un consiglio di guerra con il governatore generale Giano Fregoso e Giulio Manfrone. Attraversa  l’Oglio a Pontevico, attacca gli accampamenti di Federico Gonzaga da Bozzolo e di Renzo di Ceri e li costringe a spostarsi da Cremona a Soncino.

1524
Feb.100 lanceLombardia

Valica l’Adda con il capitano generale  Francesco Maria della Rovere per collegarsi con gli imperiali nel pavese. Al campo di Lacchiarella ed a quello di Casorate Primo: compie una scorreria oltre il Ticino con 300 uomini d’arme e 400 schioppettieri. Cerca di svaligiare, tra Milano ed Abbiategrasso, Pirro Gonzaga da Bozzolo che riporta solo lievi perdite.

Mar.PiemonteOpera attorno a Garlasco.
Apr.Piemonte

Affianca in avanscoperta il della Rovere verso Vercelli;  corre il rischio di essere sorpreso da alcuni schioppettieri francesi. A Venezia il provveditore generale Piero Pesaro non lo ritiene capace di condurre uomini d’arme, bensì cavalli leggeri. Si porta anch’egli a Venezia ed assiste in San Marco alla cerimonia con la quale vengono consegnate al della Rovere le insegne del comando. Si sposa con Caterina Boccali.

Lug.Muore a Venezia la moglie. la donna è sepolta nella chiesa di San Biagio.
1525
Apr.VeneziaImpero100 lanceVeneto

Con i suoi uomini a Castelbaldo per sorvegliare le rive dell’Adige e controllare i movimenti delle truppe spagnole che si stanno aggirando sui confini.

Mag.VenetoA villa Bartolomea con la sua compagnia e 200 cavalli leggeri.
Ago.VenetoSi sposa per procura con Elisabetta Balbi. Dal matrimonio nasceranno quattro figli.
1526
Feb.VenetoA Legnago con il capitano generale della Serenissima, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere, e Federico Gonzaga da Bozzolo al fine di prendere visione delle opere difensive di tale località.
Giu.

Si riprende da una indisposizione e segue le trattative per subornare un certo numero di stradiotti dal campo imperiale a quello veneziano: il provveditore generale Piero Pesaro gli promette il comando di tali uomini.

Lug.Lombardia

Staziona al campo di Melegnano; a fine mese scorta a Como il duca di Milano Francesco Sforza dopo che quest’ultimo ha consegnato agli imperiali il Castello Sforzesco di Milano.

Sett.82 lanceLombardia

Al campo di Lambrate; presenzia al consiglio di guerra in cui Niccolò Fregoso, per conto di Andrea Doria, domanda l’invio di 4000 fanti per assalire Genova.

Nov.Lombardia

Francesco Maria della Rovere lo invia con Luigi Gonzaga verso Acquanegra Cremonese per ostacolare l’avanzata dei lanzichenecchi di Giorgio Frundsberg.

Dic.A Venezia, l’ex provveditore generale Piero Pesaro non lo considera più adatto per missioni operative.
1527
Gen.100 lanceLombardia

Viene lasciato alla difesa di Bergamo con 350 lance e 2000 fanti: invia due compagnie di fanti a Mandello del Lario alla notizia che 3000 imperiali stanno per attraversare l’Adda nel Monte di Brianza.

Mag. giu.LombardiaAgli ordini del provveditore generale Domenico Contarini. Mercurio Bua si ammala e viene sostituito temporaneamente nel suo incarico da Giano Fregoso. Ristabilitosi a giugno, ottiene di dipendere direttamente dal Contarini. Rientra alla difesa di Bergamo.
1528
Gen.Lombardia e Veneto

Prende parte ad un consiglio di guerra con altri capitani e con il provveditore generale Tommaso Moro. Da Bergamo si reca a Venezia per incontrarvi il doge.

Mar.LombardiaAlla guardia di Bergamo con 1500 fanti.
Mag.100 lanceLombardia

A Martinengo per un nuovo consiglio di guerra con il della Rovere, il duca di Milano, il provveditore Tommaso Moro, Giano Fregoso ed altri capitani: viene definito il piano strategico con cui affrontare l’avanzata dei lanzichenecchi del duca di Brunswick (15000 fanti e 1200 cavalli).

Giu.Lombardia

A Bergamo. Invia a Trezzo sull’Adda alcuni cavalli leggeri che si scontrano con gli imperiali (10 uccisi ed altrettanti catturati): soffre sempre più di attacchi di gotta.

Lug.100 lanceLombardiaViene fortemente criticato dal capitano di Bergamo Giusto Guoro perché incapace di tenere a freno le truppe.
Ago.Lombardia

Supera l’Adda ed affianca il della Rovere a Torretta, dove i veneziani si congiungono con le milizie condotte dal Saint-Pol. Raggiunge San Zenone al Lambro e gli è dato il comando della retroguardia forte di 5000 fanti, 350 lance e 700 cavalli leggeri.

Sett.LombardiaConquista la Certosa di Pavia alla testa di 3000 fanti. La città cade in potere dei veneziani. Anche gli uomini di Mercurio Bua prendono parte al saccheggio della località.
Ott.Lombardia

Segue il della Rovere a Sannazzaro de’ Burgondi  per un incontro con il Saint-Pol. Ritorna a Bergamo ed insegue i lanzichenecchi del duca di Brunswick quando costoro rientrano in Germania: molti tedeschi sono uccisi per strada dai contadini.

1529
Mag.100 lanceVeneto e Romagna

Si reca in Collegio a Venezia. Il Consiglio dei Savi lo destina come governatore a Ravenna  al posto di Tommaso di Costanzo. Manterrà tale incarico fino al successivo novembre.

Dic.77 lanceRomagna

Alla conclusione della guerra con gli imperiali 250 cavalli della sua compagnia sono mandati ad alloggiare nel trevigiano e 62 nel padovano.

1530
Gen. giu.50 uomini d’armeCon la riduzione delle spese militari è ridimensionata nell’organico anche la sua compagnia. A giugno sono licenziati 3 dei suoi uomini d’arme per limite di età.
1531
Nov.VenetoA Venezia in Collegio. Chiede che alla sua morte la sua condotta venga concessa al figlio.
1532
Mag.VenetoAccoglie a Venezia Francesco Maria della Rovere.
Giu.50 lanceVeneto

A Montorio Veronese per la rassegna dei suoi uomini tenuta da Cristoforo Capello. E’ segnalato al fianco del della Rovere al Campo di Marte ed assiste alla mostra di 2400/3000 cernite del territorio.

Ott.50 lance e 100 cavalli leggeriVeneto

Si stabilisce definitivamente a Treviso. La sua abitazione si trova presso la chiesa di San Niccolò.

1533
Mar.VenetoOrganizza a Treviso una giostra alla quale, tuttavia, non può presenziare a causa della gotta.
1537VenetoAl ritiro dei turchi da Corfù propone, invano, ai veneziani di promuovere un’azione insurrezionale in Morea.
1541Veneto Lombardia Svizzera

Ha l’incarico di scortare con i suoi cavalli leggeri dal veneziano, per la Valtellina fino a Coira, l’ambasciatore francese Antonio Rincon reduce da Costantinopoli e diretto in Francia.

1542Veneto

Da lungo tempo malato di gotta, muore a Treviso. E’ sepolto nella chiesa di Santa Maria Maggiore, lo stesso santuario in cui trenta anni prima il suo prigioniero Girolamo Miani aveva portato le proprie catene in ex-voto alla Madonna. Il santuario nel 1882 diviene proprietà dell’ ordine dei somaschi, fondato dallo stesso Miani dopo la prigionia e la successiva liberazione. Il sarcofago, in cui è riposto Mercurio Bua, è opera dello scultore lombardo Agostino Busto, detto il Bambaia, originariamente destinato al musicologo Franchino Gaffurio e trafugato dal condottiero nella Certosa di Pavia durante il sacco di tale città nel 1528. Immortalato da Lorenzo Lotto in “Ritratto di gentiluomo”, ora alla Galleria Borghese di Roma. Nel 1510 l’imperatore Massimiliano d’Austria gli concede il seguente stemma: aquila a due teste, simbolo sia dell’impero bizantino che del sacro romano impero, croce di Borgogna e quattro lettere B utilizzate sia dai Paleologo, che dall’ordine asburgico del Vello d’Oro. Si sposa in prime nozze con Caterina Boccali, figlia di Niccolò ed in seconde nozze con Elisabetta Barbi.

 CITAZIONI

-“Uomo valoroso e di singolar perizie della guerra.” BARBARO

-“E’ homo che non ama molto la ubidientia.” SANUDO

-“Valente homo, che altre volte per la guerra del Taro scanpò dela Signoria se dise cum cavali 200, et altri dise cum 100, et chi cum 300.” AMASEO

-Con Domenico Busicchio “I quali in quella sorte di militia furono.. valentissimi fra tutti gli altri huomini di quella natione.” GIOVIO

-“Huomo forte..valoroso guerriero.” P. GIUSTINIAN

-“Tres gaillant homme et moult adroict, scelon la mode de leur pays, lequel avecques luy avoit cent Albanoys, tous gens de trye pour le mestier de la guerre.” J. D’AUTON

-“Ne l’armi valoroso, ardito e franco/ nato nel mondo in sì felice augurio/ che mai si trova in le battaglie stanco/…/ Era il signor mercurio valoroso/ al bon stipendio del leon tornato/ entrò con corso horrendo, e furioso/ ne la battaglia il cavallier pregiato/ con cento stradiotti a la leggiera/ uniti e ben armati in una schiera./…/ Sopra un caval turchesco era quel giorno/ che fu ben certo de li avantaggiati/ Mercurio ardito, e di tutte arme adorno, s’ che parea l’honor di altri soldati/ sempre girando il campo d’ogni intorno/ con li soi franchi cavallier pregiati/ tagliando, & uccidendo in ogni parte/ come se stato fusse un novo marte./…/  Era Mercurio fra le schiere entrato,/ qual fra li armenti un lupo suol entrare, e con la lancia sei ne mandò al prato/ anzi che la potesse indi spezzare./ Poi trasse fuor la spada ch’avea a lato/ e cominciò sue forze a dimostrare/ tagliando gambe, e braccia in ogni canto,/ tal ch’un hector troian non faria tanto.”  DEGLI AGOSTINI

-“E duecento albanesi e stradioti/ Ben a caval con lanze e simitare/ Nel arme sperti e son nel sangue iori/ Più che moscon e cercar briga e fare/ Sempre inimici han fracassati e rotti/ Salton repari fossi e muri e sbare/ Lor capitano è monsignor mercore /De forze e de virtù un novel ercore.” DE’ SORCI

-“… ecco doppi costui l’oltramontano/ signor Mercurio che per dar socorso/ a Spagna viene con cento homeni d’armi/ che proprio Achille in sella veder parmi/…Costui ne l’indorata sua bandiera/ de verde spine una corona porta/ con li tre chiodi dove già la vera/ humanità de Christo restò morta.” CANDELFINO

-“Bua’s life and heroic achievements were hymned in a very long epic poem written in vernacular Greek by Tzanes (Ioannes) Coroneos. The latter was born in Zakynthos (weatern Greek island) and iis assumed that as a stratioti-trombadour. This poem was found in a manuscript in Italy and was published partially by C. Hopf and entire by K. Sathas. It was written in 1519 when Coroneos was in Venice and refers to Bua’s history till 1517. It consists of about 4500 rhyming verses and contains valuable historical information. Coroneos wrote and sent to Bua also a smaller poem (“pittakion”) of about 125 verses in Greek language too.” WWW.ENADEMIC.COM

-“ll Bua si rese celebre anche per la presa del castello di Quero, un fortilizio veneziano costruito lungo il Piave ai piedi delle Prealpi bellunesi: un poemetto celebrativo greco del secolo XVI narra che il Bua si gettò a nuoto nel fiume, seguito dai suoi, aggirando i difensori e cogliendolo di sorpresa. Prigioniero d’eccellenza fu il capitano del castello, Gerolamo Emiliani, appartenente alla famiglia patrizia dei Miani, il quale incatenato e costretto a seguire gli stradiotti del Bua nelle loro scorribande nell’alto trevigiano (e mai incarcerato nelle segrete del castello come si crede), sarebbe poi stato miracolosamente liberato per intercessione della madonna. Rientrato a Treviso dopo la prigionia, il Miani portò in ex voto le proprie catene (ancora oggi visibili) al venerato affresco della Madonna col Bambino, nella chiesa di S. Fosca in santa maria maggiore.” WIKIPEDIA 

-Nel 1602 viene eretto a sua memoria, nella stessa chiesa di San Giorgio, un mausoleo che riporta la seguente epigrafe. “Inclyto, ac victoriosiss. Mercurio Bua. Epirotae a pri/ scis Budiae principib. gloriosus oriundo. Qui aetatis an/ no recipiens XIV in omnib. sui tempi. graviss. Europae ex/ peditionib. dux selectior. equitum, strattiorum prae/ cipue: et militiae ductor, etiam generalis pro Veneta re/ pub. primo pro rege Parthenop. pro regulis multis,/ pro urbae Pisana, pro rege hyspaniar., pro Romano Pontifi/ ce, pro Gallor. rege, pro sacro Caes. maiestate, summas/ adeptus victorias vexillis plurimis captis. Regibus ad/ versis, ac ducib. vulneratis, vinctisq.; et propre/ rea numerosis armis, ac gloriosis insignis a tot sum/ mis principib. cohonestatus, aureis torquib. summi pre/ cii prae lapill. ac unionib. decoratus, spoliis, atq. opi/ mis praedis donatus, quas Illico militibus liberaliss./ condonabit. Castror. etiam, ac terras ditatus mune/ re, ut et Rochaesiccae, et Aquini, et Ilacis, et suavis/ alior. q.; locorum fuerit comes, ac dominus, demum defun/ cto B. Alviano Venet. copiar. imperator clariss. quo/ cum prius etiam conflictarat, statim suffectus, pluri/ bus insignibus provinclis expeditis, ad caelestis militiae/ exercitibus perfruendum Tarvisio tandem gloriosus evolavit.”

Immagine: https://en.wikipedia.org/wiki/Mercurio_Bua#/media/File:Lorenzo_Lotto_047.jpg

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