MATTEO DA SANT’ANGELO

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stemma gentilizio della famiglia Grifoni

Last Updated on 2024/02/13

MATTEO DA SANT’ANGELO  (Matteo Griffoni). Di Sant’Angelo in Vado.

Fratello di Anastasio da Sant’Angelo, padre di Angelo Francesco da Sant’Angelo.

  • 1473 (settembre)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attività

Azioni intraprese ed altri fatti salienti

1438
…………FirenzeMilanoRomagnaHa l’incarico di connestabile ad Oriolo (Oriolo dei Fichi). Contrasta i viscontei nel forlivese.
Mag.Romagna

Cattura in una scorreria a Castiglione ventotto donne che sono condotte ad Oriolo: queste vengono liberate dietro il pagamento di una taglia.

1440
Mar.FirenzeMilano ForlìRomagna

E’ connestabile a Castrocaro Terme. Fornisce di un salvacondotto per il transito da Forlì alla Toscana quattro carri di lance, inviate da Antonio Ordelaffi a Niccolò Piccinino. Nonostante ciò si appropria dei carri e cattura i carrettieri che trasportano le armi; mezzi ed uomini saranno rilasciati più tardi (giugno) dietro il pagamento di una taglia di 500 ducati.

Apr. mag.RomagnaRespinge gli attacchi portati a Castrocaro Terme dalle milizie di Antonio Ordelaffi e di Mengo da Ravenna. A maggio resiste ad altri assalti. Dà alle fiamme Sadurano e procura molti danneggiamenti al territorio di Forlì.
Lug.RomagnaSono parimenti respinti da Matteo da Sant’Angelo similari azioni portate ai danni di Castrocaro Terme da Niccolò Piccinino e da Guidantonio Manfredi
Ott.Romagna

Lascia Dovadola ed appoggia Sigismondo Pandolfo Malatesta all’ assedio di Forlì.

Ott.RomagnaEsce da Dovadola ed appoggia Sigismondo Pandolfo Malatesta all’assedio di Forlì.
Dic.RomagnaDi guardia sempre a Castrocaro Terme alla testa di molti fanti.
1441
Lug.VeneziaMilano ForlìRomagna

Entra in Forlì con Pietro Giampaolo Orsini a seguito della defezione di Antonio Ordelaffi nel campo della lega antiviscontea. Assedia la rocca di Ravaldino i cui difensori si arrendono a fine mese.

Sett.UrbinoRiminiMarche

Raggiunge Federico da Montefeltro con Bernardo d’Utri e Riccio di Taranto (3000 uomini) a seguito della sconfitta del conte di Urbino a Montelocco. Risolleva le fila feltresche e sconfigge il Malatesta.

Ott.Marche

In una notte buia si arrampica sulla roccia in cui si eleva il castello di San Leo con 20 uomini muniti di bandiere feltresche, corde e chiavistelli; penetra nella cinta muraria in un punto mal custodito. Federico da Montefeltro attacca la rocca ed i difensori cercano vanamente di contrastarlo. Matteo da Sant’Angelo, infatti, che sa come gli abitanti abbiano l’abitudine di mettere alle porte delle loro case catene e catenacci esterni per difendersi dai ladri, preclude ad essi ogni possibilità di intervento in quanto provvede in anticipo a chiuderli dall’esterno nelle loro dimore. E’ così in grado di impadronirsi del castello lasciato indifeso.

1442
Apr.FirenzeSienaToscanaSi impadronisce di Montalcino dopo averne scalate le mura.
1443
…………Marche e RomagnaSoccorre Pesaro. Compie audaci scorrerie nei pressi di Riccione, Scanzano e Saludecio.
1444
Giu.MarcheRecupera Montelabbate ed ottiene Tomba di Pesaro (Tavullia).
1445
Ago.SforzaChiesa NapoliMarcheMilita agli stipendi di Francesco Sforza. Lasciato alla guardia di Pesaro, controlla i movimenti degli avversari fermi a Fano.
Ott.Marche

Viene richiamato con la fanteria sul Chienti da Francesco Sforza; ritarda e non riesce a sorprendere Taliano Furlano intento all’ assedio di Civitanova Marche.

1447
Apr.VeneziaMilano20 lance e 400 fantiLombardiaE’ condotto con il fratello Anastasio per sei mesi dei ferma e per sei di rispetto.
1449
Mag.25 lance e 500 fantiLombardia

Gli viene rinnovata la condotta per un anno dai provveditori Pasquale Malipiero e Jacopo Loredan. Gli è concessa la facoltà di arruolare schioppettieri al posto di balestrieri.

Dic.VeneziaSforzaLombardia

Presta soccorso al  Malatesta, attraversa l’Adda ed occupa Monte Calco approfittando della negligenza di Giovanni Sforza e di Giovanni Ventimiglia. Viene assalito da Roberto da San Severino e da Onofrio Rufaldo: con i suoi uomini (4000  fanti) si oppone ad ogni attacco e costringe gli avversari a ritirarsi. Jacopo Piccinino esce da Monza per raggiungerlo mentre Ruggero Galli si porta con i suoi fanti a Montevecchia. Lo Sforza, che lo fronteggia, abbandona nottetempo il campo e batte il Piccinino. Il Sant’Angelo, nella circostanza, viene soccorso dalle milizie del Malatesta e da 1000 fanti condotti dal Galli. Il Malatesta riattraversa l’Adda e lo lascia in avanscoperta con il Galli: il Sant’Angelo perseguita i ghibellini della zona (Nava, Riva, Olginate) che chiedono aiuto allo Sforza. E’ assalito da Amerigo, Bernabò e Francesco da San Severino i quali conquistano Monte Barro e gli tagliano le vie di vettovagliamento con il campo del Malatesta. Gli sforzeschi occupano anche la rocca di Annone di Brianza per cui la montagna si trova totalmente circondata.

1450
Gen.LombardiaRuggero Galli diserta nel campo avverso. Matteo da Sant’Angelo fa tagliare il ponte di Olginate e rientra nel veneziano.
1451
Giu.LombardiaGli è rinnovata la condotta per un anno.
1452
Mag.VeneziaMilanoLombardia

Staziona in Ghiaradadda. Con il fratello Anastasio compie una scorreria nel cremonese, terminata con la cattura di molti uomini e la razzia di numerosi capi di bestiame.

Nov.Lombardia

E’ sconfitto presso Asola da Bartolomeo Colleoni; con Giovanni Pazzaglia copre la ritirata verso Ghedi alla cavalleria di Gentile da Leonessa.

Dic.LombardiaAlla difesa di Ghedi con Roberto d’Atene,
1453
Mag.Capitano g.le fanteria 500 fanti, 40 lance e 50 balestrieri a cavalloLombardia

Ha il comando della fanteria con l’esclusione delle compagnie del Pazzaglia. Gli viene riconosciuta una provvigione annua di 500 fiorini. Conserva tale incarico fino al momento della morte. Il suo quartiere generale è posto a Crema. Dispone di 500 fanti, 40 lance e 50 balestrieri a cavallo.

Ago.Lombardia

Si trova ancora alla difesa di Ghedi; allorché la località cade in potere degli sforzeschi tenta di superare la resistenza nemica alla torre di Montirone: contrasta nel bresciano Tiberto Brandolini.

1454
Mag.40 lance e 50 fanti

Dopo la pace di Lodi  gli è rinnovata la condotta per un anno di ferma e sei mesi di rispetto. Ha sempre l’incarico di capitano generale della fanteria.

1456LombardiaA Crema.
1458
Mag.LombardiaGli è confermata la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto.
1462
Nov.Lombardia e RomagnaE’ trasferito da Crema a Ravenna: si pensa che i veneziani lo vogliano utilizzare, con le sue compagnie, in Romagna a favore del Malatesta contro i pontifici comandati da Federico da Montefeltro.
1463
Gen.VenetoCon Pierantonio Paltroni fa pressioni sui veneziani affinché sia concessa una condotta al Montefeltro. La richiesta non è accettata.
Ago.VeneziaTriesteV. Giulia

Assedia Trieste con Bernardino e Carlo di Montone. Gli accampamenti sono posti alla fontana di Geppa verso Roiano, a Scorcola lungo un torrente, a San Vito ed a Sant’Andrea; per mare, la città è bloccata da molte navi e da 4 pontoni armati con grosse bombarde.

1467
Giu.VeneziaMilanoRomagnaHa l’incarico di governatore di Ravenna al posto di Ottaviano da Martinengo.
1470
Mag.Gli è rinnovata la condotta per un anno di ferma ed uno di rispetto.
1473
Sett.Lombardia

Muore a Lonato mentre sta ritornando da Venezia. E’ sepolto a Crema nella chiesa dei padri predicatori. Fa costruire a Sant’Angelo in Vado il Palazzo Griffoni sulla cu facciata sono presenti sculture di Marino di Marco Cedrini.

 CITAZIONI

-“Huomo prestante, e di gran fede.” CORIO

-“Fu illustre uomo di guerra e generalissimo delle armi veneziane.. Valoroso capitano.” UGOLINI

-“Capitano valoroso e assai giovvente nelle guerre di que’ tempi.” MUZIO

-“Da Sancto Angelo in Vado quel possenti/ milite aurato, altissimo Matheo,/ disposto el giorno, e di sua vita senza,/ o carcho ritornar d’altrui tropheo./…/Era nobil costui de sua presenza,/ e circumdato intorno de pedestri,/ facease degno d’altrui reverenza.” SANTI

-“Era il più quotato capitano di fanterie della signoria di Venezia.” COVINI

-Griffonum/ quae decus Angele Sancte/ iacet, quo duce pontifices/ vestros sudistis et hostes/ sforzigine, Thrusci dux, Pice/ nis simul mox etiam Tur/ nus peditum, quia prefuit illi/ Marcus ubiq.; potens/ signa ferenda dedit.”

-“Di questa illustre famiglia resta a Sant’Angelo in Vado in particolare un altare con stemma nella monumentale Chiesa di S. Maria dei Servi dove si conserva una Madonna del Ghiberti. Il Palazzo si innalza fra le altre case “nella sua massiccia daldezza quattrocentesca”, quasi a manifestare che la casa di un tal guerriero assomigli ad un fortilizio. La facciata reca finestre bugnate, un ampio portale centrale, una elegante bifora e, nella parte sommitale, il Leone veneziano.” www.lavalle del metauro.it>contenuti>scheda

Fonte immagine: beniculturali.it Stemma gentilizio della famiglia Grifoni (rilievo, serie) – ambito marchigiano (sec. XVI). La famiglia vadese Grifoni ebbe come capostipite quel Matteo glorioso condottiero del Quattrocento. Il grifone simboleggia la custodia e la vigilanza poichè è formato da due animali vigili: aquila e leone

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