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COSTANTINO ARIANITI (Costantino Cominato, Costantino Comneno,). Di Durazzo.
Duca di Acaia, principe di Macedonia, signore di Castellino, Marsaglia, Mondovi ed Ozzano Monferrato nel Monferrato, nonché di Fano, Mondaino e Montefiore Conca . Cognato di Niccolò Boccali e di Giorgio Castriota, lo Scanderbeg ; zio di Manoli Boccali e di Costantino Boccali. Cavaliere dell’ordine di San Michele.
1456 ca.- 1530 (maggio)
Anno, mese | Stato. Comp. ventura | Avversario | Condotta | Area attività | Azioni intraprese ed altri fatti salienti |
……………… | Puglia | Figlio del feudatario Giorgio Arianiti, un condottiero albanese noto per le sue lotte contro gli ottomani. Costretto ad abbandonare i suoi domini in Albania ad opera dei turchi, il padre verso il 1460 si trasferisce in Italia, a Lecce, dove la moglie Pietrina Francone, figlia del barone di Taurisano, possiede alcuni beni. | |||
1464 | |||||
Mag. | Veneto | Su pressione della madre, divenuta vedova, viene riconosciuto con due fratelli patrizio della Serenissima. | |||
1483 | |||||
Feb. | Venezia | Ferrara | 100 cavalli leggeri | I veneziani lo riconfermano nel patriziato veneto. | |
1484/1486 | Chiesa | Lazio e Piemonte | La madre ritorna in un primo momento nel Salento, per trasferirsi infine a Roma. Costantino Arianiti entra al servizio del papa Sisto IV. Ottenuto dalla dalla curia pontificia un aiuto economico, giunge presto, pur non prendendo i voti, a ricoprire la carica di protonotario apostolico. Nel 1486 rinuncia al suo incarico per passare al servizio della nipote Maria Brankovic, sposa del marchese del Monferrato Bonifacio Paleologo. | ||
1489 | Piemonte | Prende in moglie Francesca Paleologo, figlia naturale del marchese Bonifacio, ricevendone in dote castelli e ricche terre che gli assicurano una solida base finanziaria. Viene così infeudato di Castellino, Marsaglia e Mondovì. Sempre con la dote della moglie acquista negli anni seguenti alcuni feudi quali Refrancore (da Defendente Suardi) e Rivolta; nel 1492 viene investito dal suocero di Ozzano Monferrato e di alcune porzioni condominiali nel contado di Terruggia. | |||
1491 | |||||
……………… | Monferrato | Milano | Piemonte | Affronta in un breve conflitto i ducali agli ordini di Antonio Maria da San Severino. | |
……………… | Monferrato | Ribelli | Piemonte | Si muove da Casale Monferrato per punire i colpevoli di una sedizione a Moncalvo. Costoro sono fatti prigionieri ed impiccati. Solo uno riesce a sfuggire alla cattura ed a rifugiarsi in territorio milanese. Costui cade nelle mani dei suoi uomini a Castello di Annone e da qui viene condotto a Casale Monferrato. Ne nasce un caso diplomatico tra il duca di Milano ed il marchese del Monferrato Bonifacio. | |
1494 | |||||
…………….. | Piemonte | Cerca di stabilire buoni rapporti con il re di Francia Carlo VIII al fine di mantenere la sovranità dei Paleologo nel Monferrato sollecitando la protezione e la benevolenza dei transalpini nei confronti del marchese minorenne. Nel frattempo comincia ad intitolarsi principe di Macedonia e duca di Acaia. | |||
Sett. | Monferrato | Napoli | Piemonte | Ad Asti con 300 cavalli per unirsi con i francesi pronti a combattere gli aragonesi nel regno di Napoli. | |
Ott. | Piemonte | Accoglie a Moncalvo il sovrano francese; lo accompagna a Casale Monferrato; entra in Milano al fianco del sovrano. | |||
1495 | |||||
Mar. | Veneto e Puglia | Per conto del re di Francia si fa promotore con l’arcivescovo di Durazzo Martino Firmiano di un tentativo di liberazione dei Balcani dai turchi. La Serenissima si oppone al suo progetto di salpare da Venezia e di raggiungere l’Albania per sollevare tale regione contro l’impero ottomano. Arrestato, è presto liberato in quanto nobile della Serenissima. Si rifugia in Puglia. | |||
……………… | Monferrato | Milano Venezia | Piemonte | Appoggia le milizie francesi contro quelle della lega italica. Viene insignito da Carlo VIII del collare dell’ordine di San Michele. | |
Ago. | Piemonte | Alla morte del marchese Bonifacio di Monferrato, seguita, subito dopo da quella della moglie Maria, assume la carica di governatore del Monferrato e la tutela dei due figli eredi del marchesato, Guglielmo Giovanni e Giorgio Sebastiano. Si fortifica in Casale Monferrato a causa dell’opposizione di una considerevole parte della nobiltà monferrina. Trova l’appoggio dell’ inviato del re di Francia Carlo VIII, l’Argenton. | |||
Nov. | Impero | Si avvicina all’imperatore Massimiliano d’Austria, che lo conferma nel suo ruolo di tutore dei giovani marchesi del Monferrato. Tali rapporti si rinsaldano in varie missioni diplomatiche nelle quali guadagna la fiducia imperiale. | |||
1496 | |||||
Giu. | Massimiliano d’Austria dichiara ad Augusta il proposito di nominare Costantino Arianiti suo vicario nelle parti d’Italia soggette teoricamente al controllo imperiale. Poiché il progetto non va in porto, il condottiero si riavvicina a Carlo VIII incoraggiandolo nei suoi propositi di conquiste in Italia. | ||||
Ago. | Francia | 100 lance | |||
Sett. | Piemonte | In Monferrato con l’incarico di governatore di Casale Monferrato. Assicura a Gian Giacomo da Trivulzio passo e vettovaglie ai francesi. Si parla di una sua possibile nomina a re di Macedonia. | |||
1497 | |||||
Primavera | Piemonte | E’ coinvolto in alcune trattative che si svolgono tra il papa Giulio II ed il duca di Milano Ludovico Sforza. Presto viene messo da parte perché trovato troppo incline alle posizioni dei veneziani. | |||
Dic. | Piemonte | Riceve a Casale Monferrato il veneziano Niccolò Foscarini in missione diplomatica presso il duca di Savoia Filiberto. | |||
1498 | |||||
Feb. | Piemonte | Sempre a Casale Monferrato, alla rassegna della sua compagnia. | |||
Apr. | Piemonte | Con la morte di Carlo VIII perde ogni appoggio presso la corte di Francia. | |||
1499 | |||||
Ago. | Francia | Milano | Piemonte | Si unisce sotto Alessandria con i francesi; dopo la fuga di Galeazzo da San Severino è lasciato da Gian Giacomo da Trivulzio alla guardia della città con 800 cavalli. | |
Ott. | Lombardia | Si trova a Pavia. Cade in disgrazia nei confronti del re Luigi XII per un permesso da lui fornito ad alcuni nemici della Francia, che in tal modo sono riusciti a sfuggire alla cattura attraverso il Monferrato. | |||
Nov. | Lombardia | Di ritorno da Milano viene imprigionato in Vigevano dai francesi. Giudicato da Gian Giacomo da Trivulzio, dal la Trémouille e da altri capitani, è rinchiuso nel castello di Novara per essere condotto in Francia. Il governo del marchesato è affidato al Ligny. I francesi confiscano i beni della moglie che si trovano nel territorio di Saluzzo. | |||
1500 | |||||
Apr. | Piemonte e Liguria | Fugge dalla prigione con la complicità di un servitore francese. Ripara prima a Ozzano Monferrato e, dopo la cattura di Ludovico Sforza a Novara (aprile), ad Acqui Terme. Cerca invano di riavvicinarsi alla Serenissima, raggiunge la Riviera di Levante. | |||
Mag. | Pisa | Firenze | Capitano g.le | Toscana | Sbarca a Pisa ed è assunto dai pisani. E’ presto licenziato su pressione dei francesi; viene trattenuto in carcere al fine di essere consegnato ai transalpini. |
Giu. | Toscana | E’ liberato da alcuni giovani che lo nascondono in casa di un cittadino. Sorge un tumulto ed è ancora imprigionato. A fine mese, a seguito del riavvicinamento dei francesi con i fiorentini, è rilasciato. Si imbarca su uno schifo ed è catturato in mare dai fiorentini; viene incarcerato a Livorno. Riacquista la libertà grazie ad alcuni cavalli pisani con i quali rientra a Pisa. Nello stesso periodo la madre preme sui veneziani affinché intercedano a suo favore sui francesi. | |||
Ago. | Campania e Puglia | Si mette al sicuro a Benevento. Viene successivamente segnalato a San Leonardo nei pressi di Manfredonia. E’ contattato dai fiorentini. | |||
Dic. | Veneto | Compare a Venezia dopo che gli sono stati confiscati i suoi beni dai francesi. | |||
1501 | |||||
Feb. mar. | Veneto Austria | E’ ricevuto dal doge Agostino Barbarigo; chiede l’appoggio della Serenissima nei confronti dei francesi. A marzo ritorna a Venezia ed ottiene risposte dilatorie. Ritorna a Vienna nella speranza di ottenere un incarico alla corte imperiale. | |||
Ott. | Impero | Trentino | A Trento, al servizio dell’imperatore. | ||
1502 | |||||
Ott. | Chiesa | Condottieri | 200 cavalli leggeri | ||
1503 | |||||
Feb. | Impero | Trentino | Ad Arco, al fianco di Massimiliano d’Austria. | ||
Ott. | Austria | Ad Innsbruck. Chiede una provvigione all’imperatore; in alternativa il permesso di abbandonare la sua corte. | |||
Dic. | Lazio | Ottiene la fiducia di Massimiliano d’Austria tanto da essere nominato suo ambasciatore presso la curia pontificia. A Roma ha inizio la sua nuova attività diplomatica per la quale può giovarsi, sia dei suoi buoni rapporti con i veneziani, sia della fiducia del papa Giulio II, cui è legato da vincoli familistici: una sorella di Costantino Arianiti ha, infatti, sposato un membro della famiglia della Rovere, la stessa cui appartiene il pontefice. | |||
1504 | |||||
Feb. | Emilia e Lazio | A Ferrara, dove è accolto dal duca Alfonso d’Este ed a Roma. E’ ricevuto in udienza dal papa Giulio II. | |||
Mar. | Lazio | Si incontra ad Ostia con Cesare Borgia allo scopo di convincerlo a cedere allo stato della Chiesa le rocche ancora sotto il suo controllo. | |||
Apr. | Chiesa | Germania | Gli è promessa da Guidobaldo da Montefeltro, capitano generale della Chiesa, una condotta di 80 uomini d’arme. E’ inviato in Germania come ambasciatore per trattare la pace tra imperiali e francesi | ||
Mag. | Lazio | Rientra in Italia. Non si ritiene soddisfatto nelle sue richieste riguardo la condotta e la provvigione. | |||
Lug. | Romagna | E’ eletto governatore di Forlì e di tutta la Romagna. Lo affianca come legato il vescovo di Tivoli Angelo Leonino. A Forlì è accolto con grandi onori dal duca di Urbino Guidobaldo da Montefeltro e dall’arcivescovo di Ragusa Giovanni di Sacco. | |||
Ago. | Romagna | A Cesena. Non può operare a causa della peste. | |||
Sett. | Romagna e Lazio | A Cesena. Si adopera per una tregua tra Niccolò Guerra da Bagno da un lato ed i Tiberti dall’altro. Incontra notevoli difficoltà nell’ espletamento del suo incarico a causa delle lotte tra le fazioni. Chiede invano truppe per poter controllare la situazione in Forlì ed in Cesena. Invia a Roma un suo emissario; stanco di non avere risposte, si imbarca su un brigantino e giunge ad Ostia con l’agente imperiale Luca Rinaldi ed un vescovo tedesco. Si incontra con il papa Giulio II. | |||
1505 | |||||
Apr. | Romagna | Rientra a Forlì. Costringe gli Orioli ed i Morattini ad una forzosa pace. | |||
……………… | 300 cavalli leggeri | Lazio | Ha il comando della guardia palatina a Roma (300 cavalli greci e balestrieri a cavallo). | ||
1506 | |||||
Sett. | Chiesa | Bologna | Romagna Umbria | A Forlì. Nello stesso mese affianca Giulio II nel suo solenne ingresso in Perugia con Francesco Maria della Rovere. | |
Nov. | Emilia | Entra in Bologna al seguito del pontefice. | |||
1507 | |||||
Mar. | Romagna | Chiede il permesso di lasciare Forlì e la Romagna. | |||
Autunno | Germania | In Germania per promuovere in Italia l’alleanza tra imperiali e francesi in funzione antiveneziana. | |||
Nov. | Lazio | Rientra a Roma con la richiesta di Massimiliano d’Austria di essere riconosciuto dal papa imperatore anche senza essere stato incoronato nella città eterna. I veneziani esercitano alcune rappresaglie nei suoi confronti. | |||
1508 | |||||
Mar. | Si lamenta con i veneziani perché sono state intercettate a Rimini alcuni suoi messaggi diretti all’imperatore. | ||||
Apr. | Nel corso di un conflitto con gli imperiali i veneziani occupano in Friuli il suo castello di Belgrado, nei pressi di Cormons. | ||||
……………… | Il papa gli affida l’incarico di rivelare ai veneziani il contenuto delle clausole della lega di Cambrai in cambio della restituzione ai pontifici di Rimini e di Faenza. | ||||
1509 | |||||
Mag. | Chiesa | Venezia | Germania Lombardia | Si reca in Germania per consegnare all’ imperatore 50000 ducati affinché muova guerra ai veneziani. Costantino Arianiti ritorna in Italia; assale invano Pizzighettone ed Asola. | |
Giu. | Impero | Venezia | Veneto | Patteggia con i veneziani l’acquisto di Padova da parte degli imperiali. Entra nella città con Matteo da Busseto. | |
Lug. | Capitano g.le | 450 cavalli | Veneto | Alla testa di 6000 fanti tedeschi conquista Bassano del Grappa e Castelfranco Veneto. L’imperatore Massimiliano d’Austria si ferma a Marostica. Costantino Arianiti richiama da Padova le truppe che presidiano la città, tanto che rimangono alla sua difesa solo Leonardo da Trissino e le milizie tedesche di Marco Sittich (1000 fanti). Padova viene così recuperata dalla Serenissima. E’ segnalato a Venezia per un colloquio segreto con i membri del Consiglio dei Dieci. Si trasferisce a Vicenza ed è nominato capitano generale delle truppe italiane al servizio dell’ imperatore. Spinge i veneziani ad allentare le difese concentrate su Padova ed a riconquistare il Friuli, Gorizia e Trieste. | |
Ago. | Veneto | Raccoglie le sue truppe prima a Cittadella per passare all’assedio di Padova. A Piombino Dese è fatta la rassegna dell’esercito composto di 6000 cavalli e 17000 fanti: Costantino Arianiti ha il comando degli uomini d’arme imperiali, mentre i fanti militano agli ordini del principe Rodolfo di Anhalt. Altri capitani sono Giorgio di Liechtenstein, il francese la Palisse, il borgognone monsignor della Rosa, Giorgio di Lodrone e gli italiani Giovanni Gonzaga, Ludovico Gonzaga da Bozzolo e Federico Gonzaga da Bozzolo. Da Piombino Dese si avvia alla volta di Camposampiero e di Castelfranco Veneto. E’ conquistato il castello della prima località: il podestà Antonio Querini è fatto prigioniero ed è inviato a Trento. Nel proseguo della sua azione l’Arianiti si colloca prima a Limena e poi a Padova di fronte al Portello ed a Ognissanti. | |||
Sett. | Veneto | Sorgono numerosi contrasti nel campo per la mancanza di vettovaglie e per il ritardo delle paghe. I francesi minacciano Costantino Arianiti di morte perché lo sospettano di tradimento: non ne mancano, d’altra parte i segnali come quando fa levare l’artiglieria tedesca di fronte al bastione di Codalunga perché danneggia troppo le fortificazioni nemiche. Entra anche in Padova due volte per incontrarsi con il provveditore Andrea Gritti. Corrotto, infine, con Gaspare da San Severino, abbandona l’assedio, si dirige a Vicenza e contribuisce in tal modo al ritiro di tutto l’esercito. | |||
Ott. | Veneto | Ha l’incarico di difendere Vicenza con 2000 cavalli e 1500 fanti. Le sue milizie devastano il contado limitrofo. | |||
Nov. | Veneto e Lazio | Si sposta alla guardia di Verona. A fine mese deve lasciare la città ed il comando delle truppe italiane a Gaspare da San Severino a causa dei suoi dissapori con il la Palisse. E’ sfidato a duello dal capitano francese. Rientra a Roma. | |||
Dic. | Toscana | In missione a Firenze. | |||
1510 | |||||
Gen. mar. | Lazio | Agisce a Roma per conto dei veneziani che cerca di fare riavvicinare al papa. A marzo ha un colloquio con l’emissario della Serenissima Girolamo Donato. Gli è dato l’incarico di recarsi in Germania insieme con Giovanni Camillo de Montibus. | |||
Apr. | Chiesa | Romagna Marche Germania | Perviene a Ravenna. Da qui, ripresosi da un forte attacco di dissenteria, si dirige a Pesaro. Il papa sospetta che, come l’anno precedente, parta sì per la Germania per una missione da compiersi per conto dei pontifici; nello stesso tempo teme che in corso d’opera assumi un incarico per conto dell’ imperatore. L’Arianiti nega di avere tali intenzioni. | ||
Mag. | Marche e Germania | Giulio II lo nomina custode generale del concilio del Laterano da tenersi in opposizione a quello di Pisa voluto dai francesi. A fine mese è in Germania ad Augusta, dove si incontra con l’imperatore ed altri dignitari. | |||
Giu. | Lazio | Rientra a Roma ed ha colloqui con il papa e l’ambasciatore veneziano Donato. Presto è richiamato in Germania da Paolo di Liechtenstein. | |||
Lug. | Marche Romagna Veneto | Fa la spola per portare avanti le trattative di pace. A Pesaro ed a Rimini. Salpa per Venezia dove si incontra con il doge Leonardo Loredan: gli sono donati 300 ducati per le spese di viaggio. Nel suo cammino verso la Germania tocca Mestre e Treviso; passa per Serravalle. | |||
Ago. | Veneto A. Adige Friuli | Attraversa il Cadore e giunge a Bressanone. Gli imperiali bloccano temporaneamente il suo viaggio a Pordenone. Può, infine, proseguire per la Germania. | |||
1511 | |||||
Gen. | Germania e Veneto | Dalla Germania fa rientro in Cadore. | |||
Feb. | Romagna | A Chioggia; si imbarca su una fusta e perviene a Ravenna; punta su Lugo dove si trova al momento il pontefice. La missione non sortisce alcun esito a causa delle le pretese dell’imperatore Massimiliano d’Austria. | |||
1512 | |||||
Mag. | Lazio | Si trova a Roma all’apertura del concilio in San Giovanni in Laterano. Con Giulio Orsini, Marcantonio Colonna e Niccolò della Rovere ha l’incarico di sorvegliare sul buon andamento dei lavori. | |||
Lug. | Trentino Piemonte | Si incontra nel Trentino con il cardinale Curtense Matteo Lang. Conclude il suo viaggio nel Monferrato. | |||
1515 | |||||
Mar. | Marche | Ottiene in signoria Fano dal nuovo papa Leone X. | |||
Giu. | Chiesa | Francia | Affianca gli svizzeri agli stipendi dello stato della Chiesa contro i francesi. | ||
Lug. | Piemonte | Entra nel Monferrato alla testa di 8000 uomini. | |||
1516 | |||||
……………… | Marche | A Fano. Agevola Francesco Maria della Rovere nel suo tentativo di recuperare il ducato di Urbino. | |||
Sett. | Marche | E’ esautorato di fatto nella signoria di Fano dal nuovo duca di Urbino Lorenzo dei Medici. Il pretesto è dato dai sempre più frequenti scontri nella città che avvengono tra le fazioni. | |||
…………….. | Lazio | Si stabilisce a Roma. | |||
1521 | |||||
Dic. | Lazio | Alla morte del papa Leone X il collegio dei cardinali gli affida il comando di 800 fanti al fine di mantenere l’ordine nella città durante il conclave. | |||
1522 | |||||
Feb. | Lazio | Si offre di prestare al collegio dei cardinali la somma di 800 ducati, necessaria per dare un acconto sugli stipendi del gonfaloniere della Chiesa Federico Gonzaga. | |||
Lug. | Lazio | Consegna del denaro ad un uomo di Corfù affinché compia degli esorcismi per allontanare la peste da Roma. | |||
1524 | |||||
Giu. | Lazio | A fine mese gli sono concessi Mondaino e Montefiore Conca con un breve papale di Leone X. | |||
1525 | |||||
Ago. | Il Collegio dei Pregadi conferisce ad un suo figlio la castellania di Torrenova. | ||||
1527 | |||||
Mag. | Lazio e Marche | Fugge da Roma e ripara a Pesaro a seguito del sacco della città da parte dei lanzichenecchi. Da Fano sposta la sua residenza nel castello di Montefiore Conca. Tale località diviene la sua dimora abituale dopo avere perduto o venduto l’uno dopo l’altro i suoi feudi nel Monferrato. | |||
1530 | |||||
Mag. | Marche | Muore ai primi del mese a Fano. E’ sepolto a Roma nella basilica dei SS. Apostoli o, secondo altre indicazioni, nella chiesa di Sant’ Agostino. Il suo sepolcro, la cui iscrizione latina è conservata, non è mai stato trovato. |
CITAZIONI
-“E’ persona de poco valor, per fama pubblica per tutta Roma, benché l’aspetto suo demostri altramente.” GIUSTINIAN
-“Uomo delicatissimo e di bella statura, ma poco da’ soldati amato e stimato.” DA PORTO
-“Uomo di non poca autorità appo Massimiliano (d’Austria).” BEMBO
-“Era Costantino venuto in glorioso concetto appresso non pochi.” V. DE CONTI
-“Prestante, ma di nessun valore.” RUNCIMAN
-“A relative of Sisto IV, held condotte from Julius for most of the pontificate, but he only exercised subordinate commands and was interested in politics.” SHAW
-“Sopra de tutti il signor Costantino:/ general capitano in veritate/ Che comanda a ciascun in quel confino (il campo imperiale).” CORDO
-“A Roma l’Arianiti s’interessò subito dei conflitti tra la Curia e Venezia per i possedimenti di Romagna, dove si svolsero le ultime vicende della sua avventurosa carriera. La sua efficienza come ambasciatore imperiale fu scarsa: intraprese nuovi viaggi tra Roma e la corte imperiale, ma senza riuscire ad ottenere sensibili successi, il che ebbe come conseguenza la perdita del favore imperiale, dovuta anche al fatto che l’Arianiti aveva sempre manifestato una certa ambiguità nelle trattative diplomatiche con Venezia. Passò allora al servizio di Giulio II, dal quale fu impiegato negli anni seguenti in avventurosi affari presso la Serenissima, mentre l’imperatore, su sollecitazione dei Francesi che vedevano in lui un nemico irriducibile, rifiutava qualsiasi rapporto con l’Arianiti riducendo ulteriormente la sua sfera d’azione diplomatica.” BABINGER
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