BOCCOLINO GUZZONI

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Porta San Giacomo inglobata nella Rocca Pontelliana, Osimo
Porta San Giacomo inglobata nella Rocca Pontelliana, Osimo

Last Updated on 2023/12/20

BOCCOLINO GUZZONI (Boccolino da Osimo, Boccolino di Guzzone) Detto Malagrampa.

Conte. Signore di Osimo.

1445 ca.- 1494 (giugno)

Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
……….MarcheAppartiene ad una nobile ed antica famiglia di podestà originaria di Offagna, trasferitasi ad Osimo verso la metà del 1100.
1457MarcheSulla fine dell’anno vi è un grosso litigio tra il padre Guzzone ed il nobile Giacomo Leopardi; quest’ultimo percuote il congiunto  in pubblico colpendolo al petto. Qualche giorno dopo il giovane Boccolino si presenta armato nella sede del consiglio cittadino: minaccia i magistrati e pretende che sia fatta giustizia al padre. E’ subito imprigionato con un amico che è al suo fianco; è sottoposto, a causa della sua giovane età alla disciplina del precettore di grammatica, il maestro Geronimo da Tolentino. Liberato per intercessione dello stesso maestro e dei genitori, conclude gli studi primari per essere avviato all’ apprendimento delle scienze matematiche.
………MilanoMilita nella compagnia del capitano sforzesco Bartolomeo da Montolmo.
1475
Sett.Lorenzo dei Medici scrive al duca di Ferrara Ercole d’Este, sotto cui ha militato Boccolino Guzzoni, di liberarlo dal carcere.
1476
Apr.BorgognaCantoni Svizzeri50 lance e 50 fantiLombardia e Francia

A Milano. Prima di lasciare la Lombardia per la Borgogna gli sono consegnati dagli emissari di Carlo il Temerario una prestanza di quattro mesi e 100 scudi. E’ assoldato con 400 lance dal sire di Chateauguyon.

1477
Gen.Francia e Marche

Con la morte a Nancy del duca di Borgogna Boccolino Guzzoni ritorna ad Osimo, dove è richiamato sia da ragioni familiari, sia dalle discordie della sua città con Ancona.

Giu.OsimoAnconaCapitano g.leMarche

Gli anconetani, 4000 uomini (tra cavalli e schioppettieri anconetani, camerinesi ed ascolani) comandati da Astorgio Scottivoli, si mettono a depredare il territorio vicino a Cesa ed ai suoi possedimenti di Monte Gallo. Boccolino Guzzoni esce da Osimo con 800 uomini, (squadre di cavalleria leggera e pesante), per affrontare gli avversari tra Santo Stefano e Bellafiora. I nemici si dispongono parte tra Montecerno ed Offagna al comando del Buldone, parte sulle colline di Santo Stefano agli ordini dello stesso Scottivoli, parte tra Bellafiora e San Biagio agli ordini dello Zampino. Il Guzzoni si scaglia contro le truppe del terzo capitano che dispone di molti fanti armati di schioppetti, spingarde e balestre. La sua azione obbliga gli avversari ad abbandonare le  posizioni originarie per prestare soccorso alle milizie dello Zampino che si trovano in difficoltà. I fanti di Astorgio Scottivoli si precipitano alle spalle degli osimani; sono colti alla sprovvista dalle truppe di riserva che lo stesso Guzzoni ha nascosto in precedenza nel fosso di San Valentino. Anche gli anconetani sono colti  alle spalle; sono costretti a ritirarsi lasciando sul terreno 200 morti, contro 30 uomini di parte osimana. Il Guzzoni entra trionfante in Osimo con lo stendardo maggiore di Ancona e 200 prigionieri.

1478
Giu. ago.FirenzeChiesa15 lanceToscanaViene condotto dai fiorentini per sei mesi. Il fatto provoca l’ira del papa Sisto IV.
…………Romagna

Transita per Cesena. Il capitano della città Giorgio dal Borgo non lo alloggia in modo confacente. Boccolino Guzzoni lo uccide e si sposta a Taipano; espelle gli abitanti dalle loro case ed ammazza altri 2 cittadini.

1479
Mag.I pontifici intimano a lui ed al fratello Giacomo Filippo di comparire davanti al giudice a Macerata.
Ago.ToscanaCongedato dai fiorentini, rimane in Toscana fino al marzo successivo.
1480NapoliPuglia

Milita agli stipendi degli aragonesi.  Non gode di alcuna condotta e gli è riconosciuta una provvigione annua di 300 ducati. Ad Osimo gli sono confiscati i beni dai pontifici con il pretesto di una sollevazione organizzata nella città dal padre Guzzone.

1481
Gen.PugliaAd Osimo il Consiglio dei Cento invia messi al papa per dissipare ogni dubbio sulla buona fede del Guzzoni. Respinte tali richieste, lo stesso organo prega il comune di Recanati di farsi mallevadore per il proprio concittadino presso il luogotenente della Marca. Viene offerta la somma di 5000 ducati in garanzia della lealtà del Guzzoni. Il fratello Giacomo Filippo obbedisce alle ingiunzioni papali e può in tal modo rientrare in Osimo, dove sposa la nobile anconetana Francesca Boccamaggia. Sisto IV, nel contempo, pone all’asta i suoi beni in quanto recidivo nel non volersi recare a scusarsi a Macerata. Gli abitanti di Osimo rifiutano di acquistare tali beni. Il Guzzoni, da parte sua, decide di accettare la proposta del comune di Recanati. Gli è permesso di rientrare in Osimo.
Feb.
……….NapoliImpero Ottomano100 cavalli leggeriPuglia

In tale conflitto figura tra i capitani aragonesi senza condotta e stipendio di 300 ducati. Si distingue all’assedio di Otranto. E’ armato cavaliere dal re Ferrante d’Aragona dopo avere ucciso in duello un capitano turco: alla fine della campagna gli è assegnata dal duca di Calabria Alfonso d’Aragona una scorta personale di 100 cavalli morlacchi, che hanno militato con i turchi nel recente conflitto..

1482
…………NapoliChiesaLazio

Depreda l’agro romano con i Colonna. Gli è riconosciuta dagli aragonesi una provvigione di 300 ducati.

Dic.NapoliVeneziaEmiliaPrende parte alla guerra di Ferrara.
1483
Ago.MarcheA causa della morte del padre rientra ad Osimo. Sono ai suoi ordini i 100 cavalli morlacchi.
1484
……….ChiesaMarcheE’ nominato dai pontifici conte di Poggio.
Ago.FermoAscoli PicenoMarcheAlla testa di 300 balestrieri combatte per Fermo contro Ascoli Piceno.
1485
Apr. nov.Marche

Viene nominato gonfaloniere di Osimo: contrasta la politica dei nobili a favore del partito popolare. Cerca di divenire signore della città. Gli aristocratici si oppongono alle sue mire. Il tempo trascorre senza che sia in grado di realizzare i suoi disegni.

Dic.ChiesaNapoli

Agli stipendi del papa Innocenzo VIII contro gli aragonesi del re di Ferrante d’Aragona. Ha l’incarico di governatore militare di Osimo. Abbandona in breve tempo l’esercito pontificio  per la presenza del commissario  Pierdomenico Leopardi. Rientra in città con il pretesto di sposarsi.

1486
Mar.NapoliChiesa50 lance 20  cavalli leggeri 100 fantiMarche

Gli sono concesse dagli aragonesi una condotta di 50 uomini d’arme, di 20 balestrieri a cavallo, di 100 fanti ed una provvigione di 300 ducati. Con Francesco da Jesi ha il compito di scacciare i pontifici dall’osimano e dallo jesino.

Apr.Marche

E’ convocato dai priori di Osimo per chiarire  i sospetti a suo carico di volersi fare signore della città. Raduna, viceversa, le sue truppe e con 400 armati (tra cui la compagnia di morlacchi) entra nella città ed irrompe nel palazzo dei magistrati. Spalleggiato dai propri famigliari uccide di sua mano 3 consiglieri del comune tra i quali il vecchi Giacomo Giacomo Leopardi; altri 4 magistrati sono ammazzati dai suoi uomini; fanti e cavalli morlacchi, coadiuvati dalla popolazione fanno strage dei suoi nemici e mettono a sacco le case dei nobili.  Si impadronisce della fortezza del Cassero alla cui difesa si trovano solo 15 soldati. Sfugge, tuttavia, alla morte il principale emulo Pierdomenico Leopardi. Il governatore della Marca Ludovico Agnelli si collega con i fuoriusciti del partito aristocratico.  Ogni tentativo di recuperare la città si rivela inutile.

Mag.Marche

I veneziani invitano il Guzzoni a capitolare di fronte ai pontifici con la mediazione di Giulio Cesare da Varano. Rifiuta;  viene scomunicato; raccoglie truppe e rafforza le difese di Osimo con il denaro che gli è fatto avere dagli aragonesi.

…………Marche

Alla conclusione della guerra si accorda con l’ambasciatore del duca di Urbino   Guidobaldo da Montefeltro; promette di restituire Osimo in cambio della cessazione di ogni persecuzione. I pontifici non rispondono ed il Guzzoni riprende la via delle armi: cerca di coinvolgere alla sua causa Roberto da San Severino quando costui, abbandonato da tutti, è obbligato alla fuga verso il veneziano.

Ott.OsimoChiesaMarche

I pontifici si accampano lungo il Musone per dare il guasto al contado ed assediare Osimo: i suoi beni sono confiscati a favore di Pierdomenico Leopardi.

1487
Gen. feb.Marche

E’ sconfitto a Vaccaro. Stretto sempre più da vicino dai pontifici, spedisce come suoi ambasciatori a Costantinopoli i nipoti Pietro Baligani e Leone Pifero per chiedere soccorsi al sultano. Di seguito  invia al sultano un altro nipote, Angelo Malazampa, allorché viene a conoscenza che i precedenti emissari sono stati catturati con la risposta. Anche un terzo ambasciatore è catturato a Lecce. Le istruzioni affidate ai suoi messaggeri riguardano in particolare l’offerta della conquista della Marca a favore del sultano dietro l’invio di 12000 soldati. Per sé chiede di essere nominato capitano generale della fanteria ottomana collocata stabilmente in Italia ed una provvigione annua di 4000 ducati contro l’obbligo di tenere costantemente in attività 200 lance e 100 balestrieri a cavallo.

Mar. mag.Marche

Viene assalito dal cardinale Giuliano della Rovere che si attenda a Montefano. I pontifici fanno uccidere davanti alle mura di Osimo un suo nipote perché egli non vuole arrendersi. Non dà tregua agli assedianti e con continue scaramucce mette in difficoltà gli avversari. Al comando delle truppe pontificie è preposto Gian Giacomo da Trivulzio.

Giu.Marche

Gian Giacomo da Trivulzio fa impiccare 5 turchi diretti ad Osimo; per rappresaglia Boccolino Guzzoni  fa impiccare altrettanti soldati milanesi da lui catturati in precedenza; il cardinale  Giuliano della Rovere fa appendere ad un albero nei pressi delle mura cittadine  uno degli emissari inviati a Costantinopoli assieme con un uomo d’arme. Il Guzzoni prende alla sprovvista gli assedianti ed in una scaramuccia ne uccide 300, compreso Giovanni Vitelli. Nel proseguo della campagna, tuttavia, cade in un agguato tesogli dallo spagnolo Sanchez nel corso del quale si salva a stento con il ferimento della sua cavalcatura.

Lug.Marche

L’apparato ossidionale del Trivulzio lo costringe a più miti consigli. Si affida alla diplomazia per ottenere un’accettabile capitolazione. Nell’occasione viene a sostenerlo l’amicizia con Lorenzo dei Medici. Con la mediazione dell’oratore mediceo Gentile Becchi sono firmati dal nuovo legato della Marca, il cardinale Jean Balue e dal Trivulzio, i patti relativi alla sua sottomissione. Ottiene  8000 ducati (1000 in contanti e 7000 da pagarsi a Firenze) come indennità per i suoi beni sequestrati e già donati dal papa a Pierdomenico Leopardi.

Ago.Marche e Toscana

Abbandona Osimo in pieno giorno per la Porta di San Giacomo accompagnato da Bartolomeo da Montolmo: ne esce con 64 persone e 19 muli carichi dei suoi beni. Si reca a Senigallia con la scorta di Gian Giacomo da  Trivulzio e di 10 uomini d’arme. Tocca Pesaro  e  Firenze. In tale città è raggiunto dalla notizia dell’uccisione a Roma del nipote Malazampa fatto squartare in piazza Navona.

Dic.ToscanaGli è concessa da Lorenzo dei Medici la cittadinanza fiorentina.
1488
……….Toscana e LombardiaLascia Firenze. Grazie alla sua fama ed alle lettere favorevoli di Gian Giacomo da Trivulzio passa al servizio di Ludovico Sforza.
Sett.MilanoGenovaPiemonte  e Liguria

Milita al soldo degli sforzeschi. All’occupazione di Savona.  Affianca Ludovico Sforza a Novi Ligure; si muove dal castello di Altare e punta su Savona dove è raggiunto dai fuoriusciti, dagli uomini del marchese del Finale e da quelli del marchese del Monferrato. Assedia la città; espugna il vescovado trasformato in fortezza  e l’arsenale: il fatto suscita l’ira dei fuoriusciti Obietto Fieschi e Giovanni Adorno.

Ott.Liguria

Assale all’alba a Savona il castello vecchio dopo avere fatto bombardare dalle artiglierie le case intermedie che  separano questo dal castello di San Giorgio: in due ore di combattimento la fortezza viene presa. Di seguito Boccolino Guzzoni assedia  il castello di San Giorgio dove si trovano Alessandro ed Alfonso Fregoso. Dà battaglia al rivellino, si impossessa di una delle torri; alla fine Alfonso Fregoso, ferito gravemente, si arrende a patti. Si lamenta con Ludovico Sforza per l’esiguità del bottino trovato nel castello, da dividere, peraltro, tra lui, Lorenzo da Mozzanica e Matteo da Pirovano. Lo Sforza è obbligato a venire incontro alle esigenze dei tre condottieri.

1490
Sett.LombardiaLascia gli stipendi del duca di Milano.
1491ToscanaA Firenze
1492Lombardia

A Milano. Ludovico Sforza dimostra benevolenza nei suoi confronti;  si offre anche di pagargli 1000 ducati al posto di un suo debitore che non gli vuole riconoscere un suo credito (la riscossione dei frutti di alcuni investimenti fatti dal Guzzoni durante la sua permanenza a Firenze). Lo Sforza, inoltre, si attiva per appianare la disputa tra lo stesso Boccolino ed il nipote Giambattista Malazampa, il quale, colpito nei propri interessi per la confisca dei beni del parente, ne richiede il risarcimento. Ludovico Sforza si offre come garante e propone di assumere personalmente il carico dell’ indennizzo.

Giu.LombardiaA Quistro nel cremonese.
1493
Lug.Lombardia

Boccolino Guzzoni cade in disgrazia a causa dell’invidia ed al risentimento di alcuni membri della corte milanese.  Gli sono confiscati i suoi beni. Alcuni storici tramandano la notizia che la causa sarebbe stata nella confidenza fatta ad un amico secondo la quale sarebbe stato in grado di espugnare il Castello Sforzesco alla testa di un piccolo nucleo di armati. La diceria è percepita da Ludovico Sforza come una minaccia. E’ imprigionato nel Castello Sforzesco;  viene torturato per sei mesi con l’accusa di avere partecipato ad una congiura a favore degli aragonesi, interessati a far valere i diritti al ducato dell’erede naturale,  Gian Galeazzo Sforza, ormai maggiorenne, e della moglie di quest’ultimo Isabella d’Aragona, figlia del re di Napoli Alfonso. E’ condannato all’impiccagione.

1494
Giu.Lombardia

A metà mese non sopporta di essere giustiziato dalle mani del boia;  preferisce impiccarsi da solo nel piazzale del Castello Sforzesco. Suo ritratto in un dipinto che lo vede raffigurato tra la dannazione e la santità.

 CITAZIONI

-“Tollere jam cupiens heros Bucolinus ad astra;/ Vult populos patriae nomen habere suae./ Militibus fretus, celsae quoque moenibus arcis/ Innumeras strages lata per arva dedit.” da un poema di F. Panfili, riportato dal COLUCCI

-“Huomo audacissimo e di gran seguito.” VALORI

-“Vago di sempre nuove avventure.” CECCONI

-“Ed era uno delicate bone armizere.” BERNARDI

-“Era Boccolino terribile uomo, superbo, iracondo, e tale.. che difficilmente dava luogo a ragionamenti quieti.” BALDI

-“Uomo subito, ambizioso, risoluto, di smisurati concetti e che aveva grande autorità fra’ suoi concittadini, non tanto per le ricchezze, quanto per un certo suo piglio soldatesco, e per una certa sbrigliata e rozza eloquenza con cui gli animi del volgo a sue voglie volgeva.” UGOLINI

-“Uomo valoroso, ostinato ed astuto.” ROSMINI

-“Di spirito altiero..Il quale militò in Calabria in servigio della casa Aragonese; e in occasione di sostenere l’onore della patria e guerre con circonvicini, diede saggio del suo invitto coraggio, degno in vero di perpetua memoria, se non si fosse poi reso temerario e ribelle a tempo d’Innocenzo VIII: attentato di troppa infausta rimembranza a posteri, poichè con il suo esterminio portò seco anco quello della patria, benché il suo ardire non fosse stato secondato che da pochi, e quelli o forosciti o forzati.” MARTORELLI

-“Soggetto ben noto nell’arte di guerreggiare.” TALLEONI

-“Era detto Boccolino non solo amato a temuto per tutta la provincia della marca Anconitana, m’ancora per tutta Italia e fuori di essa insieme.” SARACINI

-“Uomo di gran seguito e autorità nella sua patria, di maraviglioso ardire e dell’arte della guerra intendentissimo.” SERDONATI

-“Uomo ardito e ambizioso.” ANGELITA

-“Ergo equitum, peditumque simul manus undique coit/ Jusso parata sequi, quam dux Bucolinus agendam/ Accipit, hic juvenes inter pulcherrimus omnes/ Nobilium de gente fatus, non arma timescit/ Densa, nec hostiles ferro superare phalanges/ Ambigit…” Da un racconto in versi di A. D’Onofrio, di Osimo, riportato dal MARTORELLI

-“Whose family had been prominent the town (Osimo) since the thirteenth century, was a proud, aggressive, self-willed man. He had won some repute as a soldier, and the patronage of the Duke of Calabria.” SHAW

-Vittoria contro gli anconitani “La reputazione del Guzzoni, sommo difensore della patria e della casa, salutato come novello Achille dal poeta Antonio Onofrio, che ne celebrò le gesta in versi latini, ne risaltò rafforzata, così come la sua posizione in seno alla comunità, posizione cui egli si affrettò a conferire colore politico, favorendo il partito popolare… (A proposito della sua morte) E’ possibile in particolare che su di lui, uomo pronto a tutto, gravasse il sospetto di un contatto con la corte napoletana, alla quale era strettamente legato e che si trovava impegnata proprio in quegli anni a far valere i diritti di Gian Galeazzo (Sforza), ormai maggiorenne, e della di lui moglie Isabella d’Aragona, figlia di Alfonso duca di Calabria. La necessità di eliminare i potenziali sostenitori interni del giovane duca esautorato, in vista di un possibile attacco napoletano, che si minacciava all’inizio del 1493, potrebbero avere indotto il Moro (Ludovico Sforza) a disfarsi del Guzzoni.      STORTI

     BIOGRAFIE SPECIFICHE

-G. Cecconi. Vita e fatti di Boccolino Guzzoni di Osimo, capitano di ventura del secolo XV.

Fonte immagine in evidenza: Google Street View (modificata)

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