ANTONIO DA CASTELLO

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Mura di Doullens

Last Updated on 2023/08/15

ANTONIO DA CASTELLO  (Antonio Maria da Castello, Antonio da Perugia) Di Città di Castello.

Zio di Mariano da Castello.

  • 1549 (maggio)
Anno, meseStato. Comp. venturaAvversarioCondottaArea attivitàAzioni intraprese ed altri fatti salienti
1499
……………..FirenzePisaToscanaCombatte i pisani agli ordini del capitano generale Paolo Vitelli.
Ott.Toscana

Aiuta Vitellozzo Vitelli a fuggire da Settimo a Pisa in occasione della cattura di Paolo Vitelli da parte dei fiorentini. Viene arrestato con Cherubino dal Borgo perché sospettato di tradimento; è tradotto in in carcere per sei giorni nel Palazzo della Signoria. Torturato; è, infine, rilasciato.

1501
…………….ChiesaPiombinoToscanaMilita nella compagnia di Vitellozzo Vitelli. Prende parte all’assedio di Piombino.
Nov.UmbriaSi lamenta ad Orvieto per la protezione accordata da tale comune ai conti di Marciano nemici dei Vitelli.
1508
Mar.FirenzePisa100 fantiToscanaCombatte nuovamente i pisani. Si trova al campo della Val di Serchio alla testa di 100 fanti di Fiorenzuola.
1510
Giu.VeneziaFrancia ImperoVeneto

Alla guardia di Monselice; cerca invano di dirottare parte dei fanti di Chiappino Vitelli a militare nella propria compagnia.

Sett.VenetoAll’assedio di Verona. Alla testa di 400 fanti assale con scarsi risultati il castello di San Felice.
……………..VenetoA Badia Polesine.
1511
Ago.257 fantiVenetoAlla difesa di Treviso.
Ott.Veneto

A Treviso: i suoi uomini ricevono le loro spettanze dopo energici reclami. E’ inviato in Cadore con 427 fanti per contrastarvi 2000 tedeschi, scalzi e male in arnese, che stanno mettendo a sacco il territorio.

Nov.VenetoE’ segnalato a Ponte nelle Alpi ed a Pieve di Cadore.
Dic.Friuli

Affianca Renzo di Ceri nella sua spedizione in Friuli volta alla riconquista di tale territorio agli imperiali. Partecipa all’assedio di Gradisca d’Isonzo; i suoi uomini protestano per il ritardo delle paghe.

1512
Feb.300 fantiVenetoA Treviso.
……………..204 fantiVenetoAl campo, nei pressi di Verona.
Giu.249 fantiVeneto
Ago.204 fantiVeneto
Ott.200 fantiLombardia

All’ assedio di Brescia con 200 fanti; è inserito nella seconda squadra di riserva in caso di assalto alle mura cittadine. Al termine del conflitto ha con Serafino da Cagli il comando di un colonnello di fanti nella sfilata dimostrativa, ordinata da Giampaolo Baglioni che si sviluppa tra Torrelonga ed il castello per dimostrare a nemici ed alleati la forza dell’esercito veneziano.

Dic.254 fanti
1513
Mag.VeneziaSpagna Impero325 fanti
Giu.249 fantiVeneto

A Peschiera del Garda; con Giovanni da Cologna, Battista Dotto e Piero da Bergamo affianca Giampaolo Baglioni all’ espugnazione di Legnago alla cui difesa si trovano fanti spagnoli e tedeschi. L’azione termina con l’uccisione di 85 uomini su 150. Antonio da Castello è lodato nel Collegio dei Pregadi per la condotta dimostrata in tale occasione.

Lug.267 fantiVeneto

Alla guardia di Padova, in Santa Giustina, inquadrato nel colonnello di Babone Naldi. Viene da qui distaccato per essere trasferito alla difesa di Treviso; ha il comando di un colonnello di 682 fanti, di cui 267 della sua compagnia.

Ott.Veneto

E’ presente alla battaglia di Creazzo dove si distingue per il valore dimostrato sul terreno. Sfugge alla cattura e ritorna con Giovanni dal Borgo (1200 fanti) alla guardia di Treviso: il suo rapporto con gli abitanti e le autorità locali si rivela tempestoso a causa del ritardo delle paghe e della conseguente condotta dei suoi uomini.

Nov.Veneto

E’ criticato dal capitano generale Bartolomeo d’Alviano che considera “poltroni” i suoi fanti per il comportamento tenuto nella battaglia di Creazzo. Sono licenziati alcuni provvigionati.

Dic.VeneziaA Venezia. Protesta per le misure prese nei confronti della sua compagnia.
1514
Feb.VenetoA causa del ritardo delle paghe i suoi soldati si rifiutano di fare la guardia di notte.
Giu.257 fantiVenetoA Treviso.
Lug.Capitano g.le  artiglieriaVeneto

Di stanza al campo di Brentelle, nei pressi di Padova.  Ha da Bartolomeo d’Alviano l’incarico di sovrintendere alle artiglierie. Esce da Padova con 1000 fanti e 400 cavalli leggeri; è informato che gli spagnoli hanno portato in Este una notevole quantità di frumento. Con 600 fanti ed alcuni cavalli leggeri si muove contro tale centro alla cui guardia si trovano 300 fanti e 100 cavalli leggeri spagnoli. Scala le mura nottetempo, sorprende gli avversari che sono tutti catturati ed asporta da Este parte dei cereali: il resto è incendiato. Fa pure dare alle fiamme 250 barche cariche di vettovaglie destinate al campo nemico;  rientra al campo di Brusegana con la scorta dell’Alviano. Porta con sé 150 botti di vino ed un grande numero di animali razziati.

1515
Apr.Veneto

Viene nuovamente spostato a Treviso. I suoi uomini si uniscono con quelli di Giovanni dal Borgo e si mettono in ordinanza come per abbandonare la città in segno di protesta per il ritardo delle paghe. Il podestà Giacomo Trevisan è obbligato a prendere a prestito dagli abitanti una certa somma di denaro per potere dare loro un acconto. Antonio da Castello si prende a male parole sulla piazza di Treviso con lo stesso podestà che reclama una misura punitiva nei suoi confronti.

Mag.300 fantiVeneto e Friuli

Esce da Treviso con 300 fanti, punta su Fusina e su Caorle; qui, su ordine dell’ Alviano e del Consiglio dei Dieci si imbarca per trasferirsi in Friuli.

GiuFriuli e VenetoFallisce un suo tentativo di impadronirsi per trattato di Gradisca d’Isonzo. Rientra a Padova.
Lug.249 fantiVeneto e LombardiaLascia Este. Si muove in appoggio di Bartolomeo d’Alviano diretto verso Badia Polesine e la Lombardia.
……………..LombardiaAll’assedio di Brescia dopo la vittoria di francesi ed imperiali a Melegnano. Muore Bartolomeo d’Alviano.
Dic.Lombardia

Al comando di un colonnello si congiunge con Babone Naldi e Giovan Corrado Orsini per opporsi all’ avanzata di 2500/3000 fanti spagnoli che da Verona cercano di soccorrere Brescia. I 3 condottieri della Serenissima si fermano a metà strada perché indecisi sul da farsi. Si sposta poi con il suo colonnello al campo invernale di Ghedi e di Leno.

1516
Apr.206 fantiLombardiaAlla difesa di Crema. Il suo operato viene elogiato dal provveditore Zaccaria Loredan.
Ago.Veneto

Si trova all’assedio di Verona: gli viene dato l’incarico di sorvegliare le artiglierie ed i depositi di polvere da sparo: per un processo di autocombustione prendono fuoco all’ improvviso 800 barili di polvere e sono così distrutte le scorte.

Sett.Veneto

Gli è dato anche il comando di 300 guastatori, numero che si rivela insufficiente per le varie operazioni legate all’assedio di una città come Verona. Conduce un gagliardo attacco a Porta Vescovo che viene respinto; ritenta ancora nel medesimo punto con Malatesta Baglioni. E’ costretto a ripiegare ad Albaredo d’Adige alla notizia dell’arrivo in Verona di notevoli rinforzi inviati dall’imperatore Massimiliano d’Austria. Il provveditore Giovanni Paolo Gradenigo affida ad Antonio da Castello ed a Girolamo Barisello il compito di sorvegliare il ponte sull’Adige.

Ott. nov.VenetoAll’assedio di Verona. Si colloca a Zevio. Intercetta da tale località i convogli di rifornimenti diretti ai difensori.
Dic.150 fantiLombardiaGrazie agli alleati francesi Brescia ritorna finalmente sotto il controllo dei veneziani
1517
Feb.200 fantiLombardia e Umbria

Il provveditore generale Andrea Gritti lo prepone alla guardia della rocca di Brescia. Ottiene il permesso di ritornare a Città di Castello per prelevarvi i famigliari e condurli con sé nel veneziano.

Mar.ChiesaComp. venturaMarche

Probabilmente con l’assenso dei veneziani passa  agli stipendi del papa Leone X per fronteggiare Francesco Maria della Rovere, teso alla riconquista del ducato di Urbino. Raggiunge Pesaro.

Apr.MarcheEsce da Pesaro e si scontra con i fanti nemici che hanno catturato in precedenza, nelle vicinanze, 100 cavalli pontifici.
Mag.UmbriaAlla difesa di Perugia assalita dalle milizie avversarie.
Giu. ago.50 fantiUmbria e VenetoRichiamato a Brescia dai veneziani, raggiunge la città ad agosto. E’ preposto ancora alla guardia del locale castello.
Dic.VenetoA Venezia. E’ armato cavaliere dal doge Leonardo Loredan.
1518
Sett.25 fantiLombardiaStante la situazione di relativa sicurezza viene ridotto a 25 il numero dei fanti di guardia al castello.
1520
Sett.LombardiaIn missione a Crema per verificare lo stato delle fortificazioni cittadine a seguito del crollo di due torrioni.
Ott.25 fantiLombardiaSempre di guardia nel castello di Brescia.
1521
Apr.LombardiaRaggiunge la rocca di Anfo per supervisionarne i lavori di rafforzamento delle opere difensive.
Giu.VeneziaImpero300 fantiLombardiaRaduna 300 fanti con i quali si porta alla difesa di Brescia.
Ago.Lombardia

Al campo di Verolanuova;  conduce con sé alcuni pezzi di artiglieria. Teodoro da Trivulzio lo spedisce ad Anfo per controllare i passi ed ostacolare il transito a 8000 fanti svizzeri e tedeschi che da Trento si stanno dirigendo a Mantova.

Sett.Governatore  fanteriaLombardia

Ritorna al campo di Fontanella;  viene nominato governatore delle fanterie italiane. Esce da Brescia con i suoi 300 fanti, non senza opporre alcune difficoltà e con la promessa di ricevere le paghe dovute nel termine di otto giorni.

Nov.Lombardia

Si muove alla difesa di Milano con il mandato di sorvegliare Porta Romana assieme con gli uomini d’arme di Teodoro da Trivulzio. Attaccato da 1000 schioppettieri, non riesce ad  impedire nella città l’ingresso agli imperiali. Costretto alla fuga, ripara a Trezzo sull’Adda con Marco da Napoli e Maffeo Cagnolo.

1522
Gen.Lombardia

Su ordine del provveditore generale Gritti lascia Palazzolo sull’Oglio e con Rizino d’Asola (2000 fanti) si sposta alla guardia di Bergamo: 1200 uomini trovano alloggio nel borgo di Sant’Antonio e gli altri in vari punti della città.

Feb.305 fantiLombardiaAl campo di Rovato. Gli è affidato il comando di un colonnello di 1219 fanti.
…………….291 fantiLombardia
Lug.200 fantiLombardiaAlla conclusione del conflitto rientra a Brescia. L’organico della sua compagnia viene prima ridotto a 200 fanti per passare successivamente a 70.
1523
Sett.VeneziaFrancia500 fantiLombardia

E’ sempre di guarnigione nel castello di Brescia. Quando scoppiano le ostilità con i francesi gli è dato il comando di 500 fanti. Si dirige al campo di Verolanuova dove gli è affidato il comando di un colonnello.

Ott.LombardiaA Pontevico con 400 fanti. E’ pronto a prestare soccorso ai difensori di Cremona.
Nov.LombardiaCremona è liberata dall’assedio. Si sposta al campo di Martinengo.
1524
Feb.LombardiaAttraversa l’Adda agli ordini del capitano generale, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere.
Mar.Lombardia

Prende parte all’ espugnazione di Garlasco dove ha l’incarico di seguire il tiro di una batteria. I difensori danno un segnale di resa; i veneziani si muovono disordinatamente verso le mura del castello. Per la calca   crolla un ponte e 80-90 uomini muoiono annegati: per vendetta Garlasco è messa a sacco e tutti i difensori (600 fanti e 300 cavalli leggeri) sono uccisi su ordine del della Rovere. Al campo di Occimiano.

Apr.LombardiaA Covo. A Venezia il suo comportamento merita gli elogi dell’ex- provveditore generale Leonardo Emo.
Lug.50 fantiLombardiaLe ostilità perdono di vigore. E’ richiamato a Brescia e, come di consuetudine in tali occasioni, decresce il numero degli uomini al suo diretto comando.
Ott.LombardiaI francesi invadono il Piemonte. Ad Antonio da Castello è consegnato del denaro affinché raduni 500 fanti.
Dic.LombardiaA Brescia, per il battesimo di un figlio del podestà cittadino Antonio Suriano.
1525
Apr.Lombardia

Con Pietro da Longhena ha il compito di controllare i movimenti dei lanzichenecchi che, licenziati dal campo imperiale, devono rientrare in Germania.

1526
Mar.Lombardia

A Brescia. E’ obbligato a licenziare 70 fanti cui dà il permesso di partire per le loro proteste causate dal ritardo delle paghe (più di due mesi).

Giu.VeneziaImperoCapitano artiglieriaLombardia

Da Brescia si sposta a Chiari;  gli è affidato il comando delle artiglierie. Affianca con 500 fanti il capitano generale della Serenissima, il duca di Urbino Francesco Maria della Rovere ed il capitano pontificio Guido Rangoni al campo di Melegnano.

Lug.Lombardia

Dopo il fallimento dell’ attacco veneziano portato a Milano a Porta Romana prende parte ad un consiglio di guerra con gli altri condottieri ed il provveditore generale Piero Pesaro. In esso appoggia la politica attendista di Francesco Maria della Rovere. Ritorna a Melegnano. Alla testa di 1000 fanti, e con l’appoggio di dieci pezzi di artiglieria, asseconda l’azione di Giovanni dei Medici che porta alla conquista del castello di Monza. Nello scontro  sono uccisi molti difensori.

Ago.Lombardia

All’assedio di Cremona con 1900 fanti italiani e 4 pezzi di artiglieria;  vi sostiene l’iniziativa di Malatesta Baglioni. Rientra a Brescia a causa di una malattia. Fa presto ritorno al campo cremonese anche se non è guarito completamente: a fine mese, alla guida di 330 fanti, assale le mura cittadine verso Porta Mosa inserito nella batteria di Camillo Orsini. L’azione si rivela negativa; alla rassegna successiva tra i suoi uomini si contano 5 morti, 36 feriti e 4 fuggiti dal campo. Piazza di nuovo le artiglierie e con Pier Onofri da Montedoglio ha l’incarico di costruire una trincea coperta dal castello fino al borgo di San Luca. Da ultimo, per la recrudescenza della sua malattia è presa la decisione di farlo rientrare a Brescia per curarsi.

Sett.330 fantiLombardia
Dic.Lombardia

A Palazzolo sull’Oglio, alla rassegna tenutavi dal provveditore generale Domenico Contarini: si trova al comando di un colonnello di 500 fanti. Il suo operato è lodato a Venezia in Pregadi dall’ex-provveditore generale Piero Pesaro.

1527
Giu.Lombardia

Attraversa il Lambro con il suo colonnello agli ordini di Domenico Contarini. Nel passaggio di un ponte è assalito con Babone Naldi, Giampaolo Manfrone, Giacomo Novello, Ambrogio da Landriano e Gian Ludovico Pallavicini dagli imperiali usciti all’improvviso da Melegnano. Nasce una scaramuccia con 2 bandiere di fanti italiani che si fortificano   in una chiesa in attesa di rinforzi che devono essere condotti da Antonio di Leyva proveniente da Milano alla testa di 14 bandiere di lanzichenecchi, di 4 di spagnoli e italiani forniti di alcuni pezzi di artiglieria. Vengono catturati 11 fanti e 2 cavalli leggeri; rimane ferito ad un braccio Cesare da Napoli ed è ucciso il capitano spagnolo Jacheto.

Lug.LombardiaHa altri piccoli scontri con gli avversari con esito alterno. Al campo di Melegnano.
Ago. sett.500 fantiLombardia

Gli è consegnato del denaro per raccogliere a Brescia 500 fanti. A settembre è segnalato prima al campo di Melegnano e, poi, a quello di San Donato Milanese.

Ott.Lombardia

Prende parte all’ assedio di Pavia;  con un deciso intervento riesce ad impedire la cattura di Cesare Fregoso, attaccato di sorpresa nei suoi alloggiamenti da alcuni fanti usciti dalla città. Mentre Ludovico Barbiano da Belgioioso sta trattando la resa, entra in Pavia e si associa al suo saccheggio. Segue Giano Fregoso al campo di Landriano; gli alleati francesi si pongono, invece, a Castel San Giovanni.

Nov.500 fantiLombardiaPrepara gli alloggiamenti del nuovo campo fortificato di Cassano d’Adda. Il Collegio dei Pregadi gli conferma la condotta di 500 fanti.
Dic.800 fantiLombardia

E’ inviato con 7 bandiere di fanti e 12 pezzi di artiglieria in soccorso di Gian Giacomo dei Medici impegnato nel suo attacco a Lecco. Antonio da  Castello inizia a bombardare la città da un fianco  distruggendo parte della cinta muraria; informato che da Oggiono stanno provenendo 1200 fanti tra lanzichenecchi e spagnoli, 2 stendardi di uomini d’arme e 100  cavalli leggeri con 2 pezzi di artiglieria, preferisce ripiegare con il Medici a Malgrate. A fine mese entrano in Lecco alcuni soccorsi. Antonio da Castello chiede munizioni e guastatori per riprendere le operazioni di assedio. Il provveditore generale Tommaso Moro, a seguito di una supervisione di Cesare Fregoso, gli ordina di abbandonare l’impresa e di rientrare a Cassano d’Adda. Il condottiero non gradisce l’ordine che gli viene impartito.

1528
Gen.LombardiaA Cassano d’Adda con 800 fanti. Al campo è colpito da forti febbri.
Feb.Lombardia

Entra in Trezzo sull’Adda, ne devasta i borghi ed assedia il castello per cinque ore; ne escono i difensori con i quali ha uno scontro di un’ora e mezza. I nemici sono respinti con 14 morti e 20 feriti.

Mar. apr.1000 fantiLombardia e Veneto

Il Consiglio dei Savi gli aumenta la condotta da 800 a 1000 fanti. Si allontana da Cassano d’Adda, giunge a Vicenza ed affianca il della Rovere nei lavori di supervisione delle difese cittadine.

Mag.541 fantiLombardia

A Caravaggio per definire con Francesco Maria della Rovere, il duca di Milano Francesco Sforza, il provveditore  Tommaso Moro, Giano Fregoso ed altri capitani il piano strategico con cui affrontare l’avanzata dei lanzichenecchi del duca di Brunswick (15000 fanti e 1200 cavalli). Si dirige ad Orzinuovi per seguire la costruzione di alcuni bastioni.

Giu.LombardiaSi sposta alla difesa di Bergamo con 350 fanti a seguito delle minacce portate alla città da Antonio di Leyva. Si ammala e rientra a Brescia.
Ago. sett.Capitano artiglieriaLombardia

Punta su Orzinuovi con 74 carri di munizioni e le artiglierie; di seguito appoggia Francesco Maria della Rovere all’assedio di Sant’ Angelo Lodigiano: dopo un intenso fuoco di artiglieria ne escono 3 bande di fanti da un lato mentre i veneziani vi penetrano da un’ altra parte. Antonio da Castello si sposta a Locate di Triulzi. Ha con Annibale Picenardi il compito di verificare la possibilità  di un attacco a Milano verso Cascina Scanascio: il sopralluogo dà una conclusione negativa per cui viene presa la decisione di puntare su Pavia alla cui difesa si trovano 2400 uomini (2000  tra lanzichenecchi ed italiani, 200 fanti spagnoli e 200 cavalli). La città subisce il bombardamento da tre lati con 14 grossi cannoni e 24 pezzi più piccoli. Il condottiero ha il comando di una batteria formata dalla fanteria italiana, da 300 lance e da molti cavalli leggeri tutti  appiedati: conduce il primo assalto con Sigismondo Malatesta ed i fanti romagnoli e questo viene respinto. a seguito di tre ore di combattimento Pavia cade nelle mani dei veneziani: tra gli imperiali sono uccisi 600 uomini e moltissimi altri sono fatti prigionieri; tra i  veneziani si contano 50 morti ed altrettanti feriti. Al termine della battaglia il suo operato riceve gli encomi pubblici del della Rovere. Di seguito si pone all’assedio del castello; in breve tempo sono obbligati alla resa 80 fanti italiani, 60 spagnoli e 10 lanzichenecchi con il capitano Aponte. Si volge al campo di Landriano;  a Pavia.

Ott.LombardiaAbbandona Pavia a causa del ritardo delle paghe.
Dic.Capitano g.le fanteria

Il Consiglio dei Savi lo nomina ufficialmente capitano delle fanterie, gli riconferma il comando di un colonnello di 500 fanti e gli aumenta la sua provvigione annua da 400 a 600 ducati.

1529
Gen.LombardiaChiede ai veneziani di potersi recare a Città di Castello ed a Roma al fine di trattare con Niccolò Vitelli alcuni affari personali che lo inquietano, specie un beneficio ecclesiastico. Le autorità non gli concedono il permesso cosicché la missione viene espletata dal suo luogotenente.
Apr.LombardiaA Rivolta d’Adda.
Mag.377 fantiLombardia

Supera l’Adda con Annibale Fregoso e conquista Cassano d’Adda, difesa da un capitano spagnolo con 80 fanti. Raggiunge il campo di Pozzuolo Martesana; si reca anche a Belgioioso dove con il della Rovere ed il Saint-Pol discute su un possibile attacco franco-veneziano a Milano. Si ferma al campo di Melegnano.

Giu.307 fantiLombardiaA Binasco. Prende parte ad un nuovo consiglio di guerra.
Lug.Lombardia

Staziona a Cassano d’Adda; con Cesare Fregoso, Roberto da San Severino ed Ambrogio da Landriano (600 archibugieri, 200 picchieri e 250 cavalli leggeri) appoggia il della Rovere in un’azione offensiva ai danni della cavalleria nemica. Nello scontro gli imperiali subiscono la perdita di 50 uomini; 40 cavalli sono feriti, 5/6 capitani sono catturati tra i quali un nipote di Antonio di Leyva; per i veneziani le perdite risultano più contenute

Ago.LombardiaAlla testa di un colonnello di 850 fanti.
Sett.Lombardia e Veneto

Ritorna alla guardia di Brescia con 700 fanti. I lanzichenecchi, infatti, minacciano ancora una volta di invadere i territori della Serenissima dal Trentino. Difende virilmente Ghedi dagli attacchi nemici, respinge l’intimazione di resa e con pochi uomini sa tenere a bada milizie ben più numerose. Francesco Maria della Rovere lo invia a Vicenza per rafforzarne le misure difensive già esistenti.

Ott.Lombardia

A Calvisano ed a Leno con Cesare Fregoso per studiare il terreno adatto per accamparvi i cavalli leggeri. Viene sorpreso a Leno da 200 cavalli e da 400 fanti comandati da Paolo Luzzasco: i veneziani resistono inizialmente, finché al Luzzasco non vengono in rinforzo da Gambara 1000 lanzichenecchi con 2 pezzi di artiglieria. Bernardino da Montauto e Mariano da Castello sono costretti alla resa quando si vedono circondati dagli avversari e senza più munizioni.

Dic.LombardiaAl termine del conflitto rimane di stanza a Brescia con 300 fanti, che si riducono, come al solito, a 50 il mese successivo.
1530
Gen.50 fantiLombardiaA Brescia. Rimane inalterata a 1000 ducati l’anno la sua provvigione.
Mag.LombardiaA Venezia è elogiato nel Collegio dei Pregadi il suo modo di procedere tenuto nella recete campagna dall’ex-provveditore generale Paolo Nani.
1531
Dic.Lombardia

Sempre di guarnigione a Brescia. Dalla città spedisce alcune spie nel cremonese per controllare i movimenti di truppe spagnole che si stanno verificando nel piacentino.

1532
Feb.MarcheI veneziani lo inviano ad Ancona al fine di consigliare i pontifici sui lavori inerenti la fortificazione della città.
Mar.LombardiaRecupera nel bergamasco 6 pezzi di artiglieria dati in prestito anni prima a Gian Giacomo dei Medici.
Giu.LombardiaAccoglie in Brescia con le altre autorità cittadine il vescovo, il cardinale Francesco Corner.
Lug.LombardiaIspeziona con Francesco Maria della Rovere le fortificazioni di Ghedi.
153320 fantiLombardia
1536
……………..Lombardia

In occasione del rinnovo dell’alleanza fra la Serenissima e gli imperiali, è dato a lui ed a Babone Naldi l’incarico di raccogliere ad Asola 6000 fanti e 500 cavalli leggeri da utilizzarsi per la difesa di Cremona. Le truppe sono presto richiamate in conseguenza del ridimensionamento al solo Piemonte dell’area coinvolta dalla guerra.

……………..FranciaImpero Inghilterra

Sono conquistate ai francesi alla ripresa del conflitto con gli imperiali Guise e Montreuil dai loro alleati inglesi. Questo fatto induce il re Francesco I della necessità di rafforzare le difese delle città della Piccardia.

1537
Feb.  mag.Francia

Le ostilità riprendono nell’Artois. 20000 francesi a metà febbraio assediano Hesdin; la città capitola a metà aprile. I francesi, accampati a Pernes, occupano Saint-Pol e Lillers. E’ ora contattato Antonio da Castello. Gli è richiesto di rafforzare le opere difensive della città e del castello di Saint-Pol e di Hesdin.

Giu. lug.Francia

Saint-Pol è investita dagli imperiali del conte di Bure. Il bombardamento al bastione di Dourlans (sono sparati più di 1600 colpi di cannone) è seguito da un assalto generale nel quale vengono uccisi quasi tutti i soldati del presidio (2000 uomini). Antonio da Castello è catturato dagli imperiali con la capitolazione della città. E’ accusato di temerarietà e di avarizia dai colleghi transalpini. Liberato a fine luglio, a seguito della stipula di una tregua e dopo il pagamento di un forte riscatto da parte del re, rientra in Italia.

Sett.VeneziaImpero OttomanoCapitano artiglieriaGrecia

Si trova a Corfù per rafforzarne le opere difensive (Sanudo). Con il della Rovere fa diroccare tutte le abitazioni nei pressi della città, spiana il monte delle Castrate e prolunga i due baluardi che cingono i lati estremi.

1538/1542FranciaImperoFrancia e Lombardia

Nel 1538 il re di Francia Francesco I lo richiama in Francia; è nominato gentiluomo di camera. La sua attività inizia nel gennaio a Bourg-en-Bresse dove dispone nuove opere di difesa come l’abbassamento delle torri e la realizzazione di nuovi bastioni. A marzo gli sono donate 225 lire per sopperire alle sue spese per una missione a  Moulins ed a Thérouanne. Ha il compito di sovraintendere al rafforzamento delle fortificazioni  di tali località e dell’intera Piccardia. In tale occasione ha modo di collaborare con Jean de Renaud de Saint-Rémy. Incomincia a rafforzare le difese di Guise, Thérouanne e  Doullens. A Guise fa circondare la vecchia torre da un baluardo costituito di tre grossi bastioni denominati de L’Alouette, de La Charbonnière e de La Haute-Ville. Le opere fatte costruire da Antonio da Castello a Thérouanne saranno distrutte dagli imperiali nel 1553 allorché la città viene rasa al suolo. Le fortificazioni da lui fatte costruire a Doullens sono ancora visibili; quelle di Hesdin sono invece state atterrate nello stesso 1553.  Nel  maggio 1539 Antonio da Castello compare ancora tra coloro che godono di una pensione in Francia. E’ nominato “maitre des ouvrages” in Piccardia. Nel 1541 e nel 1542 Antonio da Castello lavora al rafforzamento delle difese di Péronne dove viene a disputa con il Feuquière, capitano del porto, riguardo alla ricostruzione di una parte della cinta muraria danneggiata tre anni prima durante la guerra. Sempre nel periodo lavora pure attorno alle fortificazioni  di La Capelle. Rientra, infine,  a Brescia; la repubblica veneta gli concede il comando di un colonnello.  Ai suoi ordini vi sono 4 capitani: il costo complessivo della sua compagnia è valutato in 6000 ducati l’anno.

1543Veneto

Con l’architetto Michele Sanmicheli ha l’incarico di ricostruire al Lido di Venezia il castello di Sant’ Andrea, chiamato Castelnuovo.

1547
AutunnoCapitano g.le artiglieria  45 fantiLombardia

Entra in Brescia con 45 fanti alla notizia dell’ uccisione in Piacenza di Pier Luigi Farnese: controlla l’ordine pubblico nella piazza centrale ed in altri due punti cittadini.

1549
Mag.LombardiaMuore a Brescia a metà mese. E’ sepolto con solenni esequie nel duomo di Brescia.

CITAZIONI

-“Qual è di primi contestabili habia la Signoria nostra e tutta Italia, è fidelissimo.” Da una valutazione del doge Andrea Gritti riportata dal SANUDO

-“E’ homo di gran fazon e molto aficionato a la Signoria nostra.” Dalla relazione di PIERO TRON al Senato.

-“Homo valentissimo, fidato et da far conto.” SANUDO

-“Hor ecco un capitan per fama noto/ al cieco mondo più che Mario o xerxe/ suggetto a Marte al suo regno divoto/sì como quel che già col petto aperse le schiere de nemici a fiero volto/quantunqua morte poi nel fin suferse/ vetusto in guerra Antonio da Castello/ è quel che guida l’altro colonnello/ Costui ne la Bandiera in campo verde/ portava un vitel d’or (lo stemma dei Vitelli) con una stella.” CANDELFINO

-“Omo de inzegno.” BUZZACCARINI

-“Est capitaine d’artillerie pour la République de Venise et conseiller pour les fortifications.” Wikipedia

-“Ingegnere e uomo d’arme.” BRODINI

-“Il apparait comme un capitaine ingénieur d’un Etat monarchique qui pense la défense globale de ses frontières.” GUINAND

Fonte immagine: tripadvisor

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